Plinio il Vecchio: differenze tra le versioni

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Mese di morte: da agosto ad ottobre, mese ormai accertato dell'eruzuone del Vesuvio
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[[File:Grande Illustrazione del Lombardo Veneto Vol 3 Plinio Secondo 300dpi.jpg|miniatura|Ritratto ottocentesco di Plinio il Vecchio]]
[[Immagine:Plinyelder.jpg|right|thumb|250px|Plinio il Vecchio]]
{{Bio
'''Gaio Plinio Secondo''', conosciuto come '''Plinio il Vecchio''' ([[Como]], [[23]]-[[Stabia]], [[24 agosto]] [[79]]) fu scrittore, scienziato, naturalista, erudito, acuto osservatore e storico [[Roma antica|romano]], amava descrivere le cose in diretta, dal vivo, un vero cronista dell'epoca, perse infatti la vita tra le esalazioni solfuree dell'eruzione vulcanica del [[Vesuvio]], che distrusse [[Ercolano]] e [[Pompei]], mentre provava ad osservare il fenomeno vulcanico più da vicino (in suo onore viene usato il termine di ''eruzione pliniana'' per definire una forte [[eruzione]] esplosiva simile a quella del Vesuvio in cui perse la vita).
|Nome = Gaio Plinio Secondo
|Cognome =
|PostCognome = ({{Latino|Gaius Plinius Secundus}})
|Soprannome = Plinio il Vecchio
|PostSoprannome = <ref name="PIV"/>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Como
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 23
|NoteNascita = <ref name="PIV">{{Treccani|plinio-il-vecchio|Plìnio il Vecchio|accesso=26 settembre 2018}}</ref><ref name="PIV2">{{Treccani|plinio-il-vecchio_(Enciclopedia-Dantesca)||autore=[[Giorgio Brugnoli]]|accesso=26 settembre 2018}}</ref>
|LuogoMorte = Stabia
|GiornoMeseMorte = [[24 ottobre]]
|AnnoMorte = 79
|Epoca = 0
|Attività = scrittore
|Attività2 = naturalista
|Attività3 = filosofo
|AttivitàAltre = della [[Filosofia della natura|natura]], [[Comandante (grado militare)|comandante militare]] e [[Governatore provinciale romano|governatore provinciale]]
|Nazionalità = romano
}}
 
Caratterizzato da un'insaziabile curiosità, Plinio scrisse molte opere, tra cui si ricordano: il ''De iaculatione equestri''; il ''De vita Pomponii Secundi'', biografia in due libri del [[poeta]] tragico [[Publio Pomponio Secondo]], di cui era devoto amico; i ''Bellorum Germaniae libri XX''; gli ''Studiosi libri III'', manuale sulla formazione dell'oratore; i ''Dubii sermonis libri VIII'', su questioni grammaticali; e gli ''A fine Aufidii Bassi libri XXXI'', sulla storia dell'Impero dal periodo in cui si interrompeva la storia di [[Aufidio Basso]].<ref name="PIV"/> Tutte queste opere sono ad oggi perdute, tranne per pochi frammenti.<ref name="PIV"/>
==Biografia==
Ufficiale di cavalleria in [[Germania]], procuratore in [[Gallia]] e [[Spagna]], Plinio ricoprì cariche civili sotto [[Vespasiano]] e [[Tito (storia romana)|Tito]]. Comandante della flotta tirrenica di stanza a Miseno, morì durante l'eruzione del [[Vesuvio]] che distrusse [[Pompei]], [[Ercolano]] e [[Stabia]].
 
L'unica opera pervenutaci integralmente è il suo capolavoro, la ''[[Naturalis historia]]'';<ref name="PIV"/><ref name="PIV2"/><ref>{{cita|Berra|p. 9}}.</ref> una vasta [[enciclopedia]], termine coniato dallo stesso Plinio, che tratta di [[astronomia]], [[geografia]], [[antropologia]], [[zoologia]], [[botanica]], [[scienza dei materiali|materiali]], [[medicina]], [[metallurgia]], [[mineralogia]] e [[arte]].<ref name="PIV"/><ref name="PIV2"/> L'opera enciclopedica è il risultato di un'enorme mole di lavoro di preparazione condotto su oltre {{formatnum:2000}} volumi di più di 500 autori.<ref name="PIV"/> Tale opera, letta e studiata nei secoli successivi, specialmente nel [[Medioevo]] e nel [[Rinascimento]], rappresenta oggi un documento fondamentale delle conoscenze scientifiche dell'antichità.<ref name="PIV"/>
{{vedi anche|Vesuvio#La_morte_di_Plinio}}
 
La fama di Plinio è anche legata alla sua morte, di cui ci è testimone il nipote-figlio adottivo [[Plinio il Giovane]]. Plinio il Vecchio era a capo della flotta romana stanziata a [[Capo Miseno]], quando si verifica una delle più grandi catastrofi della storia, l'[[eruzione del Vesuvio del 79]].<ref name="PIV"/> Corso in aiuto di una sua amica, [[Rectina]], e degli altri abitanti di [[Stabia]], Plinio non fu più in grado di lasciare il porto della città e morì per le esalazioni del vulcano.
[[Plinio il Giovane]], suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni.
 
== Biografia ==
Il racconto della sua morte, contenuto tra l'altro in una lettera del nipote Plinio il Giovane, ha contribuito all'immagine di Plinio come "protomartire della scienza sperimentale" ([[Italo Calvino]]), anche se , sempre secondo il resoconto del nipote il Giovane, si espose al pericolo per recare soccorso ad alcuni cittadini minacciati dall'eruzione.
[[File:Comoplinio.JPG|upright=1.4|thumb|Targa in onore di Plinio il Vecchio, posta sulla facciata della Cattedrale di [[Como]].]]
Gaio Plinio Secondo nacque sotto il consolato di [[Gaio Asinio Pollione (console 23)|Gaio Asinio Pollione]] e di [[Gaio Antistio Vetere (console 23)|Gaio Antistio Vetere]].<ref>Nel 23 d.C.</ref> Dopo anni di discussione sul luogo della sua nascita tra Como o Verona, si è giunti ad identificare Como (Novocomum) come città natale. A sostegno della tesi veronese ci sono dei manoscritti in cui è possibile leggere ''Plinius Veronensis'' e il fatto che Plinio stesso, nella sua prefazione, citi [[Gaio Valerio Catullo]] come proprio ''conterraneus'' (e Catullo era di Verona). Ad avvalorare, invece, l'idea di Como come luogo di nascita, è [[Sofronio Eusebio Girolamo|san Girolamo]] che, nella sua ''Cronaca'', unisce il nome di Plinio all'epiteto di ''Novocomensis''.
 
Prima del 35 d.C. suo padre lo portò a [[Roma (città antica)|Roma]] e affidò la sua istruzione ad uno dei suoi amici, il poeta e generale [[Publio Pomponio Secondo]], dal quale Plinio acquisì il gusto di apprendere, come prova il fatto che citasse di aver visionato alcuni manoscritti delle orazioni dei [[Gracchi]] nella biblioteca del suo tutore, al quale dedicò più tardi una biografia. Plinio cita, inoltre, con deferenza i grammatici e retori [[Quinto Remmio Palemone]] ed [[Arellio Fusco]]<ref>''Naturalis Historia'', XIV 4; XXXIII 152.</ref> e quindi fu certamente loro seguace. A Roma studiò anche [[botanica]], ossia l'[[ars topiaria]] di Antonio Castore ed esaminò le piante di [[loto]] un tempo appartenute a [[Marco Licinio Crasso]]. Poté anche contemplare la vasta struttura costruita da [[Nerone]], la ''[[Domus Aurea]]'',<ref>''Naturalis Historia'', XXXVI, 111.</ref> ed assistette probabilmente al trionfo di [[Claudio]] sui [[Britanni]] nel [[44]].<ref>''Naturalis Historia'', III, 119.</ref>
==Le opere==
L'elenco delle opere di Plinio ci è fornito dal suo stesso nipote:
* ''De iaculatione equestri'', libro sull'arte di tirare stando a cavallo, frutto della sua esperienza di ufficiale di cavalleria.
* ''De vita Pomponii Secundi'', due libri sulla vita di [[Pomponio Secondo]], poeta tragico a cui era legato da amicizia.
* ''Bella Germaniae'', venti libri sulle guerre di Germania, che servirono a [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] per i suoi ''Annales''.
* ''Studiosus'', tre libri sulla formazione dell'oratore tramite lo studio dell'eloquenza.
* ''Dubius sermo'', otto libri sui problemi di lingua e grammatica che presentavano oscillazioni ed incertezze nell'uso, tenute in gran conto dai grammatici posteriori.
* ''A fine Aufidii Bassi'', trentuno libri di storia che riprendevano la narrazione dove aveva concluso [[Aufidio Basso]], ovvero dalla morte dell'imperatore [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]].
* ''[[Naturalis historia]]'', trentasette libri che formavano un'opera enciclopedica di larghissimo respiro, l'unica rimastaci per intero.
 
Prestò poi servizio in Germania nel 47 agli ordini di [[Gneo Domizio Corbulone]], partecipando alla sottomissione dei [[Cauci]] ed alla costruzione del canale tra il [[Reno]] e la [[Mosa (fiume)|Mosa]] e, dalla sua esperienza come giovane comandante di un corpo di cavalleria (''praefectus alae''), trasse, nel corso degli stazionamenti invernali all'estero, un opuscolo sull'arte del lancio del giavellotto a cavallo (''De iaculatione equestri''), mentre in [[Gallia]] ed in [[Spagna]] annotò il significato di un certo numero di parole celtiche ed ebbe modo di vedere le località associate alle campagne militari di [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]]; anzi, sui luoghi delle vittorie di [[Druso maggiore|Druso]], sognò che il vincitore lo pregava di trasmettere alla posterità le sue imprese.<ref>Plin., ''Ep.'', III 5,4.</ref> Accompagnò poi probabilmente Pomponio, amico di suo padre, in spedizione contro i [[Catti]] nel 50. Sotto [[Nerone]], visse soprattutto a Roma: infatti cita, probabilmente per averla vista di persona, la carta d'[[Armenia]] e gli accessi del [[mar Caspio]] che fu ceduto a Roma dal personale di Corbulone nel 59.<ref>VI 40.</ref> Nel frattempo, completava i venti libri della sua ''Storia delle guerre germaniche'', solo lavoro di riferimento citato nei primi sei libri degli annali di [[Tacito]] e si dedicò alla grammatica e la retorica.
==Naturalis historia==
[[Immagine:Naturalishistoria.jpg|right|200px|thumb|Frontespizio della ''Naturalis historia'']]
 
Sotto il regno del suo amico [[Vespasiano]], tornò, comunque, al servizio di Roma come procuratore nella [[Gallia Narbonense]] (70) e nella [[Spagna romana]] (73), visitando anche la [[Gallia Belgica]] (74). Durante il suo soggiorno in Spagna, si dedicò all'esame dell'agricoltura e alle miniere del paese, oltre a visitare l'[[Africa]].<ref>VII, 37.</ref> Al suo ritorno in [[Italia romana|Italia]], accettò, poi, un incarico di Vespasiano, che lo consultava prima di partecipare alle sue occupazioni ufficiali e, alla fine del suo mandato, dedicò la maggior parte del suo tempo ai suoi studi.<ref>Plin., ''Ep.'', III 5, 9.</ref> [[Plinio il Giovane]], suo nipote, ce lo rappresenta, infatti, come un uomo dedito allo studio e alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali e a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno e alle distrazioni.
La ''[[Naturalis historia]]'' fu pubblicata nell'anno [[77]]; già nel titolo l'opera si presenta come ricerca a carattere enciclopedico sui fenomeni naturali: il termine ''historia'' conserva il suo significato greco di ''indagine'', e va notato che la formula ha dato la denominazione alle scienze biologiche, cioè alla "storia naturale" nel senso moderno della locuzione.
 
Il racconto della sua morte, contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane, ha contribuito all'immagine di Plinio come ''protomartire della scienza sperimentale'' (definizione di [[Italo Calvino]]), anche se, sempre secondo il resoconto del nipote, si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall'eruzione, in quanto comandante della flotta di stanza a [[capo Miseno]]. Infatti, in occasione dell'[[eruzione del Vesuvio del 79]] che seppellì [[Pompei (città antica)|Pompei]] ed [[Ercolano (città antica)|Ercolano]], si trovava a [[Miseno (Bacoli)|Miseno]] come ''[[praefectus classis Misenensis]]''. Volendo osservare il fenomeno il più vicino possibile e volendo aiutare alcuni suoi amici in difficoltà sulle spiagge della baia di [[Napoli]], fra le quali [[Rectina]], parte con le sue [[galee]], che attraversano la baia fino a [[Stabiae]] (oggi [[Castellammare di Stabia]]) dove muore, probabilmente soffocato dalle esalazioni vulcaniche, a 56 anni.<ref>[[Plinio il Giovane]], ''Ep.'', VI, 16.</ref>
Il primo libro fu completato dal nipote Plinio il Giovane dopo la morte dello zio, contiene la dedica a Tito, il sommario dei libri successivi ed un elenco delle fonti per ciascun libro. Partendo dal lavoro di [[Lucrezio]], l'autore vuole far conoscere all'uomo i vari aspetti della natura, perché possa elevarsi dalla sua condizione animale. L'informazione tratta svariati temi:
* La descrizione dell'universo (II libro)
* La [[geografia]] ed [[etnografia]] del Bacino del [[Mar Mediterraneo]] (III-VI libro)
* L'[[antropologia]] (VII libro)
* La [[zoologia]] (VIII-XI libro)
* La [[botanica]] e l'agricoltura (XII-XIX libro)
* La [[medicina]] e le piante medicinali (XX-XXVII libro)
* La medicina ed i medicamenti ricavati dagli animali (XXVII-XXXII libro)
* La [[mineralogia]] (XXXIII-XXXVII libro)
L'ultima parte, trattando della lavorazione dei metalli e delle pietre, contiene anche una sorta di storia dell'arte dell'antichità.
 
== Opere ==
In sostanza si tratta di un'opera che risente della fretta di chi legge e registra tutto quanto va apprendendo; dello sforzo di mettere ordine nell'immensa materia. Sebbene non si possa chiedere all'autore originalità ed esattezza scientifica, si deve riconoscere l'altissimo valore antiquario e documentario dell'opera, e l'enciclopedismo pratico dell'autore, spesso soffermatosi in credenze superstiziose e gusto del fantastico.
L'elenco delle opere di Plinio ci è fornito dal suo stesso nipote, dal quale si apprende, in perfetto stile pinacografico, anche l'argomento di esse (Plin., ''Epist.'', III, 5):
* ''De iaculatione equestri'' ("Sull'arte di lanciare da cavallo"), in un solo libro, frutto della sua esperienza di ufficiale di cavalleria.
* ''De vita Pomponii Secundi'', due libri biografico-encomiastici sulla vita di Pomponio Secondo, poeta tragico a cui era legato da amicizia.
* ''Bella Germaniae'', venti libri sulle [[guerre romano-germaniche|guerre romane in Germania]], scritti per onorare la memoria di [[Druso maggiore|Druso Nerone]], che servirono, come già detto, a [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] per i suoi ''[[Annales (Tacito)|Annales]]''.
* ''Studiosus'' ("Il letterato"), tre libri in sei volumi sulla formazione dell'oratore tramite lo studio dell'eloquenza.
* ''Dubius sermo'' ("I dubbi di lingua"), otto libri su problemi linguistici e grammaticali che presentavano oscillazioni e incertezze nell'uso, tenuti in gran conto dai grammatici posteriori. Furono scritti negli ultimi tempi del regno di Nerone, nel 67-68.
* ''A fine Aufidi Bassi'' ("Continuazione della Storia di Aufidio Basso"), trentuno libri di storia che riprendevano la narrazione da dove l'aveva conclusa [[Aufidio Basso]], ovvero dalla morte dell'imperatore [[Claudio]]; furono una storia contemporanea, sicuramente basata sui ricordi personali dell'autore. Quest'opera è citata da [[Tacito]]<ref>''Annales'', XIII, 20; XV, 53; ''Historiae'' III, 29.</ref> e influenzò [[Gaio Svetonio Tranquillo]] e [[Plutarco]].
* ''Naturalis historia'', in 37 libri; è l'unica opera pervenutaci, di carattere enciclopedico, nella quale Plinio raccoglieva una grande parte dello scibile della sua epoca, a partire da ben 160 rotoli di appunti compilati nell'anno 73, quando [[Larcio Licino]], il legato pretore di [[Tarraconense|Spagna Tarraconense]], provò invano a comperarli per quattrocentomila sesterzi.
 
=== La ''Naturalis historia'' ===
[[File:Naturalishistoria.jpg|thumb|Frontespizio della ''Naturalis historia''.]]
{{vedi anche|Naturalis historia}}
La ''[[Naturalis historia]]'', come detto, fu pubblicata nell'anno [[77]]; già nel titolo l'opera si presenta come ricerca di carattere enciclopedico sui fenomeni naturali: il termine ''historia'' riprende il greco ἱστορία (''indagine''), e va notato che la formula ha dato la denominazione alle scienze biologiche, cioè alla ''storia naturale'' nel senso moderno della locuzione.
 
Il primo libro fu completato dal nipote Plinio il Giovane dopo la morte dello zio e contiene la dedica a Tito, il sommario dei libri successivi ed un elenco delle fonti per ciascun libro. L'enciclopedia tratta svariati temi, dal generale al particolare: dopo la descrizione dell'universo (II libro), si passa a [[geografia]] ed [[etnografia]] del [[Bacino del Mediterraneo]] (III-VI libro), per poi trattare di [[antropologia]] (VII libro) e [[zoologia]] (VIII-XI libro).
 
Plinio si occupa, poi, del regno vegetale e minerale, con la [[botanica]] e l'agricoltura (XII-XIX libro), la [[medicina]] e le piante medicinali (XX-XXVII libro), oltre ai medicamenti ricavati dagli animali (XXVII-XXXII libro). Con la [[mineralogia]] (XXXIII-XXXVII libro), trattando della lavorazione dei metalli e delle pietre, contiene anche una lunghissima digressione sulla storia dell'arte dell'antichità, in particolare riguardo alla statuaria, alla pittura e all'architettura (ma non mancano notizie relative ai mosaici e ad opere di altro tipo). Infine, egli esprime la sua opinione riguardo al progresso, al quale si mostra assolutamente contrario, in quanto visto come forma di violenza sulla natura.
 
In sostanza, si tratta di un'opera che risente della fretta di un autore che legge e registra tutto quanto va apprendendo, con lo sforzo di mettere ordine nell'immensa materia. Sebbene non si possa chiedere all'autore originalità ed esattezza scientifica, si deve riconoscere l'altissimo valore antiquario e documentario dell'opera, e l'enciclopedismo pratico dell'autore, spesso attento a credenze superstiziose e gusto del fantastico. Non mancano, inoltre, informazioni errate o dati "gonfiati", ad esempio nella descrizione del teatro di Pompeo e di quelli di Curione e Scauro.<ref>{{Cita testo |autore=Dario Pepe |titolo=Plinio il Vecchio e l'opera d'arte: riflessioni sul metodo ecfrastico nella Naturalis Historia |pubblicazione=Kronos |numero=29 |data=2010 |pagine=p. 36 e ss.}}</ref>
 
I suoi ''indices auctorum'' sono, in alcuni casi, le autorità che lui stesso ha consultato (benché ciò non sia esauriente) e a volte questi nomi rappresentano gli autori principali sull'argomento, che sono conosciuti soltanto di seconda mano, anche se Plinio riconosce sinceramente i suoi obblighi a tutti i suoi predecessori in una frase che merita d'essere proverbiale.<ref>Pref. 21, «''plenum ingenni pudoris fateri per quos profeceris''».</ref>
 
== Fortuna di Plinio ==
Verso la metà del [[III secolo]], un riassunto delle parti geografiche delle opere di Plinio è realizzata da [[Solino]] e, all'inizio del [[IV secolo]], i passaggi medici sono riuniti nella ''Medicina Plinii''. All'inizio dell'[[VIII secolo]], [[Beda il Venerabile]] possiede un manoscritto di tutte le opere. Nel IX secolo, [[Alcuino]] invia a [[Carlo Magno]] una copia dei primi libri (Epp. 103, Jaffé) e Dicuilo riunisce estratti delle pagine di Plinio per la sua ''Mensura orbis terrae'' (C, 825). I lavori di Plinio acquisiscono grande stima nel Medioevo. Il numero di manoscritti restanti è di circa 200, ma il più interessante e tra i più vecchi è quello di [[Bamberga]], contenente soltanto i libri dal XXXII al XXXVII. [[Roberto di Cricklade]], superiore del St Frideswide a [[Oxford]], indirizza al re [[Enrico II d'Inghilterra|Enrico II]] un ''Defloratio'', contenente nove volumi di selezioni prese da uno dei manoscritti di questa. Fra i manoscritti più vecchi, il ''codex Vesontinus'', precedentemente conservato a [[Besançon]] ([[XI secolo]]), è oggi sparso in tre città: a Roma, a [[Parigi]], e l'ultimo a [[Leida]] (dove esiste anche una trascrizione del manoscritto totale).
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Daisy Dunn |titolo=All'ombra del Vesuvio. Vita di Plinio |anno=2020 |editore=[[Solferino (casa editrice)|Solferino]] |città=Milano |traduttore=Annalisa Di Liddo |ISBN=978-88-282-0495-4 |SBN=MIL0990778}}
* {{Cita libro |autore=Pietro Berra |titolo=Da Plinio a Volta. Itinerari d'autore sul lago di Como |anno=2023 |editore=New Press Edizioni |città=Lomazzo |SBN=MIL1128373 |cid=Berra}}
 
== Voci correlate ==
* [[Plinio il Giovane]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
{{interprogetto|commons=Plinius maior|s=la:Gaius Plinius Secundus|etichetta=Gaius Plinius Secundus}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{scrittori}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|letteratura}}
* {{cita web|http://www.stabiana.it/testpliniogiovanelett.htm|L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e la morte di Plinio il Vecchio nella descrizione di Plinio il Giovane|accesso=16 febbraio 2008}}
 
{{Campi Flegrei}}
[[Categoria:Biografie|Plinio Secondo, Gaio]]
{{Stoicismo}}
[[Categoria:Naturalisti|Plinio Secondo, Gaio]]
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Stoici]]
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[[cy:Plinius yr Hynaf]]
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[[de:Plinius der Ältere]]
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[[es:Plinio el Viejo]]
[[fi:Plinius vanhempi]]
[[fr:Pline l'Ancien]]
[[fur:Plinius il vieli]]
[[gl:Plinio o Vello]]
[[he:פליניוס הזקן]]
[[hr:Plinije Stariji]]
[[hu:Idősebb Plinius]]
[[ja:ガイウス・プリニウス・セクンドゥス]]
[[ka:პლინიუს უფროსი]]
[[la:Gaius Plinius Secundus]]
[[nl:Gaius Plinius Secundus maior]]
[[nn:Plinius den eldre]]
[[no:Plinius den eldre]]
[[pl:Pliniusz Starszy]]
[[pt:Plínio, o Velho]]
[[ro:Plinius]]
[[ru:Плиний Старший]]
[[sh:Plinije Stariji]]
[[sk:Plínius Starší]]
[[sl:Plinij starejši]]
[[sv:Plinius den äldre]]
[[uk:Пліній Старший]]
[[zh:老普林尼]]