Programma Vostok: differenze tra le versioni
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{{F|missioni spaziali|ottobre 2020}}[[File:Vostok spacecraft.jpg|thumb|Modello di navicella Vostok]]
Il '''Programma Vostok''' (
* [[Sputnik 4]] (Korabl-Sputnik 1)
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==Storia==
Il programma sovietico Vostok, che successivamente fu valutato come risposta diretta al programma della [[NASA]] ''[[Man in Space Soonest]]'', fu una prima apoteosi della corsa verso lo spazio dei primi anni sessanta del XX secolo. Tramite lo sviluppo di una semplice capsula spaziale, costruita su una base di
==Dati tecnici==
[[File:Vostok_Spacecraft_Diagram.svg|right|250px|Diagramma della Vostok]]
La navicella spaziale Vostok era composta da due elementi
Faceva ritorno a terra esclusivamente la capsula sferica, la quale
La capsula era dotata di 3 portelli relativamente grandi in quanto avevano un diametro di 1,2 m e che erano usati per l'ingresso del cosmonauta, il lancio del [[paracadute]] e per il montaggio dei singoli strumenti. Esistevano ulteriori tre portelli del diametro di 25
Il seggiolino eiettabile venne usato pure come sistema di sicurezza in caso di malfunzionamento del razzo vettore sulla rampa di lancio, nonché durante i primi secondi di volo. Infatti tale seggiolino era in grado di portare il cosmonauta a una distanza tale da garantire che non fosse più direttamente esposto alla zona di pericolo. Nella capsula vi erano condizioni di atmosfera identiche a quella terrestre. I programmi originali, identici da questo punto di vista a quelli statunitensi, avevano previsto l'uso di ossigeno puro, però ben presto furono modificati per via dell'enorme rischio
Durante la fase di volo, la parte posteriore della navicella spaziale (quella relativa agli strumenti) rimaneva collegata alla capsula sferica mediante quattro nastri di gomma. Alla fine della combustione del carburante disponibile per il congegno propulsore nonché all'avviamento della procedura di rientro, tale parte della navicella veniva staccata mediante una piccola esplosione. Il congegno propulsore usato fu del tipo TDU-1 sviluppato da Issajev funzionante mediante [[acido nitrico]] e un carburante a [[ammine|base amminica]]. Bruciando per 45 secondi fu in grado di sviluppare una spinta pari a 15,83 [[Newton (unità di misura)|kN]]. La possibilità di manovrare la capsula nel vuoto dello spazio era assicurata da 2 x 16 ugelli d'[[azoto]] collegati a sensori [[radiazione infrarossa|infrarossi]]. Per l'alimentazione della navicella spaziale, come pure per tutti i sistemi compresa la capsula stessa, erano montati all'esterno 14 contenitori contenenti gas in pressione: ossigeno, azoto e aria pura. Come fonte di energia primaria (e unica) venne utilizzato un accumulatore elettrico costituito da una batteria chimica che garantiva un funzionamento e un'alimentazione di 10 giorni.
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L'OKB-1, cioè l'ufficio costruzioni di Korolëv, ottenne nel [[1956]] l'incarico di sviluppare un satellite artificiale in grado di scattare immagini fotografiche per la ricognizione e lo spionaggio, ufficialmente corrente sotto la denominazione di progetto ''Zenit''. Fu programmato che il satellite [[Zenit (satellite)|Zenit]] non trasmettesse direttamente le immagini (a causa dell'allora scarsa possibilità ed enorme difficoltà di trasmissione), bensì che tutte le immagini scattate venissero ritrasportate a terra mediante una piccola capsula per essere successivamente sviluppate e valutate da chi di competenza. Un sistema analogo venne adottato dagli Stati Uniti d'America durante l'uso dei satelliti artificiali di ricognizione ''Keyhole''. Con l'avvio di questo programma, cioè con largo anticipo sul [[programma Sputnik]], fu palese la strumentalizzazione dell'esplorazione spaziale quale ''arma'' diretta (spionaggio) come pure indiretta (propaganda) da impegnare durante la [[guerra fredda]].
Tale fatto condizionò l'allora primo ministro [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Chruščëv]] a dare a tutto il programma di [[esplorazione spaziale]] l'assoluta priorità, per renderlo utile sia dal punto di vista militare sia tecnico e, in particolare, per garantire a ogni costo risultati positivi il più presto possibile e a ogni condizione. Con ciò, la possibilità di portare l'uomo nello spazio - idea già lanciata parecchi anni prima - divenne sempre più concreta e fattibile, assumendo sempre più la parte dominante di tutti i progetti collegati ai programmi di volo nello spazio. Nell'estate del 1956 venne dunque ufficialmente dato l'incarico a Korolëv di sviluppare una capsula spaziale da equipaggiare con un uomo, programma che sin dall'inizio venne denominato ''Vostok''. La fase di progettazione più concreta e intensa cominciò per Korolëv e i suoi collaboratori nei primi mesi dell'anno [[1958]]. Circa nello stesso periodo furono comunque gli Stati Uniti d'America ad annunciare con assoluta fierezza che entro pochi mesi sarebbero stati loro la prima nazione a portare un uomo nello spazio e a farlo ritornare sano e salvo a terra.
La via per raggiungere tale meta fu comunque notevolmente più facile per i sovietici che per gli statunitensi, infatti, gli Stati Uniti avevano subito grossi problemi e insuccessi nel corso dell'esecuzione dei loro programmi senza equipaggio; in particolar modo non disponevano di un razzo vettore con sufficiente potenza per garantire un successo per l'ambizioso progetto. Si trattò infatti di dover portare nello spazio una capsula di un certo peso e non solo modesti satelliti artificiali.
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Circa allo stesso momento del completamento della ''elettrica analoga'', si iniziò con una fase intensa di test, a cui seguirono le esercitazioni d'atterraggio della capsula Vostok. Al contrario degli Stati Uniti, l'Unione Sovietica poté guadagnare parecchi mesi a causa della forma sferica della capsula: la [[NASA]] doveva ancora analizzare la reazione in volo della capsula impegnata nel [[programma Mercury]] a causa della sua forma conica, mentre era già conosciuta per velivoli sferici che volano e atterrano balisticamente. Contemporaneamente i tecnici sovietici poterono effettuare diverse simulazioni con catapulta per analizzare la sequenza di atterraggio. Infatti tale fase di missione, assieme alla fase di lancio, fu tra le più rischiose di tutto il programma. A gennaio del [[1960]] furono eseguiti più lanci di test del lanciatore Vostok - con una traiettoria da Bajkonur a [[Kamčatka]] - che consentirono di effettuare il rientro balistico della capsula, di collaudarne lo scudo termico e controllarne la procedura di rientro in condizioni reali. Purtroppo non esistono registrazioni esatte in riferimento al numero e all'andamento dei test eseguiti durante quelle settimane.
La capsula Vostok superò l’''esame di maturità'' il 15 maggio [[1960]], quando fu lanciata una capsula semplificata Vostok priva di equipaggio (una Vostok 1P, ''prostjeschij:'' in italiano: ''semplice'') ufficialmente denominata Korabl' 1 (nel mondo occidentale erroneamente chiamato [[Sputnik 4]]) su una traiettoria d'orbita terrestre. Il lancio riuscì alla perfezione ma la capsula non rientrò in atmosfera come previsto. Solo 2 anni e 113 giorni più tardi si spegnerà lentamente bruciando durante il suo rientro ''naturale'' in atmosfera.
Al contrario della variante in uso successivamente, la Korabl' 1 somigliava piuttosto al satellite artificiale Zenit dotato di due [[pannello fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], però privo di strumenti di sopravvivenza o di sistemi d'atterraggio. Inoltre, si dovettero constatare enormi problemi con il sistema di collegamento via radio, fatto che causò l'insoddisfazione di tutto il personale coinvolto. I tecnici avevano tentato di inviare dei messaggi via radio da terra alla capsula, nonché successivamente farli trasmettere automaticamente dalla capsula verso il centro di controllo a terra. Il 19 maggio fu eseguito il primo test dell'azionamento dei retrorazzi frenanti del tipo TDU, simulando quindi un'ulteriore fase fondamentale, ma ad alto rischio, della missione. A causa del malfunzionamento di un sensore a raggi infrarossi, Korabl' 1 si posizionò erroneamente, tanto che non venne attivata la fase di rientro, bensì la navicella spaziale venne portata su una traiettoria d'orbita più alta. Successivamente la capsula e la parte contenente i vari strumenti e sistemi di bordo, si distrusse durante la fase di rientro in atmosfera.
Il programma fu rallentato dall'incidente intercorso il 28 luglio dello stesso anno, quando una capsula completamente equipaggiata e pressoché identica alla versione successivamente utilizzata (denominata Vostok 1, 1KA) con, a bordo, i due cani Bars e Lisička, esplose circa 19 secondi dopo il lancio, schiantandosi nelle immediate vicinanze del cosmodromo.
Ovviamente tale lancio fallito non fu reso noto al pubblico, bensì si effettuò una ripetizione del lancio neanche un mese più tardi (per la precisione il 19 agosto). La capsula denominata Korabl' 2 (anche questa erroneamente considerata dal mondo occidentale come [[Sputnik 5]]) con, a bordo, i due cani Belka e Strelka, nonché da due ratti e quaranta topi, raggiunse perfettamente la traiettoria d'orbita prevista. Il 20 agosto, effettuate ben 10 orbite terrestri, avvenne l'atterraggio sicuro della capsula nei pressi della località di [[Orsk]]. Gli animali che si trovavano a bordo vennero catapultati dall'abitacolo della capsula e furono sottoposti a un'accelerazione pari a circa 10 g. Ciò nonostante sopravvissero e pertanto si poté considerare che l'insieme R-7/blocco E/Vostok avesse raggiunto l'affidabilità richiesta per un volo equipaggiato dal primo essere umano destinato a volare nello spazio. Gli americani, che ovviamente stavano spiando la rapida evoluzione sovietica, dovettero cominciare a preoccuparsi, dato che i risultati fino a tale momento raggiunti dal programma Mercury erano meno che insoddisfacenti.
Nell'agosto del 1960 furono definiti ulteriori dettagli per le successive missioni, eseguite ancora senza equipaggio. Furono, infatti, effettuate varie modifiche nel design della capsula, inserite semplificazioni e ottenuti risparmi della massa. Furono inoltre discussi e decisi diversi dettagli del sistema di salvataggio e della [[tuta spaziale]] SK-1. Un gruppo di influenti personalità dell'esplorazione spaziale sovietica (tra cui spiccano Korolëv, il responsabile delle truppe di missili strategici [[Mitrofan Nedelin]], il vicepresidente del consiglio dei ministri [[Dmitrij Ustinov]] nonché il vicepresidente dell'accademia delle scienze dell'Unione Sovietica [[Mstislav Keldyš]]) il 19 settembre sottopose al comitato centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica la proposta di spostare la data per il primo volo nello spazio equipaggiato da un essere umano per il dicembre dello stesso anno. L'approvazione di tale proposta da parte del Comitato centrale e del consiglio dei ministri seguì l'11 ottobre e diede il via libera per il primo volo nello spazio di un essere umano.
Tale approvazione comunque non fu sufficiente. Singoli sistemi e strumenti, tra i quali in prima linea bisogna evidenziare il seggiolino eiettabile (di vitale importanza), non erano ancora funzionanti in maniera sufficientemente affidabile oppure erano ancora dotati di disfunzioni tali da mettere in serio pericolo l'incolumità dei cosmonauti. Infatti, un test del seggiolino eiettabile causò la morte del probante, fatto che mise in serio dubbio che il termine di dicembre potesse effettivamente essere rispettato.
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Il fatto che comunque fu decisivo per l'ulteriore spostamento del termine fu notevolmente più grave. Il 24 ottobre un missile intercontinentale del tipo R-16, allora la nuovissima invenzione dell'impianto di produzione OKB Jangel, [[Catastrofe di Nedelin|esplose sulla rampa di lancio del cosmodromo di Bajkonur]]. L'inferno causò la morte di oltre 200 dipendenti, tra cui i maggiori esponenti e specialisti della tecnica spaziale, primo fra tutti il responsabile delle truppe di missili strategici, il maggiore generale Nedelin, uno dei maggiori sostenitori di tutto il programma spaziale. Non solo la sua morte, ma la perdita di tutto il personale creò un vuoto che dovette essere colmato il più in fretta possibile.
Per motivi di sicurezza venne dunque deciso di inserire due ulteriori missioni prive di equipaggio, entrambe programmate per dicembre. La prima delle due fu Korabl' 3 (ancora erroneamente chiamata [[Sputnik 6]] da parte del mondo occidentale), lanciata il 1º dicembre. Durante questa missione vennero trasportati, fra l'altro, i due cani Pčëlka e Muška. Però il congegno propulsore TDU-1, nuovamente, non funzionò alla perfezione, pertanto, la traiettoria di rientro fu notevolmente troppo piana. Esistono due diverse versioni sul destino della capsula. La prima sostiene che la capsula atterrò dopo 17 orbite terrestri nelle acque dell'Oceano Pacifico, ma non venne mai recuperata a causa dell'incertezza sulla posizione esatta di tale ammaraggio. La seconda versione sostiene che la capsula fu distrutta da cariche esplosive onde evitare di cadere in mani straniere. Accertato rimane solo il fatto che i due cagnolini morirono e la capsula non fu mai recuperata. Inoltre tale missione fornì delle importanti certezze: in caso di una missione equipaggiata da cosmonauti, la capsula sarebbe stata in grado di atterrare anche senza l'ausilio del congegno propulsore, dato che volava su una traiettoria d'orbita ellittica e pertanto il suo rientro in atmosfera sarebbe avvenuto in maniera ''naturale'' dopo alcuni giorni di volo. Dall'altra parte ciò avrebbe significato l'incontrollabilità del luogo d'atterraggio. Infatti non venne mai preso in considerazione un atterraggio in mare dato che un rientro a terra all'estero (comunque in terra non comunista) sarebbe stato valutato come catastrofico dal punto di vista propagandistico. Si doveva quindi perfezionare il congegno propulsore TDU-1 onde superare tali difficoltà e, in particolar modo, per garantire assolutamente l'atterraggio sicuro e il veloce recupero del cosmonauta. Fu evidentemente chiaro che si dovessero attendere alcuni mesi del [[1961]] prima di poter lanciare il primo uomo nello spazio.
Seguì la missione Korabl' 4, anch'essa a suo modo infelice. Infatti, durante il lancio avvenuto il 22 dicembre uno dei congegni propulsori del lanciatore Vostok non bruciò per tutta la durata prevista. A causa di questa perdita di spinta, la capsula non poté raggiungere la traiettoria d'orbita prevista e, perciò, la missione dovette essere immediatamente interrotta, staccando la capsula dal razzo vettore per farla atterrare nell'est della Siberia. I due cagnolini Damka e Krasavka che si trovavano a bordo della capsula, sopravvissero all'atterraggio d'emergenza, nonostante il violento impatto a terra, ma perirono all'interno della capsula, dato che il recupero della stessa richiese oltre due giorni. A causa del fallimento la missione non venne più denominata Korabl' 4, ma Vostok 1KA-s/n 4.
L'inconveniente di questo lancio diede fondati motivi di preoccupazione, dato che il primo volo nello spazio di un essere umano doveva a ogni costo concludersi con successo. La morte di un cosmonauta sarebbe automaticamente stata la fine di tutti i successivi programmi spaziali sovietici, pertanto, per minimizzare i rischi, la capsula fu nuovamente modificata, cambiando ufficialmente denominazione: 3KA. Tra i vari interventi fu aumentato lo strato di cemento amianto dello scudo termico, inizialmente con uno spessore di 3 cm, portandolo a un totale di 13 cm. Inoltre venne ridotta la durata della prima missione, prevedendo una sola orbita (cioè un totale di circa 90 minuti) e non più 17 orbite - in pratica a una missione della durata di un giorno intero. Nel frattempo furono gli americani ad annunciare ufficialmente il loro primo volo suborbitale per il 28 aprile [[1961]]. Da tale annuncio fu il partito stesso a premere con assoluta insistenza sulla realizzazione dei progetti prima di tale termine.
Per eseguire alcuni test finali, vennero costruiti degli appositi manichini, chiamati ''Space Dummies'', cioè bambole della dimensione e del peso di un uomo, che avrebbero conferito al sistema Vostok il sigillo di ''Space Proof'' (provato/idoneo per lo spazio). Durante il volo di Korabl' 4, eseguito il 9 marzo 1961 e che durò circa un'ora e mezzo e che in occidente venne denominato [[Sputnik 9]], tutto procedette come previsto e sia il cane Černuška come pure il manichino che si trovava a bordo della capsula usata per questa missione poterono essere recuperati incolumi dopo il loro atterraggio. Al lancio di Korabl' 5 eseguito il 25 marzo e conosciuto in occidente come [[Sputnik 10]], assisterono i sei candidati per la prima missione presenti al [[cosmodromo di Bajkonur]]. In questa missione erano a bordo il cane Zvëzdoška e il manichino chiamato "Ivan Ivanovič n. 2". L'atterraggio avvenuto a circa 80 km da [[Iževsk]] riuscì da manuale.
Con questi test finali i costruttori poterono dare il loro benestare al procedere del programma e già il successivo volo, programmato per l'inizio di aprile, sarebbe stato eseguito con equipaggio umano.
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==Il gruppo cosmonauti n. 1==
Il fattore umano per un volo nello spazio non venne mai sottovalutato da Korelev, pertanto, sin dall'inizio del 1959, cominciò la ricerca meticolosa di candidati idonei seguendo un rigidissimo e severo processo di selezione. Diverse categorie di lavoro vennero immediatamente prese in considerazione per la selezione di futuri cosmonauti tra le quali spiccano senz'altro gli sportivi internazionali, i membri di equipaggi di sottomarini, i rocciatori, ecc. Korolëv invece puntò da sempre alla selezione di piloti di aerei da combattimento. Per una prima selezione i candidati
La selezione venne supportata dal reparto di medicina spaziale, reparto che fu introdotto dal comandante delle forze aeree sovietiche, Konstantin Veršinin, grande sostenitore dell'esplorazione umana dello spazio. Il reparto venne diretto dal professor [[Vladimir Jazdovskij]]. Più di tremila piloti furono vagliati accuratamente dalla "commissione per il tema n. 6" (tali denominazioni camuffate erano necessarie a causa dell'assoluta segretezza di tutto il [[programma spaziale sovietico]]), che ridusse la lista di aspiranti cosmonauti a quattrocento. Il reclutamento definitivo venne influenzato pure dalle annotazioni contenute nel fascicolo personale dei piloti, infatti, i candidati dovevano avere un "chiaro" rapporto nei confronti del partito nonché una biografia "pulita", cioè priva di alcuna possibilità di scandalo: solo personaggi con un passato indiscutibile erano ritenuti idonei per il raggiungimento degli scopi di propaganda collegati al progetto dell'allora regime sovietico.
I quattrocento piloti selezionati furono divisi in gruppi di venti e, nell'autunno del 1959, furono sottoposti a ulteriori esami medici eseguiti a [[Mosca (Russia)|Mosca]]. La maggior parte dovette rinunciare alla selezione per carenze di condizione fisica, tanto che il gruppo finale era stato ridotto a trenta aspiranti. Dopo ulteriori esami medici il numero venne ulteriormente ridotto a venti, gruppo che successivamente venne presentato al pubblico come primo gruppo cosmonauti della storia dell'Unione Sovietica. Sino a tale momento era rimasta segreta, anche per i selezionati, la vera ragione della loro scelta perché i responsabili non vollero correre il rischio che tramite l'ufficializzazione dei programmi volti a raggiungere risultati di successo mondiale il più presto possibile fossero stati messi in pericolo la sicurezza nazionale e il prestigio internazionale dell'Unione Sovietica.
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Siccome fu previsto che il programma di esplorazione spaziale umano sarebbe stato ampliato, l'11 gennaio 1960 fu fondato, su preventiva decisione del comitato centrale del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] (''PCUS''), un vero e proprio centro di addestramento cosmonauti. Già nell'estate del 1960 era stata completata l'infrastruttura fondamentale a [[Città delle Stelle|Zvëzdnyj Gorodok]], a quaranta chilometri a nord-est di Mosca, pertanto, si poterono trasferire i successivi addestramenti presso tale centro (anche perché più distanti e nascosti dall'opinione pubblica). Il CPK ("Centr Podgotovki Kosmonavtov"), oggi sicuramente più conosciuto come "cittadina delle stelle" (traduzione in italiano di Zvëzdnyj Gorodok), divenne da tale momento in poi il centro di tutti i tentativi per essere al più presto in grado di eseguire il primo volo umano nello spazio. Contemporaneamente, furono intensificate le unità di addestramento onde ottenere un'ulteriore riduzione della cerchia dei probabili cosmonauti aspiranti al pilotaggio della prima missione. Il maggiore Evgenij Karpov divenne il primo direttore del CPK, mentre il generale [[Nikolaj Petrovič Kamanin]] divenne responsabile dell'addestramento dei cosmonauti grazie ai meriti acquisiti da pilota, infatti, già a quel tempo, era stato decorato del titolo onorario di ''[[Eroe dell'Unione Sovietica]]''.
Tutti i lavori procedevano da programma, l'addestramento volgeva al termine e la navicella spaziale si trovava pronta all'impiego. Si pensava dunque di essere in grado di avviare l'era della presenza dell'uomo nello spazio già a dicembre del 1960. Così il 31 maggio fu ufficializzata la scelta di sei dei venti candidati per poter partecipare al programma Vostok. Si trattò di [[Jurij Gagarin]], [[Andrijan Grigor'evič Nikolaev]], [[
Nonostante sino a tale momento tutto procedesse da manuale, cominciarono diversi inconvenienti imprevisti che condizionarono il gruppo dei cosmonauti, lo modificarono in parte e pertanto scombussolarono tutte le precedenti programmazioni. In un primo momento fu Anatolij Kartašov a
Il 24 luglio [[1960]] fu Valentin Varlamov a dover essere sostituito. Durante una giornata di tempo libero sfruttata per una gita si ferì gravemente le [[vertebra cervicale|vertebre cervicali]] in seguito a un tuffo di testa, e pertanto dovette essere sostituito da [[Valerij Fëdorovič Bykovskij]]. Varlamov rimase comunque al CPK diventando istruttore per la materia di astronavigazione.
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:Grossi problemi durante la fase di lancio dato che una torre contenente appositi cavi di alimentazione non si staccò come previsto dal lanciatore, bensì, precipitò a lato solo pochi secondi prima del distacco da terra. 24 ore più tardi venne lanciato Vostok 4. Atterraggio dopo 3 giorni 22 ore e 22 minuti vicino a [[Karakalinsk]] in [[Kazakistan]]. Nomignolo per contatto radio: Сокол - Sokol (falco)
* '''[[Vostok 4]]''': 12 agosto [[1962]], [[
:Lancio solo un giorno dopo Vostok 3. Esecuzione del primo volo in coppia della storia. Avvicinamento sino a 6,5 km, che consentì un collegamento via radio diretto. Test su importanti manovre di [[rendezvous]], in vista di future missioni verso la Luna. Nikolaev e
* '''[[Vostok 5]]''': 14 giugno [[1963]], [[Valerij Fëdorovič Bykovskij]]
:Originariamente era previsto un volo di tre capsule con [[Vladimir Michajlovič Komarov]], Bykovskij e una donna cosmonauta, piano cancellato definitivamente il 1º aprile. Vostok 5 venne concepito quale preparazione per una successiva missione verso la Luna e pertanto venne programmata una durata di otto giorni. A causa di attività solare alquanto pericolosa, dovette essere prorogato per più volte il lancio originariamente previsto per il 12 giugno. Durante il ''conto alla rovescia'' del 14 giugno,
* '''[[Vostok 6]]''': 16 giugno [[1963]], [[Valentina Tereškova]]
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* {{cita web|http://www.russianspaceweb.com/spacecraft_manned_first.html|Russia's early manned space flight projects|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.raumfahrer.net/raumfahrt/bemannt/projekt_wostok.shtml|Fonte base di questo articolo|lingua=de}}
{{Programma spaziale sovietico}}
{{Navigazione Vostok}}
{{Portale|astronautica}}
[[Categoria:Programma Vostok| ]]
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