Basilicata: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
Riga 3:
|Nome = Basilicata
|Nome ufficiale = Regione Basilicata
|Panorama =
|Didascalia = La Basilicata vista dal [[satellite artificiale|satellite]]
|Voce bandiera = Simboli della Basilicata#Il gonfalone e la bandiera
|Voce stemma = Simboli della Basilicata
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 1
|Tipo = [[regione a statuto ordinario]]
|Capoluogo = [[Potenza (Italia)|Potenza]]
|Amministratore locale = [[Vito Bardi]]
|Partito = [[Forza Italia (2013)|FI]]
|Data elezione = 16-
|Data rielezione = 24-5-2024
|Data istituzione = 1º gennaio [[1948]]<ref>Operativa dal 1970</ref>
|Latitudine gradi = 40
|Latitudine minuti = 38
Riga 26:
|Altitudine = 633<ref>{{Cita web|url=http://it.db-city.com/Italia/Basilicata|titolo=db-city.com}}</ref>
|Superficie = 10073.32
|Abitanti =
|Note abitanti = {{
|Aggiornamento abitanti =
|Sottodivisioni = [[Provincia di Matera|Matera]], [[Provincia di Potenza|Potenza]]
|Sottosottodivisioni = [[Comuni della Basilicata|131]]<ref>{{Cita web|url = https://www.istat.it/it/archivio/6789|titolo = CODICI STATISTICI DELLE UNITÀ AMMINISTRATIVE TERRITORIALI: COMUNI, CITTÀ METROPOLITANE, PROVINCE E REGIONI|autore =Istituto nazionale di statistica|wkautore = Istituto nazionale di statistica|sito = istat.it|data = 30 giugno 2023|formato = xls|accesso = 23 settembre 2023|urlmorto = no}}</ref>
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Codice ISO = [[ISO 3166-2:IT|IT-77]]
|Nome abitanti = lucani, basilicatesi, basilischi<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/basilicatese|titolo=baṡilicatése|sito=treccani.it|accesso=11 ottobre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/ci-sono-solo-lucani-in-basilicata/1415|titolo=Ci sono solo lucani in Basilicata?|accesso=18 febbraio 2021}}</ref><ref>{{Treccani|basilisco1|basilisco|v=sì}}</ref>
|Patrono = [[Gerardo Maiella]], [[Santuario della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano|Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano]]
|PIL = {{formatnum:15287}} [[Milioni|mln]] [[Euro|€]] <small>(2023)</small><ref name="ec.europa.eu">{{Cita web|url=https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/tgs00004/default/map?lang=en&category=t_reg.t_reg_eco|titolo=Regional gross domestic product (million PPS) by NUTS 2 regions|sito=ec.europa.eu|lingua=en|accesso=14 aprile 2024}}</ref>
|PIL PPA =
|PIL procapite PPA = {{
|Immagine localizzazione = Basilicata in Italy.svg
|Mappa = Map of region of Basilicata, Italy, with provinces-it.svg
|Didascalia mappa = Le province della Basilicata
|Parlamentari =
}}
La '''Basilicata''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/baziliˈkata/|it}}<ref>{{Dipi|Basilicata}}</ref>) è una [[Regioni d'Italia|regione italiana a statuto ordinario]] dell'[[Italia meridionale]], istituita nel 1948 e resa operativa nel 1970. Ha il suo capoluogo nella città di [[Potenza (Italia)|Potenza]]. Conta {{formatnum:527450}} abitanti.<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> È detta anche '''Lucania''', denominazione che fu ufficiale dal 1932 al 1947<ref name=nome_lucania>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|titolo=Dizionario d'ortografia e di pronunzia|accesso=26 giugno 2009|dataarchivio=17 dicembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111217081110/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|urlmorto=sì}}</ref> oltre a identificare anticamente una [[Lucania|regione]] dai confini differenti, che inglobava gran parte di quella odierna.<ref>{{cita libro|autore=Antonio Canino|titolo=Basilicata, Calabria|città=Torino|editore=Touring Editore|anno= 1980| p= 120}}</ref>
Confina a nord e a est con la [[Puglia]], a nord e a ovest con la [[Campania]], a sud con la [[Calabria]], a sud-ovest è bagnata dal [[mar Tirreno]] ([[Golfo di Policastro]]) e a sud-est dal [[mar Ionio]] ([[Golfo di Taranto]]). È divisa in due province: [[provincia di Potenza|Potenza]] e [[provincia di Matera|Matera]], e comprende [[Comuni della Basilicata|131 comuni]].
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Vedi anche|Geografia della Basilicata
[[File:
[[File:Calanchi montalbano jonico.jpg|thumb|Vista dei [[calanchi]], [[Montalbano Jonico]]|sinistra]]
[[File:Altimetria Basilicata.svg|right|275px|Superficie della Basilicata per zone altimetriche.]]
Il territorio della Basilicata è prevalentemente montuoso (47%) e collinare (45%) con
Nell'area nord-occidentale della regione è presente un vulcano non attivo, il [[monte Vulture]]. Le colline costituiscono il 45,13% del territorio e sono di tipo argilloso, soggette a fenomeni di erosione che danno luogo a frane e smottamenti. Le pianure occupano l'8% del territorio. La più estesa è la [[Metapontino|piana di Metaponto]] che occupa la parte meridionale della regione, lungo la [[costa jonica lucana|costa ionica]].
La Basilicata ha una grande diversità ambientale ed è suddivisa in sei sotto-zone diverse:
* [[
* [[Provincia di Potenza|Potentino]]/[[Dolomiti lucane]] a nord-ovest con una prevalenza di boschi e montagne con un'altezza media di 1.200-1.500 metri;
* [[Massiccio del Pollino]]/[[Monte Sirino]] a sud-ovest, che rappresentano le vere montagne lucane con altitudini anche superiori ai 2.000 metri e una forte presenza di foreste e boschi;
Riga 69:
Queste diversità si enunciano sia a livello faunistico, sia a quello floristico e infine a quello climatico.
=== Geologia ===
{{vedi anche|Terremoto della Basilicata del 1857}}
L'intera area della
===
Il [[clima]] della Basilicata cambia di zona in zona; infatti una caratteristica rilevante è che la Regione è esposta a due mari, [[Mar Tirreno|Tirreno]] e [[Mar Ionio|Ionio]]. La parte orientale della regione (non avendo la protezione della catena appenninica) risente dell'influsso del [[mar Adriatico]], a cui va aggiunta l'orografia del territorio e l'altitudine irregolare delle montagne.
Ma nonostante la diversità, il clima della regione può essere definito continentale, con caratteri mediterranei solo nelle aree costiere. Infatti se ci si addentra già di qualche chilometro nell'interno, soprattutto in inverno, la mitezza viene subito sostituita da un clima rigido e umido.
Presenta quattro aree climatiche rispettivamente suddivise in questo modo:
*
* [[Mar Tirreno|
* [[
* [[Appennino lucano|
=== Ambiente ===
==== Aree protette ====
{{Vedi anche|Aree naturali protette della Basilicata}}
La regione Basilicata ospita nel suo territorio undici aree protette, di cui due parchi nazionali e tre regionali:
* il [[parco nazionale del Pollino|Pollino]], diviso tra Basilicata e Calabria; il parco nazionale più esteso d'Italia, inserito nella lista dei [[geoparchi mondiali UNESCO]]<ref>{{cita web|url=http://www.unesco.it/it/Geoparchi/Detail/32|titolo=Parco del Pollino|sito=unesco.it|accesso=4 dicembre 2020}}</ref>
* il [[Parco nazionale della Val d'Agri e Lagonegrese|Val d'Agri]]
*
* sette [[riserva naturale|riserve naturali]] regionali e otto riserve statali.
Le zone sottoposte a protezione occupano circa il 30% dell'intera superficie regionale<ref>{{cita web|url=http://www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/Aree%20protette.pdf|titolo=Documento della Regione Basilicata|accesso=3 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060118042952/http://www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/Aree%20protette.pdf|dataarchivio=18 gennaio 2006}}</ref>.
===
Il nord della regione alterna ampie radure con sporadiche piante di [[Corylus avellana|nocciolo]], cratego e rosa selvatica ad aree agricole spoglie e ai boschi che sono costituiti essenzialmente da alberi di castagno, cerro, farnetto, rovere meridionale, molto rara la presenza del tiglio nostrale della sottospecie meridionale e faggio, accompagnati da specie arboree più mediterranee ed arbustive quali la [[roverella]], l'acero campestre, l'acero minore, l'[[Acer opalus neapolitanum|acero napoletano]], agrifoglio, pero selvatico, il carpino orientale, il carpino bianco, pioppo nero, pioppo bianco, varie specie di salici, che si alternano a seconda dell'altitudine favorevole solo al di sopra dei 600/700 metri come sul [[Monte Vulture|Vulture]].<ref>{{Cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/Flora-e-fauna-del-Vulture.588+M50decf7d6a9.0.html|titolo=Flora del Vulture|accesso=11 aprile 2021|dataarchivio=11 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210411000138/https://www.aptbasilicata.it/Flora-e-fauna-del-Vulture.588+M50decf7d6a9.0.html|urlmorto=sì}}</ref> Sull'Appenino lucano e nella [[Val d'Agri]] la biodiversità è complessa in quanto l'area passa dai 300 ai 2000 metri d'altitudine mostrando eterogeneità ecologica. La fascia fitoclimatica montana che si colloca dai 1.000 ai 1.800 m è quella in cui ricadono le faggete dei Monti Maruggio, Arioso e Pierfaone, presenti anche [[Acer (botanica)|Aceri]]: Acero di Lobel, l’Acer Opalus e l’Acero Campestre nonché la Carpinella. [[File:Terranova Pino loricato.jpg|sinistra|miniatura|Pino Loricato a [[Terranova del Pollino]]]]Nell'area del bosco di Rifreddo prevale invece il faggio e, ad altitudini meno superiori, boschi di cerro, farnetto e rovere meridionali. Non sono rari i boschi eliofili dove si ammirano il [[Carpinus betulus|carpino]] orientale, il carpino nero, il nocciolo e l'acero opalo subspecies neapolitanum. Tra le erbacee sono presenti tipicamente nelle aree appenniniche e nelle valli: [[Veronica persica|Veronica officinalis]], [[Anemone|Anemone apennina]], [[Scilla bifolia]], [[Atropa belladonna]] e [[Allium ursinum]], nei valloni più freschi e fertili si presentano in estese coltri vegetali insieme a [[Sambucus nigra]] e [[Galanthus nivalis|Galantus nivalis]]. Scendendo al di sotto dei 1000 metri, continua ad essere frequente la [[Cytisus scoparius|ginestra]] comune, come in tutta la regione.<ref>{{Cita web|url=https://www.parcoappenninolucano.it/enteparco/natura/flora/|titolo=Flora parco Appennino Lucano Val d'Agri e Lagonegrese|accesso=11 aprile 2021|dataarchivio=11 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210411001641/https://www.parcoappenninolucano.it/enteparco/natura/flora/|urlmorto=sì}}</ref> L'area del [[Monte Pollino|Pollino]] presenta, oltre al bosco e al sottobosco tipici dell'Appennino, dei fondi sabbiosi e rocciosi, dove si evidenzia una vegetazione bassa e rada denominata "gariga", costituita da specie, talvolta aromatiche, come cisto, timo e camedrio arboreo; in altri casi predomina la "steppa mediterranea" con graminacee perenni con alcuni esemplari di ginepro fino ai 900 m di quota, grazie a condizioni microclimatiche determinate dalla capacità della roccia di accumulare calore.
Le specie endemiche più rappresentative sono l'[[Alnus cordata|ontano napoletano]] e il [[Pinus heldreichii|pino loricato]], emblema del Parco del Pollino, che svetta imponente, sino a 2200 metri, in gruppi o isolato. La corteccia ricorda la lorica dei soldati romani, da qui il nome, impiegato in passato per costruzione di mobili e imbarcazioni. Il pino loricato è, oggi, una specie protetta. Si trovano nell'area, lungo le praterie: [[Achillea barrelieri|millefoglio montano]], [[Gentiana lutea|genziana maggiore]], [[Asphodelus|asfodelo montano]], [[Narcissus|narciso selvatico]], [[Crocus vernus|zafferano maggiore]], [[Ranunculus lanuginosus|ranuncolo lanuto]], e varie specie di [[Orchidaceae]] quali Orchis mascula e Dactiylorhiza latiifoglia.<ref>{{Cita web|url=https://parcopollino.gov.it/it/home/flora#la-vegetazione-montana-ed-altomontana|titolo=Flora Pollino|accesso=11 aprile 2021|dataarchivio=11 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210411000138/https://parcopollino.gov.it/it/home/flora#la-vegetazione-montana-ed-altomontana|urlmorto=sì}}</ref> Nell'area marina della costa di [[Maratea]] è diffuso il finocchio marino, sono presenti anche il limonio salernitano e sulle spiagge alcuni esemplari del [[Glaucium flavum|papavero giallo]] delle sabbie detto anche papavero cornuto. Più in alto: il fiordaliso delle scogliere, il garofano rupicolo, la cineraria marittima e la campanula napoletana. Esclusiva dell'area del Golfo di Policastro è la rara [[Primula palinuri]], questa specie protetta di antiche origini è paleoendemica ed è sopravvissuta a diverse ere geologiche. Dominano il paesaggio la tagliamani e [[Euphorbia|l'euforbia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ceamatera.it/matera-ed-il-parco/flora/|titolo=flora costa Marateota|accesso= 11 aprile 2021}}</ref> Nel Materano la flora è lievemente più omogenea nell'area della [[Murge|murgia]], dove le specie endemiche sono circa 36, quelle rare 60. Nel materano sono sporadici i boschi, ma si trovano specie di alberi e arbusti tipicamente mediterranei come: la [[Quercus pubescens|roverella]], il [[Quercus trojana|fragno]], [[Quercus coccifera|quercia spinosa]] nella varietà calliprinos il [[Ceratonia siliqua|carrubo]] e il [[Quercus ilex|leccio]], il [[Juniperus|ginepro]], il [[Pistacia lentiscus|lentisco]], la [[Cytisus scoparius|ginestra]], e specie della "[[gariga]]" come il [[Cistus|cisto]], il [[Ruscus aculeatus|pungitopo]], il timo spinoso, la [[Ferula communis|ferula]] e l’asfodelo. Numerosi sono i fiori come la vedovella dei prati, la [[campanula]] pugliese, l’eliantemo ionico, il convolvolo, il lino di Tommasini, lo zafferano di Thomas e l’ofris matheolana una piccola e rara [[Orchidaceae|orchidea]] endemica.<ref>{{Cita web|url=http://www.matera.cloud/it/index.asp?nav=parcomurgia-matera|titolo=Flora murgia materana|accesso= 11 aprile 2021}}</ref> Tipica dell'area dei [[Calanco|calanchi]], spoglia arida ed argillosa, è l'alimo, specie adatta ad ambienti desertificati.
=== Fauna ===
[[File:
Una delle specie faunistiche più rilevanti è il [[Canis lupus italicus|lupo]], che trova dimora in particolar modo nel Pollino, nel Potentino e nel Lagonegrese.<ref name = "basilicataparchi">{{cita web|url=https://basilicataparchi.viaggi.corriere.it/basilicata-fantastica-vacanze-alla-scoperta-delle-specie-animali-nei-parchi-e-nelle-oasi/|titolo=Basilicata fantastica: vacanze alla scoperta delle specie animali nei parchi e nelle oasi|accesso=18 aprile 2024}}</ref> Sono presenti inoltre [[Vulpes vulpes|volpe]], [[Capreolus capreolus|capriolo]], [[Sus scrofa|cinghiale]], [[Felis silvestris|gatto selvatico]], [[Lutra lutra|lontra]], [[Mustela nivalis|donnola]], [[Mustela putorius|puzzola]], [[Martes foina|faina]], [[Martes martes|martora]], [[Meles meles|tasso]], [[Dryomys nitedula|driomio]] e [[Hystrix cristata|istrice]].Tra i pesci è da menzionare l'[[Alburnus albidus|alborella del Vulture]], scoperta nel 1838 dai botanici [[Giovanni Gussone]] e [[Michele Tenore]] durante un'escursione presso i [[laghi di Monticchio]].<ref>{{cita web|url=http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/Spicciarelli/oasi.pdf|titolo=Un'oasi, la sua culla|accesso=20 aprile 2024}}</ref> Altre specie ittiche maggiormente diffuse sono [[Salmo trutta|trota]], [[Cyprinus carpio|carpa]], [[Squalius squalus|cavedano]], [[Sarmarutilus rubilio|rovella]], [[Anguilla anguilla|anguilla]], [[Austropotamobius pallipes|gambero d'acqua dolce]] e [[Potamon fluviatile|granchio di fiume]]. Tra gli anfibi non è raro trovare la [[rana italica]], [[Lissotriton italicus|tritone italiano]], [[Salamandrina terdigitata|salamandra dagli occhiali]], mentre tra i rettili si segnalano [[Emys orbicularis|testuggine palustre]], [[Caretta caretta|tartaruga caretta]], [[Hierophis viridiflavus|biacco]], [[Elaphe quatuorlineata|cervone]], [[Natrix helvetica|biscia dal collare]], [[Mediodactylus kotschyi|geco di Kotschy]] e il [[Podarcis siculus paulae|drago di Santo Janni]], una lucertola [[endemismo|endemica]] dell'[[Isola Santo Ianni]], vicino la costa di [[Maratea]].<ref name = "basilicataparchi"/>
L'avifauna è rappresentata soprattutto dai rapaci, come l'[[Aquila chrysaetos|aquila reale]], che nidifica sulle pareti dell'[[Appennino meridionale]]. Altre specie sono [[Falco tinnunculus|gheppio]], [[Buteo buteo|poiana]], [[Pernis apivorus|falco pecchiaiolo]], [[Falco naumanni|grillaio]], [[Accipiter gentilis|astore]], [[Accipiter nisus|sparviero]], [[Milvus milvus|nibbio reale]] e [[Falco peregrinus|falco pellegrino]]. Vi sono anche rari esemplari di [[Ciconia nigra|cicogna nera]], presenti su Pollino e [[Dolomiti lucane]].<ref name = "basilicataparchi"/> In prossimità delle aree idriche si possono ammirare [[Fulica atra|folaga]], [[Anas platyrhynchos|germano reale]], [[Ardea cinerea|airone cenerino]], [[Circus aeruginosus|falco di palude]], [[Himantopus himantopus|cavaliere d'Italia]], [[Phalacrocorax carbo|cormorano]] e [[Grus grus|gru]]. La [[riserva regionale Lago piccolo di Monticchio]] tutela la [[Brahmaea europaea|bramea]], una specie di [[farfalla]] notturna scoperta nel 1963 sul [[monte Vulture]] dall'entomologo [[Federico Hartig]].
== Origine dei nomi della regione ==
L'origine del nome Basilicata ha diverse ipotesi:
* il termine ''Basilikos'' in [[lingua greca|greco]] vuol dire "funzionario del re" e deriva dalla parola greca ''[[Basileus]]'', denominazione del monarca e dunque degli imperatori bizantini detti appunto ''[[Basileus]]'' e ''[[Basilissa dei Romei]]'' (Re e Regina dei Romani); tuttavia sembra che non siano mai esistiti funzionari bizantini chiamati ''Basilici'' alle dipendenze degli imperatori, infatti le suddivisioni del regno denominate [[thema]], erano circoscrizioni governate dai generali, e la provincia civile-militare in questione era denominata ''Lucania'' anche in epoca bizantina. La cronologia delle fonti {{Chiarire|(orale)}} dimostra che il termine si rinviene per la prima volta nel ''[[Catalogo dei baroni]]'' normanni del 1154, quindi indicherebbe a posteriori una dipendenza della regione dell'[[Impero romano d'Oriente]], dato che questa era ormai occupata dai normanni già dal 1150.<ref>{{Cita libro|titolo=Storia della denominazione di Basilicata per Homunculus|autore=Di Felice Uda|anno=1874}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Storia della Lucania dalle origini fino ai tempi nostri|autore=F. Curcio Rubertini|anno=1879}}</ref> Documentalmente, invece, l'uso del coronimo è ancora più tardo, perché risalente all'epoca sveva, come si evince dal decreto istitutivo.{{cn}}
* {{Senza fonte|un'altra tesi fa derivare il nome dalla basilica di [[Acerenza]], il cui vescovo aveva la giurisdizione sull'intero territorio.}}
Lucania (unitamente all'etnonimo Lucani) ha invece diverse radici filologiche:
* la prima è ''leucos'', parola greca trasmessa al latino che significa «bianco», «lucente»; infatti una leggenda vuole che il nome fosse dato da un popolo diretto verso Sud, una volta giunto in una terra dalla quale si vedeva sorgere il Sole, e che il nome Lucania indicasse quindi "Terra della Luce";
* possibile è l'origine da ''lucus'', cioè "bosco sacro";
* accreditata è anche l'ipotesi di origine dal greco ''lycos'', ossia "lupo"; se così fosse l'etimologia sarebbe del tutto analoga a quella della tribù degli [[Hirpini]] (stanziata immediatamente a nord dei Lucani), il cui etnonimo deriva dall'[[osco]] ''hirpos'' che significava ugualmente "lupo".<ref>{{Cita libro|titolo=I sardi nella guerra di Troia|vol=1|serie=Quaderni dell'Associazione culturale Insieme per conoscere|autore=Carlo D'Adamo|editore=Gherli|anno=2007|isbn=9788890102820|p=55}}</ref>
Benché lo statuto regionale preveda, esclusivamente, l'uso del vocabolo ''lucani'' per identificare i suoi abitanti,<ref>{{cita web|url=https://www.consiglio.basilicata.it/consiglio-api//file/1092/234337|titolo=Statuto della Regione Basilicata|accesso=18 novembre 2021}}</ref> vi è anche una certa diffusione dell'etnico ''basilicatesi'', soprattutto tra XIX e inizi XX secolo. Studiosi locali come [[Giustino Fortunato]], [[Giacomo Racioppi]], [[Tommaso Claps]] e [[Giuseppe Gattini]], come altri eruditi quali [[Benedetto Croce]] e [[Angelo De Gubernatis]], ricorrevano all'uso del termine.<ref>Vedasi opere come [https://archive.org/details/croce-storia-del-regno-di-napoli/page/286/mode/2up?q=basilicatesi Storia del regno di Napoli] di Croce, [https://books.google.it/books?id=Vqm5AAAAIAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q=basilicatese&f=false Dizionario biografico degli scrittori contemporanei] di De Gubernatis</ref> Fu Racioppi a proporne l'uso assieme a ''basilicaioti'' e ''basilicani'', benché questi ultimi non abbiano mai trovato spazio nel linguaggio comune.<ref>Luigi Ranieri, ''Basilicata'', UTET, 1972, p.2</ref> Più raro l'appellativo ''basilisco'', citato nel ''Deonomasticon Italicum'' di [[Wolfgang Schweickard]] (in cui vengono elencate altre varianti come ''basilicatense'' e ''basilicatino'', oltre al suddetto ''basilicatese'')<ref>{{cita libro | autore=Wolfgang Schweickard | anno=2013 | titolo= Deonomasticon Italicum | editore=Walter de Gruyter | url=https://books.google.it/books?id=kbeuBgAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&vq=basilicatese&hl=it#v=onepage&q&f=false | p=195 | accesso=18 novembre 2021}}</ref> che circolò nei primi decenni del 1900, talvolta con accezione negativa, soprattutto da parte di stampa e avversari politici nei confronti di personalità come [[Francesco Ciccotti]], rivale ed ex collega di Mussolini ai tempi del [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]],<ref>Mussolini si scagliò con una delle sue note scarnificanti contro l'antico compagno socialista Ciccotti, direttore del Paese: lo definì spudorato e «lercio basilisco sfrontato servitore di Cagoia» per aver pubblicato che i fasci erano associazioni a delinquere e fece anche un accenno ad alcuni scabrosi precedenti dell'uomo. Giorgio Pini, ''Mussolini, l'uomo e l'opera, Volume 2'', La Fenice, 1957, p.141-142</ref> e [[Francesco Saverio Nitti]], in carica come primo ministro del regno italiano.<ref>"Il termine basilicatese escogitato dal Racioppi non scacciò tuttavia quello dotto di lucano, nè riuscì peraltro a bandire dalla mente degli italiani quello di basilisco, il cui uso anzi ebbe una recrudescenza al tempo di Francesco Saverio Nitti [...] Era uso a quel tempo, da parte della stampa avversa, rivolgere a Nitti lo spregiativo epiteto di basilisco, così come D'Annunzio gli aveva riservato quello di «Cagoja»". Pietro Borraro, ''Giacomo Racioppi e il suo tempo'', Congedo, 1975, p. 135</ref>
La questione della denominazione territoriale era già dibattuta agli inizi del XIX secolo. Nel 1820, fu avanzata nel [[parlamento delle Due Sicilie]] la proposta di rinominare la province di Basilicata e [[Principato Citra]] (i cui territori corrispondevano grossomodo all'antica Lucania), con gli appellativi di ''Lucania Orientale'' e ''Lucania Occidentale''.<ref>{{cita web|url=https://consiglio.basilicata.it/archivio-news/files/docs/44/00/26/DOCUMENT_FILE_440026.pdf|titolo=La Basilicata nel mosaico regionale|accesso=14 novembre 2022}}</ref> Il dibattito s'intensificò all'indomani dell'unità d'Italia.<ref>{{cita libro | autore=Costanzo Rinaudo | anno=1890 | titolo=Rivista storica italiana, Volume 7 | editore=Edizioni scientifiche italiane | url=https://books.google.it/books?id=nVJIAAAAYAAJ&pg=PA99&dq=basilicatesi+lucani&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjemvy7_KH0AhXFwAIHHeEuCEs4ChC7BXoECAsQBg#v=onepage&q=basilicatesi%20lucani&f=false | p=99 | accesso=18 novembre 2021}}</ref> [[Michele Lacava]] fu uno dei maggiori promotori del ripristino di 'Lucania', che considerava «splendido e nazionale», al contrario di Basilicata che riteneva «estranio ed oscuro»,<ref>{{cita libro | autore=Pietro Borraro | anno=1975 | titolo=Giacomo Racioppi e il suo tempo | editore=Congedo | | p=131 }}</ref> entrando in contrasto con Racioppi che difendeva il nome attuale. Lacava considerò 'Basilicata' un nome imposto «in onore di [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]], imperatore Bizantino, despota feroce ed ippocrita»<ref>Michele Lacava, ''[https://archive.org/details/bub_gb_RKJ1Hj2WFxIC/page/n4/mode/1up La Lucania rivendicata nel suo nome]'', Morano editore, 1874, p.46</ref> e riferì come Lucania fosse ancora vivo nella memoria degli abitanti a distanza di secoli. Fortunato, strenuo sostenitore del toponimo 'Basilicata', ritenne 'Lucania' un ricordo del passato, rimarcando come i confini delle due regioni fossero differenti, ed ebbe a dire: «nato basilicatese, basilicatese – e non lucano – spero morire».<ref>Giustino Fortunato, ''[https://books.google.it/books?id=2_4OAAAAQAAJ&q=%22nato+basilicatese+,+basilicatese+e+non+lucano+spero+morire+%22&dq=%22nato+basilicatese+,+basilicatese+e+non+lucano+spero+morire+%22&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjg3J_6uZr7AhV6gv0HHdJ7CtEQ6AF6BAgHEAI Pagine e ricordi parlamentari]'', Volume 1, Vallecchi, 1926, p.383</ref> Durante il periodo [[Fascismo|fascista]] il territorio regionale riprese il nome Lucania,<ref name=nome_lucania/> ma con la nascita della Repubblica tornò a chiamarsi Basilicata<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131425/articolo.htm|titolo=Articolo 131 della Costituzione|accesso=3 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090101140307/http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131425/articolo.htm|dataarchivio=1º gennaio 2009}}</ref>. [[Carlo Levi]], che ivi soggiornò in epoca fascista e repubblicana, testimoniò che i contadini con cui ebbe contatti privilegiavano, in gran parte, il nome Lucania ed erano più inclini a presentarsi come ''lucani''.<ref>{{cita web|url=http://www.prodel.it/rabatana/?p=5658771|titolo=Carlo Levi “Il nome della Lucania”. A proposito di toponimi e poesia|accesso=18 novembre 2021}}</ref> Il dibattito sull'identificazione della regione e dei residenti persiste tuttora.<ref>{{cita web|url=https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/cronache/cronaca/2015/12/15/perche-non-chiamarsi-basilicatesiil-dibattito-sul-nuovo-statuto/|titolo=Perché non chiamarsi basilicatesi? Il dibattito sul nuovo Statuto|accesso=18 novembre 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://basilicatanews.it/uncategorized/potenza-referendum-abrogativo-per-sostituire-il-nome-di-basilicata-con-quello-di-lucania/|titolo=Potenza: referendum abrogativo per “sostituire” il nome di Basilicata con quello di Lucania|accesso=18 novembre 2021}}</ref>
== Regione storica della Lucania ==
{{citazione|... La Lucania è il territorio posto tra la costa del Tirreno, dal [[Sele]] al [[Lao (fiume)|Lao]], e quella dello Ionio, da [[Metaponto]] a [[Thurii|Turi]]...|[[Strabone]], storico del I secolo a.C. - Geografia, VI, 1, 4}}
[[File:Lucania da The Historical Atlas, by William R. Shepherd, 1911.png|thumb|La [[regione storica]] della [[Lucania]]]]
La [[Lucania]] antica era ben più vasta dell'odierna Basilicata; oltre a questa infatti comprendeva vasti territori appartenenti oggi ad altre due regioni: alla Campania ([[Cilento]] e [[Vallo di Diano]] nel [[Provincia di Salerno|Salernitano]]) e alla Calabria (arrivava a [[Sibari]], Turi, e al fiume Lao, nel [[Provincia di Cosenza|Cosentino]]). Non comprendeva però le terre a est del fiume [[Bradano]], quindi la stessa Matera, né l'area più settentrionale del [[Vulture-Melfese|Vulture]], la cui principale città era [[Venosa|Venusia]], all'epoca dei [[Dauni]]. Tali confini geografici riflettono la situazione posteriore alla scissione fra [[Bruzi]] (antichi abitanti della Calabria) e [[Lucani]] avvenuta nel 356 a.C. con il confine fra le due regioni nell'istmo tra Turi e [[Cirella]] (''Piccola Lucania''). Prima di questa data, le fonti dal V secolo in poi si riferivano a una vasta area, chiamata convenzionalmente dai moderni ''Grande Lucania'', che si spingeva fino allo [[stretto di Messina]] ed era abitata da genti di [[italici|ceppo italico]]. I suddetti confini nord-orientali della Lucania furono poi mantenuti nell'istituzione delle [[regioni augustee]], avvenuta intorno al 7 d.C.: le terre dei Lucani (al di qua del Bradano) entrarono a far parte della ''[[Regio III Lucania et Bruttii]]'', mentre Matera e il Vulture della ''[[Regio II Apulia et Calabria]]''.
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia della Basilicata}}
=== Dalla preistoria al Medioevo ===
Il [[Area archeologica di Notarchirico|sito archeologico di Notarchirico]] ha restituito reperti paleolitici faunistici e [[manufatto litico|litici]], oltre ad un [[fossile]] di femore di un adolescente della specie [[Homo heidelbergensis]] vissuto intorno a {{formatnum:630000}} anni [[Before Present|dal presente]], classificati come appartenenti alla [[acheuleano|cultura acheuleana]], tra le più antiche evidenze riferibili a questa cultura in Europa<ref>{{Cita pubblicazione|autore1=Ileana Micarelli|autore2=Simona Minozzi|autore3=Laura Rodriguez|autore4=Fabio di Vincenzo|autore5=Rebeca García-González|autore6=Valentina Giuffra|autore7=Robert R. Paine|autore8=José-Miguel Carretero|autore9=Gino Fornaciari|autore10=Marie-Hélène Moncel|autore11=Giorgio Manzi|data=2024-06-15|titolo=The oldest fossil hominin from Italy: Reassessment of the femoral diaphysis from Venosa-Notarchirico in its Acheulean context|rivista=Quaternary Science Reviews|volume=334|pp=108709|accesso=20 luglio 2025|doi=10.1016/j.quascirev.2024.108709|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0277379124002105}}</ref>. I primi insediamenti attribuibili all'[[Homo sapiens]] risalgono al [[Paleolitico]] inferiore e a rifugi del [[Mesolitico]]. Dal V millennio a.C. si diffusero gli insediamenti in villaggi fortificati e nell'[[età del ferro]] esistette una cultura indigena locale. Dall'VIII secolo a.C. fu fondata la [[Colonizzazione greca|colonia greca]] di [[Siris (Lucania)|Siris]] (di madrepatria [[Anatolia|microasiatica]]) e intorno al 630 a.C. quella di [[Metaponto]], di colonizzazione [[Achei|achea]], completando l'occupazione della costa [[Mar Ionio|ionica]], mentre nell'interno continuano a fiorire le comunità indigene. I primi contatti dei [[Roma (città antica)|Romani]] con i [[Lucani]] si ebbero con una temporanea alleanza anti [[Sanniti|sannita]] intorno al 330 a.C.. Dopo la conquista di [[Taranto]] nel 272 a.C., il dominio romano si estese a tutta la regione. Venne prolungata la [[via Appia]] fino a [[Brindisi]] e vennero fondate le [[colonia romana|colonie]] di ''Potentia'' (Potenza) e ''[[Grumentum]]''.
Alla fine del V secolo la Lucania era già ampiamente cristianizzata e dopo la caduta dell'impero romano restò in possesso [[Impero bizantino|bizantino]] fino alla [[Regno longobardo|conquista longobarda]] nel 568, entrando a far parte del [[Ducato di Benevento]]. Nel 968, dopo la conquista bizantina, venne costituito il [[Lucania (thema)|thema di Lucania]], con capoluogo Tursikon (attuale [[Tursi]])<ref>''Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia'', pag. 65</ref>. Con l'[[Conquista normanna dell'Italia meridionale|arrivo dei Normanni]], il [[thema]] scomparve favorendo la nascita del [[ducato di Puglia e Calabria]], di cui [[Melfi]] (già sede della [[Contea di Puglia]]) fu inizialmente capitale. Con le [[Costituzioni di Melfi]], promulgate da [[Federico II di Svevia]], nel 1231 nacque il [[giustizierato di Basilicata]]<ref>{{Cita libro|titolo=Ciò si evince dall'epistola 14 del libro terzo della raccolta dei decreti di Pier delle Vigne : Boccia A. V. , La Basilicata federiciana nella toponimia medievale|url=https://abenapoli.it/product/35-la-basilicata-federiciana-nella-toponimia-medievale-rudimenti-di-storiografia-sveva-isbn-9788872971451/|accesso=|data=2025|editore=Ediz. Abe, Napoli|pp=222 - 227}}</ref>. I confini del giustizierato coincidevano quasi del tutto con l'odierna regione, con l'esclusione di Matera (che entrerà nel 1663) e alcune zone del [[Melandro]], della [[Val d'Agri]] e del [[Metapontino]]. Sotto la dominazione [[angioina]], la Basilicata attraversò una profonda crisi demografica<ref>{{Cita web|url=http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/storia/storia09.pdf|accesso=29 ottobre 2020|titolo=Angioini ed Aragonesi|sito=old.consiglio.basilicata.it}}</ref> ma nella seconda metà del XV secolo si ebbe una certa ripresa, dovuta anche all'arrivo di esuli greco-albanesi dalle regioni balcaniche dell'[[Impero bizantino]] dopo la [[caduta di Costantinopoli]].
=== Età moderna e borbonica ===
Tra XV e XVI secolo, la Basilicata fu teatro di conflitti tra [[Francia]] e [[Spagna]]: [[Miglionico]] ospitò la [[congiura dei baroni]] contro [[Ferrante d'Aragona]], a Rionero s'incontrarono i generali [[Louis d'Armagnac]] e [[Gonzalo Fernández de Córdoba|Consalvo Fernandez di Cordova]] tentando, invanamente, una pacifica spartizione del [[Regno di Napoli]],<ref>{{cita libro |autore = Società di storia patria |anno=1889 | titolo=Archivio storico per le province napoletane | editore=Tipografia Francesco Giannini & figli | url=https://archive.org/details/archiviostoricop24rdepuoft/mode/2up| pagina= 165|accesso=24 ottobre 2020}}</ref> e Melfi subì un [[Assedio di Melfi|pesante assedio]] da parte dell'esercito francese. Sotto il vicereame spagnolo, fu in gran parte sottoposta alla giurisdizione del [[Principato Citra]] ma nel 1642 ottenne un'autonomia istituzionale, destinando a [[Stigliano]] la prima sede della [[Regia Udienza]] di Basilicata.<ref>{{Cita web|url=https://sias.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=72183|accesso=10 novembre 2020|titolo=Regia udienza provinciale di Basilicata|sito=sias.archivi.beniculturali.it}}</ref> Quando a [[Napoli]] scoppiò la rivolta di [[Masaniello]], nel 1647, una sollevazione popolare guidata da [[Matteo Cristiano]] e [[Francesco Salazar]] coinvolse tutta la regione, che aderì alla [[Repubblica napoletana (1647)|Repubblica]], ma la rivolta venne rapidamente repressa. Nel 1663 venne creata una nuova provincia per la Basilicata, per assicurarne un maggiore controllo, con capoluogo a Matera, fino ad allora parte della [[Terra d'Otranto]].
Nel 1735, la Basilicata passò sotto il dominio dei [[Borbone di Napoli]]. Sull'onda dei fatti del 1799, [[Avigliano]], ancor prima di [[Napoli]],<ref>{{Cita web|url=http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1607:avigliano-1799-un-intera-comunita-infervorata-dalla-democrazia-repubblicana&catid=64&Itemid=28|accesso=21 ottobre 2020|titolo=Avigliano 1799. Un’intera comunità infervorata dalla democrazia repubblicana|sito=nuovomonitorenapoletano.it}}</ref> piantò l'[[albero della libertà]] e proclamò la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]; da lì i moti si estesero in tutta la regione, ma la rivoluzione venne soffocata dall'[[Esercito della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo|esercito sanfedista]] del [[cardinale Ruffo]], soggiogando le città di Potenza, Melfi, [[Tito (Italia)|Tito]] e [[Picerno]].
I francesi ritornarono sette anni più tardi, nonostante la resistenza della popolazione (che, in gran parte, manifestò fedeltà alla corona borbonica),<ref>Francesco Saverio Nitti, ''L'Italia all'alba del secolo XX'', Casa Editrice Nazionale Roux e Viarengo, 1901, p.110-111</ref> ponendo sotto assedio città come [[Massacro di Lauria|Lauria]], [[Resistenza di Maratea|Maratea]] e [[Viggiano]]. I francesi riorganizzarono l'assetto amministrativo e spostarono la sede dell'allora [[provincia di Basilicata]] da Matera a Potenza.<ref>{{Cita libro|titolo=Potenza capoluogo (1806 - 2006). Edizione speciale per il Bicentenario di Potenza capoluogo. Vol. I-II.|anno=2008|editore=Edizioni Spartaco|città=Potenza}}</ref> [[Charles Antoine Manhès]], fissando il suo quartier generale a Potenza, attuò una repressione molto violenta ma efficace contro il [[brigantaggio]] che imperversava nelle campagne basilicatesi e calabresi. Con il ritorno dei Borbone, nel 1848 le forze radicali tentarono, senza successo, di costituire a Potenza un governo provvisorio, dopo che [[Ferdinando II di Borbone|Ferdinando II]] aveva ritirato la costituzione liberale, a pochi mesi dalla promulgazione.
===
Nell'agosto 1860, la Basilicata fu la prima provincia continentale del [[Regno delle Due Sicilie]] a dichiarare la [[Insurrezione lucana|propria annessione]] al nascente [[Regno d'Italia (1861-1946)|stato unitario]], mentre [[Garibaldi]] si trovava ancora in [[Sicilia]].<ref>Tommaso Pedio, ''La Basilicata nel Risorgimento politico italiano (1700-1870)'', Potenza, 1962, p. 109</ref> Decaduta l'autorità borbonica, l'esercito di Garibaldi giunse in Basilicata senza incontrare difficoltà, toccando i comuni di [[Rotonda (Italia)|Rotonda]], [[Maratea]] e [[Lagonegro]]. Alla [[spedizione dei mille|spedizione]] si unirono circa tremila volontari della brigata "Cacciatori Lucani", che seguì Garibaldi fino al suo scioglimento nel novembre dello stesso anno.<ref>{{cita libro |autore = [[Giacomo Racioppi]] |anno=1867 | titolo=Storia dei moti di Basilicata e delle provincie contermine nel 1860 | editore=Tipografia di Achille Morelli | url=https://books.google.it/books?id=GcBYAAAAcAAJ&pg=PA348&dq=la+brigata+lucana+all%27assedio+di+capua&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwitk4ao8JLxAhWoM-wKHXCMBiUQ6AEwAHoECAkQAg#v=onepage&q=la%20brigata%20lucana%20all'assedio%20di%20capua&f=false| pagina= 216-220|accesso=12 giugno 2021}}</ref>
Dopo l'annessione, però, la Basilicata, afflitta da una povertà remota e, al tempo, la provincia più arretrata e isolata del regno borbonico,<ref>Tommaso Pedìo, ''La Basilicata borbonica'', Osanna editore, Venosa, 1986, p.15-27</ref> vide vanificare le proprie speranze di un cambiamento sociale: la mancata promessa di una redistribuzione demaniale, lo ''[[status quo]]'' mantenuto dalla classe dirigente e l'incomprensione del regio governo, generarono il malcontento del ceto popolare, che si tradusse in una rivolta armata.<ref>[[Tommaso Pedio]], ''Reazione alla politica piemontese ed origine del brigantaggio in Basilicata'', La Nuova libreria de V. Riviello, 1961, p.6</ref> Il brigantaggio, fenomeno endemico del Meridione del quale la monarchia borbonica se ne servì ogni qual volta il proprio regno fosse minacciato da potenze straniere,<ref>"La storia dei Borboni, dopo Carlo III, è anzi strettamente legata a quella del brigantaggio. Furono i briganti che a Ferdinando IV riconquistarono il reame nel 1799; furono essi che tentarono, durante la dominazione francese, di riconquistarlo una seconda volta e che più tardi furono adoperati, e non in una sola occasione, contro la borghesia aspirante a riforme politiche, o malcontenta [...] I Borboni osarono scegliere come cooperatori i banditi più infami: alcune belve crudelissime ebbero grado di colonnello o di generale, titolo di marchese o di duca e laute pensioni, come se fossero vecchi e gloriosi generali [...] È una non interrotta serie di fatti di tale natura, che va dai mostri della reazione del 1799 a Giosafat Talarico e ancora più tardi ai tentativi di reazione posteriori al 1860." Francesco Saverio Nitti, ''Scritti sulla questione meridionale'', Laterza, 1958, p.47</ref> agli albori dell'[[unità d'Italia]] assunse i connotati di una vera e propria [[Brigantaggio postunitario italiano|guerra civile]] che interessò le province dell'ex Regno delle Due Sicilie per circa dieci anni, causando migliaia di morti tra rivoltosi e truppe del regio esercito. La Basilicata fu la provincia con il maggior numero di bande, di cui se ne contarono 47 in totale.<ref>{{cita web|url=http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=18025|titolo= Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento|accesso=4 giugno 2010}}</ref> Le più notorie, capeggiate da [[Carmine Crocco]], fecero del Vulture la propria base operativa.
Sconfitto il brigantaggio, la Basilicata, come tutta l'Italia del tempo, iniziò a subire la piaga dell'emigrazione; un fenomeno che, tuttora, affligge la regione.<ref>{{cita web|url=https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/potenza/cronache/cronaca/2019/02/21/spopolamento-cosi-e-scomparsa-una-generazione-di-lucani/|titolo=Spopolamento, così è scomparsa una generazione di lucani|accesso=24 ottobre 2020|sito=quotidianodelsud.it}}</ref> Tra fine Ottocento e inizio Novecento iniziò a emergere il [[meridionalismo]], movimento politico-culturale in favore del Mezzogiorno che tra i suoi esponenti annoverò personalità lucane come [[Giustino Fortunato]], [[Francesco Saverio Nitti]], [[Ettore Ciccotti]] e [[Raffaele Ciasca]]. Grazie all'impegno dei meridionalisti, la Basilicata conobbe un lieve ma fondamentale sviluppo, con la realizzazione di scuole, vie di comunicazione, acquedotti, e politiche di bonifica e cura farmacologica.
=== Storia contemporanea ===
Sotto il [[fascismo]], la Basilicata (che fu rinominata in Lucania) divenne terra di [[confino]] per gli oppositori poiché [[Mussolini]], escludendo sporadici episodi di ribellione e oltraggio al regime, non intravide movimenti di vasta portata sociale che ne avrebbero arrecato seri problemi.<ref>{{cita web | url = http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Strumenti/Strumenti_CXIX.pdf|titolo=Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Basilicata | autore = Donatella Carbone | data = 1994 | accesso = 30 gennaio 2023 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220408080629/http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Strumenti/Strumenti_CXIX.pdf | dataarchivio = 8 aprile 2022 |urlmorto=sì }}</ref> Il confinato più celebre fu [[Carlo Levi]] che, dalla sua esperienza in terra lucana, trasse il romanzo ''[[Cristo si è fermato a Eboli (romanzo)|Cristo si è fermato a Eboli]]'', in cui denuncia l'arretratezza della regione, con la quale instaurò un forte legame.<ref>{{cita web|url=https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/cronache/cronaca/2015/01/03/nel-nome-di-carlo-leviquarantanni-fa-moriva-a-roma-lo-scrittore-torinese-confinato-ad-aliano/|titolo=Nel nome di Carlo Levi. Quarant’anni fa moriva a Roma lo scrittore torinese, confinato ad Aliano|sito=quotidianodelsud.it|accesso=17 novembre 2020}}</ref> Con l'abolizione dei [[Circondario del Regno d'Italia|circondari]], nel 1927 fu istituita la provincia di Matera. Tuttavia, sul finire del ventennio, si verificarono alcuni episodi di insurrezione popolare, come la [[rivolta di San Mauro Forte]] del marzo 1940 (al cui termine si contarono due vittime), dove centinaia di contadini si ribellarono al regime. Anche nei comuni di [[Bernalda]], [[Pomarico]], [[Salandra]] e [[Ferrandina]] scoppiarono tumulti fra il 1943 e il 1945 con veri e propri scontri armati.
Nel settembre 1943 città come [[Strage di Matera|Matera]] (prima città del Mezzogiorno a [[Insurrezione di Matera|insorgere contro i tedeschi occupanti]])<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/basilicata/38819/62-anni-fa-matera-si-ribellava-ai-nazisti.html|titolo=62 anni fa Matera si ribellava ai nazisti|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=23 ottobre 2020}}</ref> e [[Strage di Rionero in Vulture|Rionero]] furono vittime di rappresaglie nazifasciste mentre [[Bombardamenti di Potenza|Potenza]], Maratea e Lauria subirono i bombardamenti alleati. La [[Repubblica di Maschito]], nonostante la sua breve durata, fu una delle prime [[repubbliche partigiane|esperienze repubblicane]] nate dalla [[Resistenza italiana|Resistenza]].<ref>Michele Mancino, ''Maschito la prima repubblica in Italia'', Galzerano, 1992</ref><ref>Salvatore Ciccone, ''La repubblica di Maschito: la prima Repubblica libera nata dalla Resistenza'', Edizioni dal Sud, 1982</ref> Nel 1944 si verificò il più grave incidente ferroviario italiano e uno dei più gravi mai accaduti, il [[disastro di Balvano]], in cui morirono più di cinquecento persone.<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2019/03/03/balvano-1944/|titolo=Il disastro dimenticato di Balvano|accesso=29 giugno 2021}}</ref> Nel dopoguerra vi furono diverse agitazioni popolari per la redistribuzione delle terre ai contadini, l'episodio più significativo fu l'occupazione delle terre avvenuta a [[Montescaglioso]] nel dicembre 1949, seguita da una repressione che portò alla morte del rivoluzionario [[Giuseppe Novello (rivoluzionario)|Giuseppe Novello]].
Il 23 novembre 1980 la Basilicata fu sconvolta dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto dell'Irpinia]], che colpì buona parte del potentino. Nel 1993, i [[Sassi di Matera]] vennero dichiarati [[patrimonio dell'umanità]] tutelato dall'[[UNESCO]], primo sito nel mezzogiorno d'[[Italia]] a ricevere tale riconoscimento.<ref>{{cita web|url=http://www.sassidimatera.it/matera-2/|titolo=Matera: la storia|sito=sassidimatera.it|accesso=23 ottobre 2020}}</ref> Nel 2003 il [[Decreto-legge|decreto]] varato dal [[Governo Berlusconi II|governo Berlusconi]], che prevedeva l'installazione di un deposito di scorie radioattive a [[Scanzano Jonico]], provocò un'intensa protesta a cui aderirono oltre 100.000 persone<ref>{{cita web|url=http://www.online-news.it/2013/11/10/nucleare-10-anni-fa-la-rivolta-a-scanzano-jonico-contro-il-cimitero-delle-scorie/#.X5VZGYhKjIU|titolo=Nucleare, 10 anni fa la rivolta a Scanzano Jonico contro il ‘cimitero delle scorie’|sito=online-news.it|accesso=25 ottobre 2020|dataarchivio=27 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200927234745/http://www.online-news.it/2013/11/10/nucleare-10-anni-fa-la-rivolta-a-scanzano-jonico-contro-il-cimitero-delle-scorie/#.X5VZGYhKjIU|urlmorto=sì}}</ref> che portò il governo ad annullare il proposito.<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=15&id=00262765&part=doc_dc&parse=si|titolo=XV Legislatura: disegno di legge d'iniziativa dei senatori Adduce, Piglionica, Di Siena, Palermo, Carloni, Boccia Antonio, Casson, Pisa, Randazzo, Benvenuto, Pegorer e Ripamonti comunicato alla Presidenza il 20 marzo 2007|sito=senato.it|accesso=25 ottobre 2020}}</ref>
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
La Basilicata è la penultima regione per densità demografica, superiore solo alla [[Valle d'Aosta]]; e terzultima per numero di abitanti, prima di [[Molise]] e Valle d'Aosta. La regione soffre di uno spopolamento dovuto al fenomeno migratorio e al calo delle nascite, in parte compensato dall'immigrazione straniera.<ref name ="istat.it">{{Cita web|url=https://www.istat.it/it/files//2021/02/Censimento-permanente-popolazione_Basilicata.pdf|titolo=Il Censimento permanente della popolazione in Basilicata|accesso=21 marzo 2021}}</ref> Tra il 1951 e il 2019, si registra un sostanziale incremento della popolazione soltanto nelle quattro aree maggiormente sviluppate della regione (Materano, Metapontino, Potentino, Vulture). Il fenomeno è più accentuato a Matera e nel Metapontino, particolarmente nei comuni di [[Nova Siri]], [[Scanzano Jonico]] e [[Policoro]].<ref name ="istat.it"/>
Matera ha avuto un notevole incremento dovuto sia al cosiddetto ''polo del salotto'', che ha dato origine a molte piccole imprese legate al campo degli arredamenti,<ref>{{Cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/Il-polo-del-salotto.659.0.html|titolo=Matera e collina materana (MT) - Il polo del salotto|accesso=22 marzo 2021|dataarchivio=19 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200919130424/https://www.aptbasilicata.it/Il-polo-del-salotto.659.0.html|urlmorto=sì}}</ref> sia alle attività sorte per il grande afflusso turistico generato dall'interesse per il centro storico cittadino diventato "[[patrimonio dell'umanità]]". A Potenza, dopo un boom demografico tra gli anni 1950 e i primi 2000, si attraversa una fase di stallo, mentre alcuni centri limitrofi ([[Tito (Italia)|Tito]] e [[Pignola]]), e [[Marsicovetere]], in [[Val d'Agri]], hanno conosciuto una crescita sistematica.<ref name ="istat.it"/>
È in atto, invece, un forte spopolamento dei borghi nell'entroterra; alcuni centri della provincia di Matera che, tra gli anni 1960 e 1970 raggiungevano, in media, i 10.000 abitanti come [[Tricarico]], [[Montalbano Jonico]], [[Irsina]] e [[Stigliano]] hanno visto dimezzarsi la loro popolazione. Numerose partenze avvengono anche in diversi comuni montani del Potentino e della Val d'Agri (ad esempio [[Anzi (Italia)|Anzi]], [[Laurenzana]], [[Corleto Perticara]], [[Montemurro]]), del Pollino ([[Latronico]], [[Viggianello (Italia)|Viggianello]], [[Chiaromonte]]) e nei comuni colpiti maggiormente dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980]] come [[Balvano]], [[Castelgrande]] e [[Pescopagano]]. Al 2019, il bilancio demografico della regione, rispetto al censimento del 2011, mostra una diminuzione del -5,5 ‰ (pari a 24.782 unità),<ref name ="istat.it"/> un andamento che va peggiorando di anno in anno.
=== Città e comuni principali ===
{{vedi anche|Comuni della Basilicata}}
[[File:Map of municipalities of Basilicata - Italy.svg|thumb|I comuni della Basilicata]]
Di seguito vengono riportati i principali comuni della regione per popolazione residente<ref>Vista territoriale del bilancio demografico (provvisorio) nella:
* {{cita web|url=
* {{cita web|url=
{| class="wikitable sortable" style="width:69%;"
|- style="background:#efefef"
!#
! Città
! Popolazione<br />(ab.)
! Provincia
! Altitudine<br />([[Livello del mare|m s.l.m.]])
Riga 213 ⟶ 177:
|-
|1
| align=center|[[Potenza (Italia)|Potenza]]
| align="center" |{{TA|
| align=center|[[Provincia di Potenza|PZ]]
| align=center|819
Riga 221 ⟶ 184:
|-
|2
| align=center|[[Matera]]
| align="center" |{{TA|
| align=center|[[Provincia di Matera|MT]]
| align=center|401
Riga 229 ⟶ 191:
|-
|3
| align=center|[[Policoro]]
| align="center" |{{TA|17.
| align=center
| align=center|25
| align=center|67,66
|-
|4
| align=center|[[Melfi]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|530
| align=center|206,23
|-
|5
| align=center|[[Pisticci]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|364
| align=center|233,67
|-
|6
| align=center|[[Lavello (Italia)|Lavello]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|313
| align=center|134,67
|-
|7
| align=center|[[Rionero in Vulture]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|643
| align=center|53,52
|-
|8
| align=center|
| align="center" |{{TA|11.915}}
| align=center|MT
| align=center|127
| align=center|126,19
|-
|9
| align=center|[[Lauria]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|430
| align=center|176,63
|-
|10
| align=center|[[Venosa]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|415
| align=center|170,39
|-
|11
| align=center|[[Avigliano]]
| align="center" |{{TA|
| align=center
| align=center|867
| align=center|85,48
|-
|12
| align=center|[[Montescaglioso]]
| align="center" |{{TA|9.
| align=center
| align=center|365
| align=center|175,79
Riga 311 ⟶ 263:
=== Emigrazione ===
=== Immigrati e minoranze ===
Gli stranieri regolari sono {{formatnum:
{| class="wikitable"
|-
!
! Stranieri regolari
!
!
|-
|{{ROU}}
Riga 361 ⟶ 313:
Tra le altre le più rappresentative sono nell'ordine: [[Cina]], [[Ucraina]], [[Bulgaria]], [[Tunisia]], [[Polonia]], [[Gambia]] e [[Senegal]].
===
==== Dialetti lucani ====
I [[dialetti lucani]] (o basilicatesi)<ref>{{Cita libro|titolo = Basilicatese|autore = Rainer Bigalke|url = https://books.google.it/books?id=uQldAAAAMAAJ&q=%22dialetti+basilicatesi%22&dq=%22dialetti+basilicatesi%22&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjLw8W-qp6FAxXYhv0HHR_4C3UQ6AF6BAgNEAI|editore = Lincom Europa|anno = 1994|pp = 4, 11}}</ref> non hanno un'uniformità linguistica e presentano accenti e fonemi che variano a seconda della zona. Generalmente, i vernacoli regionali sono suddivisi in quattro sottotipi ([[dialetti dell'area appenninica lucana|appenninico-lucano]], [[dialetti dell'area apulo-lucana|apulo-lucano]], [[dialetti dell'area metapontina|metapontino]], [[dialetti dell'area arcaica calabro-lucana|calabro-lucano]]), tutti facenti capo al [[Dialetti italiani meridionali|gruppo meridionale intermedio]]. Nelle aree del potentino (Potenza, [[Picerno]], [[Tito (Italia)|Tito]], [[Pignola]], [[Vaglio Basilicata|Vaglio]]) e della [[valle del Noce]] ([[Trecchina]], [[Rivello]], [[Nemoli]]) sono parlati dialetti di origine [[Dialetti galloitalici di Basilicata|galloitalica]], influenzati da coloni provenienti dall’Italia nord-occidentale, che si stanziarono in Basilicata tra XII e XIII secolo.<ref>{{cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/a_galloitalico/_ragioni_storiche.html|titolo=Galloitalico in Basilicata: ragioni storiche|accesso=14 febbraio 2021|dataarchivio=10 agosto 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190810221710/http://www.aptbasilicata.it/a_galloitalico/_ragioni_storiche.html|urlmorto=sì}}</ref>
==== Minoranze etno-linguistiche ====
[[File:San Paolo Albanese03.jpg|thumb|Cartello bilingue a San Paolo Albanese]]
In Basilicata è presente una consistente minoranza [[etnia|etnica]] e [[isola linguistica|linguistica]] [[Albania|albanese]] detta [[arbëreshë]]. I sei comuni facenti parte della comunità di cui la [[Regione Basilicata|Regione]] promuove la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, artistico, [[lingua albanese|linguistico]], [[rito bizantino|religioso-liturgico]] e folkloristico sono tutti in [[provincia di Potenza]]: [[Barile (Italia)|Barile]] (''Barilli''), [[Brindisi Montagna]], [[Ginestra (Italia)|Ginestra]] (''Zhura''), [[Maschito]] (''Mashqiti''), [[San Costantino Albanese]] (''Shën Kostandini''), [[San Paolo Albanese]] (''Shën Pali'')<ref>{{cita web|1=http://www.regione.taa.it/biblioteca/normativa/regioni/ordinarie/basilicata1.pdf|2=L. R. n. 16 del 28 marzo 1996. ''Promozione e tutela delle minoranze etniche–linguistiche di origine greco–albanese in Basilicata''|formato=PDF|p=2|accesso=5 agosto 2014|dataarchivio=24 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924085837/http://www.regione.taa.it/biblioteca/normativa/regioni/ordinarie/basilicata1.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
La comunità albanese ha nei secoli preservato, seppur in maniera diversa fra le genti di appartenenza, i connotati [[Albanesi|etnici]] e culturali specifici degli arbëreshë e ancora oggi mantiene e difende la propria tipicità differenziandola da quella lucana. Un tratto caratteristico della cultura albanese in Basilicata è la lingua d'origine, l'[[lingua arbëreshë|arbërisht]], che viene utilizzata dalla comunità intera anche per finalità differenti dal linguaggio colloquiale; infatti i cartelli, le insegne e gli scritti ufficiali degli enti municipali sono [[Segnaletica bilingue|bilingui]], quindi sia in [[lingua italiana|italiano]] sia in [[lingua albanese|albanese]]; in particolare per quest'ultima vige il riconoscimento da parte dello Stato italiano della condizione di co-ufficialità con la lingua nazionale.<ref>{{Cita web|url=http://www.camera.it/parlam/leggi/99482l.htm|titolo=Legge 15 dicembre 1999, n. 482 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche"|sito=camera.it|accesso=4 novembre 2020|dataarchivio=12 maggio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150512051856/http://www.camera.it/parlam/leggi/99482l.htm|urlmorto=sì}}</ref>
=== Criminalità organizzata ===
Dopo il
Da allora le piccole attività criminali organizzate che si trovano concentrate nel [[provincia di Matera|materano]], nella zona del [[Metapontino]]<ref>{{Cita web|url = http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/cronaca/4668-policoro,-in-fiamme-il-barhchic-torna-l-incubo-criminalit%25C3%25A0.html|titolo = Policoro, in fiamme il BarHchic: torna l'incubo criminalità|accesso = 30 settembre 2015|sito = Policoro|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151001030329/http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/cronaca/4668-policoro,-in-fiamme-il-barhchic-torna-l-incubo-criminalit%25C3%25A0.html|dataarchivio = 1º ottobre 2015|urlmorto = sì}}</ref> con posizione centrale di [[Policoro]]<ref>{{Cita web|url = http://www.nuovadelsud.it/matera-e-provincia/matera-e-provincia-news/provincia/1595-policoro,-in-duemila-sfidano-mafia-e-criminalit%25C3%25A0.html|titolo = Policoro, in duemila sfidano mafia e criminalità|accesso = 30 settembre 2015|sito = Notizie dalla Basilicata in tempo reale. Cronaca, politica, economia e sport, con foto, immagini e video.|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151001023505/http://www.nuovadelsud.it/matera-e-provincia/matera-e-provincia-news/provincia/1595-policoro,-in-duemila-sfidano-mafia-e-criminalit%25C3%25A0.html|dataarchivio = 1º ottobre 2015|urlmorto = sì}}</ref>, [[Val d'Agri]] e [[Melfese]] (principalmente impegnate nel [[narcotraffico]], nell'[[usura]], ecc.) sono controllate<ref>{{Cita web|url = http://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2015/02/mappa-mafia-20-potenza-matera.jpg|titolo = Gruppi criminali lucani}}</ref>, secondo la procura nazionale antimafia, da
Anche se in misura minore rispetto ad altri emigranti meridionali, alcuni di origine lucana diedero un impulso non indifferente allo sviluppo della criminalità organizzata italo-americana, ad esempio Paolo Vaccarelli, noto come [[Paul Kelly (criminale)|Paul Kelly]] e fondatore della [[Five Points Gang]]; [[Johnny Torrio]], boss del [[Chicago Outfit]] e mentore di [[Al Capone]]; [[William Cutolo]], sicario e sottocapo della [[famiglia Colombo]].
=== Religione ===
La [[regione ecclesiastica Basilicata]] è una delle sedici regioni ecclesiastiche in cui è suddiviso il territorio della [[Chiesa cattolica in Italia]]. Il suo territorio corrisponde al territorio della regione amministrativa Basilicata.
Riga 382 ⟶ 343:
* [[Diocesi di Tursi-Lagonegro]] (2.509 km², 72 parrocchie)
Nella prima metà del novecento, è stato istituito in Basilicata l'unico seminario regionale in Italia, con la qualifica di "minore": il [[Pontificio seminario regionale minore di Basilicata]], con sede a Potenza.
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Mucca e Toro.jpg|thumb|[[Carnevale di Tricarico]]]]
Le tradizioni regionali sono perlopiù legate al culto cristiano e pagano. Il [[carnevale]] è celebrato in tutta la regione, tra i più antichi e noti vi sono quelli di [[Carnevale di Satriano di Lucania|Satriano di Lucania]] e [[Carnevale di Tricarico|Tricarico]] e quello di [[Aliano]] con le sue maschere "cornute".<ref>{{Cita web|url=https://www.basilicataturistica.it/turismi/le-maschere-cornute-di-aliano/|titolo=Le maschere "cornute" di Aliano|accesso=21 marzo 2021|dataarchivio=14 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200814041600/https://www.basilicataturistica.it/turismi/le-maschere-cornute-di-aliano/|urlmorto=sì}}</ref> Diffusi anche i riti arborei, dei quali il più noto è il [[Maggio di Accettura]], di probabili origini longobarde,<ref>{{Cita web|url=http://www.ilmaggiodiaccettura.it/-Pag-73p-Origine%20longobarda_ilmaggiodiaccettura|titolo=Origine longobarda|accesso=7 febbraio 2021}}</ref> in cui si attribuisce agli alberi il potere di generare, soprattutto per propiziare una buona annata agricola. Simili celebrazioni si tengono in altri comuni sulle Dolomiti Lucane, nel Materano e nell'area del Pollino.
Tra le tradizioni cristiane vi è la festa della [[Madonna della Bruna]] di Matera, che si celebra il 2 luglio, le cui origini risalgono al 1389 ad opera di [[papa Urbano VI]], già arcivescovo della città.<ref>{{Cita web|url=https://www.basilicataturistica.it/matera-e-la-madonna-della-bruna/|titolo=Matera e la Madonna della Bruna|accesso=7 febbraio 2021}}</ref> Nella città si celebra il [[presepe vivente]] sin dagli anni settanta, considerato il più grande al mondo.<ref>{{cita web|url=https://www.agi.it/cronaca/notizie/matera_ai_sassi_presepe_vivente_piu_grande_del_mondo-201501021620-cro-rt10142|titolo=Matera: ai Sassi presepe vivente più grande del mondo|editore=agi.it|accesso=6 gennaio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150327091052/https://www.agi.it/cronaca/notizie/matera_ai_sassi_presepe_vivente_piu_grande_del_mondo-201501021620-cro-rt10142|dataarchivio=27 marzo 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/regioni/2015/01/02/matera-2019-migliaia-per-il-presepe-piu-grande-del-mondo_569dc708-6cb2-4630-b123-0dbd289a0f26.html|titolo=Matera: migliaia per il 'Presepe più grande del mondo'|editore=ansa.it|accesso=6 gennaio 2015}}</ref> Nei comuni del Vulture viene commemorata, nel periodo pasquale, la [[via Crucis]], introdotta dagli albanesi a [[Barile (Italia)|Barile]] nel XVII secolo, in cui i personaggi e le vicende delle sacre scritture si fondono con la cultura e i costumi arbëreshë. Il rito si è poi diffuso nei comuni contigui ([[Atella (comune)|Atella]], Rionero, Melfi, [[Rapolla]], [[Ripacandida]], Maschito, Venosa).<ref>{{Cita web|url=https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/miti-e-riti-della-pasqua/notizie/settimana-santa-basilicata-riti-misteri-risalgono-notte-tempi-212251921156.shtml|titolo=Settimana Santa in Basilicata: riti e misteri risalgono alla notte dei tempi|accesso=7 febbraio 2021}}</ref>
[[File:Maggio di Accettura 2013.jpeg|thumb|left|[[Maggio di Accettura]]]]
A Maratea si celebra la [[festa della traslazione delle reliquie di San Biagio]], istituita nel 1695, mentre a Viggiano viene onorata la [[Santuario della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano|Madonna Nera]], le cui celebrazioni si tengono due volte l'anno, la prima domenica di maggio e la prima domenica di settembre.
[[File:MIglionico, Castello del Malconsiglio 6.jpg|thumb|Rievocazione storica della [[congiura dei baroni]], Miglionico]]
Di carattere storico sono la [[Assedio di Melfi#Celebrazione dello Spirito Santo a Melfi|Pentecoste di Melfi]], rievocazione dell'[[Assedio di Melfi|assedio della città]] compiuto dalle truppe francesi guidate da [[Odet de Foix]] e [[Pedro Navarro]] coadiuvate dai mercenari delle [[Bande Nere]] nel 1528, e la Congiura dei Baroni di Miglionico, dedicata all'[[Congiura dei baroni|omonimo evento]] che si tenne nel [[Castello del Malconsiglio|castello locale]].<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/basilicata/296047/a-miglionico-va-in-scena-la-congiura-del-1485.html|titolo=A Miglionico va in scena la «Congiura» del 1485|accesso=8 febbraio 2021}}</ref> Tra storia e leggenda è la [[parata dei Turchi]] di Potenza, la quale simboleggia quella che fu, secondo i racconti popolari, la vittoria della resistenza potentina contro l'invasore turco grazie ad un miracolo di [[Gerardo Della Porta|san Gerardo Della Porta]], patrono della città.
Antiche credenze legate alle pratiche magiche hanno fortemente caratterizzato il folclore lucano, attirando gli studi dell'antropologo [[Ernesto de Martino]]. In voga all'epoca erano i riti eseguiti da fattucchiere (dette "[[maciara|masciare]]"), guaritori e indovini, tra cui quelli per liberare uno sventurato dalla "fascinazione" (in dialetto: fascinatura o affascino), definita dal de Martino come «una condizione psichica di impedimento e di inibizione, e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta».<ref>{{Cita web|url=https://www.sonosololibri.it/recensioni/sud-e-magia-ernesto-de-martino/|titolo=Sud e Magia – Ernesto De Martino|accesso=7 febbraio 2021}}</ref>
Alcune leggende molto note in Basilicata riguardano [[Colobraro]] (detto, scaramanticamente, "quel paese"),<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/liberitutti/18_giugno_26/andate-quel-paese-colobraro-mito-borgo-che-porta-sfortuna-scoperto-ernesto-de-martino-28e0b10a-795f-11e8-80e9-424fd8b8c17b.shtml|titolo=Andate a «quel paese». Colobraro e il mito del borgo che porta sfortuna «scoperto» da Ernesto de Martino|accesso=19 marzo 2021}}</ref> in cui, secondo la convinzione dell'epoca, avvennero una serie di episodi sinistri. Similmente alle regioni limitrofe, è diffuso il mito di una creatura, in Basilicata nota, in forma italianizzata, come ''[[monachicchio]]'', un folletto che assume differenti connotati fisici e una natura che varia da dispettoso e bonario a perfido e subdolo, del quale esiste anche una variante femminile meno nota detta ''monachella'' (o ''monachedd'' in dialetto), particolarmente diffusa nel Metapontino.<ref>{{Cita web|url=https://www.sassilive.it/cultura-e-spettacoli/libri/il-libro-epeo-cacciatore-di-storie-itinerari-surreali-tra-rotondella-e-valsinni-risveglia-il-mito-della-monachedd/|titolo=Il libro “Epeo cacciatore di storie – Itinerari surreali tra Rotondella e Valsinni” risveglia il mito della “Monachedd”|accesso=13 febbraio 2021}}</ref>
== Politica ==
{{vedi anche|Presidenti della Basilicata|Giunta regionale della Basilicata}}
=== Suddivisione amministrativa ===
Tanto nel [[Regno di Napoli]] che in [[Regno delle Due Sicilie|quello delle Due Sicilie]] la Basilicata costituì sempre una semplice [[provincia di Basilicata|provincia]], con vari capoluoghi a seconda delle epoche; a partire dal [[1663]] il capoluogo fu per più di un secolo Matera, poi, con la legge emanata da [[Giuseppe Bonaparte]] l'8 agosto [[1806]], si decise di spostare la sede a Potenza<ref>Angelantonio Spagnoletti, ''Il governo della città, il governo nella città: le città meridionali nel decennio francese'', Edipuglia, 2009, p. 60.</ref>.
Con identica configurazione la Basilicata entrò nel [[Regno d'Italia]]. Con la legge n. 1 del
Dal 1º gennaio
La regione Basilicata è quindi divisa in due province:
Riga 402 ⟶ 377:
! Mappa
! Comuni
! Abitanti<br /><small>(
! Superficie<br /><small>(km²)</small>
! Sito
|-
|[[File:Provincia di Matera-Stemma.
|[[Provincia di Matera]]
|[[File:Map of comune of Matera (province of Matera, region Basilicata, Italy).svg|160px]]
|align="center"|31
|align="center"|
|align="center"|3
|align="center"|[http://www.provincia.matera.it/ Matera]
|-
|align="left"|[[File:Provincia di Potenza-Stemma.
|align="left"|[[Provincia di Potenza]]
|align="left"|[[File:Map of comune of Potenza (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg|150px]]
|align="center"|100
|align="center"|
|align="center"|6
|align="center"|[
|-
|[[File:Flag of Basilicata.svg|90px]]
Riga 426 ⟶ 401:
|[[File:Map of region of Basilicata, Italy, with provinces-it.svg|160px]]
|align="center"|131
|align="center"|
|align="center"|10
|align="center"|[http://www.regione.basilicata.it Basilicata] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100305235656/http://www.regione.basilicata.it/ |data=5 marzo 2010 }}
|-
|}
== Economia ==
La Basilicata, svantaggiata dalla propria costituzione morfologica, emarginata per lungo tempo dagli investimenti e ancora largamente sprovvista di importanti vie di comunicazione, è una regione che vive una situazione di evidente penalizzazione in termini competitivi e di crescita, nonostante sia ricca di risorse naturali. Tuttavia, l'economia regionale ha visto un certo miglioramento dagli anni 1990. Secondo i dati raccolti dall'[[Eurostat]] al 2023, la Basilicata è in 18ª posizione tra le regioni italiane per prodotto interno lordo (15 287 €)<ref name="ec.europa.eu"/> ma figura al 14º posto (2° nell'ambito del Mezzogiorno) in termini di pil procapite, con un reddito pari a 28 600 €.<ref name="ec.europaPPA"/> Il tasso di disoccupazione si attesta al 7,5%, il 13° più basso a livello nazionale e il più basso del Mezzogiorno.<ref>{{Cita web|url=https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/tgs00010/default/map?lang=en|titolo=Unemployment rate by NUTS 2 regions|sito=ec.europa.eu|lingua=en|accesso=15 aprile 2024}}</ref> Meno incoraggiante è l'occupazione compresa tra 15 e 64 anni, in cui la regione si colloca al 16º posto (4° nell'Italia meridionale e insulare), con una percentuale del 54,9%.<ref>{{Cita web|url=https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/tgs00007/default/map?lang=en&category=t_reg.t_reg_lmk|titolo=Employment rate of the age group 15-64 by NUTS 2 regions|accesso=16 aprile 2024}}</ref>
=== Agricoltura ===
[[File:Campo di pomodori (Tolve) 01.jpg|left|thumb|Campo di [[pomodoro Ciettaicale di Tolve|pomodoro Ciettaicale]], [[Tolve]]]]
Il settore agricolo costituisce ancora un caposaldo dell'economia regionale. La produzione di colture di pregio è relegata solo in alcuni territori regionali a causa dei condizionamenti esercitati dalla montuosità del territorio, dalla sua scarsa fertilità e dall'irregolarità delle precipitazioni. La riforma fondiaria, cominciata a partire dagli anni 1950, assieme all'assegnazione di migliaia di case sparse e di terre ai braccianti, alle bonifiche e alle irrigazioni di vasti comprensori (grazie anche allo sbarramento del [[Bradano]] e di altri fiumi), dopo che era già avvenuto lo smembramento dei grandi latifondi appartenenti all'antica nobiltà feudale o alle grandi organizzazioni ecclesiastiche con l'[[Leggi eversive della feudalità|abolizione della feudalità]], ha contribuito allo sviluppo dell'agricoltura.
[[File:Panorama con Vigneto Monte Vulture.jpg|thumb|Vigneto di [[Aglianico del Vulture|Aglianico]] a [[Barile (Italia)|Barile]], con il [[Monte Vulture]] sullo sfondo]]
La loro localizzazione ha quindi determinato aree piuttosto differenziate per caratteristiche produttive: privilegiate risultano le [[Val d'Agri|valli dell'Agri]], nel suo medio corso, e dell'[[Ofanto]], oltre alla piana di Metaponto, dove talvolta sono ancora visibili i resti delle antiche masserie amministrate in passato dalle famiglie borghesi. Strutture che, raggiunto il più alto livello produttivo tra Settecento e Ottocento e assicurata l’occupazione più o meno grande di salariati, furono poi progressivamente ampliate e ristrutturate fino ad assumere, dove l'agricoltura fu più fiorente, la dignità di villa o casino di campagna.
La produzione cerealicola è maggiormente sviluppata nelle zone interne del materano. Le colture più estese sono quelle del frumento, seguito da altri cereali ([[granturco]], [[Hordeum vulgare|orzo]] e [[Avena sativa|avena]]) e patate; abbastanza diffusi sono la vite (soprattutto uva da vino), l'olivo, presente nelle aree collinari, e gli agrumi, nelle piane ioniche; un certo incremento hanno registrato alcune colture industriali, in particolare la barbabietola da zucchero e il tabacco, e quelle ortofrutticole. Sulle colline a ridosso del [[Metapontino]] invece c'è una fiorente coltivazione di [[vigneto|vigneti]], mentre nella piana sono molto sviluppate le piantagioni di alberi da frutto: [[fragole]], [[Susina|susine]], [[Pesco|pesche]], [[pyrus|pere]], [[Actinidia chinensis|kiwi]], [[Agrumi|agrumeti]].
Tra i prodotti ortofrutticoli si distinguono [[peperone di Senise]], [[fagiolo di Sarconi]], [[Solanum aethiopicum|melanzana rossa]] di [[Rotonda (Italia)|Rotonda]], fragola Candonga del Metapontino, [[pomodoro Ciettaicale di Tolve]], pistacchi di [[Stigliano]],<ref>{{cita web|url=https://www.foodandsoon.com/prodotti-tipici-locali-il-pistacchio-di-stigliano/|sito=foodandsoon.com|titolo=Prodotti tipici locali: il Pistacchio di Stigliano||accesso=14 agosto 2020}}</ref> l'arancia Staccia di [[Tursi]] e [[Montalbano Jonico]]<ref>{{cita web|url=https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/arancia-staccia/|sito=fondazioneslowfood.com|titolo=Arancia Staccia - Arca del gusto|accesso=28 novembre 2020}}</ref> e le castagne del [[Monte Vulture|Vulture]] come il marroncino di Melfi.<ref>{{cita web|url=https://www.esperienzeconilsud.it/lakebest/2020/06/24/il-marroncino-di-melfi-una-castagna-tutta-lucana/|sito=esperienzeconilsud.it|titolo=Il Marroncino di Melfi, una castagna tutta lucana |accesso=20 agosto 2020}}</ref> Si producono anche [[Olio di oliva|oli di oliva]] extravergini tra i quali [[Vulture (olio di oliva)|l'olio del Vulture]] e quello ottenuto dall'[[oliva majatica]] di [[Ferrandina]]. Il vino basilicatese più rappresentativo è l'[[Aglianico del Vulture]];<ref>[[Gambero Rosso (azienda)|Gambero Rosso]], ''[https://books.google.it/books?id=-hCX7rruBXsC&pg=PP169&dq=%22l%27Aglianico+del+Vulture+pu%C3%B2+essere+annoverato+tra+i+pi%C3%B9+grandi+rossi+italiani%22&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjbgazeytHrAhVC_SoKHZFVBu0Q6AEwAHoECAAQAg#v=onepage&q=%22l'Aglianico%20del%20Vulture%20pu%C3%B2%20essere%20annoverato%20tra%20i%20pi%C3%B9%20grandi%20rossi%20italiani%22&f=false Il libro del vino. Manuale teorico & pratico]'', 2004, G.R.H. S.p.A., pag. 167 ISBN 88-87180-79-2</ref><ref>{{Cita web|titolo=Italy's Great Unknown: Aglianico del Vulture |url=http://www.winereviewonline.com/ed_mccarthy_on_aglianico.cfm |editore=winereviewonline.com |data=1º maggio 2007 |accesso=4 marzo 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160306123643/http://www.winereviewonline.com/ed_mccarthy_on_aglianico.cfm |dataarchivio=6 marzo 2016 }}</ref> tra gli altri [[Terre dell'Alta Val d'Agri]], [[Matera (vino)|Matera]] e [[Grottino di Roccanova]].
=== Allevamento e pesca ===
L'allevamento è suddiviso per zone, infatti nella zona del materano abbiamo quello di ovini, suini, caprini mentre quello dei bovini è per lo più praticato nelle zone montuose del potentino e nei grandi pascoli del melfese. Dati i limitati sbocchi sul mare, la pesca non costituisce una rilevante attività produttiva.
===
[[File:Diga del Pertusillo.jpg|thumb|[[Lago di Pietra del Pertusillo]], bacino artificiale in Val d'Agri]]
La regione è ricca di [[idrocarburi]], particolarmente [[metano]] (nella [[Val Basento|Valle del Basento]]) e [[petrolio]], in [[Val d'Agri]], dove è situato il più grande [[giacimento petrolifero|giacimento]] dell'Europa continentale.<ref>{{cita web|url=http://www.shell.it/home/content/ita/aboutshell/shell_businesses/e_and_p/|titolo=Shell.it|accesso=22 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121125051544/http://www.shell.it/home/content/ita/aboutshell/shell_businesses/e_and_p/|dataarchivio=25 novembre 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.sarconiweb.it/dintorni.html|titolo=Sarconi.it|accesso=22 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120517032358/http://www.sarconiweb.it/dintorni.html|dataarchivio=17 maggio 2012}}</ref><ref name=ChimicaIndustria>{{cita pubblicazione|anno=2008 |titolo=Il petrolio della discordia |rivista=[[La Chimica & l'Industria]] |numero=8 |p=24|editore=Società Chimica Italiana}}</ref> Le risorse lucane, gestite da [[Eni]] e [[Royal Dutch Shell|Shell]] in Val d'Agri e [[Total (azienda)|Total]], [[Mitsui & Co.|Mitsui]] e Shell nella Valle del Sauro, contribuiscono per oltre l’80% alla produzione nazionale di idrocarburi.<ref>{{cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/basilicata-petrolio-royalties-il-record-e-si-pensa-un-fondo-sovrano-AE471vXF|sito=ilsole24ore.com|titolo=Basilicata: petrolio, royalties verso il record. E si pensa a un fondo sovrano|accesso=27 novembre 2020}}</ref> Il primo trattamento viene effettuato nel Centro Olio Val d’Agri (COVA) di [[Viggiano]] e nel Centro Olio Tempa Rossa di [[Corleto Perticara]]; altri centri minori sono il Centro Olio di [[Pisticci]] e le [[centrali a gas]] di Pisticci e [[Ferrandina]];<ref>{{cita web|url=https://www.eni.com/eni-basilicata/chi-siamo.page#|titolo=Eni in Basilicata|accesso=28 gennaio 2021}}</ref> il greggio viene, in seguito, trasportato tramite oleodotto alla raffineria Eni di [[Taranto]] mentre il metano è immesso nella rete di distribuzione nazionale [[Snam Rete Gas]].
Nonostante lo sfruttamento delle materie prime abbia contribuito alla crescita del [[PIL]] regionale e portato disponibilità finanziarie dovute alle [[royalties]],<ref>{{cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/economia/economia_e_finanza/energia_gas_petrolio_pil_basilicata_royalties-2076695.html|sito=ilmessaggero.it|titolo=Da gas e petrolio arriva il 12% del pil della Basilicata, 840 milioni di royalties in 5 anni|accesso=4 dicembre 2020}}</ref> esso ha sollevato polemiche da parte di associazioni agricole e ambientaliste, che accusano l'assenza di un reale beneficio economico e una forte contaminazione ambientale,<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/inchieste/oro-nero-che-italia-rende-poveri/66d3009e-d108-11e2-9e97-ce3c0eeec8bb.shtml|pubblicazione=[[Corriere.it]]|titolo=L'oro nero che in Italia rende poveri|accesso=28 novembre 2014}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.greenreport.it/news/energia/basilicata-e-petrolio-le-fiammate-anche-di-polemiche-al-centro-oli-di-viggiano/#prettyPhoto|pubblicazione=[[Greenreport.it]]|titolo=Basilicata e petrolio. Le fiammate (anche di polemiche) al centro oli di Viggiano|accesso=28 novembre 2014}}</ref> rappresentando un pericolo per l'ecosistema<ref name ="europa">{{cita news|url=https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-8-2017-001300_IT.html|sito=europarl.europa.eu|titolo=Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-001300-17
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento. Piernicola Pedicini (EFDD), Rosa D'Amato (EFDD)|accesso=26 ottobre 2020}}</ref> e la produzione agricola locale (ad esempio il miele),<ref name=ChimicaIndustria/> nonché per la salute dei cittadini che, secondo i critici, avrebbe subito un aumento di malattie e mortalità.<ref>{{cita web|url=https://www.rinnovabili.it/ambiente/petrolio-tumori-val-dagri-333/|sito=rinnovabili.it|titolo=Petrolio e tumori: in Val d’Agri si muore di più|accesso=27 novembre 2020}}</ref>
La Basilicata possiede il più grande bacino idrico d'Italia, che costituisce oltre il 30% delle risorse nazionali.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/basilicata-record-le-minerali-miliardo-litri-imbottigliati-AClo5m2|accesso=28 settembre 2020|titolo=Basilicata, record per le minerali: un miliardo di litri imbottigliati|sito=ilsole24ore.com}}</ref> Il settore idrico lucano contribuisce anche al fabbisogno della [[Puglia]] (destinandone il 65% prevalentemente per uso potabile),<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/941568/puglia-l-acqua-finira-a-marzo-se-non-piove-resta-a-secco-il-50-per-cento-dei-cittadini.amp|accesso=17 ottobre 2020|titolo=«Puglia, l'acqua finirà a marzo» Se non piove resta a secco il 50 per cento dei cittadini|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it}}</ref> di [[Campania]] e [[Calabria]].<ref name ="europa"/><ref>{{Cita web|url=https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=2999831|accesso=31 dicembre 2020|titolo=Ambiente, "Liveriamo la Basilicata" su invaso del Pertusillo|sito=regione.basilicata.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/831851/dalla-diga-di-senise-piu-acqua-alla-calabria.amp|accesso=1 dicembre 2020|titolo=Dalla diga di Senise più acqua alla Calabria|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it}}</ref> Le dighe di [[Diga di Monte Cotugno|Monte Cotugno]] e [[diga del Pertusillo|Pertusillo]] sono i maggiori fornitori dell'[[acquedotto pugliese]].<ref>{{Cita web|url=https://www.aqp.it/clienti/interventi-rete/domande-emergenza|accesso=21 ottobre 2020|titolo=Domande frequenti sull'emergenza|sito=aqp.it}}</ref>
=== Industria ===
[[File:Sata Melfi.jpg|thumb|
L'industria della regione è, prevalentemente, basata sulle attività di piccole e medie imprese. La grande industria regionale è maggiormente concentrata nel Vulture. [[San Nicola di Melfi]] ospita uno [[Società Automobilistica Tecnologie Avanzate|stabilimento automobilistico]] della multinazionale [[Stellantis]], in passato del gruppo [[FIAT]], inaugurato nel 1993 e considerato uno degli impianti [[automotive]] più moderni al mondo,<ref name ="lagazzettadelmezzogiorno">{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/1180170/fca-festeggia-i-25-anni-impianto-di-melfi-e-tra-i-piu-innovativi-al-mondo.html|titolo=Fca festeggia i 25 anni impianto di Melfi: è tra i più innovativi al mondo|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=23 ottobre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/motori/jeep-renegade-il-successo-nasce-a-melfi_2145809-201502a.shtml|titolo=Jeep Renegade, il successo nasce a Melfi|sito=tgcom24.mediaset.it|accesso=23 ottobre 2020}}</ref> che offre circa 7.300 posti di lavoro (2019).<ref name ="lagazzettadelmezzogiorno"/> La frazione è anche sede di uno stabilimento del gruppo [[Barilla]], sorto nel 1987, con 355 dipendenti (2017).<ref>{{cita web|url=https://www.barillagroup.com/it/node/2362|titolo=Melfi: uno stabilimento all'avanguardia per la produzione di prodotti da forno|sito=barillagroup.com|accesso=28 novembre 2020}}</ref> Nella Valle di Vitalba, [[Atella (comune)|Atella]], sono attive diverse piccole e medie imprese, tra cui la Costruzioni Motori Diesel (CMD), specializzata in prodotti destinati ai settori automobilistico e nautico.<ref>{{cita web|url=http://www.cmdengine.com/storia/|titolo= CMD - Storia|sito=cmdengine.com|accesso=30 novembre 2020}}</ref> L'area ospitava anche uno stabilimento [[Parmalat]], in seguito rilevato dalla [[Vicenzi Group|Vicenzi]] per la produzione a marchio "Mister Day", che ha cessato l'attività nel 2018.<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/988552/atella-sedotta-e-abbandonata-la-vicenzi-apre-altrove-la-fabbrica.html|titolo=Atella sedotta e abbandonata la Vicenzi apre altrove la fabbrica|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=1 dicembre 2020}}</ref>
Una certa importanza è anche rivestita dalla zona industriale di [[Balvano]], in cui risiede uno stabilimento della [[Ferrero (azienda)|Ferrero]], nato nel 1987, che contribuì a risollevare le condizioni economiche del paese dopo il terremoto del 1980.<ref>{{cita web|url=http://www.lecronachelucane.it/2020/10/21/balvano-e-ferrero-sul-suddeutsche-zeitung/|titolo=Balvano e Ferrero sul Süddeutsche Zeitung|sito=lecronachelucane.it|accesso=28 novembre 2020}}</ref> Uno dei principali export della regione è rappresentato dalle acque minerali, con una produzione stimata di un miliardo di bottiglie l'anno.<ref>{{cita web|url=https://www.basilicata24.it/2020/07/acque-minerali-lucane-con-revoca-dellaumento-di-un-centesimo-al-litro-danno-erariale-allorizzonte-80530/|titolo=Acque minerali lucane, con revoca dell’aumento di un centesimo al litro danno erariale all’orizzonte|sito=basilicata24.it|accesso=29 novembre 2020}}</ref> Nella frazione [[Monticchio Bagni]] operano aziende come [[Fonti del Vulture]] e [[Gaudianello]] (controllate, rispettivamente, da [[Coca-Cola HBC|Coca-Cola]] e [[Norda]]), ai vertici in Italia nel comparto delle effervescenti naturali e con una forte presenza nel Meridione, soprattutto Puglia e Campania.<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/basilicata/230025/norda-compra-acqua-gaudianello-e-si-espande-a-sud.html|titolo=Norda compra acqua Gaudianello e si espande a Sud|sito=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=28 novembre 2020}}</ref> Non meno rilevanti nel settore sono Cutolo Rionero, con sede ad Atella, e Fonti del Pollino di [[Viggianello (Italia)|Viggianello]], entrambe parte del gruppo [[Acqua Minerale San Benedetto|San Benedetto]].<ref>{{cita web|url=https://www.instoremag.it/attualita/dopo-viggianello-san-benedetto-acquisisce-fonte-cutolo-e-si-rafforza-nel-mezzogiorno/20150211.4148/amp|titolo=Dopo Viggianello, San Benedetto acquisisce Fonte Cutolo e si rafforza nel Mezzogiorno|sito=instoremag.it|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
A Matera è presente l'industria ferroviaria [[Ferrosud]], diverse aziende alimentari come la [[Di Leo (azienda)|Di Leo]] e uno stabilimento del gruppo di arredamenti [[Natuzzi]]; nell'area industriale di [[Tito Scalo]] vi sono aziende operanti nei settori metalmeccanico e geotecnico mentre nella [[Val Basento|Valle del Basento]] sono presenti impianti di produzione tessile. Nel Metapontino, infine, vi è una presenza di aziende agricole con produzione industriale soprattutto di fragole e alberi da frutto.
=== Artigianato ===
[[File:Puntino ad ago-latronico.jpg|left|thumb|Puntino ad ago di [[Latronico]]]]
[[File:Arpa viggianese.png|thumb|[[Arpa viggianese|Arpa di Viggiano]]]]
In Basilicata, la tradizione artigianale è ancora molto presente. La lavorazione del legno è tra le più comuni e antiche, presente sin dall’epoca pre-romana, grazie alla fitta presenza di foreste e boschi<ref>{{cita web|url=https://www.guidaconsumatore.com/prodotti-artigianali/basilicata.html|titolo=Prodotti artigianali della Basilicata|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> e, in tutta la regione, si possono trovare diverse creazioni: mobili di pregio, suppellettili, strumenti musicali, oggetti domestici e a uso gastronomico. L'argilla, materiale di cui la regione è ricca,<ref name ="aptbasilicata">{{cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/L-artigianato.87.0.html|titolo=L'artigianato|sito=aptbasilicata.it|accesso=4 gennaio 2021|dataarchivio=19 novembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201119121006/https://www.aptbasilicata.it/L-artigianato.87.0.html|urlmorto=sì}}</ref> è utilizzata per la produzione di maioliche, porcellane e ceramiche, in particolare nel Vulture ([[Venosa]], [[Melfi]], Rionero), in Val Camastra ([[Calvello]]) e nel Materano ([[Grottole]], [[Policoro]], [[Matera]]).
Radicata è anche la lavorazione di cartapesta e tufo, soprattutto a Matera, per la creazione di sculture e oggetti d'arredamento. Paglia e vimini vengono adoperati per realizzare ceste, panieri, canestri in giunco e borse; tale tradizione è, perlopiù, diffusa a Maratea, ma anche in altri comuni come [[Francavilla in Sinni]], [[Accettura]], [[Ruoti]], [[Avigliano]] e Venosa. Il ricamo e il merletto sono attività ancora praticate in tutta la regione; [[Latronico]] è nota per una particolare tecnica detta "[[Latronico#Artigianato|puntino ad ago]]", molto laboriosa e unica in Italia.<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/835129/il-puntino-ad-ago-patrimonio-unesco.html|titolo=Il «puntino ad ago» patrimonio Unesco|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> Diffusa è anche la lavorazione di metalli e leghe come ferro, rame, ottone e latta per la fabbricazione di attrezzi per il camino, ringhiere, cancellate, campanacci per le mucche e utensili da cucina.<ref name ="aptbasilicata"/> Tra val d'Agri e alta collina materana avviene la lavorazione della pietra di [[Gorgoglione]], che trova molteplici utilizzi nel campo di arredamenti, pavimentazioni e rivestimenti.<ref>{{cita web|url=http://video.regione.basilicata.it/la-pietra-di-gorgoglione/|titolo=La pietra di Gorgoglione|accesso=29 agosto 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.centropagina.it/jesi/jesi-pietra-lucana-piazza-pergolesi/|titolo=Jesi, pietra lucana per piazza Pergolesi|accesso=29 agosto 2021}}</ref>
[[File:Balestra aviglianese.jpg|right|thumb|[[Balestra di Avigliano]]]]
Tra i prodotti più distintivi dell'artigianato basilicatese vi sono l'[[arpa viggianese|arpa di Viggiano]] (localmente detta ''arpicedda''), strumento iconico dei musicisti ambulanti lucani dei secoli trascorsi; il presepe in cartapesta e il cucù di Matera, un fischietto di argilla a forma di gallo; e l'orologio da torre di Lagonegro, unica realtà del genere nel centro-sud Italia.<ref>{{cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/La-fabbrica-di-orologi-da-torre.646.0.html|titolo=Lagonegro (PZ) - La fabbrica di orologi da torre|sito=aptbasilicata.it|accesso=4 gennaio 2021|dataarchivio=18 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200918144246/https://www.aptbasilicata.it/La-fabbrica-di-orologi-da-torre.646.0.html|urlmorto=sì}}</ref> Anche se quasi scomparsa, è ancora attiva la produzione della [[balestra di Avigliano]], antico coltello considerato un oggetto di pregio per i collezionisti.<ref>{{cita web|url=https://www.melandronews.it/2020/10/05/la-balestra-di-avigliano-realizzata-magistralmente-da-raffaele-guida/|titolo=La “Balestra di Avigliano” realizzata magistralmente da Raffaele Guida|sito=melandronews.it|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>
=== Turismo ===
[[File:Matera Luglio 2019.jpeg|thumb|[[Sassi di Matera]]]]
[[File:Marateacosta01.jpg|thumb|Scorcio della costa di [[Maratea]]]]
Il [[turismo]] è basato su tre categorie:
* Storico-culturale per quanto riguarda le città della [[Magna Grecia]] ([[Metaponto]], [[Policoro]], [[Nova Siri]]), le città d'epoca romana ([[Venosa]], [[Grumentum]]), le città medioevali ([[Melfi]], [[Miglionico]], [[Tricarico]], [[Valsinni]]), le [[città fantasma]] ([[Craco]], [[Campomaggiore]]) e i [[Sassi di Matera]], testimonianza di civiltà preistoriche, rupestri e contadine.
* Balneare per quanto riguarda le due coste lucane, quella tirrenica
* Montano-escursionistico
Al 2022, la Basilicata è la penultima regione per numero di pernottamenti, prima solo al [[Molise]].<ref>{{Cita web |url=https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/tgs00111/default/map?lang=en&category=t_reg.t_reg_tour|titolo=Nights spent at tourist accommodation establishments by NUTS 2 regions|accesso= 14 aprile 2024}}</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
Il territorio montuoso ha sempre reso difficili le comunicazioni nella regione; inoltre mancano gli [[aeroporti]], ad eccezione di un'[[aviosuperficie Enrico Mattei|aviosuperficie]] a Pisticci.
Oltre all'[[Autostrada A2 (Italia)|autostrada A2]] e al [[Raccordo autostradale 5|RA5 Potenza - A2]], la regione dispone di altre significative arterie, come la [[Strada statale 106 Jonica|S.S. 106 Jonica]] (strada a scorrimento veloce classificata extraurbana principale), la [[Strada statale 407 Basentana|S.S. 407 Basentana]] (strada extraurbana secondaria a due corsie per senso di marcia) la [[Strada statale 658 Potenza-Melfi|S.S. 658 Potenza - Melfi]] (e altre che seguono il corso dei principali fiumi lucani, la [[Strada statale 655 Bradanica|S.S. 655 Bradanica]] (Foggia - Matera) la S.S. [[Strada statale 598 di Fondo Valle d'Agri|598 Fondovalle dell'Agri]] e la S.S. 653 Fondavalle del Sinni ([[Policoro]] - [[Lauria]]). Altre strade di collegamento sono strade provinciali o ex strade statali.
I collegamenti ferroviari sono svolti da [[Trenitalia]] e [[Ferrovie Appulo Lucane]] che operano nei collegamenti da e verso la regione [[Puglia]] e Calabria.
Nella regione sono presenti le seguenti linee ferroviarie:
Riga 619 ⟶ 474:
* [[Ferrovia Jonica]]
* [[Ferrovia Foggia-Potenza]]
* [[Ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]]
* [[Ferrovia Rocchetta Sant'Antonio-Gioia del Colle]]
* [[Ferrovia Bari - Matera|Ferrovia Bari-Altamura-Matera]]
* [[Ferrovia Altamura-Avigliano-Potenza|Ferrovia Potenza-Avigliano di Lucania-Altamura]]
* [[Ferrovia Altamura-Avigliano-Potenza|Ferrovia Avigliano Città-Avigliano di Lucania]]
=== Porti ===
[[File:Porto turistico di Policoro - 13.jpg|thumb|Porto turistico di Policoro]]
Le uniche strutture portuali presenti in regione sono porti turistici dedicati alla nautica da diporto:
* [[Porto di Maratea|Porto turistico
* [[Porto turistico]]
* [[Porto turistico]]
=== Strade
{{Vedi anche|Strade provinciali della provincia di Matera|Strade provinciali della provincia di Potenza}}
* [[Autostrada A2 (Italia)|Autostrada A2 Salerno- Reggio Calabria]] (dall'uscita di [[Lagonegro]]-[[Maratea]] Nord all'uscita di [[Lauria]] Sud)
* [[Raccordo autostradale 5]] (dall'uscita di [[Sicignano degli Alburni]] all'uscita di [[Potenza (Italia)|Potenza]] Est)
* [[Strada statale 106 Jonica]] (dall'uscita di Tavole Palatine - [[Metaponto]] a [[Nova Siri]] Sud)
* [[Strada statale 407 Basentana]] (strada extraurbana secondaria a due corsie per senso di marcia) la [[Strada statale 658 Potenza-Melfi|S.S. 658 Potenza - Melfi]] (e altre che seguono il corso dei principali fiumi lucani, la [[Strada statale 655 Bradanica|S.S. 655 Bradanica]] (Foggia - Matera) la S.S. [[Strada statale 598 di Fondo Valle d'Agri|598 Fondovalle dell'Agri]] e la S.S. 653 Fondavalle del Sinni ([[Policoro]] - [[Lauria]])
=== Trasporto aereo ===
* [[Aviosuperficie Enrico Mattei|Aviosuperficie "Enrico Mattei"]] a [[Pisticci
== Cultura ==
=== Istruzione ===
L'[[Università degli Studi della Basilicata]], fondata nel 1982, è l'unico istituto universitario statale della regione; ha sede principale a Potenza e una sede distaccata a Matera. La regione ospita due conservatori: il [[Conservatorio Carlo Gesualdo da Venosa]] di Potenza e il [[Conservatorio Egidio Romualdo Duni]] di Matera. A Matera è ubicata la seconda sede dell'[[Istituto centrale per il restauro]] (ICR), inaugurata nel 2017. Dal 1997 Melfi è sede dell'[[università popolare]] "Francesco Saverio Nitti", federata alla Unione Nazionale Italiana Educazione Degli Adulti (UNIEDA).<ref>{{cita web|url=http://www.upmelfi.it/Chi%20siamo.html|titolo=Chi siamo|accesso=18 febbraio 2021}}</ref>
=== Ricerca ===
[[File:IRCCS - CROB Rionero.jpg|thumb|left|Il CROB di Rionero]]
L'[[Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico|IRCCS]] Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata (CROB) di Rionero è riconosciuto a livello nazionale nella specializzazione [[oncologia|oncologica]] con decreto ministeriale del 10 marzo 2008 e costituisce il terzo polo oncologico a carattere scientifico del Mezzogiorno, assieme all'[[Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - fondazione Giovanni Pascale|IRCCS Giovanni Pascale di Napoli]] e all'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di [[Bari]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/centri_di_eccellenza/oncologia/2011/07/15/centro-di-riferimento-oncologico-della-basilicata-rionero-in-vulture_151e706b-9a04-11e6-9836-00505695d1bc.html|titolo=Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata – Rionero in Vulture|accesso=16 febbraio 2021}}</ref> Dal 1994 è attivo il [[Centro di geodesia spaziale Giuseppe Colombo]] di Matera, parte del gruppo [[Telespazio]], che opera nel campo del [[telerilevamento]]. In regione vi sono due osservatori astronomici: l'[[Osservatorio astronomico di Castelgrande]], che possiede il secondo telescopio più grande d'Italia,<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/2017/04/25/news/r2_foto-163853372/|titolo=Le stelle della Basilicata: un osservatorio per rilanciare il territorio|accesso=16 febbraio 2021}}</ref> e il [[Planetario Osservatorio astronomico di Anzi]].
Viggiano accoglie una delle tre sedi della [[Fondazione Eni Enrico Mattei]], specializzata nello [[sviluppo sostenibile]], assieme a [[Milano]] e [[Venezia]].<ref>{{cita web|url=https://www.feem.it/it/chi_siamo/sedi/viggiano/|titolo=Fondazione Eni Enrico Mattei|accesso=14 febbraio 2021|dataarchivio=15 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211015202833/https://www.feem.it/it/chi_siamo/sedi/viggiano/|urlmorto=sì}}</ref> A [[Rotondella]] è presente il centro ricerche Trisaia dell'[[Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente|ENEA]], sede tra le altre cose dell'[[impianto ITREC]] (oggi di proprietà della [[SOGIN]]). Dal 1991 la zona industriale di [[Tito Scalo]] è sede di un'area di ricerca del [[CNR]], composta dall'Istituto di Metodologie di Analisi Ambientale, l'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale e l'Istituto di Struttura della Materia.
===Editoria===
Le emittenti televisive principali sono [[Televisione Radio del Mezzogiorno|Trm]] di Matera, Telecento e
=== Matera capitale europea della cultura 2019 ===
{{vedi anche|Matera capitale europea della cultura}}
Candidata nel 2008, Matera è stata designata il 17 ottobre 2014 [[capitale europea della cultura]] per l'anno 2019, insieme alla città bulgara di [[Plovdiv]]. È stata la quarta città italiana (dopo [[Bologna]], [[Firenze]] e [[Genova]]), prima del [[Italia meridionale|Mezzogiorno]], a ricevere questo riconoscimento.<ref>{{cita web|url=https://www.farecultura.com/matera-prima-citta-dellitalia-meridionale-capitale-della-cultura-europea-per-il-2019/|titolo=Matera, prima città dell’Italia meridionale “Capitale della Cultura europea” per il 2019|sito=farecultura.com|accesso=25 ottobre 2020}}</ref>
=== Arte ===
====Preistoria e antichità====
[[File:Pittore di pisticci, pelike con due donne, 440-430 ac ca.jpg|thumb|upright|[[Pelike]] di [[Pittore di Pisticci]]]]
[[File:Metapontum 2013.JPG|thumb|left|[[Tavole Palatine]], Metaponto]]
Prime testimonianze artistiche, databili tra fine [[Paleolitico]] e [[Mesolitico]], sono rintracciabili nelle pitture rupestri del complesso detto [[Tuppo dei sassi]], nei boschi di [[Lagopesole]], scoperto nel 1965 e considerato la più antica traccia artistica dell’uomo in Basilicata.<ref>{{cita web|url=https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1023&id=3005697|titolo=Le pitture rupestri di Tuppo dei Sassi di Filiano|accesso=3 febbraio 2021|dataarchivio=27 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200627030929/https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1023&id=3005697|urlmorto=sì}}</ref> Testimonianze di epoca preistorica provenienti dall'area della Murgia materana sono custodite nel [[museo archeologico nazionale Domenico Ridola]] di Matera.
Il materiale ceramico rivela una grande tradizione nella lavorazione dell'argilla, in gran parte rinvenuto nei siti di [[Cultura di Serra d'Alto|Serra d'Alto]] e [[Metaponto (sito archeologico)|Metaponto]], in cui operò il [[Pittore di Pisticci]], pioniere della [[ceramica lucana]], la più antica fabbrica di ceramografia [[italiota]];<ref>Antonio M. Giambersio, ''Il pittore di Pisticci: il mondo e l'opera di un ceramografo della seconda metà del V secolo a.C.'', Congedo, 1989, p.13</ref> e altri come [[Pittore di Amico]] e [[Pittore di Policoro]]. Della cultura greca a Metaponto rimangono anche i resti di un tempio dedicato a [[Era (divinità)|Hera]], noto come [[Tavole Palatine]] e detto anche "Scuola di [[Pitagora]]" in onore del filosofo che insegnò e visse l'ultima fase della sua vita nell'attuale frazione di [[Bernalda]]. Nel territorio di [[Armento]] furono rinvenuti reperti orafi e scultorei quali la [[corona di Kritonios]], il Satiro in ginocchio e il cavaliere di Armento, i primi due oggi esposti alle [[Staatliche Antikensammlungen]] di [[Monaco di Baviera]],<ref>{{cita web|url=https://www.basilicataturistica.it/territori/armento/|titolo=Armento|accesso=21 febbraio 2021}}</ref> il terzo al [[British Museum]] di [[Londra]].<ref>{{cita web|url=https://www.famedisud.it/dalla-lucania-alle-sale-del-british-museum-larcaica-bellezza-del-cavaliere-di-armento/|titolo=Dalla Lucania alle sale del British Museum, l’arcaica bellezza del Cavaliere di Armento|accesso=27 febbraio 2021}}</ref>
Testimonianza di epoca romana è il cosiddetto [[sarcofago di Melfi]] (detto anche di [[Rapolla]], luogo in cui fu rinvenuto), proveniente dall'[[Asia Minore]] e oggi preservato nel [[museo archeologico nazionale del Melfese]]. Le [[catacombe ebraiche di Venosa]] costituiscono un importante lascito di civiltà ebraica in Italia meridionale.
====Medioevo====
[[File:Ita11175 04.jpg|left|thumb|Chiesa rupestre della Madonna delle Virtù, Matera]]
Nuovi impulsi artistici si ebbero con l'arrivo dei [[monaci basiliani]], in particolare nel Materano dove lasciarono un'alta concentrazione di [[Chiese rupestri di Matera|chiese rupestri]] (155 a oggi accertate), considerate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,<ref name ="profilo artistico">{{cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/Profilo-artistico.48+M5a583054e74.0.html|titolo=Profilo artistico|accesso=3 febbraio 2021|dataarchivio=9 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210209041823/https://www.aptbasilicata.it/Profilo-artistico.48+M5a583054e74.0.html|urlmorto=sì}}</ref> ma anche nel Pollino, nelle valli dell'[[Agri (fiume)|Agri]] e del [[Sinni]]; seguiti dai [[benedettini]] che fecero erigere monumenti come le abbazie dedicate a San Michele Arcangelo di [[Abbazia di San Michele Arcangelo (Monticchio)|Monticchio]] e [[Abbazia di San Michele Arcangelo (Montescaglioso)|Montescaglioso]], e l'[[Complesso della Santissima Trinità#Chiesa incompiuta|abbazia incompiuta]] di Venosa.
[[File:Abbazia Santissima Trinità Venosa Affresco navata destra.jpg|thumb|Monumento funerario degli [[Altavilla]], Santissima Trinità di Venosa]]
Nel periodo normanno e svevo sorsero numerose fortificazioni e ampliamenti di strutture longobarde e bizantine preesistenti, molti dei quali oggi sono ridotti in rovine. Tra le strutture di origine normanno-sveva meglio conservate vi sono i castelli di [[Castello di Melfi|Melfi]], [[Castello di Lagopesole|Lagopesole]], [[Miglionico]] (più noto come [[Castello del Malconsiglio]] per le vicende legate alla [[congiura dei baroni]]), [[Castello di Valsinni|Valsinni]] e [[Castello marchesale (Palazzo San Gervasio)|Palazzo San Gervasio]]. Esempi di [[arte romanica]] sono le cattedrali di [[Cattedrale di Acerenza|Acerenza]], [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Melfi)|Melfi]], [[Concattedrale di Rapolla|Rapolla]] e [[Cattedrale di Matera|Matera]]; la [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Potenza)|chiesa di San Michele]] di Potenza, il [[santuario di Santa Maria Regina di Anglona]] di Tursi e la [[badia di Santa Maria di Pierno]].
Il [[complesso della Santissima Trinità]] di Venosa presenta tracce di origine romana, [[arte paleocristiana|paleocristiana]], [[arte longobarda|longobarda]] e romanica, e custodisce il sacrario degli [[Altavilla]], in cui furono sepolti [[Roberto il Guiscardo]] e i suoi fratelli.<ref>{{cita web|url=https://www.comune.venosa.pz.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14|titolo=Abbazia della SS. Trinità|accesso=5 febbraio 2021|dataarchivio=25 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200925064450/https://www.comune.venosa.pz.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14|urlmorto=sì}}</ref> Appartengono all'[[angioini|epoca angioina]] gli affreschi della Trinità di Venosa e delle chiese rupestri di Santa Maria della Valle di Matera, Sant'Antuono di [[Oppido Lucano]], Santa Lucia di Rapolla e di [[Chiesa rupestre di Santa Margherita (Melfi)|Santa Margherita]] di Melfi, in quest'ultima vi è raffigurata una delle interpretazioni medievali dell'[[incontro dei tre vivi e dei tre morti]].<ref>{{cita web|url=http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/pittura/I%20raccolta/07.pdf|titolo=Età angioina|accesso=21 febbraio 2021}}</ref>
====Età moderna====
[[File:達文西自畫像.jpg|thumb|upright|[[Ritratto lucano|Presunto ritratto]] di [[Leonardo da Vinci]], [[Museo delle antiche genti di Lucania]], [[Vaglio Basilicata|Vaglio]]]]
Con l'insediamento aragonese, sorsero i castelli di [[Castello Aragonese (Venosa)|Venosa]], [[Castello di Bernalda|Bernalda]] e il [[castello Tramontano]] di Matera, rimasto incompiuto dopo l'assassinio del suo feudatario [[Giovan Carlo Tramontano]], e il [[Palazzo Loffredo (Potenza)|palazzo Loffredo]] di Potenza, oggi sede del [[museo archeologico nazionale della Basilicata]]. Prime testimonianze rinascimentali in Basilicata sono il presepe in pietra di [[Altobello Persio]] e la cappella dell'Annunziata realizzata dal figlio Giulio, entrambi nella cattedrale di Matera; nonché il [[polittico di Miglionico]] realizzato da [[Cima da Conegliano]]<ref name ="profilo artistico"/>, il polittico di [[Giovanni Bellini]] custodito nella chiesa di Santa Maria della Platea a [[Genzano di Lucania]] e la statua di Sant'Eufemia, di incerta attribuzione al [[Andrea Mantegna|Mantegna]] o a [[Pietro Lombardo (scultore)|Pietro Lombardo]], nella [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Irsina)|concattedrale di Santa Maria Assunta]] di [[Irsina]].
A quest'epoca risale un presunto ritratto di [[Leonardo da Vinci]] (etichettato come [[ritratto lucano]]), conservato nel museo delle antiche genti di Lucania di [[Vaglio Basilicata|Vaglio]]. Agli inizi del cinquecento, i pittori toscani Bartolomeo da [[Pistoia]] e [[Simone da Firenze]] operarono in Basilicata: il primo fu autore di affreschi nel [[santuario di San Donato]] a [[Ripacandida]] e nella chiesa matrice di San Giovanni Battista a [[Calciano]], il secondo realizzò numerose opere, in particolare una raffigurazione dell'[[adorazione dei Magi]] nella [[Concattedrale di Sant'Andrea (Venosa)|concattedrale di Sant'Andrea]] di Venosa (della quale è rimasta un frammento) e un polittico nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a [[Senise]], assieme ad altre disseminate tra [[Stigliano]], [[San Chirico Raparo]] e [[Salandra]].
La pittura locale, di [[pittura napoletana|scuola napoletana]], ebbe come esponenti [[Giovanni De Gregorio (pittore)|Giovanni de Gregorio]] detto "Il Pietrafesa", [[Carlo Sellitto]], [[Pietro Antonio Ferro]] e [[Giovanni Todisco]]. Da Napoli giunsero alcuni [[pittori fiamminghi]] che lasciarono non poche opere in terra lucana, alcuni nomi sono [[Dirk Hendricksz]], [[Guglielmo Borremans]], [[Aert Mytens]], [[Cristiano Danona]] e [[Cornelis Smet]].<ref>{{cita web|url=https://www.yumpu.com/it/document/read/15108060/1-consiglio-regionale-della-basilicata|titolo=La presenza dei pittori fiamminghi in Basilicata|accesso=6 febbraio 2021}}</ref>
====Dal Barocco all'età contemporanea====
[[File:Satriano di Lucania, murales 31.jpg|thumb|left|[[murales di Satriano di Lucania|Murale a Satriano di Lucania]]]]
All'epoca [[architettura barocca|barocca]] risalgono il [[Palazzo Lanfranchi (Matera)|palazzo Lanfranchi]] e il [[Palazzo del Sedile (Matera)|palazzo del Sedile]] di Matera, oggi sede del [[Conservatorio Egidio Romualdo Duni|conservatorio]]. Il [[Palazzo del Vescovado (Melfi)|palazzo vescovile di Melfi]], benché di origini normanne, subì radicali mutazioni a causa dei terremoti, fino ad assumere un impianto prettamente barocco. Nel XIX secolo si distinsero i pittori [[Giacomo Di Chirico]], [[Vincenzo Marinelli]], [[Michele Tedesco]] e lo scultore [[Antonio Busciolano]].
A [[Palazzo San Gervasio]], [[Palazzo San Gervasio#Pinacoteca e Biblioteca "Camillo d'Errico"|Camillo D'Errico]], ricco possidente con la passione dell'arte, acquistò quadri di scuola napoletana e europea arrivando, con il passare del tempo, a formare una grande pinacoteca. Con oltre trecento dipinti, circa cinquecento stampe e seimila volumi, quella del D'Errico è la più grande collezione privata del Mezzogiorno.<ref>{{cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/il-ministero-non-puo-usucapire-quadri-una-fondazione-AE3yMxhC|titolo=Il ministero non può usucapire i quadri di una fondazione|accesso=13 maggio 2021}}</ref> Ad oggi, le opere sono esposte tra la pinacoteca D'Errico di Palazzo San Gervasio e il [[Museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata|Museo d'arte medievale e moderna]] di Matera.
Tra gli artisti contemporanei sono da citare i pittori [[Joseph Stella]], [[Luigi Guerricchio]], [[Mauro Masi (pittore)|Mauro Masi]], [[Antonio Masini (artista)|Antonio Masini]], [[Maria Padula]], e gli scultori [[Beniamino Bufano]], [[Marino di Teana]] e [[Eugenio Santoro (scultore)|Eugenio Santoro]]. [[Carlo Levi]], [[Kengiro Azuma]], [[José Ortega (artista)|José Ortega]] lasciarono importanti opere in Basilicata, oggi custodite a Matera. È di [[Bruno Innocenti]] il [[Statua del Redentore (Maratea)|Cristo di Maratea]], una delle statue dedicate al Redentore più grandi d'Europa e la [[Statue più alte del mondo#Lista di statue più alte d'Italia|seconda statua più alta d'Italia]].<ref>{{cita web|url=https://www.lastampa.it/viaggi/italia/2018/02/19/news/statue-in-italia-qual-e-la-piu-alta-1.33982103|titolo=Statue in Italia, qual è la più alta?|accesso=5 febbraio 2021}}</ref>
L'artista rumeno Constantin Udroiu, esule sotto il regime di [[Nicolae Ceaușescu|Ceaușescu]] ed esponente dell'[[arte bizantina]] contemporanea, realizzò opere pittoriche in diverse località della regione: [[Accettura]], Matera, [[Montescaglioso]], Potenza, Melfi, [[Genzano di Lucania]], Bernalda, Metaponto, [[Montalbano Jonico]] e Ferrandina.<ref>{{cita web|url=https://www.agenziacomunica.net/2019/07/01/la-basilicata-rende-onore-al-pittore-constantin-udroiu/|titolo=La Basilicata rende onore al pittore Constantin Udroiu|accesso=16 febbraio 2021}}</ref> Negli anni ottanta nacque il fenomeno dei [[murales di Satriano di Lucania]], che ha fregiato il comune del titolo di "borgo più dipinto d'Italia".<ref>{{cita web|url=https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=2984129|titolo=Satriano di Lucania si conferma il borgo più dipinto d'Italia|accesso=7 febbraio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://siviaggia.it/borghi/foto/satriano-di-lucania-borgo-dipinto-basilicata/8614/|titolo=Satriano di Lucania, ecco il borgo più dipinto d’Italia. Foto|accesso=7 febbraio 2021}}</ref> Altri murales possono essere ammirati nei comuni vicini di [[Sant'Angelo Le Fratte]] e [[Savoia di Lucania]].<ref>{{cita web|url=https://quibasilicata.it/in-basilicata-la-valle-piu-dipinta-ditalia-oltre-400-murales-animano-i-vicoli-di-satriano-di-lucania-santangelo-le-fratte-e-savoia-di-lucania/|titolo=In Basilicata la valle più dipinta d’Italia! Oltre 400 murales animano i vicoli di Satriano di Lucania, Sant’Angelo le Fratte e Savoia di Lucania|accesso=25 maggio 2021|dataarchivio=25 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210525094834/https://quibasilicata.it/in-basilicata-la-valle-piu-dipinta-ditalia-oltre-400-murales-animano-i-vicoli-di-satriano-di-lucania-santangelo-le-fratte-e-savoia-di-lucania/|urlmorto=sì}}</ref>
=== Letteratura ===
[[File:Quinto Orazio Flacco.jpg|thumb|left|''Orazio Flacco'', [[Giacomo Di Chirico]] (1871)]]
In epoca romana, la colonia di Venosa diede i natali a [[Quinto Orazio Flacco]], semplicemente noto come Orazio, uno dei maggiori poeti latini, dalle cui opere sono tratte citazioni in uso ancora oggi come ''[[Carpe diem]]'', ''[[Aurea mediocritas]]'', ''[[Nunc est bibendum]]'' e ''[[In medias res]]''. Orazio, che visse la fanciullezza nel Vulture, decantava nelle sue odi la natia Venosa e altri luoghi che frequentava nella prima fase della sua vita come [[Acerenza]], [[Forenza]] e [[Banzi]].<ref>{{Cita web|url=https://consiglio.basilicata.it/archivio-news/files/docs/10/41/41/DOCUMENT_FILE_104141.pdf|titolo=I luoghi della memoria in Orazio|sito=consiglio.basilicata.it|accesso=7 novembre 2020|urlmorto=sì}}</ref>
Sotto il dominio svevo, la Basilicata conobbe uno sviluppo letterario, in particolare nel Vulture, attraverso figure come [[Riccardo da Venosa]] ed [[Eustachio da Matera]]. Per secoli ignorata, ''[[Paolino e Polla]]'' di Riccardo da Venosa, fu riscoperta a metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e, in tempi moderni, è stata oggetto di studio per la sua particolare vena ironica.
Il [[Rinascimento]] basilicatese vide Venosa come principale centro culturale, favorita dall'eredità di Orazio e dal mecenatismo dei [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]] e [[Del Balzo]]; con la nascita dell'Accademia ''dei Piacevoli'' e ''dei Soavi'' e l'Accademia ''dei Rinascenti'', quest'ultima fondata da Emanuele Gesualdo, figlio del compositore [[Carlo Gesualdo|Carlo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/Appunti%20Letterat/Appunti%20Lett%20Parte%2007.pdf|titolo=VI. Le accademie venosine dei Piacevoli e dei Rinascenti|sito=old.consiglio.basilicata.it|accesso=30 ottobre 2020}}</ref> Il [[petrarchismo]] ebbe come esponenti [[Isabella di Morra]], benché il suo stile oscuro e malinconico si differenziava dalla poesia amorosa in voga al tempo, tanto da anticipare i temi che saranno propri del [[Romanticismo]];<ref>{{Cita web|url=https://escholarship.org/uc/item/7t92v4wf|accesso=21 ottobre 2020|titolo=E donna son, contra le donne dico: il canzoniere di Isabella di Morra|autore= Nunzio Rizzi|sito=escholarship.org}}</ref> e [[Aurora Sanseverino]], poetessa dell'[[Accademia dell'Arcadia|Arcadia]], annoverata tra i più grandi mecenati del [[regno di Napoli]] in [[Barocco|epoca barocca]].<ref>{{cita libro|autore=Paologiovanni Maione|titolo=Fonti d'archivio per la storia della musica e dello spettacolo a Napoli tra XVI e XVIII secolo|editore=[[Editoriale Scientifica]]|città=Napoli|anno=2001|p=145|ISBN=978-8-88-832110-3|url=https://www.academia.edu/26621517/Fonti_darchivio_per_la_storia_della_musica_e_dello_spettacolo_a_Napoli_tra_XVI_e_XVII_secolo|formato=PDF|sito=Academia.edu|accesso=22 settembre 2020}}</ref> [[Tommaso Stigliani]], personaggio irriverente e, inizialmente, amico di [[Giovan Battista Marino]], divenne in seguito uno dei maggiori letterati antimarinisti del suo tempo.<ref>{{Cita web|url=https://consiglio.basilicata.it/archivio-news/files/docs/03/40/15/58/DOCUMENT_FILE_3401558.pdf|accesso=28 gennaio 2021|titolo=Tommaso Stigliani
tra barocco e antimarinismo|autore=Francesca Mariorenzi|dataarchivio=1 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210201120237/https://consiglio.basilicata.it/archivio-news/files/docs/03/40/15/58/DOCUMENT_FILE_3401558.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ''[[Lo cunto de li cunti]]'' di [[Giambattista Basile]] raccoglie diverse fiabe ambientate in Basilicata, come nelle zone di [[Lagonegro]], [[Acerenza]] e [[Lagopesole]].
Successivamente, la Basilicata, sempre più isolata e lontana dal progresso, conobbe un irreversibile declino culturale che spinse diversi intellettuali a spostarsi nei maggiori centri come Napoli o al di fuori del regno. Tra il Settecento e l'Ottocento si distinsero [[Francesco Lomonaco]], detto il "[[Plutarco]] italiano"<ref>Antonino De Francesco, ''La democrazia alla prova della spada: esperienza e memoria del 1799 in Europa'', Guerini e Associati, 2003, p.556</ref> e mentore di [[Alessandro Manzoni]]; [[Ferdinando Petruccelli della Gattina]], considerato l'iniziatore del ''[[Antipolitica#L'antiparlamentarismo|romanzo parlamentare]]'' italiano;<ref>{{Cita web|url=https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-14/lantipolitica-nata-1861-romanzi-171211.shtml?uuid=Ab6mYUUH|accesso=1 novembre 2020|titolo=Ma quale Grillo. L'antipolitica è nata nel 1861 con i romanzi 'parlamentari'|sito=ilsole24ore.com}}</ref><ref>Rodolfo De Mattei, ''Dal "trasformismo" al socialismo'', G. Sansoni, 1940, p.124</ref> [[Nicola Sole (poeta)|Nicola Sole]], autore di apprezzati canti patriottici; [[Francesco Torraca]], noto per i suoi studi su [[Dante]] e uno dei maggiori critici letterari del suo tempo.<ref>''Accademie e biblioteche d'Italia'', Volume 36, Palombi, 1968, p.379</ref> In campo giuridico spiccano [[Giovanni Battista De Luca]], considerato il fondatore del lessico giuridico italiano;<ref>''Prima lezione di storia della lingua italiana'', [[Luca Serianni]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Giuseppe Laterza & Figli]], 2015, [https://books.google.it/books?id=W8iODAAAQBAJ&pg=PT23&dq=&f=false#v=onepage&q&f=false]</ref> e [[Mario Pagano]], che gettò le basi dell'odierna [[Corte Costituzionale]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Antonello Lo|cognome=Calzo|data=2013-01-01|titolo=Protosistemi di Giustizia Costituzionale: Il Corpo degli Efori nella Costituzione della Repubblica Napoletana del 1799|rivista=Historia Constitucional|volume=0|numero=14|pp=251-305|lingua=it|accesso=2017-01-02|url=http://www.historiaconstitucional.com/index.php/historiaconstitucional/article/view/375}}</ref>
Tra gli autori del Novecento lucano una menzione va a [[Leonardo Sinisgalli]], [[Rocco Scotellaro]], [[Beniamino Placido]] e [[Albino Pierro]], tre volte candidato al [[premio Nobel per la letteratura]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/20/si-chiama-pierro-vedovo-del-nobel.html|accesso=31 ottobre 2020|titolo=Si chiama Pierro, è vedovo del Nobel|sito=ricerca.repubblica.it}}</ref> [[Carlo Alianello]], romano di origini lucane, ambientò alcune opere letterarie nella terra d'origine dei suoi genitori, tra cui ''[[L'Alfiere (romanzo)|L'alfiere]]'' e ''[[L'eredità della priora (romanzo)|L'eredità della priora]]'', che diverranno soggetto di miniserie televisive. Tra i contemporanei sono da citare [[Raffaele Nigro]], [[Gaetano Cappelli]], [[Giuseppe Lupo]] e [[Mariolina Venezia]].
===
[[File:
Uno strumento musicale tipico del folclore lucano è l'[[arpa viggianese]] (detta anche ''arpa portativa'' o, in dialetto, ''arpicedda''), un'arpa di modeste dimensioni, con una struttura sottile e leggera che ne facilitano il trasporto. Nei secoli trascorsi, fu lo strumento distintivo dei musicisti erranti della Val d'Agri che vagarono per il mondo esportando le proprie tradizioni, molti dei quali furono ammessi in orchestre sinfoniche a livello internazionale.<ref>{{Cita web|url= https://www.unioneproloco.it/unpli/arcobaleno-ditalia/arcobaleno-ditalia-%E2%80%A2-02-2018/larpicedda-di-viaggiano/|titolo= L’arpicedda di Viggiano|accesso= 29 ottobre 2020|sito= unioneproloco.it|dataarchivio= 27 ottobre 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211027102117/https://www.unioneproloco.it/unpli/arcobaleno-ditalia/arcobaleno-ditalia-%E2%80%A2-02-2018/larpicedda-di-viaggiano/|urlmorto= sì}}</ref> L'arpa portativa è anche lo strumento di Remì, protagonista di ''[[Senza famiglia]]'' di [[Hector Malot]], il quale avrebbe tratto ispirazione dai musicanti viggianesi e il loro caratteristico strumento.<ref>{{cita web|titolo=L’arpa perduta - L’identità dei musicanti girovaghi|url=http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/files/docs/28/54/62/DOCUMENT_FILE_285462.pdf|sito=consiglio.basilicata.it|accesso=29 ottobre 2020|dataarchivio=7 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160507175357/http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/files/docs/28/54/62/DOCUMENT_FILE_285462.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=GGloAAAAMAAJ&q=%22La+figura+del+musicante+che+percorre+le+strade+%22&dq=%22La+figura+del+musicante+che+percorre+le+strade+%22&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjJ6_f289rsAhVQpYsKHTojBFgQ6AEwAXoECAEQAg Archivio della Società romana di storia patria], Volume 119, 1997, p.203</ref> A Viggiano ha sede la prima scuola in Italia di arpa popolare italiana, fondata dall'arpista [[Giuliana De Donno]], già componente del gruppo musicale [[Paideja]]. Altri strumenti della tradizione sono [[zampogna]], [[ciaramella]] e [[cupa cupa]].
Tra i compositori sono da menzionare [[Giovanni da Oppido]], autore del più antico manoscritto pervenuto di musica ebraica<ref>Norman Golb, Obadiah the Proselyte: Scribe of a Unique Twelfth-Century Hebrew Manuscript Containing Lombardic Neumes, in The Journal of Religion, vol. 45 no. 2 (Apr., 1965) pp.153-56.</ref>; [[Carlo Gesualdo da Venosa]], talvolta citato come il maggiore [[madrigale|madrigalista]] del XVI secolo;<ref>{{Cita web|url= https://www.illibraio.it/news/narrativa/andrea-tarabbia-carlo-gesualdo-da-venosa-953163/|titolo=Andrea Tarabbia racconta la storia e la leggenda di Carlo Gesualdo da Venosa|accesso= 29 ottobre 2020|sito= illibraio.it}}</ref> e [[Carlo Curti]], fondatore dell{{'}}''Orquestra Típica Mexicana'', considerata una precorritrice delle bande [[mariachi]];<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Castillo|nome=Manuel M.|data=2014|titolo=Italian and Spanish works of Mexican composers: Maria Grever, Ignacio Fernandez Esperon "Tata Nacho," and Agustin Lara|url=http://uknowledge.uky.edu/music_etds/32/|rivista=The University of Kentucky UKnowledge, Thesis and Dissertations, Music|editore=The University of Kentucky|p=20|accesso=8 settembre 2015|citazione=The Orquesta Típica is the predecessor of the Mariachi bands and is the same orchestra that Tata Nacho conducted from 1960-1968.}}</ref> tra gli altri [[Giovanni Maria Trabaci]], [[Egidio Romualdo Duni]], [[Vincenzo Ferroni]], [[Francesco Stabile]], [[Rocco Cristiano]] e [[Leonardo De Lorenzo]]. Il [[duo comico]] [[Lyons and Yosco]] ottenne notorietà negli Stati Uniti con il brano ''Spaghetti Rag'', che vendette un milione di copie.<ref>{{Cita libro|cognome=Jasen|nome=David A,|data=1986|titolo=Ragtime gems: original sheet music for 25 ragtime classics|url=https://books.google.com/?id=AVo30wDPbIMC&lpg=PR3&dq=spaghetti%20rag%20recording&pg=PR3#v=onepage&q=spaghetti%20rag%20recording&f=false|città=New York|editore=Dover Publications|p=iii|isbn=978-0-486-25248-3}}</ref> [[Ruggero Leoncavallo]], durante un soggiorno a Potenza, avrebbe intrapreso la composizione dell'opera ''[[Chatterton (opera)|Chatterton]]''.<ref>{{Cita web|url= http://www.potentiareview.it/2017/07/30/potenza-lenigmatica-genesi-del-thomas-chatterton-leoncavallo/|titolo= Potenza e l'enigmatica genesi del "Thomas Chatterton" di Leoncavallo|accesso= 26 maggio 2021}}</ref>
Tra gli artisti moderni, grande successo è stato riscosso da [[Mango (cantante)|Mango]] e [[Arisa]] in ambito [[musica pop|pop]]; per quanto riguarda la [[musica etnica]] un notevole contributo si deve ad [[Antonio Infantino]] e i [[Tarantolati di Tricarico]].<ref>{{Cita web|url= https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2018/01/30/news/e_morto_antonio_infantino_leader_sorico_dei_tarantolati_di_tricarico-187655716/|titolo= È morto Antonio Infantino, leader storico dei Tarantolati di Tricarico|accesso= 29 ottobre 2020|sito= repubblica.it}}</ref> Nei primi anni duemila è stato attivo sulla scena musicale il gruppo rock [[Le Mani (gruppo musicale anni 2000)|Le Mani]]. Un'altra formazione musicale, i [[Krikka Reggae]], presenta uno stile che abbina il [[dialetto metapontino]] alla [[Reggae|musica giamaicana]].<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/-gazzettamusic/1229119/dalla-basilicata-la-krikka-reggae-e-ripartita-in-confusione.html|titolo= Dalla Basilicata la Krikka Reggae è ripartita in “Confusione”|accesso= 4 novembre 2020|sito= lagazzettadelmezzogiorno.it}}</ref> Nel panorama chitarristico spiccano [[Vittorio Camardese]], medico di professione che rivoluzionò la tecnica del [[tapping]],<ref>{{Cita web|url=http://www.potentiareview.it/2017/01/10/quel-potentino-schivo-non-volle-diventare-stella-del-jazz/|titolo= Quel potentino schivo che non volle diventare una stella del jazz|accesso= 26 maggio 2021}}</ref> e [[Pino Forastiere]], tra i maggiori rappresentanti della chitarra acustica moderna in Italia.<ref>{{Cita web|url=https://www.fingerpicking.net/intervista-pino-forastiere/|titolo=Intervista a Pino Forastiere|accesso=29 novembre 2020|sito=fingerpicking.net|dataarchivio=9 dicembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201209222334/https://www.fingerpicking.net/intervista-pino-forastiere/|urlmorto=sì}}</ref> [[GionnyScandal]], [[Chiello]] e [[Angelina Mango]] si sono distinti nel panorama musicale italiano degli anni recenti.
=== Cinema e televisione ===
{{vedi categoria|Cinema in Basilicata}}
[[File:Pasolini - foto di Domenico Notarangelo.jpg|left|thumb|[[Enrique Irazoqui]] e [[Pier Paolo Pasolini]] a Matera, sul set de ''[[Il vangelo secondo Matteo]]'' (1964)]]
Nonostante, sul finire degli anni venti del novecento, la regione iniziò ad apparire su alcune produzioni propagandistiche dell'[[Istituto Luce]],<ref>{{Cita web|url=https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/search/result.html?luoghi=%22Basilicata%22&activeFilter=luoghi|titolo=Archivio Luce|sito=patrimonio.archivioluce.com|accesso=5 novembre 2020}}</ref> solo a partire dal dopoguerra la Basilicata diventa meta di numerose pellicole cinematografiche nazionali e internazionali.
Matera è il palcoscenico più ambito. I [[Sassi di Matera|Sassi]] fanno da sfondo per diverse produzioni a tema religioso, che accomunano la città a [[Gerusalemme]];<ref>{{Cita web|url=https://www.cineturismo.it/index.php/news-1/movie-tours-nel-mondo-1/2114-dieci-film-girati-a-matera-in-attesa-di-bond-25|titolo=Dieci film girati a Matera (in attesa di Bond 25)|sito=cineturismo.it|accesso=3 novembre 2020}}</ref> nonché a carattere etnico-sociale, rappresentando terre arcaiche, misteriose e lontane dalla civiltà. Altri centri cinematografici sono [[Craco]], Melfi, Maratea e, in anni recenti, la scenografia ha interessato anche i comuni sulle [[Dolomiti lucane]] come [[Castelmezzano]] e [[Pietrapertosa]].
La prima pellicola girata in regione fu ''Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato'' (1949) di [[Carlo Lizzani]], un documentario dedicato alla [[questione meridionale]], in cui Matera appare tra i luoghi di ripresa.<ref>{{Cita web|url=https://www.cinematografo.it/news/bacalov-risuona-il-vangelo-secondo-matteo/|titolo=Bacalov “risuona” Il Vangelo secondo Matteo|sito=cinematografo.it|accesso=30 novembre 2020}}</ref> Nel tempo si sono succedute altre opere come ''[[Gli anni ruggenti]]'' (1962), ''[[Il demonio]]'' (1963), ''[[Il Vangelo secondo Matteo]]'' (1964), ''[[Non si sevizia un paperino]]'' (1972), ''[[Cristo si è fermato a Eboli (film)|Cristo si è fermato a Eboli]]'' (1979), ''[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]'' (2003), ''[[La passione di Cristo (film 2004)|La Passione di Cristo]]'' (2004), ''[[Quantum of Solace]]'' (2008), ''[[Basilicata coast to coast]]'' (2010), ''[[Wonder Woman (film 2017)|Wonder Woman]]'' (2017) e ''[[No Time to Die]]'' (2021).<ref>{{Cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/fileadmin/immagini/opuscoli_informativi/2011/ciaksiviaggia_2011.pdf|titolo=Ciak, si viaggia! Location cinematografiche in Basilicata|sito=aptbasilicata.it|accesso=7 novembre 2020|dataarchivio=11 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120511195710/http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/immagini/opuscoli_informativi/2011/ciaksiviaggia_2011.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref name ="start2020">{{Cita web|url=http://start2020.it/wp-content/uploads/2020/08/Mappatura-Film-e-Fiction-girati-nellarea-GAL-START-2020.pdf|titolo=Basilicata Cineturismo Experience + “Cinema – Movie Tours – Experience … and more”|sito=start2020.it|accesso=7 novembre 2020}}</ref> Film come ''[[Il brigante di Tacca del Lupo]]'' (1952), ''[[Il conte di Matera]]'' (1957), ''[[Li chiamarono... briganti!]]'' (1999) sono ambientati in Basilicata, ma le riprese non vennero effettuate in regione.<ref>{{cita web|url=https://www.davinotti.com/forum/___location-verificate/il-brigante-di-tacca-del-lupo/50015273|titolo=Il brigante di Tacca del Lupo (1952)|sito=davinotti.com|accesso=5 novembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.tusciaterradicinema.it/it/film/conte-matera-il|titolo=Il conte di Matera|sito=tusciaterradicinema.it|accesso=5 novembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/spettacoli/cards/film-giornoli-chiamaronobriganti/ma-set-non-sud.shtml|titolo=Un film al giorno/Li chiamarono...Briganti!|sito=corrieredelmezzogiorno.corriere.it|accesso=5 novembre 2020}}</ref> ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' (1960), benché girato e ambientato a Milano, ha come protagonista una famiglia di immigrati lucani, su scelta del regista [[Luchino Visconti]] dopo un periodo di ricerche su usi e costumi locali.<ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.italianisti.it/pubblicazioni/atti-di-congresso/la-letteratura-italiana-e-le-arti/Locantore_Visconti_Adi_Napoli.pdf|autore=Maura Locantore|titolo=Il Vero e l'Ideale nell'immaginario di Luchino Visconti in 'Rocco e i suoi fratelli'|pubblicazione=La letteratura italiana e le arti, Atti del XX Congresso
dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Napoli, 7-10 settembre 2016)|curatore=L. Battistini, V. Caputo, M. De Blasi, G. A. Liberti, P. Palomba, V. Panarella, A. Stabile|città=Roma|editore=Adi editore|anno=2018|isbn|9788890790553|accesso=14 aprile 2024}}</ref>
Tra le serie televisive sono da menzionare ''[[L'Alfiere (miniserie televisiva)|L'Alfiere]]'' (1956), ''[[L'eredità della priora]]'' (1980), ''[[Il generale dei briganti]]'' (2012), ''[[Questo è il mio paese]]'' (2015), ''[[Sorelle (serie televisiva)|Sorelle]]'' (2017), ''[[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]]'' (2019) e ''[[Per Elisa - Il caso Claps]]'' (2023).<ref name ="start2020"/><ref>{{cita web|titolo="Il generale dei Briganti", il regista risponde alle critiche|sito=melfilive.it|url=http://www.melfilive.it/news/Attualit%C3%A0/176317/news.aspx|accesso=9 novembre 2020|dataarchivio=24 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210724082056/https://www.melfilive.it/news/Attualit%C3%A0/176317/news.aspx|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.accetturaonline.it/questo-e-il-mio-paese-fiction-di-rai-1-a-castelmezzano/|titolo=“Questo è il mio paese”, fiction di Rai 1 a Castelmezzano|sito=accetturaonline.it|accesso=9 novembre 2020}}</ref>
Personalità che si sono distinte nel mondo cinematografico sono registi e sceneggiatori come [[Robert G. Vignola]], [[Pasquale Festa Campanile]], [[Ruggero Deodato]], [[Tanio Boccia]], [[Pasquale Plastino]] e attori come [[Rocco Papaleo]], [[Antonio Petrocelli]], [[Antonio Gerardi]], [[Domenico Fortunato]], [[Carmen Di Pietro]], [[Caterina Sylos Labini]] e [[Alessandra Di Sanzo]].
=== Teatro ===
[[File:Teatro F. Stabile from my point of view.jpg|thumb|[[Teatro Francesco Stabile]], Potenza]]
Il [[teatro Francesco Stabile]] di Potenza è l'unico [[teatro d'opera|teatro lirico]] della Basilicata,<ref>{{Cita web|url=http://www.potentiareview.it/2018/09/16/potenza-matera-confronto-sulla-storia/|titolo=Potenza-Matera, confronto sulla storia|sito=potentiareview.it|accesso=3 novembre 2020}}</ref> inaugurato nel 1881 alla presenza del re [[Umberto I]], della regina [[Margherita di Savoia|Margherita]] e del principe [[Amedeo I di Spagna|Amedeo]], che assistettero a ''[[La traviata]]'' di [[Giuseppe Verdi]]. In città è anche ubicato il Cineteatro Don Bosco, sorto nel 1930 e restaurato tra il 1985 e il 1990 dopo un lungo periodo di inattività.<ref>{{Cita web|url=https://www.cineteatrodonbosco.net/storia/|titolo=La nostra storia|accesso=14 febbraio 2021}}</ref>
Altri teatri storici sono il Teatro Ruggero II di Melfi, i cui lavori iniziarono nel 1856; Teatro Lovaglio di Venosa, inaugurato nel 1936, in cui furono proiettati i primi film del [[cinema muto]] e premiato nel 2002 con una medaglia d’oro dall'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (AGIS) per aver superato i 60 anni di attività cinematografica;<ref>{{Cita web|url=http://www.cinemalovaglio.it/?page_id=1922|titolo=Chi siamo|accesso=1 marzo 2021}}</ref> [[Cineteatro Duni]] di Matera, istituito nel 1948, il più capiente della regione con 1.200 posti.<ref>{{Cita web|url=https://giornalemio.it/cronaca/su-il-sipario-due-imprenditori-rilanceranno-il-teatro-duni/|titolo=Sù il sipario. Due imprenditori rilanceranno il Teatro Duni|sito=giornalemio.it|accesso=3 novembre 2020}}</ref>
In regione ci sono anche due auditorium: l'[[Auditorium del Conservatorio Carlo Gesualdo da Venosa]] di Potenza, realizzato nel 1986, e l'Auditorium Raffaele Gervasio di Matera.
Tra i maggiori esponenti teatrali della regione vi sono [[Ulderico Pesce]] e [[Egidia Bruno]].
=== Cucina ===
{{vedi anche|cucina lucana|Prodotti agroalimentari tradizionali lucani}}
[[File:Prodotti lucani collage.jpg|thumb|left|Alcuni prodotti lucani a marchio di qualità: [[Lucanica di Picerno]], [[Peperone di Senise]], [[Pane di Matera]], [[Solanum aethiopicum#Coltivazione in Italia|Melanzana Rossa di Rotonda]]]]
La cucina lucana è, perlopiù, basata sul consumo di carni suine e ovine, legumi, cereali, verdure e tuberi. Tratti tipici della cucina tradizionale sono l'ampio uso di mollica di pane e frutta secca come condimento e di aromi come [[peperoncino]] e [[armoracia rusticana|rafano]].
Specialità della gastronomia regionale è il [[peperone crusco]], a cui è stato attribuito l'appellativo di "oro rosso" della Basilicata;<ref>{{cita web|url=https://www.touringclub.it/i-paesaggi-del-cibo/i-peperoni-cruschi-loro-rosso-della-basilicata|sito=touringclub.it|titolo="I Peperoni Cruschi" l'oro Rosso della Basilicata|accesso=5 settembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/peperoni-cruschi-cosa-sono-le-collane-rosse-dei-paesi-lucani/|titolo=Peperoni cruschi, cosa sono le collane rosse dei paesi lucani|accesso=5 settembre 2020}}</ref> un peperone essiccato dal sapore delicato, consumato sia come spuntino sia come ingrediente di numerose ricette locali. Il peperone crusco viene ottenuto dall'essiccazione della [[Peperone di Senise|varietà di Senise]], una delle più pregiate a livello nazionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/le-varieta-dei-peperoni-italiani/|accesso=30 settembre 2020|titolo=Peperoni italiani: le varietà più pregiate|sito=lacucinaitaliana.it}}</ref>
Di rilevanza sono i salumi come la salsiccia con la varietà [[lucanica]] (come fu definita dai Romani questa specialità lucana,<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=17A02680&art.dataPubblicazioneGazzetta=2017-04-19&art.idGruppo=0&art.idSottoArticolo1=10&art.idSottoArticolo=1&art.flagTipoArticolo=1|accesso=14 settembre 2020|titolo= Disciplinare di produzione della Indicazione geografica protetta «Lucanica di Picerno» |sito=gazzettaufficiale.it}}</ref> diventata poi nota in nord Italia come [[luganega]]), oggi conosciuta come [[lucanica di Picerno]]. Tra i formaggi, spiccano [[pecorino di Filiano]], [[canestrato di Moliterno]], [[caciocavallo podolico]], [[padraccio]] e [[treccia dura]] (o treccione).<ref>{{Cita web|url=https://www.intavoliamo.it/Info/prodotti-tipici-lucani/treccia-dura|accesso=7 settembre 2020|titolo=Treccia dura|sito=intavoliamo.it}}</ref>
Tra i prodotti da forno vi sono [[pane di Matera]], pane di [[Trecchina]], il pane di patata di [[San Severino Lucano]], mentre [[carchiola]], [[strazzata]], [[U' pastizz rtunnar|pastizz]] e falagone costituiscono un importante elemento del [[cibo di strada]] regionale. Nel Pollino è tipico il [[mischiglio]], una miscela di farine di legumi e cereali che trova impiego nella lavorazione di pasta e prodotti da forno.<ref>{{Cita web|url=http://www.ssabasilicata.it/CANALI_TEMATICI/Educazione_alimentare/File_allegati/Farina_di_Mischiglio.pdf|accesso=17 settembre 2021|titolo=Farina di Mischiglio}}</ref> Per quanto riguarda gli alcolici, si ricordano l'[[Amaro Lucano]] di Pisticci e la [[Birra Morena]] di Balvano.
La Basilicata è, altresì, nota per le sue acque minerali. Nelle sorgenti del [[Monte Vulture|Vulture]], area di maggior produzione, i materiali vulcanici forniscono alle acque sorgive una naturale effervescenza, caratteristica rara nel panorama delle acque minerali.<ref>{{Cita web|url=http://culturabile.it/wp-content/uploads/2013/04/vulture.txt|accesso=28 settembre 2020|titolo=Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia presenta “Vulcani in podcast”|sito=culturabile.it|dataarchivio=25 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211025230714/http://culturabile.it/wp-content/uploads/2013/04/vulture.txt|urlmorto=sì}}</ref> Tali acque vengono imbottigliate presso [[Monticchio (Basilicata)|Monticchio Bagni]], frazione di Rionero.
=== Eventi ===
[[File:Gran Fondo del Vulture.JPG|thumb|upright|[[Gran Fondo del Vulture]]]]
[[File:Castelsaraceno Ponte Tibetano.jpg|thumb|upright|Ponte tra i due parchi]]
[[File:Quadri plastici (cropped).jpg|thumb|upright|[[Quadri plastici]]]]
Tra gli eventi più rilevanti della regione vi sono:
*''[[Agglutination Metal Festival]]'' – evento musicale a livello internazionale e uno dei più importanti in ambito [[heavy metal]] del centro-sud Italia, nonché uno dei più longevi a livello europeo;<ref>{{Cita web|url=https://metalitalia.com/articolo/agglutination-metal-festival-2018-meet-greet-esclusivo-con-i-death-ss/|titolo=AGGLUTINATION METAL FESTIVAL 2018: meet & greet esclusivo con i DEATH SS|sito=metalitalia.com|accesso=30 ottobre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.metalpit.it/xxiv-agglutination-metal-festival-il-programma-completo-del-festival/|titolo=XXIV AGGLUTINATION METAL FESTIVAL: il programma completo del festival|sito=metalpit.it|accesso=30 novembre 2020}}</ref> si tiene sul Pollino, prevalentemente a [[Chiaromonte]].
* ''[[Certamen Horatianum]]'' – evento culturale a livello internazionale rivolto a studenti di [[liceo classico]] che si tiene a Venosa.
* ''[[Coppa Gaetano Scirea]]'' – torneo internazionale di calcio giovanile che si svolge principalmente a Matera, assieme ad altri comuni lucani ed alcuni centri della Puglia.
* ''[[Gran Fondo del Vulture]]'' – competizione ciclistica amatoriale di livello nazionale e una delle più importanti del Meridione,<ref>{{cita web|url=https://www.biciclub.it/news-riviste/cicloturismo-news/titolo/|titolo=Vulture: sfiorata la quota 1.000 iscritti|accesso=10 febbraio 2021|dataarchivio=21 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211021232517/https://www.biciclub.it/news-riviste/cicloturismo-news/titolo/|urlmorto=sì}}</ref> organizzata a Rionero.
* ''La luna e i calanchi'' – detta anche ''Festival della paesologia''; manifestazione che si tiene ad [[Aliano]] in cui si coniugano arte e ambiente, ideata e curata da [[Franco Arminio]].<ref>{{Cita web|url=https://www.parchiletterari.com/eventi-scheda.php?ID=06329|titolo=La Luna e i Calanchi 2023 ad Aliano|accesso=11 aprile 2024}}</ref>
*''[[La storia bandita]]'' – cinespettacolo che si svolge a [[Brindisi Montagna]], considerato il più grande spettacolo multimediale di teatro popolare in Italia,<ref>{{Cita web|url=https://www.modulazionitemporali.it/la-storia-bandita-nella-foresta-della-grancia-una-storia-di-terra-e-briganti/|titolo=La storia bandita - Nella foresta della Grancia una storia di terra e briganti|sito=modulazionitemporali.it|accesso=3 novembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.leurispes.it/i-briganti-erano-eroi-lo-show-al-parco-della-grancia-in-basilicata/|titolo=I briganti erano “eroi”. Lo show al Parco della Grancìa, in Basilicata|sito=leurispes.it|accesso=3 novembre 2020}}</ref> ispirato agli avvenimenti che interessarono il [[brigantaggio postunitario]] lucano e il suo maggior esponente [[Carmine Crocco]].
* ''[[Lucania Film Festival]]'' – rassegna internazionale di cinema indipendente, organizzata a Pisticci.
* ''Ponte tra i due parchi'' – con sede a [[Castelsaraceno]], è uno dei [[ponte tibetano|ponti tibetani]] più lunghi al mondo<ref>{{cita web|url=https://www.nanopress.it/articolo/sky-bridge-721-il-ponte-tibetano-piu-lungo-del-mondo-a-un-passo-dal-cielo/368073/|titolo=Sky Bridge 721, il ponte tibetano più lungo del mondo a un passo dal cielo|accesso=7 luglio 2022}}</ref> che collega il [[parco nazionale del Pollino|parco del Pollino]] e il [[parco nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese|parco dell'Appennino lucano]].
* ''[[Premio Carlo Levi]]'' – evento letterario internazionale organizzato ad [[Aliano]].
* ''[[Premio letterario Basilicata]]'' – manifestazione culturale con sede a Potenza.
* ''[[Quadri plastici]]'' – spettacolo che si tiene ad Avigliano, in cui figure in carne ed ossa riproducono opere d'arte di natura religiosa.
* ''Volo dell'Angelo'' – evento turistico e sportivo organizzato tra Castelmezzano e Pietrapertosa in cui, agganciati a un robusto cavo d'acciaio e lanciati ad alta velocità, si può osservare il panorama delle Dolomiti lucane ad un'altezza di 400 metri.<ref>{{cita web|url=http://www.basilicataturistica.it/attrattore/il-volo-dellangelo-dolomiti-lucane/?lang=it|titolo=Il Volo dell'Angelo - Dolomiti Lucane|sito=basilicataturistica.it|accesso=18 ottobre 2016}}</ref>
* ''[[WoodyGroove Festival]]'' – manifestazione musicale di Potenza dedicata al panorama [[musica underground|underground]].
== Sport ==
{{Vedi anche|Sport in Basilicata}}
Il calcio è lo sport più praticato. I club più rilevanti sono il {{Calcio Potenza|N}}, che raggiunse il proprio apice negli anni sessanta disputando cinque campionati consecutivi in [[serie B]], e l'{{Calcio AZ Picerno|N}}. Tra le altre società vi sono il {{Calcio Matera|N}}, che partecipò alla serie B per una stagione nel 1979, e il {{Calcio Melfi|N}}. Nel calcio a 5 il team del [[Comprensorio Medio Basento]] giocò nel massimo campionato di [[Serie A (calcio a 5)|serie A]]. Importante squadra di pallacanestro è l'[[Olimpia Basket Matera]] mentre quelle pallavolistiche includono la [[Pallavolo Femminile Matera]], che ottenne grande successo negli anni novanta, e la [[Rinascita Volley '78 Lagonegro|Rinascita Volley Lagonegro]]. Per quanto riguarda i giochi da tavolo è da menzionare l'[[Accademia scacchi Potenza]], che partecipò alla serie A1 Master, la massima categoria della disciplina.<ref>{{Cita web|url=https://www.accademiascacchi.com/chi-siamo/|titolo=Accademia Scacchi Potenza|accesso=10 ottobre 2021}}</ref> Altri sport praticati sono ciclismo, pallanuoto, rugby, arti marziali, baseball, hockey su pista e tiro con l'arco, con diverse società sportive dilettantistiche attive sul territorio della regione.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = ProtezioneEcc3.png
|nome_onorificenza = Attestato e medaglia di bronzo di eccellenza di III classe 1ª fascia di pubblica benemerenza del Dipartimento protezione civile
|collegamento_onorificenza = Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
|motivazione =
|luogo = Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 febbraio 2008<ref>https://pib.protezionecivile.it/PIB/StoricoElenco/Pubblica</ref>
}}{{Onorificenze
|immagine = ProtezioneEcc1.png
|nome_onorificenza = Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile
|collegamento_onorificenza = Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
|motivazione = Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza
|luogo = Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010<ref>https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf</ref>
}}
{{Vedi anche|Simboli della Basilicata}}
[[File:Regione
Lo stemma della regione è costituito da uno [[scudo sannitico]] di color [[argento (araldica)|argento]] riportante quattro [[fascia (araldica)|fasce]] ondate [[azzurro (araldica)|azzurre]] che, secondo l'articolo 8 dello Statuto della regione, rappresentano i principali fiumi lucani.
== Note ==
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
Riga 879 ⟶ 664:
* Nicola Masini, Dai Normanni agli Angioini: castelli e fortificazioni della Basilicata, in AA.VV., Storia della Basilicata. Il Medioevo, a c. di C.D. Fonseca, Bari-Roma, Editori Laterza, 2006, pp. 689–753. ISBN 88-420-7509-4
* {{cita libro|Angelo|Massafra|Patrioti e insorgenti in provincia: il 1799 in terra di Bari e Basilicata: atti del Convegno di Altamura-Matera|2002|Edipuglia srl|url=http://books.google.it/books?id=5dijVRMUFJsC&printsec=frontcover&dq=basilicata&lr=#v=onepage&q=&f=false|isbn=88-7228-313-2}}
* {{cita libro|Antonio|Molfese|Le Masserie nella valle dell’Agri. Masserie di campo e di allevamento, lavori tradizionali, usi e consuetudini |2002| Consiglio Regionale della Basilicata|}}
* Pantaleone Sergi, ''Gli anni dei basilischi: mafia, istituzioni e società in Basilicata'' Milano, FrancoAngeli, 2003.
* {{cita libro|Tommaso|Pedìo|Cartulario della Basilicata|1998|Appia 2|Venosa}}
* {{cita libro|Enrico|Pani Rossi|La Basilicata, libri tre: studi politici, amministrativi e di economia publica|1868|Coi Tipi di Giuseppe Civelli|Verona|url=http://books.google.it/books?id=wiXw9iB9itQC&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q=&f=false}}
* {{cita libro|Lucio|Santoro|Castelli, mura e torri della Basilicata|2014|Artstudio Paparo|Napoli}}
* {{cita libro|autore=Antonio V. Boccia|titolo=La Lucania scomparsa|anno=2010|editore=Alba, Lauria}}
* {{cita libro|
* {{cita libro|cognome=Restucci|nome=Amerigo|titolo=Itinerari per la Basilicata|anno=1981| editore=L'Espresso|cid=Amerigo Restucci, 1981}}
* Pantaleone Sergi, ''Storia del Giornalismo in Basilicata'', Roma-Bari, Laterza, 2009.
* Pantaleone Sergi, ''In mezzo al guado. L'informazione in Basilicata tra "old" e "new media". Rapporto 2013'', Potenza, Formedia, 2013.
* {{cita libro|O.|Cavalcanti|Il libro d'oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata|Mursia|Milano|isbn=978-88-425-3559-1}}
== Voci correlate ==
* [[Comunità montane italiane per regione#Basilicata|Elenco delle comunità montane della Basilicata]]
* [[Strade statali in Basilicata]]
* [[Unità di misura della Basilicata]]
== Altri progetti ==
Riga 910 ⟶ 685:
== Collegamenti esterni ==
* {{
{{Suddivisioni dell'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
|