Satyajit Ray: differenze tra le versioni
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|Nome = Satyajit
|Cognome = Ray
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Calcutta
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|Nazionalità = indiano
|Immagine = SatyajitRay.jpg
|Didascalia2 =
}}
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=== Giovinezza ===
La genealogia di Satyajit Ray è nota fino a dieci generazioni precedenti<ref>{{cita|Seton|p. 36
Satyajit nacque a Calcutta da Sukumar e Suprabha Ray. Il padre morì quando aveva appena tre anni e Satyajit e la madre vissero a casa di uno zio fino alla fine dei propri studi<ref name="indaco"/>. Studia quindi economia al ''Presidency College'' di Calcutta, sebbene i suoi gusti lo portino piuttosto verso le belle arti. Nel 1940 la madre lo spinge ad iscriversi all'università ''Visva-Bharati'' a Santiniketan. Ray preferirebbe non partire, sia per la nostalgia verso la città di Calcutta che per la cattiva opinione che ha della vita culturale di Santiniketan<ref>{{cita|Robinson|p. 46
[[File:Rabindranath Tagore 1905-1906 Sukumar Ray.jpg|
Ray lascia Santiniketan nel [[1943]] prima di terminare il periodo quinquennale di studi e rientra a Calcutta dove trova lavoro nell'agenzia pubblicitaria britannica ''D.J. Keymer''. È assunto con la qualifica di ''junior visualiser'', ovvero illustratore, e non guadagna più di 80 rupie al mese. Sebbene Ray apprezzasse la parte artistica del proprio lavoro e fosse generalmente trattato in modo rispettoso, lascia presto questa agenzia a causa della tensione che regnava tra i dipendenti britannici (meglio retribuiti) e quelli locali, oltre che per un certo disprezzo nei confronti della clientela che ritiene "in generale stupida"<ref>{{cita|Robinson|pp.
Nel 1947 fonda con [[Chidananda Das Gupta]] e altri la ''Calcutta Film Society'', un cine-club dove sono proiettati numerosi film stranieri. Durante la seconda guerra mondiale stringe amicizia con alcuni soldati americani di stanza a Calcutta che, al loro rientro in patria, lo terranno informato sulle novità cinematografiche. Fa conoscenza anche di un impiegato della [[Royal Air Force|RAF]], Norman Clare, con cui condivide la passione per il cinema, gli scacchi e la musica classica occidentale<ref>{{cita|Robinson|pp.
Lo stesso anno giunge a Calcutta Jean Renoir per girare il film ''[[Il fiume (film 1951)|Il fiume]]''. Ray si occupa delle ___location esterne e ha così l'occasione di esporre a Renoir il proprio progetto di realizzazione della versione cinematografica di ''Pather Panchali'' e ne ottiene l'incoraggiamento<ref>{{cita|Robinson|
=== Gli anni di Apu (1950-1958) ===
Ray
Attingendo agli appassionati frequentatori della ''Calcutta Film Society'', Ray
Durante il montaggio Ray subì le pressioni dei finanziatori che avrebbero voluto modificare la sceneggiatura e avere un finale positivo in cui la famiglia di Apu ottiene una possibilità di riscatto<ref name="set1">{{cita|Seton|p. 95}}.</ref>.
Tuttavia Ray rifiutò sempre qualunque ingerenza al punto che, pur portando a termine il finanziamento, il governo censurò inizialmente l'opera, rea di mostrare una povertà troppo abietta<ref>{{cita web|url=http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-80f06466-01d6-407c-8a45-a1370cfda62f.html|titolo=Scheda di Fuori Orario|accesso=30 giugno 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304211408/http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-80f06466-01d6-407c-8a45-a1370cfda62f.html}}</ref>
La critica è molto favorevole al risultato finale e ottiene anche un gran successo di pubblico oltre ad una buona diffusione in India e all'estero. Quando Ray aveva mostrato una scena del film a [[John Huston]], arrivato in India per i sopralluoghi di ''[[L'uomo che volle farsi re (film)|L'uomo che volle farsi re]]''<ref>Sebbene il film sia uscito solo nel 1975, Huston aveva pianificato il film fino dai primi anni 1950 con [[Humphrey Bogart]] e [[Clark Gable]] nei ruoli che saranno di [[Sean Connery]] e [[Michael Caine]].</ref>, l'entusiasmo di quest'ultimo si rivelò ancora più prezioso degli incoraggiamenti di [[Jean Renoir|Renoir]]. Si trattava infatti di una delle scene più memorabili del film, quella della visione di Apu e della sorella a bordo del treno che attraversa la campagna, l'unica d'altronde che Ray era riuscito a montare a causa delle ristrettezze del budget. Huston avvertì allora Monroe Wheeler del [[Museum of Modern Art]] di [[New York]] che un grande talento stava nascendo. In India le reazioni furono entusiastiche: il ''Times of India'' scrisse che "è assurdo confrontarlo con qualunque altro film indiano [...] ''Pather Panchali'' è cinema puro"<ref name="set1"/>. In Gran Bretagna [[Lindsay Anderson]] scrisse un articolo di elogio<ref name="set1"/>, ma non tutti fecero apprezzamenti. Sembra infatti che [[François Truffaut]] avesse dichiarato al proposito: "non voglio vedere un film di gente di campagna che mangia con le mani"<ref name=filmifunda>{{cita web|url=http://www.telegraphindia.com/1050420/asp/calcutta/story_4634530.asp|titolo=Filmi Funda Pather Panchali (1955)|data=20 aprile 2005|editore=The Telegraph|accesso=30 giugno 2011}}</ref>. [[Bosley Crowther]], allora il critico più influente del ''[[New York Times]]'', scrisse un articolo così malevolo che il distributore americano, Ed Harrison, credette l'uscita del film compromessa. Al contrario ''Pather Panchali'' venne particolarmente apprezzato e ottenne un'ampia diffusione al punto da ottenere il ''Prix du document humain'' al [[Festival di Cannes 1956]].
La carriera internazionale iniziò realmente dopo il successo dell'opera successiva, ''[[Aparajito]]''. Il film narra la lotta eterna tra le ambizioni di un giovane uomo, Apu, e l'amore per la madre. Numerosi critici, tra cui [[Mrinal Sen]] e Ritwik Ghatak, lo piazzarono ad un livello ancora superiore a quello di ''Pather Panchali''. Con ''Aparajito'' Ray ottiene il [[Leone d'oro al miglior film]] alla [[22ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]]. Prima di terminare la cosiddetta ''Trilogia di Apu'', Ray gira la commedia ''Parash Pathar'' (''La pietra filosofale'') e il dramma musicale ''Jalsaghar'' (''La sala della musica'') sulla decadenza di una [[zamindar]], una tra le sue opere maggiori<ref name="malcolm1">{{cita web |url=http://film.guardian.co.uk/Century_Of_Films/Story/0,,36064,00.html|titolo=Satyajit Ray: The Music Room|autore=Derek Malcolm|data=14 gennaio 1999|editore=guardian.co.uk|accesso=30 giugno 2011}}</ref>.
Durante la realizzazione di ''Aparajito'', Ray non aveva ancora pensato a realizzare una trilogia, idea che gli venne in seguito ad una domanda postagli durante la mostra del cinema di Venezia<ref>{{cita|Wood|p. 61}}.</ref>. L'ultimo episodio, ''Apur Sansar'' (''[[Il mondo di Apu]]'') viene girato nel 1959 e viene spesso indicato dalla critica come il migliore dei tre, oltre ad essere considerato come uno dei più grandi film della storia del cinema<ref>{{cita web|url=https://www.rottentomatoes.com/m/apur-sansar-the-world-of-apu1959/|titolo=''Apur Sansar'' su Rotten Tomatoes|editore=[[Rotten Tomatoes]]|accesso=2 luglio 2011}}</ref><ref name=Caldwell>{{cita web|autore=Aaron e Mark Caldwell|titolo=Sight and Sound|editore=Top 100 Movie Lists|anno=2004|url=http://www.geocities.com/aaronbcaldwell/dimsscri.html|accesso=2 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090729180509/http://geocities.com/aaronbcaldwell/dimsscri.html|urlmorto=sì}}</ref><ref name="Ref_2002">{{cita web|titolo=2002 Sight & Sound Top Films Survey of 253 International Critics & Film Directors|editore=Cinemacom|anno=2002|url=http://www.cinemacom.com/2002-sight-sound.html|accesso=2 luglio 2011}}</ref>. I protagonisti, [[Soumitra Chatterjee]] (Apu) e [[Sharmila Tagore]] (Aparna), sono due degli attori feticcio di Ray<ref>Chatterje reciterà in ben quindici film di Ray, oltre che in ''Uttoran'', scritto da Satyajit e diretto dal figlio, Sandip. Sharmila, pronipote del poeta Rabindranath Tagore, qui alla sua prima esperienza cinematografica, reciterà in cinque film di Ray, spesso coprotagonista con Chatterjee.</ref>. Apu vive ai limiti della miseria in una casa di Calcutta, quando durante un viaggio in provincia conosce Aparna, che decide di sposare. Le scene della loro vita in comune sono "uno dei classici del cinema in materia di descrizione della vita di coppia<ref>{{cita|Wood|p. ??}}.</ref>", ma presto si profilerà la tragedia. In seguito ad una recensione negativa di un critico bengalese, Ray risponde a sua volta con un articolo a difesa dell'opera, fatto raro nella sua carriera e che si ripeterà solo per ''[[Charulata]]'', il suo film preferito<ref>{{cita|Ray 1993|p. 13}}.</ref>
Il successo ha poche ripercussioni sulla sua vita quotidiana durante gli anni successivi: continua a vivere con la madre, lo zio e la famiglia in una casa in affitto<ref>{{cita|Robinson|p. 5}}.</ref>.
=== Da ''Devi'' a ''Charulata'' (1959-1964) ===
In questo periodo Ray realizza un film sul [[Raj britannico|Raj]] (''Devi''), un documentario su Tagore, una commedia (''Mahapurush'') e il suo primo film basato su un soggetto originale (''Kanchenjungha''). Gira anche una serie di film che i critici considerano come la rappresentazione su grande schermo delle donne indiane più riuscita<ref>{{cita web|url=http://www.metroactive.com/papers/cruz/10.08.03/apu-0341.html|titolo=Ghost 'World'|autore=Steve Palopoli|editore=metroactive.com|accesso=2 luglio 2011}}</ref>.
Ad ''Apur Sansar'' segue dunque ''Devi'' (''La dea'') che ha per tema la superstizione nella società indù. Sharmila Tagore interpreta Doyamoyee, una giovane donna divinizzata dal suocero. Inizialmente Ray teme uno stop imposto dalla censura o di essere costretto a dei tagli, timore che si rivelerà ingiustificato. Nel 1961, su richiesta del primo ministro [[Jawaharlal Nehru]], viene ingaggiato per la realizzazione di un documentario su [[Rabîndranâth Tagore]] in occasione delle celebrazioni del centenario dalla nascita del poeta. Costretto da precisi vincoli sulla lunghezza della pellicola, Ray affronta la sfida montando materiale essenzialmente statico, ciononostante osserverà come una tale prassi lo abbia costretto a una quantità di lavoro paragonabile alla realizzazione di tre film normali<ref>{{cita|Robinson|p. 277
Lo stesso anno, con l'aiuto tra gli altri di Subhas Mukhopadhyay, porta a termine un progetto a lungo sognato: far rivivere la rivista per ragazzi ''Sandesh'', fondata ancor prima della propria nascita dal nonno<ref>{{cita|Seton|p. 189
Nel 1962 è la volta di ''Kanchenjungha'', prima sceneggiatura originale e primo film a colori. Si tratta della storia di una famiglia borghese di [[Darjeeling]] che cerca di sposare la figlia minore ad un ingegnere agiato educato a Londra. Concepito inizialmente per essere ambientato negli interni di un palazzo, Ray decide infine di utilizzare le ombre e le luci, così come le nebbie che caratterizzano la città adagiata sul fianco di una collina, per sottolineare la tensione del dramma.
[[File:Darjeeling view, 2008.jpg|
Durante gli [[anni 1960]], Ray visita il [[Giappone]] dove ha modo di conoscere [[Akira Kurosawa]], per il quale provava una grande ammirazione. Nel 1964 gira ''Charulata'', considerato l'apogeo di questo periodo artistico<ref name="Andrew Robinson 2003 157">{{cita|Robinson|p. 157
=== Nuove direzioni (1965-1982) ===
Nel periodo successivo a ''Charulata'', Ray esplora una grande varietà di generi, andando dal [[fantasy]] alla [[fantascienza]], passando per il poliziesco e il dramma storico, provando anche nuove soluzioni tecniche. Si interessa maggiormente anche alle preoccupazioni della società indiana contemporanea,
Dettagli della lavorazione erano già noti nell'ambito cinematografico già a partire dal 1967<ref>{{cita pubblicazione|autore=A. Malik|titolo=Satyajit Ray and the Alien|rivista=Sight and Sound|data=inverno 1967/68}}</ref>, inoltre anche la sceneggiatura originale era reperibile in fotocopie e un'analisi dei motivi che portarono al fallimento della produzione venne fatta dallo stesso Ray in un numero del 1980 della rivista ''[[Sight & Sound]]''. Così quando nel 1982 esce ''[[E.T. l'extra-terrestre]]'' molti, tra cui lo scrittore di fantascienza [[Arthur C. Clarke]], videro forti analogie con la sceneggiatura di Ray. Il biografo di Ray Andrew Robinson rivela in ''The Inner Eye'' del 1989 come questi ritenesse che il film di Spielberg "non sarebbe stato possibile se la mia sceneggiatura di ''The Alien'' non fosse stata disponibile in America in forma ciclostilata". Spielberg negò questa opinione affermando di essere solo un bambino ai tempi<ref name=timesofindia>{{cita web|titolo=Close encounters with native E.T. finally real|data=5 aprile 2003|editore=The Times of India|url=http://timesofindia.indiatimes.com/articleshow/42443247.cms|accesso=5 luglio 2011}}</ref>, fatto poi contestato dalla rivista [[Star Weekend Magazine]] che osservò come Spielberg si fosse diplomato nel 1965 e avesse iniziato la carriera di regista nel 1969<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Perceptions: Satyajit Ray and The Alien!|nome=Obaidur|cognome=Rahman|rivista=Star Weekend Magazine|volume=8|numero=70|data=22 maggio 2009|anno=2009|url=http://www.thedailystar.net/magazine/2009/05/04/perceptions.htm|accesso=31 maggio 2009}}</ref>. Secondo alcuni anche il precedente film di Spielberg ''Incontri ravvicinati del terzo tipo'' potrebbe essere stato ispirato da ''The Alien''.<ref name=timesofindia/><ref>{{Cita web|titolo=Satyajit Ray Collection Receives Packard Grant and Lecture Endowment|data=18 settembre 2001|editore=[[University of California]]|url=http://www.universityofcalifornia.edu/news/article/3572|accesso=2 giugno 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013192057/http://www.universityofcalifornia.edu/news/article/3572}}</ref>.
Nel 1969 Ray realizza il suo più grande successo commerciale con il musical fantasy ''Goopy Gyne Bagha Byne'', basato su un racconto per bambini scritto dal nonno. Il cantante Goopy e il percussionista Bagha, muniti di tre ossa prestategli dal Re dei fantasmi, intraprendono un viaggio fantastico per cercare di evitare lo scoppio di una guerra tra due regni vicini. Una delle realizzazioni più costose del cineasta, il film si rivelò difficile da finanziare, al punto che Ray fu costretto a rinunciare a girarlo a colori<ref>{{cita|Seton|pp.
[[File:ChowringhrrKolkata1945.jpg|
Dopo ''Aranyer Din Ratri'', Ray fa un'incursione nella realtà del Bengala, allora in piena effervescenza sotto l'influenza del [[naxalismo]], un movimento militare di estrema sinistra. Porta dunque a compimento la cosiddetta trilogia di Calcutta formata da ''Pratidwandi'' (1970), ''Seemabaddha'' (1971), e ''Jana Aranya'' (1975), che, sebbene concepiti separatamente, trattano temi tra loro connessi. ''Pratidwandi'' parla di un giovane diplomato idealista che, pur disilluso, riesce a mantenere la sua integrità morale. In ''Jana Aranya'' un giovane sprofonda poco a poco nel mondo della corruzione per guadagnarsi da vivere, mentre in ''Seemabaddha'' è un uomo ricco a rinunciare alla morale per potersi arricchire ancora di più. Dal punto di vista stilistico ''Pratidwandi'' presenta delle caratteristiche fino a quel punto mai viste nell'opera di Ray, tra cui uno stile ellittico fatto di scene in negativo, sequenze oniriche e improvvisi flashback. Negli anni 1970 Ray adatta per il grande schermo anche due sue storie poliziesche destinate ad un pubblico giovane (''Sonar Kella'' e ''Joy Baba Felunath''), che trovano anche qualche buona accoglienza nella critica<ref>{{cita|Rushdie}}.</ref>.
Ray progetta anche un film sulla guerra di liberazione del [[Bangladesh]], ma abbandona il progetto spiegando che in qualità di regista è più interessato agli sforzi e alle peripezie dei rifugiati che alla politica<ref>{{cita|Robinson 2003|p. 206
Nel 1980 è la volta di ''Hirak Rajar Deshe'', il seguito, più 'politico', di ''Goopy Gyne Bagha Byne''. Il diabolico regno del Re dei diamanti (''Hirok Raj'') è infatti un'allusione allo stato d'emergenza nazionale imposto da [[Indira Gandhi]] dal 1975 al 1977<ref>{{cita|Robinson 2003|pp.
=== L'ultimo periodo (1983-1992) ===
[[File:Satyajit_Ray_in_New_York.jpg|min|verticale|Satyajit Ray nel [[1981]].]]
Nel 1983, durante la lavorazione di ''Ghare Baire'', Ray è colto da una crisi cardiaca che limiterà fortemente la sua attività nei nove anni di vita che gli rimangono ancora. ''Ghare Baire'' è terminato solo nel 1984 grazie all'aiuto del figlio, qui alla sua prima esperienza alla regia. Il film è la realizzazione di un progetto a lungo pianificato (una prima bozza della sceneggiatura risalirebbe agli anni 1940, ancor prima di quella di ''Pather Panchali''), ovvero la trasposizione dell'omonimo romanzo di Tagore sui pericoli del nazionalismo<ref>{{cita|Robinson 2003|pp.
Dopo la guarigione, ma comunque sotto restrizioni di carattere medico, Ray realizza ancora tre film. Girati essenzialmente in interni, hanno uno stile decisamente differente dalla produzione precedente: molto più parlati, sono generalmente considerati come inferiori agli altri. Il primo, ''Ganashatru'' (''[[Nemico pubblico (film 1989)|Nemico pubblico]]''), è un adattamento della pièce di [[Henrik Ibsen]] ''Un nemico del popolo'' ed è considerato come il meno riuscito<ref>{{cita|Das Gupta|p. 134
Nel 1992 la salute di Ray si deteriora ulteriormente a causa di complicazioni cardiache. Il 30 marzo, meno di un mese prima della propria morte, riceve in ospedale il Premio Oscar alla carriera "a riconoscimento della sua rara maestria nell'arte del cinema e per il suo punto di vista profondamente umanitario che ha avuto un'indelebile influenza sui registi e sul pubblico di tutto il mondo<ref>{{cita web|url=http://aaspeechesdb.oscars.org/ics-wpd/exec/icswppro.dll?AC=PREV_RECORD&XC=/ics-wpd/exec/IcsWPPro.dll&BU=http%3A%2F%2Faaspeechesdb.oscars.org%2Findex.asp&TN=AAtrans&SN=AUTO14053&SE=2537&RN=1&MR=0&TR=0&TX=1000&ES=0&CS=1&XP=&RF=WebReportList&EF=&DF=WebReportOscars&RL=0&EL=0&DL=0&NP=255&ID=&MF=oscarsmsg.ini&MQ=&TI=0&DT=&ST=0&IR=0&NR=0&NB=0&SV=0&SS=0&BG=ffffff&FG=000000&QS=&OEX=ISO-8859-1&OEH=ISO-8859-1|titolo=Discorso di accettazione|accesso=5 luglio 2011|urlmorto=sì}}</ref>". Muore il 23 aprile 1992.
== Estetica e stile cinematografico ==
{{...|registi}}
Il cinema di Ray rientra nel filone realista, sebbene nel corso del tempo allo sguardo pieno di compassione ed emozione dei primi lavori faccia seguito un atteggiamento più cinico e politicizzato, tuttavia sempre infuso del suo tipico humour.
Ray si ispirò, soprattutto per i suoi primi film, al [[Neorealismo (cinema)|neorealismo italiano]] e al cinema di [[Jean Renoir]], lavorando con fotografia in bianco e nero, attori di strada e costumi scenografie di seconda mano, dunque senza alti costi di produzione, ma dando sempre molta importanza al lato estetico ed espressivo. I suoi film rappresentano importanti affreschi di vita nell'India della sua epoca.
== Opera letteraria ==
{{...|scrittori}}
Al di fuori del cinema si occupò anche di letteratura per ragazzi, dirigendo la rivista ''Sandesh'' per la quale scriveva e illustrava le proprie storie.
== La critica ==
{{...|registi}}
Ray è considerato il maggior regista indiano di tutti i tempi e l'unico che è riuscito ad ottenere un ampio consenso anche in occidente.
Il film neorealista ''[[Il lamento sul sentiero]]'' (1955) è considerato tra i più grandi capolavori del cinema indiano, così come sono molto apprezzati i due capitoli successivi della ''trilogia di Apu'', ''[[Aparajito]]'' (1956) e ''[[Il mondo di Apu]]'' (1959).
Un altro grande classico è ''[[La sala della musica]]'' (1958), che rappresenta la casta aristocratica indiana dell'epoca.
== Influenze sul cinema successivo ==
{{...|registi}}
== Riconoscimenti ==
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** [[Premi Oscar 1992|1992]] –
** [[Festival di Cannes 1956|1956]] –
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:::Candidatura alla [[Palma d'oro]] per ''Il lamento sul sentiero''
* [[Festival di Cannes 1958|1958]] – Candidatura alla Palma d'oro per ''[[La pietra filosofale (film)|La pietra filosofale]]''
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* [[Festival di Cannes 1984|1984]] – Candidatura alla Palma d'oro per ''[[La casa e il mondo]]''
** [[18ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1957]] –
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* [[26ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1965]] – Candidatura al Leone d'oro per ''[[Kapurush]]''
* [[33ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1972]] –
* [[39ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|1982]] –
** [[Festival di Berlino 1964|1964]] –
:::Candidatura all'[[Orso d'oro]] per ''La grande città''
* [[Festival di Berlino 1965|1965]] –
:::Premio OCIC per ''La moglie sola''
:::Candidatura all'Orso d'oro per ''La moglie sola''
* [[Festival di Berlino 1966|1966]] –
:::Premio UNICRIT per ''Nayak''
:::Candidatura all'Orso d'oro per ''Nayak''
* [[Festival di Berlino 1969|1969]] – Candidatura all'Orso d'oro per ''[[Goopy Gyne Bagha Byne]]''
* [[Festival di Berlino 1970|1970]] – Candidatura all'Orso d'oro per ''[[Aranyer Din Ratri]]''
* [[Festival di Berlino 1973|1973]] –
* [[Festival di Berlino 1978|1978]] – Candidatura all'Orso d'oro per ''[[I giocatori di scacchi]]''
** 1978 –
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* 1974 –
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* 1958 –
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** 1967 –
** 1969 –
** [[Festival cinematografico internazionale di Mosca 1959|1959]] – Candidatura al Grand Prix per ''[[La sala della musica]]''
** [[Festival cinematografico internazionale di Mosca 1979|1979]] –
** 1971 – Candidatura al Gold Hugo per il miglior lungometraggio per ''Pratidwandi''
** 1973 – Candidatura al Gold Hugo per il miglior lungometraggio per ''Tuoni lontani''
** 1975 – Candidatura al Gold Hugo per il miglior lungometraggio per ''Sonar Kella''
** 1991 –
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== Filmografia ==
=== Regista ===
==== Cinema ====
* ''[[Il lamento sul sentiero]]'' (''Pather Panchali'') (1955)
* ''[[Aparajito]]'' (1956)
* ''[[La pietra filosofale (film)|La pietra filosofale]]'' (''Parash Pathar'') (1958)
* ''[[La sala della musica]]'' (''Jalsaghar'') (1958)
* ''[[Il mondo di Apu]]'' (''Apur Sansar'') (1959)
* ''[[Devi (film)|Devi]]'' (1960)
* ''[[Tre sorelle (film 1961)|Tre sorelle]]'' (''Teen Kanya'') (1961)
* ''[[Rabindranath Tagore]]'' – documentario (1961)
* ''[[Kanchenjungha]]'' (1962)
* ''[[Abhijaan]]'' (1962)
* ''[[La grande città (film 1963)|La grande città]]'' (''Mahanagar'') (1963)
* ''[[La moglie sola]]'' (''Charulata'') (1964)
* ''[[Il santone]]''<ref name="rai.it">{{Cita news|url=http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-f2f7b863-d7d7-4cf1-a962-2a6726792305.html?refresh_ce|titolo=Dal 26 febbraio al 4 marzo 2017|pubblicazione=Fuori Orario - Cose (mai) viste|accesso=4 marzo 2017}}</ref> (1965)
* [[Kapurush|''Il codardo'']]<ref name="rai.it"/> (1965)
* ''[[Nayak]]'' (1966)
* ''[[Chiriyakhana]]'' (1967)
* ''[[Goopy Gyne Bagha Byne]]'' (1968)
* ''[[Aranyer Din Ratri]]'' ( Giorni e notti nella foresta 1970)
* ''[[Seemabaddha]]'' (1971)
* ''[[Sikkim]]'' – documentario (1971)
* ''[[The Inner Eye]]'' – documentario cortometraggio (1972)
* ''[[Pratidwandi]]'' (1972)
* ''[[Tuoni lontani]]'' (''Ashani Sanket'', 1973)
* ''[[Sonar Kella]]'' (1974)
* ''[[Jana Aranya]]'' (1976)
* ''[[Bala (film)|Bala]]'' – documentario cortometraggio (1976)
* ''[[I giocatori di scacchi]]'' (''Shatranj Ke Khilari'') (1977)
* ''[[Joi Baba Felunath]]'' (1978)
* ''[[Heerak Rajar Deshe]]'' (1980)
* ''[[La casa e il mondo]]'' (''Ghare-Baire'') (1984)
* ''[[Sukumar Ray]]'' – cortometraggio documentaristico (1987)
* ''[[Nemico pubblico (film 1989)|Nemico pubblico]]'' (''Ganashatru'') (1989)
* ''[[Shakha Proshakha]]'' (1990)
* ''[[Lo straniero (film 1991)|Lo straniero]]'' (''Agantuk'') (1991)
====
* ''[[Two (film 1965)|Two]]'' – [[cortometraggio]] TV (1965)
* ''[[Pikoor Diary]]'' – cortometraggio TV (1981)
* ''[[Sadgati]]'' – film TV (1981)
== Onorificenze ==
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=== Saggi su Satyajit Ray ===
* {{cita libro| titolo=The Cinema of Satyajit Ray, Between Tradition and Modernity| editore=Cambridge University Press| autore=Darius Cooper|coautori=William Rothman, Dudley Andrew| anno=2000| isbn=978-0-521-62980-5| url=https://assets.cambridge.org/052162/0260/sample/0521620260WSN01.pdf}}
* {{cita libro| titolo=The cinema of Satyajit Ray| editore=Vikas Publishing House| autore=Chidananda Das Gupta| anno=1980| isbn=978-0-7069-1035-3| cid=Das Gupta}}
* {{cita libro| autore=Suranjan Ganguly| anno=2007| titolo=Satyajit Ray: In search of the modern| url=https://archive.org/details/satyajitrayinsea0000sura| editore=Scarecrow Press| isbn=978-0-8108-5900-5}}
* {{cita news| autore=Subrata Mitra| data=1983| titolo=The Genius of Satyajit Ray| rivista=India Today}}
* {{cita libro| autore=[[Ashis Nandy]]| anno=1995| titolo=Satyajit Ray's Secret Guide to Exquisite Murders|collana=The Savage Freud and Other Essays on Possible and Retrievable Selves| editore=Princeton University Press| isbn=978-0-691-04411-8}}
* {{cita libro| autore=Ben Nyce| anno=1988| titolo=Satyajit Ray: A Study of His Films| url=https://archive.org/details/satyajitraystudy0000nyce| editore=Praeger Publishers| isbn=978-0-275-92666-3}}
* {{cita libro| cognome=Ray| nome=Satyajit| anno=1993| titolo=Our films, their films| editore=Asia Book Corp of Amer| isbn=978-0-86311-317-8|cid=Ray 1993}}
* {{cita libro| cognome=Ray| nome=Satyajit| anno=1997| titolo=My Years with Apu| url=https://archive.org/details/myyearswithapu0000rays| editore=Faber and Faber| isbn=978-0-571-17695-3}}
* {{cita libro| cognome=Ray| nome=Satyajit| anno=2005| titolo=Speaking of films| url=https://archive.org/details/speakingoffilms0000rays| editore=Penguin India| isbn=978-0-14-400026-5}}
* {{cita libro| autore=Andrew Robinson| anno=2003| titolo=Satyajit Ray: The Inner Eye: The Biography of a Master Film-Maker| editore=I. B. Tauris|cid=Robinson| isbn=978-1-86064-965-3}}
* {{cita libro| autore=Andrew Robinson| anno=2005| titolo=Satyajit Ray: A Vision of Cinema| editore=I. B. Tauris| isbn=978-1-84511-074-1}}
* {{cita libro| cognome=Rushdie| nome=Salman| anno=1992| titolo=Imaginary Homelands| url=https://archive.org/details/imaginaryhomelan00rush_0| editore=Penguin| isbn=978-0-14-014036-1}}
* {{cita libro| autore=Marie Seton| anno=1971| titolo=Satyajit Ray: Portrait of a director| url=https://archive.org/details/portraitofdirect0000seto| editore=Indiana University Press| isbn=978-0-253-16815-3|cid=Seton}}
* {{cita libro| autore=Robin Wood| anno=1972| titolo=The Apu trilogy| lingua=en| editore=November Books Ltd| isbn=978-0-85631-003-4|cid=Wood}}
* {{cita libro| autore=Moinak Biswas| anno=2006| titolo=Apu and after: Re-visiting Ray's cinema| url=https://archive.org/details/apuafterrevisiti0000unse| editore=Seagull Books| isbn=978-1-905422-26-5}}
* Upendrakishore, Sukumar & Satyajit Ray, ''Les aventures de Goopy et Bagha & autres histoires du Bengale'' (Avec le dvd du film Goopy Ghyne Bagha Byne)/Éditions Chandeigne, 2008
* Youssef Ishaghpour, ''Satyajit Ray, l'Orient et l'Occident'', Editions de la Différence, collection : Les essais, 2002 ISBN 2-7291-1401-7
* {{cita libro| autore=Alok B. Nandi| titolo=Que s'ouvre Le salon de musique ! Lecture d'un film de Satyajit Ray| editore=Mémoire ELICIT| anno=1992-1993}}
* {{cita libro| autore=Charles Tesson| titolo=Satyajit Ray| url=https://archive.org/details/satyajitray0000tess| editore=Editions de l'Etoile/Cahiers du Cinéma| anno=1992| isbn=2-86642-117-5}}
* {{cita libro| autore=Satyajit Ray| titolo=Ecrits sur le cinéma| anno=1999| editore=Ramsay| isbn=2-85956-440-3}}
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* {{cita web|1=http://www.satyajitray.org.uk/|2=Sito ufficiale|lingua=en|accesso=8 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081010161329/http://www.satyajitray.org.uk/#|urlmorto=sì}}
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