Regio Esercito: differenze tra le versioni
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| Nome = Regio Esercito
| Immagine = Flag of Italy (1860).svg
| Didascalia = [[Bandiere dello Stato italiano#Il Regno d'Italia|Bandiera di guerra del Regno d'Italia]]
| Categoria = esercito
| Attiva = 4 maggio [[1861]] – 18 giugno [[1946]]
| Nazione = {{ITA 1861-1946}}
| Alleanza = [[Alleanza italo-prussiana]] ([[1866]])<br />[[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]] ([[1882]]-[[1915]])<br />[[Triplice Intesa]] (1915-[[1918]])<br />[[Potenze dell'Asse|Asse]] ([[1938]]-1940)<br />[[Patto Tripartito|Tripartito]] ([[1940]]-[[1943]])<br />[[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] (1943-[[1945]])
| Servizio = [[
| Tipo = [[
| Descrizione_ruolo =
| Ruolo = [[Fanteria]]<br/>[[Cavalleria]]<br/>[[Artiglieria]]<br/>[[Truppe corazzate]]<br/>[[Genio militare|Genio]]<br/>[[Fanteria motorizzata]]
| Dimensione = ~{{formatnum:935000}} uomini (1915)<ref name=EI>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_italiano_1915.html Ordine di battaglia REI 1915]</ref><br />~{{formatnum:3045000}} uomini (1918)<ref name=R>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_italiano_1918.html Ordine di battaglia REI 1918]</ref><br />~{{formatnum:1875000}} uomini (1940)<ref name=REI>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1940_1.html Ordine di battaglia REI 1940]</ref><br />~{{formatnum:3095000}} uomini (1943)<ref name=RE>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1943.html Ordine di battaglia REI 1943]</ref><br />~{{formatnum:76500}} uomini (1944)<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/esercito_regno_del_sud_1944.html Ordine di battaglia 1944]</ref><br />~{{formatnum:254000}} uomini (1945)<ref>[http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/regio_esercito_1945.html Ordine di battaglia nel 1945]</ref>
| Struttura_di_comando = [[Forze armate italiane|Forze armate del Regno d'Italia]]
| Descrizione_guarnigione = [[Stato maggiore dell'Esercito italiano|Stato Maggiore]]
| Guarnigione = [[Torino]] ([[1861]]-[[1864]])<br />[[Firenze]] (1864-[[1871]])<br />[[Roma]] (1871-[[1943]])<br />[[Brindisi]] (1943-[[1944]])<br />[[Salerno]] (1943-[[1945]])<br />[[Roma]] (1945-[[1946]])
| Descrizione_equipaggiamento =
| Equipaggiamento =
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| Battaglie = *[[brigantaggio postunitario italiano|Repressione del brigantaggio postunitario italiano]]
*[[Terza guerra d'indipendenza italiana]]
*[[Presa di Roma]]
*[[Guerra mahdista]]
*[[Guerra d'Eritrea]]
*[[Guerra
*[[
*[[Guerra italo-turca]]
*[[Prima guerra mondiale]]
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*[[Guerra civile spagnola]]
*[[Invasione italiana dell'Albania|Invasione dell'Albania]]
*[[Seconda guerra mondiale]]
| Peacekeeping = [[Corpo di spedizione italiano nella Saar]]<br />[[Corpo di spedizione italiano in Alta Slesia]]<br />[[Corpo di spedizione italiano a Creta]]
| Anniversari = 4 novembre (dal [[1918]])
| Decorazioni =
| Onori di battaglia =
| Sito internet =
| Reparti_dipendenti = [[Arma dei Carabinieri|Reali Carabinieri]]<br />[[Guardia alla frontiera]]
| Descrizione_capo_cerimoniale =
| Capo_cerimoniale =
| Descrizione_Colonel_in_Chief = [[Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano|Capi di Stato Maggiore]]
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| Simbolo = [[File:Stellette Italia2.jpg|center|100px]]
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| Simbolo2 =
| Descrizione_simbolo3 =
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| Descrizione_simbolo4 =
| Simbolo4 =
| Titolo_vario =
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Il '''Regio Esercito'''
== Storia ==
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{{Vedi anche|
Le importanti riforme attuate dallo Stato Maggiore di [[Vittorio Emanuele II]] per riconvertire la vecchia [[Armata Sarda]] nel nuovo esercito, erano iniziate alla fine del [[1859]] immediatamente dopo la conclusione della [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra di indipendenza]]. Le operazioni di riunione, di tutte le forze militari disponibili nella [[penisola italiana]] iniziate negli ultimi mesi del [[1859]] conclusero la loro prima fase organizzativa nel marzo del [[1861]].
L'esercito del [[Regno di Sardegna]], dopo la [[spedizione dei Mille]], incorporò l'[[Esercito delle Due Sicilie]] e l'[[Esercito meridionale]] garibaldino tra le sue file e subito dopo la nascita del Regno d'Italia assunse il nome di ''Regio Esercito Italiano'', ai sensi del [[decreto]] Fanti - dal nome del Ministro della Guerra [[Manfredo Fanti]] - emanato in data 4 maggio [[1861]] - inglobando in esso anche il ''[[Corpo dei Bersaglieri]]''. Dopo la [[proclamazione del Regno d'Italia]] la successiva legge 4 agosto 1861 n. 143 istituì la [[guardia nazionale italiana]].
{{citazione|Vista la Legge in dati 17 marzo 1861 (*), colla quale S.M. ha assunto il titolo di ''Re d'Italia'', il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di ''Esercito Italiano'', rimanendo abolita l'antica denominazione d’Armata Sarda. Tutte le relative inscrizioni ed interazioni che d’ora in avanti occorradi fare o di rinnovare, saranno modificate in questo senso.}}
{{approfondimento
|allineamento = sinistra
|titolo
|larghezza = 250px
|contenuto = Nel Regio Esercito la prima idea di soldati specializzati nei combattimenti in alta montagna nacque nel 1859: un consistente gruppo di volontari al comando di [[Giuseppe Garibaldi]], e sostenuti dal [[primo ministro]] piemontese [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], assunse la denominazione di "[[Cacciatori delle Alpi]]"; in realtà i primi reparti specializzati hanno origine per l'Italia nel 1786.<ref name=anca>{{cita web |url=http://www.associazionenazionalecacciatoridellealpi.it/storia/originestorica.aspx |titolo=Copia archiviata |accesso=24 aprile 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110921113507/http://www.associazionenazionalecacciatoridellealpi.it/storia/originestorica.aspx
}}
Ai 20 [[reggimento|reggimenti]] di fanteria sardi esistenti se ne aggiunsero poi 46, ai 9 di cavalleria altri 10, e 26 battaglioni ai 10 di [[bersaglieri]].<ref>{{treccani|le-forze-armate_(L'Unificazione)|Le forze armate|autore=Fortunato Minniti}}</ref>
La lotta al [[brigantaggio postunitario italiano]] e la [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (che causò {{formatnum:1886}} perdite)<ref name=storia1>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/storia/Pagine/1862-1914.aspx|titolo=La Storia > 1862 - 1914|accesso=24 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171024205718/http://www.esercito.difesa.it/storia/Pagine/1862-1914.aspx|urlmorto=no}}</ref> furono i primi impegni della nuova [[forza armata]], costituito inizialmente da cinque [[corpi d'armata]], ognuno dei quali articolato su 3 [[Divisione (unità militare)|divisioni]] di fanteria, ognuna delle stesse a sua volta era una unità poliarma con fanteria, cavalleria ed artiglieria;<ref>{{cita web |url=http://www.esercito.difesa.it/root/storia/storia150.asp |titolo=Copia archiviata |accesso=24 aprile 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110504031548/http://www.esercito.difesa.it/root/storia/storia150.asp }} La Storia - 1861
Centocinquant'anni fa - accesso 24 aprile 2011</ref> i {{formatnum:320000}} soldati ed {{formatnum:11000}} ufficiali erano quindi raggruppati in 18 divisioni.<ref>http://www.ilgiornaledellazio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1773:150d-anniversario-costituzione-esercito-italiano&catid=88:notizie-dalla-capitale-&Itemid=193 150º Anniversario costituzione esercito italiano - accesso 24 aprile 2011</ref>
=== La presa di Roma, la riforma Ricotti e i primi impegni coloniali ===
{{Vedi anche|Alpini|Colonialismo italiano|Presa di Roma}}
Il 20 settembre [[1870]], sotto il comando del [[generale]] [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele Cadorna]], i [[bersaglieri]] del IV [[Corpo d'armata]], entrando attraverso la [[breccia di Porta Pia]] aprirono un varco nelle mura di Roma ed [[Presa di Roma|occuparono la città]] che divenne la [[Capitale (città)|capitale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].<ref name=storia1/>
Intanto a partire dallo stesso anno e fino a quasi tutto un decennio il generale [[Cesare Francesco Ricotti-Magnani]], ricoprì l'incarico di ''Ministro della Guerra''; questi promosse una riforma di riorganizzazione; nel 1872 venne creato un nuovo corpo specializzato: gli [[Alpini]].<ref name="esercito.difesa.it">{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/root/unita2_sez/arma_ftr_rgt_alp.asp|titolo=Storia degli Alpini, www.esercito.difesa.it|accesso=3 dicembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6HuPxzoqr?url=http://www.esercito.difesa.it/root/unita2_sez/arma_ftr_rgt_alp.asp|dataarchivio=6 luglio 2013}}</ref> Con la legge 30 giugno, n. 3204 - che dispose la soppressione della [[guardia nazionale italiana]] - l'esercito venne ripartito in tre grandi scaglioni: "''esercito permanente''", "''Milizia Mobile''" e "''Milizia Territoriale''"; mentre la successiva legge 11 luglio 1876 n. 160 creò la ''Milizia Comunale'',
Allo scoppio, il 5 febbraio [[1885]], della [[guerra d'Eritrea]], il [[colonnello]] [[Tancredi Saletta]] sbarcò con meno di 1.000 uomini a [[Massaua]], in [[Eritrea]]. Tuttavia il [[colonialismo italiano]] subì una battuta d'arresto nel [[1896]] con la [[battaglia di Adua]] avvenuta nell'ambito della [[guerra di Abissinia]].<ref name=storia1/>
[[File:Avanti i mei alpini Adua.jpg|thumb|Il tenente colonnello Menini incita i suoi alpini durante la battaglia di Adua del 1896]]
L'anno successivo iniziarono gli impegni internazionali, nell'ambito della collaborazione con un corpo internazionale per la pacificazione della rivolta contro la dominazione [[Impero ottomano|turca]] durante la [[Guerra greco-turca (1897)|guerra greco-turca del 1897]], a cui il Regno d'Italia durante la [[rivolta di Creta del 1897-1898|rivolta di Creta]] con l'invio di un corpo di spedizione sbarcato a [[Suda (isola)|Suda]], nell'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]], il 25 aprile [[1897]]. Parallelamente verranno costituiti i ''[[Regi corpi truppe coloniali]]'' - in Eritrea, [[Somalia]] e, successivamente, in Libia - per coadiuvare le truppe italiane nel controllo del territorio; queste truppe dovevano formare anche una classe media coloniale legata agli interessi degli imprenditori italiani.<ref>Domenico Quirico, ''[[Lo squadrone bianco]]''</ref>
Il 14 luglio [[1900]] venne costituito a [[Napoli]] il [[Corpo di spedizione italiano in Cina]] con reparti di esercito e fanteria di marina per contrastare la [[ribellione dei Boxer]] in [[Cina]] e difendere la [[concessione italiana di Tientsin]] ed i [[Protettorato|protettorati]] europei.<ref name=storia1/> Il 29 settembre [[1911]] iniziò la [[guerra italo-turca]], con il Regio Esercito che entrò il 5 ottobre a [[Tripoli]], nella primavera [[1912]] occupò il [[Dodecaneso]] e finì di conquistare il [[Fezzan]] nel [[1914]].<ref name=storia1/>
=== La prima guerra mondiale e l'intervento in Albania ed in Macedonia ===
{{Vedi anche|Organizzazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale|Ordine di battaglia del Regio Esercito al 24 maggio 1915|Campagna di Albania|Fronte italiano (1915-1918)}}
Il 24 maggio [[1915]] l'esercito italiano avanzò oltre il confine [[Impero austro-ungarico|austro-ungarico]] segnando l'apertura delle ostilità anche per l'Italia nella [[prima guerra mondiale]]. {{Senza fonte|L'inizio del conflitto aveva accresciuto a 12 i corpi d'armata e a 25 le divisioni, e l'esercito italiano aumentò fino a raggiungere le {{formatnum:900000}} unità. Anche le iniziali 600 mitragliatrici {{formatnum:3000}} bocche da fuoco di vari calibri si moltiplicarono enormemente durante la ostilità}}. Il Regio Esercito, entrò in guerra con una grave carenza nella dotazione delle armi automatiche, ricevette dalla Francia {{formatnum:1729}} esemplari di [[fusil mitrailleur Mle 1915 CSRG]], nel calibro originale francese 8 mm Lebel,<ref>Nevio Mantoan, ''Armi ed equipaggiamenti dell'Esercito Italiano nella Grande Guerra 1915-1918'', Gino Rossato Editore, 1996.</ref> che però si rivelarono inadatti alla [[guerra di trincea]]. Furono impiegate nelle [[autoblindo]] [[Lancia 1Z]] come armi per l'equipaggio, ma a causa della loro inaffidabilità e dell'ingombro eccessivo, vennero ben presto sostituiti in questo ruolo dal [[Carcano Mod. 91]]. Alla fine della guerra gli esemplari rimasti furono rapidamente dismessi. Nel corso della guerra inoltre presero vita gli [[Arditi]], venne potenziato il [[Servizio Aeronautico]]; vennero inoltre utilizzati, seppur sporadicamente, alcuni carri armati [[Renault FT]].
[[File:1GM artiglieria.jpg|thumb|Un obice scudato dell'artiglieria italiana durante la prima guerra mondiale]]Nell'estate del [[1916]] si concluse la [[sesta battaglia dell'Isonzo]] che portò alla conquista di [[Gorizia]], grazie anche alla presa del [[Monte Sabotino]] ad opera della 4ª Divisione agli ordini di [[Pietro Badoglio]]. La 12ª ed ultima battaglia dell'Isonzo segnò invece, il 24 ottobre 1917, la catastrofica [[Battaglia di Caporetto|sconfitta di Caporetto]]. Le forze austro-tedesche sfondarono proprio nel settore del XXVII Corpo d'armata comandato dal "fuggiasco di Tolmezzo" (Pietro Badoglio), ma la [[Prima battaglia del Piave|resistenza delle truppe sul Piave]] e sul monte Grappa dal 10 novembre al 4 dicembre 1917 posero fine alla fase negativa della guerra. L'anno successivo, il [[1918]], la [[battaglia del solstizio]] (15-22 giugno) e [[Battaglia di Vittorio Veneto|di Vittorio Veneto]] (23 ottobre-3 novembre) segnarono la definitiva vittoria italiana.<ref name=storia2>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/1915_1918/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1915 - 1918|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111020195820/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/1915_1918/Pagine/default.aspx
Nel 1918 il Regio Esercito fu impiegato anche all'estero: in [[Francia]] con il [[II Corpo d'armata italiano in Francia|II Corpo d'armata]] combatté a [[Offensiva di primavera#Friedensturm|Bligny]] (15 - 23 luglio) e lungo lo ''[[Chemin des Dames]]'' (10 - 12 ottobre); in [[Albania]] vinse la [[battaglia di Malakastra]] (6-9 luglio)
Operò anche sul fronte dei Balcani, con la [[Campagna di Albania]] e l'impegno in [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], dove fu inviato un [[Corpo di spedizione italiano in Macedonia|corpo di spedizione]]. Le truppe italiane occuparono [[Durazzo]] il 29 dicembre 1915 e [[Bitola]] il 18 novembre 1916<ref name=storia2/> rimanendo fino al 1918.
Il conflitto mobilitò circa {{formatnum:4000000}} di militari, fece circa {{formatnum:600000}} caduti e {{formatnum:1500000}} tra feriti e invalidi.<ref name=storia2/> Dopo la fine della [[prima guerra mondiale]] la milizia territoriale e quella mobile vennero sciolte confluendo nell'esercito.
=== Il ventennio fascista, la guerra di Etiopia, la guerra di Spagna e l'invasione dell'Albania ===
{{vedi anche|Guerra d'Etiopia|Guerra civile spagnola|Invasione italiana dell'Albania|Corpo Truppe Volontarie
[[File:BandiereRegioEsercito.jpg|thumb|left|Bandiere del Regio Esercito risalenti alla [[
[[File:Libretto.jpeg|thumb|left|Il libretto personale di un soldato del Regio Esercito (13º reggimento artiglieria) tra le due guerre mondiali]]
Dopo la conclusione vittoriosa della ''[[Grande Guerra]]'', il Regio Esercito venne ridimensionato congedando la maggior parte dei [[Reggimento|reggimenti]] di cavalleria e fanteria e vennero sciolti gli ''Arditi''.
Durante il [[ventennio fascista]] il [[governo Mussolini]] tra gli anni '20 e '30 emanò alcune riforme relative all'assetto generale; e nel 1923 il ''[[Servizio Aeronautico]]'' viene separato dall'esercito trasformandosi nella ''[[Regia Aeronautica]]''. In questi anni inoltre videro la luce i primi reparti corazzati.<ref>{{Cita web |url=http://www.regioesercito.it/recensioni/lembo2.htm |titolo=Regio Esercito - Recensioni editoriali<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=24 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111204004035/http://www.regioesercito.it/recensioni/lembo2.htm |urlmorto=no }}</ref> Negli anni trenta il ''[[Regio Corpo Truppe Coloniali]]'' coadiuvò quelle nazionali durante il completamento dell'occupazione della Somalia, fino ad allora controllata solo parzialmente dalle truppe italiane nelle zone attorno alla capitale Mogadiscio e a pochi presidi lungo la costa. Il [[1935]] fu l'anno d'inizio della [[guerra d'Etiopia]] a cui il Regio Esercito partecipò varcando il [[Mareb]] il 3 ottobre ed entrando in [[Addis Abeba]] il 5 maggio [[1936]].<ref name=storia3>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19191939/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1919 - 1939|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111020195825/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19191939/Pagine/default.aspx}}</ref>
Intanto durante gli [[anni 1930|anni trenta]] erano state progettate e prodotte nuove armi come il pezzo contraereo [[90/53 Mod. 1939]], l'[[obice]] [[149/19 Mod. 1937]] e il mortaio [[Ansaldo 210/22 Mod. 1935]] ma pochissimi esemplari furono prodotti e distribuiti per carenza di risorse. Nel campo dell'armamento individuale vi fu l'introduzione del [[Beretta MAB 38]] (usato da truppe speciali come la [[185ª Divisione paracadutisti "Folgore"]]), la mitragliatrice [[Breda Mod. 37]] o la pistola [[Beretta M34]] per ufficiali, anche se la stragrande maggioranza delle truppe utilizzarono armi obsolete risalenti ancora al primo conflitto mondiale, e i nuovi carri armati disponibili erano il carro [[CV33|L3]], leggero e con armamento fisso, e l'[[M11/39]], carro medio costruito con l'armamento principale in casamatta e armamento secondario in torretta, ma che si rivelò non particolarmente efficace.
[[File:El Alamein10.jpg|thumb|Il cannone 90/53 Mod. 39]]
Con lo scoppio della [[
Nell'aprile del 1939, in seguito all'[[invasione italiana dell'Albania]], l'esercito occupò e presidiò le più importanti città dell'ex regno di [[Zog I di Albania|Zog I]].<ref name=storia3/>
=== La seconda guerra mondiale ===
{{vedi anche|Superesercito|Battaglia delle Alpi Occidentali|Campagna dell'Africa Orientale Italiana|Campagna italiana di Grecia|Campagna del Nordafrica|divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale|Reparti italiani al fronte orientale|Fronte jugoslavo (1941-1945)}}
Allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] quando la [[Germania nazista]] invase la [[seconda Repubblica di Polonia]], l'Italia dichiarò la propria "[[non belligeranza]]" poiché Mussolini, conscio del fatto che le [[guerra d'Etiopia|guerre di Etiopia]] e di [[guerra civile spagnola|Spagna]] avevano pesantemente intaccato le scorte dell'esercito e bloccato il suo ammodernamento. Tuttavia i fulminei successi della [[Wehrmacht]] e l'impressione che il conflitto sarebbe durato poco indussero però il ''duce'' a bruciare le tappe e a sancire l'[[entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale]] il 10 giugno [[1940]]. Al momento dell'entrata in guerra il Regio Esercito diponeva di 75 divisioni, ma presentava gravi carenze nell'armamento: infatti l'[[artiglieria]] risaliva al primo conflitto mondiale, i carri armati erano leggeri con corazza ed armamento inadeguati, mancavano gli automezzi, le [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] erano insufficienti, le divise erano di pessima qualità e mancavano equipaggiamenti e attrezzature adatte alle aree dove si sarebbe operato (Libia, [[Unione Sovietica]], Albania, [[Regno di Grecia|Grecia]]).
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-783-0104-38, Nordafrika, italienische Panzer M13-40.jpg|thumb
Nel frattempo, in Africa settentrionale, le poco numerose ma molto mobili e ben equipaggiate forze della [[Western Desert Force]] sconfissero e fecero prigionieri decine di migliaia di soldati italiani, distruggendo inoltre le dieci divisioni della 10ª Armata (tra cui [[63ª Divisione fanteria "Cirene"|''Cirene'']], [[62ª Divisione fanteria "Marmarica"|''Marmarica'']], [[Brigata "Catanzaro"|''Catanzaro'']]) e conquistando le piazzeforti di [[Bardia]] e [[
Nell'ottobre 1940 ebbe invece inizio la [[campagna italiana di Grecia]]. L'operazione risultò essere mal pianificata e mal preparata, con i soldati italiani che si ritrovarono quasi subito in inferiorità numerica e in una difficile situazione logistica rispetto ai Greci e che vennero conseguentemente respinti fin dentro i confini albanesi. Il lento ma continuo affluire dei rinforzi italiani permise poi di fermare l'avanzata ellenica ma l'elemento determinante per l'esito del conflitto fu l'[[operazione Marita|intervento tedesco]]. Contemporaneamente all'azione in Grecia reparti tedeschi, italiani e ungheresi [[Invasione della Jugoslavia|invadevano la Jugoslavia]], piegandone la resistenza in undici giorni.
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Da quel momento il Regio Esercito dovette impegnarsi in un ingrato e logorante compito di occupazione di parte del territorio greco e jugoslavo dove furono schierate nel periodo 1941-1943 oltre 30 divisioni; il teatro balcanico fu l'area dove furono impiegati il maggior numero di soldati italiani. Fin dal luglio 1941 in vaste zone della Jugoslavia si sviluppò la crescente resistenza dei [[partigiani jugoslavi]] di [[Josip Broz Tito]] che misero a dura prova le truppe italiane in Montenegro, Bosnia, Dalmazia e Slovenia. Nonostante l'ingente spiegamento di forze, le continue operazioni anti-partigiane e la collaborazione dei [[cetnici]], nel 1943 le divisioni del Regio Esercito subirono una pesante sconfitta nella [[battaglia della Neretva]].
Nel luglio [[1941]] Mussolini decise l'invio al [[fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]] di un corpo di spedizione italiano raggruppato nel ''[[Reparti italiani al fronte orientale|CSIR]]'' (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e ampliato un anno dopo fino a creare l{{'}}''ARMIR'' (ARMata Italiana in Russia). L'[[Armata Rossa]] e il rigore dell'inverno russo misero a dura prova i soldati italiani al fronte, travolti dall'[[operazione Piccolo Saturno]] e dall'[[offensiva
Nel luglio 1943 gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] diedero il via all'[[Sbarco in Sicilia|invasione della Sicilia]] e in poco più di un mese presero il completo controllo dell'isola.
==== La guerra di liberazione ====
{{vedi anche|Regno del Sud|Guerra di liberazione italiana|Guerra civile in Italia (1943-1945)|Esercito Cobelligerante Italiano|Resistenza italiana}}
[[File:Re brindisi.jpg|thumb|left|Puglia, settembre 1943: dopo l'armistizio, Vittorio Emanuele III passa in rassegna una formazione del Regio Esercito, probabilmente appartenente al [[I Raggruppamento Motorizzato]].]]
Caduto il governo Mussolini il 25 luglio 1943, il maresciallo d'Italia [[Pietro Badoglio]] fu incaricato dal re di guidare il governo e iniziò a intavolare le trattative di resa con gli anglo-americani, l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] venne firmato il 3 settembre 1943 e reso pubblico dagli Alleati l'8 settembre, poco dopo anche Badoglio [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|confermava la notizia]].
All'annuncio dell'armistizio, la [[Wehrmacht]] diede il via alla già preparata [[Operazione Achse]], le truppe tedesche intimarono ai reparti italiani di scegliere se continuare a combattere al loro fianco o di deporre le armi, le unità del Regio Esercito che rifiutarono queste intimazioni vennero attaccate e generalmente sopraffatte, in alcuni casi si ebbero fucilazioni di massa dei prigionieri come durante l'[[eccidio di Cefalonia]], in altri casi alla resa seguì la decimazione degli ufficiali. Solo in [[Sardegna]] e [[Corsica]] il Regio Esercito ebbe la meglio sui tedeschi. Nei [[Penisola balcanica|Balcani]] alcuni di coloro che riuscirono a fuggire all'[[Internati Militari Italiani|internamento]] entrarono a far parte dei movimenti partigiani locali, creando anche proprie unità nazionali come le divisioni partigiane [[Divisione italiana partigiana "Garibaldi" (Montenegro)|Garibaldi]] e [[Divisione Italia|Italia]].<ref name=storia5/>
Anche in Italia i soldati del regio esercito sfuggiti alla cattura da parte tedesca entrarono nelle unità partigiane e della Resistenza, tra cui le [[formazioni autonome militari]] e il [[fronte militare clandestino]]. Inoltre, al [[Governo Badoglio I|Governo Badoglio]] fu permesso di dar vita al [[I Raggruppamento Motorizzato]] per combattere insieme agli anglo-americani. Il battesimo del fuoco di questa unità si ebbe nel dicembre 1943 con la positiva [[battaglia di Montelungo]]. Il I Raggruppamento Motorizzato diventò [[Corpo Italiano di Liberazione]] fino all'ottobre 1944, quindi furono organizzati cinque [[Gruppi di Combattimento]] che risalirono l'Italia, sempre insieme agli Alleati, fino a [[Milano]] e [[Venezia]].<ref name=storia5>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/STORIA/STORIA_ESERCITO/19431945/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1943 - 1945|sito=esercito.difesa.it|accesso=23 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111018211838/http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19431945/Pagine/default.aspx}}</ref>
La [[seconda guerra mondiale]] costò al Regio Esercito {{formatnum:161729}} tra morti e dispersi fino all'8 settembre 1943, {{formatnum:73277}} nel periodo settembre - ottobre 1943, circa {{formatnum:12000}} nella lotta di liberazione e circa {{formatnum:60000}} periti nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento]].<ref name=storia5/>
=== Il secondo dopoguerra e la nascita della Repubblica Italiana ===
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Il 14 novembre 1945 gli Alleati stabilirono la struttura del Regio Esercito che doveva rimanere in vigore fino alla stipulazione del [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di Parigi]]. Le forze italiane vennero dunque ripartite in quattro sezioni:
* forze mobili e locali (
* organizzazione centrale e 11 comandi territoriali con giurisdizione simile agli ex comandi di [[corpo d'armata]] (
* amministrazione (
* addestramento e complementi (Centro Addestramento Complementi di [[Cesano (Roma)|Cesano]] e [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione|scuole]]) su
Lo [[Stato
Con la [[nascita della Repubblica Italiana]] e la decisione di [[Umberto II
== Personale ==
=== Composizione ===
=== Modalità di arruolamento ===
L'arruolamento avveniva in massima parte tramite chiamata il [[servizio militare di leva in Italia]], sebbene fosse possibile ricorrere all'arruolamento volontario, in tal caso erano previsti requisiti particolari, come non essere sposati e non essere stati destinatari di condanna penale per alcuni reati previsti dalla legge.
In ogni caso il personale affluiva presso i rispettivi [[distretto militare (Italia)|distretti militari]] - situati in quasi tutte le [[province]] - e da questi inviati ai vari [[reggimento|reggimenti]] di assegnazione che si occupavano direttamente di tutto il ciclo addestrativo: vestizione presso il deposito di reggimento (o di battaglione/gruppo nelle [[Alpini|unità alpine]]), addestramento di base presso un apposito [[plotone]] di istruzione e in breve tempo affiancamento al personale più anziano, poiché non erano specificamente previste strutture dedicate all'[[addestramento militare]].
=== Addestramento e inquadramento ===
Non erano previste apposite strutture per l'addestramento delle reclute, inoltre i [[coscritto|coscritti]] chiamati alle armi affluivano presso i rispettivi "distretti militari" e da questi inviati ai [[reggimento|reggimenti]] di assegnazione, che si occupavano direttamente di tutto il ciclo di addestramento: vestizione presso il deposito di reggimento (di battaglione/gruppo nelle unità alpine), addestramento di base presso un apposito [[plotone]] di istruzione e, in breve tempo, affiancamento al personale con maggiore anzianità di servizio.
L'inquadramento poteva avvenire in:
* ''Esercito in servizio permanente'' - comprendeva il personale militare servizio permanente a sua volta formato dalle classi alle armi per il compimento degli [[Servizio militare|obblighi di leva]] e le classi congedate da poco ma che potevano essere immesse, in caso di richiamo, in [[contingente militare]] alle armi.
* "''Milizia Mobile''" - comprendeva tutte quelle classi in [[congedo militare]] che avevano lasciato l'esercito ed era formata dalle quattro classi più giovani in congedo dopo le 5 classi destinate a completare l'esercito di prima linea. Costituiva, in caso di richiamo, nuove unità che erano previste fin dal tempo di pace, e poteva contare sulla carta su 900 compagnie di [[fanteria]], 60 di [[artiglieria]] e 10 di [[genio militare]].<ref>{{cita web|url=http://www.storiaememoriadibologna.it/struttura-dellesercito-italiano-al-momento-dellent-56-organizzazione#sthash.p9hfZhKx.dpuf|titolo=Struttura dell’Esercito italiano al momento dell’entrata in guerra}}</ref>
* "''Milizia Territoriale''" - comprendeva le classi in congedo più anziane, in particolare le sette classi successive a quelle della milizia mobile, ed era prevalentemente adibita alle scorte dei prigionieri di guerra e solo eccezionalmente collaborava alle azioni dell'esercito. Con compiti principalmente di servizio territoriale in quelle località rimaste temporaneamente sprovviste di reparti di truppa dell'esercito. Secondo l'[[organizzazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale]] in caso di mobilitazione generale avrebbe potuto contare su 198 battaglioni di fanteria, 8 reggimenti di Alpini, 9 battaglioni del genio e 113 compagnie presidiarie.<ref>{{cita web |url=http://www.carabinieri.it/editoria/rassegna-dell-arma/la-rassegna/anno-2006/n-2---aprile-giugno/studi/la-preparazione-e-la-mobilitazione-generale-dell%27esercito-italiano-all%27inizio-della-prima-guerra-mondiale |titolo=La preparazione e la mobilitazione generale dell'Esercito Italiano all'inizio della Prima Guerra Mondiale |autore=Daniele Cellamare |urlmorto=sì |accesso=11 febbraio 2021 |dataarchivio=20 gennaio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210120173251/http://www.carabinieri.it/editoria/rassegna-dell-arma/la-rassegna/anno-2006/n-2---aprile-giugno/studi/la-preparazione-e-la-mobilitazione-generale-dell%27esercito-italiano-all%27inizio-della-prima-guerra-mondiale }}</ref>
* "''Milizia Comunale''" - svolgeva funzioni di servizio nel comune dei residenti dei richiamati, e in essa erano inquadrati i militari in congedo residenti nel comune, senza distinzione di arma, corpo e categoria, cominciando dagli appartenenti alle classi più giovani. Per il loro comando era prescritto che dovevano precettarsi annualmente gli ufficiali superiori e inferiori scegliendoli tra quelli appartenenti alle categorie in congedo.<ref>{{Cita web |url=https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjty_P4xOHuAhUFcBQKHYHACbkQFjAAegQIARAC&url=http%3A%2F%2Faugusto.agid.gov.it%2Fgazzette%2Findex%2Fdownload%2Fid%2F1876160_PM&usg=AOvVaw14FtlI1emz98bgy-hmn_jU|titolo=G.U. 11 luglio 1876 n.160 |accesso=5 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161031123801/http://augusto.agid.gov.it/#giorno=11&mese=07&anno=1876 |urlmorto=sì }}</ref>
== Dotazione ed armamenti ==
=== Armamento individuale ===
L'armamento individuale e di accompagnamento per la [[fanteria]] era costituito principalmente da:<ref>
{{Div col|cols=2|small=no}}
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* [[Carcano Mod. 38]]
* [[CEMSA 81 mm L.P.]]
* [[Fiat-Revelli Mod.
* [[Fiat Mod. 14/35]]
* [[Glisenti
* [[Hotchkiss Mle 1929]]
* [[Lanciafiamme Mod. 35]]
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* [[OTO Mod. 35]]
* [[OTO Mod. 42]]
* [[Schwarzlose
* [[Saint-Étienne mod. 1907]]
* [[Scotti/Isotta Fraschini]]
* [[Scotti-Isotta
* [[Solothurn S-18/1000]]
* [[SRCM Mod. 35]]
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{{Div col end}}
=== Carri armati ===
{{Vedi anche|Carri armati italiani fino alla seconda guerra mondiale|Divisioni_del_Regio_Esercito_nella_seconda_guerra_mondiale#Divisioni_corazzate}}
Fino al [[1938]] i [[carri armati]] non erano raggruppati in divisioni corazzate
=== Treni militari ===
{{Vedi anche|Treni armati del Regio Esercito}}
Il Regio Esercito utilizzò i treni in entrambe le guerre mondiali: nella Prima sul [[Fronte italiano (1915-1918)|Fronte italiano]], nella Seconda nei [[Penisola balcanica|Balcani]].
== Corpi disciolti ==
I corpi disciolti durante la storia della forza armata furono la [[Guardia nazionale italiana]] esistita tra il 1861 ed il 1876 e poi i corpi e reparti delle [[truppe straniere nel Regio Esercito]]. Tra i principali vi erano:
;Cacciatori d'Africa
{{Vedi anche|Cacciatori d'Africa}}
Truppe coloniali italiane stanziate in Africa.
{{Vedi anche|Cacciatori d'Albania}}
Truppe italiane stanziate in Albania.
{{Vedi anche|Guardia alla
Truppe stanziate ai confini terrestri del Regno d'Italia.
{{Vedi anche|Guardia
Truppe post-
{{Vedi anche|Guardia reale albanese}}
Truppe impiegate per la protezione del Governatore Italiano in Albania.
{{Vedi anche|Legione Redenta di Siberia}}
Truppe impiegate come esercito coloniale nella [[Concessione italiana di Tientsin]].
{{Vedi anche|Raggruppamento
Truppe composte essenzialmente da stranieri impiegate nella Seconda guerra mondiale.
{{Vedi anche|Legione croata}}
Truppe composte essenzialmente da stranieri impiegate in Croazia.
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Morandi|nome=Giovanni|titolo=Alpini, dalle Alpi all'Afghanistan|anno=2003|editore=Poligrafici editoriali|città=Bologna|cid=G. Morandi}}
*
* [http://books.google.it/books?id=T_QRAAAAYAAJ Annuario dell'Italia militare per il 1864] tip. scolastica di S. Franco e figli, 1864, originale
== Voci correlate ==
* [[Alpini]]
* [[Arma del
* [[Bersaglieri]]
* [[Divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale]]
* [[Esercito Cobelligerante Italiano]]
* [[Esercito Italiano]]
* [[Gradi del Regio Esercito]]
* [[Guardia Nazionale Italiana]]
* [[Guardia alla frontiera]]
* [[Ordine di battaglia del Regio Esercito al 24 maggio 1915]]
* [[Organizzazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale]]
* [[Regno d'Italia (1861-1946)]]
* [[Regi corpi truppe coloniali]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.regioesercito.it|Sito Regio Esercito}}
* {{cita web |
{{Eserciti della prima guerra mondiale}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Grande Guerra|seconda guerra mondiale|risorgimento|storia d'Italia}}
[[Categoria:Regio Esercito| ]]
[[Categoria:Corpi di spedizione del Regio Esercito]]
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