Palazzo Comunale (Rieti): differenze tra le versioni

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Il '''Palazzo Comunale''' è un edificio di [[Rieti]], sede del [[Comune|municipio]] e del [[Museo civico di Rieti|museo civico cittadino]], che affaccia su [[Piazza Vittorio Emanuele II (Rieti)|piazza Vittorio Emanuele II]].
 
Il palazzo risale al [[XIII secolo|Duecento]], ma è stato radicalmente modificato nei secoli successivi; nel [[XVI secolo|Cinquecento]] vi furono restauri del [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]]<ref name="palmegiani 232" />, il suo aspetto attuale fonde lo [[Architettura neoclassica|stile neoclassico]] della facciata ([[Filippo Brioni|Brioni]]), l'[[Eclettismo (arte)|eclettismo]] dei corpi di fabbrica novecenteschi ([[Giuseppe Sacconi|Sacconi]] e [[Cesare Bazzani|Bazzani]]), lo [[stile liberty]] degli interni ([[Antonino Calcagnadoro|Calcagnadoro]]), e il [[Razionalismo italiano|razionalismo]] dell'adiacente torre civica ([[Giuseppe Battistrada|Battistrada]]).
 
== Storia ==
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Nel corso del tempo il palazzo venne progressivamente ampliato e fuso con gli edifici adiacenti, approfittando della decadenza delle famiglie che ne erano proprietarie.<ref name="palmegiani 232" /> Il primo significativo ampliamento avvenne alla fine del [[XV secolo]], quando il palazzo inglobò due case contigue nel lato occidentale: quella del nobile Battista Morroni e quella del muratore lombardo maestro Domenico.<ref name="trekking">{{Cita web|url=http://www.comune.rieti.it/sites/default/files/pdf/turismo_cultura/mappa-trekking.pdf|titolo=RIETI CITTÀ DEL TREKKING|sito=Sito istituzionale del Comune di Rieti|accesso=13 novembre 2018}}</ref>
 
Nel corso del [[Cinquecento]] la parte orientale del palazzo venne ampliata verso nord; tale intervento è attribuito da alcuni al [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]],<ref name="palmegiani 232" /> che avrebbe redatto il progetto attorno al 1563, anche se questo fu eseguito solo in parte.<ref name="percorsi 186" /> Questo intervento è tuttora visibile sul fianco orientale dell'edificio, nella parte dove si trovano le finestre e i portali (adiacente alla sezione duecentesca).<ref name="percorsi 186" /><ref name="palmegiani 232" /> Nel 1589 il palazzo fu affrescato da [[Vincenzo Manenti]].<ref name="trekking" />

Nel 1616 la nuova campana del campanile fu benedetta nella [[Basilica di Sant'Agostino (Rieti)|chiesa di Sant'Agostino]] dal vescovo di Rieti, cardinal [[Pier Paolo Crescenzi]].<ref name="percorsi 1861862">{{Cita|Percorsi|pag. 186}}.</ref>
 
Intorno alla metà del XVIII secolo, il palazzo fu affrescato da [[Vincenzo Manenti]].<ref>Vincenzo Di Flavio, ''Ombre e luci sul palazzo priorale di Rieti''. In ''Lunario Romano''. Roma 1985</ref><ref>Vincenzo Di Flavio, ''Ascanio e Vincenzo Manenti pittori sabini del XVII secolo''. In ''Lunario Romano'', Roma 1989/90</ref>
 
[[File:Palmegiani, Rieti e la regione Sabina - 174 - Palazzo Comunale prima del terremoto del 1898.jpg|thumb|upright|Il palazzo come si presentava dalla fine del Settecento alla fine dell'Ottocento. Alla sua sinistra è visibile l'albergo della Croce Bianca.]]
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|immagine5 = Portici del Municipio (Rieti) - stazione meteorologica 01.jpg
|immagine6 = Portici del Municipio (Rieti) - fontana 01.jpg
|sotto = Alcuni dettagli del portico: i busti di [[Garibaldi]] e [[Vittorio Emanuele II]], l'altorilievoil bassorilievo di [[Mazzini]], il monumento ai caduti, la stazione meteorologica e la fontana
}}
Il pianterreno dell'edificio è occupato da un [[portico]], di cui due rami si sviluppano trasversalmente (lungo la facciata e lungo il retro dell'edificio) mentre un altro si sviluppa longitudinalmente e mette in comunicazione il portico anteriore con quello posteriore, passando per la corte interna.
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* una lapide intarsiata a memoria dei caduti nella [[prima guerra mondiale]];
* una [[stazione meteorologica]] comprensiva di [[termometro]], [[barometro]] e [[igrometro a capello]], incastonati in decorazioni [[stile liberty]] di [[ferro battuto]], realizzata nel 1914 dalla "scuola di coltura operaia" diretta da [[Antonino Calcagnadoro]];
* un'iscrizione posta il 18 settembre 1910 per commemorare il 50º anniversario dell'annessione di Rieti allo statoStato Italiano;
* un bassorilievo che raffigura [[Giuseppe Mazzini]] con la frase «ho fede incrollabile nell'avvenire d'Italia», posto nel 1919;
* una targa in memoria di tutti i caduti sul lavoro, posta il 19 marzo 1954 dall'[[Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro|ANMIL]];
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Al primo piano si ha accesso per mezzo di una porta in [[Juglans|noce]], realizzata dal mobilificio reatino Nicoletti, con pannelli ornati da decorazioni disegnate dallo stesso Bazzani.<ref name="palmegiani 236" /> Tale piano ospita la sala consiliare (sede del [[consiglio comunale]]), la sala delle commissioni consiliari e gli uffici del sindaco, degli assessori, dei capigruppo e del presidente del consiglio comunale.
 
[[File:WDGSala -consiliare WikiDonnedel aComune di Rieti Digital 01.jpg|thumb|La sala consiliare con gli affreschi di [[Antonino Calcagnadoro|Calcagnadoro]]]]
 
La sala consiliare, in [[stile liberty]],<ref name="percorsi 188" /> è il cuore dell'edificio. Vi si accede tramite un'antisala, che ha sul soffitto decorazioni disegnate da [[Cesare Bazzani]].<ref name="trekking" /> La sala vera e propria è arredata con lampade in ferro battuto realizzate da [[Duilio Cambellotti]] e con stalli lignei.<ref name="palmegiani 236" /> Le pareti sono decorate con [[stucco|stucchi]] di Cesare Bazzani,<ref name="palmegiani 236" /> con pitture di Quirino De Santis<ref name="trekking" /> e soprattutto con quattro tempere di [[Antonino Calcagnadoro]], pregevoli opere della sua produzione giovanile, che rappresentano la Giustizia, le Arti, l'Industria e l'Agricoltura.<ref name="palmegiani 236" />