Tullia Zevi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: fix sezioni standard
 
(30 versioni intermedie di 18 utenti non mostrate)
Riga 16:
|Nazionalità = italiana
|Immagine = Tullia Zevi ed Elio Toaff.jpg
|Didascalia = Tullia Zevi insieme adcon [[Elio Toaff]].
}}
 
== Biografia ==
Discendeva da una famiglia della borghesia [[Religione ebraica|ebraica]], legata alla tradizione [[socialismo liberale|socialista liberale]] dei [[fratelli Rosselli]] e a [[Gaetano Salvemini]]<ref>[http://www.unipi.it/athenet/17/art3.htm Il lungo percorso di Tullia Zevi]</ref>. Suo padre era un affermato avvocato e [[Antifascismo|antifascista]] dichiarato, mentre il fratello [[Eugenio Calabi|Eugenio]] divenne un importante matematico. Studiò [[filosofia]] all'[[Università degli Studi di Milano|Università di Milano]] e [[arpa]] nel [[Conservatorio di Milano|Conservatorio cittadino]]. Quando in Italia furono promulgate le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] contro la comunità ebraica, Tullia Zevi era in vacanza in [[Svizzera]] con la famiglia. In seguito si trasferirono in [[Francia]], dove Tullia Zevi continuò il suo percorso di studi alla [[Sorbona]] di [[Parigi]]. Quando anche in Francia si preannunciò l'inizio della [[seconda guerra mondiale]], la famiglia emigrò negli [[Stati Uniti d'America]]. La Zevi continuò a studiare all'università e a suonare l'arpa a livello professionale in diverse orchestre. Fu in quel periodo che fece la conoscenza di [[Leonard Bernstein]] e [[Frank Sinatra]].
 
A [[New York]], dove frequentava i circoli antifascisti, Tullia Zevi iniziò la sua professione di giornalista. Dopo la fine della guerra tornò in Italia insieme al marito, l'[[architetto]] e [[critico d'arte]] [[Bruno Zevi]]. Nel dopoguerra fu anche inviata come [[corrispondente]] al [[processo di Norimberga]]. Per più di trent'anni – dal 1960 al 1993&nbsp;– lavorò come corrispondente per il giornale [[Israele|israeliano]] ''[[Maariv]]'', un'attività durante la quale scrisse anche sul processo di [[Adolf Eichmann|Eichmann]] a [[Gerusalemme]]. Inoltre collaborò con il settimanale londinese ''The Jewish Chronicle''. Celebri le sue interviste al re del Marocco Hassan II, al presidente d'Egitto [[Gamal Abd el-Nasser|Nasser]], al tunisino Bourgoiuba[[Habib Bourguiba]], ma la più famosa è quella a re [[Husayn di Giordania|Hussein di Giordania]] del 1971<ref name="ref_A">{{Cita libro|titolo=Tullia Calabi Zevi, Puma Valentina Scricciolo, Ali&No edizioni, Collana Le Farfalle, Perugia, 2019. ISBN 9788862542180}}</ref>.
Studiò [[filosofia]] all'[[Università degli Studi di Milano|Università di Milano]] e frequentò il [[Conservatorio di Milano|Conservatorio cittadino]]. Quando in Italia furono promulgate le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] contro la comunità ebraica, Tullia Zevi era in vacanza in [[Svizzera]] con la famiglia.
 
Fu a casa di Tullia Zevi che nel [[1962]] si svolsero diversi incontri tra [[Pietro Nenni]], [[Giuseppe Saragat]] ede [[Arthur M. Schlesinger Jr.]], segretario particolare del presidente americanostatunitense [[John Fitzgerald Kennedy]] e amico di vecchia data della Zevi, che fu convinto, grazie alla mediazione della padrona di casa, ada intervenire affinché gli [[Stati Uniti d'America]] accettassero l'ingresso del [[Partito Socialista Italiano]] al governo (ne scaturì poco dopo il primo esecutivo di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]])<ref>[{{Cita web |url=http://www.criticasociale.net/files/2_0003698_file_1.pdf |titolo=Quel pomeriggio a casa di Tullia Zevi] |accesso=22 aprile 2015 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304093058/http://www.criticasociale.net/files/2_0003698_file_1.pdf |urlmorto=sì }}</ref>. Dal 1978 fu vice presidente dell'[[Unione delle comunità ebraiche italiane|UCEI]], l'Unione delle comunità ebraiche italiane, del quale diventò presidente cinque anni dopo. Nel 1987 Tullia Zevi e [[Bettino Craxi]] firmarono l'intesa tra Repubblica italiana e Unione delle Comunità ebraiche italiane: un accordo che regola i rapporti tra Stato e UCEI<ref name="ref_A" />.
In seguito si trasferirono in [[Francia]], dove Tullia Zevi continuò il suo percorso di studi alla [[Sorbona]] di [[Parigi]]. Quando anche in Francia si preannunciò l'inizio della [[seconda guerra mondiale]], la famiglia emigrò negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. La Zevi continuò a studiare all'università e a suonare l'[[arpa]] a livello professionale in diverse orchestre. Fu in quel periodo che fece la conoscenza di [[Leonard Bernstein]] e [[Frank Sinatra]].
 
Nel novembre del 1992 fu la candidata italiana per il premio "Donna europea dell'anno". Nello stesso anno, l'allora [[Presidente della Repubblica]], [[Oscar Luigi Scalfaro]], le assegnò il titolo di [[Ordine al merito della Repubblica Italiana#Cavaliere di gran croce|Cavaliere di Gran Croce]], la seconda più alta onorificenza italiana. Nel 1994 le fu assegnato il [[Premio Nazionale Cultura della Pace]]<ref>[http://www.culturadellapace.org/albo.php Premio Nazionale Cultura della Pace - Albo d'Oro] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111103220730/http://www.culturadellapace.org/albo.php |data=3 novembre 2011 }}</ref><ref>Giacomo Galeazzi, ''[http://www.lastampa.it/2011/01/22/blogs/oltretevere/addio-a-una-donna-di-pace-XGp5K8EHz6SbPY0xnEsPLJ/pagina.html Addio a una donna di pace]''. ''[[La Stampa]]'', 22 gennaio 2011. URL consultato in data 18-01-2013.</ref>, mentre nel 1998 fu eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del [[Ministero della Pubblica Istruzione|Ministero dell'Istruzione]] e membro della Commissione Italiana dell'[[OrganizzazioneUNESCO]]. delleNel Nazioni2007, Uniteinsieme peralla l'Educazionenipote [[Nathania Zevi]], scrisse il libro ''Ti racconto la Scienzamia storia. Dialogo tra nonna e lanipote Cultura|UNESCO]]sull<nowiki>'</nowiki>ebraismo''.
A [[New York]], dove frequentava i circoli antifascisti, Tullia Zevi iniziò la sua professione di giornalista. Dopo la fine della guerra tornò in Italia insieme al marito, l'[[architetto]] e [[critico d'arte]] [[Bruno Zevi]]. Nel dopoguerra fu anche inviata come [[corrispondente]] al [[processo di Norimberga]].
 
Morì a [[Roma]] il 22 gennaio 2011 pochi giorni prima del suo novantaduesimo compleanno presso l'[[Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli]] dove era ricoverata<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/22/news/tullia_zevi-11542155/|titolo=Addio a Tullia Zevivoce dell'ebraismo italiano|sito=la Repubblica|data=22 gennaio 2011|lingua=it|accesso=24 febbraio 2024}}</ref>; i funerali religiosi si sono celebrati il 24 gennaio davanti al [[Tempio Maggiore di Roma|Tempio Maggiore]], al quale erano presenti i familiari, gente comune e alcuni volti della politica; dopo un breve corteo funebre per le vie del [[Ghetto di Roma|Ghetto]], la salma è stata tumulata accanto al marito nel [[Cimitero del Verano]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsussidiario.net/news/roma/2011/1/24/cultura-tullia-zevi-sepolta-al-verano-accanto-al-marito-alemanno-e-zingaretti-al-funerale/144333/|titolo=Tullia Zevi sepolta al Verano accanto al marito, Alemanno e Zingaretti al funerale|sito=IlSussidiario.net|data=24 gennaio 2011|lingua=it|accesso=10 aprile 2021}}</ref>
Per più di trent'anni – dal 1960 al 1993&nbsp;– lavorò come corrispondente per il giornale [[Israele|israeliano]] ''[[Maariv]]'', un'attività durante la quale scrisse anche sul processo di [[Adolf Eichmann|Eichmann]] a [[Gerusalemme]]. Inoltre collaborò con il settimanale londinese ''The Jewish Chronicle''. Celebri le sue interviste al re del Marocco Hassan II, al presidente d'Egitto [[Gamal Abd el-Nasser|Nasser]], al tunisino Bourgoiuba, ma la più famosa è quella a re [[Husayn di Giordania|Hussein di Giordania]] del 1971<ref name="ref_A">{{Cita libro|titolo=Tullia Calabi Zevi, Puma Valentina Scricciolo, Ali&No edizioni, Collana Le Farfalle, Perugia, 2019. ISBN 9788862542180}}</ref>.
 
Fu a casa di Tullia Zevi che nel [[1962]] si svolsero diversi incontri tra [[Pietro Nenni]], [[Giuseppe Saragat]] ed [[Arthur Schlesinger Jr.]], segretario particolare del presidente americano [[John Fitzgerald Kennedy]] e amico di vecchia data della Zevi, che fu convinto, grazie alla mediazione della padrona di casa, ad intervenire affinché gli [[Stati Uniti]] accettassero l'ingresso del [[Partito Socialista Italiano]] al governo (ne scaturì poco dopo il primo esecutivo di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]])<ref>[http://www.criticasociale.net/files/2_0003698_file_1.pdf Quel pomeriggio a casa di Tullia Zevi]</ref>.
 
Dal 1978 fu vice presidente dell'[[UCEI]], l'Unione delle comunità ebraiche italiane, del quale diventò presidente cinque anni dopo. Nel 1987 Tullia Zevi e [[Bettino Craxi]] firmano l'intesa tra Repubblica italiana e Unione delle Comunità ebraiche italiane: un accordo che regola i rapporti tra Stato e UCEI<ref name="ref_A" />.
 
Nel novembre del 1992 fu la candidata italiana per il premio "Donna europea dell'anno". Nello stesso anno, l'allora [[Presidente della Repubblica]], [[Oscar Luigi Scalfaro]], le assegnò il titolo di [[Cavaliere di Gran Croce]], la massima onorificenza italiana.
 
Nel 1994 le fu assegnato il [[Premio Nazionale Cultura della Pace]]<ref>[http://www.culturadellapace.org/albo.php Premio Nazionale Cultura della Pace - Albo d'Oro] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111103220730/http://www.culturadellapace.org/albo.php |data=3 novembre 2011 }}</ref><ref>Giacomo Galeazzi, ''[http://www.lastampa.it/2011/01/22/blogs/oltretevere/addio-a-una-donna-di-pace-XGp5K8EHz6SbPY0xnEsPLJ/pagina.html Addio a una donna di pace]''. ''[[La Stampa]]'', 22 gennaio 2011. URL consultato in data 18-01-2013.</ref>, mentre nel 1998 fu eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del [[Ministero della Pubblica Istruzione|Ministero dell'Istruzione]] e membro della Commissione Italiana dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]].
 
Nel 2007, insieme alla nipote [[Nathania Zevi]], scrisse la propria biografia, intitolata ''Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull<nowiki>'</nowiki>ebraismo''.
 
Tullia Zevi è morta a [[Roma]] il 22 gennaio [[2011]] all'età di 92 anni<ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/22/news/tullia_zevi-11542155/ Addio a Tullia Zevi voce dell'ebraismo italiano]</ref>.
 
==Onorificenze==
Riga 66 ⟶ 54:
== Bibliografia ==
* ''Tullia Calabi Zevi'', Puma Valentina Scricciolo, Ali&No edizioni, Collana ''Le Farfalle'', Perugia, 2019. ISBN 9788862542180
 
==Voci correlate==
*[[Eugenio Calabi]]
*[[Bruno Zevi]]
 
== Altri progetti ==
Riga 71 ⟶ 63:
 
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.bnei.it/risorse/archivio-tullia-zevi/ Archivio di Tullia Zevi] - Biblioteca Nazionale dell'Ebraismo Italiano Tullia Zevi{{Collegamenti esterni}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.mosaico-cem.it/articoli/tullia-zevi-laddio-alla-signora-dellebraismo-italiano|«Addio a Tullia Zevi, la signora dell'ebraismo», ''Mosaico'', sito ufficiale della comunità ebraica di Milano}}
* {{cita web|url=http://www.liberalsocialisti.org/articol.php?id_articol=91|titolo=Tullia Calabi Zevi, ''La mia autobiografia politica''}}
Riga 79 ⟶ 71:
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|ebraismo|editoria|letteratura}}
[[Categoria:arpisti italiani]]
 
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Scrittori ebrei italiani]]
Riga 86 ⟶ 78:
[[Categoria:Benemeriti della cultura e dell'arte]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Milano]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero del Verano]]