Gaeta: differenze tra le versioni
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|Nome = Gaeta
|Stato = ITA
|Stemma = Gaeta-Stemma.
|Bandiera = Flag of Gaeta.svg
|Panorama = Gaeta (castello angioino) da monte orlando.jpg
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Latina
|Amministratore locale = Cristian Leccese<ref>{{Cita web|url = https://www.latinatoday.it/politica/gaeta-elezioni-2022-cristian-leccese-sindaco-risultati.html|titolo = Elezioni amministrative 2022: Gaeta sceglie Cristian Leccese, è il nuovo sindaco|data = 13 giugno 2022 |accesso = 14 giugno 2022}}</ref>
|Partito = [[
|Data elezione =
|Abitanti = 19078
|Sottodivisioni = [[Serapo]], [[Porto Salvo|Porto Salvo/Borgo di Gaeta]], Gaeta Vecchia/Medio/evale
|Divisioni confinanti = [[Formia]], [[Itri]]
|Zona sismica = 3A
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|Patrono = santi [[Erasmo di Formia|Erasmo]] e [[Marciano di Siracusa|Marciano]]
|Festivo = 2 giugno
|Mappa = Map of comune of Gaeta (province of Latina, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Gaeta nella provincia di Latina
}}
'''Gaeta''' è un [[
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Sorge
=== Clima ===
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== Origini del nome ==
[[File:Aeneas Erects a Tomb to his Nurse, Caieta, and Flees the Country of Circe (Aeneid, Book VII) MET DT10857.jpg|thumb|''Enea costruisce la tomba per la sua nutrice Caieta e fugge dalle terre di Circe'', smalto su rame del Maestro della leggenda di Enea ([[1530]]-[[1535]] circa)]]
Le origini del nome di Gaeta (in latino: ''Caiēta'', in greco ''Kaièta'', {{polytonic|Καϊέτα}}) sono tuttora avvolte nella leggenda:
* [[Strabone]] non parla della città ma solo del golfo
* [[Diodoro Siculo]] collegò il territorio gaetano al mito degli [[Argonauti]] facendo derivare il nome della città da ''Aietes'', mitico padre di [[Medea]] (nipote di Circe), la maga innamorata di [[Giasone (mitologia)|Giasone]].<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/Gaeta-nella-storia|titolo=Gaeta nella storia|
* [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]
* Altre fonti prendono il nome di Gaeta da
== Storia ==
=== Storia antica ===
I primi consistenti insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono al
[[File:Ancient Latium.png|thumb|Il ''[[Latium]]'' secondo l'''Historical Atlas'']]
Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi, consoli e famosi senatori dell'epoca. A favorire la loro venuta fu anche la costruzione di una nuova strada romana, la [[Strada statale 213 Via Flacca|Via Flacca]], più breve rispetto all'[[Via Appia Antica|Appia]]. Il territorio gaetano, al confine tra Lazio e [[Campania]], era situato in epoca preimperiale all'interno di quell'area geografica denominata ''[[Latium adjectum]]'' (''Latium Novum''). Tale nome era riferito ai territori "aggiunti" al ''[[Latium vetus]]'' (''Latium antiquum'') in seguito alle prime conquiste di Roma verso Sud, con la conseguente scomparsa di altri popoli preromani (Volsci, Equi, Ernici e Ausoni-Aurunci). Ormai già con Augusto e la sua riforma amministrativa, i territori di Gaeta ricadevano nella regione unica formata dal ''Latium vetus e dal Latium adjectum'' che i romani chiamavano con il nome ''[[Latium]]''. Il ''Latium'' terminava perlopiù lungo l'attuale confine con la Campania delineato dal fiume Liri-Garigliano, risultando amministrativamente unito alla stessa Campania attraverso la "Regio I Latium et Campania", una delle undici regioni dell'Italia augustea. Del periodo romano restano visibili molte vestigia, alcune delle quali sulla sommità di [[Parco regionale urbano Monte Orlando|Monte Orlando]], come il Mausoleo di [[Lucio Munazio Planco]], console romano, prefetto dell'Urbe, generale sia di [[Gaio Giulio Cesare|Caio Giulio Cesare]] (attraversò con lui il fiume [[Rubicone]], fu al suo fianco nelle [[Conquista della Gallia|campagne galliche]]) che di [[Marco Antonio]] e Ottaviano detto [[Augusto]].
=== Medioevo ===
[[File:
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] iniziò un periodo buio di transizione, caratterizzato da continui saccheggi prima da parte delle popolazioni barbariche e in seguito dai [[Saraceni]]. Proprio per la sua caratteristica posizione su una penisola naturale, facilmente difendibile, Gaeta si trasformò gradualmente in un ''castrum'': la città fu fortificata con cinte murarie e sulla zona alta dell'antico borgo medioevale sorse il castello a difesa dell'abitato; allo stesso tempo le popolazioni delle zone limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare ospitalità, rifugio e protezione. Le prime notizie del castello risalgono al [[VI secolo]] nella guerra contro i [[Goti]], nel X secolo se ne fa cenno all'interno delle carte del ''[[Codex diplomaticus cajetanus|Codex diplomaticus Cajetanus]]'', ma notizie certe della sua esistenza si hanno solo nel [[XII secolo]]. La prima importante documentazione sull'esistenza di una flotta gaetana risale all'anno [[812]], allorquando il patrizio bizantino Gregorio, governatore della Sicilia, incalzato dalla minaccia araba, fu costretto a chiedere aiuto al duca di Napoli e agli altri ducati campani. Alle sollecitazioni di Gregorio risposero Gaeta e Amalfi che, con le loro navi (unite a quelle di Costantinopoli), sconfissero la flotta araba al largo di [[Lampedusa]]. Già nel [[IX secolo]] Gaeta si rese autonoma dall'autorità imperiale bizantina e nell'anno [[839]] la carica di ''[[Ipato]]'' venne assunta da [[Costantino di Gaeta|Costantino I]], figlio del conte Anatolio (che alcuni credettero capostipite della famiglia [[Caetani]]) e di fatto primo [[sovrani di Gaeta|signore di Gaeta]] riconosciuto. Il [[ducato di Gaeta]] conquistò gradualmente la sua indipendenza e restò in vita per oltre due secoli, nel corso dei quali Gaeta ebbe una propria solidità militare, un'autonomia politica, un'autonomia giurisdizionale, dei propri istituti giuridici civici, una propria valuta (il "follaro") e un considerevole sviluppo economico attraverso i traffici commerciali marittimi.[[File:Stati presenti in Campania intorno all'anno 1000 (Gaeta).svg|thumb|La Campania con il territorio del [[ducato di Gaeta]] intorno all'anno 1000]]
Nel periodo che va dall'[[839]] al [[1140]] Gaeta può essere considerata a pieno titolo anche una [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]].<ref>{{Cita testo |url=http://www.ristoranteilfollaro.it/Cenni%20di%20Storia/Documenti%20Cenni%20di%20Storia/5%C2%AA%20Repubblica%20Marinara.pdf |titolo=Vedi la pagina |accesso=7 aprile 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130923065701/http://www.ristoranteilfollaro.it/Cenni%20di%20Storia/Documenti%20Cenni%20di%20Storia/5%C2%AA%20Repubblica%20Marinara.pdf |urlmorto=sì }}</ref><ref>Guida rossa del Touring Club Italiano. [http://books.google.it/books?id=1TwQ54xw9VgC&pg=PA743&dq=gaeta+repubblica+marinara+-wikipedia&hl=it&sa=X&ei=q_9_T-uoMuTP4QT4qKHZBw&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=gaeta%20repubblica%20marinara%20-wikipedia&f=false Lazio: (non compresa Roma e dintorni) - Google Libri] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131228080528/http://books.google.it/books?id=1TwQ54xw9VgC&pg=PA743&dq=gaeta+repubblica+marinara+-wikipedia&hl=it&sa=X&ei=q_9_T-uoMuTP4QT4qKHZBw&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=gaeta%20repubblica%20marinara%20-wikipedia&f=false |data=28 dicembre 2013 }}</ref><ref>[[Salvatore Aurigemma]], Angelo de Santis, ''Gaeta, Formia, Minturno'', Istituto poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, 1964.</ref> I gaetani difesero le loro libertà e l'indipendenza del ducato attuando una saggia e talvolta spregiudicata azione politica e militare. Risultarono in tal senso rilevanti le alleanze stipulate con i principali Stati autonomi del meridione d'Italia per combattere le continue scorrerie saracene, ma anche i patti stipulati con gli stessi musulmani per la difesa del ducato dalle mire espansionistiche del papato. Particolarmente significativa l'alleanza che portò alla costituzione della Lega campana di cui si fece principale promotore [[papa Leone IV]] per la difesa di Roma. Nell'estate dell'[[849]] la Lega campana fu protagonista della [[battaglia di Ostia]], immortalata con un celebre affresco da Raffaello nelle stanze vaticane ([[Battaglia di Ostia (Raffaello)|Raffaello, Battaglia di Ostia]]). Una flotta costituita dalle navi delle repubbliche di: [[Amalfi]], Gaeta, [[Napoli]] e [[Sorrento]], sotto la guida del console [[Cesario Console|Cesario di Napoli]], sbaragliò i saraceni che si apprestavano a sbarcare presso Ostia con l'intento di operare l'invasione e la distruzione di Roma. Successivamente, nel [[915]], il [[Sovrani di Gaeta|duca di Gaeta]] [[Giovanni I di Gaeta|Giovanni I]] contribuì alla costituzione della Lega Cristiana che sconfisse i saraceni nella [[battaglia del Garigliano (915)|battaglia del Garigliano]], altro importante episodio bellico, la cui conclusione fu determinante per eliminare in modo definitivo la presenza araba nel Centro Italia. Il ducato di Gaeta restò pienamente indipendente fino all'inizio del XII secolo, quando il duca Riccardo III fu deposto dal [[Principato di Capua|Principe di Capua]], dopo la conquista della città del [[1140]], ad opera di [[Ruggero II di Sicilia]] della dinastia degli [[Altavilla]]. Quest'ultimo fu comunque assai benevolo nei confronti di Gaeta lasciandole numerosi privilegi, a partire da una moneta propria e da una significativa autonomia politica, tanto da permetterle di preservare, al pari di Amalfi, l'antico e glorioso carattere di repubblica marinara. Con Ruggero II nacque quello che per i successivi sette secoli sarà, tranne il periodo del [[vicereame]] spagnolo (1504-1707) e della dominazione austriaca (1707-1734), un regno unitario, indipendente e sovrano, l'unico in tutta Europa a conservare integralmente per così lungo tempo i suoi limiti territoriali, con Gaeta a fungere in più occasioni da capitale "de facto" e strategica città di confine con lo [[Stato della Chiesa]]. Durante il governo della dinastia di origine [[Hohenstaufen|sveva]], Gaeta vide particolarmente rafforzata la sua funzione di "chiave di accesso" al regno. [[Federico II di Svevia]] venne in diverse occasioni a Gaeta e, durante le lotte tra [[guelfi e ghibellini]], creò delle fortificazioni per difendere meglio i confini: nel 1223 fece costruire quelle per il castello di Gaeta (che quindi era già esistente all'epoca).
[[File:Italia 1494-it.svg|miniatura|L'Italia nel 1494, alla vigilia della campagna militare di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]]. La cartina mostra i vari [[Antichi Stati italiani|Stati in cui era divisa la penisola]].]]
Durante il governo delle dinastie di origine [[angioini|angioina]] e angioina-durazzesca (1266-1442) la città continuò a ricoprire un ruolo rilevante nello scenario politico e militare del regno. Dal [[1378]] fu per qualche anno la residenza dell'[[antipapa Clemente VII]], alleato della Regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]]. Dal [[1387]] vi si stabilì, temporaneamente in esilio, l'erede al trono [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]] dei d'[[Angiò-Durazzo]], che celebrò in città, il 21 settembre [[1389]], le sue nozze con Costanza di Chiaramonte, figlia del [[Contea di Modica|conte di Modica]] e [[Vicario]] del [[Regno di Sicilia]], [[Manfredi III Chiaramonte]]. Salito successivamente al trono, re Ladislao fu particolarmente riconoscente nei confronti di Gaeta concedendole ulteriori e importanti privilegi tesi a rafforzare la sua autonomia. Anche la futura regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]], sorella di [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]], soggiornò per molto tempo a Gaeta, dove scelse di farsi incoronare nel [[1419]]. Dal 1435 [[Alfonso V d'Aragona]] fece di Gaeta la base per la conquista del trono di Napoli a discapito di Renato, ultimo sovrano della dinastia Angioina a regnare nel Meridione d'Italia, sconfitto definitivamente nel [[1442]]. Fu con l'arrivo della dinastia Aragonese che alcuni influenti personaggi locali, passati in disgrazia, vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui [[Giovanni Caboto]], che si rifugiò a Venezia nel 1461, prendendone la cittadinanza 15 anni dopo. Durante questo periodo la città fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto "Alfonsino", adibito a reggia, mentre il vecchio (chiamato "Angioino") fu ampliato e unito al nuovo. Per tutta la seconda metà del secolo XV la città fu governata dalla dinastia aragonese; fra le varie importanti personalità succedutesi al governo della [[piazzaforte]] spicca nel 1501 il barone Diomede de Gemmis di Castel Foce, cognato del futuro governatore di Milano Andrea Caiano e membro di un casato derivante da un'antica famiglia patrizia romana trapiantata nel regno di Napoli. I sovrani aragonesi, al pari dei predecessori, capirono quanto fosse strategicamente rilevante il possesso di Gaeta per la difesa del regno, per cui vollero ulteriormente fortificarla con l'aggiunta di due nuove cinte murarie (non più esistenti). Gaeta subì ben quattordici [[Assedio|assedi]] che coincisero con importanti e spesso cruciali avvenimenti storici, a partire dalla sconfitta del ducato di Gaeta (con annessione al Regno di Sicilia) fino all'ultimo assedio, decisivo per i destini del [[regno delle Due Sicilie]], quello [[Assedio di Gaeta (1860)|tenuto nel 1860-61]] dalle truppe del generale [[Enrico Cialdini]] (che sarà poi nominato [[Sovrani di Gaeta|duca di Gaeta]]) e dopo il quale si ebbe la [[proclamazione del Regno d'Italia]].
=== Storia moderna ===
[[File:Joseph Roux - Ville et Baye de Gayétte- Receuil Des Principaux Plans; des Ports, et Rades de la Mer Mediterranée - Marseille 1764.jpg|thumb|Mappa del 1764 con la poderosa cinta muraria bastionata della fortezza di Gaeta (Joseph Roux)]]
Con la dominazione spagnola, iniziata nel [[1504]], lo Stato unitario del Sud Italia, nato nel [[1140]] in seguito alle conquiste di re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], perse per la prima volta la sua indipendenza divenendo un [[vicereame]],
[[File:Die Gartenlaube (1861) b 173.jpg|thumb|Incisione raffigurante l'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio del 1860-1861]]]]
Nel [[1734]], [[Assedio di Gaeta (1734)|Gaeta fu conquistata]] da Carlo di Borbone, poi [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] quando divenne Re di Spagna, fondatore del ramo napoletano della dinastia dei Borbone. Con Carlo III di Borbone, il Regno di Napoli riconquistò dopo 230 anni la sua indipendenza tornando ad essere lo Stato più esteso e importante della penisola. Nel [[1815]], durante la [[guerra austro-napoletana]], [[Assedio di Gaeta (1815)|fu assediata]] delle forze anglo-austriache. Le [[Esercito del Regno di Napoli (1806-1815)|forze napoletane]] dovettero arrendersi. Il 25 novembre [[1848]] il [[papa Pio IX]] si rifugiò a Gaeta, ospite di re [[Ferdinando II di Borbone]], in seguito alla proclamazione della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] ad opera di [[Giuseppe Mazzini]] e vi rimase fino al 4 settembre [[1849]], periodo durante il quale Gaeta fu sede istituzionale e capitale ''[[de facto]]'' dello [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]], rappresentando il massimo centro di riferimento politico-religioso di tutto il mondo della cristianità e fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX, secondo la tradizione illuminato dallo [[Spirito Santo]] durante le sue preghiere presso la [[Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)|Cappella d'Oro]], decise di scrivere l'enciclica ''[[Ubi Primum (Pio IX/2)|Ubi Primum]]'' con cui interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità di proclamare il [[Dogma]] dell'[[Immacolata Concezione]], cosa che avvenne al suo ritorno a [[Roma]]. Il 13 febbraio [[1861]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II di Borbone]] si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno capitolando dopo 102 giorni di resistenza ai bombardamenti e all'assedio delle truppe sabaude del generale [[Enrico Cialdini]] ([[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta 1860-1861]]): cessò così di esistere il [[Regno delle Due Sicilie]].
[[File:Provincia di Terra di Lavoro (Due Sicilie).svg|thumb|La provincia campana di [[Terra di Lavoro]] con i confini dei suoi cinque [[distretto di Gaeta|distretti]] (dal 1860 [[Circondario di Gaeta|circondari]]) e i relativi capoluoghi (in rosso)]]
Il [[Porto Salvo (Gaeta)|Borgo di Gaeta]], frazione di Gaeta fuori le mura, con [[
Nel 1920 fu inaugurato l’acquedotto di Elena, ancora comune autonomo; la riunificazione tra Elena e Gaeta vi fu solo nel 1926 e, con la soppressione della provincia di Caserta avvenuta nel 1927, fu assegnata al Lazio, sotto la provincia di Roma e, dal 1934 sotto quella della neo-istituita provincia di Littoria. Quando il regime fascista nel 1927 riorganizzò gli ambiti amministrativi territoriali italiani, volendo quel regime abolire i circondari e sopprimere la provincia di Terra di Lavoro, incorporò Gaeta nella [[provincia di Roma]], dopodiché, nel [[1934]], nella neo-istituita [[provincia di Latina|provincia di Littoria]], oggi provincia di Latina. Tra il 1943 e il 1944 la citta subì pesanti bombardamenti dagli Alleati e numerosi furono i caduti durante la seconda guerra mondiale<ref>{{Cita web|url=https://www.memoriedipaese.it/gaeta/|titolo=Le vicende belliche e resistenziali}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://digilander.libero.it/carandin/cadutigaeta2gm.htm|titolo=I Cittadini di Gaeta Caduti sul Mare e per la Marina nella Seconda Guerra Mondia}}</ref>. Nel 1971, fu istituito il Centro Storico Culturale, divenuto punto di riferimento nel panorama della cultura cittadina, con una fornita biblioteca dedicata in particolar modo alla memoria della patria. Con decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2024, è stato conferito a Gaeta il titolo di città.
===Simboli===
[[File:Gaeta-Gonfalone.png|thumb|100px|Il gonfalone comunale]]
Lo stemma comunale nella forma aulica si presenta come uno [[scudo a cartoccio]] [[inquartato]] di rosso e d'argento, timbrato da una corona ducale. Secondo la tradizione lo stemma deriverebbe da quello attribuito a [[papa Gelasio II]] nato a Gaeta intorno al 1064.<ref>{{cita web|url= http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=6 |titolo= Lo Stemma della Città |sito= ProLoco Gaeta |accesso= 27 aprile 2024 }}</ref> Il gonfalone è un drappo inquartato di rosso e di bianco.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* Busto di [[José Gervasio Artigas]], padre dell'indipendenza uruguaiana - piazza XIX Maggio
* Monumento ai caduti civili e militari della [[Prima guerra mondiale|I GM]] - piazza Vincenzo Traniello
* Monumento ai caduti civili e militari della [[Seconda guerra mondiale|II GM]] – piazza Monsignore Di Liegro<ref>{{Cita web|url=https://www.memoriedipaese.it/gaeta/|titolo=La memoria}}</ref>
* Targa dei rifugiati istriani e dalmati – int. ex caserma Cosenz
=== Edifici religiosi ===
{{vedi anche|Chiese di Gaeta}}
==== Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta ====
[[File:Gaeta, Basilica Cattedrale - Esterno.jpg|thumb|Esterno della [[cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta]] e [[Campanile del duomo di Gaeta|campanile]]]]
La [[cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta]] venne edificata nell'[[XI secolo]] su una preesistente chiesa dedicata a Santa Maria del Parco del VII secolo e fu consacrata da [[papa Pasquale II]] nel [[1106]]. Dopo il disastroso terremoto del 1231, fu ricostruita in [[architettura gotica|stile gotico]] con una struttura a sette navate, per poi esser restaurata in stile neoclassico da Pietro Paolo Ferrara alla fine del [[XVIII secolo]]; in tale occasione, lo spazio interno venne ridotto a tre navate con cappelle laterali, tramite la realizzazione di sovrastrutture.<ref name=duomo>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=27|titolo=La Cattedrale di S. Erasmo e Marciano|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141026102048/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=27}}</ref> La facciata neogotica del 1903 si affaccia sull'angusta via Duomo; in mattoncini con decorazioni in pietra chiara, presenta sulla sommità la statua in [[ghisa]] dell'''Immacolata''. Dal pronao, dove si trovano le statue dei due santi patroni Erasmo e Marciano, si accede, tramite il portale, alla navata centrale, coperta con il [[volta a botte]] [[soffitto a cassettoni|cassettonata]] e illuminata da finestre a lunetta. Lungo le due navate laterali si aprono quattro cappelle per lato contenenti altari barocchi in marmi policromi, due dei quali provengono dalla [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Gaeta)|chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]], attualmente chiusa al culto.<ref name="duomo" /> Il [[succorpo di Sant'Erasmo]] si trova sotto l'abside, che è stata costruita alla fine del [[XVI secolo]] e rifatta a partire dal 1619 da Jacopo e [[Dionisio Lazzari]]. Il succorpo è a navata unica, ideato come custodia delle reliquie di diversi santi e riccamente decorato con pitture e marmi. In fondo all'abside rettangolare, si trova l'altare barocco in marmi policromi, anch'esso del Lazzari, sormontato dalla pala di [[Giovanni Filippo Criscuolo]] raffigurante la ''Madonna col Bambino con san Michele arcangelo attorniato da una corte di sei angeli'' (metà del XVI secolo), posta dove originariamente trovava luogo lo [[Stendardo di Lepanto]]. Nel [[presbiterio]], è custodito il pregevole ''candelabro del cero pasquale'', del [[XIII secolo]], con ''Storie della vita di Cristo e di sant'Erasmo''.<ref>{{cita web|url=http://www.gliscritti.it/gallery3/index.php/Gaeta|titolo=Gaeta: cero pasquale del XIII secolo, bassorilievi di Giona e cripta della cattedrale|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402160922/http://www.gliscritti.it/gallery3/index.php/Gaeta|urlmorto=no}}</ref> Il [[campanile del duomo di Gaeta]] si trova alle spalle della chiesa, dove si trovava l'entrata della prima chiesa. Risale al [[XII secolo]] ed è opera di Nicola (o Niccolò) dell'Angelo, che operò anche nella [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Sutri)|concattedrale di Santa Maria Assunta]] di [[Sutri]] e nella [[basilica di San Paolo fuori le mura]] a [[Roma]]. La possente mole, in [[architettura romanica|stile romanico]] con influssi [[architettura arabo-normanna|arabo-normanni]], è costituita da tre piani con [[bifora|bifore]], sormontati dal cupolino ottagonale. All'interno della strombatura posta alla base della torre, ci sono dei sarcofagi di epoca romana e due bassorilievi marmorei raffiguranti la storia di ''Giona e il pistrice''. Il campanile della cattedrale di Gaeta, insieme a quello del [[duomo di Amalfi]] con cui ha notevoli analogie, rappresenta un eccellente esempio di arte medievale dell'Italia centro meridionale.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=17|titolo=Il Campanile della Cattedrale di S. Maria Assunta in Cielo|sito= Comune di Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402112800/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=17}}</ref>
==== Santuario della Santissima Annunziata ====
{{vedi anche|Santuario della Santissima Annunziata (Gaeta)|Organo del santuario della Santissima Annunziata a Gaeta|Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)}}
[[File:Gaeta, Santuario della Santissima Annunziata - Esterno.jpg|thumb|Esterno del [[Santuario della Santissima Annunziata (Gaeta)|santuario della Santissima Annunziata]]]]
[[File:Gaeta, Cappella d'Oro - Interno.jpg|thumb|Interno della
Il [[Santuario della Santissima Annunziata (Gaeta)|santuario della Santissima Annunziata]] venne costruito tra il 2 maggio [[1321]] e il [[1352]] (anno in cui venne consacrato) alle porte dell'antica città di Gaeta, lungo l'unica via d'accesso al centro storico, come luogo di culto annesso all'omonimo stabilimento ospedaliero. Nel [[XVII secolo]], venne radicalmente restaurato in [[arte barocca|stile barocco]] su progetto di tre esponenti della famiglia Lazzari: Andrea curò la realizzazione della nuova facciata, Jacopo della cappella del Santissimo Sacramento e [[Dionisio Lazzari|Dionisio]] dell'apparato decorativo interno.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=42|titolo=Santuario della SS. Annunziata|sito=Comune di Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402142720/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=42}}</ref> La facciata, opera di Andrea Lazzari, è sormontata dal campaniletto a vela con orologio in maioliche. Un secondo campanile, gotico, è situato nei pressi dell'abside, sul lato destro, mentre lungo la fiancata sinistra si apre l'antico portale laterale gotico, con lunetta affrescata raffigurante l'''Annunciazione''. L'interno del santuario è a navata unica ed è dominato dalla tinta celeste delle pareti, con elementi decorativi in stucco in colore bianco. Lungo la navata, che è coperta dalle volte a crociera gotiche originarie, vi sono due altari marmorei, ciascuno dei quali è sormontato da una pala di [[Luca Giordano]]: a sinistra l'Adorazione dei Pastori mentre a destra Gesù crocifisso. L'[[aula (chiesa)|aula]] termina con l'[[abside]] rettangolare, all'interno della quale si trova il pregevole coro ligneo di Colangelo Vinaccia; la parete di fondo è interamente occupata dal polittico di [[Andrea Sabatini]] da [[Salerno]], risalente al [[1521]]. L'altare maggiore e la balaustra del [[presbiterio]] in marmi policromi, nonché le cantorie in finto marmo, la cassa dell'antico [[Organo del santuario della Santissima Annunziata a Gaeta|organo a canne]], posto sulla cantoria di sinistra e il Crocifisso, sono opera di [[Dionisio Lazzari]]. L'organo a canne venne costruito da Giuseppe de Martino alla fine del [[XVII secolo]] e venne probabilmente suonato anche da [[Alessandro Scarlatti]].<ref>{{cita web|url=http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/italia22.html|autore=Graziano Fronzuto|titolo=Chiesa della SS.Annunziata di Gaeta|sito=lapaginadellorgano.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref> Alle spalle del santuario, con portale su via Annunziata, vi è la [[Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)|Cappella dell'Immacolata Concezione]] o "Cappella d'Oro", detta così perché ha la volta a botte costituita da cassettoni di legno intagliati e dorati con 19 tele raffiguranti scene della vita di Gesù e della Madonna sulle pareti, opere di Criscuolo, lo stesso che ha fatto i santi del polittico fondale insieme a [[Scipione Pulzone]] che si è occupato dell'Immacolata, che si trova al centro di esso. Dal 25 marzo [[2009]], la chiesa della Santissima Annunziata è stata elevata a santuario gemellato con il santuario di [[Nostra Signora di Lourdes]], perché il [[Dogma]] cattolico dell'[[Immacolata Concezione]], proclamato da [[papa Pio IX]] l'8 dicembre [[1854]] con la bolla ''[[Ineffabilis Deus]]'', era stato meditato dal papa nella sua permanenza forzata in Gaeta durante le ore passate in meditazione a pregare davanti al quadro della Madonna presente all'interno della cappella dell'Immacolata Concezione o "Cappella d'Oro". Anche [[papa Giovanni Paolo II]] il 25 giugno [[1989]], in occasione della visita alla città di Gaeta, volle pregare nella Cappella d'Oro.<ref>{{cita web|url=http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio_member.php?id=95133&sid=95134|titolo=Chiesa della Santissima Annunziata - La Cappella d'Oro|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402104910/http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio_member.php?id=95133&sid=95134|urlmorto=no}}</ref> Ad oggi, insieme alla Chiesa di Santa Maria della Sorresca, rientra nei beni dell'IPAB "Stabilimento della SS. Annunziata ed annessi". All'interno dell'IPAB è ospitato l'archivio storico che conserva importanti documenti che fotografano l'attività assistenziale svolta dalla SS. Annunziata nei 700 anni della sua esistenza, come pure documenti diplomatici, atti amministrativi e testamenti, tra cui gli ''Statuta Privilegia et Consuetudinis Civitatis Caietae'' (XVI secolo).
==== Tempio di San Francesco ====
Il [[tempio di San Francesco]] ha sostituito un edificio di culto precedente, fondato dallo stesso [[Francesco d'Assisi|san Francesco d'Assisi]] nel [[1222]] e presso il quale dimorava durante la sua permanenza a Gaeta. Questa venne ricostruita in [[architettura neogotica|stile neogotico]] per volere di [[Carlo II di Napoli|Carlo II d'Angiò]], con struttura di carattere monumentale, nel [[XIV secolo]] e, nel [[XIX secolo]], [[Ferdinando II delle Due Sicilie]] affidò a [[Giacomo Guarinelli]] un radicale restauro dell'edificio, durante il quale vennero sovrapposte alla struttura trecentesca decorazioni neogotiche.<ref>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=23|titolo=Chiesa S. Francesco|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924082400/http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=23|urlmorto=sì}}</ref> Il sagrato è preceduto da una grande scalinata, al centro della quale si trova la statua della ''Religione'' con in mano la croce, opera di [[Luigi Persico]]. La slanciata facciata neogotica ha un bel portale strombato ed un grande rosone; è decorato dalle sculture marmoree raffiguranti i due sovrani che vollero la costruzione e la ricostruzione della chiesa e del santo dedicatario. L'interno a tre navate, dominato dal colore giallo dei muri, è illuminato da grandi finestre con vetrate policrome. Nell'abside poligonale, dominata dalla statua del ''Redentore'', si trova l'altar maggiore in stile neogotico, realizzato in stucco dipinto a finto marmo; in fondo a ciascuna delle due navate laterali, vi è un altare in marmi policromi.<ref>{{cita web|url=http://www.terraurunca.it/cultura/monumenti-e-chiese/150-san-francesco-dassisi-in-gaeta.html|titolo=San Francesco d'Assisi in Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150515013657/http://www.terraurunca.it/cultura/monumenti-e-chiese/150-san-francesco-dassisi-in-gaeta.html|urlmorto=sì}}</ref>
==== Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo ====
La [[Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo (Gaeta)|chiesa di Santa Maria di Porto Salvo]] è situata nell'[[Porto Salvo (Gaeta)|omonimo quartiere]], originariamente abitato prevalentemente da pescatori. È anche detta ''degli Scalzi'' poiché era anticamente tenuta dai [[Ordine degli agostiniani scalzi|frati agostiniani scalzi]]. La chiesa venne costruita su progetto di [[Dionisio Lazzari]] nel [[XVII secolo]] ed è in [[architettura barocca|stile barocco]]. Il suo interno, dominato dal colore celeste delle pareti, è a navata unica con cappelle laterali; alle spalle del pregevole altare maggiore in marmi policromi, all'interno di una nicchia con elaborata cornice marmorea, vi è la venerata statua processionale della ''Madonna di Porto Salvo''; annesso alla chiesa è l'oratorio detto della ''Congrega dei Pescatori'', con pavimento in maioliche policrome, altare marmoreo e decorazione in stucco sulle pareti e sulla volta.<ref>{{cita web|url=http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-di-porto-salvo|titolo=Chiesa di Porto Salvo|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402131627/http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-di-porto-salvo|urlmorto=sì}}</ref> Sulla chiesa insiste la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, che prende il nome dalla vicina chiesa, gravemente danneggiata dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] e successivamente restaurata senza però ricostruire le campate distrutte<ref>{{cita web|url=http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-dei-santi-cosma-e-damiano|titolo=Chiesa dei Santi Cosma e Damiano|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160819231324/http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-dei-santi-cosma-e-damiano|urlmorto=sì}}</ref>.
==== Chiesa di San Giacomo Apostolo ====
La [[Chiesa di San Giacomo Apostolo (Gaeta)|chiesa di San Giacomo Apostolo]] è situata lungo via dell'Indipendenza nel [[quartiere]] di [[Porto Salvo (Gaeta)|Porto Salvo]]. Venne costruita tra il [[1517]] e il [[1605]] in [[architettura barocca|stile barocco]], con unica navata con cappelle laterali e, successivamente, rimaneggiata. I lavori più importanti furono quelli del [[1965]], quando vennero demolite la facciata e la parete di fondo dell'abside e in stile moderno si provvedette a ricostruire il prospetto e a realizzare una nuova abside a pianta quadrangolare, quest'ultima collegata alla navata tramite quella antica.<ref name=S.Giacomo>{{cita web|url=http://digilander.libero.it/sangiacomoparrocchia/|titolo=Comunità Parrocchiale San Giacomo - Gaeta|accesso=28 febbraio 2015}}</ref> All'interno della chiesa, è custodito l'antico altare maggiore barocco proveniente dalla scomparsa chiesa di San Montano e ivi trasferito nel [[XIX secolo]]; la sua pala, fino al 1993 al centro dell'ancona e attualmente sulla parete di destra dell'antica abside, raffigura una ''Sacra conversazione'' ed è opera di Santillo Sannini (1695).<ref name="S.Giacomo" />
==== Santuario della Santissima Trinità ====
[[File:Grotta del turco1.jpg|thumb|La
Il santuario della Santissima Trinità, detto anche ''della Montagna Spaccata'', è situato sulla fiancata [[ovest|occidentale]] del [[Parco regionale urbano Monte Orlando|Monte Orlando]] prospiciente il quartiere di [[Serapo]]. Edificato nell'XI secolo, sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella ''grotta del Turco'', creatasi, secondo la leggenda, al tempo della morte di [[Cristo|Gesù Cristo]], quando si squarciò il velo del [[tempio di Gerusalemme]]. Nel [[1434]] dall'alto dei due costoni di roccia si staccò un macigno che andò ad incastrarsi più in basso tra le pareti della fenditura, al di sopra dell'ingresso sul mare della grotta. Su di esso, nel [[XVI secolo]], venne realizzata una cappella, raggiungibile tramite una scalinata che porta nelle viscere della montagna; lungo di essa, che percorre la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta ''mano del Turco'', la forma di una mano (le cinque dita nella roccia) che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco "miscredente", che non credeva, cioè, alla storia che gli era stata raccontata sulla causa della spaccatura nella roccia, si era appoggiato alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione formando l'impronta della mano.
[[File:Gaeta12.jpg|thumb|Esterno del Santuario della Santissima Trinità]]
La chiesa, in [[architettura barocca|stile barocco]], si articola in un'unica navata con volta a botte lunettata e diverse cappelle laterali; l'[[abside]] quadrangolare ospita l'altare maggiore novecentesco, sormontato dalla tela di Raimondo Bruno ''Sant'Erasmo e la Madonna affidano Gaeta alla protezione della Santissima Trinità'' ([[1850]] circa). Qui pregarono numerosi pontefici, tra cui papa Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui [[Bernardino da Siena]], [[Ignazio di Loyola]], [[Leonardo da Porto Maurizio]], [[Paolo della Croce|San Paolo della Croce]], [[Gaspare del Bufalo]] e [[Filippo Neri|San Filippo Neri]]. La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all'interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come "L'eremo di San Filippo Neri". Il santuario è sede dei missionari del [[Pontificio istituto missioni estere|P.I.M.E.]]. È stato edificato nel corso dell'XI secolo dai monaci benedettini. La sua attuale fisionomia è frutto di restauri operati nel XIX secolo dai padri alcantarini.
==== Chiesa della Santissima Addolorata ====
La [[chiesa della Santissima Addolorata]] sorge lungo via Annunziata sul lato posteriore allo stabilimento della Santissima Annunziata. Essa è la cappella dell'annesso convento delle [[Suore crocifisse adoratrici dell'Eucaristia]], già delle [[Mantellate serve di Maria]] che, nel [[XIX secolo]], vi avevano stabilito un collegio per ragazze nobili. La chiesa, costruita nel [[XIV secolo]] e originariamente dedicata a [[Papa Gregorio I|San Gregorio Magno]], venne radicalmente restaurata tra il [[1853]] e il [[1855]] in [[architettura neogotica|stile neogotico]] da Ferdinando Travaglini, che anche progettò la facciata neoclassica, con ripida rampa di scale che collega la strada alla navata, posta quest'ultima ad un livello superiore. L'interno è costituito da un'unica navata con due [[campata|campate]] con [[volta a crociera]] decorata con stucchi raffiguranti le ''Litanie lauretane''; nella seconda campata si aprono a sinistra la cappella dedicata a [[Filippo Benizi|san Filippo Benizi]], con statua lignea policroma del santo, a destra una finestra con grata, dalla quale la famiglia reale seguiva le celebrazioni. Nella parete di fondo dell'abside si apre una triplice nicchia con [[arco a sesto acuto]], all'interno della quale vi è un gruppo scultoreo con al centro la statua della ''Madonna Addolorata'' ([[XIX secolo]]).
==== Chiesa di Santa Maria della Sorresca ====
La [[chiesa di Santa Maria della Sorresca]] prende il nome dall'evento miracoloso in virtù del quale venne costruito l'edificio religioso: il 16 aprile [[1513]], infatti, un'immagine raffigurante la ''Madonna col Bambino'' posta nei pressi dei depositi di sorra (derivato della lavorazione del [[Thunnus|tonno]]) della famiglia Albito, operò un miracolo.<ref name=Sorresca>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=48|titolo=Chiesa S. Maria della Sorresca|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref> La chiesa venne costruita in forme barocche, forse su progetto di Andrea Lazzari, tra il [[1617]] e il [[1635]]; venne arricchita con la realizzazione della cantoria, dell'altare maggiore e del confessionale, opere di [[Dionisio Lazzari]] e, alla fine del secolo successivo, di due altari laterali progettati da Pietro Paolo Ferrara. La chiesa, chiusa al culto nel [[1966]], da allora, pur non essendo mai stata sconsacrata, è sede di saltuarie manifestazioni culturali.<ref name="Sorresca" /> L'[[organo della chiesa di Santa Maria della Sorresca a Gaeta]] è di valore storico ed artistico. L'esterno è caratterizzato dalla facciata, realizzata nel [[1855]] (originariamente la chiesa era sprovvista di un ingresso monumentale) probabilmente su progetto di Ferdinando Travaglini, con ripida scalinata d'accesso. L'interno, in stile barocco, è ottagonale, coperto con cupola.<ref name="Sorresca" />
==== Chiesa di San Giovanni a Mare ====
La [[Chiesa di San Giovanni a Mare (Gaeta)|chiesa di San Giovanni a Mare]] è situata nei pressi della [[duomo di Gaeta|cattedrale]], prospiciente il mare. L'edificio venne edificato nel X secolo dal duca di Gaeta Giovanni IV e ricostruito in seguito al terremoto del [[1213]]; arricchito con decorazioni barocche, queste sono state demolite nella prima metà del [[XX secolo]]. L'edificio presenta come caratteristiche la cupola in stile arabo e il pavimento leggermente inclinato per permettere il defluire delle acque del mare nei periodi di alta marea essendo stata eretta nelle vicinanze del mare, all'esterno della cinta muraria, parzialmente demolita agli inizi degli anni sessanta. L'interno è a tre navate e a croce latina; sono visibili alcuni lacerti superstiti dell'apparato decorativo [[affresco|a fresco]] dei secoli [[XIII secolo|XIII]] e [[XIV secolo|XIV]], che ornava le pareti, le volte e le absidi. L'altare maggiore è stato composto nel [[1928]] riutilizzando come paliotto la lastra di un sarcofago romano.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=38|titolo=La Chiesa di San Giovanni a Gaeta Medievale|sito=Comune di Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117014124/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=38}}</ref>
==== Chiesa di San Domenico ====
La [[Chiesa di San Domenico (Gaeta)|chiesa di San Domenico]], che è officiata solo in occasione della ricorrenza del [[Domenico di Guzmán|santo]] (8 agosto), venne costruita nel [[XIV secolo]] insieme all'annesso convento dell'[[Ordine dei frati predicatori]] che venne soppresso nel [[1809]]. Gli arredi barocchi, nel [[XIX secolo]], vennero spostati in altre chiese dell'arcidiocesi e l'edificio venne privato di tutte le decorazioni barocche con i restauri nei primi anni del [[XX secolo]]. Si presenta a due navate, una maggiore ed una minore, a destra. Priva di decorazioni, al centro dell'abside vi è il semplice altare maggiore in pietra. Annesso al luogo di culto è l'ampio edificio dell'ex convento, con chiostro quadrangolare, dominato dalla torre campanaria del [[XII secolo]], unico elemento superstite della precedente chiesa di Santa Maria della Maina.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=44|titolo=La Chiesa di San Domenico|editore=Comune di Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923205935/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=44}}</ref>
; [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Gaeta)|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
[[File:Gaeta, chiesa di Santa Caterina d'Alessandria - Esterno 1.jpg|thumb|Esterno della [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Gaeta)|chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]]]
Situata nei pressi della chiesa di San Domenico, venne costruita nel [[XIV secolo]] come chiesa annessa al monastero delle monache benedettine; venne restaurata internamente agli inizi del [[XVIII secolo]] in stile barocco da [[Domenico Antonio Vaccaro]], mentre l'aspetto neoclassico dell'esterno risale ai lavori del [[1852]], condotti da Ferdinando Travaglini.<ref name=S.Caterina>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=29|titolo=Chiesa S. Caterina|sito=Pro Loco Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150711184701/http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=29|urlmorto=sì}}</ref> L'edificio, esternamente con facciata a capanna nella quale si aprono l'unico portale e il [[rosone]] circolare, è a navata con [[volta a crociera|volte a crociera]], caratterizzata dalla presenza di un'ampia [[cantoria]] sopra l'ingresso; le modanature barocche in stucco delle pareti e della volta, sottolineano la sottostante struttura gotica, rimasta inalterata. A ridosso della parete di fondo, l'altare maggiore in marmi policromi.<ref name=S.Caterina/>
; [[Chiesa del Santissimo Rosario (Gaeta)|Chiesa del Santissimo Rosario]]
[[File:Gaeta, chiesa del Rosario - Facciata 2.jpg|thumb|Facciata anteriore della [[Chiesa del Santissimo Rosario (Gaeta)|chiesa del Santissimo Rosario]]]]
Già dedicata a [[Tommaso (apostolo)|san Tommaso Apostolo]], sorge lungo via Aragonese e trae l'attuale denominazione dall'omonima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] laicale, fondata nel [[1571]] presso la chiesa di San Domenico e ivi trasferita nel [[1809]] insieme ad alcuni arredi marmorei barocchi, quali elementi dell'attuale altare maggiore e della [[balaustra]] che cinge il [[presbiterio]]. L'edificio è costituito da una [[navata]] [[architettura gotica|gotica]], coperta con [[volta a crociera|volte a crociera]] estradossate, che si articola in due campate: la prima ospita, nell'ampia [[cantoria]], il coro dei confratelli, mentre ai lati della seconda si aprono due cappelle ottocentesche. La statua processionale della ''Madonna col Bambino'' risale al [[XVIII secolo]], mentre la pala dell'altare maggiore è un dipinto di [[Sebastiano Conca]] raffigurante la ''Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena'' ([[1737]]).<ref>{{cita web|url=https://www.cattedralegaeta.it/chiese-della-cattedrale/ss-rosario/|titolo=SS. Rosario|sito=Cattedrale Gaeta|accesso=8 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190404184838/https://www.cattedralegaeta.it/chiese-della-cattedrale/ss-rosario/|urlmorto=no}}</ref>
; [[Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Gaeta)|Chiesa di Santa Maria del Suffragio]]
È la cappella maggiore del [[cimitero]] comunale, situato nel quartiere
; Chiesa dei Santi Carlo e Anna
Situata nel quartiere della Piaja, lungo la strada per [[Formia]], venne costruita nel [[XVII secolo]] e pesantemente rimaneggiata a partire dalla metà del [[XX secolo]], così da perdere qualsiasi riferimento (ad eccezione della struttura) alle sue caratteristiche originarie [[architettura barocca|barocche]]. La chiesa, esternamente caratterizzata dal campaniletto a vela, internamente presenta un'unica navata coperta con [[volta a botte lunettata]], con cappelle poco profonde senza altari, terminante con un'abside rettangolare.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=25|titolo=La chiesa di San Carlo Borromeo|sito=Comune di Gaeta|accesso=28 febbraio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923205928/http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=25}}</ref>
; Chiesa di San Paolo Apostolo
[[File:Gaeta, chiesa di San Paolo - Interno 1.jpg|thumb|Interno della chiesa di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]]]]
Situata sulla piana di Montesecco, tra Serapo e il centro, venne costruita nel [[1964]] per volere dell'arcivescovo Lorenzo Gargiulo, che trova sepoltura nella chiesa. La chiesa è in stile moderno e venne progettato da Antonio Petrilli e Pasquale Marabotto. La chiesa, a pianta quadrata, presenta un alto ambiente centrale circondato da un basso deambulatorio. Alla destra dell'altare vi sono i resti dell'altare maggiore della demolita chiesa di San Biagio (rimane solo il tabernacolo, dopo che sono stati demoliti i due angeli che costituivano la base dell'altare laterale).<ref>{{cita web|url= http://www.sanpaologaeta.net|titolo=Chiesa S. Paolo Ap. Gaeta|accesso=28 febbraio 2015}}</ref> In alto sono rappresentate vetrate con i quattro elementi della natura aria, acqua, terra e fuoco. È stata restaurata fra il 1960 e il 1966.
; Chiesa della Madonna della Catena
; Chiesa di Santo Stefano Protomartire
[[File:Gaeta, chiesa di Santo Stefano - Esterno 2.jpg|thumb|Facciata posteriore della chiesa di Santo Stefano Protomartire]]
La chiesa di [[Stefano protomartire|Santo Stefano Protomartire]] si trova in via dei Frassini e fu costruita
; Santuario di San Nilo Abate
==== Cappelle mariane rurali ====
[[File:Gaeta, cappella della Madonna di Conca - Esterno.jpg|thumb|Esterno della cappella della Madonna di Conca]]
Le [[cappelle mariane rurali di Gaeta]] si trovano sparse sul territorio. Dedicate alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], popolarmente chiamate "Madonnelle", sono inserite all'interno di un complesso architettonico costituito dal luogo di culto (di modeste dimensioni), da un [[arco (architettura)|arcone]] in muratura che passa al di sopra della strada antistante e, in alcuni casi, anche dall'annessa [[canonica]]. Sono quattro:<ref>{{cita|G. Fronzuto|pp. 165-166}}.</ref>
* cappella della Madonna del Colle, in via del Colle;
* cappella della Madonna di Casalarga, in via Sant'Agostino;
* cappella della Madonna di Conca, in via Conca;
* cappella della Madonna di Longato, in via Sant'Agostino.
La loro esistenza è legata alla devozione da parte dei contadini nei confronti della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine Maria]], invocata come protettrice del lavoro nei campi e dei raccolti, che affonda le sue radici nella [[religione romana]] e nel culto della dea [[Cerere]]. Queste cappelle acquisirono un importante ruolo di centro religioso in occasione dell'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta del 1860-1861]] e della [[seconda guerra mondiale]], quando la popolazione sfollata si trasferì nelle campagne.<ref>{{cita web|url=http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=59844|autore=Roberto D'Angelis|titolo=La Madonna del Colle torna a Gaeta|data=28 agosto 2008|accesso=22 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180722155759/http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=59844|urlmorto=no}}</ref> Al di fuori dell'antico centro abitato vi erano anche altre cappelle attualmente scomparse, come Santa Maria delle Grazie all'Arcella, Santa Maria di Casaregola (citata in un documento del [[1180]]), l'Assunta al Pizzone, la Madonnella di Serapo e Santa Maria della Treglia.<ref>{{cita|P. Capobianco (1979)|p. 15}}.</ref>
==== Chiese sconsacrate ====
; [[Ex chiesa di Santa Lucia (Gaeta)|Ex chiesa di Santa Lucia]]
[[File:Gaeta, ex chiesa di Santa Lucia - Facciata 2.jpg|thumb|
La chiesa di Santa Maria in Pensulis, la più antica della città
; [[Ex chiesa di San Salvatore]]
Si trova in vicolo Caetani
; [[Ex chiesa di San Giovanni della Porta]]
[[File:Gaeta, ex chiesa di San Giovanni della Porta - Esterno.jpg|thumb|
Situata nel centro storico, nei pressi del [[Castello di Gaeta|castello Angioino-Aragonese]], venne fondata nel [[X secolo]] e ha acquisito la sua attuale conformazione nel corso dell'ampliamento
; [[Ex chiesa di San Giuda Taddeo]]
; Ex chiesa di Santa Maria del Monte
[[File:Gaeta, ex chiesa di Santa Maria del Monte - Esterno 2.jpg|thumb|
Sorse nel [[XIV secolo]] come [[romitorio]] e si trova lungo via Aragonese, ai piedi del [[Castello di Gaeta|castello]].<ref>{{cita|O. Gaetani d'Aragona|p. 183
; [[Ex chiesa di San Nicola]]
Si trova alla sommità della salita degli Albito, a monte della [[chiesa di Santa Maria della Sorresca]]; già presente nel [[X secolo]], acquisì l'attuale conformazione gotica nel [[XIV secolo]]. Attualmente è adibita a giardino privato in seguito al crollo di gran parte della volta nel corso del bombardamento del settembre [[1943]]. All'esterno è caratterizzata dalla torre campanaria, probabilmente del [[XIII secolo]] e riconvertita in abitazioni private
; Ex chiesa dei Santi Martiri Irlandesi e del Beato Oliver Plunkett
[[File:Gaeta, ex chiesa dei Santi Martiri Irlandesi e del Beato Oliver Plunkett - Interno.jpg|thumb|
Venne costruita agli inizi degli [[anni 1930]] come luogo di culto della residenza estiva del Pontificio Collegio Irlandese, nei pressi del confine con il comune di [[Formia]]; fu consacrata il 19 ottobre [[1932]] dall'[[Arcidiocesi di Dublino|arcivescovo di Dublino]] Edward Joseph Byrne. Nella seconda metà del [[XX secolo]], l'intero complesso venne convertito in
; [[Ex chiesa di Sant'Ambrogio]]
Si trova alle pendici del versante meridionale del monte Conca, in posizione dominante sulla piana di Arzano. Citata per la prima volta nel [[1231]],<ref>{{cita|A. De Santis|p. 3
; Ex chiesa di Sant'Angelo dei Marzi
[[File:Gaeta, ex chiesa di Sant'Angelo dei Marzi - Esterno.jpg|thumb|
Sorge in località Pontone
; Ex [[convento di Sant'Agata]]
Sorge sulla sommità del colle omonimo, nel
; Ex [[Monastero di Santo Spirito di Zannone]]
È situato nella piana di Arzano, all'interno dell'area dell'ex raffineria.<ref>{{YouTube|url=https://www.youtube.com/watch?v=_vyRfPSvY6o|titolo=Jason Forbus nel convento di Zannone a Gaeta|accesso=6 maggio 2018}}</ref> Fu fondato nel [[1295]] da monaci cistercensi<ref>{{cita|G. Tallini (2006)|p. 83
=== Architetture civili ===
==== Palazzo comunale ====
[[File:
Il palazzo comunale sorge in piazza XIX maggio, sul versante orientale dell'istmo di Montesecco
==== Palazzo della Cultura ====
Il palazzo della
La costruzione della caserma Cosenz, integrata nel fronte della via Annunziata, risale agli anni immediatamente successivi all'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]], difatti essa non appare sulle mappe militari di quell'epoca.
Intitolata al primo capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano post-unitario, Enrico Cosenz, nativo di Gaeta, servì come alloggiamento per i raggruppamenti di cavalleria Savoia Cavalleria e Milano Cavalleria sino alla Seconda guerra mondiale, quando ospitò anche la scuola allievi avieri e successivamente reparti del servizio costiero.
Alla fine della guerra la caserma accolse i profughi giuliano-dalmati e gli sfollati senza tetto del centro storico, colpito da gravi distruzioni; a questo scopo vennero eretti numerosi tramezzi divisori che ridistribuivano in ambienti più piccoli le grandi camerate poste al secondo e terzo piano.
In seguito è stata sottoposta ad un radicale restauro e con la nuova denominazione di Palazzo della Cultura vi si svolgono le principali attività culturali civiche.
==== Palazzo De Vio e Museo Diocesano e della Religiosità del Parco dei Monti Aurunci ====
[[File:Gaeta, palazzo De Vio - Facciata 2.jpg|thumb|Palazzo De Vio, sede del Museo Diocesano]]
Sorse come residenza vescovile probabilmente contemporaneamente allo spostamento della [[cattedrale]] da [[Formia]] a Gaeta ([[IX secolo]]) e trae il suo nome dal [[cardinale]] [[Tommaso De Vio]] che fu [[Arcidiocesi di Gaeta|vescovo]] dal [[1517]] al [[1534]] e che ristrutturò l'edificio in forme rinascimentali. Nel [[1771]] divenne sede del [[seminario]] e tale rimase fino agli anni [[1960]]; cessò di essere episcopio nel [[1806]]; nel [[XIX secolo]] fu oggetto di un importante intervento di restauro e ampliamento verosimilmente su progetto di [[Federico Travaglini]], con l'edificazione dell'odierna facciata principale su via Duomo.<ref>{{cita|G. Fronzuto|pp. 135-139}}.</ref> La facciata [[nord|settentrionale]], rivolta verso vicolo Caetani e il mare, ingloba l'antica torre Georgia (alla cui base è situata la [[posterla]] del [[X secolo]]) e presenta numerose finestre di foggia medievale.<ref name=OGA_220>{{cita|O. Gaetani d'Aragona|p. 220}}.</ref> Attualmente il palazzo ospita il ''Museo Diocesano e della Religiosità del Parco dei Monti Aurunci'', aperto nel [[1956]] nei locali soprastanti l'atrio della [[Duomo di Gaeta|cattedrale]]<ref>{{cita|L. Salerno (a cura di)|p. 3}}.</ref> e ivi trasferito agli inizi del [[XXI secolo]]. La raccolta accoglie dipinti, suppellettili liturgiche e libri corali provenienti da chiese della città e dell'arcidiocesi; fra le opere esposte, una [[stauroteca]] bizantina in oro e smalti, tre rotoli di [[Exultet]] su [[pergamena]] del [[XI secolo]], parte degli affreschi trecenteschi della Cappella d'Oro, il ''Trittico dell'Incoronazione della Vergine'' di Giovanni da Gaeta ([[1456]], dall'ex chiesa di San Lucia in Gaeta), lo ''[[Stendardo di Lepanto]]'' di [[Girolamo Siciolante da Sermoneta]] ([[1570]], già nella cattedrale) e un [[calice (liturgia)|calice]] e un [[ostensorio]] donati da [[papa Pio IX]] ([[1848]]-[[1849|9]]).<ref>{{cita web|url=http://www.arcidiocesigaeta.it/museo/|titolo=Museo Diocesano di Gaeta|sito=Arcidiocesi di Gaeta|accesso=5 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180507003201/http://www.arcidiocesigaeta.it/museo/|urlmorto=sì}}</ref> Vi è presente la sede gaetana dell'[[università telematica "Pegaso"]].
==== Stabilimento della Santissima Annunziata ====
[[File:Gaeta, Stabilimento della Santissima Annunziata - Facciata e passaggio ad arco.jpg|thumb|La facciata dello Stabilimento della Santissima Annunziata, con il passaggio ad arco su via Annunziata]]
Venne fondato nel [[1321]] insieme all'[[Santuario della Santissima Annunziata (Gaeta)|omonima chiesa annessa]] come ricovero per i poveri e gli ammalati fuori dall'allora circuito murario della città.<ref>{{cita|G. Tallini (2006)|pp. 86-87
==== Palazzo Arcivescovile ====
Sorge alle spalle della [[cattedrale]], lungo via Docibile, prospiciente il molo Santa Maria. Venne costruito tra il [[1732]] e il [[1739]] come collegio dagli [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|scolopi]] che officiavano l'adiacente [[ex chiesa di San Salvatore|chiesa di San Salvatore]] e, dopo la chiusura della scuola nel [[1806]], divenne episcopio.<ref>{{cita|G. Tallini (2013)|pp. 336-337, 340.}}</ref> Nel [[XIX secolo]] fu rifatta la facciata verso il mare con la realizzazione dell'attuale loggiato su più ordini. La facciata principale, su piazza
==== Palazzo San Giacomo e Pinacoteca Comunale d'Arte Contemporanea "Antonio Sapone" ====
Il palazzo San Giacomo sull'attuale via de Lieto, 2/4 fu costruito dalla famiglia Spina presso il [[Castello di Gaeta|castello Angioino]] nel [[XVI secolo]]. Nel 1750 un discendente di questi, Francescantonio Spina, trasferitosi da Gaeta a Castellone (oggi Formia) vendette il palazzo a Giuseppe Diaz che, a sua volta, lo alienò a favore del Governo nel 1792. Questi, lo ampliò per trasformarlo in succursale dell'Ospedale Militare di Gaeta. Oggi ospita la Pinacoteca Comunale d'Arte Contemporanea "Antonio Sapone" che nel tempo ha allestito mostre sia su artisti locali che su artisti internazionali come [[Alberto Burri]], [[Alberto Magnelli]], [[Hans Hartung]], Paul Jenkins, [[Álvaro Siza|Alvaro Siza]] e altri.
==== Palazzo reale di Ladislao di Durazzo ====
[[File:Palazzo Ladislao.jpg|miniatura|Il portale principale del palazzo reale di [[Ladislao I di Napoli|Ladislao di Durazzo]]]]
Situato sulla via omonima, nei pressi dell'ex chiesa di Santa Lucia, fu utilizzato da Ladislao di Durazzo come palazzo reale durante la sua permanenza a Gaeta. Dell'antico palazzo, che doveva essere di notevoli dimensioni, rimangono alcuni elementi inglobati in tre palazzi costruiti in epoche successive: l'imponente portale in marmo con lo stemma di casa Durazzo e l'atrio con lo scalone centrale, un secondo portale gotico con un monogramma scolpito simboleggiante il ''Christus,'' parte dell'originaria cornice i cui filari orizzontali sono realizzati alternativamente con blocchi squadrati di travertino e con pietra scura.<ref>{{cita|G. Fiengo (1971)|p. 50}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|cognome=Gaetani d'Aragona, Onorato|titolo=Memorie storiche della Città di Gaeta|url=http://worldcat.org/oclc/165647490|accesso=2020-10-07|data=1990|editore=Atesa Ed|p=363|OCLC=165647490}}</ref>
==== Palazzo reale di Carlo III, già Gattola-Di Transo ====
Sorgeva nel luogo dove ora si trova la scuola dell'infanzia e primaria Giuseppe Mazzini in via Faustina, 7 nel luogo anticamente detto "Vetrera". Originariamente di proprietà del marchese Riccardo Maria Gattola, passò come dote dell'unica sua figlia Maria Giuseppa ai Di Transo nella persona di Don Pietro. Questi ospitò numerose volte nel suo palazzo il [[Carlo III di Spagna|re Carlo III di Borbone]] dal momento che il castello superiore era stato definitivamente adibito a caserma dagli austriaci. Il 13 luglio 1738 ebbe luogo nel palazzo l'imeneo di Carlo III e Amalia di Sassonia. Nel 1835 il palazzo fu acquistato per uso di Palazzo Reale dal Governo mediante il pagamento di 1487 lire in favore del Marchese Di Transo. A partire dal 26 novembre 1848 e per tutta la durata del suo soggiorno gaetano, papa [[Papa Pio IX|Pio IX]] alloggiò nel palazzo, ospite di Ferdinando II. Dopo l'Unità d'Italia il palazzo divenne sede del Comando della Fortezza e del Presidio Militare e fu distrutto da mine tedesche nell'ottobre del 1943. Un ponte di ferro, demolito nel 1961, collegava il Palazzo Reale alla Batteria Favorita.<ref name="worldcat.org">{{Cita libro|cognome=Gaetani d'Aragona, Onorato|titolo=Memorie storiche della Città di Gaeta|url=http://worldcat.org/oclc/165647490|accesso=2020-10-07|data=1990|editore=Atesa Ed|p=272|OCLC=165647490}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Blois, Giovanni.|titolo=Narrazione storica religiosa politica militare del soggiorno nella Real Piazza di Gaeta del sommo pontefice Pio IX : dal dì 25 novembre 1848 al dì 4 settembre 1849.|url=http://worldcat.org/oclc/886241507|accesso=2020-10-07|data=1989|editore=Gaetagrafiche|OCLC=886241507}}</ref>
==== Palazzo reale di Ferdinando II ====
Tuttora esistente, ha l'ingresso principale su via Annunziata, 34 nella contrada detta ''La Riccia''. Fu costruito nel 1852 da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|re Ferdinando II di Borbone]] per suo uso, demolendo vecchi palazzi di proprietà di famiglie notabili di Gaeta, tra cui gli Ernandes e i Politi, che vennero risarcite con un canone di 3472 lire. Il complesso, di notevoli dimensioni, è composto da 87 stanze e originariamente comprendeva la Villa Reale retrostante, in seguito donata alla città di Gaeta dallo stesso re e oggi in abbandono. Un ponte in ferro collegava la struttura alla prospiciente Cortina dell'Addolorata, mentre una grata traforata ancora visibile nella contigua [[chiesa della Santissima Addolorata]] permetteva alla famiglia reale di seguire le celebrazioni senza uscire dal palazzo. L'edificio è di proprietà del demanio militare ed è attualmente adibito ad alloggi per famiglie di militari.<ref name="worldcat.org"/>
==== Palazzi nobiliari ====
{{vedi anche|Sedile di Gaeta}}
* Palazzo Albito Piccolomini
* Palazzo Antoniani
* Palazzo Calcagnini
* Palazzo Conca
* Palazzo Criscuolo
* Palazzo De Vio al Porto
* Palazzo De Vio in Piazza Cavallo
* Palazzo De Boffe
* Palazzo Di Macco
* Palazzo Di Transo
* Palazzo Gaetani di Castelmola
* Palazzo Coppola, già Gattola de Martino
* Palazzo Gattola in Piazza del Pesce
* Palazzo Gattola in Piazza Traniello
* Palazzo Gioia, già Guastaferri
* Palazzo Guarinelli
* Palazzo Iannitti, già Gesualdo, già Tizzano
* Palazzo Iannitti, già Gaetani, già Spicola
* Palazzo Leboffe
* Palazzo Lopez de Luna
* Palazzo Martinez
* Palazzo Occagna
* Palazzo Oliva, già sede del [[Sedile di Gaeta]]
* Palazzo Pecorini, già Santilli-Basta
* Palazzo Porcellati
* Palazzo Tosti, già Contestabile Colonna
* Palazzo Vendittis
==== Palazzi nobiliari scomparsi ====
* Palazzo Albito Carafa
* Palazzo Baraballo
* Palazzo Boniglia
* Palazzo Della Croce, già Cinquanta de Mane
* Palazzo Ernandes Corneli
* Palazzo Gattola a San Francesco
* Palazzo Guastaferri, già De Sieri
* Palazzo Meloni
* Palazzo Ragosa
* Palazzo Rogano
* Palazzo Spiriti
* Palazzo Squacquera
=== Architetture militari ===
==== Castello Angioino-Aragonese ====
{{vedi anche|Assedio di Gaeta (1860)|Castello di Gaeta}}
[[File:Gaeta (castello angioino) da monte orlando.jpg|thumb|Il castello Angioino-Aragonese visto da [[Parco regionale urbano Monte Orlando|Monte Orlando]]]]
Sorge nell'area più alta del quartiere
==== Mura ====
La più antica [[cerchia muraria]] della città di cui si abbia testimonianza fu costruita dall'imperatore [[Antonino Pio]] alla fine del [[II secolo]].<ref>{{cita|O. Gaetani d'Aragona|p. 51
Attualmente rimangono cinque porte:
* la ''porta Domnica'' (anche detta ''Dorica''<ref>{{cita|O. Gaetani d'Aragona|p. 53
* la ''posterola'' ai piedi della torre Georgia
* la ''porta di Ferro'' in piazza Commestibili
* la ''porta Carlo V'' in lungomare Caboto nei pressi dei resti della chiesa di San Biagio, fino al [[1928]] unico accesso da terra alla città, è caratterizzata da un percorso obbligato a L all'interno del quale nel [[1660]] è stata adibita una cappella dedicata alla Madonna della Solitudine;<ref>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=76|titolo=Porta Carlo V|sito=
* la ''porta Carlo III'', già ''dell'Avanzata'', in lungomare Caboto nei pressi dell'intersezione con via Firenze, risale al [[1737]]; venne ricostruita nel [[1811]] ed è preceduta da un ponte in muratura.<ref>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=75|titolo=Porta Carlo III|sito=prolocogaeta.it|accesso=6 maggio 2018}}</ref>
<gallery mode="packed">
File:Gaeta, resti di mura medievali in via Docibile.jpg|Resti delle mura di Giovanni I in via Docibile
File:Gaeta, porta Domnica - Lato interno.jpg|Porta Domnica (interno)
File:Gaeta, torre Georgia - Posterola.jpg|Posterola
File:Gaeta, Porta di Ferro - Interno.jpg|Porta di Ferro (interno)
File:Gaeta, porta Carlo V - Esterno 1.jpg|Veduta esterna di porta Carlo V
File:Gaeta, porta Carlo V - Interno 1.jpg|Interno di porta Carlo V
File:Gaeta, porta Carlo III - Esterno.jpg|Porta Carlo III
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==== Gran Guardia ====
[[File:Gaeta, Gran Guardia - Facciata.jpg|thumb|La facciata della Gran Guardia]]
La Gran Guardia è situata tra piazzale Caboto e piazza Traniello; venne costruita nel [[1768]] su progetto di Pietro Paolo Ferrara in [[architettura neoclassica|stile neoclassico]] come sede del comando della guarnigione di Gaeta e successivamente adibita a circolo ufficiali per poi cadere in disuso.<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1384953632.html|titolo=La Gran Guardia alla Città di Gaeta|sito=beniculturali.it|accesso=5 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171224211615/http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1384953632.html|urlmorto=sì}}</ref> La facciata principale è caratterizzata dalla presenza di un lungo portico sormontato da una [[meridiana]] del [[1792]].<ref>{{cita|G. Tallini (2013)|p. 377}}.</ref> La Gran Guardia diverrà, in base ad un protocollo di intesa firmato con il Comune di Gaeta,<ref>{{Cita web|url=https://www.adm.gov.it/portale/documents/20182/6143049/protocollo-Comune+Gaeta-17sett2021.pdf/463bd67c-7784-19b5-b00a-55e8b8e6cb94?t=1666953983614|titolo=Protocollo d'intesa {{!}} Comune di Gaeta {{!}} Agenzia dogane monopoli|sito= Agenzia delle Dogane e dei Monopoli|accesso=12 aprile 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240226034111/https://www.adm.gov.it/portale/documents/20182/6143049/protocollo-Comune+Gaeta-17sett2021.pdf/463bd67c-7784-19b5-b00a-55e8b8e6cb94?t=1666953983614|urlmorto=no}}</ref> sede istituzionale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il Lazio meridionale e Museo dell'Agenzia stessa.
==== Scuola nautica della Guardia di Finanza ====
{{vedi anche|Scuola nautica della Guardia di Finanza}}
La Scuola nautica della Guardia di Finanza venne trasferita a Gaeta nel [[1948]] ed è preposta alla formazione degli allievi sottufficiali.<ref>{{cita|G. Tallini (2006)|p. 431
=== Altro ===
==== Ville comunali ====
[[File:Monumento ai Caduti - panoramio (9).jpg|thumb|Il monumento ai caduti di Villa Traniello]]
La villa comunale principale, intitolata al generale Vincenzo Traniello che la volle nel [[1919]], si trova nell'omonima piazza del quartiere medievale. Al centro dell'area verde vi è il ''Monumento ai Caduti'', costituito da un piedistallo marmoreo circondato da quattro [[Bombarda (arma)|bombarde]] e da una statua bronzea della ''Vittoria alata'' (quest'ultima risale al [[1950]], è opera di Guido Galletti e sostituisce quella originaria di Aurelio Mistruzzi, fusa nel [[1938]]).<ref>{{cita|G. Fronzuto|p. 175
Una seconda villa comunale, Villa delle Sirene, si trova nel quartiere [[Porto Salvo (Gaeta)|Porto Salvo]],
Entrambi sono anche [[Parco giochi|parchi giochi]].
==== Via dell'Indipendenza ====
È lo storico asse viario del quartiere [[Porto Salvo (Gaeta)|Porto Salvo]], antica strada di accesso alla città che si sviluppa lungo la direttrice [[nord]]-[[sud]] parallela alla costa, dalla
==== Lungomare Giovanni Caboto ====
[[File:
È il principale asse viario costiero della città, che va dal confine con il comune di [[Formia]] (dove diventa viale dell'Unità d'Italia) fino a piazzale Giovanni Caboto, nel quartiere
==== Viadotto di Pontone ====
Il viadotto di Pontone, comunemente chiamato ''Venticinque ponti'', prende il nome dal [[torrente]] che scavalca nei pressi del confine con il comune di [[Itri]] e fa parte della [[Ferrovia Sparanise-Gaeta|ferrovia Formia-Gaeta]]; venne edificato in pietra nel [[1890]]-[[1891|91]] e
=== Siti archeologici ===
==== Mausoleo di Lucio Munazio Planco ====
{{vedi anche|Mausoleo di Lucio Munazio Planco}}
[[File:Mausoleo di Lucio Munazio Planco.JPG|thumb|Il [[mausoleo di Lucio Munazio Planco]]]] Il mausoleo di [[Lucio Munazio Planco]], edificato nel 22 a.C., è in blocchi di pietra ed è situato sulla sommità del
==== Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino ====
{{vedi anche|Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino}}
Il [[mausoleo di Lucio Sempronio Atratino]], posto sulla vetta dell'omonimo colle nella parte alta del quartiere [[Porto Salvo (Gaeta)|Porto Salvo]], è privo del rivestimento esterno in conci lapidei, utilizzati per costruire il basamento del campanile della cattedrale e la scalinata degli Scalzi.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/Gaeta-nella-storia/L-Epoca-Romana/Il-Mausoleo-di-Lucio-Sempronio-Atratino|titolo=Il Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino|sito=Comune di Gaeta|accesso=5 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180505210143/http://www.comune.gaeta.lt.it/Gaeta-nella-storia/L-Epoca-Romana/Il-Mausoleo-di-Lucio-Sempronio-Atratino|urlmorto=sì}}</ref>
==== Sepolcreto marittimo ====
[[File:Gaeta, sepolcreto marittimo - Esterno
Il cosiddetto "sepolcreto marittimo" sorge
==== Villa di Lucio Marcio Filippo ====
Presso il confine con il comune di [[Formia]], in località Arcella, si trovano i resti della monumentale villa di [[Lucio Marcio Filippo (console 56 a.C.)|Lucio Marcio Filippo]], console nel [[56 a.C.]] e patrigno di [[Augusto|Cesare Ottaviano Augusto]]. Nel [[1907]]-[[1912]] vennero inglobati all'interno della villa neoclassica del conte Stenbock-Fermor, poi convertita in struttura ricettiva.<ref>{{cita web|url=http://www.villairlanda.it/domus-imperiale/|titolo=Domus Imperiale
=== Aree naturali ===
* [[Parco regionale urbano Monte Orlando]],<ref>{{cita web|url=http://www.parchilazio.it/monteorlando|titolo=Parco regionale di Monte Orlando
* [[Parco regionale Riviera di Ulisse]], ubicato nel lembo meridionale della
* Monte Moneta, sito sulla spiaggia di Sant'Agostino, vi è possibile praticare [[Arrampicata#Arrampicata libera|arrampicata libera]] tutto l'anno tranne dalla fine di febbraio a inizio aprile in quanto in questo periodo nidifica il [[Falco peregrinus|falco pellegrino]].
* Pozzo del Diavolo o ''delle Chiavi'', una grotta fra la spiaggia di Fontania e dei 40 remi raggiungibile via terra e via mare.
Le spiagge di Gaeta sono 9: Serapo, Fontania (su cui sorge la villa del console romano Gneo Fonteo dal quale deriva il suo nome), Fontanina, Strega Mugliera, 40 Remi (queste raggiungibili via mare), Ariana, Arenauta/300 Gradini, San Vito e Sant'Agostino.
== Società ==
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=== Evoluzione demografica ===
Abitanti prima dell'unità d'Italia<ref>{{Cita libro|autore=Lorenzo Giustiniani|titolo=Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Volume 5|anno=1802|città=Napoli|p=21}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Carlo Macaro|titolo=La diocesi di Gaeta nel '700|anno=2008|editore=Tipolitografia CORE|città=Fondi}}</ref>{{Demografia|a1=1725|p5=9879|a11=|p10=|a10=|p9=13307|a9=1858|p8=11612|a8=1818|p7=11200|a7=1800|p6=11600|a6=1775|popmax=15000|a5=1764|p4=9000|a4=1750|p3=9200|a3=1742|p2=8226|a2=1735|p1=9810|passo2=500|passo1=2500|p11=|a12=|p12=|titolo=.|dimx=350}}{{Demografia/Gaeta}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 i cittadini stranieri residenti a Gaeta erano 894, corrispondenti al 4,5% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
* [[Romania]] 296 1,4%
* [[Albania]] 195 0,9%
* [[Ucraina]] 100 0,5%
* [[Moldavia|Moldova]] 49 0,2%
* [[Marocco]] 26 0,1%
[[File:Gaeta, porto Santa Maria - Veduta dal campanile della cattedrale.jpg|thumb|Porto Santa Maria, nel centro storico]]
=== Lingue e dialetti ===
Se si esamina il panorama linguistico gaetano si può rilevare una particolarità: infatti vi sono due distinti dialetti. Il primo è marcatamente napoletano ed è parlato nella parte "medievale" della città, il centro storico, comunemente conosciuto con l'appellativo "Gaeta Vecchia"; il secondo, invece, è parlato nel resto della cittadina, in quella zona conosciuta come "
=== Religione ===
[[File:Gaeta, Basilica Cattedrale - Lapide nel vestibolo del succorpo.jpg|miniatura|Lapide nel vestibolo del [[succorpo di Sant'Erasmo]]
[[File:Statua della Madonna di Porto Salvo (Gaeta) con l'abito festivo - Veduta frontale.jpg|thumb|La statua della Madonna di Porto Salvo]]
È parte dell'[[arcidiocesi di Gaeta]]. I patroni principali della città di Gaeta sono i santi [[Erasmo di Formia]] e [[Marciano di Siracusa]]. Il culto di san Marciano (14 giugno), sebbene sia precedente di circa un secolo a quello di sant'Erasmo (rispettivamente VIII e IX secolo), fu poi da quest'ultimo superato per grandezza e intensità. Le due feste, anticamente distinte, furono riunite nel giorno di Sant'Erasmo (2 giugno) con Decreto della [[Sacra Congregazione dei Riti]] del 13 dicembre 1800.<ref>{{cita|G. Tallini (2006)|p. 452}}.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Paolo Capobianco|titolo=I vescovi della Chiesa Gaetana, vol. II|anno=2000|editore=Arti Grafiche Kolbe|città=Fondi|p=471}}</ref> Nel corso dei secoli altri santi furono elevati a patroni minori. In particolare: [[Vincenzo Ferreri]] (5 aprile), probabilmente consacrato patrono minore durante la dominazione spagnola; [[Sant'Antonio da Padova]] (in origine festeggiato nella [[Domenica in Albis]]), elevato a protettore della città nel 1658 su richiesta dell'Università;<ref>{{cita|G. Tallini (2016)|pp. 146-147}}.</ref> San Montano martire (17 giugno), dichiarato patrono secondario nel 1702, a seguito del ritrovamento delle sue spoglie nel monastero di [[Quirico e Giulitta|San Quirico]];<ref>{{cita|G. Tallini (2016)|pp. 148-149}}.</ref> [[San Gennaro]] (19 settembre), divenuto co-patrono perché si riteneva avesse salvato la cittadinanza dallo scoppio della polveriera Trabacco avvenuto il 19 settembre 1760. Oltre ai santi già citati, ve ne sono altri che godevano di un ufficio proprio in quanto protettori minori della città: [[Biagio di Sebaste|San Biagio]] (3 febbraio); [[Papa Innocenzo I|Sant'Innocenzo]] (7 maggio); Santi Casto e Secondino (3 luglio); San Probo Vescovo (14 ottobre); [[Zenone, Concordio e Teodoro|San Teodoro Martire]] (9 novembre); [[Santa Lucia]] (13 dicembre); Sante Eupuria e [[Albina di Cesarea|Albina]] (16 dicembre).<ref>{{Cita web|url=http://www.santipatronigaeta.it/martirologio|titolo=I Compatroni e i patroni minori (Martirologio della Basilica Cattedrale)|data=2017-04-08|accesso=2019-09-17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191029084857/http://www.santipatronigaeta.it/martirologio|urlmorto=no}}</ref> Infine, Gaeta è nota per la sua secolare devozione alla Beata Vergine Maria, tale da meritare l'appellativo di "città di Maria".<ref>{{cita|P. Capobianco (1979)}}.</ref> In suo onore vi sono infatti svariate festività durante l'anno, tra cui: l'[[Assunzione di Maria]] (15 agosto), cui è dedicata la Cattedrale; l'[[Immacolata Concezione]] (8 dicembre), il cui dogma fu proclamato da [[papa Pio IX]] nella cappelletta d'oro in seguito a un'ispirazione avuta durante il suo soggiorno gaetano nel 1848-49; la [[Madonna di Porto Salvo]] (seconda domenica di agosto), protettrice del quartiere "Borgo" assieme ai [[Cosma e Damiano|Santi Cosma e Damiano]].
=== Tradizioni e folklore ===
* [[Festa del mare|Festa della Madonna di Porto Salvo]]. Dal 1927,<ref>{{cita news|url=http://www.telefree.it/news.php?op=view&stampa=1&id=99112|autore=Attilio Rocco Zamberti|titolo=Il ritrovarsi in... "Porto Salvo" alla Festa del Mare a Gaeta|data=25 agosto 2012|accesso=26 maggio 2020|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190327193955/http://www.telefree.it/news.php?op=view&stampa=1&id=99112|urlmorto=sì}}</ref> alla seconda domenica di agosto di ogni anno, parte dalla chiesa degli Scalzi una tradizionale processione con le barche sul mare che porta la statua della Madonna di Porto Salvo, protettrice dei pescatori e dei naviganti, su una grande barca in mezzo al mare.<ref>{{cita|N. Aletta|pp. 199-200}}.</ref> Anticamente, la festa era la domenica successiva al 15 agosto e la processione aveva luogo la mattina per le strade del quartiere.<ref>{{cita|N. Magliocca|p. 186}}.</ref>
* Una tipica espressione del folklore gaetano sono ''Glie Sciuscie'', dei gruppi musicali caratteristici composti da giovani gaetani che il 31 dicembre di ogni anno girano per le case e i negozi di Gaeta suonando strumenti musicali per lo più auto-costruiti ed intonando canti tipici irriverenti per augurare al padrone o alla padrona di casa o del negozio un felice anno nuovo.<ref>{{cita|N. Magliocca|pp. 191-192}}.</ref>
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Università ====
Sono presenti la sede gaetana dell'[[università telematica "Pegaso"]] <ref>{{Cita web|url=https://www.unipegaso.it/sedi/lazio/gaeta|titolo=Sede Gaeta|sito=Università Telematica Pegaso|accesso=2025-04-16}}</ref> e l'[[Istituto tecnico superiore|ITS]] Academy Fondazione Giovanni Caboto.
====
Biblioteca comunale Salvatore Mignano, una delle più antiche della [[provincia di Latina]].<ref>{{Cita web|url=https://www.sistemasudpontino.it/cpt_biblioteche/biblioteca-comunale-di-gaeta/|titolo=Biblioteca Comunale di Gaeta|accesso=30 luglio 2024}}</ref>
==== Musei ====
* Museo Archeologico di Gaeta<ref>{{Cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-di-gaeta|titolo=Museo archeologico di Gaeta|accesso=30 luglio 2024}}</ref>
* Museo storico naturalistico Real Ferdinando<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/lazio-musei-monumenti/museo-real-ferdinando|titolo=Museo Real Ferdinando|accesso=30 luglio 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.parchilazio.it/monteorlando-schede-566-museo_real_ferdinando|titolo=Museo Real Ferdinando}}</ref>
* Museo del Mare<ref>;{{Cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=3552|titolo=Museo del Mare di Gaeta|accesso=30 luglio 2024}}</ref>
* Museo di Lucio Munazio Planco e Batteria di Monte Orlando Superiore<ref>{{Cita web|url=https://oberlander.altervista.org/visite-ai-musei-ed-ai-monumenti-gaeta/|titolo=Museo di Lucio Munazio Planco e Batteria di Monte Orlando Superiore}}</ref>
* Museo storico del servizio navale e della scuola nautica della Guardia di Finanza<ref>{{Cita web|url=https://www.museonavigante.it/i-musei-del-mare-e-della-marineria-ditalia/lazio|titolo=Museo Storico del Servizio Navale e della Scuola Nautica della Guardia di Finanza - Gaeta}}</ref>
* Museo diocesano e della religiosità del parco dei Monti Aurunci<ref>{{Cita web|url=https://www.arcidiocesigaeta.it/annuario/istituzioni-diocesane/museo/|titolo=Museo diocesano e della religiosità del Parco dei Monti Aurunci}}</ref>
* [[Castello di Gaeta|Castello angioino-aragonese]]
* Pinacoteca comunale d'Arte Contemporanea "Antonio Sapone"<ref>{{Cita web|url=https://www.pinacotecagaeta.it/|titolo=pinacoteca comunale antonio sapone}}</ref>
* Planetario digitale 4K<ref>{{Cita web|url=https://scoprigaeta.it/planetario-digitale-4k-di-gaeta-un-viaggio-straordinario-tra-le-stelle/|titolo=Planetario Digitale 4K di Gaeta: Un Viaggio Straordinario tra le Stelle}}</ref>
=== Media ===
==== Film ambientati a Gaeta ====
[[Brave ragazze (film)|Brave Ragazze]] (2019), girato interamente a Gaeta
==== Televisione ====
* Golfo
* Teleuniverso
* Extra TV
* Lazio TV
==== Radio ====
* Radio Spazio Blu
==== Stampa ====
* Latina Oggi
==== Media ====
* Latina Today
* Tuttogolfo
* Latinatu
* Gaetachannel
* Gaetanews24
=== Cucina ===
* [[Oliva Itrana|Olive di Gaeta]] (olive nere)
* Sciuscelle,
* [[Tiella di Gaeta|Tiella]] (pizza rustica con vari ripieni)<ref name="gaetavola">
* Spaghetti alla Nostromo (spaghetti con pomodoro, cozze, vongole e mazzancolle)
*Broccoletti (cime di rape) con le parnocchie (canocchie)
== Economia ==
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema
{| class="wikitable"
|+
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|
|7,75%
|39.446
|120.897
|39.915
Riga 492 ⟶ 515:
|}
Nel 2015 le 1.362 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 3,47% del totale provinciale (39.304 imprese attive), hanno occupato 3.814 addetti, il 3,12% del dato provinciale (122.198 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di tre persone (2,80).
Nel 2025 Gaeta è stata insignita per il dodicesimo anno consecutivo della [[bandiera blu]] e per il diciassettesimo di quella verde dalla [[Foundation for Environmental Education|FEE]] e per il primo anno della certificazione delle [[Spighe Verdi]].
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Base navale NATO ===
Nel 1967, il porto di base della nave ammiraglia della Sesta Flotta statunitense fu trasferito da [[Villafranca (Francia)|Villafranca]] in [[Francia]] a Gaeta. Furono istituite strutture di supporto sul Monte Orlando. Ciò avvenne in seguito al trasferimento delle responsabilità di nazione guida per le Forze Navali [[NATO]] nel Mediterraneo dal [[Regno Unito]] agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. La Flotta Britannica del Mediterraneo fu abolita: la sua precedente base a [[Malta]] non era più sotto il controllo esclusivo britannico poiché la nazione aveva ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito.<ref>{{Cita web|url=https://www.globalsecurity.org/military/facility/gaeta.htm|titolo=Gaeta, Italy|sito=www.globalsecurity.org|accesso=2025-04-16}}</ref>
Attualmente è utilizzato come porto di base per la nave ammiraglia della Sesta Flotta statunitense. Il comandante della Sesta Flotta, in genere un Vice Ammiraglio a 3 stelle della Marina statunitense, ha il controllo operativo delle task force navali, dei gruppi da battaglia, delle forze anfibie, delle navi di supporto, dei velivoli di sorveglianza terrestri e dei sottomarini nel [[Mar Mediterraneo]]. Il ruolo di Gaeta è stato importante fin dall'inizio del XIX secolo per l'impegno della Marina statunitense nella presenza avanzata. Papa Pio IX e Re Ferdinando II del Regno delle Due Sicilie visitarono la USS Constitution durante la loro permanenza a Gaeta nel 1849. Nove navi sono state di stanza a Gaeta con la missione principale di servire come nave ammiraglia del comandante della Sesta Flotta. La prima fu la USS Little Rock (CG-4). Altre navi ammiraglie della Sesta Flotta furono la USS Springfield (CLG-7), la USS Albany (CG-10), la USS Puget Sound (AD-38), la USS Coronado (AGF-11), la USS Belknap (CG-26) e la USS La Salle (AGF-3). L'attuale nave ammiraglia è la [[USS Mount Whitney]] (LCC-20).
La città ospita le famiglie degli equipaggi che lavorano sulla nave. Vi erano una scuola del Dipartimento della Difesa per bambini americani e la US Naval Support Activity, Gaeta, che forniva assistenza sanitaria e altri servizi fino alla sua chiusura nel 2005. La base NATO stessa si trovava sul Monte Orlando che si affaccia sul Golfo di Gaeta. Di recente è stato trasferito in una struttura a terra dove opera anche la Commander Sixth Fleet.
=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Gaeta|Ferrovia Sparanise-Gaeta}}
La città è servita dalla [[stazione di Formia-Gaeta]] situata a [[Formia]] e posta sulla [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Formia-Napoli]]; fino al [[1966]] era in funzione anche la [[Ferrovia Sparanise-Gaeta|Formia-Gaeta]] delle [[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]] che collegava i due centri urbani
=== Strade ===
La città è servita dalla [[Strada statale 213 Via Flacca]], che la collega a [[Formia]], [[Itri]] e [[Sperlonga]].
'''Porto'''
Porto turistico, commerciale e peschereccio<ref>{{Cita web|url=https://www.stcvsrl.it/progetti/porto-commerciale-di-gaeta/|titolo=Porto Commerciale di Gaeta}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.portiitaliani.com/porto-di-gaeta/|titolo=Porto di Gaeta}}</ref>.
== Amministrazione ==
Fino al [[1927]] faceva parte della [[Terra di Lavoro|provincia di Terra di Lavoro]] (che aveva come capoluogo prima [[Capua]] e, dal 1818, [[Caserta]]), regione storica sorta sotto il [[Regno di Sicilia]] (poi [[Regno di Napoli]] e [[Regno delle Due Sicilie]]). In questa zona della Provincia era il caposaldo militare e amministrativo dell'area ([[Circondario di Gaeta]]).
Sindaci dall'età napoleonica alla fine del Regno delle Due Sicilie:<ref name=":1" />
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|[[1806]]|[[1810]]|Camillo De Vio|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1810]]|[[1813]]|Francesco De Mattheis|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1813]]|[[1815]]|Andrea Migiarra|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1815]]|[[1816]]|Domenico Monetti|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1816]]|[[1819]]|Vincenzo Cappelli|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1819]]|[[1822]]|Niccolò Oliva|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1822]]|[[1825]]|Nicola Ernandes|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1825]]|[[1828]]|Gaetano Albani|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1828]]|[[1829]]|Giuseppe Gaetani d'Aragona di Castelmola|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1829]]|[[1831]]|Domenico Boniglia|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1831]]|[[1835]]|Pietro Conca|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1835]]|[[1838]]|Giacomo Cicconardi|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1838]]|[[1840]]|Francesco Pecorini|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1840]]|[[1843]]|Saverio Tucci|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1843]]|[[1846]]|Paolo Albani|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1846]]|[[1853]]|Pasquale Monetti|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrec|[[1853]]|[[1861]]|Raffaele Ianni|5=[[sindaco]]|6=}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
Sindaci, commissari e podestà dall'Unità d'Italia alla fine dell'occupazione nazifascista (sono esclusi i sindaci e i commissari di Elena, comune autonomo dal 1897 al 1927):<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Cervone|titolo=I cittadini onorari di Gaeta|anno=1983|editore=Quaderni della Gazzetta di Gaeta}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|anno=2022|titolo=160 anni di sindaci|rivista=Gazzetta di Gaeta|numero=5|pp=70-73}}</ref>
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|22 maggio [[1861]]|[[1870]]|Domenico Vellucci||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1870]]|5 settembre [[1875]]|Onorato Gaetani d'Aragona di Castelmola||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|9 ottobre [[1875]]|[[1880]]|Modesto De Gaudio||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1880]]|11 maggio [[1883]]|Carlo Boscoli||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|12 maggio [[1883]]|10 settembre [[1883]]|Saverio Favatà||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|[[1884]]|dicembre [[1889]]|Filippo Matarazzo||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|dicembre [[1889]]|novembre [[1893]]|Antonio Di Macco||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|novembre [[1893]]|[[1895]]|Giuseppe Orlando||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|1º settembre [[1895]]|15 marzo [[1896]]|Antonio Di Macco||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|16 marzo [[1895]]|14 luglio [[1896]]|Vittorio Menzinger||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 luglio [[1896]]|13 settembre [[1896]]|Paolo Lavazzeri||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|14 settembre [[1896]]|15 maggio [[1897]]|Alessandro Cozzi||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 maggio [[1897]]|30 marzo [[1903]]|Giuseppe Orlando||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|31 marzo [[1903]]|12 maggio [[1904]]|Gennaro Migiarra||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 maggio [[1904]]|4 luglio [[1905]]|Giuseppe Orlando||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|21 luglio [[1905]]|31 gennaio [[1906]]|Enrico Pennella||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|1º febbraio [[1906]]|9 aprile [[1909]]|Domenico Gonzales||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 aprile [[1909]]|19 marzo [[1911]]|Vincenzo Poccia||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|20 marzo [[1911]]|14 marzo [[1916]]|Gennaro Migiarra||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 marzo [[1916]]|11 giugno [[1925]]|Elia Riccio||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|12 giugno [[1925]]|9 agosto [[1925]]|Giovanni Iacobelli|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 agosto [[1925]]|18 luglio [[1926]]|Antonio Omaggio|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|19 luglio [[1926]]|10 marzo [[1927]]|Guido Lucarelli|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|11 marzo [[1927]]|30 giugno [[1929]]|Antonio Galli|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|1º luglio [[1929]]|20 febbraio [[1930]]|Claudio De Mohr|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|21 febbraio [[1930]]|13 aprile [[1930]]|Luigi Cinquanta De Mane|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|14 aprile [[1930]]|5 gennaio [[1934]]|[[Enrico Mazzoccolo]]|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[podestà (fascismo)|podestà]]|}}
{{ComuniAmminPrec|agosto [[1934]]|agosto [[1935]]|Enrico Trinchieri|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|agosto [[1935]]|giugno [[1940]]|Francesco Calise|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[podestà (fascismo)|podestà]]|}}
{{ComuniAmminPrec|giugno [[1940]]|dicembre [[1940]]|Stanislao Migliorini|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|dicembre [[1940]]|25 luglio [[1943]]|Gabriele Maltempo|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[podestà (fascismo)|podestà]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 luglio [[1943]]|8 settembre [[1943]]|Gaetano Di Macco|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|9 settembre [[1943]]|19 maggio [[1944]]|Gabriele Maltempo|[[Partito Nazionale Fascista]]|[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
Sindaci e commissari dalla Liberazione di Gaeta:<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/News/Gaeta-ed-i-suoi-Sindaci-dal-1944-ad-oggi-grande-partecipazione-alla-cerimonia|titolo=Sindaci di Gaeta dal 1944 a oggi}}</ref>
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|20 maggio [[1944]]|9 settembre [[1944]]|Francesco Paolo Cardi||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 settembre [[1944]]|15 dicembre [[1944]]|Gaetano Di Macco||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|16 dicembre [[1944]]|19 maggio [[1945]]|Plinio Angela||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|20 maggio [[1945]]|14 agosto [[1945]]|Erasmo Di Fonzo||[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 agosto [[1945]]|9 dicembre [[1945]]|Archita Denaro|[[Partito Socialista Italiano]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 dicembre [[1945]]|15 marzo [[1946]]|Vincenzo Giordano||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|16 marzo [[1946]]|27 settembre [[1948]]|Giovanni Cesarale|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 settembre [[1948]]|26 luglio [[1949]]|Giovanni Cessari||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 luglio [[1949]]|7 luglio [[1964]]|Pasquale Corbo|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|23 luglio [[1964]]|14 agosto [[1964]]|Angelo Barattolo|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 agosto [[1964]]|12 febbraio [[1966]]|Aurelio Grasso||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 febbraio [[1966]]|4 gennaio [[1971]]|Giuseppe Calise|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|5 gennaio [[1971]]|21 dicembre [[1981]]|Giuseppe Damiano Uttaro|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|22 dicembre [[1981]]|23 giugno [[1982]]|Antonio Fronzuto|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|24 giugno [[1982]]|30 luglio [[1985]]|Quirino Leccese|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|31 luglio [[1985]]|22 febbraio [[1987]]|Angelo Insalaco|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|25 febbraio [[1987]]|12 giugno [[1988]]|Quirino Leccese|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[1988]]|23 dicembre [[1989]]|Damiano Tallini|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|23 dicembre [[1989]]|22 giugno [[1990]]|Sergio Tuccilli|[[Partito Repubblicano Italiano]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|22 giugno [[1990]]|26 febbraio [[1991]]|Candeloro Mignano|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 febbraio [[1991]]|19 settembre [[1991]]|Giuseppe Renzelli|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|19 settembre [[1991]]|4 agosto [[1992]]|Erasmo Di Nitto|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|4 agosto [[1992]]|11 maggio [[1993]]|Giuseppe Matarazzo|[[Democrazia Cristiana]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|11 maggio [[1993]]|23 dicembre [[1993]]|Salvatore Di Maggio|[[Partito Socialista Italiano]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|23 dicembre [[1993]]|12 giugno [[1994]]|Antonio Reppucci||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|12 giugno [[1994]]|24 maggio [[1998]]|Silvio D'Amante|[[Partito Democratico della Sinistra]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|24 maggio [[1998]]|27 maggio [[2002]]|Silvio D'Amante|[[Democratici di Sinistra]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 maggio [[2002]]|14 novembre [[2006]]|Massimo Magliozzi|[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]|[[sindaco]]|<ref>Sfiduciato dal [[Consiglio Comunale]].</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|14 novembre [[2006]]|28 maggio [[2007]]|Bruno Frattasi||[[commissario straordinario]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio [[2007]]|7 maggio [[2012]]|Antonio Raimondi|[[lista civica]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|7 maggio [[2012]]|11 giugno [[2017]]|Cosmo Mitrano|[[Il Popolo della Libertà]]<br>[[Forza Italia (2013)|Forza Italia]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|11 giugno [[2017]]|13 giugno [[2022]]|Cosmo Mitrano|[[Forza Italia (2013)|Forza Italia]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[2022]]|''in carica''|Cristian Leccese|[[Centro-destra in Italia|centro-destra]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
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| valign=top|
* {{Gemellaggio|Francia|Frontignan}}
* {{Gemellaggio|USA|link=Cambridge (Massachusetts)|Cambridge}}<ref>{{Cita web|lingua=EN|url=http://www.cambridgema.gov/deptann.cfm?story_id=1597|titolo=A Message from the Peace Commission|data=15 febbraio 2008|accesso=12 aprile 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090204005256/http://www.cambridgema.gov/deptann.cfm?story_id=1597|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/Comuni-Gemellati |titolo=Comuni Gemellati|sito= Città di Gaeta|accesso=26 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160612132012/http://www.comune.gaeta.lt.it/Comuni-Gemellati|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita testo|url=https://www.sistercities.org/sites/default/files/Cambridge,%20MA-Gaeta,%20Italy.pdf |titolo=Resolution |autore= Alfred E. Vellucci (Mayor)|sito= CITY OF CAMBRIDGE|data=16 dicembre 1982|lingua=en|formato=pdf|citazione=That this City Council go on record establishing a Sister-City relationship with the City of Gaeta, Italy|accesso=26 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200826161754/https://www.sistercities.org/sites/default/files/Cambridge,%20MA-Gaeta,%20Italy.pdf |urlmorto=no}}</ref>
* {{Gemellaggio|USA|link=Somerville (Massachusetts)|Somerville}}
* {{Gemellaggio|USA|link=Mobile (Alabama)|Mobile}}
* {{Gemellaggio|MNE|
* {{Gemellaggio|Iran|Babolsar}}
|}
=== Altre informazioni amministrative ===
* Fa parte della XVII [[Comunità montana dei Monti Aurunci]]<ref>{{cita web|url=http://www.comunitamontanamontiaurunci.it/comuni.htm|titolo=Comuni
== Sport ==
===
* Basket Serapo '85 Gaeta, militante nel campionato della [[Divisione Regionale 1 (pallacanestro maschile)|Divisione Regionale 1]].<ref>{{Cita web|url=https://www.temporeale.info/124197/argomenti/sport/gaeta-basket-serapo-85-salvatore-leccese-ritorna-in-maglia-biancoverde.html|titolo=Gaeta / Basket Serapo ’85: Salvatore Leccese ritorna in maglia biancoverde}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.basketserapo.it/|titolo=Home}}</ref>
=== Calcio ===
*
*
*
=== Pallamano ===
* [[Sporting Club Gaeta]]
*
=== Pallanuoto ===
*
=== Pallavolo ===
*
=== Rugby ===
* PGS Rugby Gaeta
=== Tennis ===
* Circolo Tennis Gaeta fondato nel 1967.
== Note ==
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* {{cita libro|autore=Nicola Aletta|titolo=Gaeta: guida storico-artistico-archeologica|città=Gaeta|editore=Tipografia degli stabilimenti militari di pena|anno=1931|isbn=no|cid=N. Aletta}}
* {{cita libro|curatore=Luigi Salerno|titolo=Il Museo Diocesano di Gaeta e mostra di opere restaurate nella provincia di Latina|città=Gaeta|editore=Ente Provinciale per il Turismo di Latina|anno=1956|isbn=no|cid=L. Salerno (a cura di)}}
* {{cita libro|autore=Luigi Salemme|titolo=Il borgo di Gaeta: contributo alla storia locale|città=Torino|editore=ITER|anno=1939|isbn=no|cid=L. Salemme}}
* {{cita libro|curatore=Pasquale Corbo|titolo=10 novembre 1958 - 11 novembre 1962: 4 anni di progresso per Gaeta|città=Gaeta|editore=Comune di Gaeta|anno=1962|isbn=no|cid=P. Corbo (a cura di)}}
* {{cita libro|nome=Arnaldo|cognome=Venditti|titolo=Architettura bizantina nell'Italia meridionale: Campania - Calabria - Lucania|città=Napoli|editore=Edizioni scientifiche italiane|anno=1967|volume=vol. II|cid=A. Venditti}}
* {{cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Allaria|titolo=Le chiese di Gaeta|città=Latina|editore=Ente Provinciale per il Turismo, Camera di Commercio|anno=1970|isbn=no}}
* {{cita libro|nome=
* {{
* {{cita libro|nome=Alberto|cognome=Giordano|titolo=La cattedra episcopale di Gaeta|città=Gaeta|editore=Centro Storico Culturale "Gaeta"|anno=1972|isbn=no|cid=A. Giordano}}
* {{cita pubblicazione|autore=Paolo Capobianco|titolo=Nostra Signora di Conca|opera=Gazzetta di Gaeta|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|mese=ottobre|anno=1973|numero=5|vol=I|pagine=15-16|isbn=no|cid=P. Capobianco (1973)}}
* {{cita pubblicazione|autore=Angelo De Santis|titolo=Vindicio, Conca e tre chiese|opera=Gazzetta di Gaeta|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|mese=gennaio|anno=1974|numero=n° 1 (8)|vol=I|pagine=3-4|isbn=no|cid=A. De Santis}}
Riga 686 ⟶ 700:
* {{cita pubblicazione|autore=Salvatore Dell'Anno|titolo=Sant'Angelo de' Marzi|opera=Gazzetta di Gaeta|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|mese=gennaio|anno=1977|numero=n° 1 (43)|vol=IV|pagina=12|isbn=no|cid=S. Dell'Anno}}
* {{cita libro|autore=Paolo Capobianco|titolo=Gaeta città di Maria: posuerunt me custodem|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|anno=1979|ISBN=no|cid=P. Capobianco (1979)}}
* {{cita pubblicazione|autore=Giancarlo Sestieri|articolo=I S.S. Erasmo e Marciano protettori di Gaeta|titolo=Sebastiano Conca (1680-1764)|città=Gaeta|editore=Centro Storico Culturale "Gaeta"|anno=1981|isbn=no|pp=304-305|cid=G. Sestieri}}
* {{cita libro|curatore=Pier Giacomo Sottoriva|titolo=Il golfo di Gaeta|città=Novara|editore=Istituto Geografico De Agostini|anno=1985|isbn=no|cid=P.G. Sottoriva}}
* {{cita pubblicazione|autore=Maria D'Agnese|titolo=La Madonna di Longato|opera=Gazzetta di Gaeta|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|mese=settembre|anno=1985|numero=n° 9 (143)|vol=XII|pagine=10-14|isbn=no|cid=M. D'Agnese}}
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* {{cita libro|nome=Alessandranna|cognome=D'Auria|titolo=Il medioevo a Geata: le cinte murarie e l'Ecclesia Salvatoris (secc. VI-X)|città=Città di Castello|editore=Nuova Prhomos|anno=2013|isbn=no|cid=A. D'Auria}}
* {{cita libro|nome=Gennaro|cognome=Tallini|titolo=Vita quotidiana a Gaeta nell'età del viceregno spagnolo|città=Gaeta|editore=Centro Storico Culturale "Gaeta"|anno=2013|isbn=no|cid=G. Tallini (2013)}}
* {{cita
* {{cita libro|autore=Francesco Sapio|titolo=Le perle di
* {{cita libro|autore=Benedetto Di Nitto|titolo=Sull'Assetto Urbanistico di Gaeta dal Piano di Ricostruzione al Piano Regolatore. Appunti sullo sviluppo urbano della città|città=Spigno Saturnia|editore=Darcoprint|anno=2016|isbn=no|cid=B. Di Nitto}}
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.scoprigaeta.it|Sito Turistico della città di Gaeta}}
{{Comuni della provincia di Latina}}
{{Città romane della Regio I Latium et Campania}}
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