Casaluce: differenze tra le versioni

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{{organizzare|La voce non risponde agli standard richiesti da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]] nell'impostazione e nei contenuti.|geografia|luglio 2017}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Casaluce
|Panorama = Castello Normanno di Casaluce.jpg
|Didascalia = Castello Normanno di Casaluce
|Bandiera = Casaluce-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Casaluce-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Caserta
|Amministratore locale = AntonioAnnamaria TatoneIorio
|Partito = [[listaLista civica]] Movimento Civico per CasaluceAgire
|Data elezione = 26/05/20194-10-2021
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = Aprano, [[Casalnuovo a Piro]], [[Borgo San Lorenzo (Casaluce)|Borgo San Lorenzo]]
|Altitudine = 68
|Abitanti = 9892
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 maggio 2017.
|Aggiornamento abitanti = 31-5-2017
|Sottodivisioni = Aprano, Casalnuovo a Piro, Borgo San Lorenzo
|Divisioni confinanti = [[Aversa]], [[Frignano]], [[San Tammaro (Italia)|San Tammaro]], [[Santa Maria Capua Vetere]], [[Teverola]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 1091
|Nome abitanti = casalucesi
|Patrono = Madonna di Casaluce
|Festivo = [[ 15 ottobre]]
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Casaluce (province of Caserta, region Campania, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Casaluce nella provincia di Caserta
|Diffusività =
}}
 
'''Casaluce''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:9892Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Caserta]] in [[Campania]].
 
Nel [[1929]] venne [[Fusione di comuni italiani|fusa]] con [[Teverola]], formando il comune di [[Fertilia (Campania)|Fertilia]]<ref>R.D. 25 febbraio 1929, n. 399</ref>. Questo venne soppresso nel [[1946]], ricostituendo i due comuni preesistenti<ref>{{Cita legge italiana
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|numero = 427
|titolo = Ricostituzione dei comuni di Arienzo, San Felice a Cancello, Teverola e Casaluce (Caserta).
|articolo =
|originale = si
|data =
|cid =
}}</ref>.
 
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=== Il territorio di Casaluce in età medioevale ===
Il territorio di Casaluce ha conosciuto insediamenti umani dal [[III secolo a.C.]] accogliendo alcuni villaggi [[osci]] come testimoniano numerosi reperti archeologici conservati nel [[Museo campano|Museo Campano di Capua]]. In epoca romana, fra queste campagne, sorse un "[[pagus]]" ovvero un villaggio amministrato dall'antica [[Atella (città antica)|Atella]] che con l'[[CapuaAntica (città antica)|Capua]] rappresentava il punto di riferimento della [[Terra di Lavoro|Liburia]] come i [[roma antica|romani]] la definivano. Quando i [[Barbaro|Barbari]] invasero l'Italia, neppure la Liburia sfuggì alle loro devastazioni e da fiorente che era, a causa dell'abbandono, diventò una plaga deserta dominio dell'acquitrino e dei boschi. Successivamente il territorio si ripopolò e nacquero piccoli villaggi abitati da modesti contadini formati da poche capanne e circondati da terreni coltivati.
 
Alla fine del [[X secolo|secolo X]], la Liburia, una vasta regione della Campania settentrionale<ref>A. Gallo. Aversa Normanna, Napoli 1938</ref> al nord di [[Napoli]] e delineata dal fiume [[Clanio]], risultava divisa in due aree di diversa influenza politica. In effetti fu il campo di aspri combattimenti tra i [[Longobardi]] e i [[Impero bizantino|Bizantini]] e non solo, ma subiva ininterrotte irruzioni da parte dei [[Saraceni]]. La regione meridionale della Liburia, apparteneva al "[[Ducato di Napoli]]" dominata ''a partibus militiate'' e quella settentrionale detta a ''partibus longobardorum'' era annessa al "principato[[Principato di Capua"]]<ref>F. Fratelli Historia Principatum Longobardorum, “De Liburia” Napoli 1749</ref>. Queste due regioni Liburiche erano divise tra loro dalla ''via consolare campana'' (di età romana) che nell'epoca classica conduceva da ''Puteoli'' ([[Pozzuoli]]) a ''Capys'' ([[Santa Maria Capua Vetere]]). Al tempo dei longobardi nella regione settentrionale sorgevano piccoli villaggi nati su rovine di ville tardo imperiali, e nel secolo X già la presenza di insediamenti umani quale il territorio di [[PiponePopone]], abbozzavano ciò che sarebbe diventato il suolo di Casaluce. Infatti, un documento riferito all'anno [[900]], parla di una donazione fatta da un certo Ronaldo, figlio di Leone, avente per oggetto un pezzo di terra in Pipone, al monastero benedettino di [[Abbazia di Montecassino|Montecassino]]. Nel [[964]] come è descritto dalla "Cronaca Volturnese", i principi capuani[[capua]]ni [[Pandolfo Testadiferro|Pandolfo I]] e [[Landolfo III di Benevento|Landolfo III]], donarono ai monaci [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] del [[Monastero di San Vincenzo al Volturno]]<ref>G. Parente Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, Napoli 1857 vol. I p. 184</ref> i loro possedimenti che comprendevano le terre degli " Homines de Casaluci", degli "Homines de Apranu" e di un villaggio "locus qui dicitur Piro", seguendo una formula tipica di quell'epoca a "pro salvatione animae", cioè per la salvezza dell'anima. Quest'atto di donazione è la scrittura più antica conosciuta in cui si nomina Casaluce. Grazie alla presenza dei monaci sul suolo citato, quindi ormai governato dal monastero volturnese e dal monastero di Montecassino, si ebbe un forte sviluppo sociale e il ripopolamento delle campagne dando inizio ad un nuovo insediamento agricolo, iniziato in tempi ancor più lontani dai Romani, tanto è vero che l'odiernaodierno cittàcomune di Casaluce è divisadiviso a metà da una [[centuriazione]] romana (l'attuale corso Vittorio Emanuele). Questo aspetto sarà poi predominante nelle caratteristiche sociali del luogo.
 
=== Un appunto sul secolo III a.C. ===
Questo appunto è utile per ricordare l'antichità di Casaluce ancor prima di Atella e del suo fiorente sviluppo in età medioevale.
 
Si anticipa in questa ricostruzione storica che lail modernamoderno cittàcomune di Casaluce sorse dalla cooperazione di villaggi rurali quali Casaluce con il suo possente castello, Apranu (Aprano), Piro (divenuto in seguito Casalnuovo a Piro) e Popone, l'insediamento più antico e misterioso del cui nome non si conosce ancora esattamente la corretta radice etimologica.
 
Da alcuni studi risulta che il villaggio di Popone potrebbe essere il centro più antico della diocesi aversana in quanto risale a una colonizzazione preromanica dell'antica [[Cuma]] nel secolo III a.C., una popolazione di origine greca che occupò le coste campane a nord di Napoli. Probabilmente i cumani si spinsero nell'entroterra, data la modesta navigabilità del fiume [[Clanio]], costruendo il villaggio sulla zona più alta della pianura circondata da acquitrini, paludi e boschi. I cumani eressero il cosiddetto "castello di Popone". Questa costruzione, successivamente rifatta in forme ogivali raccoglieva lo stesso villaggio fino al [[1813]] quando fu completamente spopolato a causa di una [[Peste|pestilenza]].
 
I resti di questo villaggio, che consistono in una chiesetta e un fortino seicentesco ricostruito sui ruderi cumani, si trovano ancora oggi a pochi metri a nord-ovest del castello normanno di Casaluce e probabilmente la radice etimologica del nome è quella greca nel sostantivo di “Pepòn” che significa maturo.
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Agli inizi dell'anno mille i villaggi degli Homines de Casaluci, degli Homines de Apranu, il villaggio di Piro e di Pipone accoglievano poveri contadini soggetti a vincoli feudali o dei grandi monasteri benedettini o di potenti signori longobardi, gastaldi capuani fino alla discesa dei Normanni.
 
Agli inizi dell'XI secolo la regione campana fu teatro di guerre per la conquista di territori disputate dalle popolazioni residenti. Fu in questo periodo che i principati di Benevento e di Capua si fusero insieme sotto il controllo di [[Atenulfo]] che segnò la caduta del principato beneventano a favore di quello capuano. Intanto nell'anno [[1030]]<ref>Padre A. Costa Rammemorazione historica dell'effigie di Santa Maria di Casaluce, Napoli 1709 cit. p.6</ref>, giunsero in Liburia cinque cavalieri normanni della famiglia [[Drengot Quarrel]] con 300 uomini di scorta. Costoro dapprima si posero a servizio di Pandolfo IV di [[Capua]] e successivamente al servizio di Sergio IV di Napoli a seconda dei servigi che taluni potevano offrire. Ebbero come pagamento ai servigi prestati anche diverse terre tra cui una con un casato in pietra di tufo che non esitarono a trasformare in fortezza. Questa prima forma di residenza normanna nel territorio potrebbe giustificare insieme al titolo Homines de Casaluci il toponimo di Casaluce stesso che dovrebbe significare anche “castello del bosco”<ref>Ipotesi di L. Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del regno di Napoli, Napoli 1797-1805</ref>. Il primo insediamento normanno guidato da Rainulfo Drengot, si crede in effetti adibito nelle zone di Ponte a Selice, che permetteva alla via campana<ref>G. Parente Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa Napoli 1857 op. cit. p.6.</ref> di scavalcare il fiume Clanio, che essendo paludoso si trasferirono nel territorio di Casaluce che si mostrava più accogliente, più alto rispetto alla pianura e inoltre corredato di un casato in pietra di tufo. Il motivo fondamentale di tale scelta fu la posizione strategica del posto a metà strada tra [[Napoli]] e [[Capua]]. Questa posizione strategica permetteva allo stesso Rainulfo Drengot di destreggiarsi tra Pandolfo IV di Capua e Sergio IV di Napoli, aiutando dapprima Pandolfo a riconquistare il principato di Capua e successivamente il duca di Napoli. Intanto Rainulfo gettava le basi di [[Aversa]], la città che sarebbe diventata la prima contea normanna nel sud d'Italia. Aversa nasceva a pochi km dal castello di Casaluce ed usava la fortezza come protezione dalle espansioni capuane. Infatti il castello si trovava in linea retta non solo tra Napoli e Capua ma anche tra Aversa e Capua. Questa fortezza è la prima costruita dai Normanni in Italia ed in tutto il bacino del Mediterraneo.
 
===Il Castello Normanno della Contea di Aversa a Casaluce===
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===Secolo XIII ipotesi cronologiche, parte I===
Si servirono del castello di Casaluce in questo periodo tutti i principi seguaci del Re di Napoli secondo i vari bisogni fino al 1265, quando venne in Italia con un grande esercito [[Carlo I d'Angiò]]. Secondo padre Polieni da Siderno il fortilizio di Casaluce fu donato da Carlo I d'Angiò nel 1269 al suo gran connestabile Bertrando del Balzo, che lo aveva accompagnato, con altri signori provenzali, alla conquista del Regno di Sicilia. Altri documenti invece rivelano che nel 1332 il feudo di Casaluce fu ancora abitato dalla famiglia de Casaluccia e successivamente avveniva il passaggio del titolo alla famiglia del Balzo. La notizia data da padre Polieni non è documentata da nessun atto tanto è vero che menziona più avanti nel libro “Historia''Historia del real castello di Casaluce”Casaluce'' che Raimondo del Balzo, nipote di Beltrando del Balzo, acquistò il feudo del casale di Casaluce dal nobile napoletano Roberto d'Ariano nel 1359, citando addirittura gli estremi dell'atto di compravendita.
 
===Secolo XIII, Venuta a Napoli dell'icona raffigurante la Madonna con Bambino e delle idrie risalenti al primo miracolo alle nozze di Cana di Galilea===
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Il fondatore dei monaci celestini fu [[Papa Celestino V|Pietro da Morrone]], che fin da piccolo votò la sua vita a Dio nell'ordine benedettino. Egli nacque ad Isernia verso il [[1215]], fu ordinato sacerdote a Roma nel [[1239]] e nel [[1264]] diede inizio, sulla [[Majella|Maiella]], alla comunità monastica dei "Fratelli dello Spirito Santo" (monaci celestini). Il 5 luglio 1294, Pietro fu eletto papa nel [[conclave di Perugia]] e fu incoronato con il nome di [[Papa Celestino V|Celestino V]] il 29 agosto [[1294]] nella [[basilica di Santa Maria di Collemaggio]] a [[L'Aquila]], da lui stesso fatta edificare. È tradizione che papa Celestino V nel novembre 1294 sia passato in territorio aversano, perché in visita a Napoli, celebrando una Santa Messa nella ''chiesa del purgatorio'' (antica parrocchia dei SS Filippo e Giacomo in Aversa). Il 13 dicembre 1294 rinunciò al papato, dando a tutti un grande esempio di umiltà e di coraggio, ritiratosi a vita privata nella penitenza e nella preghiera, nel castello di [[Fumone]] dove morì misteriosamente il 19 maggio [[1296]] ed il 5 maggio [[1313]] fu proclamato santo da [[papa Clemente V]]. La grande intuizione profetica di papa Celestino V fu la grande [[Inter sanctorum solemnia|Perdonanza Aquilana]] da lui stesso istituita con bolla del 29 settembre [[1294]] e da allora è celebrata ogni anno dal 28 al 29 agosto con l'apertura della porta santa della basilica di Collemaggio.
 
===Secolo XIII, S. Ludovico di Tolosa, primo frutto di santità maturato al riflesso materno della “Madonna"Madonna col Bambino”Bambino"===
Lo stemma dei [[Congregazione dei celestini|celestini]] di Casaluce è rappresentato da una "S" (che indica lo [[Spirito Santo]]) intrecciata a una croce eretta sui tre colli ([[Umiltà]], [[Povertà]] e [[Castità]]) con ai lati due gigli angioini (stemma della famiglia D'Angiò)<ref>Tratto dall'opuscolo del sacerdote Michele Verolla parroco del Santuario della Madonna di Casaluce “La Madonna di Casaluce- storia e culto”. Casaluce, 31 marzo 2001</ref>.
 
Prima di morire, [[Carlo I d'Angiò]], lasciò a suo nipote Ludovico l'icona della Madonna col Bambino e le due sacre Idrie, chiedendogli di costruire in loro onore una chiesa per la pubblica venerazione in quanto il culto per la Vergine bruna si diffondeva velocemente nel Regno di Napoli. Ludovico fu il primo a sviluppare la sua vocazione avvolto dall'amore figliare della “Madonna"Madonna col Bambino”Bambino". Intanto era in corso il moto rivoluzionario che andava sotto il nome di Vespri siciliani. Esso scoppiò il 23 marzo 1282 e da Palermo si diffuse in tutta la Sicilia. In una battaglia navale nel golfo di Napoli il 5 giugno 1284 l'erede al trono Carlo II d'Angiò, figlio di Carlo I d'Angiò, cadde prigioniero. Intanto gli aragonesi incominciavano a penetrare nel regno di Napoli. Carlo II d'Angiò per ottenere la libertà, dovette dare in ostaggio tre dei suoi figli e cinquanta cavalieri. Uno di questi fu Ludovico che custodiva con amore e profonda devozione l'Icona della Madonna e le due idrie. In questo periodo scese a Napoli [[papa Celestino V]] per una [[visita pastorale]], ma in realtà per motivazioni politiche a cui era tenuto in qualità di capo della Chiesa cattolica, per scongiurare un possibile peggioramento delle condizioni in cui versava il regno di Napoli. In questo frangente il Papa ebbe modo di conoscere la preziosa icona bizantina e di venerarla. Fu il Papa, con tutta probabilità, a chiedere a Ludovico di erigere una chiesa in onore dell'icona con le idrie e di porle sotto la custodia dei monaci dell'ordine da lui fondato. I tempi stringevano e Ludovico non poté erigere una chiesa in onore dell'effigie proveniente da Gerusalemme ma chiese al suo amico Raimondo del Balzo, barone di Casaluce, di adempiere per lui le promesse fatte. Una volta in Aragona Ludovico, si dedicò agli studi, entrò nell'ordine francescano e diventò vescovo di [[arcidiocesi di Tolosa|Tolosa]]. Un anno dopo, nel 1297 morì, in concetto di santità. Il processo di canonizzazione fu avviato da papa Bonifacio VIII che lo aveva conosciuto personalmente e si concluse col Papa Giovanni XXII che lo elevò agli onori degli altari il 7 aprile 1317<ref>fontiFonti tratte dalla “Historia''Historia del real castello di Casaluce”Casaluce'' di padre Polieni da Siderno, Napoli 1622 e dal libro scritto dal Sacsac. Michele Verolla parroco del Santuariosantuario della Madonna di Casaluce “La''La Madonna di Casaluce - storia e culto”.culto'', Casaluce, 31 marzo 2001.</ref>.
===Secolo XIII, S. Ludovico di Tolosa, primo frutto di santità maturato al riflesso materno della “Madonna col Bambino”===
 
Prima di morire, [[Carlo I d'Angiò]], lasciò a suo nipote Ludovico l'icona della Madonna col Bambino e le due sacre Idrie, chiedendogli di costruire in loro onore una chiesa per la pubblica venerazione in quanto il culto per la Vergine bruna si diffondeva velocemente nel Regno di Napoli. Ludovico fu il primo a sviluppare la sua vocazione avvolto dall'amore figliare della “Madonna col Bambino”. Intanto era in corso il moto rivoluzionario che andava sotto il nome di Vespri siciliani. Esso scoppiò il 23 marzo 1282 e da Palermo si diffuse in tutta la Sicilia. In una battaglia navale nel golfo di Napoli il 5 giugno 1284 l'erede al trono Carlo II d'Angiò, figlio di Carlo I d'Angiò, cadde prigioniero. Intanto gli aragonesi incominciavano a penetrare nel regno di Napoli. Carlo II d'Angiò per ottenere la libertà, dovette dare in ostaggio tre dei suoi figli e cinquanta cavalieri. Uno di questi fu Ludovico che custodiva con amore e profonda devozione l'Icona della Madonna e le due idrie. In questo periodo scese a Napoli [[papa Celestino V]] per una [[visita pastorale]], ma in realtà per motivazioni politiche a cui era tenuto in qualità di capo della Chiesa cattolica, per scongiurare un possibile peggioramento delle condizioni in cui versava il regno di Napoli. In questo frangente il Papa ebbe modo di conoscere la preziosa icona bizantina e di venerarla. Fu il Papa, con tutta probabilità, a chiedere a Ludovico di erigere una chiesa in onore dell'icona con le idrie e di porle sotto la custodia dei monaci dell'ordine da lui fondato. I tempi stringevano e Ludovico non poté erigere una chiesa in onore dell'effigie proveniente da Gerusalemme ma chiese al suo amico Raimondo del Balzo, barone di Casaluce, di adempiere per lui le promesse fatte. Una volta in Aragona Ludovico, si dedicò agli studi, entrò nell'ordine francescano e diventò vescovo di [[arcidiocesi di Tolosa|Tolosa]]. Un anno dopo, nel 1297 morì, in concetto di santità. Il processo di canonizzazione fu avviato da papa Bonifacio VIII che lo aveva conosciuto personalmente e si concluse col Papa Giovanni XXII che lo elevò agli onori degli altari il 7 aprile 1317<ref>fonti tratte dalla “Historia del real castello di Casaluce” di padre Polieni da Siderno, Napoli 1622 e dal libro scritto dal Sac. Michele Verolla parroco del Santuario della Madonna di Casaluce “La Madonna di Casaluce - storia e culto”. Casaluce, 31 marzo 2001</ref>.
 
===Secolo XIV, ipotesi cronologica, parte seconda===
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===La Madonna di Casaluce===
{{D|Madonna di Casaluce|commento = sezione da scorporare}}
Il castello di Casaluce fu trasformato in monastero e la chiesa costruita in esso fu dedicata alla Madonna col Bambino. Questo avvenne con certezza dall'anno 1360 in poi. Con esattezza, fu eretto il Santuariosantuario di Santa Maria di Casaluce in quanto l'icona ne assunse il titolo. Questo stava a significare la legittima appartenenza dell'icona ai monaci celestini di Casaluce (l'Abbaziaabbazia Santuariosantuario di Casaluce fu la prima chiesa dedicata a Santa Maria di Casaluce e rappresenta il Santuario,santuario più antico di tutta la Diocesi[[diocesi di Aversa]]). L'effigie della Madonna di Casaluce è un'icona bizantina dipinta con buona probabilità intorno al secolo XI ed è anche detta l'Odighitria cioè “Colei che indica la via”. Quando fu portata da Gerusalemme l'effigie era contenuta in una custodia fatta di [[Canna indica|canna d'India]], tessuto rosso, lettere d'oro a carattere siriaco e un inciso che raffigurava un dragone. La vergine di Casaluce fu dipinta su di una tavoletta di acero (tiglio secondo gli ultimi restauri), dallo sfondo tutto dorato con linee sottilissime a modo di raggi, è vestita di un lionato dalle tonalità marroni, dipinto solo il busto alla greca, con in testa e sulle spalle un velo che l'avvolge dello stesso colore, presenta sulla fronte e sulla spalla destra una stella d'oro, le maniche del vestito sono di azzurro e frangiate d'oro e col braccio sinistro regge un bambinoBambino. Il bambinoBambino, suo Figliofiglio, veste con una tunica di colore rosso arancione fregiato di oro ed in testa ha una raggiera azzurra che delinea una croce. Il braccio destro del bambino indica la madre in atto di benedizione ed il braccio sinistro avvolge una pergamena arrotolata ed ai piedi calza dei sandali lionati. Madre e Figlio si guardano mentre la mano destra della Madre indica il Figlio, questa caratteristica è assai rara nell'iconografia bizantina di solito la Vergine e suo Figlio guardano verso l'esterno. Il significato è associato a una trilogia, mentre il Figliofiglio guarda la madre in atto di benedire, la madre indica il figlio a chi osserva e quasi si legge dalle rosee e materne labbra un sussurro che evoca la famosa frase del vangelo[[Vangelo secondo Giovanni|Vangelo di Giovanni]] “fate quello che Egli vi dirà”, questo mette in risalto il ruolo di Mediatrice a lei associato. Le dimensioni del dipinto sono esattamente di cm 30 in altezza e cm 22 in larghezza. Questa icona diede inizio ad un culto che non aveva paragoni e la sua magnificenza nell'elargire miracoli si diffuse non solo nei territori circostanti ma scese in gran parte del regno di Napoli.
 
Le due [[Hydria|idrie]] che la tradizione ha voluto attribuire alle giare utilizzate da Gesù Cristo per il primo [[Tramutazione dell'acqua in vino|miracolo di Cana]] in Galilea e che furono portate insieme all'icona, sono fatte di alabastro di un giallo paglierino una con [[Rame (colore)|ramature]] più scure, hanno diversa forma una più stretta e allungata l'altra più goffa ove le maniche sono legate al corpo dell'idria da due volti scolpiti. In esse ancora oggi viene eseguito il rito di benedizione delle acque la seconda domenica dopo l'Epifania, secondo un rituale antico dei monaci. Le idrie sono custodite una a destra e una a sinistra del trono marmoreo della Vergine nella cappella a Lei dedicata.
 
Il rituale dei monaci celestini per la benedizione dell'acqua è scritto interamente in latino, ed è composto da un insieme di canti, litanie, salmi e formule. È un rituale inedito e unico sul genere. Viene esposto e letto la seconda domenica dopo l'Epifania durante una solenne celebrazione che rappresenta il fulcro dei festeggiamenti della città di Casaluce.
 
La Madonna non è solo venerata a Casaluce ma in molti paesi:
* è venerata come compatrona a [[San Benedetto in Perillis]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]]) dove c'è una piccola tela di fine [[1500]] e inizio [[1600]] raffigurante la Madonna di Casaluce e in basso e in piccolo le due idrie di Cana. Più tardi aggiunsero anche una statua che in occasione della festa del 6 giugno viene portata in processione. In questo paesino, la parrocchia dove si venera la Madonna è una chiesa che apparteneva ai Celestini con annesso il monastero.
* In una frazione di [[Bacoli]], chiamata Miseno nell'area dei [[Campi Flegrei]], esiste una chiesa sul mare che negli anni Sessanta fu dedicata a Santa Maria delle Grazie, ma un tempo era dedicata alla Madonna di Casaluce. Sull'[[Altarealtare Maggioremaggiore]] è posta una tela raffigurante la ''Madonna di Casaluce con Sansan Luca evangelista che la ritrae e [[Sansan Francesco d' Assisi]] inginnocchiatoinginocchiato''.
*Nel [[1903]] con la benedizione apostolica di [[papa Leone XIII]] viene pubblicato il giornale mensile "''La Vergine di Casaluce"'', con lo scopo di mantenere la devozione della Madonna di Casaluce in Italia.
* Nella città di [[San Paolo del Brasile]] esiste una parrocchia dedicata alla Madonna di Casaluce. Essa è la prima chiesa costruita alla fine del XIX secolo dagli emigrati italiani a San Paolo, i quali erano delle zone agro aversano e napoletano.
*A [[Frattamaggiore]] ([[città metropolitana di Napoli|NA]]), furono dedicati una cappella, una strada, e un asilo chiamato "Maria Santissima di Casaluce". Un tempo sorse un'edicola sul posto con un'immagine della Madonna di Casaluce e vicino c'era una piazzetta che serviva ai "cordai" per lavorare alle funi. Quando lavoravano erano tutti sudati, quando stavano in pausa e bevevano un bicchiere d'acqua guardavano la loro protettrice in alto e accedevano un lume. Il proprietario della piazzetta mori nel [[1945]] così si ottenne lo spazio e costruirono una chiesa dedicata alla Madonna di Casaluce. Dopo tanti mesi decisero di abbattere l'immagine e collocarla in chiesa in alto all'[[Altarealtare Maggiore]]maggiore.
* Nella parrocchia di Santa Croce in [[Casapesenna]] ([[Provincia di Caserta|CE]]) si conserva una copia dell'immagine della Madonna con tutto il baldacchino di legno.
* Nel Santuario della Madonna di Briano in [[Villa di Briano]] ([[Provincia di Caserta|CE]]), sul muro destro della navata della chiesa tra gli affreschi è dipinta l'Immagine della Madonna di Casaluce.
* Ad [[Aversa]], nella Chiesachiesa dell'Annunziata è conservato un dipinto della ''Madonna di Casaluce tra gli angeli''. Sulla facciata della Chiesachiesa di Santo Spirito c'è la Madonna di Casaluce. Anche le Monachemonache benedettine di clausura del monastero di San Biagio venerano un'immagine antica della Madonna di Casaluce.
* A [[Napoli]] nella [[Basilica santuario del Gesù Vecchio dell'Immacolata di Don Placido|chiesa del Gesù Vecchio]] tra le tante immagini è venerata quella della Madonna di Casaluce.
* Nel Santuario[[Chiesa di Santa Maria de' Centurelli|santuario di [[Centurelli]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]]) si venera la Madonna di Casaluce.
*Da alcuni anni a [[Ciorlano]] ([[Provincia di Caserta|CE]]) in una chiesa in alta montagna è venerata la Madonna di Casaluce attorniata da [[Celestino V]], il Beatobeato [[Roberto da Salle]] e il beato [[Giovanni Bassand]] (abati e monaci celestini) con Sansan Benedetto.
 
===Secolo XIV, alcuni avvenimenti dal 1362 al 1392===
 
Secondo l'abate [[Donato Polieno|Donato Polieni da Siderno]] due anni dopo la donazione nel 1362 i monaci furono cacciati dal convento a causa di un equivoco causato da un uccello parlante, quale un corvo (una leggenda?) che negò l'ingresso nel monastero a Raimondo del Balzo e alla regina Giovanna I in un pomeriggio di tempesta, i quali bussando si sentirono rispondere “…non si può, non si può…”. I monaci Celestini furono sostituiti dai monaci Carmelitani entrati nelle grazie del barone di Casaluce del Balzo. Questi ultimi introdussero nel ciclo di affreschi fiorentini rappresentanti santi dell'ordine celestino, pitture raffiguranti santi del loro ordine. Chiarito poi il malinteso del corvo, fu restituito ai monaci celestini il monastero nel 13 gennaio 1363 con un nuovo atto di donazione da parte di Raimondo del Balzo<ref>L. Zanotti. Regesti Celestini, op.cit., L'Aquila 1994 parte I p. 32</ref>. Fu una vera e propria lotta tra i due ordini monastici, in quanto i carmelitani non volevano cedere il possedimento acquisito. Fu utile un intervento dei soldati del re di Napoli (dice padre Polieni che i segni di quella battaglia furono ancora visibili sulle mura ovest del castello-monastero fino al XVII secolo inoltrato) ed il pretesto fu che il voto di povertà non permetteva loro la proprietà di un bene materiale. Raimondo del Balzo con profonda stima e fiducia nei confronti dei monaci celestini e per rinfrancarsi dall'equivoco creato donava al monastero di Casaluce i terreni di Montenegro del Molise con la fortezza e i casali nel 1366. La regina Giovanna I inoltre, divenuta devota della Madonna di Casaluce, fece trasformare un torrione del castello in campanile donando tre campane, due grandi e una piccola, un sontuoso e prezioso parato per il Santuario e un polittico composto da Madonna con Bambino con ai lati San Giacomo e San Francesco dipinto dal maestro senese Andrea Vanni; lei stessa visitò il monastero e la chiesa il 20 maggio 1366<ref>Argomenti tratti dal libro di padre Donato Polieni da Siderno, di padre Andrea Costa, di padre Bartolomeo Russo, dal sac. Michele Verolla e dagli archivi napoletani ed aversani.</ref>. Alla fine di questo secolo, nel 1392, nel quadro della contesa tra Luigi II d'Angiò e Ladislao di Durazzo per il dominio del regno meridionale, il monastero fu assediato dai filoangioini di Tommaso Sanseverino ed occupato a scopo prudenziale dal maresciallo durazzesco Iacopo Estenardo, il quale allontanò una seconda volta e per un certo periodo i monaci celestini<ref>Padre Polieni da Siderno, ''Historia del real castello di Casaluce'', Napoli 1622, op. cit., pp. 77-78</ref>. In questo periodo il Santuario venne trascurato e utilizzato per officiare messa solo nei giorni di festa. Nel 24 dicembre 1399 il re Ladislao consentì ai monaci di far ritorno nel monastero.
Molto probabilmente la verità sulla cacciata dei celestini dovette coincidere con qualche episodio particolare accaduto all'epoca delle lunghe lotte per la successione nel Regno di Napoli tra gli Angioini e i Durazzeschi o tra gli Angioini e gli Aragonesi, con cui i religiosi si dovettero, forse involontariamente schierare provocando le ire del partito avversario. L'unico punto fermo di questa vicenda è la donazione, deducibile dalla lapide, ancora oggi esistente al portale destro della Chiesa, donata ai monaci da Isabella D'eppe, moglie di Raimondo del Balzo, la quale dopo la morte del marito confermò la donazione del castello, donò l'appartamento che si erano riservati e le terre vicine. Con questa donazione gli abati del monastero di Casaluce acquisirono il titolo di baroni del castello di Casaluce, marchesi di Montenero e utili signori di San Zenobio (Bosco ad est del castello), titoli che tennero, con varie vicende fino agli inizi dell'Ottocento, quando vennero soppressi gli ordini religiosi da Gioacchino Murat.
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==== Il Polittico di Casaluce ====
[[File:Andrea vanni, san giacomo il maggiore.jpg|thumb|upright=0.7|''San Giacomo apostolo'' di Andrea Vanni (pannello superstite del polittico, oggi a Napoli, Museo di Capodimonte)]]
Le ultime notizie conosciute del trittico donato ai monaci celestini nel 1357 - 1358 sono riportate da Padre Polieni da Siderno, quando fu poi collocato nel 1600 nella cappella del Noviziato generale dell'ordine, al terzo piano del convento. L'opera napoletana del Vanni si riduce al polittico disperso che si trovava a Casaluce. I dibattiti sulla data del polittico di Casaluce, che un'antica scritta riferita per intero dal padre Costa nel 1709 assegnava nel 1355, ma che i più tendono a ritardare notevolmente, non vi è ancora modo di acquisire dati sicuri sul primo soggiorno. Ciò che è certo è che del polittico di Casaluce fecero parte il «San Giacomo» oggi alla pinacoteca di Capodimonte e il «San Francesco» del Lindenau-Museum ad Altenburg: quest'ultimo riunito giustamente al primo dall'Oertel, ad esclusione della diversa «Madonna» che il Morisani ritenne il centro dell'opera. La scritta letta da padre Costa sul polittico di Casaluce diceva in lettere d'oro: ''Andreas Vannis de Sennis magister pictor et domesticus familiarissimus domine Joanne regine Hierusalem et Sicilie me pinxit''. Poiché vi si nomina solo Giovanna questo è un sintomo che l'opera fu eseguita quando Ludovico di Taranto era morto e Giovanna regnava da sola. Perciò non si potrà riesumare di certo la data del 1355. Non si potrà andare oltre del 1365, cioè oltre la vigilia dell'anno 1366 in cui, secondo il Costa l'opera sarebbe stata donata al Castello di Casaluce. Secondo il Lèonard ha dato la notizia che, dai conti angioini dal 1357-58 risulta presente a Napoli in quegli anni un «Alexander de Senis, pictor» intorno a quel tempo trafficava con Siena anche L'Accaiuoli<ref>F. Bologna, ''I Pittori alla corte AngioniniAngioina di Napoli 1266-1414'', Roma, 1969.</ref>.
 
==== La leggenda del corvo ====
…In un tardo pomeriggio tempestoso, mentre i monaci si affaccendavano nel refettorio, bussarono al portale d'ingresso del monastero i soldati che fungevano di scorta alla regina Giovanna I e al Barone del Balzo che si trovavano nei pressi del monastero per ununa battuta di caccia.
 
Sentirono rispondere: “chi è..è… chi è…”
 
Il soldato: “chiedono ospitalità sua maestà la Regina ed il Barone del Balzo…”
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=== Alcuni avvenimenti dal 1400 al 1800 ===
Il 10 marzo 1403 re Ladislao fece visita alla Vergine di Casaluce, due giorni dopo ne confermò tutti i diritti e i privilegi del possesso di Casaluce ai monaci. Nell'aprile 1408 il re si impossessò di Roma per cui [[Antipapa Alessandro V|papa Alessandro V]] lo scomunicò e chiese aiuto a Luigi II d'Angiò per il recupero della città. Luigi II ne uscìvausciva vincitore. Quest'ultimo fece in modo di molestare tutti i protetti di Ladislao e in particolar modo Casaluce che gli oppose resistenza. I monaci furono di nuovo cacciati. Quando il re Ladislao riprese il dominio di Napoli riconfermava nel 1413 il castello ai celestini. Morto Ladislao gli succedette Giovanna II che adottò Carlo III di Durazzo che poi sconfessò a favore di Luigi II d'Angiò. Successivamente la regina dopo aver adottato Alfonso I d'Aragona lo sconfessò a favore di Luigi III d'Angiò e quando nel 1422 Alfonso I d'Aragona si impossessava di Napoli la regina fu costretta a rifugiarsi ad Aversa. Fu esposta al pericolo della furia di Alfonso e ne fu incolume il 1º ottobre 1423 e per grazia ricevuta poneva voto alla Madonna nel monastero di Casaluce. Ella ritornò per esprimere di nuovo devozione e fede nel 7 settembre 1433. Il 2 gennaio 1444 Alfonso I d'Aragona volle far visita all'icona avendo sentito parlare dei molti prodigi elargiti e ne restò un fedele devoto.
 
Il 18 marzo 1452 l'imperatore Filippo III con la moglie Eleonora di Portogallo, in visita allo zio, reale di Napoli, vollero venerare la Vergine e rimanere ospiti nel monastero di Casaluce. Il 16 giugno 1457 Alfonso I esentava Casaluce da ogni imposta, colletta o contribuzione per i bisogni della regia corte. Nel 1478 l'abate celestino Cipriano Gallo fece apportare numerosi lavori di abbellimento al monastero ed introdusse in chiesa diversi vasi d'argento tanto da far giungere la fama del complesso monastico al di fuori dei confini del regno<ref>Padre Polieni da Siderno, Historia del real castello di Casaluce, Napoli 1622, p.94</ref> (con esattezza furono lampade di argento, di cui oggi se ne può ammirare, soltanto, l'unica rimasta nella cappella della Madonna). Il 17 ottobre 1494 Alfonso II d'Aragona venne a Casaluce per visitare il Santuario e ne confermò tutti i privilegi acquisiti con gli anni. Fu scolpito nel 1500 il coro ligneo di corredo per il presbiterio. Una lunga serie di reali si susseguiva fino alla visita nel 31 gennaio 1536 dell'imperatore Carlo V. Egli fu attratto dalla fama assunta dal Santuario di Casaluce, e quindi volle venerare la Vergine. Fu ospite dei monaci per alcuni giorni. L'imperatore Carlo V incuriosito dalla custodia con la quale fu portata da Gerusalemme l'icona, chiese il permesso all'abate di scalfirla con il suo pugnale in modo da verificare se si trattasse di nodi di canna d'India<ref>Padre Polieni da Siderno ''Historia del real castello di Casaluce'', Napoli 1622, Ivi, p.106</ref>. Nel 1576, fu eletto abate Tommaso di Capua, che affrontò “la spesa grande, della grande fabbrica del granaro grande, e i suoi tetti,…”<ref>Padre Polieni da Siderno ''Historia del real castello di Casaluce'', Napoli 1622, Ivi, p.107</ref>. Nel 1584 si effettuò la sostituzione del pavimento della chiesa per opera dell'abate Francesco di Celano<ref>G. Parente. Op. cit., p.184</ref>. Nel 1594 fu eretto un trono ligneo che serviva per accompagnare i vari spostamenti dell'icona tra Casaluce ed Aversa e viceversa. Nel 1600 fu cambiato l'aspetto artistico del Santuario introducendo arte barocca che coprì interamente l'affrescatura fiorentina, furono edificate una serie di incannucciate che coprirono in modo alternato alcuni archi a crociera della volta, questi lavori distrussero una minima parte degli affreschi giotteschi. Sempre di questi anni fu introdotto in Chiesa un organo con parecchie canne e intarsiato su legno. Il 14 novembre 1604 quando fu abate Ludovico di Bologna, Casaluce divenne sede di un Noviziato generale dell'ordine celestino che coincise con la costruzione di un terzo piano del castello<ref>Padre Polieni da Siderno ''Historia del real castello di Casaluce'', Napoli 1622, Ivi, p107</ref>. Nel 1622 l'abate celestino padre Donato Polieni da Siderno scriveva il libro “Historia del Real Castello di Casaluce…” e diventava il primo storico accreditato di Casaluce. Nel 1647, in piena rivoluzione napoletana, [[Vincenzo Tuttavilla]] generale di Spagna, pose nel castello–monastero un presidio di soldati i quali diedero non poche noie ai monaci. Nel 1624 venne fuso un trono di argento per il trasporto dell'icona da Casaluce ad Aversa e viceversa su cui vi erano fusi di argento rappresentanti ai lati dell'icona SS. Pietro e Paolo, sopra L'Eterno Padre e sotto S. Luca in atto di dipingerla. Nel 1709 padre Andrea Costa scriveva le “Rammemorazioni historica dell'effigie di Santa Maria di Casaluce”. Nel 1734 il re Carlo III di Borbone si recò due volte nel Santuario della Madonna, mentre si trovava in territorio aversano. Nel 1736, come riferisce G. Parente, furono fatti parecchi lavori che riguardarono gran parte del Monastero; la Chiesa fu completamente rifatta in stile tardo barocco, anche l'appartamento abbaziale subì cambiamenti; le pareti furono arricchite di decorazioni a tempera con motivi di prospettive architettoniche con loggiati e porticati finti, secondo un gusto artistico del tempo<ref>G. Torriero, ''Il castello normanno di Casaluce'', in AA.VV., ''Il restauro dei castelli dell'Italia meridionale'', Caserta 1989, p. 118.</ref> (tale da farne acquisire il notevole prestigio che ancora oggi vanta integralmente e interamente)<ref>Gli altri avvenimenti sono stati tratti da:
*Sac. Michele Verolla parroco del Santuario della Madonna di Casaluce “La Madonna di Casaluce - storia e culto”. Casaluce, 31 marzo 2001
*Padre Bartolomeo Russo “il Santuario della Madonna di Casaluce e il suo Castello”.
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===La devozione diffusa===
I monaci celestini per diversi secoli contribuirono a diffondere dovunque la devozione alla Madonna di Casaluce mediante l'entusiasmo e lo zelo dei pellegrini che da ogni parte del regno confluivano al Santuario. Con decreto del 14 novembre [[1604]] ottennero che il monastero divenisse sede di un noviziato. I novizi portavano nei vari monasteri celestini copie dell'icona della Madonna di Casaluce, e questo spiega la presenza di una copia a San Benedetto in Perillis presso [[Sulmona]] alla quale fu dedicata una chiesa. Nel [[1661]] fu fondata una chiesa dedicata alla Vergine di Casaluce in [[Miseno (Bacoli)|Miseno]] presso [[Bacoli]], per volere del marchese di San Marcellino proprietario di quelle terre. Venerano la Madonna di Casaluce in [[Casapesenna]], nel Santuario di [[Villa di Briano|Briano]], in [[Ciorlano]], in [[Frattamaggiore]], nella [[Basilica santuario del Gesù Vecchio dell'Immacolata di Don Placido|chiesa del Gesù Vecchio]], nella chiesa dell'Annunziata in [[Aversa]], nel Santuario mariano di Centurelli ([[L'Aquila]]) e in tanti altri luoghi dove è stata trovata devozione e venerazione di copie dell'effigie. Attualmente il monastero celestino di Aversa dedicato a San Pietro a Maiella include la parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo ospita l'icona della Madonna di Casaluce quattro mesi l'anno. Siccome il territorio di Casaluce nel periodo estivo si mostrava insalubre, poiché ricco di paludi, i monaci erano costretti a lasciare il monastero di Casaluce e chiedere ospitalità ai monaci celestini di Aversa, traslando l'icona della Madonna di Casaluce. La devozione alla Madonna di Casaluce, divenne un sentire comune tra la gente di tutto il [[Regno di Napoli]], soprattutto dell'agro aversano. In Aversa intanto infervorava ancora di più la devozione per la Madonna, tale che i cittadini vollero abbellire nel 1645 la cappella dove ella attualmente è posta con le idrie (nel suo unico Santuario di Casaluce). Nel [[1772]] la cappella venne impreziosita con affreschi, marmi ed un maestoso cancello in ferro battuto. Il 12 maggio [[1772]] il vescovo Borgia della diocesi di Aversa Borgia otteneva da [[papa Clemente XIV]] un rescritto con il quale la Vergine di Casaluce fu dichiarata Patronapatrona di Aversa e della diocesi e l'anno successivo si otteneva l'ufficio e la messa sotto il titolo della Maternità della Beata Vergine. Questo avvenimento non fu ben accolto dai monaci di Casaluce che cercarono di impedire in quanto temevano un allontanamento permanente dell'effigie dal loro monastero. Nel [[1744]] Aversa chiedeva la presenza della Madonna in città per due mesi ed il 13 settembre [[1801]] si procedette alla prima solenne incoronazione della Vergine a seguito del capitolo vaticano del 9 giugno [[1801]] (una seconda incoronazione nel primo centenario nel [[1901]] e una terza nel 14 settembre [[1980]] perché la corona fu trafugata il 23 settembre [[1979]] in Aversa). La gente accorse da ogni città per godersi la spettacolare funzione. Incominciarono in questi anni folti pellegrinaggi e processioni per chiedere grazie alla Madonna di Casaluce soprattutto per ottenere pioggia nei periodi di siccità. La devozione alla Madonna di Casaluce si estese anche in Brasile, attraverso emigranti del luogo, che a fine secolo XIX raggiunsero la zona di [[San Paolo (Brasile)|San Paolo del Brasile]] dove edificarono la parrocchia di “Nuestra Senhora de Casaluce”<ref>Documentazione tratta da:
*Padre Bartolomeo Russo “il Santuario della Madonna di Casaluce e il suo Castello"
*Sac. Michele Verolla parroco del Santuario della Madonna di Casaluce “La Madonna di Casaluce- storia e culto”. Casaluce, 31 marzo 2001
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==== La traslazione tra Aversa e Casaluce ====
Quando i monaci di Casaluce lasciavano nei mesi estivi il monastero, ospiti dei monaci aversani esponevano l'icona della Madonna di Casaluce alla pubblica venerazione, tale che incentivarono il rafforzamento del culto, che dopo la soppressione dei monaci, fu pretesa dal popolo aversano. I due parroci si accordarono con la permanenza dell'icona sei mesi ad Aversa e sei mesi a Casaluce, mentre le due idrie rimanevano in esposizione permanente nel Santuario di Casaluce. La calma fu apparente fino a quando cominciarono una discussione sulla proprietà del baldacchino argenteo fatto fondere nel 1624. La questione fu portata davanti al Consiglio degli Ospizi, ed ebbe ragione il popolo di Casaluce. L'8 gennaio 1853 un decreto governativo ad istanza dei casalucesi ripristinava quello del 1744 con il quale Aversa poteva avere l'icona per solo due mesi. A sua volta a seguito di un'istanza degli aversani, il 23 marzo 1857 fissava gli attuali otto mesi a Casaluce e quattro ad Aversa con la traslazione annuale del 15 giugno ad Aversa ed il 15 ottobre a Casaluce. Le contese furono aspre ed ancora oggi esitano a scomparire del tutto.
 
==== Le feste ====
I giorni di solennità per il Santuario di Casaluce rimasero la seconda domenica dopo l'epifania, quando l'acqua veniva (e ancora oggi) benedetta nelle idrie di Cana di [[Galilea]] (acqua ritenuta miracolosa) con il rituale scritto dai monaci celestini di Casaluce, che per l'occasione venivano esposte alla venerazione dei fedeli, si festeggiava la Madonna di Casaluce la prima domenica di maggio ed il 15-16-17-19 ottobre anche il 18 la festa di San Luca, il quale si pensava fosse l'autore del dipinto della Madonna col Bambino. In Aversa, invece, la Vergine di Casaluce veniva festeggiata a partire dal 1772 la seconda settimana di settembre<ref>Documentazione tratta da G. Parente, ''Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa'', Napoli, 1865; R. Piccolo, ''La Madonna di Casaluce'', ed. San Paolo, Alba (CN) 2006; Michele Verolla, ''La Madonna di Casaluce - storia e culto'', Casaluce, 31 marzo 2001</ref>.
 
=== Secolo XX, Vicissitudini, abbandono e rovina dell'Abbazia Santuario e del castello-monastero di Casaluce - un monumento a rilievo nazionale ===
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====Il castello-monastero====
I beni che vennero confiscati ai celestini, passarono in mano al collegio napoletano. Con la nascita dello Stato italiano, e dopo un breve periodo, i beni vennero riceduti alla curia vescovile di Aversa. Il monastero di Casaluce ed il suo Santuariosantuario, che nacquero come unico corpo, furono smembrati nel tempo. Da quando il castello venne restituito alla curia, si è passati da enfiteusi ada enfiteusi fino ai giorni nostri, lasciandolo all'incuria e quindi alla inevitabile distruzione. Parecchi sono stati gli astuti e furbeschi tentativi di acquisizione del castello-monastero da parte di molti, fortunatamente, per adesso, senza risultati. L'unico restauro<ref>Ministero per i Beni Culturali e Ambientali S.B.A.A.A.S per le provincie di Caserta e Benevento. Terremoto e restauro dieci anni di esperienze Caserta 1990, pp. 76 sgg.</ref> eseguito per il mantenimento del castello&nbsp;– monastero è stato fatto 1988 esclusivamente per l'appartamento abbaziale ad opera della Soprintendenza; la parete nord-ovest del castello fu “restaurata frettolosamente” con intonaco su tufo a vista trascurando lo stile artistico ed architettonico del complesso e parte del chiostro con cemento armato.
Dal 2011, al via una nuova ripresa delle operazioni di intervento che gettano nuova luce sugli studi critici<ref>{{cita web|url=http://www.quicaserta.it/cultura/casaluce/casaluce-il-monastero-torna-agli-antichi-splendori-029312|titolo=Informazione Turistica|sito=www.quicaserta.it|accesso=22 ottobre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141022234246/http://www.quicaserta.it/cultura/casaluce/casaluce-il-monastero-torna-agli-antichi-splendori-029312|dataarchivio=22 ottobre 2014}}</ref>.
 
=== Sancta Maria ad Nives in Casaluce ===
La Parrocchiaparrocchia di Sancta Maria ad Nives ha sede nell'abbazia-santuario della Madonna di Casaluce sin dalla soppressione dell'Ordine Monastico dei Padri Celestini (1807). Grazie a questa parrocchia, il culto della Madonna di Casaluce è rimasto vivo nel tempo, lo splendore architettonico ed artistico del complesso cenobitico è stato, in parte, conservato. Allora, dopo il trasferimento della sede parrocchiale, quella originaria sita nelle vicinanze del Santuario, è stata abbandonata. Negli anni '70 venne abbattuta.
Il culto di Sancta Maria ad Nives (cioè la [[ Madonna della Neve]]) è rimasto, tramite la statua anch'essa trasferita ed esposta nel Santuario. La festa liturgica cade il 5 Agostoagosto e questo titolo mariano " Ad Nives" è legato a quello della [[Basilicabasilica di Santa Maria Maggiore]] sul colle [[Esquilino]] di Roma, il più antico santuario mariano d'Occidente. Secondo la tradizione, nel IV secolo, un giovane patrizio romano di nome Giovanni, poiché non aveva né mogli né figli, decise di offrire i suoi beni alla Madonna, per l'edificazione di una chiesa a Leilei dedicata. La Vergine Santa apprezzò il gesto e gli apparve in sogno la notte tra il 4 e il 5 Agostoagosto, indicando con un miracolo il luogo dove fondare la nuova chiesa. Il mattino seguente, Giovanni si recò dalda [[ papa Liberio]], il quale, avendo fatto lo stesso sogno, si recò insieme a Giovanni sul posto e attesero il miracolo: il Colle Esquilino fu coperto di neve, in piena estate. Il pontefice tracciò il perimetro della chiesa da edificare, seguendo la superficie innevata. La Chiesachiesa fu detta Liberianaliberiana, mentre dal popolo fu chiamata " ad Nives". Ogni anno nella Solennitàsolennità del 5 Agostoagosto, si rievoca il miracolo della neve nella Basilicabasilica di Santa Maria Maggiore.
Anche a Casaluce, durante i Solenni Festeggiamenti della Madonna della neve, che avvengono nei primi giorni di Agosto, si rievoca il famoso "miracolo della neve", la quale si poggia sull'effigie mariana, mentre fa rientro nella sua Parrocchiaparrocchia nel Santuariosantuario di Casaluce.
 
=== Simboli ===
La Parrocchia di Sancta Maria ad Nives ha sede nell'abbazia-santuario della Madonna di Casaluce sin dalla soppressione dell'Ordine Monastico dei Padri Celestini (1807). Grazie a questa parrocchia, il culto della Madonna di Casaluce è rimasto vivo nel tempo, lo splendore architettonico ed artistico del complesso cenobitico è stato, in parte, conservato. Allora, dopo il trasferimento della sede parrocchiale, quella originaria sita nelle vicinanze del Santuario, è stata abbandonata. Negli anni '70 venne abbattuta.
Lo stemma, adottato con deliberazione del consiglio municipale, è descritto nello statuto comunale:
Il culto di Sancta Maria ad Nives (cioè la [[ Madonna della Neve]]) è rimasto, tramite la statua anch'essa trasferita ed esposta nel Santuario. La festa liturgica cade il 5 Agosto e questo titolo mariano " Ad Nives" è legato a quello della [[Basilica di Santa Maria Maggiore]] sul colle [[Esquilino]] di Roma, il più antico santuario mariano d'Occidente. Secondo la tradizione, nel IV secolo, un giovane patrizio romano di nome Giovanni, poiché non aveva né mogli né figli, decise di offrire i suoi beni alla Madonna, per l'edificazione di una chiesa a Lei dedicata. La Vergine Santa apprezzò il gesto e gli apparve in sogno la notte tra il 4 e il 5 Agosto, indicando con un miracolo il luogo dove fondare la nuova chiesa. Il mattino seguente, Giovanni si recò dal [[ papa Liberio]],il quale, avendo fatto lo stesso sogno, si recò insieme a Giovanni sul posto e attesero il miracolo: il Colle Esquilino fu coperto di neve, in piena estate. Il pontefice tracciò il perimetro della chiesa da edificare, seguendo la superficie innevata. La Chiesa fu detta Liberiana, mentre dal popolo fu chiamata " ad Nives". Ogni anno nella Solennità del 5 Agosto, si rievoca il miracolo della neve nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
{{citazione|[[Scudo francese moderno|scudo da Comune]] comprendente tre colli all'italiana (verde) posti in punta; l'alta croce con bracci patenti (nero); la lettera maiuscola "S" che accolla la croce (azzurro); ai lati della croce due gigli (d'oro); smalto di campo: argento.|Art. 6 c. 5 dello Statuto comunale<ref>{{Cita testo|titolo=Statuto comunale|autore=Comune di Casaluce|url=https://www.comune.casaluce.ce.it/download/eyJpdiI6ImlHQzBtZCtHeUxLNXFTaGNlclp0MVE9PSIsInZhbHVlIjoiRW1FcElocXhXZkVENnF4dlB2eFN1anpzOC84SFdmcGxxVDAwNlJucnkrWT0iLCJtYWMiOiJhODc1YWNlM2VjNGE0MDhkMmRhZGE3NTllNmRkNjk4YjUwYzY4N2M5ZGU0ZmM3MzEzYjgwZmRkMzc0NjBlYzRhIiwidGFnIjoiIn0=/statuto.pdf|posizione=Art. 6, comma 5}}</ref>}}
Anche a Casaluce, durante i Solenni Festeggiamenti della Madonna della neve, che avvengono nei primi giorni di Agosto, si rievoca il famoso "miracolo della neve", la quale si poggia sull'effigie mariana, mentre fa rientro nella sua Parrocchia nel Santuario di Casaluce.
Lo stemma deiriprende l'emblema della [[Congregazione dei celestini|celestini]] di Casaluce èdove rappresentatola da unalettera "S" (che indica lo [[Spirito Santo]]) è intrecciata a una croce eretta sui tre colli ([[Umiltà]], [[Povertà]] e [[Castità]]) con ai lati due gigli angioini (stemma della famiglia D'Angiò).<ref>Tratto dall'opuscolo del sacerdote Michele Verolla parroco del Santuariosantuario della Madonna di Casaluce, “La''La Madonna di Casaluce- storia e culto”.culto'', Casaluce, 31 marzo 2001.</ref>.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
*Castello normanno della [[Contea di Aversa]], -con Abbazia e Santuario della Madonna di Casaluce (Chiesa Madre di Santa Maria ad Nives), posto in un’area di [[centuriazione]] romana, fu fatto edificare probabilmente dal conte Rainulfo a scopo difensivo.
*Chiesa di San Marcellino in Aprano
*Chiesa San Nicola a Piro
*Chiesa di Popone
*''Monumento ai Caduticaduti'' (del 2010)
 
== Società ==
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{{Demografia/Casaluce}}
===Religione===
La maggior parte dei cittadini è di credo [[cattolico]]. Casaluce fa parte della [[Diocesi di Aversa]], della forania Trentola-Casaluce. Le parrocchie territoriali, che comprendono la comunità dei fedeli casalucesi, sono quattro: Sancta Maria ad Nives, San Marcellino in Aprano, San Nicola a Piro e San Lorenzo in Aversa.
 
Come in molti paesi della Campania e, specificamente, della diocesi di Aversa, a Casaluce sono vive le devozioni popolari legate al culto dei [[Santi cattolici|Santi]] e di [[Maria (madre di Gesù)]]. Il principale legame instaurato tra fedeli e Maria, è quello che caratterizza la venerazione dell'icona della Madonna di Casaluce.
 
'''Tradizioni di natura religiosa'''
* Solennità delle Sacre Idrie nell'Abbazia-Santuario, 2 Domenichedomeniche dopo l'Epifania.
* Solenni Festeggiamenti di Maria Ss.di Casaluce, la II domenica di Maggiomaggio
* Festa di San Celestino V, all'abbazia-santuario, il 19 Maggiomaggio
* Festa di San Marcellino al rione Aprano, il 2 Giugnogiugno.
* Solenne processione di consegna alla consorella comunità di Aversa di Maria Ss.Santissima di Casaluce, il 15 Giugnogiugno
* Festa di San Nicola al rione Casalnuovo a Piro, l'ultima Domenicadomenica di Giugnogiugno.
* Festa di Santa Maria ad Nives ([[Madonna della Neve]]), i primi giorni di Agostoagosto, nella parrocchia omonima (che ha sede nell'Abbazia-Santuario).
* Festa patronale della traslazione di Maria Ss.Santissima di Casaluce da Aversa, il 15 ottobre. A seguire peregrinatio Mariae (la Madonna nelle strade della città è accolta dal popolo devoto) dal 15 al 19 ottobre.
 
==Economia==
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==Infrastrutture e trasporti==
ÈIl servitacomune di Casaluce è servito da uno svincolo della [[Strada statale 265 dei Ponti della Valle|SP 335 ex SS 265 dei Ponti della Valle]] (Giugliano - Marcianise). Fu, inoltre, servito dalla [[stazione di Casaluce]] della vecchia [[ferrovia Alifana Bassa]], dismessa nel [[1976]].<ref>{{Cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono1/1casaluce.htm|titolo=Lestradeferrate.it - L'Alifana bassa - Stazione di Casaluce|sito=www.lestradeferrate.it|accesso=2023-11-27}}</ref>
 
Era servita dalla [[Stazione di Casaluce]] della vecchia [[ferrovia Alifana Bassa]] che fu in servizio fino al [[1976]].
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome =Cannivale FedeleAniello|Inizio =novembre maggio 2002 1993|Fine=novembre 1997|Partito=[[Lista giugnocivica]] 2006di centro|Partito Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note = }}
{{ComuniAmminPrec |Nome =Proto PaganoFedele|Inizio =novembre giugno 2009 1997|Fine =maggio 2019 2002|Partito =[[Polo delle Libertà]]|Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note = }}
{{ComuniAmminPrec |Nome =Proto TatoneFedele|Inizio = maggio 2019 2002|Fine =giugno ''in carica'' 2006|Partito = [[ListaCasa civicadelle Libertà]]|Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note = }}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Stefania Rodà|Inizio=giugno 2006|Fine=giugno 2009|Partito=|Carica=[[Commissario straordinario]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Nazzaro Pagano|Inizio=giugno 2009|Fine=maggio 2019|Partito=[[Lista Civica]]|Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Antonio Tatone|Inizio=maggio 2019|Fine=dicembre 2020|Partito=[[Lista civica]]|Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Stefania Rodà|Inizio=gennaio 2021|Fine=settembre 2021|Partito=|Carica=[[Commissario straordinario]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Luongo Francesco|Inizio=ottobre 2021|Fine=in carica|Partito=[[Lista Civica]]|Carica=[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
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== Voci correlate ==
* [[Stazione di Casaluce]]
* [[Borgo San Lorenzo (Casaluce)]]
 
== Altri progetti ==