Innamoramento: differenze tra le versioni
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==Storia e antropologia==
L'antropologa [[Helen Fisher]], nel 2006, ha scoperto, utilizzando la [[Imaging a risonanza magnetica|risonanza magnetica]] cerebrale su persone innamorate che l'innamoramento è una [[pulsione]] che attiva parti del cervello profondo con la produzione di [[ormoni]] caratteristici e che può ricondursi a tre separati stati mentali specifici più o meno contemporanei o conseguenziali: [[desiderio sessuale]] ([[estrogeni]], [[endogeni]], [[endorfine]]), [[amore romantico]] ([[dopamina]], [[norepinefrina]], [[serotonina]]), [[attaccamento]] ([[ossitocina]], [[vasopressina]]). Caratteristiche del desiderio sessuale è la promiscuità, dell'amore romantico l'esclusività, dell'attaccamento il desiderio di vicinanza
In [[India]], nell'antico sistema di [[casta|caste]] entro il quale era richiesto di sposarsi o accoppiarsi, innamorarsi di qualcuno di un'altra casta significava diventare un fuori casta, un paria, un reietto della società. L'India ha sviluppato al massimo grado l'arte erotica, l'arte del darsi piacere e non la letteratura sull'amore romantico: ad esempio il [[Kamasutra]] non permette di capire se i due partner sono o non sono innamorati.
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Secondo Freud l'amore deriva direttamente dalla pulsione sessuale e muore con l'estinzione di essa. Sopravvive solo quando la sessualità è “sublimata”, cioè controllata, e il rapporto si empie di fattori estrinseci: gli affetti, il mutuo soccorso, la stima. Infatti, raggiunta la meta sessuale l'amore potrebbe terminare, se ciò non accade è perché l'individuo, secondo Freud, «può fare assegnamento sicuro sul risorgere del bisogno, e questa è la prima ragione per fare un investimento duraturo sull'oggetto sessuale e per amarlo anche negli intervalli di tempo in cui la passione non si manifesta...»<ref name="S. Freud 1977, p. 325">S. Freud, Psicologia delle masse e analisi dell'Io, in Opere, Boringhieri, Torino 1977, vol. IX, p. 325.</ref>; e ciò, di conseguenza, avviene nel caso l'amore sia unilaterale ossia non ricambiato dal soggetto amato: la dipendenza verso esso non può aver termine.
Per Freud, dunque l'amore è un controllo sul partner dettato da esigenze egoistiche. Sulla scia di Freud gran parte dei teorici della psicoanalisi, uomini e donne, hanno descritto l'amore come una mistificazione soggettiva (sublimazione) intesa a coprire un bisogno sessuale primario<ref name="S. Freud 1977, p. 325"/>. Per [[Erich Fromm|Fromm]] l'innamoramento è uno stato di follia e i due innamorati realizzano un egoismo a due.<ref>Eric Fromm L'arte d'amare, Milano,Il saggiatore 1985</ref> L'amore di coppia non è una forza sui generis, non è un paradigma di ricerca e di avventura, è solo
Molto più approfondita la concezione di [[Carl Gustav Jung]] che vede nell'incontro amoroso un processo di crescita, di maturazione, di arricchimento grazie al ricongiungimento con il proprio animus (nella femmina) o con la propria anima (nel maschio)<ref>Jung C. G. (1925), Il matrimonio come relazione psicologica, in Opere, XVII, Bollati Boringhieri, Torino, 1991</ref>. Un concetto analogo verrà sostenuto da [[Donald W. Winnicott]] col concetto di oggetto transizionale che consente la transizione da uno stato a un altro stato della propria identità.<ref>Donald W. Winnicott, "La famiglia e lo sviluppo dell'individuo", trad. Carlo Mazzantini, Roma: Armando, 1968 ISBN 88-7144-221-0</ref>
==Studi neurofisiologici==
Gli studi neurofisiologici<ref>Frank Tallis, Pazzi d'amore, Il Saggiatore, 2006, Milano</ref> hanno confermato che nelle prime fasi del processo amoroso vi sono esperienze particolari e quindi si giustifica
Secondo il neuro-fisiologo [[Jean Didier Vincent]]<ref>Jean Didier Vincent Biologia delle passioni, Einaudi, 1988, Torino, p.. 87</ref> "Accanto al cervello neuronico... esiste un vero e proprio cervello umorale che modifica continuamente e in tutte le sue strutture il funzionamento del primo...; un cervello indeterminato e vaporoso, responsabile della parte affettiva e passionale dell'individuo". Il cervello, capace di secernere neuro-ormoni specifici, genera uno stato di desiderio fluttuante incessante, in grado di motivare tanto il desiderio immediato quanto l'azione passionale programmatica, quindi l'innamoramento.
==Studi sociologici==
Le dinamiche alla base dell'innamoramento sono ancora argomento del contemporaneo dibattito scientifico poiché influiscono numerosi fattori, riguardanti una molteplicità di discipline quali la biologia, la psicologia e la sociologia.
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==La fenomenologia dell'innamoramento==
L'innamoramento non è solo un insieme di emozioni, di sensazioni, di percezioni, di impulsi come appare dagli studi neurofisiologici ma un complesso processo in cui due individui entrano in relazione, si trasformano e creano una nuova società e un nuovo progetto di vita. Esso è perciò un processo complesso in cui vi sono delle tappe obbligate come il raccontarsi reciprocamente tutta la propria vita per fare in modo che l'altro possa conoscerlo e capire come lui ha visto il mondo. In questo modo gli innamorati arrivano ad amare non solo la persona come è oggi, ma come era da bambina, da adolescente, nella gioia e nel dolore.<ref>[[Francesco Alberoni]],
==Il significato evolutivo dell'innamoramento==
Le scienze biologiche mostrano con evidenza che ogni specie vivente ha una sua specifica “stagione degli amori”. Dall'organismo vivente unicellulare fino ai più complessi mammiferi, gli individui biologici attraversano fasi della vita (in alcuni casi un solo breve periodo) durante le quali, come fanno gli organismi elementari, si sdoppiano e generano oppure, come fanno gli organismi complessi, si accoppiano e si riproducono. La riproduzione per accoppiamento può avvenire in modo diretto, col contatto dei corpi, oppure indiretto, per esempio mediante impollinazione. Per tutte le specie viventi l'unione sessuale ha dunque come finalità essenziale la [[riproduzione]] biologica e, nelle specie superiori, la protezione della prole.
Rispetto alle comuni specie biologiche, la specie umana presenta tuttavia alcune rilevanti differenze. La prima è che, mentre le specie animali si riproducono e talvolta accudiscono la prole, ma non proteggono il singolo figlio, e anzi il più delle volte lasciano morire il cucciolo debole, incapace di competere coi fratelli per assicurarsi il cibo, la specie homo ha sviluppato in massimo grado le dinamiche affettive e accuditive di protezione personale. La madre della specie umana protegge ogni singolo figlio anche e soprattutto quando egli è debole. Questo presuppone una capacità di riconoscimento individuale che negli animali è carente o manca del tutto. La capacità umana di riconoscimento personale ha prodotto due attitudini specie-specifiche: l'[[empatia]] e l'[[amore]]. Gli studi di [[Giacomo Rizzolatti]] sui “[[neuroni specchio]]” dimostrano che nella specie homo l'empatia è una capacità “specie-specifica” (cioè tipica della nostra specie) più sviluppata che in qualunque altra specie. Il che implica
Nel corso della sua evoluzione, la specie umana ha massimizzato i comportamenti empatici e di cura personale. Il rapporto madre-figlio (come studiato nell'infant research da autori quali [[René Spitz]], [[Margaret Mahler]], [[John Bowlby]], [[Donald W. Winnicott]], [[Mary Ainsworth]] e [[Daniel Stern (psicoanalista)|Daniel Stern]]) è stato il modello di relazione della specie umana, dal quale sono sorti gli attaccamenti propri della famiglia e della coppia. L'innamoramento nella coppia prosegue questa linea di tendenza: quando sono innamorati, gli individui umani si scelgono sulla base di affinità psicologiche avvertite come meritevoli di dedizione e cura, e accudiscono con devozione la persona che ne è portatrice. In questo modo, [[individuazione]] e amore si intensificano l'uno con l'altro.
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==Bibliografia integrativa==
* Stendhal, ''Dell'amore'', Milano, Mondadori, 1968
* Georg Simmel, ''Filosofia dell'amore'', Roma, Donzelli, 2001
* Vladimir S. Soloviev, ''Il significato dell'amore'', Milano, Edilibri, 2003
* Ortega y Gasset, ''Saggi sull'amore'', Milano, Sugarco, 1984
* Denis de Rougemont, ''L'amore e l'occidente'', Milano, Rizzoli, 1977
* Renè Girard, ''Menzogna romantica e verità
* Roland Barthes, ''Frammenti di un discorso amoroso'', Milano, Einaudi, 1981
* [[Francesco Alberoni]], ''Innamoramento e amore'', Milano,
* [[Nicola Ghezzani]], ''Grammatica dell'amore'', Genova, Marietti, 2012
== Voci correlate ==
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==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
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