Francesco Foscari: differenze tra le versioni
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{{Monarca
|nome = Francesco Foscari
|immagine = (Venice) Portrait of the Venecian doge Francesco Foscari by Lazzaro Bastiani - Correr Museum.jpg
|legenda =
|stemma =
|titolo = [[Doge di Venezia]]
|inizio regno = 15 aprile
|fine regno = 22 ottobre
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|successore = [[Pasquale Malipiero]]
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|data di nascita = 19 giugno [[1373]]
|luogo di nascita = [[Venezia]]
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|religione = [[Chiesa cattolica|
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|GiornoMeseMorte = 1º novembre
|AnnoMorte = 1457
|Epoca = 1400
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|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il 65º [[
}}
Il suo dogato fu il più lungo nella [[storia della Repubblica di Venezia|storia di Venezia]] (oltre 34 anni, dal
La reggenza del Foscari fu caratterizzata da guerre continue (le trentennali "[[Guerre di Lombardia]]" contro il [[Ducato di Milano]] e l'avvio di scontri sistematici con i [[Impero ottomano|Turchi]], [[Assedio di Costantinopoli (1453)|impadronitisi di Costantinopoli nel 1453]]), lotte interne tra le [[Patriziato (Venezia)|grandi famiglie]] e numerose calamità naturali come la [[siccità]] ([[1424]]), le [[acqua alta#Eventi storici|molte "acque alte"]]<ref name="Soika">{{cita libro|autore=Giordani Soika A|titolo=Supplemento al vol. XXVII del bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia|}}</ref>, la gelata della [[Laguna di Venezia|Laguna]] ([[1431]])<ref>{{cita|Riazzoli|a. 1431}}.</ref> che paralizzò la città per mesi, il [[terremoto]] ([[1451]])<ref>{{cita|Riazzoli|a. 1451}}.</ref> e infine la [[peste]] che gli uccise tutti i figli maschi tranne [[Jacopo Foscari|Jacopo]] (1416-1457)<ref name="Jacopo"/>. Fu lui a ribattezzare e ristrutturare la famosa [[Ca' Foscari (palazzo)|Ca' Foscari]] sul [[Canal Grande]], oggi sede dell'[[università Ca' Foscari Venezia|omonima Università]]<ref name="Ca' Foscari"/>.
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Il Maggior Consiglio decretò per l'occasione la definitiva abolizione della ''[[Concio (Venezia)|Concio]]'' popolare e gli organi pubblici smisero così da quel momento di fare riferimento all'antico ''[[Commune Veneciarum]]''. Il doge prese così il titolo di ''Serenissimo Principe'' e con lui il supremo organo di presidenza delle assemblee statali prese a chiamarsi ''[[Serenissima Signoria]]'', mentre lo Stato tutto divenne la ''[[Serenissima Repubblica]]''.
Quello di Francesco Foscari sarebbe stato il più lungo dogato nella storia di Venezia (oltre 34 anni) e caratterizzato dalla maggiore espansione territoriale della storia marciana, riunendo sotto una sola legislazione tutto il Veneto, il basso Trentino fino a Rovereto, il Friuli e una grossa parte della Lombardia: i c.d. "[[Domini di Terraferma]]".
In quel medesimo 1423, approfittando della debolezza del morente [[Impero bizantino]], venne approvato l'acquisto in Oriente della grande città commerciale di [[Tessalonica]]. La città, allora [[Assedio di Tessalonica (1422)|sotto assedio]] da parte degli Ottomani del [[Sultani ottomani|sultano]] [[Murad II]] (regno 1421-1451) che stava attaccando congiuntamente sia Salonicco sia la [[Assedio di Costantinopoli (1422)|capitale imperiale]], venne ceduta a Venezia dal [[despota (bizantino)|despota]] [[Andronico Paleologo (despota di Tessalonica)|Andronico Paleologo]], nella speranza di salvarla dalle mani degli infedeli<ref>{{cita|Ducas|LVII}}.</ref>. La bandiera di Venezia venne dunque issata sulle mura tessalonicesi il 14 settembre 1423 e le difese vennero assegnate proprio al Loredan che nel [[1424]] mosse contro il Turco, impegnandone la [[flotta ottomana|flotta]] e razziandone i domini costieri<ref name="Manfroni">Manfroni C, ''La marina veneziana alla difesa di Salonicco. 1423-1430'', in ''Nuovo Arch. veneto'', n.s., XX (1910), 1, pp. 15, 17-21, 25 s.</ref> (v.si [[Assedio di Tessalonica (1422-1430)|Assedio di Tessalonica]]).
[[File:Filippo Maria Visconti.jpg|miniatura|sinistra|[[Filippo Maria Visconti]], [[duca di Milano]] dal 1412 al 1447, il grande avversario "lombardo" del Foscari.]]
In ''Terraferma'', erano nel frattempo scoppiate le c.d. "[[Guerre di Lombardia]]" tra Venezia e Milano, trent'anni di campagne militari interrotte da "''paci brevissime o addirittura effimere''"<ref>{{cita|Zorzi|p. 224}}.</ref>, fomentate dalle ambizioni espansionistiche del doge Foscari che pur mosse apertamente guerra al Visconti solo dopo che nel [[1425]] Firenze fu ripetutamente sconfitta dai Milanesi ed ottenne l'appoggio marciano nel dicembre. Esattamente un anno dopo, il [[30 dicembre]] [[1426]], venne siglata dai belligeranti la [[Tregua di Venezia]] che consegnò al Foscari [[Brescia]], conquistata per lui dal [[Francesco Bussone|Carmagnola]] (aiutato dal Loredan<ref name="Loredan">{{DBI|nome = LOREDAN, Pietro|nomeurl = |autore = Giuseppe Gullino|cid=DBI LOREDAN|anno = 2005|pagine = |volume = 65|accesso = }}</ref>) e l'anno dopo difesa con le vittorie a [[Battaglia di Maclodio|Maclodio]] e [[Battaglia di Cremona (1427)|Cremona]]<ref>{{cita|Corio|pp. 605-608}}.</ref>. La Tregua di Ferrara (1428) consegnò a Venezia [[Bergamo]] e parte del Cremonese ma nel [[1430]] il conflitto ricomincia. Proprio in quell'anno, Andrea Contarini, "''un povero squilibrato affetto da una forma di
[[File:Palazzo Ducale (Venice) - Porta della carta - Doge Francesco Foscari.jpg|
Nel [[1438]], mentre il conflitto con Milano si riaccendeva (con la defezione del Gonzaga che passava in campo visconteo<ref name="Gonzaga"/> costringendo il vecchio Pietro Loredan, prossimo alla tomba,
[[File:Francesco Hayez - The Two Foscari - WGA11217.jpg|
Nel Levante, la crisi bizantina e la contestuale affermazione ottomana proseguivano. Nel [[1443]] [[Papa Eugenio IV]] proclamò la crociata e benedì un grande esercito cristiano [[
L'ultimo periodo del dogato fu segnato dalle drammatiche vicende del figlio [[Jacopo Foscari]] che provocarono la rovina del vecchio doge. Questi episodi vanno inquadrati nel clima di odio e di sospetto che caratterizzarono l'ultimo periodo del dogato e che sfociarono nelle dimissioni del Foscari.<ref name="zorzi 236-7"/><br>
Unico figlio maschio del doge scampato alla peste, Jacopo era un giovane colto e intelligente ma anche amante del lusso e di certo poco accorto. Il 17 febbraio [[1445]] fu accusato dai capi dei Dieci (fra i quali sedeva [[Francesco Loredan]], nipote dell'ammiraglio Pietro) di aver accettato doni dal Visconti, in contrasto con quanto disponeva la [[Promissione ducale]]. Il doge riuscì a farlo riparare a [[Trieste]]; in seguito il giovane venne condannato all'esilio a [[Nauplia]] ma ottenne di commutare l'isola greca con una località del [[Treviso|Trevigiano]] (forse il feudo familiare di Zelarino). Il 13 settembre [[1447]] il Consiglio decise di concedergli la grazia<ref name="Berlan">{{cita|Berlan|}}.</ref>, probabilmente per le suppliche del doge (nel 1446 Francesco aveva per la terza ed ultima volta minacciato di dimettersi<ref name="DBI"/>) e della [[dogaressa]]. L'episodio non ebbe più significato politico e fu bollato come l'imprudenza di un giovane poco serio ma la questione si riaprirà e con maggior gravità poco tempo dopo.<ref name="zorzi 236-7">{{cita|Zorzi|pp. 236-237|Zorzi}}.</ref>
Sempre nel 1447 era morto il Visconti e Milano era tornato un libero comune, la c.d. "[[Repubblica Ambrosiana]]". Venezia ne aveva approfittato dilagando in Lombardia sino all'[[Adda]]. Fu costretta a retrocedere dopo essere stata sconfitta a [[Battaglia di Caravaggio|Caravaggio]] da Francesco Sforza ed allora lo assoldò ([[1449]]) per rivoltarlo contro i Milanesi ma lo Sforza fu più abile e [[Battaglia del Monte di Brianza (1449)|riuscì a sconfiggere le forze congiunte di veneziani e milanesi]] per poi farsi riconoscere nuovo duca di Milano il 25 marzo [[1450]], riaprendo il conflitto con la Serenissima.
Il 5 novembre 1450, a Venezia, fu ferito mortalmente Almorò<ref>Zorzi p. 236</ref> o [[Ermolao Donà]], già membro del Consiglio che aveva condannato Jacopo. I sospetti si concentrarono ovviamente sul figlio del doge, che venne arrestato il 2 gennaio [[1451]], torturato e esiliato in [[Candia]].<ref name="Berlan"/>
[[File:
Nel [[1452]], il doge comprava all'asta la "Casa delle Due Torri" sul [[Canal Grande]] e l'anno dopo ne avviava la trasformazione nella [[Ca' Foscari (palazzo)|Ca' Foscari]] per tramite di [[Bartolomeo Bono]], figlio del Giovanni che aveva realizzato per lui la Porta della Carta.<ref name="Ca' Foscari">{{cita libro|autore=[[Giuseppe Maria Pilo]] (a cura di)|titolo=Ca’ Foscari. Storia e restauro del palazzo dell’Università di Venezia|anno=2009|editore=Marsilio|città=Venezia|}}</ref>
Le ruote della storia, nel frattempo, macinano il mondo intorno a Venezia.<br>
Il 29 maggio [[1453]] [[Assedio di Costantinopoli (1453)|gli Ottomani conquistano Costantinopoli]], ponendo fine al millenario impero bizantino. Nel caos della conquista, il [[Bailo di Costantinopoli|bailo]] veneziano [[Girolamo Minotto]] fu decapitato<ref>{{DBI|nome = MINOTTO, Gerolamo |nomeurl = gerolamo-minotto|autore = Giorgio Ravegnani|anno = 2010|pagine = |volume = 74|accesso = 3 settembre 2014}}</ref> mentre quaranta patrizi e cinquecento sudditi vennero presi prigionieri. La flotta si trincerò a [[Isola di Negroponte|Negroponte]], mentre ''l'ambasciatore [[Marcello (famiglia)|Bartolomeo Marcello]] negoziava con il sultano [[Mehmed II]] la sopravvivenza della colonia mercantile veneziana sulle rive del Bosforo''<ref>{{cita|Zorzi|p. 230}}.</ref>.<br>
Tre mesi dopo la caduta di Costantinopoli, a [[Battaglia di Ghedi|Ghedi]], lo Sforza sconfisse una volta ancora Venezia, riprendendosi la sponda occidentale dell'Adda e costringendo Foscari alla resa. Il 9 aprile [[1454]] la [[pace di Lodi]] chiuse in via definitiva la guerra tra Venezia e Milano, fissando il reciproco confine lungo l'Adda, e consegnò alla [[penisola italiana|Penisola]] un assetto politico-istituzionale che assicurò per quarant'anni un sostanziale equilibrio territoriale al paese. Francesco Foscari ha consegnato alla Repubblica lagunare un dominio territoriale che va dall'Isonzo all'Adda, ''terre floride, produttive, nelle quali il mercante veneziano potrà pensare a solidi investimenti, meno vistosi, forse, ma più sicuri di quelli del commercio marittimo'', specialmente dopo il crollo dell'Impero bizantino.<ref>{{cita|Zorzi|p. 229}}.</ref>
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=== La morte ===
[[File:Frari (Venice) - Tomb of doge Francesco Foscari.jpg|
[[File:Francesco Foscari Palazzo Ducale.jpg|thumb|Francesco Foscari, Palazzo Ducale]]
Francesco Foscari spirò qualche giorno più tardi, il 1º novembre (aveva fatto [[testamento]] il 29 ottobre<ref>Archivio di Stato di Venezia, ''Sez. notarile. Testamenti'', b. 1149/2.</ref>), presso la sua abitazione di [[chiesa di Santa Margherita (Venezia)|Santa Margherita]]. Gli fu disposto un [[funerale di stato]] con l'esposizione al popolo in paramenti ducali, nonostante l'opposizione della vedova che lo vedeva quale un goffo atto riparatorio da parte di quel potere che gli aveva tolto il figlio e umiliato il marito. La salma fu accompagnata dal nuovo doge [[Pasquale Malipiero]] che si presentò in semplice veste di senatore.<ref name="zorzi240"/>
Francesco Foscari fu sepolto nel [[presbiterio]] della [[basilica dei Frari]]<ref name="zorzi240">{{cita|Zorzi|p. 240}}.</ref>, nel mausoleo per lui realizzato da [[Niccolò di Giovanni Fiorentino]], in un'urna sostenuta da quattro graziose mensoline ornate dalle tre [[virtù teologali]] (Fede, Speranza e Carità) nella cui disposizione attorno al sarcofago ''Niccolò modificò la convenzionale e statica disposizione delle personificazioni trasformandola in un dramma inserito nel flusso del tempo. La figura del Salvatore posta a coronamento mutò il comune motivo del Cristo risorto nell'immagine dell'[[Ascensione di Cristo]] tratta dal ducato veneziano, come allusione al vero sovrano di Venezia, solo nei confronti del quale il suo rappresentante – il doge – era responsabile''<ref>{{DBI|nome = NICCOLÒ di Giovanni Fiorentino|nomeurl = |autore = Josko Belamaric [e] Anne Markham Schulz|cid=|anno = 2013|pagine = |volume = 78|accesso = }}</ref>.
Nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale il suo ritratto è accompagnato da un cartiglio con una scritta in latino che recita: "Post mare perdomitum, post urbes morte subactas / florentem patriam longaevus pace reliqui.( Dopo aver soggiogato il mare, dopo aver preso in guerr molte città, da vecchio lasciai la patria fiorente in pace)". <ref>Paolo Mastrandrea -Sebastiano Pedrocco, ''I Dogi nei ritratti parlanti di Palazzo Ducale a Venezia'', Sommacampagna (VR), Cierre Edizioni, 2017, ISBN 978-88-8314-902-3, pp. 86-87.</ref>
== Influenza culturale ==
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* ''[[I due Foscari (Byron)|I due Foscari]]'' (''The Two Foscari: An Historical Tragedy'') è un'opera in versi di [[George Gordon Byron]] del 1821. La trama, ambientata nella Venezia della metà del XVI secolo, si ispira, anche se con molte licenze poetiche, alla vicenda del doge Francesco Foscari e di suo figlio Jacopo.
* ''[[I due Foscari]]'', opera lirica del 1844 di [[Giuseppe Verdi]] su libretto di [[Francesco Maria Piave]], si ispira all'opera di Byron.
* Il pittore [[Francesco Hayez]] ha prodotto varie opere ispirate ai due
* ''[[I due Foscari (Delacroix)|I due Foscari]]'' è un dipinto di [[Eugène Delacroix]] del 1855.
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*{{cita libro| autore= Ducas |wkautore= Ducas (storico) |curatore= Michele Puglia |titolo= Historia turco-bizantina 1341-1462 |anno= 2008 |editore= il Cerchio |città= Rimini |isbn= 88-8474-164-5 |cid= Ducas }}
*Gradenigo P, ''Lavoro storico cronologico biografico sulla veneta famiglia Foscari'', in [[Archivio di Stato di Venezia]], ''Archivio Gradenigo rio Marin'', b. 333.
*
*[[Girolamo Priuli|Priuli G]] (1619), ''Pretiosi frutti del Maggior Consiglio della Serenissima Repubblica Veneta o vero racolta d'huomini segnalati nobili [...]'', Venezia - ms. P.D. d 7/1 della Biblioteca del [[Museo Correr]] di Venezia.
*[[Francesco Sansovino|Sansovino F]] (1581), ''Venetia città nobilissima et singolare'', ed. 1633 con aggiunte di G. Martinoni, Venezia.
*{{cita libro| autore= Sanudo M|wkautore= Marin Sanudo il Giovane|curatore= [[Ludovico Antonio Muratori]] |titolo= Vitae ducum Venetorum|anno= 1733|
* Paolo Mastrandrea - Sebastiano Pedrocco, ''I dogi nei ritratti parlanti di Palazzo Ducale a Venezia, Verona'', Cierre Edizioni, 2017, p- 86, ISBN 978-88-8314-902-3
=== Studi ===
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{{Box successione|carica=[[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]]|periodo=15 aprile [[1423]]-22 ottobre [[1457]]
|fine regno = 1º novembre [[1457]]|precedente=[[Tommaso Mocenigo]]|successivo=[[Pasquale Malipiero]]}}
{{Dogi di Venezia}}
{{Controllo di autorità}}
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