Carlo Pisani: differenze tra le versioni

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{{Infobox militare
|Nome = Carlo Pisani
|Immagine =Stemma famiglia Pisani (Vescovana).jpg
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|GiornoMeseMorte = 25 maggio
|AnnoMorte = 1740
|Epoca = 1600
|Epoca2 = 1700
|Attività = ammiraglio
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = che ricoprì l'incarico di comandante della squadra navale delle galee ''sforzate'' durante la [[guerra di Morea]]. Dopo la sconfitta di [[Chio (isola)|Chio]] fu posto sotto inchiesta, insieme ai vertici dell<nowiki>{{'</nowiki>}}[[Armata da Mar]], venendo destituito dall'incarico di [[Provveditore (Repubblica di Venezia)|provveditore generale da mar]] ed incarcerato per tre anni. Rilasciato nel [[1698]] divenne poi [[Senato della Repubblica di Venezia|Senatore]], rientrando nei ranghi della marina nel [[1716]], durante la [[seconda guerra di Morea]]. Insignito del titolo di [[Ordine della Stola d'Oro|Cavaliere dell'Ordine della Stola d'Oro]] il 7 dicembre [[1718]], ricoprì in successione gli incarichi di [[podestà (medioevo)|podestà]] di [[Brescia]], provveditore della sanità in [[Istria]], provveditore generale in [[Dalmazia]] e poi in [[Albania]], [[Procuratori di San Marco|procuratore di San Marco]] e [[Domini di Terraferma|procuratore generale di Terraferma]]
}}
 
==Biografia==
Nacque a Venezia nel [[1655]] da nobile [[Pisani (famiglia)|famiglia]] appartenente al [[patriziato veneziano]], figlio di Gianfrancesco e Paolina Contarini.<ref group=N>La coppia ebbe altri cinque figli, Andrea (1662-1718), Ermolao, [[Alvise Pisani|Alvise]] che fu poi [[Doge di Venezia|Doge]], Lorenzo, e Marcantonio.</ref>
Nel [[1684]] si arruolò giovanissimo nell'[[Marineria veneziana|Armada veneziana]], servendo sotto gli ordini del [[Capitano Generale da Mar]] [[Francesco Morosini]] durante la [[guerra di Morea]].<ref name=C7p95/> Distintosi subito per il suo coraggio il Morosini lo nominò ''Governator de'condannati'',<ref name=M1p140>{{Cita|Marzo Magno 2011|p. 140}}.</ref> cioè comandante della squadra navale delle galee ''sforzate''<ref group=N>Tali galee avevano un equipaggio composto da prigionieri di guerra e criminali condannati al remo.</ref> utilizzate per i pattugliamenti a lungo raggio, e poi Vicecapitano delle navi, con responsabilità su tutte le navi che trasportavano le truppe destinate alla conquista di [[Corone]].<ref name=C7p95/> La caduta della [[piazzaforte]], e del suo strategico porto, avvenne l'11 agosto [[1685]], ed egli prese poi parte alla caduta di [[Navarino (Grecia)|Navarino]], all'assedio e alla conquista di [[Nauplia|Napoli di Romania]] ([[1686]]), e all'assedio di [[Eubea|Negroponte]] ([[1688]]), che fu poi interrotto.<ref name=C7p95/>
 
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Dopo la caduta di Chio i turchi compirono ogni sforzo possibile per riconquistarla,<ref name=L6p23>{{Cita|Levi 1896|p. 23}}.</ref> tanto che dopo la battaglia combattuta presso gli scogli degli Spalmadori il comando veneziano decise di abbandonare l'isola, ormai ritenuta indifendibile, lasciando sul posto grandi quantità di [[artiglieria]], munizioni, [[Cavallo|cavalli]] e navi.<ref name=L6p23/> Tra queste vi era il [[vascello]] ''[[Abbondanza e Ricchezza]]'', adibito a servire come magazzino mobile al seguito delle navi dell'[[Armata Grossa]], incagliatosi nel porto dell'isola.<ref name=L6p24>{{Cita|Levi 1896|p. 24}}.</ref> Nonostante un malriuscito tentativo effettuato<ref name=L6p24/> di disincagliare la nave, il vascello dovette essere abbandonato al nemico con il suo prezioso carico, venendo poi catturato dai turchi.<ref name=L6p23/>
 
Dopo la sconfitta di Chio il Senato veneziano mise sotto inchiesta tutti i vertici dell<nowiki>{{'</nowiki>}}Armata da Mar, e il Pisani, accusato per la sconfitta degli scogli degli Spalmadori, per non aver difeso tenecementetenacemente l'isola di Chio, e per aver abbandonato il vascello ''Abbondanza e Ricchezza'' nelle mani del nemico, fu incarcerato venendo liberato dopo tre anni,<ref name=L6p24/> nel [[1698]], e rimesso al suo posto di provveditore.<ref name=L6p24/>
 
Ricoprì poi vari incarichi come magistrato, assumendo il rango [[Senato della Repubblica di Venezia|senatorio]], e rientrando nei ranghi della marina nel [[1716]], in piena [[seconda guerra di Morea]], quando suo fratello [[Andrea Pisani (ammiraglio)|Andrea]], Capitano Generale da Mar, lo volle al suo fianco.<ref name=C7p95/> Si distinse durante la battaglia del porto di [[Pagania|Passavà]], quando con una [[Feluca (imbarcazione)|feluca]] passò in mezzo alle navi nemiche in piena azione di fuoco, riordinando la linea delle navi veneziane sbandate e rincuorando i soldati.<ref name=C7p95/> Promosso ''Provveditore di campo''<ref name=F3p249>{{Cita|Ferrari 1723|p. 249}}.</ref> si distinse durante le azioni di [[Prevesa]] e [[Vonizza]], collaborando poi con il [[feldmaresciallo]] [[Johann Matthias von der Schulenburg]]<ref name=F3p249/> all'assedio di [[Dulcigno]] fino a quando non giunse notizia della firma della [[pace di Passarowitz]].<ref name=C7p95/> Rientrato con il fratello a [[Corfù]], assistette alla morte di quest'ultimo durante un tragico incidente, per tornare quindi a Venezia dove fu insignito del titolo di [[Ordine della Stola d'Oro|Cavaliere dell'Ordine della Stola d'Oro]] il 7 dicembre [[1718]].<ref name=C7p95/> Nominato [[podestà (medioevo)|podestà]] di [[Brescia]], ricoprì poi in successione gli incarichi di [[Magistrato alla Sanità|Provveditore della sanità]] in [[Istria]], Provveditore generale in [[Dalmazia]] e poi in [[Albania]], e infine, dal 5 giugno [[1732]], [[Procuratori di San Marco|Procuratore di San Marco]].<ref name=C7p95/> L'anno successivo assunse l'incarico di [[Domini di Terraferma|Procuratore generale di Terraferma]], spegnendosi quindi a Venezia il 25 maggio [[1740]], all'età di ottantacinque anni.<ref name=C7p96>{{Cita|Cicogna 1827|p. 96}}.</ref>