Varietà (spettacolo): differenze tra le versioni

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[[File:Nino Taranto e Isa Barzizza.jpg|miniatura|317x317px|[[Nino Taranto]] e [[Isa Barzizza]]]]
{{Storia del teatro}}
Il '''teatro di varietà''', o più comunemente, '''varietà''', è uno spettacolo di arte varia costituito da una sequenza di numeri e attrazioni di generi diversi (recitazioni comiche, canzoni, danze, farse clownesche, acrobazie, illusionismo e altro), senza un filo conduttore che li unisca. Nato come evoluzione di altre forme di spettacolo ([[Café-concert|café-chantant]], [[burlesque]], [[circo]] ecc.), verso la metà del [[XIX secolo]], cominciò a svolgersi nei teatri acquistando una propria autonomia.<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/variet%C3%A0+(spettacolo).html|titolo=varietà (spettacolo) - Sapere.it|accesso=2020-03-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/varieta|titolo=varietà nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it-IT|accesso=2021-09-16}}</ref>
Il '''teatro di varietà''', o '''teatro di arte varia''', o, più comunemente, '''varietà''', o anche '''variété''', è un genere di [[teatro|spettacolo teatrale]] di carattere leggero nato alla fine del [[XIX secolo]] a [[Napoli]] come imitazione del [[cafè-chantant]] [[Francia|francese]].
 
==Storia del varietà==
Il varietà affonda le proprie radici nello spettacolo popolare: drammi da feuilletton, commediole borghesi, esecuzioni di artisti [[Circo|circensi]] o di [[Teatro di strada|strada]], esibizioni di cantanti. Gli [[Teatro (architettura)|spazi]] utilizzati nella rappresentazione, e di conseguenza il pubblico, potevano essere teatri di primo ordine dove recitavano soltanto artisti di grande fama, teatri molto popolari, teatrini ricavati in sale da caffè o anche qualsiasi altro locale dove poteva essere allestito alla buona un palco. Spesso, inizialmente, fuori di Francia si "francesizzavano" nomi di artisti, personaggi, ambientazioni. L'esotizzazione accostava alla [[Belle époque]] [[parigi]]na, sinonimo di divertimento e con l'apparente provenienza straniera, che procurava la nomea di vedette internazionali, si creava maggiore richiamo.[[File:Jean Béraud Les Grands Boulevards Le Theatre Des Varietes.jpg|thumb|left|I teatri di varietà [[parigi]]ni ritratti da [[Jean Béraud]]|265x265px]]
Nonostante la nascita del varietà si collochi tra il fenomeno dell'importazione del cafè-chantant e quello della nascita dei ''teatri di cartone'', la vera genesi è ignota o perlomeno di difficile reperimento. Il varietà affonda infatti le sue radici nello spettacolo popolare (i drammi da feuilletton ma anche le commediole borghesi) e nelle esecuzioni degli artisti [[Circo|circensi]], di [[Teatro di strada|strada]] e dei cantanti.
 
Come tipologie di esibizione, si cominciò con numeri a metà fra la canzonetta e il monologo, per passare poi alla [[macchietta]], la cui invenzione si attribuì [[Nicola Maldacea]]<ref>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/nicola-maldacea_%28Dizionario-Biografico%29/|Maldacea Nicola, in Enciclopedia Treccani|3 settembre 2020}}</ref>, e che consisteva in una caricatura di "tipi" presi dalla realtà (fu l'inventore della macchietta del ''Viveur'', il bello senza nulla nel cervello), per poi ampliarsi con numeri di [[balletto]], [[prestidigitazione]], [[trasformismo (spettacolo)|trasformismo]] ed altri ancora. L'attore si affermava tramite una tipologia ben definita di personaggio con numeri destinati spesso a modificarsi di sera in sera.
Inizialmente tutto era francesizzato, dai nomi alla [[recitazione]] ai gesti fin quando, almeno, non cominciarono a farne parte anche stili provenienti da altre nazioni. La necessaria esotizzazione del varietà aveva un duplice scopo: in primis, avrebbe permesso di accostare i teatri che lo ospitavano alla [[Belle époque]] [[Parigi|parigina]], sinonimo di divertimento; dal lato degli esecutori, invece, c'era la possibilità di un maggiore richiamo commerciale proprio per la (finta) provenienza straniera, che assicurava la nomea di vedette internazionale a chi stravolgeva la propria nazionalità.
 
Il varietà era molto differente a seconda della localizzazione geografica, proprio perché [[Attore|attori]], cantanti di generi popolari, [[Finedicitore|finedicitori]], comici attingevano molto alle proprie tradizioni: si potrebbe parlare di un teatro del centro-nord Italia, ravvisabile nel [[Veneto]], nel [[Piemonte]], nella [[Lombardia]] e nella [[Toscana]], e di un teatro del centro-sud, i cui poli erano [[Roma]] e [[Napoli]]. Lo spettacolo nasceva spesso da un attore-scrittore, autore dei pezzi che lui stesso recitava: artisti famosi del varietà furono infatti [[Totò]], [[Raffaele Viviani]], [[Ettore Petrolini]], [[Gustavo De Marco]], creatori di tipi ben definiti e variegati. [[Leopoldo Fregoli]], invece, contribuì all'idea di ''corpo dinamico'' dell'attore novecentesco<ref>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/leopoldo-fregoli_%28Dizionario-Biografico%29/|Fregoli Leopoldo, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998), Enciclopedia Treccani|3 settembre 2020}}</ref>, immettendosi con gli altri artisti nel filone del rinnovamento dell'arte teatrale di cui il varietà fu un precursore.[[File:La Belle Otero.jpg|thumb|[[La Bella Otero]] fu tra le più ambite artiste di varietà|alt=|sinistra|303x303px]]
Gli [[Teatro (architettura)|spazi]] erano sostanzialmente di tre tipi: i teatri di primo ordine, dove vi recitavano soltanto gli artisti di fama riconosciuta; i teatri di secondo o terzo ordine che potevano essere sale da caffè (caffè-concerto) o teatri veri e propri ma molto popolari, ed infine tutti quei locali dove poteva essere allestito alla buona un palco. L'ingresso era a pagamento e il successo di un artista lo decretava solo il pubblico in base al suo gradimento. Se l'artista veniva fischiato questo veniva "segnalato" su quella che poteva essere chiamata "fedina artistica" dell'artista con conseguente perdita di rispetto e prestigio.
 
[[File:Ettore Petrolini.jpg|thumb|[[Ettore Petrolini]] fu uno dei più grandi artisti di varietà: cantante, attore, drammaturgo, si produsse dalle macchiette alle commedie|alt=|224x224px]]
Sul versante della recitazione e dell'intrattenimento [[Cabaret|cabarettistico]], si cominciò con numeri a metà fra a canzonetta e il monologo, per passare poi alla [[macchietta]], il cui inventore fu [[Nicola Maldacea]], e che consisteva in una caricatura di "tipi" presi dalla realtà (fu l'inventore della macchietta del ''Viveur'', il bello senza nulla nel cervello), per poi ampliarsi con numeri di [[balletto]], [[prestidigitazione]], [[trasformismo (spettacolo)|trasformismo]] ed altri ancora.
Il varietà, a differenza del teatro drammatico o, in generale, del teatro "alto", non veniva considerato vera arte e subiva una sorta di ostracismo da parte dei critici e degli amanti del teatro, anche con conseguenze sul piano strettamente professionale: gli artisti di varietà non potevano accedere alle pensioni che lo Stato Italiano elargiva ai loro colleghi di altri settori, mentre i teatri di varietà stessi non fruivano di alcun sovvenzionamento o incentivo statale. Durante il [[fascismo]], poi, l'ostracismo derivante dalla volontà di sopprimere gli [[Teatro dialettale|spettacoli in dialetto]] e di annullare i richiami all'estero in nome di una [[cultura di massa]] nazionale, sfavorirono di molto il varietà, che si trovò sempre meno ricercato e rappresentato.
 
[[File:Zille Garderobe in einem Vorstadtvariete.jpg|thumb|left|Camerino di un teatro di varietà di periferia, di [[Heinrich Zille]].|271x271px]]
La caratterizzazione del [[personaggio]] era importantissima: poiché il teatro di varietà non viveva di mitizzazione ma del reale gradimento degli [[spettatore|spettatori]], era necessario acquisire sia una riconoscibilità tale da crearsi un nome, sia riuscire a rendersi graditi tramite una tipologia ben definita di personaggio con il quale inventare numeri destinati spesso a modificarsi di sera in sera.
 
[[Filippo Tommaso Marinetti]] nel [[1913]] pubblicò sul giornale ''[[Lacerba]]'' il ''Manifesto del teatro di varietà'', nel quale esaltava la novità di un tipo di teatro che rinnegava la verosimiglianza prediligendo al contrario la spettacolarità e il paradosso. Anche alcuni grandi protagonisti dello spettacolo internazionale come [[Gordon Craig]] hanno subito l'influsso ed il fascino della comicità proposta al largo dei circuiti dei teatri di velluto.
Il varietà era molto differente a seconda della localizzazione geografica, proprio perché gli artisti (soprattutto [[Attore|attori]], cantanti di generi popolari, [[Finedicitore|finedicitori]], comici eccetera), attingevano molto alle proprie tradizioni: si potrebbe parlare perfino di un teatro del nord Italia, ravvisabile nel [[Veneto]], nel [[Piemonte]], nella [[Lombardia]] e nella [[Toscana]], e di un teatro del centro sud, i cui poli erano indubbiamente [[Roma]] e [[Napoli]].
 
Nei primi anni del Novecento, nel dibattito sulla figura dell'attore, [[Luigi Pirandello]] si dichiarava ostile all'[[arte drammatica]] poiché questa tradiva sostanzialmente sia il testo che la "vita" di un personaggio. Diversamente, D'Amico sosteneva che al grande attore mancava la spontaneità e la capacità di improvvisazione dell'attore di varietà, facendo bene attenzione a non fare però richiami alla [[Commedia dell'Arte]].<ref>{{Cita web|url=http://www.networkeventi.it/?cat=121|titolo=Un po' di storia... Archivi|sito=Network Eventi|lingua=it-IT|accesso=2020-03-01|dataarchivio=16 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210116155213/http://www.networkeventi.it/?cat=121|urlmorto=sì}}</ref>
Furono soprattutto gli artisti di queste città a contribuire alla nascita dell'attore-scrittore, ossia di colui che scriveva i pezzi da recitare in pubblico: artisti famosi del Varietà furono infatti [[Totò]], [[Raffaele Viviani]], [[Ettore Petrolini]], [[Gustavo De Marco]], tutti creatori di tipi ben definiti, seppur variegati. [[Leopoldo Fregoli]], invece, contribuì all'idea di ''corpo dinamico'' dell'attore [[1900|novecentesco]], immettendosi con gli altri artisti nel filone del rinnovamento dell'arte teatrale di cui il varietà fu un precursore "dal basso".
 
Lo spettacolo di varietà prendeva il nome di ''[[rivista]]'' quando era ad alto livello e organizzato in modo rigoroso come unione di numeri distinti - comunque legati da un sottile filo che poteva essere un tema generale - ed era basato su un [[copione]] scritto''; ''altrimenti si parlava di ''[[avanspettacolo]]''.<ref>{{Cita libro|titolo=Dizionario dello spettacolo del '900|data=1998|editore=Baldini&Castoldi}}</ref>
Il varietà, a differenza del teatro drammatico o, in generale, del teatro "alto", non venne mai insignito dello statuto di arte. Proprio perché popolare, derivante da una cultura completamente antitetica al coevo [[Gabriele d'Annunzio|D'Annunzio]], subì sempre una sorta di ostracismo da parte dei critici e degli amanti del teatro.
 
Come altri generi teatrali minori, anche il varietà subì la concorrenza prima, dagli anni '30, del [[cinema]], poi, dagli anni '50, della [[televisione]]. Molti suoi caratteri peculiari vennero poi assunti dal ''varietà radiofonico'' e dal ''varietà televisivo''.
Le conseguenze furono evidenti anche sul piano strettamente professionale: gli artisti di varietà non potevano accedere alle pensioni che lo Stato Italiano elargiva ai loro colleghi di altri settori, mentre i teatri di varietà stessi non fruivano di alcun sovvenzionamento o incentivo statale.
 
==I protagonisti==
Durante il [[fascismo]], poi, l'ostracismo derivante dalla volontà di sopprimere gli [[Teatro dialettale|spettacoli in dialetto]] e di annullare i richiami all'estero in nome di una [[cultura di massa]] nazionale, sfavorirono di molto il varietà, che si trovò sempre meno ricercato e rappresentato.
Gran parte degli artisti che si dedicarono al varietà frequentarono altri generi in qualche modo collegati ([[operetta]], [[balletto]], [[avanspettacolo]], [[teatro di prosa|prosa]], [[cinema]] e altri). Si possono ricordare, classificandoli cronologicamente con riferimento agli anni in cui raggiunsero notorietà:
 
=== Fino agli anni '20 del Novecento ===
Ma fu proprio la derivazione popolare a rappresentare uno dei punti di forza e di innovazione del teatro di varietà, nei generi appunto che dal popolo traevano ispirazione; e che per il popolo acquisivano linguaggi, tematiche, tempi e svolgimenti propri, tanto da rappresentare quasi una rivoluzione nel campo teatrale. Nel varietà non esisteva l'autoralità del singolo, sebbene spesso l'attore fosse solo in scena: l'evento teatrale, infatti, si appoggiava sulla collettività e sfociava in qualità espressive che ad essa si riferivano. La rivoluzione del varietà fu muta, sotterranea, ma al contempo così semplice da cogliere da non essere compresa che da pochi individui.
[[File:Navarrinibluette3.jpg|thumb|[[Isa Bluette]] e [[Nuto Navarrini]] negli anni 30|414x414px]]
 
* [[Loïe Fuller]] (ballerina)
Proprio l'immediatezza e la velocità del genere spettacolare attirarono l'attenzione di [[Filippo Tommaso Marinetti]], che il [[1 ottobre]] [[1913]] pubblicò su [[Lacerba]] il ''Manifesto del teatro di varietà'', nel quale esaltava la novità di un tipo di teatro che rinnegava la verosimiglianza prediligendo al contrario la spettacolarità, il paradosso, l'azione e la praticità.
* [[Maria Campi]] (soubrette, inventrice della "mossa")
* [[Raffaele Viviani]] (attore)
* [[Vincenzo Scarpetta]] (trasformista)
* [[Harry Houdini]] (mago)
* [[Peppino Villani]] (finedicitore e trasformista)
* [[Leopoldo Fregoli]] (trasformista)
* [[Virgilio Riento]] (macchiettista)
* [[Alfredo Bambi]] (comico e macchiettista)
* [[Elvira Donnarumma]] (cantante)
* [[Armando Gill]] (cantante)
* [[Lina Cavalieri]] (cantante)
* [[Gennaro Pasquariello]] (cantautore e attore)
* [[Gilda Mignonette]] (cantante)
* [[Tecla Scarano]] (attrice)
* [[Mimì Maggio]] (finedicitore)
* [[Ettore Petrolini]] (attore, cantante, macchiettista)
* [[Isa Bluette]] (soubrette)
* [[Gustavo De Marco]] (macchiettista)
* [[Liliana Castagnola]] (attrice)
* [[Gustavo Cacini]] (comico)
* [[Angelo Musco]] (attore comico)
* [[Lydia Johnson]] (sciantosa e danzatrice erotica)
* [[Nuto Navarrini]] (comico)
* [[Luisella Viviani]] (attrice)
* [[Angelo Cecchelin]] (comico)[[File:Leopoldo Fregoli.jpg|thumb|Il trasformista [[Leopoldo Fregoli]].|197x197px]]
 
=== Anni '30 ===
Questo tipo di teatro, quando fu organizzato in modo schematico diede vita alla [[Teatro di rivista|Rivista]], che era appunto l'unione di vari numeri legati però da un sottile filo che poteva essere il tema generale o altro.
 
* [[Riccardo Billi]] (attore)
Come altri generi teatrali minori, anche il varietà patì la concorrenza di [[cinema]] e [[televisione]]: scomparso dai teatri per confluire nell'[[avanspettacolo]] prima e nella rivista poi, conserva oggi nei varietà televisivi unicamente il nome.
* [[Pupella Maggio]] (attrice)
* [[Guido De Rege]] (comico)
* [[Giorgio De Rege]] (comico)
* [[Dante Maggio]]
* [[Beniamino Maggio]]
* [[Totò]]
 
==Le= innovazioniAnni '40 ===
[[File:Marisa Maresca1.jpg|thumb|[[Marisa Maresca]] nel 1945|257x257px]]
Il successo di attori come Petrolini, Totò e Viviani, a ben vedere, fu sempre decretato nel momento in cui venivano definiti grandi attori e non, come poteva accadere per i colleghi del teatro drammatico, di interpreti: nel momento in cui gli artisti del varietà interpretavano le loro stesse scritture, senza cimentarsi nei lavori dei drammaturghi, l'unica definizione che poteva riassumere le loro capacità era quella di attore. C'è da sottolineare che, nei primi anni del [[1900]], ferveva il dibattito sulla figura dell'attore ad opera di critici, studiosi e letterati come [[Silvio D'Amico]] e [[Luigi Pirandello]]: mentre Pirandello si dichiarava ostile all'[[arte drammatica]], poiché questa tradiva sostanzialmente sia il testo che la "vita" di un personaggio, D'Amico sosteneva che al grande attore mancava la spontaneità e la capacità di improvvisazione dell'attore di varietà, facendo bene attenzione a non fare però richiami alla [[Commedia dell'Arte]].
 
* [[Wanda Osiris]] (soubrette)
È pur vero che non tutti i risultati generati dal varietà sono stati interessanti e di medesimo valore, ma bisogna riconoscere in questo genere di essere sempre stato all'avanguardia se non nella concezione, almeno in alcuni mezzi espressivi così come nell'azione per e con lo [[spettatore]] da parte dell'attore, che utilizzando il pubblico come primo elemento, modificandosi e plasmando la propria interpretazione a seconda delle esigenze, non rispecchiando ma trasfigurando e contraddicendo il mondo in opposizione a ciò che il teatro borghese metteva in scena, non lasciava fermare il fruitore al solo prodotto finito ma gli consentiva di riconoscerne le varie componenti strutturali, negli agenti e nei mezzi, che ne differenziano i risultati e che quindi lo valorizzano nella poliedricità.
* [[Marisa Maresca]] (soubrette)
* [[Peppino De Filippo]] (attore)
* [[Odoardo Spadaro]] (cantautore)
* [[Tina Pica]] (attrice)
* [[Gilberto Govi]] (attore comico)
* [[Carlo Campanini]] (attore)
* [[Erminio Macario]] (attore)
* [[Carlo Dapporto]] (attore)
* [[Nino Taranto]] (attore e macchiettista)
* [[Pietro De Vico]] (attore)
* [[Anna Campori]] (attrice)
* [[Paolo Poli]] (attore)
* [[Ave Ninchi]] (attrice)
* [[Gianni Cajafa]] (attore)
* [[Fanfulla (attore)|Fanfulla (Luigi Visconti)]] (attore comico)
* [[Pia Velsi]] (attrice comica)
 
=== Anni '50 ===
Non a caso sia le avanguardie storiche come il [[futurismo]] sia alcuni grandi protagonisti della storia dello spettacolo internazionale come [[Gordon Craig]] hanno subito l'influsso ed il fascino della comicità proposta al largo dei circuiti dei teatri di velluto.
[[File:porcamiseria1.jpg|thumb|[[Isa Barzizza]] nel [[1952]]|269x269px]]
 
* [[Ugo Tognazzi]] (attore)
Immediatezza, praticità, improvvisazione, creazione, capacità di tenere la scena ed altre furono le innovazioni del genere che contrappose la propria esperienza a quella del teatro accademico, ponendo l'accento sulla creatività dell'attore, sul teatro inteso come luogo di comunione tra gli interpreti ed il pubblico, sul corpo come mezzo espressivo, sulla satira come elemento di attinenza alla contemporaneità, verso la quale spesso (ma non sempre) il varietà mantenne un atteggiamento pur leggero ma aspramente critico.
* [[Raimondo Vianello]] (attore)
* [[Dorian Gray (attrice)]] (soubrette)
* [[Raffaele Pisu]] (comico)
* [[Alberto Sordi]] (attore e macchiettista)
* [[Gino Bramieri]] (attore)
* [[Renato Rascel]] (attore)
* [[Isa Barzizza]] (soubrette)
* [[Sandra Mondaini]] (soubrette)
* [[Lauretta Masiero]] (attrice)
* [[Delia Scala]] (soubrette)
* [[Antonella Steni]] (attrice)
* [[Elio Pandolfi]] (attore)
* [[Franca Valeri]]
* [[Paolo Panelli]] (attore)
* [[Bice Valori]] (attrice)
* [[Alberto Sorrentino]] (attore)
* [[Vittorio Caprioli]] (attore)
* [[Fiorenzo Fiorentini]] (attore)
* [[Walter Chiari]] (attore)
 
==I= protagonistiAnni '60 ===
Gli artisti che si produssero nel varietà furono tanti e di non facile elencazione, anche perché la commistione di generi come il [[café-chantant]], l'[[operetta]], il [[teatro di prosa]], il [[teatro dialettale]], il [[balletto]], la [[pantomima]], il [[music-hall]] ma anche successivamente l'[[avanspettacolo]], la [[Teatro di rivista|rivista]] ed il [[cinema]] e altri fu tale che spesso gli interpreti delle varie discipline artistiche passarono facilmente dall'uno all'altro, non permettendo un sintetico ed univoco quadro d'insieme.
 
* [[Johnny Dorelli]] (cantante, attore)
Tra i più famosi, comunque, ci furono:
* [[Franco Franchi]] (attore)
<div class="references" style="-moz-column-count: 3; column-count: 3;">
* [[AnnaCiccio FougezIngrassia]] (sciantosa, cantanteattore)
* [[LaRic Bellae OteroGian]] (ballerinaattori)
* [[Cléo deRaffaella MérodeCarrà]] (ballerinasoubrette)
* [[NicolaLoretta MaldaceaGoggi]] (macchiettistasoubrette)
* [[AldoLino TarantinoToffolo]] (attore)
* [[Giacomo Rizzo]] (attore)
*[[Nicola Sorrentino]]
* [[AlfredoAlfonso BambiTomas]] (comico)
 
*[[Totò]]
=== Anni ‘70 e successivi ===
*[[Claudio Villa]] (cantante)
* [[GustavoLucia CaciniPoli]] (comicoattrice)
* [[GustavoMaurizio De MarcoMicheli]] (macchiettistaattore comico)
* [[NinoMargherita TarantoFumero]] (macchiettistaattrice)
* [[Guido DeGennaro RegeCannavacciuolo]] (comicoattore)
 
*[[Giorgio De Rege]] (comico)
== Note ==
*[[Pia Velsi]] (attrice comica)
<references />
*[[Lino Banfi]] (comico)
*[[Odoardo Spadaro]] (cantautore)
DJ TONIO,DJ THOMAS E DJ TOTO'(DJ)
*[[Alfonso Tomas]] (comico)
*[[Leopoldo Fregoli]] (trasformista)
*[[Ettore Petrolini]] (attore, cantante, macchiettista)
*[[Dante Maggio]]
*[[Beniamino Maggio]]
*[[Mimì Maggio]] (finedicitore)
*[[Raffaele Viviani]] (attore)
*[[Tecla Scarano]] (attrice)
*[[Alfredo Bambi]]
*[[Gennaro Pasquariello]]
*[[Armando Gill]] (cantante)
*[[Pietro De Vico]]
*[[Elvira Donnarumma]] (cantante)
*[[Peppino Villani]]
*[[Luisella Viviani]] (attrice)
*[[Virgilio Riento]] (macchiettista)
*[[Loie Fuller]] (ballerina)
*[[Lina Cavalieri]] (cantante)
*[[Lydia Johnson]] (sciantosa e danzatrice erotica)
*[[Maria Campi]] (soubrette, inventrice della "mossa")
*[[Gilda Mignonette]] (cantante)
*[[Liliana Castagnola]] (attrice)
*Luigi Visconti in arte [[Fanfulla (comico)|Fanfulla]] (comico)
*[[Gilberto Govi]] (attore comico)
*[[Angelo Cecchelin]] (comico)
*[[Angelo Musco]] (attore comico)
*[[René Thano]] (ballerino e coreografo)
*[[Erminio Macario]] (comico)
*[[Houdini]] (mago)
*[[Riccardo Billi]] (attore)
*[[Fiorenzo Fiorentini]]
</div>
 
==Bibliografia==
===Opere generali===
*Felice Cappa, Pietro Gelli. ''Dizionario dello spettacolo del '900''. Milano, Baldini & Castoldi, 1998. ISBN 8880892959
*{{Cita libro|nome=Felice |cognome=Cappa|nome2= Pietro |cognome2=Gelli| titolo=Dizionario dello spettacolo del '900|città= Milano|editore= Baldini & Castoldi|anno= 1998| isbn=978-88-8089-295-3}}
*Silvio D'Amico. ''Enciclopedia dello spettacolo''. XII voll., Roma-Milano, Le Maschere - Unione Editoriale - Garzanti, 1954-1978
*{{Cita libro|altri=fondata da [[Silvio D'Amico]]|titolo=Enciclopedia dello spettacolo| città=Roma |editore=Le maschere| sbn=RAV0061468}}
*Franca Angelini. ''Teatro e spettacolo nel primo Novecento''. Roma-Bari, Laterza, 1988. ISBN 8842032239
*{{Cita libro|nome=Franca |cognome=Angelini|titolo= Teatro e spettacolo nel primo Novecento| città= Roma-Bari| editore= Laterza|anno= 1988| ISBN= 88-420-3223-9}}
*Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somaré. ''Follie del varietà. Vicende memorie personaggi 1890-1970''. Milano, Feltrinelli 1980
 
*Nicola Fano. ''Vieni Avanti, cretino! Storie e testi del varietà e dell'avanspettacolo''. Roma-Napoli, Teoria, 1993. ISBN 8824103413
===Monografie===
*Alberto Lorenzi. ''I segreti del varietà''. Celip, Milano 1988
*{{Cita libro|autore=Maurizio Costanzo|autore2=Flaminia Morandi|titolo=Lo chiamavano varietà|anno=2004|editore=Carucci|ISBN=978-8843031603}}
*Sergio Lori. ''Il varietà a Napoli''. Roma, Newton & Compton, 1996. ISBN 888183460X
*{{Cita libro| curatore=Stefano De Matteis|curatore2= Martina Lombardi|curatore3= Marilea Somaré|titolo=Follie del varietà. Vicende memorie personaggi 1890-1970|città= Milano| editore= Feltrinelli |anno=1980|sbn= SBL0340306|altri=Prefazione di Goffredo Fofi}}
*Antonio Morosi. ''Il teatro di varietà in Italia''. Firenze, Calvetti, 1901
*{{Cita libro| nome=Stefano |cognome=De Matteis|titolo=Il teatro delle varietà|città= Firenze |editore= La casa Usher |anno=2008|isbn=978-88-95065-31-1}}
*Francesco Mottola. ''Il teatro di varietà: dalla Belle Époque agli anni Sessanta ed oltre, in Italia''. Milano, Nuove Edizioni Culturali, 1995
*{{Cita libro| curatore=Nicola Fano |titolo=Vieni Avanti, cretino! Storie e testi del varietà e dell'avanspettacolo|città=Roma-Napoli |editore= Theoria| anno= 1993| ISBN =88-241-0341-3}}
*Angelo Olivieri. ''Le stelle del varietà: rivista, avanspettacolo e cabaret dal 1936 al 1966''. Roma, Gremese, 1989. ISBN 8876054103
*{{Cita libro| nome=Alberto|cognome= Lorenzi|titolo=I segreti del varietà|editore= Celip|città= Milano|anno= 1988|sbn= CFI0125367}}
*Mario Quargnolo. ''Dal tramonto dell'operetta al tramonto della rivista. Mezzo secolo di fasti e miserie del varietà e dell'avanspettacolo''. Milano, Pan, 1980
*{{Cita libro| nome=Sergio |cognome=Lori|titolo=Il varietà a Napoli: da Viviani a Toto, da Pasquariello a De Vico|città= Roma|editore= Newton & Compton|anno= 1996| ISBN= 88-8183-460-X}}
*Luciano Ramo. ''Storia del varietà''. Milano, Garzanti 1956
*{{Cita libro| nome=Antonio|cognome= Morosi|titolo=Il teatro di varietà in Italia|città=Firenze| editore= G. Calvetti|anno= 1901|sbn= SBL0737838}}
*{{Cita libro| nome=Francesco |cognome=Mottola|titolo=Il teatro di varietà: dalla Belle Époque agli anni Sessanta ed oltre, in Italia|città= Milano|editore= Nuove Edizioni Culturali|anno= 1995| sbn=BVE0089240| altri=con una testimonianza di Mario Scaccia}}
*{{Cita libro| nome=Angelo |cognome=Olivieri| titolo= Le stelle del varietà: rivista, avanspettacolo e cabaret dal 1936 al 1966'|città= Roma|editore= Gremese|anno= 1989| ISBN= 88-7605-410-3| altri = con la collaborazione di Alberto Castellano}}
*{{Cita libro| nome=Mario|cognome= Quargnolo|titolo=Dal tramonto dell'operetta al tramonto della rivista: mezzo secolo di fasti e miserie del varietà e dell'avanspettacolo|città= Milano|editore= Pan|anno= 1980| sbn= SBL0287024}}
*{{Cita libro| nome=Luciano |cognome=Ramo|titolo=Storia del varietà|città= Milano|editore= Garzanti |anno=1956|sbn= LIA0059329}}
*{{Cita pubblicazione| titolo= Sentimental (Il teatro di rivista italiano)| rivista= Almanacco Bompiani| curatore=Rita Cirio| curatore2=Pietro Favari|città=Milano|editore=Bompiani|anno= 1975|sbn= TO01318070}}
 
==Voci correlate==
*[[Teatro di rivista]]
*[[Café-concert]]
*[[Avanspettacolo]]
*[[Cabaret]]
*[[Guitto]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=varietà}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|sito= Delteatro.it|url= http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/v/varieta.php|titolo= Voce «Varietà» nel Dizionario dello Spettacolo del '900|dataarchivio= 11 novembre 2007|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071111003001/http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/v/varieta.php|urlmorto= sì}}
 
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