Altopiani di Colfiorito: differenze tra le versioni

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{{Valle
|nomevalle= Altopiani di Colfiorito
|image= Palude_di_ColfioritoVista estiva oasi.jpgJPG
|image_text= Vista degli Altipiani
|nazione={{ITA}}
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|sito =
}}
Gli '''Altopiani di [[Colfiorito]]''' (o '''Altopiani [[Plestia|Plestini]]''') sono un complesso di sette [[Altopiano|altopiani]] [[Carsismo|carsici]], situati nell'[[Appennini#Appennino umbro-marchigiano|appenninoAppennino umbro-marchigiano]], posti ad un '[[Altitudine|altitudine]] compresa tra i 750 e gli 800 {{m s.l.m.}}, lungo lo [[spartiacque]] appenninico, a cavallo del confine tra il territorio del comune di [[Foligno]] e quello di [[Serravalle di Chienti]].
 
== Territorio ==
[[File:Mengozzi.jpg|thumb|center|upright=2.0|Antica cartaCarta topografica settecentesca degli altipiani<ref>Giovanni Mengozzi ''De' Plestini umbri del loro lago e della battaglia appresso di questo seguita tra i romani e i cartaginesi'', Foligno 1781</ref>]]
 
===Morfologia===
{{S sezione|Italia}}
[[File:Oasi innevata pic.JPG|miniatura|L'oasi di Colfiorito sotto la neve]]
Delimitati a ovest e a est da due dorsali calcaree che culminano in numerose vette oltre i 1.000 {{m s.l.m.}}, le più rilevanti delle quali si trovano a nord, [[monte Pennino]] (1.571&nbsp;m), [[Monte Acuto (Umbria)|monte Acuto]] (1.300&nbsp;m) e [[monte Prefoglio]] (1.322&nbsp;m) e a est, [[monte Tolagna]] (1.405&nbsp;m), sono separati da alture più dolci e comunicano tra loro per mezzo di numerose valli. Derivano dal prosciugamento, naturale per effetto del [[carsismo]] o per bonifica dell'uomo, di sette conche [[Lago|lacustri]], di cui rimane solo l'attuale [[palude]]. I sette altopiani prendono il nome di:
[[File:Palude di Colfiorito.jpg|thumb|la Palude di Colfiorito vista dal Castelliere]]Derivano dal prosciugamento, naturale per effetto del [[carsismo]] o per bonifica dell'uomo, di sette conche [[Lago|lacustri]], di cui rimane solo l'attuale [[palude]]. I sette altopiani prendono il nome di:
 
* Piano di Colle Croce
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===Idrografia===
[[File:Palude di Colfiorito.jpg|thumb|upright=1.1|la Palude di Colfiorito vista dal Castelliere]]
L'area degli altipiani è di [[spartiacque]] tra il sistema idrografico [[Mare Tirreno|tirrenico]] ([[Menotre]] e [[Vigi]]) e quello [[Mare Adriatico|adriatico]] ([[Chienti]]) seppure, per la particolare conformazione, non ben definito. Il [[bacino imbrifero]], di oltre 9.150 ettari, di cui circa 5.000 coltivabili, è caratterizzato da conche chiuse ed estesi fenomeni carsici, un reticolo idrografico poco organizzato che non presenta [[Emissario|emissari]] di superficie. Il drenaggio delle acque avviene tramite [[Inghiottitoio|inghiottitoi]] naturali di origine carsica nei Piani di Annifo, Arvello, Ricciano e nella Palude di Colfiorito. I Piani del Casone e di Popola sono bacini naturalmente chiusi che vennero bonificati da Giulio Cesare [[Varano (famiglia)|Varano]] alla metà del [[XV secolo|Quattrocento]] (1458-1464), tramite la costruzione di una rete di canali artificiali che si immettevano in un collettore sotterraneo di circa 200&nbsp;m di lunghezza, detto [[Botte dei Varano]]. Nel corso della ricostruzione seguita al sisma del [[1997]], fu trovato anche un collettore di epoca romana, la Botte dei Varano è stata dismessa e sostituita da un nuovo collettore sotterraneo ad essa parallelo. L'uscita a valle del collettore sotterraneo, nei pressi di [[Serravalle di Chienti]], {{Citazione necessaria|è considerata convenzionalmente la [[sorgente (idrologia)|sorgente]] del fiume [[Chienti]].}}
 
[[File:Inghiottitoio Colfiorito.jpg|thumb|upright=1.1|L'Inghiottitoio della palude di Colfiorito in prossimità del Molinaccio]]
Per quello che riguarda l'apporto idrico, gli Altopiani di Colfiorito sono caratterizzati dall'assenza di [[Immissario|immissari]], poiché dai rilievi circostanti scendono solo piccoli fossi stagionali e le numerose sorgenti situate ai bordi dei piani hanno portata modesta (la sola Fonte Formaccia, sul Piano del Casone, origina un piccolo torrentello). Il grosso degli apporti idrici è costituito da quelli meteorici (pioggia e neve), che determinano una forte andamento stagionale del sistema idrico, tanto che le regioni più basse dei Piani, soprattutto sul Piano di Ricciano, risultano spesso allagate d'inverno per poi tornare a prosciugarsi completamente d'estate. L'acqua è costantemente presente unicamente nella conca della palude di Colfiorito su un'area tondeggiante estesa per circa 100 ha. Già protetta internazionalmente dal [[1976]] dalla [[convenzione di Ramsar]], per la presenza di una [[torbiera]], la ricchezza di specie vegetali e per l'[[avifauna]], intorno ad essa è stato istituito nel [[1995]] il [[Parco di Colfiorito|Parco regionale di Colfiorito]]. La palude, i Piani di Annifo e Arvello, il Piano di Ricciano e la Selva di Cupigliolo sono classificati Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
 
===Geologia===
{{S sezione|geologia}}
L'origine del bacino è dovuta alle depressioni tettoniche avvenute durante l'ultima fase del sollevamento dell'[[Appennino]] (fine Terziario - inizi Quaternario) e successivamente modificate dall'azione del [[carsismo]] e dell'[[erosione]]. Il fenomeno del carsismo è fortemente presente e ben visibile: ciò è dimostrato dall’elevata presenza di inghiottitoi e doline, conformazioni rocciose caratteristiche dei territori soggetti al fenomeno del carsismo, un fenomeno chimico in cui l’acqua, penetrando le rocce sedimentarie di tipo calcareo (costituite da Carbonato di Calcio - CaCO3 -) produce due tipi di [[reazioni chimiche]]: la reazione di [[dissoluzione (chimica)|dissoluzione]] e la [[reazione di precipitazione]]. Il territorio è inoltre caratterizzato da un’elevata attività sismica dovuta proprio ai movimenti delle [[faglie]] attive della Catena Appenninica.
 
Il fenomeno del carsismo è fortemente presente e ben visibile: ciò è dimostrato dall’elevata presenza di inghiottitoi e doline, conformazioni rocciose caratteristiche dei territori soggetti al fenomeno del carsismo, un fenomeno chimico in cui l’acqua, penetrando le rocce sedimentarie di tipo calcareo (costituite da Carbonato di Calcio - CaCO3 -) produce due tipi di [[reazioni chimiche]]: la reazione di [[dissoluzione]] e la reazione di [[precipitazione]].
 
Il territorio è inoltre caratterizzato da un’elevata attività sismica dovuta proprio ai movimenti delle [[faglie]] attive della Catena Appenninica.
 
== Storia ==
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Il sistema di altopiani rappresentò fin dalla [[preistoria]] un punto nodale della comunicazione tra il [[mar Tirreno]] e il [[mare Adriatico]]. Le testimonianze umane più antiche sono rappresentate da ritrovamenti di manufatti in pietra e da [[Ascia|asce]] a margini rialzati, rinvenute ai piedi del Monte Trella, e datati alla fine del [[III millennio a.C.]] ([[età del bronzo]] antico).
 
L'area fu poi occupata da insediamenti stabili a partire dall'inizio dell'[[età del ferro]]. Agli inizi del [[VI secolo a.C.]] si riscontra un significativo aumento demografico, accompagnato dall'affermazione nella zona dei [[Plestini]], una popolazione [[Umbri|umbra]] che arriva ad occupare un territorio di 120–130&nbsp;km². Nel [[IV secolo a.C.]], in seguito alle spinte espansionistiche di [[Storia di Roma|Roma]] verso nord, l'intera area viene lentamente romanizzata e inizia un processo di [[urbanizzazione]] che porta alla nascita della città di [[Plestia]], che arriverà a diventare [[Municipio (storia romana)|municipio romano]].
L'area fu poi occupata da insediamenti stabili a partire dall'inizio dell'[[età del ferro]].
 
Lo storico romano [[Appiano di Alessandria|Appiano]] indica i pressi del ''[[Lago Plestino|Lacus Plestinus]]'' (la palude presente sul Piano del Casone prima della bonifica) come luogo di una battaglia della [[II guerra punica]] avvenuta nel [[217 a.C.]], solo tre giorni dopo la dura sconfitta dei Romani ad opera di [[Annibale]] nella [[battaglia del Lago Trasimeno]]. Il generale [[cartaginesi|cartaginese]] [[Maarbale]], al comando degli astati e di parte della cavalleria dell'esercito cartaginese, annientò 4.000 cavalieri guidati dal proconsole [[Centenio]], inviato a presidiare il valico montano.
Agli inizi del [[VI secolo a.C.]] si riscontra un significativo aumento demografico, accompagnato dall'affermazione nella zona dei [[Plestini]], una popolazione [[Umbri|umbra]] che arriva ad occupare un territorio di 120–130&nbsp;km².
 
Nel [[IV secolo a.C.]], in seguito alle spinte espansionistiche di [[Storia di Roma|Roma]] verso nord, l'intera area viene lentamente romanizzata e inizia un processo di [[urbanizzazione]] che porta alla nascita della città di [[Plestia]], che arriverà a diventare [[Municipio (storia romana)|municipio romano]].
 
Lo storico romano [[Appiano di Alessandria|Appiano]] indica i pressi del ''Lacus Plestinus'' (la palude presente sul Piano del Casone prima della bonifica) come luogo di una battaglia della [[II guerra punica]] avvenuta nel [[217 a.C.]], solo tre giorni dopo la dura sconfitta dei Romani ad opera di [[Annibale]] nella [[battaglia del Lago Trasimeno]]. Il generale [[cartaginesi|cartaginese]] [[Maarbale]], al comando degli astati e di parte della cavalleria dell'esercito cartaginese, annientò 4.000 cavalieri guidati dal proconsole [[Centenio]], inviato a presidiare il valico montano.
 
Durante la costruzione del collettore sotterraneo moderno è tornato alla luce un ulteriore collettore di epoca romana, di cui era andata persa la memoria. Al contrario dei lavori di bonifica successivi, l'opera romana non era intesa a prosciugare il ''Lacus Plestinus'', ma serviva probabilmente a stabilizzarne il livello rispetto alle forti variazioni stagionali e a salvaguardare la città di Plestia dalle inondazioni invernali.
 
== Monumenti e luoghi d'arteinteresse ==
* Necropoli di Colfiorito
* Resti dell'abitato di [[Plestia]]
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==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Ettore Orsomando et al., ''Gli Altipiani di Colfiorito Appennino umbro-marchigiano. Storia e Ambiente'', Comunità montana Monte Subasio ed Ente Parco Regionale di Colfiorito, 1997
*E. Orsomando e F. Battoni, ''Museo naturalistico del parco di Colfiorito. Guida alle sezioni espositive'', Ente Parco di Colfiorito e Comune di Foligno, 2002
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Altopiani d'Italia|Colfiorito]]