Messale Romano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
→Prima del 1570: -RO |
||
(82 versioni intermedie di 24 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
[[File:Paus, gezeten op een voetstuk dat geflankeerd wordt door Petrus en Paulus Titelpagina voor Missale Romanum, 1621, RP-P-OB-41.430.jpg|thumb|[[Frontespizio]] di un'edizione fatta a [[Toul]] nel 1621 dell'
Il '''Messale Romano''' (in [[Lingua latina|latino]] '''''Missale Romanum''''') è il [[messale]] del [[rito romano]] della [[Chiesa cattolica]].
== Prima del 1570 ==
La prima edizione a stampa di un libro che recava il titolo ''Missale Romanum'' e che si proponeva di riportare i testi della Santa Messa secondo gli usi della [[Curia romana]] ("''Ordo Missalis secundum consuetudinem Curiae Romanae''") risale al [[1474]] e fu impressa da Antonio Zarotto a [[Milano]].<ref>
L'edizione del 1474 è considerata il capostipite di tutte le pubblicazioni che poi confluirono nell'edizione ufficiale approvata da [[papa Pio V]] nel 1570. Le annotazioni autografe del cardinale [[Guglielmo Sirleto]] (1514–1585) in un esemplare dell'edizione recante il titolo ''Missale secundum morem Sanctae Romanae Ecclesiae'' stampata a Venezia nel 1497 (sostanzialmente identica, eccetto nel calendario, a quella del 1474) dimostrano che questa edizione veneziana fu usata come modello per l'edizione del 1570.<ref name="Rilettura">
▲La prima edizione a stampa di un libro che recava il titolo ''Missale Romanum'' e che si proponeva di riportare i testi della Santa Messa secondo gli usi della [[Curia romana]] ("''Ordo Missalis secundum consuetudinem Curiae Romanae''") risale al [[1474]] fu impressa a [[Milano]].<ref>[https://www.archive.org/stream/missaleromanumm01churgoog#page/n229/mode/2up ''Missale Romanum. Mediolani. 1474'' a cura di Robert Lippe (Londra 1899)], vol. 1]</ref> Da quella data alla pubblicazione della prima edizione ufficiale del Messale Romano, pubblicata cioè per iniziativa della [[Santa Sede]], passò quasi un secolo intero. Durante questo periodo apparvero almeno 14 altre edizioni del libro liturgico: dieci a [[Venezia]], tre a [[Parigi]] ed una a [[Lione]].<ref>Manlio Sodi e Achille Maria Triacca, ''Missale Romanum: Editio Princeps (1570)'' (Libreria Editrice Vaticana 1998), p. XV</ref> Per mancanza di un organo di vigilanza sulla loro qualità, esse subirono diverse variazioni da parte degli editori, alcune delle quali non furono di poco conto.<ref name=Rilettura/>
▲L'edizione del 1474 è considerata il capostipite di tutte le pubblicazioni che poi confluirono nell'edizione ufficiale approvata da [[papa Pio V]] nel 1570. Le annotazioni autografe del cardinale [[Guglielmo Sirleto]] in un esemplare dell'edizione recante il titolo ''Missale secundum morem Sanctae Romanae Ecclesiae'' stampata a Venezia nel 1497 (sostanzialmente identica a quella del 1474) dimostrano che questa edizione veneziana fu usata come modello per l'edizione del 1570.<ref name=Rilettura>[https://www.academia.edu/31464425/Per_una_rilettura_della_storia_della_formazione_e_dello_sviluppo_del_Messale_Romano._Il_caso_del_Messale_di_Clemente_V Łukasz Celiński, "Per una rilettura della storia della formazione e dello sviluppo del Messale Romano. Il caso del Messale di Clemente V." in ''Ecclesia Orans'' 33 (2016) 383-404 (p. 15 dell'estratto)]</ref>
== Messale di san Pio V ==
Il [[Concilio di Trento]] (1545-1563) non diede indicazioni per la riforma del Messale, sulla quale i suoi membri avevano espresso una notevole varietà di opinioni.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://books.google.it/books?id=zAo5AQAAMAAJ&pg=PA34&dq=Missale+Romanum+1457&hl=en&sa#v=onepage&q=Missale%20Romanum%201457&f=false |titolo=La Civiltà cattolica |anno=2000 |volume=IV quaderno 3607 |pagina=35 |via=Google Books}}</ref> Era stata messa in dubbio la convenienza della designazione ''immaculata hostia'' e ''calix salutaris'' per i doni ancora non consacrati all'offertorio<ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Helmut Hoping |url=https://books.google.it/books?id=C5O4DwAAQBAJ&pg=PT232 |titolo=My Body Given for You: History and Theology of the Eucharist]'', Ignatius Press, 2019 |pagina=232 |via=Google Books}}</ref> e ''Fiat commixtio et consecratio corporis et sanguinis Domini nostri Iesu Christi accipientibus nobis in vitam aeternam''.<ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Josef A. Jungmann |url=https://archive.org/details/JungmannMassOfTheRomanRite/page/314/mode/2up |titolo=The Mass of the Roman Rite: Its Origins and Development (Missarum Solemnia) |città=Cincinnati |editore=Benziger |anno=1951 |pagine=315–316 |via=Internet Archive}}</ref>
In generale,
Un'altra differenza risultò dall'inserimento nel Messale di Pio V di materia presa dall'altro principale modello del suo Messale: l{{'}}''Ordo servandus per sacerdotem in celebratione Missae sine cantu et sine ministris secundum ritum sanctae Romanae Ecclesiae'', opera di [[Johannes Burckardt]] del 1498 (o secondo alcune fonti del 1502), fonte delle abbondanti direttive rubricali aggiunte nel nuovo messale e inoltre del ''Ritus servandus in celebratione Missarum'' (più tardi chiamato ''Ritus servandus in celebratione Missae'') e delle ''Rubricae generales Missalis''. In esso si trova l'elevazione dell'ostia e del calice, dopo le rispettive consacrazioni, preceduta e seguita da una genuflessione, cerimonia non prevista nel ''Missale Romanum'' del 1474.<ref name="Chadwick"/>
'''Non fu conservata però nel Messale tridentino la <u>processione all'offertorio</u>, ancora prevista nell'opera di Johannes Burckardt, e fu <u>eliminata ogni menzione esplicita della partecipazione dei fedeli</u>.'''<ref name="Chadwick"/><ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Anscar Chupungco |url=https://books.google.it/books?id=KytfDAAAQBAJ&pg=PT173&dq=Chupungco+handbook+%22directreferences%22&hl=en&sa=#v=onepage&q=Chupungco%20handbook%20%22direct%20references%22&f=false |titolo=Handbook for Liturgical Studies, Volume II: Fundamental Liturgy |editore=Liturgical Press |anno=2016 |pagina=173 |via=Google Books}}</ref>
== Altre edizioni tridentine ==▼
Il testo dell{{'}}''editio typica'' di Pio V fu stampato e pubblicato già nel 1570 in tre edizioni ''iuxta typicam'', due a Roma, una ''in folio'', l'altra in 4º (ambedue ''apud haeredes Bartholomaei Faletti, Ioannem Variscum, et Socios''), e una ''in folio'' a Venezia (''Venetiis, Apud Ioannem Variscum, et haeredes Bartholomaei Faletti, et Socios'').<ref>{{Cita libro |lingua=la |autore=Manlio Sodi |autore2=Achille Maria Triacca |titolo=Missale Romanum: Editio Princeps (1570) |editore=Libreria Editrice Vaticana |anno=1998 |pagina=XX pag.}}</ref><ref>{{Cita libro |url=https://books.google.it/books?id=adC-aRGza70C&printsec=frontcover |titolo=L'edizione veneziana del 1570 |via=Google Books}}</ref>
Nel [[1604]], 34 anni dopo l'apparizione del Messale di san Pio V, [[papa Clemente VIII]] pubblicò, con vari cambiamenti, una nuova edizione tipica del Messale Romano, dal titolo ''Missale Romanum, ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, Pii Quinti Pontificis Maximi iussu editum, et Clementi VIII. auctoritate recognitum''.<ref>[https://books.google.it/books?id=u7xFAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Missale&hl=it&ei=qk5ATu6vEoup8APij73-Ag&sa=X&oi=book_result&ct=result#v=onepage&q&f=false ''Missale Romanum'', edizione tipica 1604]</ref> Sulla base di questo titolo anche la nuova edizione può essere qualificata come Messale Romano tridentino. Il testo del [[Canone romano|canone]] della Messa rimase invariato ma le rubriche furono alterate in più punti. In particolare apparve una nuova indicazione riguardante il momento successivo alla consacrazione del calice: le parole ''Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis'', che nella messa di Pio V venivano dette dal sacerdote mentre mostrava al popolo il calice consacrato, dovevano essere pronunciate durante la genuflessione del sacerdote prima dell'elevazione del calice stesso. Fra gli altri cambiamenti si può menzionare che la benedizione alla fine della messa, che nel 1570 veniva data dal sacerdote con tre segni della croce, doveva essere data con un unico segno della croce, a meno che il sacerdote fosse vescovo.▼
[[Leone XIII]] pubblicò nel [[1884]] una nuova edizione tipica con pochi cambiamenti, a parte l'inclusione delle messe dei santi aggiunte dopo il 1634: ''Missale Romanum ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum S. Pii V. Pontificis Maximi jussu editum Clementis VIII., Urbani VIII. et Leonis XIII. auctoritate recognitum''.<ref>[https://www.archive.org/stream/missaleromanume01churgoog#page/n5/mode/2up Ratisbonne, New York et Concinnati 1870]</ref>▼
▲Nel [[1604]], 34 anni dopo l'apparizione del Messale di san Pio V, [[papa Clemente VIII]] pubblicò, con vari cambiamenti, una nuova edizione tipica del Messale Romano, dal titolo ''Missale Romanum, ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, Pii Quinti Pontificis Maximi iussu editum, et Clementi VIII. auctoritate recognitum''.<ref>
Dopo altri 30 anni, il 2 settembre 1634, [[papa Urbano VIII]] promulgò una nuova revisione del Messale Romano. La nuova edizione venne chiamata ''Missale Romanum, ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, Pii V. iussu editum, et Clementis VIII. primum, nunc denuo Urbani Papae Octavi auctoritate recognitum''. Non fu modificato il canone della messa.<ref>{{Cita libro|titolo=Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Conilii Tridentini restitutum. Pii V. P. M. iussu editum, et Clementis VIII. primum, nunc denuo Urbani VIII. auctoritate recognitum|url=https://books.google.it/books?id=pbNJAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=missale+romanum&hl=it&ei=9oTKTvnaG4bi4QSsmLk5&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=10&ved=0CFsQ6AEwCTgK#v=onepage&q=missale%20romanum&f=false|accesso=3 aprile 2022|data=1636|editore=Imp. Soc. typ. librorum Office eccl.|lingua=la|via=Google Books}}</ref>
[[Pio X]] intraprese una revisione che portò alla pubblicazione il 25 luglio 1920 da parte del suo successore [[Benedetto XV]] del ''Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum S. Pii V Pontificis Maximi jussu editum aliorum Pontificum cura recognitum a Pio X reformatum et Ssmi D. N. Benedicti XV auctoritate vulgatum''. Le novità introdotte nelle rubriche formarono un nuovo capitolo dal titolo ''Additiones et variationes in rubricis Missalis''.<ref>[https://archive.org/details/MissaleRomanum1920 Messale Romano 1920 in una ristampa del 2004, che cambia fra l'altro il titolo della pubblicazione in considerazione della canonizzazione di Pio X]</ref>▼
▲[[Leone XIII]] pubblicò nel [[1884]] una nuova edizione tipica con pochi cambiamenti, a parte l'inclusione delle messe dei santi aggiunte dopo il 1634: ''Missale Romanum ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum S. Pii V. Pontificis Maximi jussu editum Clementis VIII., Urbani VIII. et Leonis XIII. auctoritate recognitum''.<ref>
[[Pio XII]] riformò profondamente la liturgia della [[Settimana santa]] e della [[Veglia pasquale]] modificando non solo il testo delle preghiere ma anche l'ora della celebrazione. Egli stabilì che le funzioni di [[Giovedì santo]], [[Venerdì santo]] e della Veglia pasquale fossero celebrate nel pomeriggio o di sera, ciò che san Pio V considerò un abuso contrario all'uso antico della Chiesa cattolica e ai decreti dei [[Padri della Chiesa|Padri]].<ref>[https://books.google.it/books?id=vj9SAAAAcAAJ&pg=PA283&lpg=PA283&dq=%22ad+cujus+notitiam+pervenit%22&source=bl&ots=z1SmSodXgX&sig=BJ99mRZawtCYzIdlpszDtVMkVoE&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjCz6DZ9YvOAhWBDMAKHZ-HDTkQ6AEIKjAF#v=onepage&q=%22ad%20cujus%20notitiam%20pervenit%22&f=false Bolla ''Ad cuius notitiam'' del 29 marzo 1566, in ''Bullarium Romanum'' (1745), tomus IV, pars II, p. 283]</ref> Nella celebrazione della Veglia pasquale Pio XII introdusse ufficialmente per la prima volta l'uso delle [[Lingua vernacolare|lingue vernacolari moderne]] nella liturgia eucaristica. Senza pubblicare una nuova ''editio typica'' del Messale Romano, egli diede il permesso di sostituire il testo precedente con il nuovo.▼
▲[[Pio X]] intraprese una revisione che portò alla pubblicazione il 25 luglio 1920 da parte del suo successore [[Benedetto XV]] del ''Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum S. Pii V Pontificis Maximi jussu editum aliorum Pontificum cura recognitum a Pio X reformatum et Ssmi D. N. Benedicti XV auctoritate vulgatum''. Le novità introdotte nelle rubriche formarono un nuovo capitolo dal titolo ''Additiones et variationes in rubricis Missalis''.<ref>
La sesta ed ultima edizione tipica del Messale Romano "riveduto per decreto del Concilio di Trento" (''ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum'') è quella pubblicata da [[papa Giovanni XXIII]] nel 1962. Nel titolo non vengono più menzionati i nomi dei papi, Pio V incluso, che l'avevano emendato: ''Missale Romanum ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum Summorum Pontificum cura recognitum''<ref>[http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf ''Missale Romanum'' 1962]</ref>. Incorpora i cambiamenti decretati dal "Codice delle rubriche" del 1960, il cui testo è riprodotto nel Messale, dove sostituisce due documenti dell'edizione 1920 (''Rubricae generales Missalis'' e ''Additiones et variationes in rubricis Missalis''). Sopprime l'aggettivo ''perfidis'' della preghiera [[Oremus et pro perfidis Judaeis]] del [[Venerdì santo]], e inserisce il nome di [[san Giuseppe]] nel canone della messa, il cui testo era rimasto immutato dal 1604. Se si compara con l'edizione tipica precedente (1920), si nota una forte riduzione del numero di [[ottava (liturgia)|ottave]]<ref>Perdono le loro ottave l'[[Epifania]], [[Corpus Domini]], l'[[Ascensione di Gesù|Ascensione]], [[Sacro Cuore di Gesù]], l'[[Immacolata Concezione]], l'[[Assunzione di Maria]], [[Giovanni Battista]], [[Santi Pietro e Paolo]], [[Ognissanti]], [[Natale]], [[Stefano protomartire]], [[Giovanni apostolo ed evangelista]], [[Strage degli innocenti|I Santi Innocenti]], e l'anniversario della dedicazione della propria chiesa</ref> e di vigilie (nel senso di una celebrazione di una giornata intera precedente una festa)<ref>Le vigilie abolite sono quelle dell'[[Epifania]], [[Ognissanti]], l'[[Immacolata Concezione]] e degli apostoli [[Mattia apostolo|Mattia]], [[Giacomo il Maggiore]], [[Bartolomeo apostolo|Bartolomeo]], [[San Matteo|Matteo]], [[Sant'Andrea|Andrea]] e [[Tommaso apostolo|Tommaso]], ma [[san Lorenzo]] conserva la sua vigilia.</ref>. Tra i punti minori in cui questa edizione si differenzia da quella immediatamente precedente del 1920 e dal messale originale di Pio V si può menzionare l'abolizione dell'obbligo del sacerdote celebrante di accedere all'altare ''capite cooperto'' (con la testa coperta) cioè, nel caso del clero secolare, portando la [[berretta]]<ref>''Ritus servandus in celebratione Missae'', II, 1: confrontare [http://media.musicasacra.com/pdf/missale62.pdf l'edizione 1962] con [https://archive.org/stream/MissaleRomanum1920#page/n59/mode/2up quella 1920] o anche l'originale di san Pio V nel 1570 (Manlio Sodi, Achille Maria Triacca, ''Missale Romanum: Editio Princeps (1570)''. Libreria Editrice Vaticana 1988 ISBN 978-88-209-2547-5)</ref>.▼
▲[[Pio XII]] nel 1955 riformò profondamente la liturgia della [[Settimana santa]] e della [[Veglia pasquale]] modificando non solo il testo delle preghiere, ma anche l'ora della celebrazione. Egli stabilì che le funzioni di [[Giovedì santo]], [[Venerdì santo]] e della Veglia pasquale fossero celebrate nel pomeriggio o di sera, ciò che san Pio V
== Dopo il Concilio Vaticano II ==▼
▲La sesta ed ultima edizione tipica del Messale Romano
Nell'applicare la costituzione ''[[Sacrosanctum Concilium]]'' del [[Concilio Vaticano II]], [[papa Paolo VI]], con l'assistenza di un'apposita commissione di cardinali, vescovi e periti, il ''[[Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia]]'',<ref>[http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/motu_proprio/documents/hf_p-vi_motu-proprio_19640125_sacram-liturgiam.html Motu proprio ''Sacram liturgiam'' del 25 gennaio 1964]</ref><ref>[http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1966/documents/hf_p-vi_spe_19661013_sacra-liturgia.html Discorso di Paolo VI ai partecipanti alla VII sessione plenaria del ''Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia'']</ref> creò una nuova edizione del Messale Romano, che invece di chiamarsi ''ex decreto ss. Concilii Tridentini restitutum'' si dichiara ''ex decreto sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum'' e non presenta più il testo della ''Quo primum tempore''. Esso fu promulgato con la [[costituzione apostolica]] ''[[Missale Romanum]]'' del 3 aprile [[1969]] e entrò in vigore il 30 novembre successivo (Prima domenica di [[Avvento]]), all'inizio del nuovo [[anno liturgico]].▼
▲== Dopo il Concilio Vaticano II ==
Fra le modifiche che il pontefice introdusse nel Messale Romano, egli stesso menziona in tale costituzione apostolica:<ref>[http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_19690403_missale-romanum.html Costituzione apostolica ''Missale Romanum'' del 3 aprile 1969]</ref>▼
▲Nell'applicare la costituzione ''[[Sacrosanctum Concilium]]'' del [[Concilio Vaticano II]], [[papa Paolo VI]], con l'assistenza di un'apposita commissione di cardinali, vescovi e periti, il ''[[Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia]]'',<ref>
▲Fra le modifiche che il pontefice introdusse nel Messale Romano, egli stesso menziona in tale costituzione apostolica:<ref>
* Aumento da una (il [[canone romano]]) a quattro delle [[preghiera eucaristica|preghiere eucaristiche]];
* Semplificazione dei riti dell'ordinario della messa, pur conservandone fedelmente la sostanza, e rimozione di duplicazioni e di aggiunte meno utili, soprattutto nella [[offertorio|presentazione delle offerte]], nella frazione del pane e nella Comunione;
* Restaurazione di elementi "secondo le tradizioni dei [[Padri della Chiesa|Padri]]" (ad esempio la Preghiera dei fedeli);
* Incremento dei passi biblici, presentati in un ciclo triennale nelle domeniche e un ciclo biennale nei giorni feriali e con l'aggiunta di una terza lettura biblica nelle domeniche e nelle solennità. Le conseguenze furono importanti: mentre prima del tempo di [[Pio XII]] (che
* Inoltre,
Dopo l'edizione tipica del 1969 sono apparse due altre edizioni tipiche del Messale Romano, nel 1975 e nel 2002. Il titolo delle prime due è ''Missale Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum'', mentre nella terza si aggiunge ''Ioannis Pauli PP. II cura recognitum''.<ref>
Oltre a promulgare le successive edizioni tipiche del Messale Romano, sei dopo il Concilio di Trento, altre tre dopo il Concilio Vaticano II, la Santa Sede apporta frequenti aggiornamenti e variazioni, come, per esempio, elevando al grado di festa la memoria di Santa Maria Maddalena,<ref>{{Cita web |url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/sanctae-m-magdalenae-decretum_it.pdf |titolo=Decreto del 6 giugno 2016 |sito=Vatican.va}}</ref> introducendo tre alternative alla tradizionale "Ite, missa est" alla fine della messa,<ref>{{Cita web |url=https://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/243q11c1.html |autore=Gianluca Biccini |titolo=La messa continua nella vita dei credenti |pubblicazione=[[L'Osservatore Romano]] |data=17 ottobre 2008 |accesso=2024-09-05}}</ref> e inserendo nelle Preghiere eucaristiche II, III e IV la menzione del nome di San Giuseppe, già inserito nel Canone Romano nel 1962.<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20130501_san-giuseppe_it.html |titolo=Decreto del 1° maggio 2013 |sito=Vatican.va}}</ref>
In risposta al ''Novus Ordo'' (denominazione peraltro impropria, come anche quella di ''Vetus Ordo'') , nello stesso anno 1969 i cardinali [[Alfredo Ottaviani]] e [[Antonio Bacci]] presentarono il libro ''[[Breve esame critico del Novus Ordo Missae]]'' di monsignor [[Michel Guérard des Lauriers]].
Il 3 ottobre 1984 la Congregazione per il Culto Divino comunicò che "il problema di sacerdoti e fedeli rimasti legati al «rito tridentino»" perdurava nonostante il contrario risultato di una consultazione dei vescovi compiuta quattro anni prima. Perciò [[papa Giovanni Paolo II]] offrì a ciascun vescovo diocesano la possibilità di usufruire di un indulto in base al quale concedere a quei suoi sacerdoti che ne facessero formale richiesta di celebrare la messa usando l'edizione del 1962 del Messale Romano. Fra le condizioni di potere fare loro questa concessione c'erano il riconoscimento pubblico della legittimità e dell'esattezza dottrinale del Messale del 1970, e l'esclusione dell'uso di chiese parrocchiali, "a meno che il Vescovo lo abbia concesso in casi straordinari".<ref>Lettera ''Quattuor abhinc annos'' della Congregazione del Culto Divino in data 3 ottobre 1984 in [https://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-76-1984-ocr.pdf ''Acta Apostolicae Sedis'' LXXVI (1984), pp. 1088–1089]</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.unavox.it/doc03.htm|titolo=LETTERA "QUATTUOR ABHINC ANNOS"|accesso=3 aprile 2022}}</ref> Già da quello stesso anno furono istituite svariate messe in rito antico con celebrazione regolare, ad opera di numerosi fedeli sostenitori, ad esempio con l'associazione internazionale Una Voce, grazie alla collaborazione dei sacerdoti e il permesso di alcuni dei vescovi locali. La [[Pontificia commissione "Ecclesia Dei"]], fondata il 2 luglio 1988 dallo stesso papa e soppressa il 17 gennaio 2019 da [[papa Francesco]],<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio-20190117_ecclesia-dei.html|titolo=Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” circa la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" (17 gennaio 2019) {{!}} Francesco|accesso=3 aprile 2022}}</ref> autorizzò i membri di alcuni istituti staccatisi dalla [[Fraternità Sacerdotale San Pio X]], o creati ''ex novo'', a usare l'edizione 1962, con permessi anche per le edizioni precedenti in ragione delle maggior completezza del rito antico.
In tale ''[[motu proprio]]'' il papa affermò che il Messale del 1962 non è mai stato "giuridicamente abrogato" e che perciò è rimasto e rimane utilizzabile, in linea di principio, nella Chiesa latina. Diversi liturgisti e canonisti hanno espresso dubbi sull'esattezza di questa affermazione.<ref>{{Cita libro|nome=Andrea|cognome=Grillo|titolo=Beyond Pius V: Conflicting Interpretations of the Liturgical Reform|url=https://books.google.com/books?id=kWxkAgAAQBAJ&pg=PA104|accesso=3 aprile 2022|data=2013-12-03|editore=Liturgical Press|lingua=en|ISBN=978-0-8146-6327-1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chad J.|cognome=Glendinning|data=2010|titolo="Summorum Pontificum" and the use of the extraordinary form of the Roman Rite: A canonical analysis in light of the current liturgical law|editore=University of Ottawa (Canada)|lingua=en|accesso=3 aprile 2022|url=http://ruor.uottawa.ca/handle/10393/30078}}</ref><ref>{{en}} [https://adw.org/wp-content/uploads/2014/02/Norms14-Extraordinary.pdf Norme Liturgiche dell'arcidiocesi di Washington, capitolo 14, nota 1507] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20210819223825/https://adw.org/wp-content/uploads/2014/02/Norms14-Extraordinary.pdf |date=19 agosto 2021 }}</ref> Il principio è la non abrogabilità della prassi immemorabile, mai sottostata alla legge positiva, prima dei grandi mutamenti del secolo XX. Papa Ratzinger affermò nel documento che esistono contemporaneamente due espressioni della ''lex orandi'' del rito romano, l'"ordinaria" e la "straordinaria". Quest'affermazione, obsoleta dopo la promulgazione del ''motu proprio Traditionis custodes'', è stata comprensibilmente criticata sia da coloro che sostengono il nuovo messale di Paolo VI quale unico rito in vigore poiché sostituito al vecchio, sia da coloro che sostengono la prassi liturgica tridentina non riducibile alla straordinarietà.
Il 16 luglio 2021 [[papa Francesco]] dichiarò invece: "I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l'unica espressione della ''lex orandi'' del Rito Romano".<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20210716-motu-proprio-traditionis-custodes.html|titolo=Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” di Papa Francesco “Traditionis custodes” sull'uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970 (16 luglio 2021) {{!}} Francesco|accesso=3 aprile 2022}}</ref> Dichiarò inoltre che è esclusiva competenza del vescovo diocesano autorizzare l’uso del Messale Romano del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica.<ref>''Traditionis custodes'', art. 2</ref> Gli orientamenti della Sede Apostolica includono quelle di non permettere l'uso delle chiese parrocchiali a tale scopo.<ref>''Traditionis custodes'', art. 3 §2</ref>
Papa Francesco tornò così alla normativa con cui nel 1984 Giovanni Paolo II rilassò la prassi dei suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo I, sotto i quali bisognava rivolgersi alla Santa Sede.
== Adattamenti per l'Italia ==
L'Ordinamento Generale del Messale Romano affida al giudizio delle singole Conferenze Episcopali, dopo la conferma della Sede Apostolica, la definizione di alcuni adattamenti da introdurre nel Messale.<ref name="vatican.va">{{Cita web|url=https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.html|titolo=Ordinamento Generale del Messale Romano|accesso=3 aprile 2022}}</ref>
La terza edizione italiana ha ricevuto l'approvazione da parte della Conferenza Episcopale Italiana nel novembre 2018, seguita dall'autorizzazione del Pontefice e dalla pubblicazione nell'agosto 2019.<ref name="avvenire.it">{{cita web|url=https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/non-solo-padre-nostro-ecco-tutto-cio-che-cambia-con-il-nuovo-messale|titolo=Non solo il «Padre Nostro». Ecco tutto ciò che cambia con il nuovo Messale|data=10 ottobre 2020|autore=Giacomo Gambassi}}</ref> Il suo uso è diventato obbligatorio il 4 aprile 2021.<ref name="avvenire.it" />
Il nuovo testo prescrive che «i fedeli si comunichino abitualmente in piedi».<ref name="settimananews.it">{{cita web|url=http://www.settimananews.it/liturgia/dal-messale-un-modello-chiesa/|titolo=Dal Messale un modello di Chiesa|autore=Matteo Ferrari}}</ref> Mentre la norma universale per le messe dei defunti ''permette'' generalmente il viola come colore dei paramenti liturgici e inoltre permette il nero ''dove è prassi consueta'',<ref>[https://media.musicasacra.com/books/latin_missal2002.pdf Missale Romanum 2002: Institutio Generalis Missalis Romani, 346]</ref><ref name="vatican.va" /> in Italia è obbligatorio il viola anche dove prima era prassi di usare il colore nero.<ref>{{cita web|url=https://www.corrispondenzaromana.it/le-preoccupanti-novita-del-nuovo-messale-della-cei/|autore=Cristina Siccardi|titolo=Le novità del nuovo Messale della CEI|data=21 ottobre 2020}}</ref> Nel resto del mondo, continua ad essere permesso, in generale, il colore nero e in molti paesi si permettono inoltre i paramenti bianchi.<ref>[https://www.liturgyoffice.org.uk/Resources/GIRM/Documents/GIRM.pdf ''The General Instruction of the Roman Missal'' con adattamenti per Inghilterra e Galles]</ref>
Il ''[[Kyrie eleison]]'' viene detto non in italiano, ma in greco ("Signore, pietà").
▲Dopo l'edizione tipica del 1969 sono apparse due altre edizioni tipiche del Messale Romano, nel 1975 e nel 2002. Il titolo delle prime due è ''Missale Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum'', mentre nella terza si aggiunge ''Ioannis Pauli PP. II cura recognitum''.<ref>[https://www.scribd.com/doc/20881056/Missale-Romanum-2002 Missale Romanum 2002]</ref> La prima edizione e la terza sono state ristampate con correzioni rispettivamente nel 1972 e nel 2008.
Inoltre, sono modificati il ''[[Gloria in excelsis Deo|Gloria a Dio]]'' con la nuova formula (non rispondente alla traduzione) "E pace in terra agli uomini, amati dal Signore" che annulla e sostituisce la frase precedente "e pace in terra agli uomini di buona volontà", mentre nel ''[[Padre Nostro]]'' la storica frase conclusiva "non ci indurre in tentazione" è sostituita da quella attuale che dice "non abbandonarci alla tentazione".<ref>{{cita web|url=https://www.sabinopaciolla.com/cosa-cambia-col-nuovo-messale-romano-tutte-le-info-sul-nuovo-testo/|titolo=Cosa cambia col nuovo Messale Romano (tutte le info sul nuovo testo)|data=30 settembre 2020|autore=Miguel Cuartero Samperi}}</ref>
▲== Licenza di usare ancora l'edizione 1962 ==
Usualmente, il testo è sottoposto all'''[[imprimatur]]'' della Conferenza episcopale nazionale e del Sommo Pontefice, seguiti dai decreti della Congregazione per la Dottrina della Fede per quanto riguarda le modifiche dei testi liturgici<ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-03/decreti-dottrina-fede-santi-prefazi-messale-rito-antico.html|titolo=Nel Messale del ‘62 entrano i santi recenti e sette nuovi prefazi - Vatican News|data=2020-03-25|lingua=it|accesso=3 aprile 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-03/testo-nuovi-prefazi-messale-romano-1962-dottrina-fede.html|titolo=Il testo dei sette nuovi prefazi per il Messale Romano del 1962 - Vatican News|data=2020-03-26|lingua=it|accesso=3 aprile 2022}}</ref>, ovvero della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per quanto riguarda le modifiche al rito e alla disciplina sacramentale ad esso afferente.<ref>{{Cita web|url=https://it.zenit.org/2020/03/25/decreto-della-congregazione-per-il-culto-divino-e-la-disciplina-dei-sacramenti/|titolo=Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti|autore=NULL|sito=ZENIT - Italiano|data=25 marzo 2020|lingua=it-IT|accesso=3 aprile 2022}}</ref>
▲Nel [[2007]] [[papa Benedetto XVI]], con il ''[[motu proprio]]'' ''[[Summorum Pontificum]]'', ha consentito a tutti i sacerdoti di [[rito latino]] di usare liberamente nelle messe celebrate senza il popolo il Messale del 1962, mai abrogato, come "forma straordinaria della Liturgia della Chiesa", senza bisogno di alcun permesso, né della Santa Sede né dell'ordinario diocesano o religioso.<ref>''[http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20070707_summorum-pontificum.html Summorum Pontificum]'', art. 1 e 2</ref> Nei propri oratori, gli [[istituto di vita consacrata|istituti di vita consacrata]] e le [[società di vita apostolica]] possono utilizzare il Messale del 1962 nella messa comunitaria; l'autorizzazione del superiore maggiore è necessaria solo per utilizzarlo "abitualmente" o "permanentemente".<ref>''Summorum Pontificum'', art. 3</ref> Nelle chiese parrocchiali e in quelle che non sono parrocchiali né conventuali, al parroco o al rettore si domanda di accogliere volentieri le richieste di gruppi di fedeli aderenti alla precedente forma della liturgia e di quelli che la richiedono in occasione di matrimoni, esequie, pellegrinaggi ecc., a condizione che i sacerdoti celebranti siano idonei e non giuridicamente impediti.<ref>''Summorum Pontificum'', art. 5</ref>
== Note ==
Riga 53 ⟶ 83:
== Voci correlate ==
* [[Elenco dei libri liturgici cattolici]]
* [[Calendario romano generale]]
== Altri progetti ==
Riga 61 ⟶ 92:
[[Categoria:Libri liturgici cattolici]]
[[Categoria:
|