Marcel Lefebvre: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|il quasi omonimo asso dell'aviazione francese|Marcel Lefèvre}}
{{Vescovo
|tipo = arcivescovo
|chiesa = cattolica
|nome = Marcel Lefebvre, [[Congregazione dello Spirito Santo|C.S.Sp.]]
|immagine = Portrait of Archbishop Marcel Lefebvre 1981b.jpg
|didascalia =Monsignor LefebvreFotografia nelufficiale [[1981]]di Monsignor Lefebvre
|stemma = Coat of Arms of Archbishop Marcel Lefebvre.svg
|motto = Et Nos Credidimus Caritati
|ruoliricoperti = *[[Vescovo titolare]] di [[Diocesi di Antedone|Antedone]] <small>(1947-1948)</small>
|ruoliricoperti=
*[[Vescovo titolare]] di [[Diocesi di Antedone|Antedone]] <small>(1947-1948)</small>
*[[Vicario apostolico]] di [[Arcidiocesi di Dakar|Dakar]] <small>(1947-1955)</small>
*[[Amministratore apostolico]] di [[Diocesi di Saint-Louis du Sénégal|Saint-Louis du Sénégal]] <small>(1948-1955)</small>
*[[Arcivescovo titolare]] di [[Arcidiocesi di Arcadiopoli di Europa|Arcadiopoli di Europa]] <small>(1948-1955)</small>
*[[Delegato apostolico]] nell'[[Impero coloniale francese|Africa francofona e in MadagascarFrancese]] <small>(1948-1959)</small>
*[[Arcivescovo metropolita]] di [[Arcidiocesi di Dakar|Dakar]] <small>(1955-1962)</small>
*[[Arcivescovo]]-[[vescovo]] di [[Diocesi di Tulle|Tulle]] <small>(1962)</small>
*[[Moderatore supremo|Superiore generale]] della [[Congregazione dello Spirito Santo|Congregazione dei Padri dello Spirito Santo]] <small>(1962-1968)</small>
*[[Arcivescovo titolare]] di [[Arcidiocesi di Sinnada|Sinnada]] <small>(1962-1970)</small>
*[[Moderatore supremo|Superiore generale]] della [[Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X]] <small>(1970-1982)</small>
|nato = 29 novembre [[1905]] a [[Tourcoing]]
|ordinato = 21 settembre [[1929]] dal [[vescovo]] [[Achille Liénart]] (poi [[cardinale]])
|nomvescovo = 12 giugno [[1947]] da [[papa Pio XII]]
|consacrato = 18 settembre [[1947]] dal [[cardinale]] [[Achille Liénart]]
|arcelevato = 22 settembre [[1948]] da [[papa Pio XII]]
|deceduto = {{Calcola età3|1991|3|25|1905|11|29}} a [[Martigny]]
}}
{{Bio
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}}
 
Fu uno tra i più influenti [[cattolici tradizionalisti]] che si opposero alle riforme apportate dal [[Concilio Vaticano II]] e nel postconcilio, e in particolar modo alla soppressione della [[messa tridentina]], alla dottrina della [[collegialità episcopale]], all'[[ecumenismo]] e alla dottrina della [[libertà religiosa]]. A seguito di queste motivazioni, in opposizione al Concilio Vaticano II, il 1º novembre [[1970]] monsignor Lefebvre fondò la [[Fraternità sacerdotale San Pio X]]. Sospeso ''[[sospensione a divinis|Fraternitàa Sacerdotaledivinis]]'' Sannel Pio1976 Xda [[papa Paolo VI]], fu [[scomunica]]to da [[papa Giovanni Paolo II]] il 30 giugno 1988.
 
Sacerdote dal [[1929]], membro della [[Congregazione dello Spirito Santo]] dal [[1932]], venne eletto e consacrato [[vescovo]] nel 1947 poi [[arcivescovo]] dal [[1948]]. [[Vicario apostolico]] (1947-55) e primo arcivescovo (1955-62) di [[arcidiocesi di Dakar|Dakar]], delegato per le missioni dell'[[Africa francofona|Africa francese]] (1948-59), vescovo di [[diocesi di Tulle|Tulle]] (1962), divenne in seguito superiore generale (1962-1968) della [[Congregazione dello Spirito Santo]] e fondatore della [[Fraternità Sacerdotale San Pio X]] (1970). Sospeso ''[[sospensione a divinis|a divinis]]'' dal [[1976]], fu [[scomunica]]to da [[papa Giovanni Paolo II]] il 30 giugno [[1988]].
 
== Biografia ==
=== La famiglia Lefebvre ===
[[File:Rene-lefebvre-family.jpg|miniatura|sinistra|La famiglia Lefebvre nel 1908]]
LaA famigliapartire Lefebvredal aXVIII partiresecolo, dalnumerosi [[1738]]membri hadella datofamiglia allaLefebvre Chiesasono unaentrati cinquantinaa deifar suoiparte figlidel clero della Chiesa cattolica, tra i quali un cardinale ([[Joseph-Charles Lefèbvre|cardinale]], [[arcivescovo di Bourges]]), diversi [[vescovi]], numerosi sacerdoti, religiose e religiosi, fra i quali il famoso liturgista benedettino Dondom [[Gaspar Lefebvre]]. Il padre di Marcel, René Lefebvre ([[1879]] - [[1944]]), ricco proprietario di industrie tessili ed esponente di spicco della [[resistenza francese]], venne arrestato dalla [[Gestapo]] il 21 aprile 1941, condannato a morte a Berlino il 28 maggio 1942 e internato nel [[campo di concentramento di Sachsenhausen]] ([[Brandeburgo]]). Fame, freddo, umidità e il pestaggio a sangue di un guardiano gli procurarono un'[[emiplegia]] con [[Sincope (medicina)|sincope]]. Morì il 4 marzo 1944 e la sua salma non venne più ritrovata.
 
Il padre di Marcel, René ([[23 febbraio]] [[1879]] - [[4 marzo]] [[1944]]), ricco proprietario di industrie tessili ed esponente di spicco della [[resistenza francese]], venne arrestato dalla [[Gestapo]] il 21 aprile 1941, condannato a morte a Berlino il 28 maggio 1942 e internato nel [[campo di concentramento di Sonnenburg]] ([[Brandeburgo]]). Fame, freddo, umidità e il pestaggio a sangue di un guardiano gli procurarono un'[[emiplegia]] con [[Sincope (medicina)|sincope]]. Morì il 4 marzo 1944 e la sua salma non venne più ritrovata<ref>{{Cita web|url=https://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=2390|titolo=:: Corsia dei Servi :: Chi era Mons. Marcel Lefebvre?|sito=www.corsiadeiservi.it|accesso=2023-07-20}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.loquis.com/it/loquis/2686242/Campo+di+concentramento+di+Sonnenburg|titolo=Campo di concentramento di Sonnenburg, Słońsk Podcast|sito=Loquis|lingua=it|accesso=2023-07-20}}</ref>.
La madre, Gabrielle Watine ([[1880]]-[[1938]]), morì in concetto di santità. Marcel ebbe sette fratelli: René nato nel 1903 (diventerà sacerdote), Jeanne nel 1904, Bernadette nel 1907 (della quale la madre predisse che ''"sarà un segno di contraddizione"'', come avverrà quando fonderà, insieme al fratello Marcel, la Congregazione delle Suore della [[Fraternità San Pio X]]), Christiane nel 1908 (della quale la madre predisse che sarebbe divenuta carmelitana), Joseph nel 1914, Michel nel 1920 e Marie-Thèrèse nel 1925.<ref name="ReferenceA">AA.VV. ''"La Tradizione Cattolica"'' Anno XXIII n. 1 (82)- 2012 pag. 5-10</ref>
 
La madre, Gabrielle Watine ([[4 luglio]] [[1880]]-[[12 luglio]] [[1938]]), fu [[Ordine francescano secolare|terziaria francescana]], [[Società di San Vincenzo de' Paoli|volontaria vincenziana]] e {{cn|morì in concetto di santità}}.
=== Giovinezza e sacerdozio ===
Il 25 ottobre 1923 Marcel Lefebvre entrò nel Seminario francese di Santa Chiara di [[Roma]], sotto la direzione di padre Henri Le Floch C.S.Sp. (1862-1950), il quale lascerà un'impronta indelebile nella sua formazione, fondata sulla Tradizione della Chiesa e sulla teologia di san Tommaso d'Aquino (1225-1274). Dopo aver regolarmente svolto il [[servizio militare]] in patria, si laureò in filosofia ed in teologia alla [[Pontificia Università Gregoriana]]. Il 21 settembre 1929 a Lille fu ordinato sacerdote.<ref name="ReferenceA"/>
 
LaMarcel madre,fu Gabrielleil Watine ([[1880]]-[[1938]]), morì in concettoterzo di santità. Marcel ebbe sette fratelli: il primogenito, René, nato nel 1903, (diventeràfu [[Congregazione dello Spirito Santo|sacerdote), spiritano]] e missionario in Africa; seguono Jeanne, nata nel 1904, Bernadette nel 1907 (della quale la madre predisse che sarebbe stata ''"sarà un segno di contraddizione"'',: comeella avverràfondò quando fonderàinfatti, insiemecon alil fratellonome Marceldi Suor Maria Gabriella, la Congregazione delle Suore della [[Fraternità San Pio X]]), Christiane nel 1908 (dellache qualefu, secondo la madrepredizione predissedella chemadre, sarebbe[[Monache divenutacarmelitane|religiosa carmelitana]]; seguì il fratello Marcel e fu fondatrice del monastero di [[Quiévrain]]), Joseph nel 1914, Michel nel 1920 e Marie-Thèrèse nel 1925.<ref name="ReferenceA">AA.VV. ''"La Tradizione Cattolica"'', Anno XXIII n. 1 (82)- 2012, pagpp. 5-10</ref>
=== Vescovo in Africa ===
Dopo un breve periodo come vicario in una parrocchia operaia di [[Lilla (Francia)|Lilla]], entrò nella [[Congregazione dello Spirito Santo]] (fece la professione religiosa nel noviziato dei Padri dello Spirito Santo di Orly il 1º settembre 1931)<ref name="ReferenceA"/> e partì per il [[Gabon]] nell'ottobre [[1932]] come missionario. Iniziava così un rapporto tra [[monsignor]] Lefebvre e l'[[Africa]] che durò per trent'anni, fino al 1962. Appena giunto in Africa fu nominato [[professore]] di [[dogma]]tica e di [[Bibbia|Sacra Scrittura]] al seminario maggiore di [[Libreville]], che raggruppava tutti i seminaristi dell'Africa equatoriale Francese. Nel [[1934]] assunse la direzione del seminario.
 
=== Giovinezza e sacerdozioministero presbiterale ===
Seppe dare al clero locale una spiccata vocazione [[evangelizzazione|evangelizzatrice]] tanto da triplicare, tra il 1933 ed il 1947, la popolazione cattolica del Gabon; il paese divenne il più cristiano dell'Africa francofona, ed il secondo di tutto il continente africano. Nel [[1945]] don Marcel fu richiamato in Francia per assumere la direzione del seminario dei Padri dello Spirito Santo a [[Mortain]].
Il 25 ottobre 1923 Marcel Lefebvre entrò nel Seminario francese di Santa Chiara di [[Roma]], sotto la direzione di padre Henri Le Floch [[Congregazione dello Spirito Santo|C.S.Sp]]. (1862-1950), il quale lascerà un'impronta indelebile nella sua formazione, fondata sulla [[Tradizione (Chiesa cattolica)|Tradizione della Chiesa]] e sulla teologia di san [[Tommaso d'Aquino]] (1225-1274). Dopo aver regolarmente svolto il [[servizio militare]] in patria, si laureò in filosofia ede in teologia alla [[Pontificia Università Gregoriana]]. Il 21 settembre 1929 a LilleLilla fu ordinato sacerdote.<ref name="ReferenceA"/>
 
Dopo un breve periodo come vicario in una parrocchia operaia di [[Lilla (Francia)|Lilla]], entrò nella [[Congregazione dello Spirito Santo]] (fece la professione religiosa nel noviziato dei Padri dello Spirito Santo di Orly il 1º settembre 1931)<ref name="ReferenceA" /> e partì per il [[Gabon]] nell'ottobre [[1932]] come missionario. Iniziava così un rapporto tra [[monsignor]] Lefebvre e l'[[Africa]] che durò per trent'anni, fino al 1962. Appena giunto in Africa fu nominato [[professore]] di [[dogma]]tica e di [[Bibbia|Sacra Scrittura]] al seminario maggiore di [[Libreville]], che raggruppava tutti i seminaristi dell'Africa equatoriale Francese. Nel [[1934]] assunse la direzione del seminario.
Nel settembre [[1947]], a 42 anni Lefebvre fu, per volontà di [[papa Pio XII]], consacrato [[vescovo]] e nominato [[vicario apostolico]] del [[Senegal]]. Un anno dopo venne nominato [[delegato apostolico]] per tutta l'Africa francese: fu così il rappresentante della [[Santa Sede]] in 18 paesi africani, nei quali vi sono{{chiarire}}<!--quando? nel 1948? "vi erano"?-->{{senza fonte}} 45 giurisdizioni ecclesiastiche e 2 milioni di cattolici, con 1.400 sacerdoti e 2.400 religiose.
 
Seppe dare al clero locale una spiccata vocazione [[evangelizzazione|evangelizzatrice]] tanto da triplicare, tra il 1933 ed il 1947, la popolazione cattolica del Gabon; il paese divenne il più cristiano dell'Africa francofona, ede il secondo di tutto il continente africano. Nel [[1945]] don Marcel fu richiamato in Francia per assumere la direzione del seminario dei Padri dello Spirito Santo a [[Mortain]].
Nel [[1955]] diverrà il primo [[arcivescovo metropolita]] di [[Dakar]], quando in Senegal verrà istituita la gerarchia locale. Resterà delegato apostolico fino al [[1959]] e [[arcidiocesi di Dakar|arcivescovo metropolita di Dakar]] fino al [[1962]]. In 11 anni di lavoro come delegato apostolico le diocesi passarono da 44 a 65. A Dakar raddoppiò il numero dei cattolici e le chiese da tre divennero 13.
 
=== Ministero episcopale ===
=== Il ritorno in Francia. Alla guida degli Spiritani ===
Nel settembre [[1947]], a 42 anni Lefebvre fu, pervenne volontànominato dida [[papa Pio XII]], consacrato [[vescovo]] e nominato [[vicario apostolico]] del [[Senegal]]. Un anno dopo venne nominato [[delegato apostolico]] per tutta l'Africa francese: fu così il rappresentante della [[Santa Sede]] in 18 paesi africani, nei quali vi sono{{chiarire}}<!--quando? nel 1948? "vi erano"?-->{{senza fonte}} 45 giurisdizioni ecclesiastiche e 2 milioni di cattolici, con 1.400 sacerdoti e 2.400 religiose. Nel [[1955]] diverrà il primo [[arcivescovo metropolita]] di [[Arcidiocesi di Dakar|Dakar]], quando in Senegal verrà istituita la gerarchia locale. Resterà delegato apostolico fino al [[1959]] e arcivescovo metropolita di Dakar fino al [[1962]]. In 11 anni di lavoro come delegato apostolico le diocesi passarono da 44 a 65. A [[Dakar]] raddoppiò il numero dei cattolici e le chiese da tre divennero 13.
Nel gennaio del [[1962]] fu trasferito da arcivescovo metropolita di Dakar ad arcivescovo-vescovo della piccola [[diocesi di Tulle]] in Francia (nonostante fosse vacante l'[[arcidiocesi di Albi]]). L'Assemblea dei cardinali e degli arcivescovi francesi, antesignana della Conferenza episcopale francese, esclude dal suo seno gli arcivescovi che guidino una sede non arcivescovile: un provvedimento che penalizza solo mons. Lefebvre.
 
==== Il ritorno in Francia. Alla guida degli Spiritani ====
Marcel Lefebvre si era formato al seminario francese di Roma ai tempi in cui superiore della [[Congregazione dello Spirito Santo]] era padre Henri Le Floch ([[1862]]-[[1950]]), che nel [[1927]] lasciò la guida della congregazione dopo la condanna dell'[[Action Française]] da parte di [[papa Pio XI]]. Nel sostenere la posizione di Pio XI, [[Papa Giovanni XXIII]], all'epoca in cui era [[nunziatura apostolica in Francia|nunzio apostolico in Francia]] ([[1944]] - [[1953]]), si scontrò con Lefebvre. I motivi di contrasto con l'episcopato francese e con papa Giovanni XXIII sono tre: la ferma opposizione di mons. Lefebvre alle innovazioni in campo teologico, liturgico e sociale; il rapporto con l'[[Islam]], che Lefebvre taccia di fanatismo; e il sostegno di Lefebvre alla ''Cité catholique'' di [[Jean Ousset]], un'associazione cattolica controrivoluzionaria.
Nel gennaio del [[1962]] fu trasferito da arcivescovo metropolita di Dakar ad arcivescovo-vescovo della piccola [[diocesi di Tulle]] in Francia (nonostante fosse vacante l'[[arcidiocesi di Albi]]). L'Assemblea dei cardinali e degli arcivescovi francesi, antesignana della Conferenza episcopale francese, escludeescluse dal suo seno gli arcivescovi che guidinoguidassero una sede non arcivescovile: un provvedimento che penalizzapenalizzava solo mons. Lefebvre.
 
Marcel Lefebvre si era formato al seminario francese di Roma ai tempi in cui superiore della [[Congregazione dello Spirito Santo]] era padre [[Henri Le Floch]] ([[1862]]-[[1950]]), che nel [[1927]] lasciò la guida della congregazione dopo la condanna dell'[[Action Française]] da parte di [[papa Pio XI]]. Nel sostenere la posizione di Pio XI, mons. [[Papa Giovanni XXIII|Angelo Giuseppe Roncalli]] (poi eletto papa con il nome di Giovanni XXIII), all'epoca in cui era [[nunziatura apostolica in Francia|nunzio apostolico in Francia]] ([[1944]] - [[1953]]), si scontrò con Lefebvre. I motivi di contrasto con l'episcopato francese e con papa Giovanni XXIIIRoncalli sono tre: la ferma opposizione di mons. Lefebvre alle innovazioni in campo teologico, liturgico e sociale; il rapporto con l'[[Islam]], che Lefebvre taccia di fanatismo; e il sostegno di Lefebvre alla ''Cité catholique'' di [[Jean Ousset]], un'associazione cattolica controrivoluzionaria.
Il 25 luglio [[1962]], pochi mesi dopo il suo ritorno in Francia, il capitolo generale della sua congregazione lo elegge superiore generale. Anche all'interno del capitolo mons. Lefebvre ha tuttavia degli oppositori, che fanno capo ai docenti del seminario di Chevilly, che condividono la linea progressista dell'episcopato francese.
 
Il 25 luglio [[1962]], pochi mesi dopo il suo ritorno in Francia, il capitolo generale della sua congregazione lo elegge superiore generale. Anche all'interno del capitolo mons. Lefebvre ha tuttavia degli oppositori, che fanno capo ai docenti del seminario di Chevilly, che condividono la linea progressista dell'episcopato francese.
La sua guida della Congregazione dello Spirito Santo è segnata da tre momenti di tensione: la nomina a suo perito conciliare di Victor Berto, un sacerdote secolare; il tentativo di imporre a tutti i confratelli la talare e la collaborazione di mons. Lefebvre alla rivista di destra ''Rivarol'', per cui pubblica una corrispondenza dal Concilio con toni sferzanti.
 
La sua guida della Congregazione dello Spirito Santo è segnata da tre momenti di tensione: la nomina a suo perito conciliare di [[Victor-Alain Berto]], un sacerdote secolare; il tentativo di imporre a tutti i confratelli la talare e la collaborazione di mons.Marcel Lefebvre alla rivista di destra ''Rivarol'', per cui pubblica una corrispondenza dal Concilio con toni sferzanti.
Tra gli Spiritani c'è chi non segue il superiore generale e addirittura qualcuno, come don Béguerie, abbandona la congregazione. Al capitolo generale del 9 settembre [[1968]] mons. Lefebvre si presenta come dimissionario. In polemica per una controversia procedurale lascia il capitolo l'11 settembre e vi ritorna il 30 settembre, poco prima della vittoria del partito dei suoi oppositori. A novembre lo stesso mons. Lefebvre abbandonò la congregazione.<ref>[[Massimo Introvigne]], [http://www.cesnur.org/2011/mi-beg.html Recensione de "Il Sessantotto di mons. Lefebvre. Vers Écône" di Philippe Béguerie], dal sito del [http://www.cesnur.org/default.htm Cesnur]</ref>
 
Tra gli Spiritanispiritani c'è chi non segue il superiore generale e addirittura qualcuno, come don [[Philippe Béguerie]], abbandona la congregazione. Al capitolo generale del 9 settembre [[1968]] mons. Lefebvre si presenta come dimissionario. In polemica per una controversia procedurale lascia il capitolo l'11 settembre e vi ritorna il 30 settembre, poco prima della vittoria del partito dei suoi oppositori. A novembre lo stesso mons. Lefebvre abbandonò la congregazione.<ref>[[Massimo Introvigne]], [http://www.cesnur.org/2011/mi-beg.html Recensione de "Il Sessantotto di mons. Lefebvre. Vers ÉcôneEcône" di Philippe Béguerie], dal sito del [http://www.cesnur.org/default.htm Cesnur]</ref>
 
=== Il Concilio Vaticano II ===
{{vedi anche|Concilio Vaticano II}}
Come vescovo e superiore generale dei Padri dello Spirito Santo, Lefebvre parteciperà al [[Concilio Vaticano II]], dopo aver fatto parte nel [[1962]] della sua Commissione preparatoria e nominato da [[papa Giovanni XXIII]], Assistenteassistente al Soglio Pontificio. Durante il Concilio si schierò con l'ala conservatrice del ''[[Coetus Internationalis Patrum]]''; assunse un atteggiamento fortemente critico nei confronti del rinnovamento liturgico, della [[collegialità episcopale]], dell'ecumenismo e della libertà religiosa, che avrebbe lasciato "a tutte le false religioni la libertà d'espressione" in uno spirito "liberale ecumenico". Nonostante in seguito rinnegò il fatto, affermando di non aver firmato il documento in questione<ref>{{Cita web|url=http://www.agerecontra.it/public/press/?p=12290|titolo=Intervista a Monsignor Lefebvre|accesso=18 settembre 2014|lingua=en}}</ref>, Lefebvre firmò lui stesso uno dei documenti del Concilio, la ''[[Dignitatis Humanae]]'',<ref>{{Cita web|autore= Rev. Brian Harrison, O.S.|url=http://www.culturewars.com/CultureWars/Archives/Fidelity_archives/SSPX8.htm|titolo=Marcel Lefebvre: Signatory to Dignitatis Humanae|accesso=18 settembre 2014|lingua=en}}</ref> che si poneva a favore della libertà religiosa. Tuttavia questa firma, come afferma Paolo Pasqualucci, professore emerito di filosofia del diritto presso l'Università di Perugia, fu semplicemente "per presa visione" e non un'approvazione sostanziale del contenuto della ''[[Dignitatis Humanae]]''.
 
Infatti,Secondo affermauna loricostruzione stessodi parte di Paolo Pasqualucci, ricostruendoprofessore iemerito fattidi filosofia del diritto presso l'Università di Perugia, questa firma sarebbe stata semplicemente "per presa visione" e non un'approvazione sostanziale del contenuto della ''[[Dignitatis Humanae]]''. Lefebvre poseavrebbe posto il "''non placet"'' a ''Dignitatis Humanae'' e alla costituzione pastorale ''[[Gaudium et spes]]''; in seguito, su richiesta del [[papa Paolo VI]], einsieme deglia tutti gli altri vescovi presenti alla discussione, appose la propria "firma per presa visione" anche ai due documenti a cui prima aveva dato il "''non placet"'', come fecero tutti gli altri vescovi partecipanti<ref>Paolo Pasqualucci, ''Ancora sulla pertinace quanto infondata accusa a Mons. Lefebvre di aver "approvato", firmandoli, tutti i documenti del Concilio'', 03/07/3 luglio 2015, [[chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/07/paolo-pasqualucci-ancora-sulla.html]]</ref>. LaQuesta ricostruzione dei fatti è descritta ancheripetuta nella biografia di Lefebvre scritta da Mons.monsignor [[Bernard Tissier de Mallerais]], uno dei vescovi che Lefebvre ordinò nel 1988<ref>Bernard Tissier de Mallerais, "''Mons. Marcel Lefebvre. Una Vita"'', Chieti, Tabula Fati, Chieti, novembre 2005, pagp. 333</ref>. All'ex missionario l'ecumenismo, le modifiche alla liturgia e all'insegnamento religioso apparivano come altrettante concessioni «a uno spirito neo-modernista e neo-protestante» capace di condurre alla rovina del sacerdozio, all'annientamento del sacrificio e dei sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa. Insieme ad altri teologi espresse le sue critiche sulla [[Riforma liturgica del rito romano|riforma liturgica]] nel ''[[Breve esame critico del Novus ordo Missae]]'' pubblicato nel settembre 1969, documentocon della qualeprefazione idei cardinali Ottaviani e Bacci scrissero la prefazione.
{{vedi anche|Intervento Ottaviani}}
 
=== La Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X ===
{{Vedi anche|Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X}}
[[File:Econe Seminary.jpg|miniatura|sinistra|Il [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]] in Svizzera]]
 
Allo scopo di mantenere viva la tradizione [[Liturgia|liturgica]] di [[Sanpapa Pio V]] e più in generale la tradizione della Chiesa, aveva fondato nel [[1970]] la ''[[Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X]]'' (''FSSPX''), con un proprio [[seminario]] (ada [[Ecône]], in [[Svizzera]], fondato il 7 ottobre [[1970]]). Lefebvre si era ribellato alla frettolosa all'attuazione delle riforme conciliari e ottenne l'"istituzione canonica", che gli permise di fondare regolarmente la sua organizzazione. Nel 1970 [[François Charrière]], vescovo di [[diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo|Losanna, Ginevra e Friburgo]] firmò il decreto di fondazione della Fraternità. Nel 1971 Lefebvre annunciò ai suoi seminaristi il rifiuto di accettare il ''Novus Ordo Missae'' per motivi di coscienza.
 
=== La prima condanna ===
Fin dal [[1972]] i Vescovivescovi francesi bollarono [[Ecône]] come "seminario selvaggio" e cercarono di ottenerne la chiusura per la formazione e la mentalità ostile al Concilio Vaticano II. Il 19 marzo [[1975]] Lefebvre dichiarò che non si sarebbe mai separato dalla Chiesa, ma ciò non fu sufficiente a ridurre l'ostilità di parte delle gerarchie svizzere e francesi. Dopo le inchieste e lunghe procedure ecclesiastiche abituali mons. Pierre Mamie, [[Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo|vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo]], in stretto accordo con la conferenza episcopale svizzera e il [[Vaticano]], nel 1975 ritirò il riconoscimento canonico e ordinò la chiusura del [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]] ([[1975]]). Lefebvre rifiutò di accettare questa disposizione e disattese la proibizione di ordinare nuovi sacerdoti e di aprire nuove case. Mons.Il Nestor22 Adamluglio 1976 Lefebvre venne sospeso ''[[Diocesisospensione dia Siondivinis|vescovoa di Siondivinis]],'' cheda fu[[papa traPaolo i fautori di questa condannaVI]], siessendo alienòcosì unainterdetto parteda considerevolequalsiasi deiesercizio fedelipubblico delladel suaministero diocesi.sacerdotale<ref>Bernard TuttaviaLecomte, anche se venne lanciata l'interdizione'Giovanni controPaolo monsII. Lefebvre,La questi conserverà il potere di ordinare sacerdotibiografia'', in modo valido anche se illegittimoMilano, in quanto nemmeno la Chiesa o il papa in persona possono togliere un sacramento e il conseguente potere sacro2004, a un sacerdotep.<ref>{{cita web|url=http://www483.30giorni.it/articoli_id_20799_l1.htm|titolo=Fonte}}</ref>.
 
==== La Messa a Lilla ====
Il 22 luglio [[1976]] venne sospeso ''[[sospensione a divinis|a divinis]]'' da [[papa Paolo VI]] (vale a dire che gli fu interdetto qualsiasi ministero)<ref>Bernard Lecomte, "Giovanni Paolo II La biografia", Milano 2004, pag. 483</ref>.
[[File:MarcelArchbishop Lefebvre in Cordoba, ArgentinaLille.jpg|miniatura|sinistradestra|Mons. Lefebvre a Cordoba,Lilla Argentina,il nel29 1980agosto circa1976]]
Il 29 agosto 1976, nonostante una nuova lettera di [[Paolo VI]] in data 15 agosto, Mons. Lefebvre celebrò una messa solenne alnel palazzopalazzetto dello sport della fiera commerciale di Lille[[Lilla (Francia)|Lilla]], trasformata in un'immensa cappella dove si accalcarono 7000 fedeli. Mentre [[Paolo VI]] denunciò durante l'Angelus "l'atteggiamento di sfida a queste Chiavi poste fra le nostre mani da Cristo", Monsmons. Lefebvre protestò nella sua omelia "No, cari fedeli, non è una sfida, ma una manifestazione della vostra fede cattolica".<ref>Bernard Tissier de Mallerais, "''Mons. Marcel Lefebvre. unaUna vita"Vita'', Chieti, novembreTabula Fati, 2005, pagpp. 556-557</ref> Pur avendo avuto un incontro con Paolo VI l'11 settembre 1976, rifiutò di sottomettervisi.<ref>''Il Cristianesimo'', Milano, Rizzoli Editore, 1978, pp. 98-99</ref>
 
=== La S.visita Messaapostolica delladel sfidacardinale aÉdouard papa Paolo VIGagnon ===
[[File:ArchbishopMarcel Lefebvre in LilleCordoba, Argentina.jpg|miniatura|destrasinistra|Mons. Lefebvre a LilleCórdoba, in ilArgentina, 29nel agosto1980 1976circa]]
Negli anni successivi, quantunque continuasse le ordinazioni sacerdotali permanendo nella condizione di disobbedienza, ci furono diversi tentativi di dialogo da parte della [[Santa Sede]]. Con [[papa Giovanni Paolo II]], che ricevette Lefebvre in udienza privata già nel novembre [[1978]], i rapporti migliorarono e si riaprì il dialogo con Roma. Nel [[1983]] Lefebvre lasciò la guida della [[FSSPX]], rimanendone tuttavia l'indiscusso capo carismatico.
Il 29 agosto 1976, nonostante una nuova lettera di [[Paolo VI]] in data 15 agosto, Mons. Lefebvre celebrò una messa solenne al palazzo dello sport della fiera commerciale di Lille, trasformata in un'immensa cappella dove si accalcarono 7000 fedeli. Mentre [[Paolo VI]] denunciò durante l'Angelus "l'atteggiamento di sfida a queste Chiavi poste fra le nostre mani da Cristo", Mons. Lefebvre protestò nella sua omelia "No, cari fedeli, non è una sfida, ma una manifestazione della vostra fede cattolica".<ref>Bernard Tissier de Mallerais, "Mons. Marcel Lefebvre una vita", Chieti, novembre 2005, pag. 556-557</ref>
 
Il 27 agosto [[1986]] scrisse una lettera a otto Cardinalicardinali per allertare sul primo grande raduno interreligioso di [[Assisi]], affermando che lo scandalo era incalcolabile nelle anime dei cattolici e che la Chiesa ne era scossa nelle fondamenta.<ref name="ReferenceA"/>
Pur avendo avuto un incontro con [[Paolo VI]] l'11 settembre [[1976]], rifiutò di sottomettervisi.<ref>AA.VV ''"Il Cristianesimo"'', Rizzoli Editore, Milano 1978 pag. 98-99</ref>
 
Nel giugno del 1987 mons. Lefebvre confermò pubblicamente la sua intenzione di consacrare alcuni vescovi, che avrebbero continuato la sua opera dopo la sua morte. Ad agosto dello stesso anno indirizzò una lettera aai mons.vescovi [[Richard Williamson|Williamson]], [[Bernard Tissier de Mallerais|de Mallerais]], [[Bernard Fellay|Fellay]] e [[Alfonso de Galarreta|de Galarreta]], nella quale dichiarava che la riforma liturgica del Concilio Vaticano II aveva determinato un crollo diffuso della fede nella [[diofisismo|divinità]] di Gesù Cristo Dio, che la sua famiglia sacerdotale è perseguitata da una "Roma modernista e liberale", occupata da degli [[Anticristo|anticristi]], e impegnata in un'opera distruttrice del [[Regno di Dio]]. Chiese ai sacerdoti di accettare la [[consacrazione episcopale]] per suo tramite, confidando che "quanto prima la [[cattedra di Pietro|Sede di Pietro]] sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico"<ref>{{cita web | url = https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | titolo = Lettera di Mons. Marcel Lefebvre ai futuri Vescovi della Fraternità San Pio X | data = 29 agosto 1987 | sito = [[Fraternità Sacerdotale San Pio X|sanpiox.it]] | urlarchivio = https://archive.todayis/20190327000515/https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | dataarchivio = 27 marzo 2019 | urlmorto = no | accesso = 31 marzo 2019 }}</ref>.
=== La visita apostolica del cardinale Edouard Gagnon ===
[[File:Marcel Lefebvre in Cordoba, Argentina.jpg|miniatura|sinistra|Mons. Lefebvre a Cordoba, Argentina, nel 1980 circa]]
Negli anni successivi, quantunque continuasse le ordinazioni sacerdotali permanendo nella condizione di disobbedienza, ci furono diversi tentativi di dialogo da parte della [[Santa Sede]]. Con [[papa Giovanni Paolo II]], che ricevette Lefebvre in udienza privata già nel novembre [[1978]], i rapporti migliorarono e si riaprì il dialogo con Roma. Nel [[1983]] Lefebvre lasciò la guida della [[FSSPX]], rimanendone tuttavia l'indiscusso capo carismatico.
 
Dopo due incontri fra il cardinal Ratzinger e Lefebvre (luglio e ottobre del 1987) fu nominato visitatore apostolico di EcôneÉcône il cardinal [[Édouard Gagnon]], un prelato ben conosciuto per le sue posizioni ultraconservatriciconservatrici e opposte a quelle dell'episcopato francese. La fase della visita apostolica del cardinale [[Edouard Gagnon]] alla FSSPX (novembre-dicembre 1987) si concluse con una relazione stesa da quest'ultimo nel marzo del 1988.<ref>Guasco Maurilio - GuerrieroGuasco, Elio - TranielloGuerriero, Francesco Traniello, ''"La Chiesa del Vaticano II (1958-1978)"'', Cinisello Balsamo (Milano), 1994 parte seconda, pagpp. 680-681</ref>
Il 27 agosto [[1986]] scrisse una lettera a otto Cardinali per allertare sul primo grande raduno interreligioso di [[Assisi]], affermando che lo scandalo era incalcolabile nelle anime dei cattolici e che la Chiesa ne era scossa nelle fondamenta.<ref name="ReferenceA"/>
 
Nel giugno del 1987 mons. Lefebvre confermò pubblicamente la sua intenzione di consacrare alcuni vescovi, che avrebbero continuato la sua opera dopo la sua morte. Ad agosto dello stesso anno indirizzò una lettera a mons. [[Richard Williamson|Williamson]], [[Bernard Tissier de Mallerais|de Mallerais]], [[Bernard Fellay|Fellay]] e [[Alfonso de Galarreta|de Galarreta]], nella quale dichiarava che la riforma liturgica del Concilio Vaticano II aveva determinato un crollo diffuso della fede nella [[diofisismo|divinità]] di Gesù Cristo Dio, che la sua famiglia sacerdotale è perseguitata da una "Roma modernista e liberale", occupata da degli [[Anticristo|anticristi]], e impegnata in un'opera distruttrice del [[Regno di Dio]]. Chiese ai sacerdoti di accettare la [[consacrazione episcopale]] per suo tramite, confidando che "quanto prima la [[cattedra di Pietro|Sede di Pietro]] sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico"<ref>{{cita web | url = https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | titolo = Lettera di Mons. Marcel Lefebvre ai futuri Vescovi della Fraternità San Pio X | data = 29 agosto 1987 | sito = [[Fraternità Sacerdotale San Pio X|sanpiox.it]] | urlarchivio = https://archive.today/20190327000515/https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | dataarchivio = 27 marzo 2019 | urlmorto = no | accesso = 31 marzo 2019 }}</ref>.
 
Dopo due incontri fra Ratzinger e Lefebvre (luglio e ottobre del 1987) fu nominato visitatore apostolico di Ecône il cardinal Gagnon, un prelato ben conosciuto per le sue posizioni ultraconservatrici e opposte a quelle dell'episcopato francese. La fase della visita apostolica del cardinale [[Edouard Gagnon]] alla FSSPX (novembre-dicembre 1987) si concluse con una relazione stesa da quest'ultimo nel marzo del 1988.<ref>Guasco Maurilio - Guerriero Elio - Traniello Francesco ''"La Chiesa del Vaticano II (1958-1978)"'' Cinisello Balsamo (Milano) 1994 parte seconda pag. 680-681</ref>
 
=== Il protocollo d'intesa ===
[[File:Marcel Lefebvre 1981.jpg|miniatura|Mons. Lefebvre nel 1981]]
Poco dopo (8 aprile [[1988]]) una lettera di papa Giovanni Paolo II al [[Joseph Ratzinger|cardinale Ratzinger]], il futuro [[papa Benedetto XVI]], allora prefetto della [[Congregazione per la dottrina della fede]], tracciava le linee di una proposta che permettesse alla FSSPX di ottenere una collocazione regolare nella [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], in piena comunione con la [[Santa Sede|Sede apostolica]]. Su questa base ebbero luogo diversi incontri tra due apposite delegazioni, fino a raggiungere l'accordo su un protocollo firmato il 5 maggio [[1988]].
 
Il 5 maggio [[1988]] Lefebvre e il cardinale Ratzinger firmano un protocollo d'intesa per l'utilizzo dei libri liturgici approvati nel [[1962]] (gli ultimi che il movimento lefebvriano utilizza, poiché precedenti la [[Riforma liturgica del rito romano|riforma liturgica]] del Concilio Vaticano II), per la costituzione della FSSPX in [[società di vita apostolica]] con particolari diritti e prerogative e possibilmente guidata da un vescovo. Il protocollo comprendeva una dichiarazione di ordine dottrinale e il progetto di un dispositivo giuridico nonché di misure destinate a regolare la situazione canonica della FSSPX e delle persone a essa collegate, e ipotizzava la creazione di una commissione vaticana per coordinare i rapporti con i dicasteri della [[Curia romana]] e con i vescovi diocesani, come pure per risolvere i futuri problemi. In tale documento, Lefebvre, a nome suo e della FSSPX, promette [[obbedienza]] alla Chiesa e al [[Papa]], dichiara di non voler più discutere il Vaticano II in termini polemici, accetta in particolare la sezione 25 della ''[[Lumen Gentium]]'' sul [[magistero pontificio]], riconosce la validità dei nuovi riti della Messa. Il giorno dopo Lefebvre ritrattò, affermando di essere caduto in trappola e di non potersi astenere dall'ordinare un vescovo il 29 giugno successivo allo scopo di garantire un suo successore alla Fraternità.
 
Per evitare che Lefebvre proceda con l'atto ritenuto scismatico, il 24 maggio [[1988]] papa Giovanni Paolo II gli concede l'autorizzazione di ordinare un vescovo "alla prossima solennità mariana" (nel caso specifico si trattava del 15 agosto, solennità dell'[[Assunzione della Vergine Maria]]) ma Lefebvre risponde per iscritto che ha bisogno di non uno, ma di tre vescovi, e che intende ugualmente consacrarli il 29 giugno. Il cardinale Ratzinger gli risponde che permanendo questo atteggiamento di disobbedienza, il permesso di consacrare un vescovo il 15 agosto sarebbe stato ritirato.
Il giorno dopo Lefebvre ritratterà, affermando di essere caduto in trappola e di non potersi astenere dall'ordinare un vescovo il 29 giugno successivo allo scopo di garantire un suo successore alla Fraternità.
 
Lefebvre ritorna in [[Svizzera]] e mette in discussione il protocollo insistendo, tra l'altro, sulla necessità di ordinare vescovi tre sacerdoti della Fraternità entro il 30 giugno 1988. Chiede inoltre di avere la maggioranza dei membri della dell'istituenda commissione romana. Di fronte al rifiuto di Roma, ferma sulla concessione di un solo vescovo e sull'equilibrio prestabilito per la commissione, e di fronte all'invito a rimettersi in piena obbedienza alle decisioni del Papa, Lefebvre, in una lettera del 2 giugno, esprime l'opinione che il momento di una collaborazione franca e efficace non era ancora giunto e dichiara di voler procedere alle ordinazioniconsacrazioni episcopali anche senza mandato pontificio.
Per evitare che Lefebvre proceda con l'atto ritenuto scismatico, il 24 maggio [[1988]] papa Giovanni Paolo II gli concede l'autorizzazione di ordinare un vescovo "alla prossima solennità mariana" (nel caso specifico si trattava del 15 agosto, solennità dell'[[Assunzione della Vergine Maria]]) ma Lefebvre risponde per iscritto che ha bisogno di non uno ma tre vescovi, e che intende ugualmente consacrarli il 29 giugno. Il cardinale Ratzinger gli risponde che permanendo questo atteggiamento di disobbedienza, il permesso di consacrare un vescovo il 15 agosto sarebbe stato ritirato.
 
Lefebvre ritorna in [[Svizzera]] e mette in discussione il protocollo insistendo, tra l'altro, sulla necessità di ordinare vescovi tre sacerdoti della Fraternità entro il 30 giugno 1988. Chiede inoltre di avere la maggioranza dei membri della istituenda commissione romana. Di fronte al rifiuto di Roma, ferma sulla concessione di un solo vescovo e sull'equilibrio prestabilito per la commissione, e di fronte all'invito a rimettersi in piena obbedienza alle decisioni del Papa, Lefebvre, in una lettera del 2 giugno, esprime l'opinione che il momento di una collaborazione franca e efficace non era ancora giunto e dichiara di voler procedere alle ordinazioni episcopali anche senza mandato pontificio.
 
Lefebvre aveva mandato a monte il paziente lavoro del cardinale Ratzinger perché alla fine non si era fidato delle assicurazioni dei suoi interlocutori, soprattutto per quanto riguardava la consacrazione di un suo successore. Spiega padre Emmanuel du Chalard, collaboratore di Lefebvre in quei giorni: "Il cardinale [[Edouard Gagnon]] aveva condotto una visita apostolica a Ecône e aveva fatto intendere che non erano stati trovati dei sacerdoti con profilo episcopale. Monsignor Lefebvre temeva che il cardinale Ratzinger avrebbe chiesto consiglio al cardinal Gagnon e dunque che, non trovando il profilo episcopale all'interno della [[Fraternità San Pio X]], il nuovo successore sarebbe stato cercato fuori". Qualche tempo dopo, in un'intervista, Lefebvre raccontò di aver firmato l'accordo perché «non volevo si dicesse che non stavo ai patti», salvo ripensarci il giorno dopo. È probabile che a ispirare di forzare la mano fosse stata, all'epoca, l'ala più dura della Fraternità, la stessa che in seguito avrebbe fatto capo al vescovo [[Richard Williamson]], uno dei quattro ordinati quel 30 giugno 1988 da Lefebvre.
 
Il 9 giugno il Papa chiede ancora una volta di non procedere con tale «atto scismatico». Il 15 giugno 1988 Lefebvre annuncia in una conferenza stampa i nomi dei sacerdoti che intende ordinare vescovi, ritenendo che la Chiesa si trovassetrovi in un grave stato di necessità, per la sopravvivenza del sacerdozio e della Messa tradizionale.
 
=== L'ordinazione dei quattro vescovi e la scomunica ===
 
Nonostante un'ammonizione formale (17 giugno), il 30 giugno 1988 Lefebvre ordinavaordinò quattro vescovi (uno in più di quanto aveva annunciato in precedenza) e compivacompì così un atto [[scisma]]tico (a norma del canone 751 del ''[[Codice di diritto canonico|Codex iuris canonici]]''), avendo egli apertamente rifiutato la sottomissione al Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti. Di conseguenza, sia Lefebvre, sia i vescovi da lui consacrati incorrevanoincorsero ''ipso facto'' (cioè con lo stesso porre in essere l'atto) nella [[scomunica]] ''[[latae sententiae]]'' ("sentenza già data", ovvero vi si incorre per lo stesso fatto di porre il gesto) il cui scioglimento è riservato alla Sede Apostolica.<ref>Su YouTube è possibile vedere il [https://it.youtube.com/watch?v=gAr0psfJGeg video della cerimonia di consacrazione dei vescovi]</ref>
 
La sua [[scomunica]] da parte della Chiesa fu formalizzata illo stesso 30 giugno, a firma del [[cardinale]] [[Bernardin Gantin]]. Subito dopo, il 2 luglio 1988, papa Giovanni Paolo II, con il ''[[motu proprio]] [[Ecclesia Dei]]'' (chiamato anche ''Ecclesia Dei adflicta''),<ref name=":0">[http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_02071988_ecclesia-dei.html Lettera Apostolica "Ecclesia Dei" del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II in forma di "motu proprio"]</ref> dichiara il proprio dolore per l'infelice conclusione della questione, parlando esplicitamente di «disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unità della Chiesa» e di «atto scismatico» che ha per conseguenza diretta la scomunica. Tale atto scismatico è dovuto, secondo il Papa, a un'«incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione».
[[File:Bernard Fellay FSSPX.jpg|miniatura|Mons. Bernard Fellay, uno dei quattro vescovi consacrati illecitamente da mons. Lefebvre]]
 
La formalizzazione della scomunica riguardò solo i due vescovi consacranti (Marcel Lefebvre e [[Antônio de Castro Mayer]], quest'ultimo in via "presuntiva") e i quattro vescovi appena consacrati ([[Bernard Fellay]], [[Bernard Tissier de Mallerais]], [[Richard Williamson]] e [[Alfonso de Galarreta]]):. aA norma del [[Codice di Diritto Canonico]] la loro consacrazione fuè "valida"stata anche se "illecita".<ref>[http://www.unavoce-ve.it/03-03-14.htm, Documentoe delladunque commissionescismatica, Ecclesiama Dei]era invalida. cuiQuesto silo afferma la validità delle ordinazioni dei sacerdoti dellariaffermò [[Fraternitàpapa SacerdotaleBenedetto San Pio XXVI]] edopo delleavere S.tolto Messela dascomunica, questi officiate.</ref> Ilil 24 gennaio [[2009]] [[papa Benedetto XVI]] ha tolto, ai sopravvissuti, a loro richiesta, la scomunica.richiestaː<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cbishops/documents/rc_con_cbishops_doc_20090121_remissione-scomunica_it.html|titolo=Remissione della scomunica latae sententiae dal sito della sala stampa vaticana}}</ref> nella sua lettera ai vescovi cattolici riguardo alla remissione della scomunica, disse che i quattro vescovi erano stati ordinati "validamente ma non legittimamente".<ref>[http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2009/documents/hf_ben-xvi_let_20090310_remissione-scomunica.html Lettera del 10 marzo 2009]</ref><ref>{{cita web|url=http://www.30giorni.it/articoli_id_20799_l1.htm|titolo=Lettera di Benedetto XVI ai vescovi del 10 marzo 2009}}</ref><ref>[http://www.unavoce-ve.it/03-03-14.htm Documento della commissione Ecclesia Dei] in cui si afferma la validità delle ordinazioni dei sacerdoti della [[Fraternità sacerdotale San Pio X]] e delle S. Messe da questi officiate.</ref>
 
=== Morte ===
Lefebvre morì di [[Cancro (malattia)|cancro]] nel 1991. Al suo funerale, come è possibile vedere dalla documentazione fotografica e filmata di esso, tutti i preti presenti, compresi il Vescovovescovo del luogo, il segretario del cardinale [[Hyacinthe Thiandoum]], il cardinale [[Silvio Oddi]] e il [[Nunzionunzio apostolico]] in Svizzera, benedissero la salma.{{Senza fonte}} Il diritto canonico esclude gli scomunicati dalla ricezione dei sacramenti,<ref>[http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroVI_1331-1335_it.html#TITOLO_IV [[Codice di Diritto Canonico]], canone 1331}]</ref> ma non parla direttamente di una loro eventuale esclusione da ogni forma del [[Esequie#Il rito cattolico|rito cattolico delle esequie]], esclusione applicata però ai «peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli».<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_1183-1185_it.html#CAPITOLO_II|titolo=Codice di Diritto Canonico 1184}}</ref>
 
Venne sepolto nella cripta della chiesa del [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]], in [[Svizzera]].<ref>{{cita web|url=https://www.findagrave.com/memorial/20870303/marcel-fran%C3%A7ois-lefebvre|titolo=Archibishop Marcel François Lefebvre|accesso=7 ottobre 2017}}</ref> Sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: ''Tradidi quod et accepi'', ovvero: "Vi ho trasmesso semplicemente ciò che ho ricevuto". Si tratta di una frase dell'[[apostolo]] [[Paolo di Tarso]] (I, Cor. 15,3), in cui il significato di "et" è inteso come “semplicemente”, per ribadire l'interpretazione del mandato apostolico della Chiesa come opera di difesa del deposito della fede dalle deviazioni che, secondo Lefebvre, si erano diffuse ampiamente nella Chiesa soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, che avrebbe definitivamente spalancato le porte delle menti dei Cattolici agli errori del [[Modernismo teologico|modernismo]] (giudicato nell'[[enciclica]] ''[[Pascendi Dominici gregis]]'' del [[1907]] come "sintesi di tutte le eresie").<ref>{{cita libro | nome= Cristina| cognome= Siccardi| titolo= Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della Verità| anno= 2010| editore= Sugarco| città= Milano |pp= 17-19}}</ref> Il 24 settembre 2020 le sue spoglie sono state traslate nella cripta della Chiesachiesa del Cuore Immacolato di Maria, super decisione deldi padre [[Davide Pagliarani]], superiore generale della Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X, a seguito del voto del Capitolo Generale del 2018.<ref>{{cita web|url=http://www.farodiroma.it/econe-le-spoglie-dellarcivescovo-marcel-lefebvre-trasferite-il-24-settembre/|titolo= Ecône. Le spoglie dell’arcivescovo Marcel Lefebvre traslate il 24 settembre|accesso=27 settembre 2020}}</ref>
Lefebvre morì di [[Cancro (malattia)|cancro]] nel 1991. Al suo funerale, come è possibile vedere dalla documentazione fotografica e filmata di esso, tutti i preti presenti, compresi il Vescovo del luogo, il segretario del cardinale [[Hyacinthe Thiandoum]], il cardinale [[Silvio Oddi]] e il [[Nunzio apostolico]] in Svizzera, benedissero la salma.{{Senza fonte}} Il diritto canonico esclude gli scomunicati dalla ricezione dei sacramenti,<ref>[http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroVI_1331-1335_it.html#TITOLO_IV [[Codice di Diritto Canonico]], canone 1331}</ref> ma non parla direttamente di una loro eventuale esclusione da ogni forma del [[Esequie#Il rito cattolico|rito cattolico delle esequie]], esclusione applicata però ai «peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli».<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_1183-1185_it.html#CAPITOLO_II|titolo=Codice di Diritto Canonico 1184}}</ref>
 
In seguito, nel 2009, papa Benedetto XVI rimise la scomunica ai vescovi [[Bernard Fellay]], [[Bernard Tissier de Mallerais]], [[Richard Williamson]] e [[Alfonso de Galarreta]], consacrati irregolarmente da mons. Lefevbre <ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cbishops/documents/rc_con_cbishops_doc_20090121_remissione-scomunica_it.html|titolo=Remissione della scomunica latae sententiae ai vescovi della fraternità sacerdotale San Pio X Archiviato il 1º febbraio 2009 in Internet Archive.}}</ref>.
Venne sepolto nella cripta della chiesa del [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]], in [[Svizzera]].<ref>{{cita web|url=https://www.findagrave.com/memorial/20870303/marcel-fran%C3%A7ois-lefebvre|titolo=Archibishop Marcel François Lefebvre|accesso=7 ottobre 2017}}</ref> Sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: ''Tradidi quod et accepi'', ovvero: "Vi ho trasmesso semplicemente ciò che ho ricevuto". Si tratta di una frase dell'[[apostolo]] [[Paolo di Tarso]] (I, Cor. 15,3), in cui il significato di "et" è inteso come “semplicemente”, per ribadire l'interpretazione del mandato apostolico della Chiesa come opera di difesa del deposito della fede dalle deviazioni che, secondo Lefebvre, si erano diffuse ampiamente nella Chiesa soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, che avrebbe definitivamente spalancato le porte delle menti dei Cattolici agli errori del [[Modernismo teologico|modernismo]] (giudicato nell'[[enciclica]] ''[[Pascendi Dominici gregis]]'' del [[1907]] come "sintesi di tutte le eresie").<ref>{{cita libro | nome= Cristina| cognome= Siccardi| titolo= Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della Verità| anno= 2010| editore= Sugarco| città= Milano |pp= 17-19}}</ref> Il 24 settembre 2020 le sue spoglie sono state traslate nella cripta della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, su decisione del padre [[Davide Pagliarani]], superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, a seguito del voto del Capitolo Generale del 2018.<ref>{{cita web|url=http://www.farodiroma.it/econe-le-spoglie-dellarcivescovo-marcel-lefebvre-trasferite-il-24-settembre/|titolo=Ecône. Le spoglie dell’arcivescovo Marcel Lefebvre traslate il 24 settembre|accesso=27 settembre 2020}}</ref>
 
== Genealogia episcopale e successione apostolica ==
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* Vescovo [[Bernard Tissier de Mallerais]] (1988)
* Vescovo [[Richard Williamson]] (1988)
 
== Opere ==
* Marcel Lefebvre, ''Open Letter to Confused Catholics'', Kansas City, Angelus Press, 1987, {{ISBN|978-0-935952-13-1}}
* Marcel Lefebvre, ''They Have Uncrowned Him: From Liberalism to Apostasy, the Conciliar Tragedy'', [[Dickinson (Texas)|Dickinson]], 1988, {{ISBN|0-935952-05-5}}
* Marcel Lefebvre, ''Against the Heresies'', Kansas City, Angelus Press, 1997, {{ISBN|978-0-935952-28-5}}
* Marcel Lefebvre, ''A Bishop Speaks: Writings & Addresses 1963-1974'', [[Kansas City (Missouri)|Kansas City]], Angelus Press, 1998, {{ISBN|0-935952-16-0}}
* Marcel Lefebvre, ''I Accuse the Council!'', Kansas City, Angelus Press, 1998, {{ISBN|978-0-935952-68-1}}
* Marcel Lefebvre, ''The Mystery of Jesus: the Meditations of Archbishop Marcel Lefebvre'', Kansas City, Angelus Press, 2000, {{ISBN|978-1-892331-02-1}}
* Marcel Lefebvre, ''Religious Liberty Questioned – The Dubia: My Doubts about the Vatican II Declaration of Religious Liberty'', Kansas City, Angelus Press, 2001, {{ISBN|978-1-892331-12-0}}
* Marcel Lefebvre, ''The Mass of All Time: the Hidden Treasure'', Kansas City, Angelus Press, 2007, {{ISBN|978-1-892331-46-5}}
 
== Film ==
Il 29 settembre 2012, a Parigi, è stato presentato al pubblico per la prima volta il film ''Monsignor Lefebvre. Un Vescovovescovo nella tempesta'', dell'''Association pour la Défense du Patrimoine chrétien'' (Associazione per la Difesadifesa del Patrimoniopatrimonio cristiano).<ref>[https://tradizionalistacattolico.blogspot.it/2012/09/monsignor-lefebvre-un-vescovo-nella.html ''Monsignor Lefebvre: un Vescovo nella Tempesta'']</ref>
 
== Note ==
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* Philippe Héduy, ''Monseigneur Lefebvre et la Fraternité'', [[Éguelshardt]], Fideliter et [[Parigi|Paris]], Société de production littéraire, 1991 ISBN 2-903122-46-6;
* François Houang et Roger Mouton, ''Les Réalités de Vatican II et les désirs de Monseigneur Lefebvre'', [[Parigi|Paris]], Fayard, 1978 ISBN 2-213-00578-8;
* Abbé Denis Marchal, ''M<sup>gr</sup> Lefebvre : vingt ans de combat pour le sacerdoce et la foi, 1967-1987'', [[Parigi|Paris]], Nouvelles Éditions latines, 1988;
* Jean-Jacques Marziac :
**''Monseigneur Lefebvre, tome 1 : Soleil levant ou couchant : Mystères joyeux'', [[Parigi|Paris]], Nouvelles Éditions latines et [[Broût-Vernet]], Fideliter, 1979 ISBN 2-7233-0085-4,
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{{Box successione
|tipologia=ecclesiastico
|carica=[[Fraternità sacerdotale San Pio X|Superiore generale della Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X]]
|periodo=1º novembre [[1970]] - [[1982]]
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{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
 
[[Categoria:Fraternità Sacerdotale San Pio X]]
[[Categoria:Spiritani]]
[[Categoria:Vescovi e arcivescovi di Dakar]]
[[Categoria:Cattolici tradizionalisti]]
[[Categoria:Religiosi cattolici scomunicati]]
[[Categoria:Coetus Internationalis Patrum]]
[[Categoria:Fraternità Sacerdotalesacerdotale San Pio X]]
[[Categoria:Antimassoneria cattolica]]