<noinclude>{{protettaProtetta}}</noinclude>
{{nota disambigua||Hitler (disambigua)|Hitler}}
{{Carica pubblica
|nome = Adolf Hitler
|immagine = Hitler_portrait_cropHitler portrait crop.jpg
|didascalia = AdolfRitratto Hitler nelufficiale, 1938.
|carica = [[Führer]]|Führer della [[Germania nazista|Germania]]
|mandatoinizio = 2 agosto [[1934]]
|mandatofine = 30 aprile [[1945]]
|presidente =
|predecessore = [[Paul von Hindenburg]]<small><br />(come presidentePresidente del ''Reich'')</small>
|successore = [[Karl Dönitz]]<small><br />(come presidentePresidente del ''Reich'')</small>
|carica2 = [[Cancelliere del Reich|Cancelliere del ''Reich'']]
|mandatoinizio2 = 30 gennaio 1933
|vice2 = [[Franz von Papen]]<br />(1933-1934)<br />[[Hermann Göring]]<br />(1941-1945)
|mandatoinizio2mandatofine2 = 30 gennaioaprile [[1933]]1945
|presidente2 = [[Paul von Hindenburg]]<small><br />(fino al 2 agosto 1934)<br /> (se stesso) (1934-1945)</small>
|mandatofine2 = 30 aprile [[1945]]
|presidente2 = [[Paul von Hindenburg]]<br />(fino al 2 agosto [[1934]])
|predecessore2 = [[Kurt von Schleicher]]
|successore2 = [[Joseph Goebbels]]
|carica3 = [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori#Capi politici|Führer]] del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]]
|mandatoinizio3 = 29 giugnoluglio [[1921]]
|mandatofine3 = 30 aprile [[1945]]
|predecessore3 = [[Anton Drexler]]<small><br/>(come Presidente)</small>
|successore3 = [[Martin Bormann]]<small><br />(come Ministro di Partito)</small>
|partito = [[File:Deutsche Arbeiter Partei.svg | 26px]] [[Partito Tedesco dei Lavoratori]] <small><br/> (1919–19201919-1920)</small><br />[[File:NSDAP-Logo.svg | 26px]] [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] <small><br/> (1920–19451921-1945)</small>
|professione =
|firma = Hitler signature.svg
}}
{{Infobox militare
|Nome = Adolf Hitler
|Immagine = Bundesarchiv Bild 183-S62600, Adolf Hitler.jpg
|Data_di_nascita = 20 aprile [[1889]]
|Nato_a = [[Braunau am Inn]]
|Data_di_morte = 30{{Calcola aprile [[età3|1945]] (56 anni)|4|30|1889|4|20}}
|Morto_a = [[Berlino]]
|Cause_della_morte = [[Morte di Adolf Hitler|Suicidio]]
|Luogo_di_sepoltura =
|Nazione_servita = {{Bandiera|DEU 1871-1918}} [[Impero tedesco]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Germania nazista]]
|Etnia = [[Tedeschi|Tedesca]]
|Nazione_servitaForza_armata = {{Bandierasimbolo|DEU 1871-1918Kaiserstandarte.svg|20|bordo}} [[ImperoDeutsches tedescoHeer (1871-1919)|Deutsches Heer]]<br /> {{simbolo|FlagWar Ensign of the German ReichGermany (1935–19451938-1945).svg|2120|bordo}} [[Germania nazistaWehrmacht]]
|Forza_armataArma = {{simbolo|blankHeer - decal for helmet 1942.gifsvg|220}} [[Heer (Wehrmacht)|Heer]]
[[File:Kaiserstandarte.svg|16px|border]]{{simbolo|blank.gif|2}} [[Deutsches Heer (1871-1919)|Deutsches Heer]]<br /> {{simbolo|War Ensign of Germany (1938-1945).svg|21}} [[Wehrmacht]]
|Arma = [[Heer (Wehrmacht)|Heer]]
|Corpo =
|Specialità = Staffetta portaordini
|Unità = 1ª Compagnia<br />16º Reggimento di Fanteria "List"
|Reparto = 6ª Divisione di Riserva
|Anni_di_servizio = 1914–19181914-1918<br />1940-1945
|Grado = [[Caporale]]<br />[[Comandante in capo]]
|Ferite =
|Campagne = [[Campagna di Francia]]<br />[[Operazione Barbarossa]]<br />[[Fronte orientale (1941-1945)|Campagna di Russia]] <br/> [[Offensiva delle Ardenne]]
|Battaglie = [[Prima battaglia di Ypres]]<br />[[Battaglia della Somme]]<br />[[Battaglia di Arras (1917)|Battaglia di Arras]]<br />[[Battaglia di Passchendaele]]<br />[[Battaglia di Cambrai-San Quintino]]<br />[[Battaglia di Berlino]]
|Comandante_di = [[Wehrmacht]] <br/> (Comandante in capo 1940-1945) <br/> [[Oberkommando des Heeres#Comandanti|Comandante in capo dello ''Heer'']]
|Decorazioni = [[CroceFile:Iron diCross.png | Ferro26px]] [[Croce di prima classe<br />Ferro|Croce di Ferro di seconda classe <br/> [[Distintivo perI feritiClasse]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Frase_celebre = ''Dobbiamo essere crudeli. Dobbiamo riabituarci ad essere crudeli con la coscienza pulita''
|Altro_lavoro = [[politico]]
|Altro_campo =
|Nazionalità = austriaco
|NazionalitàNaturalizzato = tedesco
|PostNazionalità = , fu [[cancelliere del Reich]] in [[Germania nazista|Germania]] dal 1933 e ''[[Führer]]'' dal 1934, instaurando un [[dittatura|regime dittatoriale]] fino alla morte nel 1945
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato un politico [[Germania|tedesco]] di origine [[austriaca]], [[cancelliere del Reich]] dal 1933 e [[dittatore]], col titolo di '''''[[Führer]]''''', della [[Germania nazista|Germania]] dal 1934 al 1945
}}
Capo del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]], nonché principale ideatore del [[nazionalsocialismo]], Hitler conquistò il potere cavalcando l'orgoglio ferito del popolo tedesco, dopo la sconfitta nella [[prima guerra mondiale]] e la grave crisi economica che affliggeva la [[Repubblica di Weimar]]. Sfruttando la sua abilità oratoria e l'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di [[nazionalismo]], [[anticomunismo]] e [[antisemitismo]] e, dopo alterne vicende (fallito [[Putsch di Monaco|Putsch]] nel [[1923]] e conseguenti otto mesi di carcerazione, durante i quali iniziò la stesura del ''[[Mein Kampf]]''), arrivò alla Cancelleria tedesca nel gennaio del 1933 nominato dal Presidente della Repubblica [[1933Paul von Hindenburg]].<ref>{{cita web|url=https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/1933-key-dates|titolo=1933: le date più importanti|citazione=30 gennaio
Il Presidente della Repubblica von Hindenburg nomina Cancelliere Adolf Hitler, leader (Führer) del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei - NSDAP), oggi meglio conosciuto come Partito Nazista. Con questa decisione Hindenburg di fatto consegna il potere ai Nazisti e alla coalizione di governo di cui fa parte anche il Partito Nazionalista Tedesco del Popolo (Deutschnationale Volkspartei; DNVP).}}</ref>
Nel [[1934]], dopo la morte del presidente [[Pauldi von Hindenburg]], si attribuì per legge il titolo di ''Führer'' e Cancelliere del ''[[Germania nazista|Reich]]'', accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un [[Dittatura|regime dittatoriale]]. Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta principalmente a espandere il ''[[Lebensraum]]'' (in [[Lingua italiana|italiano]] "spazio vitale") tedesco a spese delle popolazioni dell'[[Europa orientale]].<ref>Il progetto hitleriano era la fondazione di un nuovo Impero pangermanico («Terzo ''Reich''»), erede del [[Sacro Romano Impero]] (962–1806) e dell'[[Impero tedesco]] (1871–1918).</ref> In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse a [[Campagna di Polonia|invadere la Polonia]] il 1º settembre del [[1939]], provocando così lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]].
Da quel momento, Hitler diresse personalmente le operazioni di guerra, esercitando un'influenza determinante nelle scelte strategiche e nella conduzione operativa. Grazie anche alle sue decisioni e alla sua determinazione, i primi anni del conflitto furono caratterizzati da impressionanti vittorie, che permisero al Terzo Reich di dominare gran parte dell'[[Europa]] e che sembrarono dimostrare l'invincibilità della ''[[Wehrmacht]]''. Tuttavia, a partire dal 1942, colcon il formarsi della potente coalizione degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati anglo-americano-sovietici]], la Germania dovette passare sulla difensiva e subire gli attacchi sempre più efficaci dei suoi nemici. Abbandonato dagli alleati, logorato dalle continue sconfitte e in [[Salute di Adolf Hitler|condizioni fisiche e psichiche sempre più precarie]], Hitler rifiutò di cedere le armi e continuò a resistere ostinatamente. Rimasto bloccato con le truppe a lui fedeli in una [[Berlino]] ormai accerchiata dall'[[Armata Rossa]], si [[Suicidio|suicidò]] nel suo [[Führerbunker|bunker]] il 30 aprile [[1945]] insieme alla compagna [[Eva Braun]], che aveva sposato il giorno prima.
Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu propugnatore di un'[[ideologia]] nazionalista e [[Razzismo|razzista]], enonché di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e socialiːsociali: [[Generalplan Ost|popolazioni slave]], [[PorajmosPorrajmos|etnie romanìromaní]], [[Storia dei testimoni di Geova nella Germania nazista e durante l'olocaustoOlocausto|testimoni di Geova]], [[Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocaustoOlocausto|omosessuali]], [[Resistenza tedesca|oppositori politici]], [[Massoneria|membriAtrocità della Massoneria]], [[Criminidei nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|prigionieri di guerra]], [[Aktion T4|disabili fisici e mentali]], e, in particolar modo, gli [[ebrei]]. Segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal [[1941]] di un piano d'internamento e sterminio noto con il nome di [[Soluzione finale della questione ebraica|soluzione finale]], al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di ''Shoah'' od [[Olocausto]].<ref>Il termine "''olocausto'' con riferimento al genocidio degli ebrei è ritenuto non ''[[politicamente corretto]]''; si veda [{{cita testo|url=http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/shoah.htm |titolo=Olocausto, Shoah, memoria] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20090203185403/http://olokaustos.org/saggi/saggi/shoah.htm |data=3 febbraio 2009 }}</ref> La parola [[genocidio]] fu coniata dall'ebreo polacco [[Raphael Lemkin]] in un'opera del 1944 sulle politiche di sterminio naziste.<ref>{{cita news|url=http://articles.cnn.com/2008-11-13/world/sbm.lemkin.profile_1_armenian-revolt-genocide-raphael-lemkin?_s=PM:WORLD|pubblicazione=CNN.com|autore=Jennifer Hyde|data=13 novembre 2008|accesso=18 febbraio 2012|titolo=Polish Jew gave his life defining, fighting genocide|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120202112905/http://articles.cnn.com/2008-11-13/world/sbm.lemkin.profile_1_armenian-revolt-genocide-raphael-lemkin?_s=PM:WORLD|dataarchivio=2 febbraio 2012}}</ref>
== Biografia ==
=== Famiglia di origine ===
{{vedi anche|Hitler (famiglia)}}
{{Doppia immagine verticale|sinistra|Alois Hitler.jpeg|Klara Hitler.jpg|130|I genitori di Hitler: [[Alois Hitler|Alois]] (nato Aloys Schicklgruber) e [[Klara Pölzl]]}}
[[Alois Hitler|Alois]], il padre del futuro dittatore, nato Aloys Schicklgruber nel 1837, era figlio illegittimo di [[Maria Schicklgruber]] e padre ignoto. Mantenne il cognome materno fino a trentanove anni e poi riuscì, probabilmente attraverso un parroco e un notaio compiacenti, a convincere la chiesa di [[Döllersheim]] e di [[Mistelbach]] (Alta Austria) a farsi dare il cognome del defunto marito della madre, tal Johann Georg Hiedler, un mugnaio itinerante morto venti anni prima, che tuttavia sempre si rifiutò di riconoscerne la paternità. Questi infatti aveva un fratello, Johann Nepomuk. Quest'ultimo aveva il cognome "Hiedler", mentre in altri documenti pare che il cognome fosse "Hüttler". Johann Nepomuk si prese cura di Alois bambino e molti storici ipotizzano che fosse il vero padre biologico del ragazzo.<ref name="autogenerato1" /> Lo stesso infatti dispose che Alois diventasse l'erede dei suoi lasciti. In definitiva, per mettere a tacere tutti questi accorgimenti, è probabile che il parroco abbia volutamente storpiato il cognome di Alois, che dal 1877 divenne ufficialmente "Hitler". Alois Hitler adulto entrò quindi come [[Dogana|doganiere]] al confine dell'Alta Austria. Nella sua vita ebbe tre mogli: dalla prima, Anna Glassl, più anziana e benestante di lui, sposata nel 1873, quando ancora non aveva mutato il suo cognome in "Hitler", si separò nel 1880, a causa delle sue numerose relazioni extraconiugali. La Glassl morì nel 1883 all'età di sessant'anni e Alois poté quindi risposarsi con la sua seconda moglie, [[Franziska Matzelberger]], dalla quale ebbe due figli: un omonimo Alois maschio e una femmina, Angela, dalla quale discende [[Angelika Raubal]], la nipote che fu tanto cara al futuro dittatore. Con il parto della secondogenita anche la seconda moglie morì a ventitré anni nel 1884. Alois si sposò quindi con la terza e ultima moglie, [[Klara Pölzl]], nel 1885. Adolf Hitler avrebbe successivamente confidato ai suoi più stretti collaboratori che, proprio per antitesi a questo volubile comportamento paterno, misto a un carattere rozzo e incapace di affetto, tentò di imporre a se stesso la più stretta monogamia e un comportamento morale irreprensibile (almeno in pubblico) anche a tutti gli appartenenti al suo ''entourage''.<ref name="autogenerato1" />
Egli aveva un fratello, Johann Nepomuk, il quale aveva il cognome "Hiedler", mentre in altri documenti pare che il cognome fosse "Hüttler". Johann Nepomuk si prese cura di Alois bambino e molti storici ipotizzano che fosse lui il vero padre biologico del ragazzo.<ref name="autogenerato1">Ibidem.</ref> Lo stesso infatti dispose che Alois diventasse l'erede dei suoi lasciti. Infine, Alois nel 1877 abbandonò il cognome materno e stabilì ufficialmente il suo cognome come "Hitler", ottenendo anche un certificato postumo dove figurava il nome di Johann Georg come padre. Adolf Hitler stesso evitò di approfondire le incerte origini familiari anche per il dubbio che si potessero trovare ascendenze ebraiche<ref>{{Treccani|adolf-hitler|Hitler, Adolf|autore= Gabriella Nisticò|accesso=3 maggio 2022}}</ref> e, poiché l'identità di suo nonno in effetti non è nota con certezza, sono state fatte anche tali ipotesi sull’ascendenza biologica di Alois, in particolare in seguito alla testimonianza resa nel [[Processo di Norimberga]] da [[Hans Frank]], che fu avvocato di fiducia di Adolf Hitler: egli dichiarò di avere scoperto, nel 1930, prove del fatto che il padre biologico di Alois fosse un [[Ebrei|ebreo]] benestante residente a [[Graz]], di nome Leopold Frankenberger, presso il quale Maria avrebbe lavorato come domestica intorno al 1836. Questa tesi è stata riproposta anche recentemente (Sax, 2019),<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Leonard Sax|data=1º giugno 2019 |titolo=Aus den Gemeinden von Burgenland: Revisiting the question of Adolf Hitler’s paternal grandfather |rivista=Journal of European Studies|volume=49|numero=2|pp=143-162 |lingua=en |accesso=7 novembre 2021 |doi=10.1177/0047244119837477 |url=https://doi.org/10.1177/0047244119837477 | issn = 0047-2441 }}</ref> incontrando tuttavia scetticismo da parte della maggioranza degli storici.<ref>{{Cita web|url=https://www.timesofisrael.com/historians-cast-doubt-on-hitler-jewish-heritage-claims/|titolo=Historians cast doubt on Hitler Jewish heritage claims|autore=Sam Sokol|lingua=en|accesso=7 novembre 2021}}</ref> Nessun Frankenberger risulta registrato a [[Graz]] durante quel periodo, nessun documento dimostra l'esistenza di Leopold Frankenberger, e per gli ebrei la residenza in Stiria fu illegale per quasi 400 anni e divenne legale solo decenni dopo la nascita di Alois.<ref name="HamannMommsen2010">{{Cita libro|autore1=Brigitte Hamann|autore2=Hans Mommsen|titolo=Hitler's Vienna: A Portrait of the Tyrant As a Young Man|url=https://books.google.com/books?id=AUBhhKDkn1sC&pg=PA50|data=3 agosto 2010|editore=Tauris Parke Paperbacks|isbn=978-1-84885-277-8|pp=10, 50}}</ref><ref name="McKale2011">{{Cita libro|autore=Donald McKale|titolo=Nazis After Hitler: How Perpetrators of the Holocaust Cheated Justice and Truth|url=https://books.google.com/books?id=paOLRR7q15wC&pg=PA147|data=16 dicembre 2011|editore=Rowman & Littlefield|isbn=978-1-4422-1318-0|p=147}}</ref><ref>Vedi ''Toland'', pp. 246–47; ''Kershaw'', pp. 8–9. La conclusione di Toland si basa sulla ricerca di Nikolaus Preradovic, dell'Università di Graz, che ha esaminato i libri della congregazione ebraica di Graz e ha concluso che prima del 1856 non c'era stato "un solo ebreo" a Graz dal XV secolo. Kershaw conclude che, chiunque possa essere stato il padre di Alois, non era un ebreo di Graz.</ref><ref>Rosenbaum, Ron (1999), ''Explaining Hitler: The Search for the Origins of His Evil'', London: Harper Perennial. ISBN 978-0-06-095339-3.</ref>
La madre di Hitler, Klara Pölzl, nacque nel 1860, originaria del villaggio di [[Spital (Weitra)|Spital-Weitra]]. Da adolescente prestò servizio come cameriera e domestica. Essendo sua madre una "Hiedler" è quindi probabile che Alois e Klara fossero imparentati, tanto che il parroco di [[Braunau am Inn]] respinse in un primo tempo la richiesta di matrimonio per motivi di consanguineità.<ref name="autogenerato1"/> Dunque pare che i due avessero dovuto chiedere la dispensa di [[papa Pio IX]] per sposarsi.<ref name=":12">{{Cita|Infield 1974}}.</ref> Dei sei figli della coppia Adolf fu il quartogenito e l'unico maschio ad aver raggiunto l'età adulta sano; infatti i fratelli maggiori erano tutti morti di [[difterite]], i primi due a due anni, Gustav (1885–1887) e Ida (1886–1888), mentre il terzo, Otto (1887–1887), poco dopo la nascita; il fratello minore, Edmund, sopravvisse fino ai sei anni (1894–1900). L'ultimogenita, [[Paula Hitler]] (1896–1960), ebbe invece un modico grado di ritardo mentale. Nel 1906 Klara subì una [[mastectomia]] a causa dell'insorgenza di un [[carcinoma]] mammario, tuttavia nonostante le cure fornite dal medico di famiglia [[Eduard Bloch|Eduard Block]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Eduard Bloch, "My Patient Hitler", Collier's Magazine, 15 marzo 1941, pp. 11; 34-39|rivista=Collier's Magazine|volume=|numero=}}</ref> morì l'anno dopo.
Alois Hitler da adulto fu assunto come [[Dogana|doganiere]] al confine dell'[[Alta Austria]], posto che mantenne per il resto della vita lavorativa.
=== Infanzia e giovinezza ===
Adolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 a [[Braunau am Inn]], una città dell'[[Impero austro-ungarico]], molto vicina al confine con l'[[Impero tedesco]].<ref>{{cita web | autore=Florian Kotanko | titolo = House of Responsibility | lingua = en | opera = House of Responsibility – Braunau am Inn | editore = HRB News | url = https://www.hrb.at/?path=languages%2Fenglish%2Fbody.php | accesso = 19 aprile 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200801184911/https://www.hrb.at/?path=languages%2Fenglish%2Fbody.php | urlmorto = sì }}</ref> Era il quartogenito di Alois Hitler e la sua terza moglie, Klara Pölzl. Tre dei fratelli di Hitler — Gustav, Ida e Otto — morirono in tenera età; con i coniugi Hitler, inoltre, vivevano anche i figli nati da un matrimonio precedente di lui, Alois Jr. (nato nel 1882) e Angela (nata nel 1883).<ref>Kershaw, p. 4.</ref> Quando Hitler aveva tre anni, la famiglia si trasferì a [[Passavia]], in [[Germania]], dove il futuro dittatore acquisì la sua cadenza basso-bavarese che lo avrebbe accompagnato nelle orazioni della sua futura vita politica. Successivamente, la famiglia fece ritorno in Austria, trasferendosi a [[Leonding]] nel 1894, e nel giugno 1895 Alois si ritirò a [[Hafeld]], nei pressi di [[Lambach (Austria)|Lambach]], dove fu attivo nell'[[apicoltura]]. Raggiunta l'età scolare, Hitler iniziò invece a frequentare la Volksschule, nella vicina Fischlham.<ref>{{cita libro | autore=August Kubizek | lingua=en|titolo= The Young Hitler I Knew | url= https://archive.org/details/younghitleriknew0000kubi | anno= 2006 | annooriginale = 1953 | editore= MBI | città= St. Paul, MN | isbn = 978-1-85367-694-9}}</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1989-0322-506, Adolf Hitler, Kinderbild retouched.jpg|miniatura|sinistra|Adolf Hitler da bambino]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1989-0322-506, Adolf Hitler, Kinderbild retouched.jpg|thumb|left|Hitler da bambino (foto del 1889-90 circa)]]
[[File:Anwesen Salzburger Vorstadt 15, Braunau am Inn.JPG|thumb|Salzburger Vorstadt 15, luogo che ha dato i natali al ''Führer'']]
Il trasferimento ad Hafeld coincise con l'inizio di intensi conflitti padre-figlio, causati dal rifiuto di Hitler di conformarsi alla rigida disciplina impartita dalla sua scuola: di conseguenza, il padre gli impartiva severe punizioni corporali, manifestando un carattere duro e dispotico, a fronte dell'attitudine più protettiva della madre. I progetti apicoltori di Alois Hitler ad Hafeld, frattanto, si conclusero con un fallimento e nel 1897 la famiglia si trasferì a Lambach. L'Hitler, raggiunta l'età di otto anni, intanto prendeva anche lezioni di canto, cantando nel coro della chiesa locale, e prendendo persino in considerazione l'idea di diventare prete.<ref name=Shirer/> Nel 1898 la famiglia tornò definitivamente a Leonding. Hitler fu profondamente colpito dalla morte del fratello minore Edmund, stroncato nel 1900 dal morbillo. A causa di questo lutto, Hitler si trasformò da studente fiducioso, estroverso e coscienzioso in un ragazzo cupo e distaccato, in costante combattimento con il padre e gli insegnanti.
Alois aveva fatto una carriera di successo nell'ufficio doganale e desiderava che suo figlio seguisse le sue orme. Hitler in seguito drammatizzò un episodio di questo periodo, in occasione del quale il padre lo portò a visitare un ufficio doganale, descrivendolo come un evento che accentuò uno spietato antagonismo tra di essi.<ref>{{cita libro | autore=Gustav Keller | lingua=de|titolo= Der Schüler Adolf Hitler: die Geschichte eines lebenslangen Amoklaufs | editore= LIT | città = Münster | anno= 2010 | isbn = 978-3-643-10948-4|pp=33-34}}</ref> Ignorando il desiderio del figlio di frequentare un liceo classico e diventare un artista, Alois obbligò Hitler a iscriversi alla Realschule di Linz nel settembre 1900.<ref>Kershaw, p. 8.</ref> Hitler fu particolarmente insofferente a questo obbligo, e nel ''Mein Kampf'' scrisse poi che trascurava volontariamente lo studio, nella prospettiva che il padre, visti «i pochi progressi che facevo all'istituto tecnico, mi lasciasse dedicare al mio sogno».
Adolf Hitler nacque alle 18.30 circa<ref name="Adolf Hitler 20152">''Adolf Hitler: Biografia di un dittatore - Una vita in 100 tappe, da anonimo pittore a devastatore del mondo''; BBC History; Monografia 07/015; luglio 2015.</ref> del sabato di [[Pasqua]] del 20 aprile [[1889]] a [[Braunau am Inn]], nella ''Gasthof Zum Pommern'' (in italiano: "Locanda del Pomerano"), un edificio di tre piani in [[Stile Biedermeier]] del [[1826]] che ospitava la dogana. Esso è situato nella borgata ("Vorstadt") numero 219, a non molta distanza dal luogo dove [[Napoleone Bonaparte]] aveva stabilito nel [[1805]] un suo quartier generale durante la campagna bellica culminata con la sua [[Battaglia di Austerlitz|vittoria ad Austerlitz]]. La demolizione dell'edificio era stata prevista già dal morente regime nazista al fine di non farlo cadere nelle mani dell'[[Armata Rossa]] che avanzava da oriente, ma venne salvato dall'esercito statunitense che per primo raggiunse la cittadina natale di Hitler il 2 maggio [[1945]].<ref>http://www.huffingtonpost.it/2016/10/17/casa-hitler-austria_n_12524406.html</ref> Nel settembre [[2016]] il governo austriaco lo ha espropriato per poi deciderne il destino, essendo la palazzina tutelata quale edificio storico: trasformarlo in un museo o più probabilmente raderlo al suolo al fine di scoraggiare i raduni dei nostalgici neonazisti.<ref>{{Cita web|url=http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2016/07/12/news/la-casa-natale-di-hitler-in-austria-potra-essere-demolita-1.13806478#|titolo=La casa natale di Hitler in Austria potrà essere demolita - Cronaca - Alto Adige|accesso=17 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160715084811/http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2016/07/12/news/la-casa-natale-di-hitler-in-austria-potra-essere-demolita-1.13806478#|dataarchivio=15 luglio 2016|urlmorto=sì}}</ref> Martedì 13 dicembre 2016, in un comunicato ufficiale del governo austriaco, il ministro degli Interni [[Wolfgang Sobotka]], che a luglio aveva detto che la casa sarebbe stata abbattuta, ha smentito la demolizione dell’abitazione. In una nota, Sobotka, insieme al sindaco di Braunau am Inn, ha comunicato che questa diventerà “un chiaro simbolo contro i crimini commessi da Adolf Hitler”. Le autorità non hanno demolito la casa “per non distruggere un pezzo di storia del paese”. Tuttavia, il timore era che "l’edificio diventasse un luogo di pellegrinaggio per i gruppi neonazisti, così si è scelta la soluzione di offrirla a [[Lebenshilfe]]", un'associazione caritatevole che si occupa di vittime di gravi handicap fisici e psichici, categorie di persone fortemente perseguitate dal regime di Hitler. Davanti alla casa natale di Hitler è ora posta una lapide che commemora le vittime del nazismo, la quale recita testualmente: «Für Frieden, Freiheit und Demokratie, nie wieder Faschismus. Millionen Tote mahnen», ovvero «Per la pace, la libertà e la democrazia, mai più il fascismo. Milioni di morti ricordano».
Così come molti austriaci e tedeschi, Hitler iniziò a coltivare e sviluppare idee nazionaliste e pangermaniche sin da una tenera età. Esprimeva lealtà solo alla nazione tedesca, ripudiando la monarchia asburgica e la sua società multietnica: già con gli amici, Hitler ricorreva all'«Heil» come saluto, e cantava il ''Deutschlandlied'' in luogo dell'inno nazionale austriaco.<ref name="HamannMommsen2010"/>
Braunau si trova 120 km ad ovest di [[Linz]] nella regione dell'[[Alta Austria]], allora parte dell'[[Impero austro-ungarico]], e ha una storia singolare: fino alla rettifica dei confini operata al [[congresso di Vienna]] del [[1814]] Braunau apparteneva al [[Regno di Baviera]], il che è storicamente comprovato. Infatti, la città natale di Hitler sorge sulla riva destra del fiume [[Inn]], ma costituisce un agglomerato unico con la cittadina di [[Simbach]] e gli abitanti delle due località si identificano come un unico comune, seppur il fiume costituisca un confine di Stato, con Braunau appartenente all'Austria e Simbach alla [[Baviera]], ovvero alla Germania. Di più: gran parte degli abitanti dei due centri sono vicendevolmente imparentati, parlano il medesimo dialetto e si sentono più in sintonia con gli abitanti di [[Monaco di Baviera]] che non con [[Vienna]].
{{Approfondimento|titolo=[[Vegetarianismo di Adolf Hitler|Hitler era vegetariano?]]|contenuto=Secondo Margot Woelk, sua assaggiatrice ufficiale dal 1942 al 1944, Hitler era [[vegetarianismo|vegetariano]].<ref>{{cita news|autore=Erica Orsini|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/ogni-volta-avevo-terrore-rimanere-avvelenata-carne-e-pesce-886062.html|titolo=Assaggiavo i pasti di Hitler e vi dico che era vegetariano|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=15 febbraio 2013|accesso=18 marzo 2013}}</ref> In un'intervista infatti riferisce :{{citazione|Tutto era vegetariano e tutto fatto da deliziosi ortaggi freschi, dagli asparagi al pepe ai fagioli con riso, fino alle insalate. Tutto era disposto su un piatto solo, così come voleva fosse servito. Non c’era assolutamente carne e non ricordo vi fosse anche del pesce.}}<ref>http://www.greenstyle.it/adolf-hitler-vegetariano-arriva-la-conferma-14939.html</ref><ref>http://www.newser.com/story/165567/hitlers-food-taster-tells-her-story.html</ref>
Stanti le testimonianze di molti gerarchi nazisti, Hitler fu sempre molto legato al suo paese natale. Nelle sue memorie [[Albert Speer]] fa riferimento a confidenze fattegli da Hitler in persona circa la giustificazione del suo amore verso la [[Germania]] in virtù del fatto che giudicasse «un dono del destino l'esser venuto al mondo in quella città (Braunau), segno della Divina Provvidenza a testimonianza della mia missione di riunificare tutte le etnie tedesche in un'unica razza, attorno a un unico focolare». Nel 1938 venne inoltre emesso un francobollo commemorativo sia per il suo compleanno che per l'''[[Anschluss]]'' sul quale Hitler veniva rappresentato di fianco alla chiesa del paese, nella quale era stato battezzato secondo il rito cattolico.
Della prima infanzia del futuro dittatore tedesco non si conosce molto. Di certo si sa che la famiglia di Hitler, a causa del lavoro del padre, era soggetta ad innumerevoli trasferimenti, il primo dei quali si ebbe nel 1892, quando Hitler aveva solo 3 anni. La famiglia conduceva una vita agiata, ma sembra che la situazione affettiva familiare non fosse altrettanto rosea. Da molte fonti s'apprende che il carattere di Alois Hitler era assai duro, severo coi figli e dispotico con la moglie.<ref>{{cita|Gardner 1995|p.255}}.</ref><ref>{{cita pubblicazione|anno=2011|titolo=A Psycho-Historical Analysis of Adolf Hitler: The Role of Personality, Psychopathology, and Development|rivista=Psychology and Society|volume=4 (2)|pp=58-63|lingua=en|autore2=Daniel Boduszek|autore3=Krzysztof Kielkiewicz|autore1=Philip Hyland}}</ref> Erano inoltre comuni sia le relazioni extraconiugali, che l'assenza da casa per diverse ore trascorse in osteria. Se la figura paterna era del tutto assente, viceversa, la figura materna era sempre e fin troppo presente, in quanto la madre riversava sui figli l'amore che non aveva da parte del marito, tanto da essere per taluni aspetti soffocante, come avrebbe in seguito dichiarato la sorella di Hitler, Paula. Dalla sua testimonianza si sa che spesso il padre offendeva i figli se non capivano all'istante un suo ordine, che Adolf ne sfidava l'autorità e che per questo comportamento veniva regolarmente picchiato. Una conferma del profondo legame con la madre<ref>Antonella Di Martino, ''[https://books.google.it/books?id=YfQ5-Tx9O88C&pg=PA1909&lpg=PA1909&dq=madre+adolf+hitler&source=bl&ots=qxLQdM-0mK&sig=z3Hap5juVh6qgATruDvXfWAjeVI&hl=it&sa=X&ved=0CCYQ6AEwATgKahUKEwj8xf7xkIXHAhXCiywKHehzCis#v=onepage&q=madre%20adolf%20hitler&f=false Adolf Hitler: Il dittatore]''</ref> si ha nel comportamento di Adolf che alla morte della madre ebbe a dichiarare: «Mi parve che il mondo intero mi fosse crollato addosso; mi ritrovavo senza la mia stella polare, a dover prendere le decisioni in prima persona...».<ref name=":12" /> Il medico che aveva in cura la donna testimonierà che mai aveva visto un ragazzo così distrutto dal dolore. Hitler, una volta divenuto dittatore, istituirà la Giornata della madre tedesca, con tanto di onorificenze paragonabili alle medaglie militari note come "[[Croce di Ferro]]", proprio nel giorno del genetliaco della madre, che cadeva il 12 agosto. Inoltre teneva un ritratto della madre sulla scrivania alla Cancelleria e sul comodino delle sue camere da letto, ivi inclusa quella del bunker ove si suicidò. Il rapporto col padre non migliorò mai; Alois fu sempre ignorato da Hitler, anche dopo che aveva avviato a [[Berlino]], in [[Wittenbergplatz]], un florido locale frequentato dai gerarchi del regime e alla sua morte il figlio non dedicò molte parole: «Non posso certo dire di aver provato un gran dolore...».<ref name=":12" />
Per lo storico [[Konrad Heiden]] Angela fu invece l'unica parente con cui Hitler conservò un legame affettuoso sino all'ultimo. Fu sua governante a [[Berchtesgaden]] dal 1928, fino a quando non si sposò con [[Martin Hammitzsch]], un professore di architettura di [[Dresda]], nel [[1936]]. Con la figlia di primo matrimonio della sorellastra, [[Angelika Raubal]], egli intrattenne successivamente una profonda relazione.
Dopo il primo trasloco da Braunau a [[Passavia]], prima che il padre andasse in pensione nel 1895, si trasferirono altre due volte: prima a [[Lambach (Austria)|Lambach]] e poi a [[Leonding]].{{Approfondimento|titolo=[[Vegetarianismo di Adolf Hitler|Hitler era vegetariano?]]|contenuto=Secondo Margot Woelk, sua assaggiatrice ufficiale dal 1942 al 1944, Hitler era [[vegetarianismo|vegetariano]].<ref>{{cita news|autore=Erica Orsini|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/ogni-volta-avevo-terrore-rimanere-avvelenata-carne-e-pesce-886062.html|titolo=Assaggiavo i pasti di Hitler e vi dico che era vegetariano|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=15 febbraio 2013|accesso=18 marzo 2013}}</ref> In un'intervista infatti riferisce :{{citazione|Tutto era vegetariano e tutto fatto da deliziosi ortaggi freschi, dagli asparagi al pepe ai fagioli con riso, fino alle insalate. Tutto era disposto su un piatto solo, così come voleva fosse servito. Non c’era assolutamente carne e non ricordo vi fosse anche del pesce.}}<ref>http://www.greenstyle.it/adolf-hitler-vegetariano-arriva-la-conferma-14939.html</ref><ref>http://www.newser.com/story/165567/hitlers-food-taster-tells-her-story.html?utm_source=syn&utm_medium=goognews&utm_campaign=chan3_feed</ref>
Lo stesso Hitler il 25 aprile 1942, come riportato nel libro ''Conversazioni di Hitler a Tavola'', durante un pranzo presso la Cancelleria del Reich esalta il regime vegetariano e la sua salubrità rispetto al consumo della carne.<ref>{{cita|Picker 2015|pp. 218-219}}.</ref>
Il professor Rynn Berry ha recensito ''The Heretics Feast'' (un libro che alimenta la leggenda di Hitler vegetariano) con queste parole: {{citazione|Mentre è vero che i medici di Hitler gli prescrissero una dieta vegetariana per curarne la flatulenza e un disturbo cronico dello stomaco, diversi tra i suoi biografi, come Albert Speer, Robert Payne, John Toland e altri, riportano la sua predilezione per salse a base di carne e carni trattate. Anche Spencer sostiene che Hitler divenne vegetariano soltanto a partire dal 1931: "Si potrebbe affermare che dal 1931 seguì una dieta vegetariana, ma la trasgrediva in alcune occasioni".}}
Quando si suicidò nel [[Führerbunker|bunker]] della Cancelleria nel 1945 aveva cinquantasei anni; sarebbe quindi stato vegetariano per quattordici anni. Dione Lucas, la donna che fu la sua cuoca personale ad Amburgo verso la fine degli anni trenta afferma nel suo libro ''Gourmet Cooking School Cookbook'' che il piatto preferito di Hitler – quello che richiedeva abitualmente – era il piccione farcito. "Non vorrei farvi passare la voglia di mangiarlo, ma potrebbe interessarvi sapere che il piccione farcito era in assoluto il piatto preferito del signor Hitler, che cenava spesso in quest'hotel".
Si può quindi concludere che Hitler non sia stato tutta la vita vegetariano, ma che lo divenne in età adulta nei primi anni del 1930.
|allineamento=destra}}
[[File:Adolf Hitler as a child.jpg|thumb|left|Hitler in una fotografia scolastica]]
Alois Hitler morì il 3 gennaio 1903 per un'emorragia polmonare. La vedova, Klara, morì il 21 dicembre 1908. All'età di 19 anni Adolf rimasto così orfano, lasciò la sua casa per Vienna, dove aveva vaghe speranze di diventare un artista. Aveva diritto a una pensione da orfano, che integrava lavorando come illustratore. Aveva un certo talento artistico e spesso elaborava dipinti di case e grandi palazzi. Si conservano alcune tele di discreta fattura.
Non è facile tracciare organicamente un quadro dell'adolescenza di Adolf Hitler. Il testo più completo al riguardo è quello di Joachim Fest.<ref name=autogenerato2>{{cita|Fest 2005}}.</ref> Dopo esser andato in pensione (1895) Alois si trasferì con la famiglia al seguito a [[Leonding]], vicino a Linz, dove iscrisse il figlio Adolf alle scuole elementari del sobborgo di [[Fishlman]]. Alois Hitler morì il 3 gennaio 1903 per un'emorragia polmonare, forse provocata dalla [[tubercolosi]]. Aveva sempre avversato la tendenza artistica del figlio, anche con modi molto bruschi, come ebbe a ricordare Hitler in persona in diverse occasioni.<ref>''Adolf Hitler ed Eva Braun'', Mondadori, 1979.</ref> Nel 1904 durante la catechesi per la [[Confermazione|cresima]] Hitler per un paio di mesi meditò di farsi prete, essendo molto affascinato dalle celebrazioni religiose e dall'organizzazione gerarchica della Chiesa cattolica.<ref name="Pino Rauti 1966">{{cita|Rauti 1966|titolo=L'immane conflitto}}.</ref>
Secondo Hitler stesso, fu a Vienna che il futuro dittatore iniziò ad avvicinarsi all'[[antisemitismo]], un'ossessione che avrebbe dominato la sua vita e sarebbe divenuta la chiave di molte delle sue azioni successive. Vienna aveva una grossa comunità ebraica, comprendente molti [[Ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] dell'Europa orientale. Hitler in seguito ricordò il suo disgusto nell'incontrare gli ebrei viennesi. A Vienna l'antisemitismo si era sviluppato dalle sue origini religiose in una dottrina politica, promosso da pubblicisti come [[Adolf Lanz|Lanz von Liebenfels]], i cui libelli venivano letti da Hitler, e da politici come [[Karl Lueger]], borgomastro di Vienna, o [[Georg von Schönerer]], che contribuì agli aspetti [[Razzismo|razziali]] dell'antisemitismo. Da loro Hitler acquisì il credo nella superiorità della [[razza ariana]], che formò le basi delle sue idee politiche. Hitler arrivò a credere che gli ebrei fossero i nemici naturali degli "ariani" e fossero anche in qualche modo responsabili per la sua povertà e incapacità di ottenere il successo che credeva di meritare.
A proposito del [[cristianesimo]] Hitler, che amava particolarmente lo studio della storia, rifiutava l'ascendenza ebrea di [[Gesù|Gesù Cristo]], sposando la tesi dello scrittore romano anticristiano [[Celso (filosofo)|Celso]], secondo il quale il [[Messia]] sarebbe nato da una relazione adulterina di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] con un legionario romano di origine germanica, tal Panthera; aveva illustrato a [[Joseph Goebbels]] come il titolo di "Sommo Pontefice" portato dal [[Papa]] era appartenuto in precedenza agli imperatori romani e che la divisione amministrativa territoriale della chiesa in diocesi riprendeva letteralmente la sistemazione territoriale dell'[[impero romano]] di [[Diocleziano]] e di [[Costantino]].<ref name="Pino Rauti 1966"/> Mentre alla Volkschule (corrispondente all'incirca alla [[scuola elementare]] italiana) Hitler si era rivelato uno studente diligente per tutti i cinque anni di frequenza, non ne volle invece sapere di continuare gli studi, ma venne costretto ugualmente dal padre a iscriversi alla Realschule di Linz, né avrebbe potuto rifiutarsi, pena l'evasione dall'obbligo scolastico, in quanto l'istruzione obbligatoria fu introdotta in Austria nel [[1869]].<ref name="ReferenceC">{{Cita|Davidson 1977|p. 13}}.</ref>
Gli storici moderni sono arrivati alla conclusione che il rapporto di Hitler con il [[Questione ebraica|problema ebraico]] e la sua genesi non nacquero nella capitale austriaca, bensì molti anni dopo. Testimonianze di [[Reinhold Hanisch]] sottolineano come Hitler tenesse rapporti di lavoro, amicizia e dialogo con alcuni ebrei. Lo storico [[Richard J. Evans]] afferma che "gli storici ora generalmente concordano sul fatto che il suo famigerato e omicida antisemitismo emerse ben dopo la sconfitta della Germania [nella prima guerra mondiale], come un prodotto della paranoica spiegazione della" pugnalata alle spalle "per la catastrofe".<ref>{{Cita web|url=https://www.theglobeandmail.com/arts/books-and-media/hitlers-first-war-by-thomas-weber/article4261721/|titolo=Hitler's First War, by Thomas Weber|autore=RICHARD J. EVANS|data=22 giugno 2011}}</ref> Anche [[Ian Kershaw]], uno dei massimi esperti sul nazismo, conclude che Hitler fu sì antisemita durante la sua permanenza a Vienna, ma si trattava di un "odio personalizzato" e interiorizzato poiché aveva bisogno degli ebrei per vivere. Il suo esacerbato antisemitismo sarebbe apparso solo alla fine della guerra nel 1918-1919, quando “razionalizzò il suo odio viscerale in una visione del mondo”.<ref>{{Cita libro|autore=Ian Kershaw|titolo=Hitler. Vol. 1: 1889-1936|anno=1999|editore=Bompiani|pp=82-91|capitolo=Emarginazione - Capitolo II|ISBN=8845242803}}</ref> Infine Hans-Ulrich Thamer riassume "in seguito Hitler avrebbe dichiarato che il suo antisemitismo era scaturito a Vienna dall'incontro con gli ebrei dell'Europa orientale: un'altra evidente invenzione derivata dalla lettura di testi razzisti e adattata alla propria biografia"<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Hans-Ulrich Thamer|titolo=Adolf Hitler. Biografia di un dittatore|editore=Carocci|p=34|ISBN=8843098195}}</ref> per poi concludere "il processo di formazione politica non si sviluppò e consolidò affatto a Vienna, come Hitler avrebbe più volte dichiarato in seguito".<ref name=":1" />
Nel [[1900]] Hitler era iscritto all'istituto tecnico "Linz Realschule" con pessimo profitto; il suo rendimento scolastico peggiorava e subì una bocciatura al primo anno ([[1901]]) e una seconda al terzo ([[1904]]), in francese, dovendo affrontare gli esami di riparazione a settembre sia nel 1904 che nel [[1905]] e venendo respinto definitivamente nel febbraio 1905 in tedesco, francese, matematica e stenografia.<ref name="autogenerato1"/> Nell'ottobre del 1904 gli venne rifiutata l'iscrizione alla sua scuola di Linz per cattiva condotta e venne indirizzato a [[Steyr]], una cittadina lontana 25 km, ma anche qui il rendimento era talmente scarso da non permettergli il conseguimento del diploma di scuola superiore, con gran dolore della madre.<ref name="autogenerato1">Ibidem.</ref> Terminata la scuola dell'obbligo nel settembre [[1905]], venne ritrovato privo di sensi a causa di un'ubriacatura, cosa che indusse il futuro dittatore ad avversare l'alcool per il resto dei suoi giorni.<ref>Joachim C. Fest, ''Hitler, una carriera'', Rizzoli, 1978, (BUR).</ref> L'ubriacatura venne descritta dal futuro dittatore come una sorta di "goliardata di fine anno scolastico" in un'osteria locale, bisboccia durante la quale "erroneamente" scambiò, a suo dire, la pagella per la carta igienica.<ref name="ReferenceC"/> In ogni caso, in quell'anno terminò la carriera scolastica di Hitler, essendo la durata totale della scuola dell'obbligo allora, in Austria, pari a nove anni.
I soldi ereditati dalla zia ben presto terminarono e per diversi anni Hitler visse in una relativa oscurità; non si trovò mai in condizioni di reale indigenza, anche se dormiva in ostelli per soli uomini. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera nelle sale da concerto di Vienna, prediligendo i temi della [[mitologia norrena]] di [[Richard Wagner]].[[File:Adolf Hitler - Hofbräuhaus.jpg|thumb|Adolf Hitler, ''[[Hofbräuhaus|München Hofbräuhaus]]'', acquerello. Firmato in basso a destra]]Come ebbe a scrivere nel ''Mein Kampf'',<ref name=Kampf>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Bompiani, Milano, 1934.</ref> e come fu riconosciuto da chi lo conobbe nel periodo viennese, egli si dedicava instancabilmente alla lettura, a cui dedicava molte ore del giorno e della notte. Ciò, unito alle dure esperienze esistenziali, gli avrebbe fatto definire la capitale austriaca come "[...] la più seria e profonda scuola della mia vita [...]. Non mi toccò di aggiungere poi gran cosa a quello che avevo accumulato allora".<ref name=Kampf/>
Hitler trascorse due anni da nullafacente,<ref>Successivamente nel ''Mein Kampf'' avrebbe descritto quegli anni come «i giorni più felici della mia vita; mi sembrarono quasi un sogno»; Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Bompiani, Milano, 1934.</ref> girovagando per Linz assieme a un amico, anch'egli con velleità artistiche, tale [[August Kubizek]], sempre molto pungolato dalla madre affinché trovasse un lavoro. In questo periodo Hitler confidò all'amico d'essersi infatuato di una ragazza bionda di nome Stephanie. Si trattava della boema [[Stephanie Rabatsch]], nata Stephanie Beata Isak ([[1887]] - [[1973]]), andata in sopsanel [[1910]] all'ufficiale Maximillian Rabatsch <ref>August Kubizek: "The Young Hitler I Knew: The Memoirs of Hitler's Childhood Friend (English Edition)"; 2011 Frontline Books Ed.</ref>. Stephanie, intervistata sia dalla televisione tedesca [[ZDF]], che dalla televisione austriaca [[ORF (azienda)|ORF]], confermò quanto scritto da Kubizek, ovvero che Hitler non le aveva mai confessato il suo sentimento e che apprendeva solo ora che era durato dal [[1905]] al [[1909]], che essa aveva presenziato al funerale della madre del futuro dittatore, il quale le sembrava "timido ed impacciato", e che solo al momento dell'intervista, nel [[1972]], capì chi le spediva le lettere d'amore anonime corredate da acquerelli nel [[1908]] quando però s'era già fidanzata - proprio in quell'anno: "Una volta ricevetti da un tipo una lettera - ora non rammento se fosse firmata o meno, ed anche se lo fosse stata, non avevo decifrato l'eventuale firma - in cui questi mi comunicava che l'indomani - il 01 maggio [[1906]] - sarebbe partito per Vienna a sostenere l'esame d'ammissione all'Accademia delle Belle Artie che io avrei dovuto aspettarlo perché, al suo ritorno, mi avrebbe sposata. Ma io non avevo la più pallida idea di chi diavolo fosse questo mio spasimante".<ref> ZDF / ORF: "Ein junger Mann aus dem Innviertel" 1972</ref>. Nella primavera del [[1906]] Hitler partì alla volta di Vienna una prima volta per ritirare il bando d'ammissione all'[[Accademia di belle arti di Vienna|Accademia delle Belle Arti]] e per esercitarsi a dipingere soggetti umani e opere architettoniche (i temi dell'esame di ammissione).<ref>{{cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/culture/culturepicturegalleries/7512045/Adolf-Hitler-art-to-be-auctioned.html|titolo=Alcuni presunti disegni di Adolf Hitler <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref> La madre, dal carattere mite e remissivo, accondiscese alle richieste del figlio di iscriversi all'Accademia, finanziandogli il viaggio e il soggiorno. Nella capitale austriaca, Hitler prese alloggio per 30 corone al mese in una stanza al pianterreno al numero 31 di Stumpergasse, nel distretto di [[Mariahilf]], presso la signora di origini boeme (proveniva dalla città di [[Policka]]) Maria Zakreis, e prese lezioni di disegno presso la costoa "Schule des Zeichnens und Malens" ("Scuola di Disegno e di Pittura) del Prof. Rudolph Panholzer ad [[Hietzing]], ma Hitler venne respinto una prima volta (ottobre 1907) all'esame di ammissione, risultando insufficiente alla prova di disegno e una seconda e definitiva volta l'anno successivo (nel 1908 non riuscì nemmeno ad essere ammesso a sostenere l'esame preliminare per "scarsa attitudine"). Dai documenti conservati nell'archivio dell'Accademia viennese apprendiamo che la prova del 1907 si tenne nei giorni 1 e 2 ottobre e prevedeva l'esecuzione di sei temi pittorici: "La cacciata dalParadiso", "La battuta di caccia", "La Primavera", "I muratori", "La morte", "La Pioggia". Ogni candidato, nei due giorni dell'esame d'ammissione, disponeva di tre ore mattutine e tre ore pomeridiane per eseguire i dipinti. Il collegio giudicante era composto da quattro docenti interni (Rudolph Bacher, Franz Rumpler, Heinrich Lefler, Kasimir Pochwalski), dal Preside di facoltà (Sigmund l'Allemand) e da due commissari esterni, docenti in altre scuole pittoriche (Christian Griepenkerl ed Alois Delug). Anni dopo Hitler si sfogherà con Albert Speer dicendo che era stato bocciato "...da una cricca di professori ebrei e che l'avrebbero pagata cara", il che non corrisponde a verità, in quanto nessuno degl'esaminatori era di origine ebraica. Inoltre, essi erano già deceduti al momento dell'[[Anschluss]], nel [[1938]], a parte Pochwalski che aveva fatto ritorno nella natia Polonia, dove morì nel [[1940]] <ref name="Speer">Albert Speer: "Memorie del Terzo Reich"; Orion Publishing Group ed.; 1969</ref>. Dopo la prima bocciatura Hitler ottenne un colloquio col rettore dell'Accademia per conoscere i motivi per cui era stato respinto: gli venne detto che non era stato giudicato capace di raffigurare il corpo umano, ma che era abbastanza abile nel disegnare edifici, ragion per cui lo si consigliava d'iscriversi alla facoltà di architettura, il che era impossibile dal momento che il futuro dittatore era in possesso della sola licenza elementare.<ref>{{cita|Infield 1974|pp. 11,23}}.</ref>. Hitler descrisse così a Speer il collquio: "Mio caro Speer, tu devi sapere che alla scuola tecnica che avevo frequentato precedentemente e che avevo abbandonato, ero di gran lunga il miglior disegnatore della classe. Da questa abilità, ampiamente riconosciuta dai compagni e dagli insegnanti, partivo per la costruzione del mio futuro pittorico, convinto di poter sostenere facilmente tale esame (d’ammissione all’accademia), quasi giuocando. Ero talmente convinto del successo che la bocciatura mi colpì come un fulmine e ciel sereno. Ma era proprio così. Come mi presentai dal rettore e gli chiesi di chiarirmi i motivi della mia bocciatura, quel signore mi assicurò che dai disegni che avevo presentato risultava con ogni evidenza che non ero assolutamente adatto a fare il pittore, ma che il mio talento mi portava piuttosto verso il campo dell’architettura. Una pietosa bugia? Forse. Ovviamente non ne reo affatto convinto! Dalla mattina presto fino alla notte io correvo da un museo all’altro, ma eran quasi sempre i palazzi che mi attiravano a tutta prima. Ero capace di passare delle ore davanti all’Opera o davanti al Parlamento. Eppure anche questa opportunità finì per infrangersi nel momento in cui apprendo che l’ammissione alla scuola di architettura presupponeva la licenza della sezione architettonica della scuola tecnica; ma per l’entrata in questa si esigeva la licenza di scuola media. Tutto ciò mi mancava completamente. L’adempimento del mio bel sogno non era più possibile".<ref name="Speer" />
Il 25 maggio 1913 Hitler si spostò a Monaco di Baviera per evitare di prestare servizio militare nell'esercito austro-ungarico.
Il 14 gennaio 1907 venne diagnosticato alla madre, già da alcuni mesi incapace di dormire per i prolungati dolori al petto, un carcinoma mammario ulcerato in stadio avanzato e subì una [[mastectomia radicale]] una settimana dopo; l'intervento chirurgico risultò, tuttavia, del tutto inutile, a causa della diagnosi tardiva. Per tutto il 1907 Hitler si prese cura della madre e dell'appartamento in cui vivevano. Klara morì all'età di 47 anni all'alba del 21 dicembre 1907 ("Il Natale peggiore di tutta la mia vita" ebbe ad affermare Hitler a [[Benito Mussolini|Mussolini]] durante l'ultima visita che il dittatore italiano fece al Führer nel [[1944]] alla "[[Tana del Lupo]]"). Il medico che curò invano la madre di Hitler era ebreo, tale Eduard Bloch, e non soffrì alcuna persecuzione durante tutto il regime hitleriano. Hitler gli espresse tutta la sua gratitudine per aver tentato invano di salvargli la madre: «Sappia che non lo dimenticherò mai!».<ref>[http://www.historyplace.com/worldwar2/riseofhitler/mother.htm The Rise of Hitler - Dec. 21, 1907 Hitler's Mother Dies <!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> All'età di 19 anni Adolf rimase così orfano. Sua madre riposa tuttora in una tomba del cimitero di Leonding, dove era stata tumulata la mattina del 23 dicembre 1907, accanto a quelle del marito e di uno dei figli morto in tenera età; Hitler, tuttavia, andò a visitare il cimitero soltanto dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nel 1938. Ben presto a fine dicembre lasciò la sua casa per Vienna, dove aveva vaghe speranze di diventare un artista. Aveva diritto a una pensione da orfano, che integrava lavorando come illustratore. Aveva un certo talento artistico e spesso elaborava dipinti di case e grandi palazzi. Si conservano alcune tele di discreta fattura.
Perse la sua pensione nel [[1910]], ma per allora aveva ereditato qualche soldo da una zia. Secondo quanto asserito da sua cognata in un'intervista del [[1930]] al ''[[Daily Mail]]'' – il che però non trova ulteriori conferme,<ref name="Eugene Davidson 1977"/> Hitler nel novembre [[1912]] si trasferì a [[Liverpool]], dove il fratellastro Alois nel frattempo aveva conseguito una cospicua fortuna grazie all'apertura di due ristoranti presso la città inglese. La vicenda che riguardò questo suo spostamento in [[Inghilterra]] è alquanto curiosa: infatti, il fratello Alois attendeva la sorella [[Angela Hitler|Angela]], alla quale aveva donato il biglietto e non ad Adolf, con il quale era peraltro in pessimi rapporti. Il periodo di soggiorno in Inghilterra fu per Hitler un tremendo e monotono esilio; egli infatti si confinò nell'appartamento del fratello approfittando della sua lauta generosità. Nell'aprile del 1913, incoraggiato da Alois e dalla moglie, stanchi della sua invadente presenza tornò a Vienna, nella capitale austriaca, ove ritrovò improvvisamente l'estro artistico perduto a Liverpool.
Fu a Vienna, dove visse tra il febbraio [[1908]] e il maggio [[1913]], che Hitler iniziò ad avvicinarsi all'[[antisemitismo]], un'ossessione che avrebbe dominato la sua vita e sarebbe divenuta la chiave di molte delle sue azioni successive.<ref>{{cita|Bullock 1962}}.</ref> Vienna aveva una grossa comunità ebraica, comprendente molti [[Ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] dell'Europa orientale. Hitler in seguito ricordò il suo disgusto nell'incontrare gli ebrei viennesi.<ref name=autogenerato1 /> In quegli anni venne stampata una rivista zeppa di teorie e tesi antisemite dal nome di "[[Ostara]]", che pure Hitler risulta leggesse la sera nel dormitorio comunale, come testimoniarono alcuni suoi compagni di camera.<ref name=autogenerato2 /> A quest'epoca risale la sua iscrizione alla "[[Lega antisemita]]" di [[Adolf Lanz]] e ai primi mesi del [[1909]] la partecipazione alle riunioni iniziatiche di tale associazione.<ref>{{cita|Galli 2005|pp. 113-114}}.</ref>. Nel corso del 1913 a Vienna erano contemporaneamente presenti, oltread Hitler, anche il futuro dittatore Stalin (tra il gennaio ed il febbraio di quell'anno), ed il futuro dittatore [[Josip Broz Tito|Tito]]<ref>https://raimondorizzo.wordpress.com/2014/01/07/1913-quando-hitler-trotsky-tito-freud-e-stalin-vivevano-tutti-nello-stesso-posto/ consultato il 21 giugno 2020 h. 20-44</ref>
A Vienna l'antisemitismo si era sviluppato dalle sue origini religiose in una dottrina politica, promosso da pubblicisti come [[Adolf Lanz|Lanz von Liebenfels]], i cui libelli venivano letti da Hitler, e da politici come [[Karl Lueger]], borgomastro di Vienna, o [[Georg von Schönerer]], che contribuì agli aspetti [[Razzismo|razziali]] dell'antisemitismo. Da loro Hitler acquisì il credo nella superiorità della [[razza ariana]], che formò le basi delle sue idee politiche. Hitler arrivò a credere che gli ebrei fossero i nemici naturali degli "ariani" e fossero anche in qualche modo responsabili per la sua povertà e incapacità di ottenere il successo che credeva di meritare. Il rapporto di Hitler con il [[Questione ebraica|problema ebraico]] e la sua genesi in questi anni è comunque piuttosto controverso; infatti testimonianze di [[Reinhold Hanisch]] sottolineano come Hitler tenesse rapporti di amicizia e dialogo con alcuni ebrei.
I soldi ereditati dalla zia ben presto terminarono e per diversi anni Hitler visse in una relativa oscurità; non si trovò mai in condizioni di reale indigenza, anche se dormiva in ostelli per soli uomini. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera nelle sale da concerto di Vienna, prediligendo i temi della [[mitologia norrena]] di [[Richard Wagner]]. Tra il 1909 e il 1910 Hitler venne sfrattato per morosità per due volte: la prima da una squallida stanza nel quartiere viennese di [[Alsergund]]; la seconda volta da una vera e propria bettola poco distante. Nel biennio [[1911]]-[[1913]] Hitler si adattò a dormire al dormitorio pubblico di [[Meidling]], il Männerheim ("Pensionato popolare per uomini") nelle vicinanze della stazione ferroviaria, dove giunse nel dicembre [[1910]], e a mangiare alla mensa del Convento dei Fratelli della Carità.
Guadagnava un qualche spicciolo vendendo acquerelli da lui stesso dipinti ed era a tal punto emaciato che un passante ebreo, che vendeva vestiti usati e che probabilmente gli era riconoscente per aver dipinto alcuni cartelloni pubblicitari per il suo negozio, si tolse il cappotto e glielo regalò.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/15/Uno_straccione_nome_Adolf_co_0_980715764.shtml "Corriere della Sera" del 15 luglio 1998]</ref> A detta di alcuni suoi compagni di dormitorio, gran parte degli acquirenti dei cartelloni di Hitler erano ebrei. In quegli anni il suo più caro amico fu un [[Cecoslovacchia|ceco]], il già citato Reinhold Hanisch, fino a quando non litigarono sulla spartizione dei compensi e Hitler lo denunciò per furto, facendolo condannare nell'agosto 1910 ad otto giorni di carcere, dopo i quali Hanisch continuò a falsificare acquerelli. Nel 1936 venne condannato dalla corte di Vienna per frode e morì l'anno seguente in carcere, probabilmente a causa di un attacco cardiaco.[[File:Adolf Hitler - Hofbräuhaus.jpg|thumb|Adolf Hitler, ''[[Hofbräuhaus|München Hofbräuhaus]]'', acquerello. Firmato in basso a destra]]Come ebbe a scrivere nel ''Mein Kampf'',<ref name=Kampf>Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Bompiani, Milano, 1934.</ref> e come fu riconosciuto da chi lo conobbe nel periodo viennese, egli si dedicava instancabilmente alla lettura, a cui dedicava molte ore del giorno e della notte. Ciò, unito alle dure esperienze esistenziali, gli avrebbe fatto definire la capitale austriaca come "[...] la più seria e profonda scuola della mia vita [...]. Non mi toccò di aggiungere poi gran cosa a quello che avevo accumulato allora".<ref name=Kampf/> Il 16 maggio 1913 l'imperial regio tribunale distrettuale di Linz dispose il versamento di una cospicua somma derivante dall'eredità paterna che ammontava a 819 Corone e 98 [[Heller]] e il 24 maggio, assieme all'amico [[Rudolf Häusler]] si recò al distretto di polizia della capitale per comunicare la partenza dalla capitale austriaca pur non indicando la meta.
Il 25 maggio [[1913]] Hitler si spostò a Monaco di Baviera, nel quartiere di [[Schwabing]]. La fuga da Vienna avvenne per evitare di prestare servizio militare nell'esercito austro-ungarico, dal momento che, come ebbe a scrivere nel suo ''[[Mein Kampf]]'', "quel crogiuolo di popoli inferiori mi aborriva: volevo togliermi di dosso la polvere viennese e mai avrei militato nell'esercito imperiale (austroungarico)". Lo fece per un motivo: sfuggire alle varie notifiche che gli inviavano a casa, per la leva militare (come Mussolini, del resto, faceva in quegli anni). Non riuscì però a sfuggire alla polizia, che ne chiese e ottenne l'estradizione. Risulta invece totalmente priva di fondamento la notizia riportata in alcune biografie che il futuro dittatore abbia trascorso l'estate e l'autunno del 1913 presso alcuni parenti in [[Gran Bretagna]].
Nel gennaio del 1914, bloccato dalla polizia prussiana in Baviera e riconsegnato a quella austriaca, dovette presentarsi al distretto militare di [[Salisburgo]] per la visita di leva. I medici militari lo giudicarono inidoneo senza neppur visitarlo il 5 febbraio e lo mandarono a casa "riformato", inabile perfino al servizio ausiliario, perché "gracile nel fisico, denutrito e mal ridotto nell'intero aspetto da sembrare tisico". Invece di essere contento, quel rifiuto fu per Hitler una ferita all'orgoglio. Hitler decise di rinunciare alla cittadinanza austriaca e, non avendo ottenuto quella tedesca, divenne [[Apolidia|apolide]]. Hitler visse in una soffitta sita al numero 34 di Schellesserheimerstrasse, presso un sarto che spesso veniva pagato anche in notevole ritardo circa il mensile d'affitto, ma col quale il futuro dittatore manterrà sempre un ottimo rapporto.<ref name="Eugene Davidson 1977">{{Cita|Davidson 1977}}.</ref> Curiosamente, al ritorno dalla [[Svizzera]], il futuro capo dell'[[Unione Sovietica]] [[Lenin]] aveva alloggiato in un'altrettanto squallida stanza al numero civico 106 della medesima via, quaranta metri più avanti.<ref>P. B. Boschesi, ''Hitler e il Nazismo verso la guerra'', Mondadori, 1981.</ref>
=== La genesi dell'antisemitismo durante gli anni giovanili ===
[[File:Der ist Schuld am Kriege!.jpg|thumb|left|Manifesto che incolpa gli ebrei per lo scoppio della guerra]]
L'antisemitismo di Hitler risale quasi certamente ai tempi della frequentazione della [[Realschule]] di Linz, dove gran parte del corpo insegnante e degli studenti - ivi inclusi i compagni di classe del futuro dittatore - erano pangermanisti, ultranazionalisti e xenofobi.<ref>Eugene Davidson, ''L'ascesa di Adolf Hitler'', Newton & Compton, 2000, pp. 16-18; ISBN 88-8289-457-6</ref>. Tra i compagni di studi del giovane Hitler nella Realschule di Linz c'era anche il futuro filosofo [[Ludwig Wittgenstein]], appartenente ad una facoltosa famiglia ebraica della città. Secondo la storica [[Kimberley Cornish]] Hitler, come altri compagni scuola, provava ostilità e invidia verso il figlio della facoltosa famiglia di origine ebraica, rafforzata dal luogo comune diffuso sugli ebrei capitalisti e usurai<ref name="Cornish">https://www.informagiovani-italia.com/hitler_e_wittgenstein_a_linz.htm</ref>. Fu lo stesso dittatore nel Mein Kampf ad affermare che il suo odio per gli ebrei sarebbe nato già durante gli anni scolastici, a causa della frequentazione di uno studente ebreo di cui non fece il nome «uno di cui non ci fidavamo»<ref name="Cornish"/>. Lo stesso padre di Hitler non faceva mistero della sua xenofobia rivolta contro le altre popolazioni dell'impero asburgico, in primis slavi, musulmani ed ebrei.<ref name="autogenerato1"/> L'ambiente scolastico fu però determinante per la genesi dell'antisemitismo del futuro Führer, in quanto là circolavano senza censure le idee di [[Georg von Schönerer]], un fanatico della "purezza della razza germanica", sostenitore di un'Austria etnicamente purificata dalle componenti non germaniche della popolazione, repubblicana e unita territorialmente all'[[impero tedesco]] e alla regione dei [[Sudeti]].<ref name="autogenerato1"/> Schönerer fu tra l'altro il primo ad utilizzare il saluto che diverrà quello d'ordinanza della Germania nazista, "Heil!", a propugnare il ritorno al [[paganesimo]] precristiano, ad identificare gli ebrei quali rei della [[speculazione]] internazionale, a giustificare i [[pogrom]] (uccisioni di massa) degli ebrei russi di [[Odessa]], [[Mahilëŭ|Mogilev]] e Kisinev (attuale [[Chișinău]]) e a definire gli ebrei "Todfeind" ("nemici mortali").<ref name="autogenerato1"/>
Seguace di Schönerer era pure l'unico professore che aveva un certo ascendente sul giovane Hitler, tal [[Leopold Poetsch]], insegnante di storia (l'unica materia, assieme all'educazione fisica e al disegno, in cui Hitler eccelleva), assiduo lettore del mensile antisemita illustrato ''[[Der Scherer]]'', pubblicato ad [[Innsbruck]].<ref name="autogenerato1"/> Tre furono le personalità che più influenzarono le convinzioni antisemite del giovane Hitler. Negli anni viennesi, Hitler era un assiduo lettore di "[[Ostara]]", una rivista a carattere antisemita, anticristiana e antistorica, che esce per la prima volta nel [[1905]] nell'allora [[impero austro-ungarico]], con una tiratura provvisoria di 100.000 copie, edita da [[Adolf Lanz|Jorg Lanz von Liebenfels]], un ex-monaco cistercense del [[Heligenkreuz|monastero della Santa Croce]] di Vienna. La rivista, che traeva il nome dalla dea germanica della fecondità e dell'abbondanza, le cui celebrazioni cadevano durante i mesi primaverili e che venne inglobata nella [[Pasqua]] cristiana, già conteneva alcuni programmi del futuro nazismo, quali la contrapposizione tra la razza germanica ("razza eletta") e le razze inferiori, la riduzione in schiavitù di queste ultime e la loro messa al bando o tramite deportazione coatta in remote località quali [[Siberia]], [[Mongolia]] e [[Madagascar]], oppure mediante la semplice eliminazione fisica attraverso la purificazione col fuoco (testualmente: "[[Olocausto]]"), la selezione razziale mediante l'[[eugenetica]] e la procreazione favorita di nascituri della razza eletta ("[[Progetto Lebensborn]]").<ref name="ReferenceA">{{cita|Feund 2006|p. 43}}.</ref> La tipografia della rivista era ubicata nel castello austriaco di [[Burg Werfestein]], a picco sul [[Danubio]], presso [[Wernstein am Inn]], nell'[[Austria Superiore]].
Proprio in tale sede, nel dicembre del [[1907]] venne per la prima volta issato un vessillo contenente una [[svastica]] rossa in campo giallo-oro, attorniata da fiordalisi.<ref>{{cita|Castelli 2006|p. 14}}.</ref> Il futuro giornale del partito nazista, il "Völkischer Beobatcher", risulterà abbonato annualmente alla rivista "Ostara - Rundschau".<ref name="ReferenceA"/> Nonostante questo, Hitler chiuse ''motu proprio'' la tipografia quando, nel [[1938]] invase l'Austria.<ref name="autogenerato1"/> Al termine della [[seconda guerra mondiale]], von Liebenfels si vanterà, in un'intervista, di diversi fatti, ovvero che anche Lenin avrebbe apprezzato i suoi scritti, così come sua dichiarò la formula del saluto nazista "Sieg Heil!" ("Salute alla vittoria!").<ref name="autogenerato1"/> Von Liebenfels, però, aveva sviluppato l'ideologia a sua volta mutuandola dal tedesco [[Guido von List]], che svolge un'attiva propaganda antisemita per mezzo di [[Alfred Schuler]], il cui territorio d'azione è incentrato sul quartiere di [[Schwabing]], a Monaco di Baviera, il "quartiere degli artisti", ove risiedevano in quegli anni sia Lenin che Hitler.<ref name="ReferenceA"/>
Nel [[1951]], tre anni prima di morire, von Liebenfels concedette un'intervista al giornalista [[Wilfried Daim]], in cui affermava di rammentare una visita del giovane Hitler del [[1909]] nella sede ove si pubblicava "Ostara". Rammentava che Hitler era talmente indigente da non potersi permettere di acquistare i numeri arretrati della rivista, che gli furono donati assieme ad alcuni spiccioli per il biglietto di ritorno sull'autobus.<ref>Wilfried Daim, ''Der Mann, der Hitler, die Idee gab'', München, 1958.</ref> Hitler stesso, in un passaggio del suo ''Mein Kampf'' riconosce che "[...] la documentazione durante gli anni viennesi su quegli opuscoli (Ostara) ha gettato fondamenta di granito per la mia personale visione del mondo". Nel periodo in cui Hitler giunse a Monaco, in tutta la Germania si contavano diverse associazioni più o meno segrete che inneggiavano alla purezza della razza germanica. Le più rappresentative erano:
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* [[Armanenschaft]] ([[Lega degli Armani]])
* [[Bund für persönliche Religion]] ([[Lega pro religione personale]])
* [[Deutschbund]] ([[Lega tedesca]])
* [[Deutsche Erneuerungsgemeinde]] ([[Comunità tedesca di rinnovamento]])
* [[Deutschgläubige Bewegung]] ([[Movimento dei credenti tedeschi]])
* [[Deutsche Monistenbund]] ([[Lega tedesca dei Monisti]])
* [[Freie Gemeinde vom deutschen Leben]] ([[Libera comunità di vita tedesca]])
* [[Germanenbund]] (Lega germanica)
* [[Germanenorden]] ([[Ordine germanico]])
* [[Jungborn]] ([[Fonte di giovinezza]])
* [[Jungdeutscher Orden]] ([[Ordine dei giovani tedeschi]])
{{Colonne spezza}}
* [[Lichtfreunde]] ([[Amici della luce]])
* [[Lumen Klub]] ([[Club dei Lumi]])
* [[Neutempler]]([[Nuovi Templari]])
* [[Thule Gesellschaft]] ([[Società Thule]])
* [[Wodan Gesellschaft]] ([[Società di Odino]])
* [[Wodan Hammer]] ([[Martello d'Odino]])
* [[Heilig Graal Reitern]] ([[Cavalieri del Santo Graal]])
* [[Nibelunghenbrüdern]] ([[Fratelli dei Nibelunghi]])
* [[Deutschedarlehen Orden]] ([[Ordine della fede tedesca]])
* [[Parsifalbund]] ([[Lega di Parsifal]])
* [[Bezauberndaugenringe Begleitern]]) ([[Compagni dell'anello magico]])
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Gran parte di queste società fioriscono in Baviera tra il [[1890]] e il [[1930]] e hanno come programma, oltre al pangermanesimo, un antisemitismo più o meno esplicito e un carattere elitario esoterico.<ref>Marco Castelli, ''La svastica nelle tenebre - Nazismo Magico'', 2006, Ed. "Il Foglio", pp. 9-10; ISBN 88-7606-053-7.</ref><ref>{{cita|Feund 2006|pp. 24-26}}.</ref> Il simbolo adottato da una di queste, la Thule Gesellschaft, evidenziava un [[Gladio (arma)|gladio]] romano sovrapposto ad una svastica. Alcuni dei futuri alti gerarchi nazisti provenivano dalle file di questa associazione e anche l'ideatore dell'emblema, un dentista, tal [[Friedrich Krohn]], ne era affiliato e conosceva personalmente Hitler, essendo divenuto il ''[[Gauleiter]]'' della città bavarese di [[Rosenheim]].<ref>{{cita|Feund 2006|pp. 88-89}}.</ref> Lo stesso simbolo del partito nazista, la svastica, era noto ad Hitler fin dalla giovinezza: frequentando la scuola annessa al monastero benedettino della città austriaca di [[Lambach (Austria)|Lambach]], nel periodo tra il [[1897]] e il [[1898]], aveva potuto vedere che in diversi punti del monastero era presente la croce uncinata anziché quella romana.<ref>{{cita|Feund 2006|pp. 90-91}}.</ref>
=== La prima guerra mondiale ===
[[File:Hitler 1914 1918.jpg|thumb|Adolf Hitler in uniforme da [[Fanteria|fante]]]]
Il 16 agosto 1914, quando l'[[Impero tedesco]] era ormai entrato nella [[prima guerra mondiale]], Hitler si arruolò come volontario a 25 anni nell'[[Deutsches Heer (1871-1919)|esercito bavarese]] del ''[[Kaiser]]'' [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]], venendo assegnato nella 1ª Compagnia del 16º Reggimento di Fanteria "List", appartenente alla 6ª Divisione di Riserva. In quello stesso reggimento militava anche il suo futuro [[Reichsleiter]] (successivamente definito "delfino" di Hitler) [[Rudolf Hess]], a quell'epoca un [[tenente]]. Ottenne il [[Grado militare|grado]] di [[caporale]] e prestò servizio attivo in [[Francia]] e [[Belgio]] come staffetta portaordini (''Ordonnanz'').<ref>Glenn B. Infield. "Adolf Hitler ed Eva Braun"; 1979; Editoriale Corno - Milano</ref><ref>Documentario: "[[Atlantide - Storie di uomini e di mondi]]" - 12 ottobre 2009 - LE TRINCEE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE</ref> Contrariamente alla letteratura hitleriana successiva, il reggimento List non è stato un laboratorio del nazismo: solo il 2% dei commilitoni si iscriverà poi al partito e molti soldati volontari erano di religione ebraica, autorizzati a praticare tra le [[Trincea|trincee]] i loro riti.<ref name="Il Secolo XIX">{{Cita web|autore=Giovanni Mari|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/02/06/AQ0ud1iB-mondiale_guerra_storia.shtml|titolo=La vera storia di Hitler nella Prima guerra mondiale|accesso=7 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222035031/http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/02/06/AQ0ud1iB-mondiale_guerra_storia.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
Il 3 agosto 1914, due giorni dopo che la [[Germania]] aveva dichiarato guerra alla [[Russia]], appena ricevuta la notizia che la Germania aveva dichiarato guerra anche alla [[Francia]], Hitler scrisse di proprio pugno una formale petizione al re [[Ludovico III di Baviera]] chiedendo di esser arruolato volontario nell'esercito bavarese seppur di nascita austriaca e privo ufficialmente di fissa dimora e apolide. Con ogni probabilità il monarca non lesse la lettera, che venne processata da un segretario. Tuttavia, nonostante le pregiudiziali relative all'apolidia, alla mancanza di fissa dimora, alla nazionalità austriaca e, non ultima, la riforma alla visita di leva, la richiesta di Hitler venne accolta.<ref name="Eugene Davidson 1977"/> Il 16 agosto [[1914]], quando l'[[Impero tedesco]] era ormai entrato nella [[prima guerra mondiale]], Hitler si arruolò come volontario a 25 anni nell'[[Deutsches Heer (1871-1919)|esercito bavarese]] del ''[[Kaiser]]'' [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]], venendo assegnato nella 1ª Compagnia del 16º Reggimento di Fanteria "List", appartenente alla 6ª Divisione di Riserva o, più precisamente, il “Reserve-Infanterie-Regiments 16” (o “R.I.R. 16”), comandato dal colonnello [[Alfred Julius Eduard List]] ([[Monaco di Baviera]], 19 dicembre [[1864]] – [[Gheluvelt]] fronte delle [[Fiandre]] 31 ottobre [[1914]]). In quello stesso reggimento militava anche il suo futuro [[Reichsleiter]] (successivamente definito "delfino" di Hitler) [[Rudolf Hess]], a quell'epoca un [[tenente]]. Ed appartenevano a quell'unità pure i capitani [[Karl Mayr]] ed [[Ernst Röhm]], quest'ultimo futuro capo delle Camicie Brune naziste. Ottenne il [[Grado militare|grado]] di [[caporale]] e prestò servizio attivo in [[Francia]] e [[Belgio]] come staffetta portaordini (''Ordonnanz''), ma non venne promosso al grado di sergente perché non ritenuto - come trascritto nei verbali del [[Processo di Normberga]] del [[1946]] - "...abbastanza carismatico da esser adatto al comando, essendo troppo taciturno e legato più alla mascotte del reggimento, il cane di nome 'Foxl' che non ai commilitoni"<ref>Glenn B. Infield. "Adolf Hitler ed Eva Braun"; 1979; Editoriale Corno - Milano</ref>.<ref>Documentario: "[[Atlantide - Storie di uomini e di mondi]]" - 12 ottobre 2009 - LE TRINCEE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE</ref> Contrariamente alla letteratura hitleriana successiva, il reggimento List non è stato un laboratorio del nazismo: solo il 2% dei commilitoni si iscriverà poi al partito e molti soldati volontari erano di religione ebraica, autorizzati a praticare tra le [[Trincea|trincee]] i loro riti.<ref name="Il Secolo XIX">Giovanni Mari, [http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/02/06/AQ0ud1iB-mondiale_guerra_storia.shtml La vera storia di Hitler nella Prima guerra mondiale] su ''Il Secolo XIX''</ref>
Durante il servizio militare, Hitler si dimostrò un soldato coraggioso e probo: a differenza degli altri commilitoni rifiutava le [[Sigaretta|sigarette]] e gli [[Bevanda alcolica|alcolici]], non chiedeva licenze, non riceveva mai né lettere né pacchi postali da casa, non dimostrava alcun interesse per le ragazze e non si lamentava mai per i [[Pediculus humanus capitis|pidocchi]], il [[fango]], la sporcizia e il cattivo odore delle trincee. Era inoltre solitario e sembrava voler provare affetto solo a Foxl, il cane randagio da lui adottato prima di partire per il fronte. Al contrario, alcuni suoi soldati lo descrivevano anche in preda ad esaurimenti nervosi: infatti lo si vedeva dapprima immerso nei suoi pensieri con le mani appoggiate sulla testa e all'improvviso scattare imprecando contro i "nemici interni del popolo tedesco", ossia gli ebrei e i marxisti.
Il 29 ottobre del 1914 debuttò sul campo ai margini della [[prima battaglia di Ypres]], nel [[villaggio]] fiammingo di [[Gheluvelt]].<ref name="Il Secolo XIX" /> Nel ''Mein Kampf'' scriverà di essere stato l'unico sopravvissuto di quella sortita; i documenti, però, fissano a soli tredici i soldati caduti: la vera mattanza di tedeschi avviene a dieci chilometri di distanza e in giorni differenti.<ref>{{cita web|url=https://qui1945.blogspot.it/2014/02/la-storia-segreta-di-hitler-nella-prima.html|titolo=La storia segreta di Hitler nella Grande guerra <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref>
Dopo un formale addestramento di due mesi, il reggimento di Hitler venne inviato al fronte, in Francia, a [[Lilla (Francia)|Lilla]], come unità di rinforzo, ed Hitler si dimostrò per tutto il corso della guerra un'eccellente staffetta portaordini.<ref name="Eugene Davidson 1977"/>
Il 7 ottobre 1916, mentre stava per consegnare un messaggio agli ufficiali impegnati sulla linea di [[Ligny-Thilloy]], fu ferito alla [[coscia]] sinistra da una scheggia di [[Bomba a mano|granata]] durante la [[battaglia della Somme]] e fu ricoverato per due mesi nell'ospedale militare di [[Beelitz]], 50 chilometri a sud di [[Berlino]]. Essendosi distinto in combattimento fu decorato con la [[Croce di Ferro]] di seconda classe (2 dicembre 1916) e quindi di prima classe il 14 agosto 1918. Quest'ultima onorificenza era all'epoca raramente usata per premiare militari di truppa, in particolare sottufficiali.
Il 29 ottobre del [[1914]] debuttò sul campo ai margini della [[prima battaglia di Ypres]], nel [[villaggio]] fiammingo di [[Gheluvelt]].<ref name="Il Secolo XIX" /> Nel ''Mein Kampf'' scriverà di essere stato l'unico sopravvissuto di quella sortita "Ho rischiato la vita in prima linea, ogni giorno, guardando la morte negli occhi, rimanendo vivo per miracolo e vedendo cadere pure il mio comandante, il colonnello List"; i documenti, però, fissano a soli tredici i soldati caduti: la vera mattanza di tedeschi avviene a dieci chilometri di distanza e in giorni differenti. In ogni caso, il reggimento in cui militava Hitler ne uscì decimato: in base a quanto si legge nei registri militari ufficiali dell'epoca, di tremila soldati ne rimasero vivi soltanto seicento.<ref>{{cita web|url=https://qui1945.blogspot.it/2014/02/la-storia-segreta-di-hitler-nella-prima.html|titolo=La storia segreta di Hitler nella Grande guerra <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref>
Il 5 marzo 1917, cinque mesi più tardi, tornò sul campo di battaglia e combatté tutte le più sanguinose battaglie sul fronte delle [[Fiandre]], tra cui la [[Battaglia di Arras (1917)|battaglia di Arras]] e la [[battaglia di Passchendaele]].
Nel corso del [[1915]] Hitler e i suoi commilitoni combatterono a [[Neuve Chapelle]] e a [[Baupame]], sul [[Somme (fiume)|fiume Somme]].<ref>{{cita|Infield 1974}}.</ref>
Il 7 ottobre [[1916]], mentre stava per consegnare un messaggio agli ufficiali impegnati sulla linea di [[Ligny-Thilloy]], fu ferito alla [[coscia]] sinistra da una scheggia di [[Bomba a mano|granata]] durante la [[battaglia della Somme]] e fu ricoverato per due mesi nell'ospedale militare di [[Beelitz]], 50 chilometri a sud di [[Berlino]]. Essendosi distinto in combattimento fu decorato con la [[Croce di Ferro]] di seconda classe (2 dicembre 1916) e quindi di prima classe il 14 agosto [[1918]]. Quest'ultima onorificenza era all'epoca raramente usata per premiare militari di truppa, in particolare sottufficiali.
Il 5 marzo [[1917]], cinque mesi più tardi, tornò sul campo di battaglia e combatté tutte le più sanguinose battaglie sul fronte delle [[Fiandre]], tra cui la [[terza battaglia di Ypres]], la [[battaglia di Lizy]] sul fiume [[Aisne]], la [[Battaglia di Arras (1917)|battaglia di Arras]] e la [[battaglia di Passchendaele]]. Al [[processo di Norimberga]] contro i gerarchi nazisti, nel [[1946]], la testimonianza dell'ufficiale che svolse le mansioni di aiutante di campo del comandante del reggimento in cui Hitler militava asserì che "[...] per il suo coraggio era stata avanzata la proposta circa la promozione di Hitler a sottufficiale, ma il comandante aveva poi soprasseduto perché non era riuscito ad individuare, in quel soldato taciturno che parlava da solo tra sé, le richieste doti di comando". Tuttavia, ammise anche che Hitler era divenuto fiduciario di ufficiali, quali i futuri gerarchi [[Ernst Röhm|Röhm]] e [[Karl Mayr|Mayr]], che lo trovarono "stranamente idoneo a risollevare il morale dei commilitoni frustrati dall'imminente sconfitta e influenzabili dalla propaganda spartachista (comunista)".<ref>{{cita|Galli 2005|pp. 114-115}}.</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1974-082-44, Adolf Hitler im Ersten Weltkrieg retouched.jpg|thumb|upright=1.0|Adolf Hitler (seduto, il primo da destra) fotografato insieme ad altri sei commilitoni nel 1914]]
Per lunghi mesi scompare dalla prima linea, ma di guarnigione a [[Wavrin]] e si innamora di una contadina francese di 17 anni di nome [[Charlotte Lobjoie]] (conosciuta probabilmente nella primavera 1917), alla quale regala diversi acquarelli che lei conserverà in un [[granaio]].<ref name="Il Secolo XIX"/> Il 28 settembre 1918, dopo aver trascorso due settimane di congedo a Berlino, Hitler fu ferito da una scheggia in una trincea nel villaggio di [[Marcoing]] durante la [[battaglia di Cambrai-San Quintino]] in Francia, mentre era in corso un assalto a sorpresa da parte di un [[plotone]] britannico del [[Duke of Wellington's Regiment|Reggimento Duca di Wellington]]. Uno dei soldati del reggimento, [[Henry Tandey]], vedendo Hitler ferito e incapace di difendersi, decise di risparmiargli la vita dopo averlo tenuto sotto tiro, gesto che fu confermato dallo stesso soldato anni dopo: "Non potevo sparare ad un uomo ferito, così l'ho lasciato andare. Dio sa quanto mi dispiace averlo risparmiato". La sera del 13 ottobre 1918, presso [[Werwich]], fu intossicato temporaneamente da un attacco di [[Iprite|gas iprite]], che lo lasciò cieco per tre giorni. Due giorni dopo, il 15 ottobre, venne ricoverato all'Ospedale Militare di [[Pasewalk]] dove, secondo alcune fonti, apprese la notizia della sconfitta tedesca del 9 novembre. Hitler rimase in convalescenza a Pasewalk per altri ventinove giorni, da dove venne dimesso il 21 novembre, ma i registri sanitari e la cartella clinica del futuro dittatore vennero distrutti dalla Gestapo nell'estate [[1933]], dopo che Hitler ebbe instaurato la dittatura rendendo il partito nazista l'unico ammesso in Germania (Decreto del 14 luglio 1933). Il direttore medico-militare dell'ospedale era il noto psichiatra [[Edmund Forster]] che, nella versione ufficiale, si suicidò nella propria abitazione di [[Greifswald]] l'11 settembre 1933.
La versione della vicenda in possesso dal [[1943]] dei servizi segreti statunitensi, riporta invece una verità diversa: Hitler a Pasewalk soffriva di una rara forma di [[psicosi]] nota col termine scientifico di "[[cecità isterica]]", forse imputabile alla dura vita di trincea che da quattro anni era costretto a subire. Il dottor Forster, per spronarlo, utilizzava metodi molto poco ortodossi, arrivando anche a pesanti diverbi verbali. In base a questi dati, si può spiegare il motivo della distruzione della cartella clinica di Hitler da parte della [[Gestapo]] e la versione della morte di Forster per omicidio e non suicidio come ufficialmente decretato.<ref>Jua Nyla Hutcheson, ''Hypnosis of Hitler May Have Affected - History Study'', in «Journal of Forensic Science», Baton Rouge, Louisiana; November 20, 1998.</ref> Nonostante l'esperienza della guerra lo abbia reso convinto di essere dotato di una sorta di "protezione divina" in virtù di una "missione salvifica da compiere per il bene della nazione",<ref>{{cita|Galli 2005|pp. 112-113}}.</ref> è durante la degenza a Pasewalk che matura l'idea di dover buttarsi in politica al fine di conquistare il potere: "Quando mi trovai costretto a giacere a letto, nell'immobilità, stringendo dalla rabbia il cuscino, alla notizia dell'[[armistizio]], mi colpì la certezza che avrei liberato la Germania e l'avrei resa nuovamente grande. Seppi immediatamente che ciò si sarebbe immancabilmente realizzato", afferma testualmente Hitler nel ''Mein Kampf''. In realtà, oramai la Germania era al collasso economico e alla fame, per via del blocco navale inglese. In aggiunta, il presidente statunitense [[Woodrow Wilson]], il 24 ottobre 1918 aveva affermato che il Governo degli Stati Uniti teneva in pugno tutti i governi dei Paesi della [[Triplice Intesa]], fortemente indebitati con gli Stati Uniti per via delle spese belliche e che tali paesi si sarebbero "uniformati" alle decisioni statunitensi in tema di pace negoziale. Aveva inoltre ribadito che non avrebbe trattato col governo imperiale tedesco, ma soltanto con un governo democraticamente eletto dal popolo tedesco; e che "[...] se i capi dell'esercito germanico e gli autocrati monarchici fossero rimasti al potere, la Germania sarebbe stata costretta alla resa senza condizioni, com'è costume dell'esercito statunitense, o tutt'al più un armistizio temporaneo, preludio di una quasi certa ripresa delle ostilità, una nuova guerra che la Germania non si sarebbe certo potuta permettere".<ref name="ReferenceB">Eugene Davidson, ''L'ascesa di Adolf Hitler'', Newton & Compton, 2000; ISBN 88-8289-457-6.</ref>
In un colloquio con [[Albert Speer]] al [[Berghof]] nel [[1943]], allorché Speer descrisse un episodio noto come gli "[[Angeli di Mons]]",<ref>Albert Speer, ''Memorie del Terzo Reich'', Mondadori, 1996.</ref> Hitler raccontò un episodio "paranormale" che capitò a lui stesso pressappoco nel medesimo periodo: "Stavo consumando la mia misera cena in trincea, insieme a parecchi commilitoni. All'improvviso, mi parve d'udire una sorta di voce che mi diceva: "Alzati e allontanati di qui!". Era così chiara e insistente che io obbedii automaticamente, come a un ordine militare. Al che mi alzai immediatamente in piedi e camminai per una ventina di metri lungo il bordo della trincea, portandomi appresso il gavettino con la cena. A questo punto mi sedetti e ricominciai a mangiare, poiché la mia mente era nuovamente in pace. Mi ero appena sistemato quando un lampo accecante, misto a un'assordante deflagrazione esplosero nella parte di trincea che avevo appena lasciato. Una granata vagante aveva dilaniato il gruppo di soldati coi quali stavo precedentemente cenando e nessuno era sopravvissuto. Fu in quel preciso istante che capii di godere della protezione divina". Un suo commilitone, tal Mende, confermò quanto riferito da Speer al processo di Norimberga affermando: "[...] a questo proposito, mi viene in mente una strana profezia che Hitler mi fece poco prima del Natale del 1915. In quell'occasione, Hitler asserì che a un certo momento, nel giro di qualche anno, avremmo udito molto a suo proposito; avremmo sentito parlare tanto di lui, era solo questione di tempo: dovevamo solo attendere che quel momento fosse arrivato".<ref>{{cita|Galli 2005|pp. 112}}.</ref>
Durante la guerra Hitler acquisì un appassionato patriottismo tedesco, anche se non era un cittadino dell'Impero tedesco (un aspetto a cui non pose rimedio fino al [[1932]]). Il rapido succedersi degli eventi lo ferirono profondamente: ai primi di novembre 1918, con la definitiva sconfitta dell'[[Impero austro-ungarico]] a opera del [[Regno d'Italia]] in seguito alla [[battaglia di Vittorio Veneto]], assistette alla disintegrazione etnica e territoriale dell'impero asburgico. Fu reso noto che il governo austriaco avrebbe permesso il transito dell'esercito italiano attraverso il [[Vorarlberg]] per invadere la Baviera, aprendo così un secondo fronte di guerra. Domenica 10 novembre 1918, all'ospedale militare di [[Pasewalk]], una città della provincia tedesca di [[Pomerania]], il caporale Hitler ed altri suoi commilitoni del 16º reggimento bavarese di fanteria appresero notizie confuse sul crollo politico della Germania ad opera di un pastore protestante di Berlino che aveva il compito di assistere spiritualmente i feriti<ref>Storia Illustrata N°. 8, Anno VIII - agosto 1964 - pp. 223 - 235</ref>. Hitler visse in prima persona il crollo politico della Germania quando, all'inizio di novembre, rifiutando l'abdicazione, il Kaiser fuggì da Berlino e si rifugiò nel quartier generale del comando supremo dell'esercito a [[Spa (Belgio)|Spa]], sul fronte occidentale, dove i generali in capo, [[Paul von Hindenburg]] ed [[Erich Ludendorff]], consultatisi con il loro collega [[Erich von Falkenhayn]], gli comunicarono che non potevano dirsi certi della fedeltà dell'esercito e della lealtà delle truppe, consigliandogli la doppia rinuncia, al trono di Germania e anche a quello di [[Prussia]].<ref name="ReferenceB"/> Hitler rimase disperatamente sconvolto dalla capitolazione tedesca nel novembre [[1918]], quando l'esercito, a suo dire, non era stato sconfitto (anche il neoeletto presidente [[Friedrich Ebert (padre)|Friedrich Ebert]] pronunciò tali parole nel discorso con cui, a Berlino, ricevette i reduci dal fronte, qualche settimana dopo), occupava tuttora una notevole porzione di territorio francese, era superiore ai nemici per innovazione nell'armamento, nella [[tattica]] e nella [[strategia]],<ref name="ReferenceB"/> tanto che nel ''Mein Kampf'', un lustro dopo, scriverà "[...] in un conflitto prossimo venturo, se la vittoria non arriderà affatto alle armi tedesche, sarebbe di gran lunga preferibile avere un crollo militare prima di un crollo politico" (il che effettivamente si ebbe nel [[1945]]). Egli, come molti altri nazionalisti, incolpò gli ebrei di avere attizzato focolai rivoluzionari bolscevichi, che avrebbero minato dall'interno la resistenza dei soldati al fronte e indotto i politici (i "[[criminali di novembre]]") alla resa e alla sottoscrizione del [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]]. Hitler e i suoi commilitoni del reggimento "List" vennero ritirati dal fronte delle [[Fiandre]] a fine novembre 1918 e rientrarono a Monaco di Baviera all'inizio di dicembre, trovandola in preda alla rivoluzione comunista che nel frattempo era scoppiata come in altre città tedesche.
=== La Germania dopo la sconfitta ===
Dimesso dall'ospedale militare, Hitler fece ritorno nella caserma del suo reggimento, a Monaco, in attesa di ordini e trovò la [[Baviera]] in piena rivoluzione. Il caos e l'[[anarchia]] rendevano impossibile identificare una legittima autorità governativa. Per comprendere il trauma psicologico vissuto da Hitler al termine della prima guerra mondiale, un'analisi molto specifica e accurata fu fatta da [[Len Deighton]] in un suo volume del [[1981]].<ref>{{cita|Deighton 1981|pp. 13-23}}.</ref> Nel dicembre [[1918]] il servizio sanitario statale tedesco stimò essere 763.000 i propri concittadini deceduti per fame e malnutrizione in seguito al [[blocco navale]] imposto nel periodo della prima guerra mondiale dalla [[Royal Navy]] britannica alla Germania. Hitler lo giudicò un comportamento bellico barbaro perché le vittime furono soprattutto anziani, donne e bambini. Il 9 novembre 1918, dopo l'abdicazione del Kaiser, il principe [[Max del Baden]], facente funzione pro-tempore, convocò il presidente del partito socialdemocratico tedesco, [[Friedrich Ebert (padre)|Friedrich Ebert]], e gli disse: "Herr Ebert, affido l'impero tedesco alla sua custodia" e si dimise. Nel frattempo, sulle gradinate del palazzo imperiale di Berlino, l'avvocato [[Karl Liebknecht]] e l'attivista [[Rosa Luxemburg]] avevano proclamato il [[soviet]] dei lavoratori e dei soldati, innescando una rivoluzione comunista nelle principali città tedesche. Ebert dovette forzatamente appoggiarsi ai militari e ai circoli nazionalistici per poter schiacciare la rivolta. Al ritorno dei reduci dal fronte, tenne loro un discorso in cui li lodava in quanto coraggiosi, leali e mai sconfitti. Hitler non fece altro che far sue le tesi dell'estrema destra che, a partire dal discorso di Ebert, costruì il mito della "pugnalata alle spalle dei combattenti" (''[[Dolchstoßlegende|Dolchstosslegende]]'') con cui alcuni civili, a detta di tali circoli, avevano complottato col nemico per poter assurgere al potere. La ''Dolchstosslegende'' assunse per i circoli nazionalisti estremi tedeschi un significato paragonabile a quello della [[vittoria mutilata]] per i nazionalisti italiani.
La Germania era piena di reduci inattivi, immiseriti e difficilmente inseribili nel contesto della vita civile; tra questi pure Hitler, tanto più che egli era pure orfano. Da questi sbandati, il generale [[Kurt von Schleicher]], il 4 gennaio [[1919]] trasse gli uomini, all'inizio soltanto 4.000, con cui schiacciare i rivoluzionari comunisti il giorno 19 dello stesso mese e puntellando così la fragile nascente repubblica, che fu sempre sorretta e diretta da circoli militari e ad essi era debitrice, al limite del ricatto. Esplicitamente, i bandi di reclutamento nei [[Freikorps]] (i "Corpi Franchi") recitavano: "Non lasciare che la Germania diventi uno zimbello!". Entro la fine di gennaio, promulgata la [[legge marziale]], con l'aiuto dei Freikorps, Ebert fece schiacciare definitivamente la rivolta comunista. A questo punto il Freikorps aveva reclutato circa 250.000 volontari e, dopo aver arrestato Liebknecht e la Luxemburg, li assassinarono e gettarono i loro corpi in un canale di Berlino, dove vennero ripescati qualche giorno dopo. Questo clima impressionò a tal punto Hitler che, apertamente, una volta diventato un politico, nei suoi discorsi parlò di "disintegrazione della più avanzata potenza industriale del mondo", di "un cancelliere che è una marionetta costretta a ubbidire agli ordini dei vincitori" e "di un governo abusivo e non votato dal popolo", descritto come "una banda di traditori collaborazionisti che si riunisce in una spelonca di carbonari". Hitler diceva apertamente quanto pensava a una grossa fetta dell'elettorato, non solo di destra, ma anche di sinistra. Hitler visse in prima persona i traumatici eventi della rivolta comunista una volta rientrato a Monaco, dove si era insediata la cosiddetta [[Repubblica bavarese dei Consigli]].
=== La Repubblica dei Consigli ===
Proclamata la [[Repubblica di Weimar|repubblica]] in tutta la Germania, alcune città non riconobbero il governo a maggioranza socialdemocratica insediatosi a Berlino; Monaco di Baviera, assieme a tutto lo Stato, fu tra quelle città che si autoproclamarono "indipendenti". Sotto la guida di [[Kurt Eisner]] fu dichiarata la nascita della [[Repubblica bavarese dei Consigli]], di tendenze moderate. [[Rudolf Hess]], superiore gerarchico di Hitler nel suo stesso reggimento, ordisce in dicembre un complotto che fallisce.<ref>{{cita|Galli 2005|p. 123}}.</ref> Nel gennaio [[1919]] Eisner fu messo in minoranza nel parlamento locale, tanto che si presentò a rassegnare le dimissioni il mese successivo (21 febbraio), quando venne ucciso con un revolver da un fanatico ultranazionalista, [[Anton Graf von Arco auf Valley]]. La notizia della sua uccisione fece scoppiare una guerra civile e nei disordini che ne seguirono prese il potere la frazione socialista estremista, quella degli spartachisti.
Il 15 ottobre 1918 fu in seguito intossicato temporaneamente da un attacco di [[Iprite|gas iprite]], che lo lasciò cieco per tre giorni. Fu immediatamente ricoverato all'Ospedale Militare di [[Pasewalk]] dove, secondo alcune fonti, apprese la notizia della sconfitta tedesca del 9 novembre.
Il 6 aprile venne dichiarata la Repubblica bavarese dei Consigli di matrice leninista e retta da un triumvirato composto da [[Ernst Toller]], [[Gustav Landauer]] e dall'anarchico [[Erich Mühsam]], sostituiti dopo una sola settimana da [[Eugen Levine]], che riportò l'ordine in Baviera grazie alla neonata [[Armata Rossa Bavarese]] che seminò il terrore. Il governo centrale della Repubblica di Weimar inviò in Baviera a fine aprile 40.000 militari del [[Freikorps]] (tra essi combatte anche lo studente [[Heinrich Himmler]], futuro comandante supremo delle [[SS]]) ad abbattere la repubblica sovietica e a reintegrare lo stato nel Reich: il 3 maggio cadde anche Monaco in mano all'esercito regolare.<ref name=autogenerato1/> Non si conoscono notizie certe su cosa fece Hitler in questo convulso periodo, però è noto dal ''Mein Kampf'' che l'avversione del futuro dittatore per il comunismo risale a questi mesi: "[...] Il comunismo è sinonimo di caos e di anarchia. Il comunismo è una forza disgregatrice della società e dello Stato perché fa affiorare l'istinto disfattista che c'è in ogni uomo debole. Io l'ho conosciuto bene il comunismo e ho rischiato la vita per combatterlo allora come oggi!".<ref name="autogenerato1"/> Risulta accertato<ref>{{cita|Galli 2005|p. 124}}.</ref> che Hitler, rientrato a Monaco nel dicembre 1918, si presentò al battaglione di deposito del suo reggimento in attesa di ordini. Ai primi di febbraio del 1919 finì per offrirsi volontario per il servizio di sorveglianza bimestrale di un campo per prigionieri di guerra in attesa di liberazione presso [[Traunstein]], dove rimase fino a fine marzo, assieme ad un suo commilitone, tal Ernst Schmidt. Stando alle testimonianze di quest'ultimo:<ref name="Glenn B. Infield 1974, pp. 36-41">{{cita|Infield 1974|pp. 36-41}}.</ref> "Della rivoluzione in atto in quel momento non ne parlava molto e, soprattutto, non ne parlava volentieri, ma si capiva chiaramente quanto lo amareggiava".
Durante la guerra Hitler acquisì un appassionato patriottismo tedesco, anche se non era un cittadino dell'Impero tedesco (un aspetto a cui non pose rimedio fino al 1932). Hitler rimase disperatamente sconvolto dalla capitolazione tedesca nel novembre 1918, quando l'esercito, a suo dire, non era stato sconfitto. Egli, come molti altri nazionalisti, incolpò gli ebrei di avere attizzato focolai rivoluzionari bolscevichi, che avrebbero minato dall'interno la resistenza dei soldati al fronte e indotto i politici (i "[[criminali di novembre]]") alla resa e alla sottoscrizione del [[trattato di Versailles]].
Quindi fece ritorno a Monaco e prese servizio nella caserma che sorgeva in Türkenstrasse, gestita dall'Armata Rossa Bavarese. Alla caduta della repubblica marxista, ricompare come informatore e delatore del Freikorps, tanto che [[Otto Strasser]], nazista della prima ora e avversario interno di Hitler, nel [[1924]] chiese, davanti ai notabili del partito: "Si può sapere dove era mai andato a finire Hitler quel giorno in cui entrammo in Monaco, noi del [[Freikorps]]? In quale angolo della città era andato a nascondersi tale valoroso soldato, colui che avrebbe dovuto combattere eroicamente nelle nostre file [...]?!".<ref name="autogenerato1"/> Hitler era passato dalla parte del Freikorps e si mise a disposizione della commissione d'inchiesta sugli abusi commessi dai rivoluzionari, fornendo una vasta mole d'informazioni dettagliate circa nomi e fatti ai fini delle istruttorie in corso. Hitler fu così destinato alla "Commissione d'inchiesta presso il II reggimento di Fanteria", nient'altro che un formale appellativo atto a mascherare l'attività di un gruppo di delatori il cui compito consisteva nel riferire ai superiori i nominativi dei soldati comunisti, o presunti tali, in modo che li si potesse eliminare<ref name="Glenn B. Infield 1974, pp. 36-41"/> anche eventualmente fisicamente. La sua dedizione fu premiata, tanto che da giugno a settembre venne inviato a seguire un corso d'indottrinamento civico, assegnato all'Università di Monaco, circa il credo militare nazionalista allo scopo di svolgere il delicato compito di informatore (delatore) dell'esercito. In realtà Hitler si era segretamente accodato al "Freikorps Oberland", finanziato dall'occultista e ultranazionalista barone [[Rudolf von Sebottendorff]].<ref name="ReferenceA"/> Come traspare nel ''Mein Kampf'', fu allora che Hitler, durante quelle lezioni, ebbe modo di scoprire di essere in grado di influenzare un uditorio, di avere idee ben chiare in testa, di poter impunemente attaccare senza mezzi termini comunisti ed ebrei e di saper tenere discorsi che colpivano sia i compagni che i superiori, anche se privo alle spalle di una formazione culturale di livello universitario. Il corso terminò il 25 agosto e Hitler ne uscì con la patente di "esperto al riguardo del problema ebraico".<ref name="Glenn B. Infield 1974, pp. 36-41"/>
=== Il Partito Nazionalsocialista ===
[[File:Hitler's DAP membership card.png|thumb|La tessera di appartenenza al [[Partito Tedesco dei Lavoratori|DAP]] (poi [[NSDAP]]) di Hitler]]
Dopo la guerra Hitler rimase nell'esercito, che veniva ora impegnato principalmente nella repressione delle rivoluzioni [[Socialismo|socialiste]] che scoppiavano in tutta la Germania, compresa Monaco di Baviera, dove Hitler tornò nel [[1919]]. L'incarico di confidente dell'esercito era però a termine e sarebbe scaduto alla fine di marzo [[1920]]. Hitler venne a contatto con il futuro Partito Nazista come uomo di fiducia dei circoli militari di Monaco. Mentre era ancora nell'esercito, il 12 settembre [[1919]] venne incaricato di spiare, in abiti civili, per conto dell'esercito e della polizia, gli incontri di un piccolo partito nazionalista, il [[Partito Tedesco dei Lavoratori]] (DAP).<ref>Renè Freund, ''La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo'', Lindau Ed., 2006; ISBN 88-7180-592-5.</ref> Al tempo, tale partito era un piccolo movimento locale senza base di massa, quasi un circolo d'élite, anche se il suo programma prevedeva l'espansione su base nazionale. Durante la sessione tenuta dalla formazione politica al [[Sterneckerbräu]], un albergo con annessauna birreria nel centro della città, quella sera stessa, Hitler ebbe una discussione violenta con un altro cliente.<ref name="autogenerato1"/>
AssistetteAffascinato all'orazione di [[Gottfried Feder]] contro il capitalismo e contro il [[pangermanismo]] e partecipò animatamente alla discussione. Ad una successiva riunione del DAP intervenne controda un oratore che si era espresso a favore della secessione della Baviera in una nazione tedesca meridionale e lì si accorse, come confidò a [[Galeazzo Ciano]] successivamente, di avere "una sorta di carisma magnetico sinistro sulla platea che rimase letteralmente estasiata".<ref name="autogenerato1"/> Affascinato dal suo intervento, [[Anton Drexler]], il fondatore e segretario del partito, lo iscrisse, senza averlo nemmeno consultato, il 16 settembre, pochi giorni dopo averlo udito parlare al partito come membro numero 555 nella primavera del [[1920]] e con la carica generica di "propagandista"1919. In realtà, già da un paio di settimane, Hitler era presente alle riunioni pubbliche del partito su indicazione delle forze dell'ordine, ma in quelle precedenti sedute non aveva annotato alcun particolare di specifico interesse.<ref name="autogenerato1"/>
Nel ''Mein Kampf'', a tal proposito troviamo scritto: "[...] Dopo alcune riunioni che trovai pedanti ed estremamente noiose, ha luogo una discussione, dove un tale se ne esce con una tesi che mi rese furibondo. Intervenni, indignato dalla tesi esposta da quel tale e dall'accoglienza che alcuni dei presenti riservarono alla medesima. Questi signori richiedevano un'unione della Baviera all'Austria, determinandone la [[Indipendentismo|secessione]] dalla Germania. Non avrei potuto fare altrimenti che controbattere e dire in faccia a quel tale quale fosse la mia opinione su questo punto. Alcuni giorni dopo questo stomachevole episodio, avendo io declinato in quell'occasione le mie generalità e l'indirizzo abitativo, ricevetti per posta una cartolina recante la comunicazione ch'ero stato a mia insaputa iscritto al DAP e inserito nientemeno che nel suo comitato direttivo! Non mi opposi e non avrei più potuto, voluto o dovuto tornare indietro".
In realtà il partito era talmente piccolo che i primi 500 numeri corrispondevano a tessere inesistenti; Speer testimoniò che Hitler rimase scioccato da questo trucco. Il 14 agosto incontrò per la prima volta [[Dietrich Eckart]], un antisemita e uno dei primi membri chiave del partito, in occasione di un discorso tenuto davanti ai membri del DAP. Il 16 settembre del 1919 venne redatta la prima opera antisemita conosciuta di Hitler, nota coma la [[lettera Gemlich]].<ref name="autogenerato1"/> Il 20 settembre divenne uno dei sette membri del comitato direttivo presieduto da [[Karl Harrer]] e il 16 ottobre si tenne la prima riunione pubblica del DAP e la lista degli oratori prevedeva come primo intervento quello di [[Johannes Dingfelder]] e come secondo intervento quello di Hitler.
[[File:Bundesarchiv Bild 102-00204, Bayern, Hitler auf Propagandafahrt.jpg|thumb|Hitler a bordo della sua automobile rossa nel 1923]]
Nel gennaio 1920 Harrer lasciò la presidenza del partito e il [[Programma del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori|nuovo programma]] venne redatto da un triumvirato composto da Hitler, Feder e Drexler. Hitler non venne congedato dall'esercito fino al [[1920]] (nel marzo di quell'anno aveva lasciato l'esercito per incompatibilità con l'impegno politico), dopo di che cominciò a prendere parte a tempo pieno alle attività del partito. Ne divenne ben presto il leader (febbraio 1920) e ne cambiò il nome in [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] (''National Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei'', NSDAP), normalmente conosciuto come "partito nazista" da Na''tional So''zi''alistische'', in contrasto con ''Sozi'', un termine usato per indicare il [[Partito Socialdemocratico di Germania]]. Il partito adottò (marzo) come emblema la svastica, concepito come simbolo solare "ariano" e indoeuropeo in opposizione agli ebrei creduti da alcuni essere "adoratori della luna", nonché il [[saluto romano]] usato dai [[Fascismo|fascisti]] italiani.
Il Partito Nazista era solo uno dei numerosi piccoli gruppi estremisti della Monaco di quell'epoca, ma Hitler scoprì ben presto di avere un talento notevole nell'oratoria pubblica e nell'ispirare la lealtà delle persone. La sua retorica, che attaccava gli ebrei, i socialisti, i liberali, i capitalisti e i comunisti, iniziò ad attrarre nuovi aderenti. Tra i primi seguaci troviamo [[Rudolf Hess]], [[Hermann Göring]] ed [[Ernst Röhm]], che sarebbe stato il capo dell'organizzazione paramilitare nazista, la [[Sturmabteilung|SA]] (Sturmabteilung), ufficialmente denominate "Squadre Sportive del Partito". Nel [[1921]] fu condannato a tre mesi di prigione (di cui solo uno scontato) per aver personalmente guidato un attacco delle SA contro un comizio, culminato con l'aggressione dell'oratore, un federalista bavarese di nome Ballerstedt.
{{Immagine multipla
[[File:Bundesarchiv Bild 102-00344A, München, nach Hitler-Ludendorff Prozess.jpg|thumb|left|Hitler tra i più importanti congiurati del ''Putsch'' di Monaco]]
|titolo = '''Il processo del 1924'''
|sfondo titolo = #FF3344
Un altro suo ammiratore fu il Maresciallo di Campo dell'epoca di guerra, [[Erich Ludendorff]]. Hitler decise di usare Ludendorff come facciata in un tentativo abbastanza velleitario di conquistare il potere, il "[[Putsch di Monaco]]" dell'8 novembre [[1923]], quando i nazisti si spostarono da una birreria fino al Ministero della Guerra bavarese, intendendo rovesciare il governo separatista di destra della Baviera e da lì marciare su Berlino, emulando così la [[marcia su Roma]] di [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Hitler fece affidamento principalmente sull'aiuto degli ex combattenti delusi dalla Repubblica di Weimar riuniti nelle organizzazioni paramilitari dei "Corpi Franchi" ([[Freikorps]]).
|immagine1 = Nasleep Eerste Wereldoorlog, staatsgrepen, processen, Duitsland, SFA022823679.jpg
|didascalia1 = Un momento del processo: HItler è il nr. 2
|immagine2 = Bundesarchiv Bild 102-00344A, München, nach Hitler-Ludendorff Prozess.jpg
|didascalia2 = Foto dei congiurati al processo
|sotto = Il processo per il putsch di Monaco diede grande visibilità nazionale a HItler e alla causa, facendolo conoscere per la prima volta a tutto il popolo tedesco.
|allinea sotto = center
|per riga = 1
}}
==== Il putsch del 1923, il processo e la prigionia (1923 - 1924) ====
[[File:Adolf Hitler - Mein Kampf (855. Auflage, 1943).pdf|thumb|Un'edizione del ''[[Mein Kampf]]'' del 1943]]
{{Vedi anche|Putsch di Monaco|Mein Kampf}}
Un altro suo ammiratore fu il Maresciallo di Campo dell'epoca di guerra, [[Erich Ludendorff]]. Hitler decise di usare Ludendorff come facciata in un tentativo abbastanza velleitario di conquistare il potere, il "[[Putsch di Monaco]]" dell'8 novembre 1923, quando i nazisti si spostarono da una birreria fino al Ministero della Guerra bavarese, intendendo rovesciare il governo separatista di destra della Baviera e da lì marciare su Berlino, emulando così la [[marcia su Roma]] di [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Hitler fece affidamento principalmente sull'aiuto degli ex combattenti delusi dalla Repubblica di Weimar riuniti nelle organizzazioni paramilitari dei "Corpi Franchi" ([[Freikorps]]).
Il colpo di Stato fallì ed Hitler venne processato per alto tradimento; tuttavia egli si servì del processo per diffondere il suo messaggio in tutta la Germania. Nell'aprile del [[1924]] venne condannato a cinque anni di carcere nella prigione di [[Landsberg am Lech]], ubicata ad un'ottantina di chilometri di distanza da Monaco di Baviera. Qui Hitler lesse l'opera di [[Henry Ford]] ''[[L'ebreo internazionale]]'' e, ispirandosi a questa, scrisse la sua famosa opera ''[[Mein Kampf]]'' (''La mia battaglia''). Questo lavoro ponderoso conteneva le idee di Hitler sulla razza, la storia e la politica, compresi numerosi avvertimenti sul destino che attendeva i suoi nemici, specialmente gli ebrei, nel caso in cui fosse riuscito a salire al potere. Il libro venne pubblicato la prima volta in due volumi: il primo nel [[1925]] e il secondo un anno dopo. Il titolo originale scelto da Hitler era "Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogna, stupidità e codardia" ma il responsabile della casa editrice, [[Max Amann (politico)|Max Amann]], lo convinse, grazie anche alla persuasione del suo comandante di compagnia dei tempi della prima guerra mondiale, a sintetizzarlo in "Mein Kampf" ("La mia lotta" o "La mia battaglia") <ref>Joachim Fest: “Hitler” ; Casa Editrice Garzanti; 1973; ISBN 9788811678502</ref>. Le prospettive di un Hitler al potere sembravano così remote, a quel tempo, che nessuno prese seriamente i suoi scritti.
[[File:Early Stabswache.jpg|thumb|left|Hitler circondato da guardie del corpo (1925)]]
==== Ricostruzione del partito ====
Considerato relativamente innocuo, Hitler ottenne una riduzione della pena e venne rilasciato il 21 dicembre [[1924]] dopo solo nove mesi di pena detentiva. A quel momento il partito nazista a malapena esisteva e i suoi capi dovettero adoperarsi a lungo per ricostruirlo. Durante questi anni Hitler formò un gruppo che sarebbe in seguito diventato uno degli strumenti chiave nel raggiungimento dei suoi obiettivi. All'interno delle SA Hitler costituì nel [[1925]] una guardia del corpo personale di otto fidatissimi uomini, le ''[[SS|Schutzstaffel]]'' ("unità di protezione" o SS). Questo [[Forze speciali|corpo d<nowiki>'</nowiki>''élite'']] dalle uniformi nere, ufficialmente presentato come "Scuola filosofica del partito" venne guidato da [[Heinrich Himmler]], che poi sarebbe diventato il principale esecutore dei piani di Hitler sulla "[[Soluzione finale della questione ebraica|questione ebraica]]", durante la [[seconda guerra mondiale]]. Le SS arrivarono a contare trecento uomini nel [[1929]] al momento del conferimento dell'incarico ad Himmler, per divenire praticamente onnipotenti dopo l'ascesa del nazismo al potere: nel [[1934]] arrivarono a contare {{formatnum:52000}} iscritti giungendo a controllare la polizia, la [[Gestapo]], le rivali SA e praticamente ogni settore della società e dell'economia tedesche, fino ad ottenere un rapporto paritario con lo stesso esercito, quando vennero fondate le unità di SS combattenti ("[[Waffen SS]]").<ref>Marco Castelli, ''La svastica nelle tenebre - Nazismo Magico'', Ed. "Il Foglio", 2006, pp. 79-84; ISBN 88-7606-053-7.</ref> Nel [[1930]] Hitler assunse la carica di ''Oberste SA'' (capo supremo), affidando la carica di comandante militare (''Stabschef'') delle SA a [[Ernst Röhm]].
Considerato relativamente innocuo, Hitler ottenne una riduzione della pena e venne rilasciato nel 1924 dopo solo nove mesi di pena detentiva. A quel momento il partito nazista a malapena esisteva e i suoi capi dovettero adoperarsi a lungo per ricostruirlo. Durante questi anni Hitler formò un gruppo che sarebbe in seguito diventato uno degli strumenti chiave nel raggiungimento dei suoi obiettivi. All'interno delle SA Hitler costituì nel 1925 una guardia del corpo personale, le ''[[Schutzstaffel]]'' ("unità di protezione" o SS). Questo [[Forze speciali|corpo d{{'}}''élite'']] dalle uniformi nere venne guidato da [[Heinrich Himmler]], che poi sarebbe diventato il principale esecutore dei piani di Hitler sulla "[[Soluzione finale della questione ebraica|questione ebraica]]", durante la [[seconda guerra mondiale]]. Nel 1930 Hitler assunse la carica di ''Oberste SA'' (capo supremo), affidando la carica di comandante militare (''Stabschef'') delle SA a [[Ernst Röhm]].
Parallelamente a tutto ciò, Hitler effettuò diversi tentativi per diventare cittadino tedesco (essendosi reso [[Apolidia|apolide]] dall'aprile 1925 per sfuggire a eventuali estradizioni in Austria), attraverso i membri dell'NSDAP che a partire dal 1930 avrebbero iniziato già a ricoprire incarichi di governo locali ([[#Naturalizzazione tedesca|vedere sotto]]).
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1969-054-53A, Nürnberg, Reichsparteitag.jpg|thumb|Raduno nazionalsocialista a Norimberga (1927)]]
Un elemento chiave del fascino esercitato da Hitler sul popolo tedesco si trovava nel suo costante fare appello all'orgoglio nazionale, ferito dalla sconfitta in guerra e umiliato dal [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]], imposto all'impero germanico dagli Stati vincitori. L'impero infatti dovette cedere territori a Francia, [[Polonia]], [[Belgio]] e [[Danimarca]], abbandonare le sue [[Impero coloniale tedesco|colonie]], dismettere la Marina, pagare un conto salatissimo per le riparazioni di guerra e assumersi la piena responsabilità e colpevolezza dello scoppio del conflitto: un vero e proprio ''[[diktat]]''.
Siccome molti tedeschi non credevano che fosse stata la Germania a dare inizio alla guerra (essendo stata dichiarata dall'Austria) né di essere stati sconfitti sul campo, essi erano amaramente risentiti per questi termini. Anche se i primi tentativi, da parte dei nazisti, di guadagnare voti con la condanna delle umiliazioni e delle macchinazioni dell'"ebraismo internazionale" non ebbero particolare successo con l'elettorato, la [[propaganda]] di partito imparò la lezione, e presto capovolse la situazione a proprio vantaggio attraverso un'espressione più subdola dei suoi contenuti, che combinava l'antisemitismo con attacchi "spiritati" contro i fallimenti del "sistema di Weimar" e i partiti che l'appoggiavano.
==== L'influenza di Eckart e di Haushofer e le basi del programma del Partito Nazionalsocialista ====
{{Vedi anche|Programma del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori}}
Nel periodo a cavallo tra il [[1919]] e il [[1920]] Hitler conobbe a Monaco il politico, drammaturgo e giornalista bavarese [[Dietrich Eckart]], che gli fece da mentore presentandolo alle personalità in vista della città, introducendolo in società, fornendogli un abbigliamento decoroso e un alloggio dignitoso, insegnandogli le buone maniere e impartendogli pure lezioni di lingua tedesca priva d'influssi dialettali.<ref>Renè Feund, ''La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo'', Ed. Lindau, 2006, pp. 17-18; ISBN 88-7180-592-5.</ref> Hitler lo considerò sempre alla stregua di un maestro, tanto che il proclama che era solito utilizzare Eckart, "Deutschland erwache!" ("Germania svegliati!"), divenne anche il grido di battaglia del partito nazionalsocialista.<ref name="Marco Castelli pp. 41 - 43">{{cita|Castelli 2006|pp. 41-43}}.</ref> Eckart divenne ben presto anche il primo direttore del "Völkischer Beobachter" ("L'osservatore Popolare"), il giornale di partito acquistato il 17 settembre 1920 e l'ideologo del nazismo stesso.<ref name="autogenerato1" /> Indubbiamente Hitler fece suo il manifesto di Eckart del 1919 ''Auf Gut Deutsch'' ("In buon tedesco"), dove si attaccavano con veemenza sia il trattato di Versailles che gli "[...] Speculatori ebrei che a mo' di pescecani si sono arricchiti vergognosamente a spese del sangue versato dalle vittime del conflitto, salvo poi dare avvio al [[Bolscevismo]] in [[Russia]] e alla [[socialdemocrazia]] in Germania". Sempre nel summenzionato [[pamphlet]] compare per la prima volta l'esplicita accusa di disfattismo a carico degli ebrei che Hitler sposerà integralmente "[...] E la mano che brandiva il pugnale non esitò un solo attimo a vibrare il colpo tra le scapole del fratello, ad affondarlo nella schiena del miglior amico".<ref name="autogenerato1" />
[[File:Bundesarchiv Bild 102-10460, Adolf Hitler, Rednerposen.jpg|thumb|left|Hitler in tipiche pose da [[oratore]]]]
Non ha un peso ideologico, ma rappresenta un punto nodale della sua formazione culturale, l'opera del "tedeschissimo poeta" [[Friedrich Schiller]]. In particolare Hitler appare ossessionato da ''[[La congiura di Fiesco a Genova]]'' (''Die Verschwörung des Fiesco zu Genua'', 1873). Il passaggio su uno dei protagonisti, il Moro, lo cita insistentemente: due volte nel ''Mein Kampf'', in un discorso pubblico a Berlino e nelle trattative con il presidente ceco [[Emil Hácha]].<ref>{{Cita web|autore=Giovanni Mari|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2013/07/26/APTRmN4F-hitler_ossessione_fieschi.shtml|titolo=Hitler e l'ossessione dei Fieschi|accesso=9 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222042606/http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2013/07/26/APTRmN4F-hitler_ossessione_fieschi.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
Hitler considerò sempre di inestimabile valore il contributo di Eckart alla causa nazista, sia inserendolo nei circoli iniziatici della [[Thule Gesellschaft]], che incitandolo continuamente a scrivere e a pronunciare discorsi ultranazionalisti e antisemiti in pubblico.<ref name="autogenerato1"/> Verso la fine del [[1922]] l'ultimo saggio di Eckart, dal titolo ''Der Bolschewismus von Moses bis Lenin. Zwiegespräch zwischen Adolf Hitler und mir'' ("Il bolscevismo, da [[Mosè]] a [[Lenin]]. Dialogo tra Adolf Hitler e me"), strutturato a mo' di dialogo tra maestro (Eckart stesso) e allievo (Hitler), delineò in modo netto la comune credenza secondo la quale gli ebrei altro non erano che «assetati di potere, affamati di denaro, anelanti alla gloria».<ref name="autogenerato1"/> Nel 1923 la salute di Eckart iniziò a declinare sempre di più, essendo il fisico minato dall'abuso di [[morfina]] (al tempo non soggetta a vincolo prescrittivo medico) e di alcol, tanto che il contributo del "maestro" al tentato [[colpo di Stato]] risultò quasi del tutto ininfluente.<ref name="autogenerato1"/> Ciò nonostante venne per poche settimane imprigionato nel carcere di Monaco, la [[prigione di Stadelheim]] (lo stesso dove undici anni dopo Hitler farà imprigionare [[Ernst Röhm]] e l'intero vertice delle SA al termine della purga passata alla storia col nome di "[[notte dei lunghi coltelli]]"), quindi liberato per le precarie condizioni di salute prima di morire il 23 dicembre. L'affetto e la riconoscenza di Hitler nei confronti dell'ideologo del nazismo è testimoniata dal fatto che Eckart venne seppellito a [[Berchtesgaden]], dove Hitler farà costruire la sua villa di montagna, nonché dal fatto che proprio ad Eckart sarà dedicata la frase conclusiva del ''Mein Kampf''. Di rimando le ultime parole di Eckart furono, stando alle testimonianze: «Seguite Hitler! Il movimento è solo agli albori, ma in futuro queste mie parole diventeranno indiscutibilmente chiare. Egli danzerà, ma sono stato io a creare la melodia. Non state in lutto per me: io ho influenzato la storia più di qualsiasi altro tedesco».<ref name="autogenerato1"/>
[[File:Bundesarchiv Bild 102-12078, Adolf Hitler und Anton Franzen.jpg|thumb|Hitler con indosso la divisa delle SA]]
La società segreta ''[[Società Thule|Thule Gesellschaft]]'', di cui Eckart era uno dei fondatori, tornerà utilissima ad Hitler e agli aderenti al partito, all'epoca della messa al bando del nazionalsocialismo in seguito al fallito [[colpo di stato]], in quanto gli incontri da essa promossi presso l'Hotel "Quattro Stagioni" di Monaco fungevano da copertura per le riunioni clandestine del partito hitleriano.<ref name="ReferenceA"/> Altra figura di spicco tra gli ideologi del movimento nazista fu il bavarese [[Karl Haushofer]], che Hitler frequentò negli anni che vanno tra il [[1919]] e il [[1924]]. A lui si riconduce il programma dello "Spazio Vitale" (il ''Lebensraum''). Le influenze di Haushofer nel ''Mein Kampf'' risultano particolarmente evidenti, anche alla luce del fatto che costui, nel periodo di detenzione di Hitler a Landsberg, conseguentemente al fallimento del putsch del 1923, si recava quotidianamente in visita al futuro dittatore, al tempo recluso in carcere, e la stesura del dattiloscritto del programma politico del nazismo venne redatta proprio durante il periodo di carcerazione del Führer.<ref name="Marco Castelli pp. 41 - 43"/> Negli anni compresi tra l'ascesa al potere del nazismo ([[1933]]) e il tentativo di Hess di concludere una pace separata con la [[Gran Bretagna]] ([[1941]]), l'ideologia mutuata da Haushofer diventa il cardine della politica espansionistica di Hitler, quella che giustifica le annessioni e le invasioni di altri Stati.<ref name="autogenerato1"/>
=== La corsa al potere ===
La stella di Haushofer declinò bruscamente nel 1941 dopo il fallimento del tentativo di Hess, di cui Haushofer fu ispiratore, per concludersi drammaticamente nel [[1945]] con la condanna a morte di suo figlio, implicato nel tentativo di eliminazione di Hitler del 20 luglio [[1944]]. Poco prima di essere giustiziato [[Albrecht Haushofer]] indirizzò al padre la sua poesia-testamento, che una volta letta dal genitore lo avrebbe condotto al suicidio il 14 marzo [[1946]].<ref name="autogenerato1"/>. Essa infatti recita:
{{citazione|Una lunga leggenda profonda dell'oriente [riferimento ai popoli dell'est che subirono l'applicazione del Lebensraum teorizzato da Haushofer e messo in pratica da Hitler] ci narra che gli spiriti della potenza del male [i nazisti e ogni altro movimento illiberale] sono tenuti prigionieri nella notte marina [impossibilitati dalla storia ad acquisire il potere] sigillati dalla prudente mano del buon Dio. Fino a quando la sorte, una volta al millennio, a un solo pescatore [Haushofer, suo padre] concede il potere di spezzare le catene dei prigionieri se non rigetta immediatamente il proprio bottino a mare [se non rinuncia alla fama di ideologo agli occhi di tutti]. Per mio padre il destino ha parlato. La sua volontà altre volte aveva avuto la forza [Haushofer era un generale di fanteria] di respingere il demonio nella sua prigione [di stroncare demagoghi e golpisti]. Mio padre ha ceduto [con il nazismo]. Non ha avvertito il soffio del diavolo [Hitler] e ha lasciato il demonio spargersi sul mondo}}
Infine è doveroso citare anche [[Hans Heinz Ewers]], iscritto al partito fin dalla sua fondazione, nonché autore dell'[[Horst-Wessel-Lied]] ([[Horst Wessel]] era un trentenne berlinese membro delle SA rimasto ucciso in un duello con un simpatizzante comunista, nel [[1930]], in seguito ad una banale lite presso la casa di tolleranza che entrambi frequentavano e assurto al rango di "martire" del nazismo), l'inno ufficiale del Partito Nazionalsocialista, che curò tutto il substrato cerimoniale del movimento e fu l'ispiratore del mito della forza, della potenza e della mancanza di remore morali che stanno alla base della crudeltà del comportamento delle SA e delle SS.<ref>{{cita|Castelli 2006|pp. 141-142}}.</ref>
==== Il Piano Young e il crollo della "coalizione di Weimar" (1929-1930) ====
Non ha un peso ideologico, ma rappresenta un punto nodale della sua formazione culturale, l'opera del "tedeschissimo poeta" ''Friedrich Schiller''. In particolare Hitler appare ossessionato dal ''Die Verschwörung des Fiesco zu Genua'' (1872), la tragedia ispirata alla ''Congiura di Gianluigi Fieschi'' nella storica Repubblica di Genova. Il passaggio su uno dei protagonisti, il Moro, lo cita insistentemente: due volte nel ''Mein Kampf'', in un discorso pubblico a Berlino e nelle trattative con il presidente ceco Emil Hácha.<ref>Giovanni Mari, [http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2013/07/26/APTRmN4F-hitler_ossessione_fieschi.shtml Hitler e l'ossessione dei Fieschi] su ''Il Secolo XIX''</ref>
{{Vedi anche|Piano Young|Referendum in Germania del 1929}}
Dopo anni di trattative, le potenze creditrici dei debiti di guerra giunsero nella seconda metà del [[1929]] ad elaborare il "[[Piano Young]]" (che sostituiva il "[[Piano Dawes]]"), che ammorbidiva le condizioni per la Germania. Le destre, comunque contrarie a qualsiasi accettazione della democrazia e delle responsabilità della guerra,<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,1155_01_1929_0165_0007_24883934/|titolo=Blocco nazionalista in Germania contro il Piano Young e contro la Repubblica|pubblicazione=La Stampa|data=29 luglio 1929|p=7}}</ref> a dicembre giunsero a indire un [[Referendum in Germania del 1929|referendum contro il piano]], che fallì per mancanza del quorum, ma che vide l'NSDAP e Hitler in persona per la prima volta essere parzialmente appoggiato dalle classi medie e borghesi, grazie anche all'appoggio dato dai nazional-popolari del DNVP e soprattutto dell'impero editoriale del loro leader, [[Alfred Hugenberg]].
Nel marzo 1930 la [[coalizione di Weimar]] crollò e da allora si cominciò a governare per decreto del Presidente della Repubblica. Alle elezioni amministrative della [[Sassonia]] del giugno 1930 per la prima volta il partito di Hitler ottenne una quantità considerevole di voti, oltretutto in una roccaforte socialdemocratica.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1152_01_1930_0149A_0001_16835013/|titolo=I partiti medi battuti nelle elezioni alla Dieta sassone|pubblicazione=La Stampa|data=24 giugno 1930|p=1|citazione=Si attendeva la risposta dell'elettore sassone per farsi press'a poco una idea dell'orientamento probabile dell'intero corpo elettorale di tutto il paese, quale può essere venuto maturando lungo le gravi vicende degli ultimi due anni, dopo le ultime elezioni. Nel pieno della crisi finanziaria nazionale, che prende nome dalla introduzione del piano Young [...]}}</ref> Nelle immediatamente successive elezioni nazionali del 14 settembre 1930 il partito nazionalsocialista confermò l'exploit di tre mesi prima e guadagnò oltre il 18% dei voti e 107 seggi nel [[Reichstag (Repubblica di Weimar)|Reichstag]], diventando così la seconda forza politica in Germania.
==== La ''Thule Gesellschaft'' come nutrice del futuro ''Führer'' ====
{{Doppia immagine verticale|destra|Bundesarchiv Bild 102-12078, Adolf Hitler und Anton Franzen.jpg|Deutschlanderwac00bade 0 0049 Deutschland erwacht - Werden, Kampf und Sieg der NSDAP 1933 Wilfrid Bade Cigaretten-Bilderdienst USHMM No known copyright restriction Blutfahne Cropped.jpg|200|Hitler con indosso la divisa delle SA}}
Il regime democratico costituito in Germania nel 1919, la cosiddetta Repubblica di Weimar, non era mai stato genuinamente accettato dai conservatori e neanche dal potente partito comunista. I socialdemocratici e i partiti tradizionali del centro e della destra si mostrarono inadeguati nel contenere lo shock della depressione ed erano, inoltre, tutti segnati dall'associazione con il "sistema di Weimar".
Il partito nazista delle origini, creato da Drexler, venne istituito all'interno della società esoterica segreta, "[[Studiengruppe für Germanisches Altertum]]" ("Gruppo di studio circa le antichità germaniche"), nota ai più come "Thule Gesellschaft" e da cui provengono numerosi futuri alti gerarchi nazisti nonché compagni della prima ora di Hitler. Società mistica ispirata agli scritti teosofici di [[Guido von List]] e di [[Lanz von Liebenfels]], la Società Thule fu fondata nel [[1910]] da [[Felix Niedner]] a [[Berlino]] e trasferita il 18 agosto [[1918]] a Monaco, su iniziativa di [[Rudolf Glauer]], sedicente barone [[Rudolf von Sebottendorff]] di adozione, capo del ramo bavarese del [[Germanenorden]], di cui la Thule stessa era almeno inizialmente un'affiliazione. Il suo motto era: «Gedenke, dass Du ein Deutscher bist. Halte dein Blut rein!» ("Ricorda che sei un tedesco. Conserva il tuo sangue puro!"). L'iscrizione alla società mistica era riservata unicamente a coloro che potevano dimostrare di esser di pura razza ariana dalla terza generazione dei propri avi, esattamente il criterio che adotteranno i nazisti per confermare la cittadinanza alla popolazione tedesca, rifiutandola agli ebrei e ai cosiddetti "mezzosangue". I suoi adepti si riunivano ogni sabato nelle ampie sale dell'elegante hotel Vier Jahrunderszeiten di Monaco, tenuti sotto stretta sorveglianza dall'esercito che non riusciva ancora a catalogarli tra gli oppositori o i fautori della nuove Germania repubblicana. Per questo motivo Hitler venne spedito in più occasioni ad ascoltare e a riferire i discorsi che venivano intavolati in tali occasioni. Sebbene Hitler non ne abbia fatto ufficialmente parte (mai si iscrisse), pur tuttavia quasi l'intero quadro dirigente del partito lo era. Fra le personalità appartenenti alla società segreta ricordiamo, oltre al già citato [[Anton Drexler]], le figure di [[Rudolf Hess]], [[Hans Frank]], [[Max Amman]], [[Alfred Rosenberg]], [[Julius Lehmann]], [[Dietrich Eckart]], [[Gottfried Feder]], [[Hermann Göring]], [[Karl Harrer]]. Hitler all'inizio è iscritto d'ufficio quale oratore invitato dai membri, ma figura soltanto in qualità di "associato".<ref>{{cita|Castelli 2006|p. 24-25}}.</ref> Come spia delle forze dell'ordine Hitler presentava rapporti alquanto favorevoli sull'attività della società e del neonato partito.<ref name="autogenerato1"/> La società evocava la figura dei tipici capi tribali germanici a cui spettava l'onore e l'onere di mantenere in salute l'intera comunità, cosa che dipendeva dalle loro scelte. Oltre ai dogi ariani e alle istanze antisemite, è la figura della "guida", un araldo inviato da [[Dio]] che contraddistingue la filosofia della società, al che Hitler parve subito a tutti la persona giusta per tale scopo, tanto che il 20 maggio [[1920]], non ancora capo del partito nazista, alla proposta del simbolo della svastica levogira, egli la modificò in senso destrogiro.<ref name="autogenerato1"/> Tuttavia il più dedito alla conoscenza dell'occulto fu fin dall'inizio il futuro gerarca [[Heinrich Himmler]], il quale fin dal [[1924]], povero e trasandato nell'abbigliamento, percorreva l'intera [[Germania]] alla ricerca di fondi e di donazioni per il partito che andava ricostruito dopo la disastrosa esperienza del fallito colpo di Stato<ref>"BBC History", N°. 57, gennaio 2016; pp.18 - 25</ref>. Nei periodi di riposo Himmler lesse tutto quanto riguardava la storia passata del proprio Paese, riferendo poi a Hitler un riassunto di quanto imparato.<ref name="Ibidem">Ibidem</ref> Pare che Himmler fosse rimasto letteralmente folgorato dalla lettura di [[Tacito]], il quale fu il primo storico a descrivere usi e costumi degl'antichi [[Germani]] nella sua opera "[[De origine et situ Germanorum]]", più comunemente noto col titolo di "[[De Germania]]". Dopo aver letto il testo dello storico latino Himmler espose le proprie riflessioni ad Hitler dicendo: «Io accetto incondizionatamente il parere di tutti coloro i quali ritengono che gl'abitanti della Germania, non contaminati da nozze con altre popolazioni bastarde, costituiscano una gente a parte, di sangue puro e simili solo a se stessa. Di qui deriva che anche l'aspetto fisico è in tutti il medesimo, per quanto è possibile in un così grande numero di uomini: occhi fieri e cerulei, capelli biondi o rossicci, corporature gigantesche, ma adatte perfettamente all'assalto: così dovremo tornare a essere. O almeno alcuni di noi!». Hitler, che almeno fino al 1922 coltivava solamente un odio antisemita in termini razziali e anticomunista in termini prettamente politici, ne fu preso a tal punto che iniziò a detestare anche altre categorie di persone: zingari, slavi e latini.<ref name="Ibidem"/> Proprio grazie alla mediazione operata da questa setta, che propugnava il ritorno alle origini e alla purezza di sangue, Hitler si convinse della superiorità fisica, morale e spirituale della cosiddetta "razza ariana": quest'idea divenne un vero e proprio atto di fede e un pilastro dell'ideologia del futuro regime nazista: la rinascita della società tedesca andava propugnato mediante il recupero integrale di quei valori di purezza e incorruttibilità che avevano caratterizzato e animato gli avi, le antiche popolazioni germaniche. Trascurando a bella posta, però, gl'innumerevoli difetti che Tacito aveva riscontrato e messo per iscritto circa tali popoli. Di più: andavano ritrovate e rinverdite quelle "virtù" che nei secoli successivi, nel [[Medioevo]] in particolare, avevano reso grande, potente e temuto il popolo tedesco. Obiettivo dichiarato era di liberarlo da ogni forma di contaminazione fisica, razziale, morale e intellettuale che nei secoli lo avevano corrotto. Non ultima la filosofia "decadente" propria della religione cristiana, vista come una sorta di "filosofia del tutto estranea e deleteria di matrice orientale, giudaico-massonica, da ritenersi fra le cause principali della rovina del popolo germanico".<ref name="autogenerato1"/> Conquistato il potere nell'estate del [[1933]] il nazismo soppresse tutti i circoli esoterici tedeschi, inclusa la Thule Gesellschaft, nonostante fosse caratterizzata da un acceso nazionalismo e da un intenso antisemitismo e avesse regalato nel [[1920]] all'appena fondato partito di Hitler il ''[[Völkischer Beobachter]]'' (''Osservatore popolare''), un giornale che diviene l'organo di stampa ufficiale del partito nazista. Oramai il nazismo aveva fatto proprio gran parte del bagaglio pseudoculturale proprio della Thule Gesellschaft, che saranno portati avanti dale regime con delirante follia. Sempre Himmler dichiarò nel [[1939]] poco prima dell'inizio della [[seconda guerra mondiale]]: «Così ci siamo schierati e, secondo leggi immutabili, marciamo come ordine militare nazionalsocialista, uomini di stirpe e d'impronta nordica, giurata comunità della nostra nobile stirpe, verso un radioso lontano avvenire e desideriamo e crediamo d'essere non soltanto i pronipoti che meglio la difendono, ma anche, e in più, i padri di fulgide generazioni future, indispensabili alla vita eterna del nobile popolo tedesco e delle diuturne comunità germaniche». Queste parole, forse anche più e meglio di quelle pronunciate da Hitler in persona, riassumono in sé il fulcro dell'ideologia nazista e i cardini della sua dottrina politica.<ref name="autogenerato1"/> Dal momento che il nazionalsocialismo non fu solamente un movimento politico, ma anche e soprattutto un fenomeno socio-culturale seriamente intenzionato a mutare nel profondo la società tedesca, facendo tabula rasa di quanto in Germania si è affermato tra il [[Rinascimento]] e il [[Romanticismo]].<ref name="autogenerato1"/> Furono proprio queste a far nascere il 1º luglio [[1935]] la [[Deutsches Ahnenerbe]], la cui missione ufficiale era quella di reperire in ogni angolo del pianeta le prove sull'eredità del popolo tedesco e sulla sua unicità razziale, cosa che è alla base dell'inscindibile connubio tra le [[SS]], alle quali veniva affidato questo alto incarico, e la summenzionata società [[Ahnenerbe]] che deteneva l'incarico di depositaria della filosofia propria del regime.<ref name="Ibidem"/> Per quanto concerne i legami tra il nazismo e le filosofie mistiche si rimanda alla voce [[misticismo nazista]].
[[File:Bundesarchiv Bild 102-10541, Weimar, Aufmarsch der Nationalsozialisten.jpg|thumb|Saluto nazista di Hitler durante una sfilata di [[Sturmabteilung|camicie brune]] a [[Weimar]] (ottobre 1930)]]
=== Il modello offerto dal fascismo italiano e da Mussolini ===
[[File:Hitler and Mussolini meet in August 1941.jpg|thumb|Il dittatore tedesco incontra quello italiano]]
Il successo di Hitler si basava sulla conquista della classe media, colpita duramente dall'inflazione degli [[Anni 1920|anni venti]] e dalla disoccupazione portata dalla depressione. Contadini e veterani di guerra costituivano altri gruppi che supportavano i nazisti, influenzati dai mistici richiami dell'ideologia ''Volk'' (popolo) al mito del sangue e della terra. La classe operaia urbana, invece, in genere ignorava gli appelli di Hitler; Berlino e le città della [[regione della Ruhr]] gli erano particolarmente ostili; infatti, in queste città il Partito Comunista era ancora forte, ma si opponeva anch'esso al governo democratico, ragion per cui si rifiutò di cooperare con gli altri partiti per bloccare l'ascesa di Hitler.
[[Renzo De Felice]], noto storico del [[fascismo]] italiano, dedicò diversi saggi ai rapporti tra i due movimenti politici, del nazismo e del fascismo per l'appunto. Nella sua prima opera<ref>''I rapporti tra Fascismo e Nazionalsocialismo fino all'andata al potere di Hitler (1922 - 1933): Appunti e documenti''; Anno Accademico 1970 - 1971. Edizioni scientifiche Italiane; Napoli, 1971.</ref> De Felice analizza le omologie, le analogie e le somiglianze tra i due dittatori. A iniziare dal fatto che Hitler non faceva mistero di considerare [[Benito Mussolini]] una specie di "maestro politico" prima e un "maestro di dittatura" poi. Hitler non amava gli italiani come popolo e la cosa è risaputa: li considerava un popolo di "levantini che aveva perso il nobile sangue romano dell'antichità, divenendo anche dei traditori e spergiuri, eccezion fatta per il loro condottiero, Benito Mussolini" (nel ''[[Mein Kampf]]'' Hitler si riferiva con i summenzionati sprezzanti al fatto che i governanti italiani avevano tradito la [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]] nel 1915). Anche l'analogia tra le due cariche di duce e ''Führer'' ("guida") rimanda al medesimo tema e sebbene [[Joseph Goebbels]] affermasse erroneamente che il cosiddetto [[saluto romano]] (in tedesco ''Hitlergruß'' o "saluto a Hitler") fosse in uso già tra le tribù germaniche, ragion per cui il nazismo non era debitore di questo rituale al fascismo italiano, in realtà tale saluto è attestato presso i nazisti solo dal 1926. Circa invece l'antisemitismo lo storico italiano entra in polemica con il suo pari britannico [[Denis Mack Smith]] affermando che almeno fino alla metà degli anni trenta non era provato un sentimento razzista nel fascismo italiano, così come nei discorsi ufficiali di Mussolini traspare. Anzi diversi "sansepolcristi" (i fascisti della prima ora) erano di famiglia ebraica, così come ebraici furono molti sostenitori economici e politici di Mussolini, senza contare che un'amante del duce era [[Margherita Sarfatti]], di nota e ricca famiglia ebraica, la quale scrisse una delle prime biografie agiografiche, intitolata ''Dux'', che fu un successo editoriale senza precedenti e fruttò al dittatore italiano una cospicua rendita economica.<ref>Denis Mack Smith: ''Mussolini''; Weidenfeld and Nicholson; London; 1981</ref> Secondo lo storico britannico, citando anche fonti giornalistiche coeve,<ref>''The Times''; October 18th; 1922</ref> i nazisti erano noti all'opinione pubblica europea col titolo di "fascisti bavaresi", in ciò sottolineando che non solo il fascismo e il nazismo fossero entrambi movimenti violenti e illiberali, ma anche che alcuni collaboratori di Mussolini erano antisemiti sebbene il duce non lo fosse già dalla prima ora. Innegabile per De Felice<ref>''Una pagina ignota dei rapporti Mussolini-Hitler prima dell'ascesa nazista''. "Corriere della Sera" del 19 febbraio 1968.</ref> è il fatto che la nomina di Mussolini a [[Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del Consiglio]] italiano abbia scatenato un entusiasmo senza precedenti, dentro e fuori dall'[[Italia]] tra i partiti di destra, di estrema destra e persino conservatori. Vista la vicinanza geografica questo era vero soprattutto per la [[Baviera]] dove il partito nazista, seppur considerato estremista e marginale, si riteneva fosse guidato dal "Mussolini bavarese" (Hitler) che aveva adottato "la via italica al potere politico" (la [[marcia su Roma]]) come modello per trionfare in Germania. «Fare come in Italia!» titolavano alcuni quotidiani tedeschi nell'ottica del superamento della Repubblica di Weimar.
==== I governi per decreto e la grande depressione (1930-1932) ====
[[File:Hitler a Roma.jpg|thumb|left|Visita ufficiale di Hitler a Roma nel 1938; sul palco in prima fila da sinistra: Benito Mussolini, Adolf Hitler, [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]], [[Elena del Montenegro]]; in seconda fila, da sinistra: [[Joachim von Ribbentrop]], Joseph Goebbels, Rudolf Hess, Heinrich Himmler]]
{{Vedi anche|Heinrich Brüning|Plebiscito sullo scioglimento del Landtag prussiano|Grande depressione|Fronte di Harzburg|Fronte di ferro}}
Per molti commentatori politici dell'epoca il rovesciamento della costituzione repubblicana era solo una questione di tempo. Così la pensava pure [[Möller van der Bruck]], colui che per primo coniò il termine Terzo ''Reich'' (''Das Drittes Reich''), che sintetizzava la fine dello Stato parlamentare tedesco con la locuzione «Italia ''docet!''». Non per niente, ribadiva De Felice, i due movimenti politici erano pressoché coevi (il fascismo originava dalla riunione del 23 marzo 1919, il nazismo era stato rifondato da Hitler il 24 febbraio 1920), la prima menzione documentata della persona di Mussolini da parte di Hitler avvenne in un discorso pubblico nel novembre 1922, il fatto che poche settimane prima il tentativo di golpe Hitler considerasse la funzione di modello ideale la marcia fascista sulla capitale italiana, nonché molti dei futuri gerarchi nazisti ([[Hermann Göring]], Goebbels, [[Rudolf Hess]], [[Heinrich Himmler]], [[Ernst Röhm]]) che la marcia mussoliniana su [[Roma]] costituiva un caposaldo di [[strategia]] e di [[tattica]] politica e aveva il valore di un precedente per i loro piani di conquista del potere. Infine senza la fatidica marcia su Roma, sempre a detta di De Felice, difficilmente Hitler avrebbe tentato il fallimentare ''Putsch'' di Monaco del 1923. Peraltro durante la breve detenzione Hitler riconobbe che l'unico modo di raggiungere il potere fosse quello di sfruttare le debolezze insite nella via legale parlamentare, in ciò riconoscendo che le marce storicamente precedenti fossero più per generali, quali [[Lucio Cornelio Silla]] e [[Gaio Giulio Cesare]], che non per politici. Eppure nella primavera 1923 aveva inviato un suo emissario a Mussolini col compito di chiedere consigli preziosi alla pianificazione del colpo di mano nazista: il duce rispose nella tarda estate del medesimo anno mediante il giornalista di regime [[Leo Negrelli]], cui Hitler rilasciò un'intervista ove riconosceva nel colpo di mano fascista « [...] la funzione di modello da imitare in tutto e per tutto».<ref>Renzo De Felice: ''Mussolini ed Hitler: I rapporti segreti, 1922 - 1933'' Ed. Gius. Laterza & figli; 1982 - 2013. Ripreso da Biblioteca Storica del "Il Giornale" per gentile concessione, 2016.</ref>
Le elezioni del 1930 furono un disastro per il governo di centrodestra di [[Heinrich Brüning]], che si vedeva privato della maggioranza al Reichstag, affidato alla tolleranza dei socialdemocratici e costretto all'uso dei poteri d'emergenza da parte del Presidente della Repubblica per restare al governo.
=== La corsa al potere ===
Il punto di svolta delle fortune di Hitler giunse con la [[grande depressione]] che colpì la Germania nel [[1930]]. Il regime democratico costituito in Germania nel [[1919]], la cosiddetta Repubblica di Weimar, non era mai stato genuinamente accettato dai conservatori e neanche dal potente partito comunista. I socialdemocratici e i partiti tradizionali del centro e della destra si mostrarono inadeguati nel contenere lo shock della depressione ed erano, inoltre, tutti segnati dall'associazione con il "sistema di Weimar". Nelle elezioni del 14 settembre [[1930]] il partito nazionalsocialista sorse improvvisamente dall'oscurità e si guadagnò oltre il 18% dei voti e 107 seggi nel [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]], diventando così la seconda forza politica in Germania.
[[File:Bundesarchiv Bild 102-10541, Weimar, Aufmarsch der Nationalsozialisten.jpg|thumb|Saluto nazista di Hitler durante una sfilata di [[Sturmabteilung|camicie brune]] a [[Weimar]] (ottobre 1930)]]
Il successo di Hitler si basava sulla conquista della classe media, colpita duramente dall'inflazione degli [[Anni 1920|anni venti]] e dalla disoccupazione portata dalla depressione. Contadini e veterani di guerra costituivano altri gruppi che supportavano i nazisti, influenzati dai mistici richiami dell'ideologia ''Volk'' (popolo) al mito del sangue e della terra. La classe operaia urbana invece in genere ignorava gli appelli di Hitler; Berlino e le città della [[regione della Ruhr]] gli erano particolarmente ostili; infatti in queste città il Partito Comunista era ancora forte, ma si opponeva anch'esso al governo democratico, ragion per cui si rifiutò di cooperare con gli altri partiti per bloccare l'ascesa di Hitler.
Le elezionimisure delaustere 1930introdotte furonoda un disastroBrüning per ilcontrastare governola [[Crisi economica in Germania del 1931|grande depressione]] erano avare di centro-destrasuccessi e le istituzioni erano sempre più sotto attacco {{chiarire|da parte di fette crescenti del popolo}}: nell'agosto 1931 si svolse un [[Heinrichplebiscito Brüningsullo scioglimento del Landtag prussiano]], cheindetto sida vedevaun'organizzazione privatodi delladestra maggioranzachiamata al Reichstag"[[Stahlhelm, affidatoBund allader tolleranzaFrontsoldaten|Stahlhelm]]" deie Socialdemocraticia ecui costrettopartecipò allsia l'usoNSDAP deidi poteriHitler d'emergenzache dail parteKPD delcomunista, Presidentepur dellanon Repubblicaraggiungendo peril restarequorum al(ma governo.inaugurando Con[[Fronte ledi misureHarzburg|una austereserie introdottedi daconvergenze Brüningufficiali]] pertra contrastarei ladue depressione,partiti avareche diporteranno successi,ad ilindire anche grandi scioperi comuni). Il governo era, dunque, ansioso di evitare le elezioni presidenziali del [[1932]] e sperava di garantirsi l'accordo con i nazisti per estendere il mandato di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]. Tuttavia, Hitler si rifiutò e, anzi, corse contro Hindenburg nelle elezioni presidenziali, arrivando secondo nelle due tornate elettorali, superando il 35% dei voti nella seconda occasione, in aprile, nonostante i tentativi del ministro degli Interniinterni [[Wilhelm Groener]] e del governo socialdemocratico della Prussia di limitare le attività pubbliche dei nazisti, soprattutto bandendo le SA.
[[File:Daspolitischepla00scho 0210 Erwin Schockel Das politische Plakat Hitler poster Reichspräsidentenwahl März April 1932 Heinz Franke Druck München Anonymous No known copyright restrictions.jpg|thumb|left|Manifesto di Hitler per le [[elezioni presidenziali tedesche del 1932]]]]
L'imbarazzo delle elezioni pose fine alla tolleranza di Hindenburg nei confronti di Brüning e il vecchio Maresciallo di Campo dimise il governo e ne nominò uno nuovo guidato dal reazionario [[Franz von Papen]], che immediatamente abrogò il [[bando sulle SA]] e indisse nuove elezioni per il Reichstag. Alle elezioni del luglio [[1932]] i nazisti ottennero il loro migliore risultato, vincendo 230 seggi e diventando il partito di maggioranza relativa; grazie a questa vittoria, Hitler riuscì inoltre ad ottenere finalmente la cittadinanza tedesca. In quel momento i nazisti ede i comunisti controllavano la maggioranza del Reichstag e la formazione di un governo di maggioranza stabile, impegnato alla democrazia, era impossibile. A seguito quindi del voto di sfiducia sul governo von Papen, appoggiato dall'84% dei deputati, il nuovo Reichstag si dissolse immediatamente e furono indette nuove elezioni per novembre.
Von Papen e il [[Partito di Centro Tedesco|Partito di Centro]] (cattolico) aprirono entrambi dei negoziati per assicurarsi la partecipazione nazista al governo, ma Hitler pose delle condizioni dure, chiedendo il cancellierato e il consenso del presidente che gli permettesse di utilizzare i poteri d'emergenza dell'articolo 48 della [[costituzione]]. Il tentativo fallito di entrare nel governo, unito agli sforzi nazisti di ottenere il supporto della classe operaia, alienarono alcuni dei precedenti sostenitori e nelle elezioni del novembre 1932 i nazisti persero dei voti, pur rimanendo il principale partito del Reichstag.
Poiché von Papen aveva chiaramente fallito nei suoi tentativi di garantirsi una maggioranza attraverso la negoziazione che avrebbe portato i nazisti al governo, Hindenburg lo dimise e chiamò al suo posto il generale [[Kurt von Schleicher]], che era stato per lungo tempo una forza dietro le quinte e successivamente Ministro della Difesa, il quale promise di poter garantire un governo di maggioranza attraverso la negoziazione con i sindacalisti Socialdemocraticisocialdemocratici e con la fazione nazista dissidente, guidata da [[Gregor Strasser]].
Quando Schleicher si imbarcò in questa difficile missione, von Papen e [[Alfred Hugenberg]], segretario del [[Partito Popolare Nazionale Tedesco]] (DNVP), che prima dell'ascesa nazista era il principale partito di destra, cospirarono per persuadere Hindenburg a nominare Hitler come cancelliere in coalizione con il DNVP, promettendo che sarebbero stati in grado di controllarlo. Quando Schleicher fu costretto ad ammettere il suo fallimento e chiese ad Hindenburg un altro scioglimento del Reichstag, Hindenburg lo silurò e mise in atto il piano di von Papen, nominando Hitler Cancelliere con von Papen come Vicecancelliere e Hugenberg come Ministro dell'Economia, in un gabinetto che comprendeva solo tre nazisti: Hitler, Göring e [[Wilhelm Frick]]. Il 30 gennaio [[1933]] Hitler prestò giuramento come Cancelliere nellanel cameranuovo del[[Reichstag (Germania nazista)|Reichstag]], sotto gli sguardi e gli applausi di migliaia di sostenitori del nazismo ("[[Machtübernahme]]", o "Presa del potere").
[[File:Bundesarchiv Bild 183-S38324, Tag von Potsdam, Adolf Hitler, Paul v. Hindenburg.jpg|upright=1.0|thumb|Hitler stringe la mano al presidente Paul von Hindenburg]]
Usando il pretesto dell'[[Incendioincendio del Reichstag]], Hitler emise il cosiddetto "[[decreto dell'incendio del Reichstag]]" il 28 febbraio [[1933]], a meno di un mese dall'insediamento. Il decreto dell'incendiosopprimeva delgran Reichstagparte (indei tedesco,diritti Reichstagsbrandverordnung)civili ègarantiti ildalla terminecostituzione condel cui1919 vienedella indicataRepubblica ladi leggeWeimar chein vennenome passatadella dalsicurezza governonazionale: nazistai inleader rispostacomunisti, direttaassieme all'incendioad delaltri Reichstagoppositori del 27 febbraio 1933. Occorse solo un giorno al governo per farla passare il 28 febbraioregime, dalsi momentotrovarono cheben bastavapresto soltantoin laprigione. controfirmaAl deltempo Presidentestesso dellale RepubblicaSA allalanciarono propostaun'ondata scrittadi delviolenza Cancellierecontro peri farlamovimenti approvare:sindacali, eragli unebrei decreto volutamente inserito dal legislatoree comealtri "decreto d'emergenzanemici". eTuttavia, voltoHitler anon schiacciareaveva iancora tentativila dinazione colpoin dipugno. StatoLa e,nomina comea tale,Cancelliere none necessitavail dell'approvazionesuo parlamentareuso perdei diveniremeccanismi operativa.incastonati Ilnella verocostituzione nomeper delapprodare decretoal èpotere "Verordnunghanno desportato Reichspräsidentenal zummito Schutzdella vonnazione Volkche undelegge Staat"il ("Decretosuo del[[dittatore]] Presidentee del Reich per la protezionesupporto della popolazionemaggioranza ealla dellosua stato")ascesa. EmanatoIn dall'anzianoverità, (eHitler ormaidivenne senile)Cancelliere presidentesu Paulnomina vonlegale Hindenburgdel sulla base dell'articolo 48 sottosezione 2 della Costituzionepresidente, che consentivaera alstato Reichspräsidenteletto didal prenderepopolo, ognima misurané appropriataHitler perné rimediareil aipartito pericolidisponevano perdella lamaggioranza sicurezza pubblica, rappresentò unoassoluta dei principalivoti. passiNelle compiutiultime dalelezioni governolibere nazistai pernazisti stabilireottennero il suo33% dei dominiovoti, taliguadagnando passi196 vengonodei normalmente584 indicatiseggi dal termine [[Gleichschaltung]]disponibili.
Il decreto sospese o soppresse gran parte dei diritti civili garantiti dalla costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar in nome della sicurezza nazionale: i leader comunisti, assieme ad altri oppositori del regime, si trovarono ben presto in prigione. Al tempo stesso le SA lanciarono un'ondata di violenza contro i movimenti sindacali, gli ebrei e altri "nemici". Tuttavia Hitler non aveva ancora la nazione in pugno. La nomina a Cancelliere e il suo uso dei meccanismi incastonati nella costituzione per approdare al potere hanno portato al mito della nazione che elegge il suo [[dittatore]] e del supporto della maggioranza alla sua ascesa. In verità Hitler divenne Cancelliere su nomina legale del presidente, che era stato eletto dal popolo, ma né Hitler, né il partito disponevano della maggioranza assoluta dei voti. Nelle ultime elezioni libere i nazisti ottennero il 33% dei voti, guadagnando 196 dei 584 seggi disponibili.
[[File:Enabling Act in colour.jpg|thumb|left|Hitler annuncia la promulgazione del [[decreto dei pieni poteri]] ]]
Anche nelle [[Elezioni parlamentari in Germania del marzo 1933|elezioni del marzo [[1933]], che si svolsero dopo che terrore e violenza si erano diffuse per lo Stato, i nazisti ricevettero solo il 44% dei voti. Il partito ottenne il controllo della maggioranza dei seggi al Reichstag attraverso una formale coalizione con il DNVP. Infine, i voti addizionali necessari a far passare il [[decreto dei pieni poteri]] (Ermächtigungsgesetz), che investì Hitler di un'autorità dittatoriale, furono assicurati con l'espulsione dei deputati comunisti dal Reichstag e con l'intimidazione dei ministri del Partito di Centro. Con una serie di decreti che arrivarono subito dopo, vennero soppressi gli altri partiti e bandite tutte le forme di opposizione. In soli pochi mesi Hitler aveva raggiunto un controllo autoritario senza aver mai violato o sospeso la costituzione del Reich, minando, tuttavia, il sistema democratico. Sfruttando infatti il quadro giuridico fornito dalla Costituzione, Hitler fece approvare dal Parlamento la legge che gli concesse i pieni poteri. È il 24 marzo del 1933 e tutti i partiti, anche quelli di ispirazione democratica che avevano governato in precedenza, votarono le norme che trasformano la Germania in una dittatura. Dopo l'espulsione dal Reichtstag dei comunisti solo la SPD votò contro la Ermächtigungsgesetz. In base a questo decreto, Hitler sciolse d'imperio tutti i partiti politici tedeschi e promosse soltanto il Partito Nazista ad unico partito ammesso in Germania (14 luglio 1933).
=== Il regime nazionalsocialista ===
{{Vedi anche|Notte dei lunghi coltelli|Leggi di Norimberga|Notte dei cristalli|Lebensraum|Anschluss|Conferenza di Monaco}}{{citazione|Verrà un giorno in cui sarà più grande onore avere il titolo di cittadino del Reich in qualità di spazzino che essere re in uno Stato straniero, e questo giorno verrà certamente, poiché, in un mondo come il nostro, che permette la mescolanza delle razze, uno Stato che dedica tutti i suoi sforzi allo sviluppo dei migliori elementi razziali deve fatalmente diventare il padrone del mondo.}}
[[File:DR 1938 672 Adolf Hitler.jpg|thumb|Francobollo da 6+19 [[pfennig]] con l'effigie di Adolf Hitler]]
Essendosi assicurato il potere politico supremo in maniera legale con libere elezioni, Hitler rimase estremamente popolare fino ai momenti finali del suo regime. Era un maestro di oratoria e con tutti i mezzi d'informazione tedeschi sotto il controllo del suo capo della propaganda, [[Joseph Goebbels]], fu in grado di persuadere la maggioranza dei tedeschi che egli fosse il loro salvatore dalla depressione, dai comunisti, dal trattato di Versailles e dagli ebrei.<ref>Jean-Paul Picaper, ''Nazisti in fuga'', 2020. Hitler aveva sedotto e persuaso "le masse", come le ha definite nel ''Mein Kampf'', non come l'eroe [[Sigfrido]], ma come il [[Il pifferaio di Hamelin|pifferaio magico di Hamelin]].</ref> Su quelli che non ne erano persuasi, le SA, le SS e la [[Gestapo]] (la polizia segreta di Stato) avevano mano libera e a migliaia scomparirono nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento]]. Molti di più emigrarono, compresi circa metà degli ebrei tedeschi.
Per consolidare il suo regime, Hitler aveva bisogno della neutralità dell'esercito e dei magnati dell'industria. Questi erano allarmati dalla componente "socialista" del nazionalsocialismo, che era rappresentata dalle camicie brune delle SA di [[Ernst Röhm]], in gran parte appartenenti alla classe operaia. Per rimuovere questa barriera all'accettazione del regime, Hitler lasciò libero il suo luogotenente, [[Heinrich Himmler]], di assassinare Röhm e decine di altri nemici reali o potenziali, durante la notte del 29-30 giugno [[1934]] (conosciuta come la "[[notte dei lunghi coltelli]]"). Un effetto meno visibile della purga, che venne poco percepito all'epoca, ma che probabilmente rientrava nei progetti di Hitler, fu di focalizzare le energie del partito non più su aspetti sociali (come desiderato dalle SA), ma sui «nemici razziali» della Germania. Secondo alcuni autori, il nazionalsocialismo, nato come ideologia gemella al fascismo italiano, rimase tale solo fino a questo momento dato che con l'eliminazione della corrente "di sinistra" facente capo a Röhm, la corrente "di destra" facente capo ad Hitler prese il sopravvento. Da questo momento il Partito Nazista avrebbe abbracciato implicitamente il capitalismo prefigurandosi come un'ideologia prettamente conservatrice, abbandonando ogni ipotesi rivoluzionaria e quindi rimanendo "socialista" solo nel nome. Questo sarebbe avvenuto come pegno ai poteri economici internazionali che l'avevano sostenuto finanziariamente nell'ascesa al potere.<ref>Paolo Buchignani, ''Fascisti rossi'', Mondadori, 1998.</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1983-0210-507, Berlin, Staatsakt für Admiral von Trotha.jpg|thumb|left|Hitler ai funerali di Stato dell'ammiraglio [[Adolf von Trotha]] nell'ottobre 1940 a [[Berlino]], dirivolto fronteverso allala [[Neue Wache]] (non visibile nell'immagine), accompagnato (da sinistra a destra) dall'ammiraglio [[Erich Raeder]], dai feldmarescialli [[Wilhelm Keitel]] e [[Erhard Milch]] e dal generale [[Friedrich Fromm]], mentre sullo sfondo si notano la [[Alte Bibliothek]] e lo [[Altes Palais]]]]
Anche [[Pino Rauti]] in una sua opera ritiene che l'epurazione della cosiddetta "ala sinistra" del movimento nazionalsocialista fu inevitabile per Hitler al fine di accreditarsi presso l'esercito, la grande finanza e il club degli industriali, tutti settori che vedevano in von Papen il garante contro la deriva populista da parte del partito. Infatti, Papen chiese notoriamente a Röhm di esplicitare cosa intendesse per "rivoluzione nazionalsocialista", aggiungendo beffardamente che non si trattasse « [...] di una rivoluzione antimarxista per favorire l'ascesa al potere di una corrente filomarxista». Nell'incontro di [[Venezia]] con Mussolini (14 giugno 1934, solo due settimane prima della fatidica "notte dei lunghi coltelli"), Hitler domandò al dittatore italiano come avesse fatto ad incanalare le [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|camicie nere]] nell'alveo della legalità, preoccupato per il comportamento delle [[Sturmabteilung|camicie brune]] naziste, al che Mussolini, da sempre ritenuto un maestro dal dittatore nazista, gli rispose di averne "eliminati" i capi. Il duce intendeva un'eliminazione politica, ovvero averne indirizzato i capi a carriere burocratiche, mentre Hitler prese il consiglio alla lettera. Eugene Davidson<ref>{{Cita|Davidson 1977|p. 355}}.</ref> dà invece credito alle memorie dell'ex-capo di Stato maggiore della [[Reichswehr]] (l'esercito della Repubblica di Weimar), [[Werner von Blomberg]], il quale scrisse che, qualche giorno prima dell'incontro di Venezia con Mussolini, a [[Neudeck]] (l'attuale cittadina polacca di [[Ogrodzieniec]]), al piano terra della casa del [[Capi di Stato del Reich|Presidente del Reich]] [[Paul von Hindenburg]] ebbe un colloquio con Hitler, recatosi in visita all'anziano presidente che versava in precarie condizioni di salute (sarebbe morto quaranta giorni dopo). Prospettò ad Hitler, in quell'occasione, che, se non fosse stata esautorata la direzione delle SA ("Prima di pensare alla successione presidenziale - Signor Cancelliere - occorre far pulizia a casa propria perché di pulizia ce n'è di gran bisogno ! Rammenti che siamo in molti nell'esercito nostalgici del Kaiser."), l'esercito sarebbe intervenuto non solo contro i pretoriani del regime nazista, ma anche contro il regime stesso, abbattendolo. Hindenburg, stando a quanto raccolto dal figlio, presente anch'egli all'incontro, avrebbe perentoriamente e lapidariamente richiesto ad Hitler di "Iniziare a far pulizia una volta per tutte in casa sua", con ciò intendendo l'esautorazione dei capi più estremisti, Röhm in primis. Ciò non toglie che Hitler abbia comunque chiesto a Mussolini come risolvere il grave problema che lo assillava.<ref name="autogenerato1"/> La descrizione fatta dell'incontro tra von Blomberg e Hitler al capezzale di Hindenburg è avvalorata dal figlio di Hindenburg stesso, [[Oskar von Hindenburg]], che nelle proprie memorie cita una velata minaccia proferita dal padre a Hitler quel medesimo giorno. In pratica, il vecchio presidente affermò che « [...] Prima di pensare a metter ordine in Germania, il capo di un partito politico deve pensare a far pulizia in casa propria, come già ribaditogli qualche settimana prima a bordo dell'incrociatore salpato da [[Königsberg]] sia il comandante in capo dell'esercito [von Blomberg, per l'appunto], sia l'ammiraglio in capo della flotta...» e: «se il messaggio non fosse stato abbastanza chiaro, alla morte del Presidente della Repubblica, egli avrebbe lasciato scritto nel testamento di restituire il potere ai legittimi rappresentanti, vale a dire l'erede al trono della decaduta famiglia regnante».
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1990-048-29A, Adolf Hitler retouched.jpg|thumb|L'ufficio del ''Führer'' al ''[[Berghof]]'', la sua residenza privata nell'Obersalzberg delle Alpi Salisburghesi vicino a Berchtesgaden, in Baviera]]
In ogni caso il problema che si parava di fronte ad Hitler era quello di non poter andare oltre la carica di cancelliere, per di più vigilato da un uomo del presidente Hindenburg, quale era Papen. Infatti, come generale in capo della Reichwehr, von Blomberg scrisse nelle sue memorie:
Quando Hindenburg morì il 2 agosto 1934, Hitler - che in quanto già capo del governo, ossia cancelliere del ''Reich'', non poteva diventare anche [[Capi di Stato del Reich|presidente del ''Reich'']] (capo di Stato) - creò per sé una nuova carica, quella di ''[[Führer]]'', che in pratica gli consentì di cumulare i due incarichi. Egli era ''Führer und Reichskanzler'' (guida e cancelliere del ''Reich''). Dal 1934 sino alla sua morte in Germania non ci fu alcun presidente del ''Reich''.
{{citazione|[...] Già dal [[1931]] le SA erano divenute il triplo, numericamente parlando, in termini d'effettivi, rispetto ai militi della Reichwehr: 300.000 contro 100.000, complice la dura crisi economica importata dagli Stati Uniti fin dal [[1929]].}} Domenica 17 giugno [[1934]], Hitler venne convocato dal presidente Hindenburg nella sua villa a [[Neudeck]] (oggigiorno [[Ogrodzieniec]], cittadina polacca sita nel distretto di [[Kisielice]]) e severamente ammonito al fine di eliminare il pericolo costituito da quell'esercito privato oramai fuori controllo. Io stesso, prima che l'aereo lo riportasse a Berlino, gli ribadii che, con Hindenburg prossimo alla morte, la situazione era foriera di notevoli rischi per il suo futuro politico. Era una giornata afosa, ma Hitler era come impietrito. Io stavo sulla gradinata della villa soffocato nella mia alta uniforme e senza preamboli, in una riunione a due durata pochi minuti, esplicitamente gli rammentai che il presidente aveva l'intenzione di dichiarare la [[legge marziale]], affidandomi il controllo totale della nazione e che, se si fosse giunti a questo, io avrei restaurato la monarchia, il che avrebbe distrutto per sempre i piani di una dittatura assoluta di Hitler. Ritengo che fu questo il punto di svolta dell'intera questione: fu il momento in cui Hitler comprese che il potere di [[Ernst Röhm]] andasse epurato di colpo e con la violenza".<ref>{{cita|Deighton 1981|pp. 46-48}}.</ref>}. Lo storico Len Deighton riporta anche le parole che il dittatore sovietico Stalin avrebbe pronunciato di fronte ai propri collaboratori alla notizia della purga nazista contro le S.A.: "Compagni, il Signor Hitler deve fungere per noi da esempio! Hitler andrebbe studiato per far imparare anche a noi come si trattano gl'avversari politici". In pratica, la Notte dei Lunghi Coltelli costituisce il fondamento delle future purghe staliniane il cui detonatore venne individuato nell'omicidio di [[Sergej Mironovič Kirov]], avvenuto cinque mesi estti dopo la fucilazione di Rörm, il 01 dicembre [[1934]]<ref>Len deighton: "La Guerra Lampo"; Longanesi Ed.;1981</ref>.
Quegli ebrei che non erano emigrati in tempo ebbero a pentirsi della loro esitazione. In base alle [[leggi di Norimberga]] del 1935 persero il loro status di cittadini tedeschi e vennero espulsi dagli impieghi statali, dagli ordini professionali e da gran parte delle attività economiche. Furono oggetto dello sbarramento di una feroce propaganda. Pochi non ebrei tedeschi si opposero a questi passi. Queste restrizioni vennero ulteriormente aggravate, specialmente dopo l'operazione anti-ebraica della notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, conosciuta come la "[[notte dei cristalli]]" ("Kristallnacht" o "Reichskristallnacht"). Dal [[1941]] gli ebrei furono obbligati ad indossare una [[stella di David]] gialla in pubblico. Nel marzo 1935 Hitler ripudiò il trattato di Versailles, reintroducendo la coscrizione in Germania. Il suo scopo sembrava quello di costruire una massiccia macchina militare, comprendente una nuova [[marina militare]] (la [[Kriegsmarine]]) e una nuova [[aeronautica militare]] (la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]). Quest'ultima venne posta sotto il comando di [[Hermann Göring]], un comandante veterano della prima guerra mondiale. L'arruolamento di grandi quantità di uomini e donne nel nuovo esercito sembrava risolvere i problemi di disoccupazione, ma distorse seriamente l'economia.
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1990-048-29A, Adolf Hitler retouched.jpg|thumb|L'ufficio del ''Führer'']]
Quando Hindenburg morì il 2 agosto [[1934]], Hitler (che in quanto già capo del governo, ossia cancelliere del ''Reich'') non poteva diventare anche [[Capi di Stato del Reich|presidente del ''Reich'']] (capo di Stato), creò per sé una nuova carica, quella di ''[[Führer]]'', che in pratica gli consentì di cumulare i due incarichi. Neanche un'ora dopo il ferale evento della morte dell'ottuagenario presidente Hindenburg, Hitler decretò che le cariche di cancelliere e di presidente della repubblica sarebbero state fuse in modo tale da garantire al dittatore nazista non soltanto la qualifica di "capo della nazione", ma anche quella più importante e prestigiosa di "comandante supremo delle forze armate", il che imponeva a queste ultime il diretto giuramento di fedeltà nei confronti di Hitler in persona. Egli era ''Führer und Reichskanzler'' (guida e cancelliere del ''Reich''). Il 19 agosto 1934 si tenne un [[referendum in Germania del 1934|referendum]] che avrebbe conferito a Hitler i poteri del Presidente della Repubblica. Più che un'elezione fu una scontata conferma plebiscitaria del nuovo stato delle cose (su 45.5 milioni di aventi diritto al voto, 38 milioni espressero parere favorevole mentre 4.5 milioni negarono la loro approvazione).<ref>S. Klein - M. Twis, ''The most evil dictators in history'', Michael O'Hara Books Ltd., 2002 (ed. ital. a cura di Newton Compton Edizioni, 2006, p. 324).</ref> Dal 1934 sino alla sua morte in Germania non ci fu alcun presidente del ''Reich'', in quanto Hitler governava per decreto-legge.
Nel marzo 1936, mentre l'attenzione del mondo era concentrata sull'[[Guerra d'Etiopia|attacco fascista all'Etiopia]], Hitler violò nuovamente il trattato [[Remilitarizzazione della Renania|rioccupando la zona demilitarizzata della Renania]] e, poiché Regno Unito e Francia non si mobilitarono per fermarlo, prese coraggio. Nel luglio dello stesso anno scoppiò la [[guerra civile spagnola]] dove i militari, guidati dal generale [[Francisco Franco]], si ribellarono contro il governo regolarmente eletto del [[Fronte popolare]]. Hitler inviò delle truppe ad aiutare i ribelli. L'intervento in [[Spagna]] servì da prova sul campo per le nuove forze armate tedesche e per i loro metodi, compreso il [[Bombardamento a tappeto|bombardamento]] di città indifese come [[Guernica (Spagna)|Guernica]], che venne distrutta dalla Luftwaffe nell'aprile 1937.
Quegli ebrei che non erano emigrati in tempo ebbero a pentirsi della loro esitazione. In base alle [[leggi di Norimberga]] del [[1935]] persero il loro status di cittadini tedeschi e vennero espulsi dagli impieghi statali, dagli ordini professionali e da gran parte delle attività economiche. Furono oggetto dello sbarramento di una feroce propaganda. Pochi non ebrei tedeschi si opposero a questi passi. Queste restrizioni vennero ulteriormente aggravate, specialmente dopo l'operazione anti-ebraica della notte tra il 9 e il 10 novembre [[1938]], conosciuta come la "[[notte dei cristalli]]" ("Kristallnacht" o "Reichskristallnacht"). Dal [[1941]] gli ebrei furono obbligati ad indossare una [[stella di David]] gialla in pubblico. Nel marzo [[1935]] Hitler ripudiò il trattato di Versailles, reintroducendo la coscrizione in Germania. Il suo scopo sembrava quello di costruire una massiccia macchina militare, comprendente una nuova [[marina militare]] (la [[Kriegsmarine]]) e una nuova [[aeronautica militare]] (la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]). Quest'ultima venne posta sotto il comando di [[Hermann Göring]], un comandante veterano della prima guerra mondiale. L'arruolamento di grandi quantità di uomini e donne nel nuovo esercito sembrava risolvere i problemi di disoccupazione, ma distorse seriamente l'economia.
Nel marzo [[1936]], mentre l'attenzione del mondo era concentrata sull'[[Guerra d'Etiopia|attacco fascista all'Etiopia]], Hitler violò nuovamente il trattato [[Remilitarizzazione della Renania|rioccupando la zona demilitarizzata della Renania]] e, poiché Regno Unito e Francia non si mobilitarono per fermarlo, prese coraggio. Nel luglio dello stesso anno scoppiò la [[guerra civile spagnola]] dove i militari, guidati dal generale [[Francisco Franco]], si ribellarono contro il governo regolarmente eletto del [[Fronte popolare]]. Hitler inviò delle truppe ad aiutare i ribelli. L'intervento in [[Spagna]] servì da prova sul campo per le nuove forze armate tedesche e per i loro metodi, compreso il [[Bombardamento a tappeto|bombardamento]] di città indifese come [[Guernica]], che venne distrutta dalla Luftwaffe nell'aprile [[1937]].
[[File:Hitler and Mussolini in Munich (1940).jpg|thumb|left|Hitler e Mussolini a Monaco nel 1940]]
Per dimostrare al mondo la potenza tedesca, Hitler (su idea di Goebbels) ospitò a Berlino l'[[Giochi della XI Olimpiade|XI Olimpiade]], con una cerimonia iniziale trionfale. Il 25 ottobre dello stesso anno ci fu a Berlino la firma di un trattato di amicizia fra il Regno d'Italia e la Germania e il 1º novembre successivo, in un discorso a [[Milano]], Mussolini userà per la prima volta il termine [[Potenze dell'Asse|Asse Roma-Berlino]], riferendosi a tale accordo. Da qui l'usanza diffusa di considerare il trattato di amicizia come istitutivo dell'Asse anche se l'alleanza militare nascerà più tardi, il 22 maggio 1939, con il [[Patto d'Acciaio]]: questa alleanza venne in seguito allargata a [[Impero giapponese|Giappone]], [[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Ungheria]], [[Regno di Romania|Romania]] e [[Regno di Bulgaria|Bulgaria]], ossia le [[Potenze dell'Asse]]. Il 5 novembre [[1937]] Hitler tenne un incontro segreto alla Cancelleria del Reich, in cui dichiarò i suoi piani per l'acquisizione di "spazio vitale" per il popolo tedesco.
Il 10 aprile [[1938]] con un plebiscito l'Austria si univa alla Germania (il cosiddetto ''[[Anschluss]]'') e Hitler, che così poneva le basi della [[Großdeutschland|Grande Germania]], fece un ingresso trionfale a Vienna. In seguito intensificò la crisi che coinvolgeva gli abitanti di lingua tedesca della regione dei [[Sudeti]] in [[Cecoslovacchia]]. Questo portò agli [[Conferenza e accordo di Monaco|accordi di Monaco]] del settembre [[1938]] in cui Regno Unito e Francia, con la mediazione di Mussolini, cedettero debolmente alle sue richieste per evitare la guerra, "sacrificando" quindi la Cecoslovacchia, che fu [[Occupazione tedesca della Cecoslovacchia|occupata]]. I tedeschi entrarono a [[Praga]] il 10 marzo [[1939]].
A questo punto Francia e Regno Unito decisero di prendere posizione e resistettero alla successiva richiesta di Hitler per la restituzione del territorio di [[Danzica]], un territorio tedesco ceduto alla Polonia in base al trattato di Versailles. Le potenze occidentali non furono però in grado di giungere ad un accordo con l'[[Unione Sovietica]] per un'alleanza contro la Germania e Hitler ne approfittò. Il 23 agosto [[1939]] concluse un patto di non-aggressione (il [[patto Molotov-Ribbentrop]]) con [[Iosif Stalin|Stalin]], definendo anche i criteri per la spartizione del territorio polacco. Lo storico Len Deighton cita il generale della [[Wehrmacht]] [[Walther Nehring]]<ref name="Deighton">Len Deighton: "La Guerra Lampo"; Longanesi Ed.; 1981.</ref> a proposito del fatto che [[Stalin]] fosse riluttante nel firmare il patto con Hilter prima, e nel tenervi fede poi, dal momento che egli aveva letto nel "[[Mein Kampf]]", del destino riservato alla [[Russia]] in caso di guerra con la [[Germania]] e di come Hitler odiasse i comunisti ed i popoli slavi. Stalin avrebbe sussurrato a [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]]: "Sono titubante, ma la [[Polonia]] è un errore sulle carte geografiche. A noi serve solo un po' di tempo: Hitler pensa d'esser più furbo di me, ma si sbaglia di grosso perché io gliel'ho fatta!". Parallelamente, Hitler esclamò: "È fatta! Li ho tutti in pugno ed ora l'[[Europa]] è mia!". Le frasi riportate dei due dittatori avvalorerebbero la tesi di alcuni storici - in base a quanto conclude il generale Nehring - secondo la quale nessuno dei due tiranni sarebbe stato sincero nei confronti dell'altro e che Stalin avrebbe progettato di sferrare il primo colpo, una volta ripristinati i vertici militari dell'[[Armata Rossa]]<ref name="Deighton" />
Il 1º settembre la Germania [[Campagna di Polonia|invase la Polonia]]. Hitler era certo che Francia e Regno Unito non avrebbero onorato il loro impegno con i polacchi per dichiarare guerra alla Germania: "Ho giudicato i loro capi a Monaco: Daladier, Chamberlain, dei vermiciattoli!".<ref>Raymond Cartier, ''La seconde guerre mondiale'', Paris, Moreau & Cie, 1965, p. 9.</ref> Quando la mattina del 3 settembre l'aiutante Schmidt entrò nello studio di Hitler consegnandogli la dichiarazione di guerra del Regno Unito, questi restò pietrificato e voltosi verso il suo ministro degli Esteri [[Joachim von Ribbentrop|Ribbentrop]], con lo sguardo furibondo disse: ''"Was nun?"'' (E adesso?).<ref>Pier Carlo Marini, ''Mussolini: la maschera del dittatore'', Roma, BFS Edizioni, 1999, p. 70; Giorgio Angelozzi Gariboldi, ''Pio XII, Hitler e Mussolini; il Vaticano fra le dittature'', Milano, Mursia, 1988, p. 142.</ref> Nell'anticamera, affollata di generali e dignitari del partito, la voce di Göring, appena informato, ruppe il silenzio che si era creato: «Se perdiamo questa guerra, Dio abbia pietà di noi!».<ref>"''Wenn wir diesen krieg verlieren, dann möge uns der himmel gnädig sein''"; Karl Heinz Frieser, ''Blitzkrieg- Legende: der Westfeldzug 1940'', Oldenbourg, 2005, p. 15; Thomas Ramge, ''Die Flicks - eine deutsche Familien Geschicte'', Campus Verlag, 2004, p. 115.</ref>
=== Seconda guerra mondiale: le vittorie ===
[[File:Bundesarchiv Bild 183-B06275A, Berlin, Reichstagssitzung, Rede Adolf Hitler.jpg|thumb|Hitler parla al [[Reichstag (Germania nazista)|Reichstag]] in occasione della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti d'America (dicembre 1941)]]
{{citazione|Dobbiamo essere crudeli. Dobbiamo riabituarci ad essere crudeli con la coscienza pulita.}}
Nei tre anni seguenti Hitler conseguì una serie quasi ininterrotta di successi militari. La [[Polonia]] venne rapidamente sconfitta e spartita con i sovietici. Nell'aprile [[1940]] la Germania invase la [[Danimarca]] e la [[Norvegia]] ([[operazione Weserübung]]). In risposta all'invasione della Polonia, Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania. Nel mese di maggio iniziò un'offensiva lampo che travolse rapidamente i [[Paesi Bassi]], il [[Belgio]], il [[Lussemburgo]] e la Francia (conosciuta come la [[campagna di Francia]]), che collassò nel giro di sei settimane. Il piano per la conquista della Francia, nato dalle idee di Hitler, di Heinz Guderian, leader dei Panzer, e del generale von Manstein, fu un'operazione magistrale, un capolavoro tattico che permise ai tedeschi di travolgere tre eserciti, oltre al [[British Expeditionary Force|BEF]]. Nell'aprile [[1941]] toccò alla [[Regno di Jugoslavia|Jugoslavia]] e alla [[Grecia]] essere invase ([[campagna dei Balcani]]). Nel frattempo le forze tedesche ([[Deutsches Afrikakorps]]), unite a quelle italiane, avanzavano attraverso il [[Nordafrica]] verso l'[[Egitto]], puntando su [[Alessandria d'Egitto]] e [[Il Cairo]].
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-163-0319-03A, Griechenland, deutsche Infanterie auf dem Marsch.jpg|thumb|left|Le truppe tedesche superano il confine della [[Macedonia (Grecia)|Macedonia]]]]
Queste invasioni furono accompagnate dal bombardamento di città indifese come [[Varsavia]], [[Rotterdam]] (avvertita e quindi evacuata) e [[Belgrado]]. L'unico insuccesso di Hitler fu quello di non riuscire a piegare la Gran Bretagna con i bombardamenti aerei della [[battaglia d'Inghilterra]]. Il 22 giugno [[1941]] ebbe inizio l'[[operazione Barbarossa]]. Le forze tedesche, appoggiate dalle nazioni dell'Asse e della [[Finlandia]], invasero l'Unione Sovietica, occupando rapidamente parte della [[Russia europea]], [[Assedio di Leningrado|assediando Leningrado]] e [[Stalingrado]] e minacciando [[Mosca (Russia)|Mosca]]. Durante l'inverno, l'armata di Hitler venne respinta alle porte di Mosca e il furibondo Führer assunse egli stesso il comando delle forze armate, ma l'estate successiva l'offensiva riprese. Per il luglio del [[1942]], le truppe di Hitler erano sul [[Volga]], dove vennero sconfitte nella [[battaglia di Stalingrado]]: si trattava della prima grossa sconfitta tedesca.
In Nordafrica i britannici sconfissero i tedeschi nella [[seconda battaglia di El Alamein]], contrastando i piani di Hitler di occupare il [[canale di Suez]] e il [[Medio Oriente]]. A proposito della certezza della vittoria bellica da parte del dittatore e dei suoi fedeli, Hitler dichiarò testualmente in presenza dei suoi generali: {{citazione|Quanto alla propaganda, troverò qualche spiegazione per lo scoppio della guerra. Non importa se plausibile o no, al vincitore non verrà chiesto poi se avrà detto o no la verità.<ref name=Shirer>{{cita libro|William L.|Shirer|[[Storia del Terzo Reich]]|1990|Einaudi|Torino}}</ref>}}
=== La Shoah ===
L'invasione dell'Unione Sovietica fu anche motivata dal proposito nazionalsocialista, già presente agli albori del movimento, di acquisire il ''[[Lebensraum]]'' («spazio vitale») per la Germania ad Est, a scapito delle popolazioni slave considerate ''[[Untermensch]]en'' («sub-umane»). Contemporaneamente, l'operazione Barbarossa si proponeva di abbattere il nemico ideologico rappresentato dal comunismo, parte, secondo l'ideologia hitleriana, del [[Teoria del complotto giudaico|complotto giudaico]] per il dominio del mondo. Non ultimo, la campagna ad est avrebbe permesso alla Germania, svaniti i sogni di una rapida campagna occidentale, di raggiungere e utilizzare le ricche risorse economiche sovietiche rappresentate dal [[petrolio]] [[Caucaso|caucasico]] e le derrate alimentari [[Ucraina|ucraine]].
Fu immediatamente dopo lo scoppio del conflitto ad est che la persecuzione ebraica raggiunse la sua fase culminante con l'avvio dei massacri operati dalle ''[[Einsatzgruppen]]'' che seguivano le forze armate tedesche avanzanti. D'altro canto non esistono prove che nel giugno [[1941]] esistesse già un piano per una «[[soluzione finale della questione ebraica]]». Gli storici rilevano che probabilmente la decisione venne presa in un periodo compreso tra il novembre [[1941]] e il gennaio [[1942]] e che la fase operativa si concretizzò solo successivamente. Per facilitare l'attuazione della soluzione finale si tenne a [[Wannsee]], nei pressi di Berlino, una [[Conferenza di Wannsee|conferenza]] il 20 gennaio del [[1942]], con la partecipazione di quindici ufficiali superiori del regime guidati da [[Reinhard Heydrich]] e [[Adolf Eichmann]].
[[File:Buchenwald corpse trailer ww2-181.jpg|thumb|left|Corpi presso il [[campo di concentramento di Buchenwald]]]]
Le registrazioni della conferenza forniscono le prove più evidenti della pianificazione centrale dell'[[Olocausto]]. Tra il [[1942]] e il [[1944]] le SS, assistite dai governi collaborazionisti e da personale reclutato nelle nazioni occupate, uccisero in maniera sistematica circa 3,5 milioni di ebrei in [[Campo di sterminio|campi di sterminio]] localizzati in Polonia: [[Campo di sterminio di Birkenau|Birkenau]], [[Campo di sterminio di Bełżec|Bełżec]], [[Campo di sterminio di Chełmno|Chełmno]], [[Campo di sterminio di Sobibór|Sobibór]] e [[Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]] e in campi di concentramento come quello di [[Majdanek]]. Altri vennero uccisi meno sistematicamente in altri luoghi e in altri modi, o morirono di fame e malattie mentre lavoravano come schiavi. Al tentativo di genocidio degli ebrei europei ci si è generalmente riferiti nel dopoguerra con la parola Olocausto, ma successivamente è stato adottato dalla comunità internazionale il termine ebraico ''Shoah'', preferito dagli ebrei stessi poiché l'olocausto indica nella cultura ebraica un sacrificio a Dio.
Altri gruppi etnici, sociali e politici sono stati oggetto di persecuzione e in alcuni casi di sterminio durante la "soluzione finale". Migliaia di socialisti tedeschi, comunisti e altri oppositori del regime morirono nei campi di concentramento, così come un numero alto ma sconosciuto di [[Omosessualità|omosessuali]] e di [[testimoni di Geova]] (contrassegnati da un triangolo viola). I [[Rom (popolo)|rom]] e gli [[zingari]], ugualmente considerati razze inferiori, furono anch'essi internati e uccisi nei campi. Circa tre milioni di soldati sovietici, prigionieri di guerra, morirono nei lager, ridotti alla stregua di schiavi. Tutte le nazioni occupate soffrirono privazioni terribili ed esecuzioni di massa: fino a tre milioni di civili polacchi (non-ebrei) morirono durante l'occupazione. Non è stato ritrovato alcun documento nel quale sia stata pianificata la "soluzione finale", ma ciò nonostante la stragrande maggioranza degli storici concorda nel ritenere che Hitler ne sia stato l'ideatore, ordinando a Himmler di portare avanti il piano.
=== Seconda guerra mondiale: la disfatta ===
{{Vedi anche|Battaglia di Stalingrado|Conferenza di Casablanca|Campagna d'Italia (1943-1945)|Liberazione di Roma|Sbarco in Normandia|Operazione Bagration|Offensiva delle Ardenne}}[[File:Bundesarchiv Bild 101I-811-1881-31, Adolf Hitler bei Rede.jpg|thumb|Hitler pronuncia un discorso.]]
I primi trionfi persuasero Hitler di essere un genio della strategia militare e per questo motivo divenne sempre meno desideroso di ascoltare i consigli dei suoi generali o anche solo di udire cattive notizie. Dopo la battaglia di Stalingrado, ampiamente considerata come il punto di svolta della seconda guerra mondiale, le sue decisioni militari divennero sempre più erratiche e la posizione economica e militare della Germania si deteriorò. L'entrata in guerra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il 7 dicembre 1941, oppose alla Germania una coalizione delle principali potenze mondiali: il più grande impero mondiale (l'[[Impero britannico]]), la principale potenza finanziaria e industriale (gli Stati Uniti) e l'Unione Sovietica, che si era sobbarcata il peso più grande della seconda guerra mondiale in termini di vite umane e altre perdite.
[[File:Adolf Hitler during a conference with officers on the Eastern Front.jpg|thumb|left|Hitler a una conferenza con diversi ufficiali.]]
I primi trionfi persuasero Hitler di essere un genio della strategia militare, per questo motivo divenne sempre meno desideroso di ascoltare i consigli dei suoi generali o anche solo di udire cattive notizie. Dopo la battaglia di Stalingrado, ampiamente considerata come il punto di svolta della seconda guerra mondiale, le sue decisioni militari divennero sempre più erratiche, e la posizione economica e militare della Germania si deteriorò. L'entrata in guerra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il 7 dicembre [[1941]], oppose alla Germania una coalizione delle principali potenze mondiali: il più grande impero mondiale (l'[[impero britannico]]), la principale potenza finanziaria e industriale (gli Stati Uniti) e l'Unione Sovietica, che si era sobbarcata il peso più grande della seconda guerra mondiale in termini di vite umane e altre perdite.
Nonostante l'evidente deteriorarsi della posizione militare della Germania dopo la catastrofe di Stalingrado e la disfatta dell'Asse in Nordafrica, Hitler continuò con la massima determinazione la guerra, apparentemente convinto di poter ancora conseguire la vittoria e spronando i suoi generali a combattere accanitamente, evocando il rischio della "distruzione e annientamento" del popolo tedesco in caso di sconfitta. Hitler trovò sempre nuovi elementi per mantenere fiducia nella vittoria e per consolidare il morale dei suoi collaboratori più importanti: in primo luogo, egli faceva sempre più spesso riferimento esemplare ai cosiddetti "tempi della lotta" prima dell'assunzione del potere in Germania, dove la sua forza di volontà e "inflessibile tenacia" avevano avuto la meglio sulle straordinarie difficoltà del partito nazista;<ref name="JF846">{{cita|Fest 2005|p. 846}}.</ref> poi, nel 1943 prospettò l'esaurimento dell'Armata Rossa a causa delle enormi perdite che subiva nelle sue offensive per liberare i territori occupati; quindi, evocò la "sicura" disfatta della "invasione" degli Alleati occidentali in Francia che avrebbe, secondo lui, provocato la caduta di Churchill e Roosevelt. Nel 1944, dopo il successo dello [[sbarco in Normandia]], enfatizzò l'effetto decisivo sull'esito della guerra delle famose "armi segrete" (''wunderwaffen'') che avrebbero dovuto capovolgere l'andamento del conflitto; infine, negli ultimi mesi, dopo il fallimento delle sue ultime controffensive, si aggrappò alla speranza di una rottura politica dell'alleanza tra Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna.<ref name="JF846"/>
In realtà, sembra che Hitler, fin dal dicembre 1941, dopo la sconfitta di Mosca, fosse giunto all'intima convinzione che fosse ormai impossibile raggiungere la vittoria;<ref>{{cita|Fest 2005|pp. 802-803}}.</ref> dopo la catastrofe di Stalingrado, egli in pratica decise definitivamente di escludere ogni nuova opzione politico-diplomatica e di rifugiarsi in un mondo irreale in cui ogni nuova sconfitta, le debolezze dei suoi collaboratori e le defezioni dei suoi alleati ne rafforzavano paradossalmente le convinzioni, la coscienza della propria "indispensabilità" per la Germania e la volontà di proseguire la guerra fino all'inevitabile conclusione che egli identificava ormai con i [[Ragnarǫk|mitologici crolli e le sanguinose rovine dell'epica germanica]].<ref>{{cita|Fest 2005|pp. 815-816, 846.}}</ref>
[[File:Adolf Hitler during a conference with officers on the Eastern Front.jpg|thumb|left|Hitler a una conferenza con diversi ufficiali]]
Nonostante l'evidente deteriorarsi della posizione militare della Germania dopo la catastrofe di Stalingrado e la disfatta dell'Asse in Nordafrica, Hitler continuò con la massima determinazione la guerra, apparentemente convinto di poter ancora conseguire la vittoria e spronando i suoi generali a combattere accanitamente evocando il rischio della "distruzione e annientamento" del popolo tedesco in caso di sconfitta. Hitler trovò sempre nuovi elementi per mantenere fiducia nella vittoria e per consolidare il morale dei suoi collaboratori più importanti: in primo luogo, egli faceva sempre più spesso riferimento esemplare ai cosiddetti "tempi della lotta" prima dell'assunzione del potere in Germania, dove la sua forza di volontà e "inflessibile tenacia" avevano avuto la meglio sulle straordinarie difficoltà del partito nazista;<ref name="JF846">{{cita|Fest 2005|p. 846}}.</ref> poi nel 1943 prospettò l'esaurimento dell'Armata Rossa a causa delle enormi perdite che subiva nelle sue offensive per liberare i territori occupati; quindi evocò la "sicura" disfatta della "invasione" degli Alleati occidentali in Francia che avrebbe, secondo lui, provocato la caduta di Churchill e Roosevelt. Nel 1944, dopo il successo dello [[sbarco in Normandia]], enfatizzò l'effetto decisivo sull'esito della guerra delle famose "armi segrete" (''wunderwaffen'') che avrebbero dovuto capovolgere l'andamento del conflitto; infine, negli ultimi mesi, dopo il fallimento delle sue ultime controffensive, si aggrappò alla speranza di una rottura politica dell'alleanza tra Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna.<ref name="JF846"/>
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1972-025-12, Zerstörte Lagerbaracke nach dem 20. Juli 1944.jpg|thumb|left|Le macerie della sala conferenza della [[Tana del Lupo]], dove Hitler sopravvisse all'attentato del 20 luglio 1944 architettato dal [[colonnello]] Claus Schenk von Stauffenberg.]]L'alleato di Hitler, Benito Mussolini, venne rovesciato il 25 luglio 1943. Nel frattempo, l'Unione Sovietica continuava costantemente a costringere le armate di Hitler alla ritirata dai territori occupati a est (nel luglio 1943 ci fu un ultimo tentativo di avanzata a est, la [[Battaglia di Kursk]], la più grande battaglia tra mezzi corazzati della storia). Fintanto che in Europa occidentale non si aprì un altro fronte, la Germania poteva sperare di tenere la posizione, nonostante la sempre più pesante campagna di bombardamenti sulle città tedesche.
In realtà, sembra che Hitler fin dal dicembre 1941, dopo la sconfitta di Mosca, fosse giunto all'intima convinzione che fosse ormai impossibile raggiungere la vittoria;<ref>{{cita|Fest 2005|pp. 802-803}}.</ref> dopo la catastrofe di Stalingrado, egli in pratica decise definitivamente di escludere ogni nuova opzione politico-diplomatica e di rifugiarsi in un mondo irreale in cui ogni nuova sconfitta, le debolezze dei suoi collaboratori e le defezioni dei suoi alleati ne rafforzavano paradossalmente le convinzioni, la coscienza della propria "indispensabilità" per la Germania e la volontà di proseguire la guerra fino all'inevitabile conclusione che egli identificava ormai con i [[Ragnarǫk|mitologici crolli e le sanguinose rovine dell'epica germanica]].<ref>{{cita|Fest 2005|pp. 815-816, 846.}}</ref>
Fino al maggio 1944 le forze dell'Asse occupavano ancora quasi tutta l'Europa continentale, ma nel giugno 1944 le sorti furono definitivamente segnate e diverse sconfitte avvennero in poche settimane: lo sfondamento della [[linea Gustav]] (18 maggio) e la conseguente [[liberazione di Roma]] (il 4-5 giugno) a sud, lo [[sbarco in Normandia]] (il 6 giugno, "[[D-Day]]") a ovest e l'imponente [[operazione Bagration]] a est (dal 22 giugno). Le armate Alleate per la fine del 1944 erano giunte ormai nei pressi dei confini dello stesso Reich tedesco. I realisti all'interno dell'esercito tedesco vedevano già da tempo la sconfitta come inevitabile e complottarono più volte per spodestare Hitler. A seguito del rapido deterioramento della situazione, nel luglio 1944 uno di loro, [[Claus Schenk von Stauffenberg]], piazzò una bomba nel quartier generale di Hitler (il cosiddetto [[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|complotto del 20 luglio]]), ma questi scampò fortunosamente alla morte e ordinò a [[Roland Freisler]], il giudice presidente del [[Tribunale del Popolo]], una selvaggia rappresaglia, nella quale vennero giustiziati tutti i capi del complotto.
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1972-025-12, Zerstörte Lagerbaracke nach dem 20. Juli 1944.jpg|thumb|left|Le macerie della sala conferenza della [[Tana del Lupo]], dove Hitler sopravvisse all'[[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|attentato del 20 luglio 1944]] architettato dal [[colonnello]] [[Claus Schenk von Stauffenberg]]]]
I realisti all'interno dell'esercito tedesco videro invece la sconfitta come inevitabile e complottarono per togliere Hitler dal potere. Nel luglio [[1944]] uno di loro, [[Claus Schenk von Stauffenberg]], piazzò una bomba nel quartier generale di Hitler (il cosiddetto [[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|complotto del 20 luglio]]), ma Hitler scampò miracolosamente alla morte e ordinò a [[Roland Freisler]], il giudice presidente del [[Tribunale del Popolo]], una selvaggia rappresaglia nella quale vennero giustiziati tutti i capi del complotto.
L'alleato di Hitler, Benito Mussolini, venne rovesciato il 25 luglio del [[1943]]. Nel frattempo l'Unione Sovietica continuava costantemente a costringere le armate di Hitler alla ritirata dai territori occupati ad est. Fintanto che in Europa occidentale non si aprì un altro fronte, la Germania poteva sperare di tenere la posizione, nonostante la sempre più pesante campagna di bombardamenti sulle città tedesche. Il 6 giugno [[1944]] ([[D-Day]]), le armate Alleate sbarcarono nel nord della Francia e per dicembre erano arrivate al [[Reno]]. Hitler comandò una disperata [[Offensiva delle Ardenne|offensiva sulle Ardenne]], ma con il nuovo anno le armate Alleate stavano avanzando sul territorio tedesco. I tedeschi, intanto, avevano invaso l'Italia e instauraronoinstaurato a [[Salò]] uno [[statoStato fantoccio]], la [[Repubblica Sociale Italiana]], con a capo Mussolini, da loro liberato in seguito all'[[Operazione Quercia]].
[[File:Roma-fosseardeatine6.jpg|thumb|L'ingresso delle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]] così come lo vediamo oggi.]]
Tra il [[1943]] e il [[1945]] i tedeschi uccisero migliaia di civili italiani (i peggiori massacri furono quelli di [[Strage di Marzabotto|Marzabotto]], con 770 vittime, delle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]], con 335 morti, e di [[Eccidio di Sant'Anna (di Stazzema)|Sant'Anna di Stazzema]] con 560 vittime civili, per lo più donne e bambini). In febbraio i sovietici si fecero strada attraverso la Polonia e la Germania orientale, e; in aprile arrivarono alle porte di Berlino. I più stretti collaboratori di Hitler gli consigliarono di scappare in Baviera o in Austria, per organizzare una resistenza finale sulle montagne, ma egli era determinato a restare nella capitale fino alla capitolazione.
Per impedire che le [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze alleate]] potessero utilizzare le infrastrutture tedesche, il 19 marzo [[1945]] promulgapromulgò il [[decreto Nerone]];, con cui ordinaordinava di fare terra bruciata di tutte le infrastrutture e le risorse disponibili in [[Germania]]. L'esecuzione del decreto fu affidata a [[Albert Speer]] che, deliberatamente, lo disattese.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.parmadaily.it/81104/Il_Decreto_Nerone/|titolo=Il Decreto Nerone -|pubblicazione=|data=20 marzo 2015|accesso=7 agosto 2018}}</ref>
=== La morte ===
{{vedi anche|morte di Adolf Hitler|battaglia di Berlino}}
[[File:Stars & Stripes & Hitler Dead2.jpg|thumb|Lo ''[[Stars and Stripes (quotidiano)|Stars and Stripes]]'', giornale delle truppe statunitensi, riporta la notizia della morte di Hitler]]
Le armate tedesche non riuscirono ad arrestare l'avanzata degli Alleati e, mentre i sovietici si aprivano la strada verso il centro di Berlino, Hitler si suicidò nel suo [[Führerbunker|bunker]] intorno alle ore 15.:30 del 30 aprile [[1945]], insieme all'amante [[Eva Braun]], che aveva sposato il giorno prima; aveva cinquantasei anni. La versione ufficiale riporta dapprima il suicidio di [[Eva Braun|Eva]], avvelenatasi con una fiala di [[Avvelenamento da cianuro|cianuro]], che Hitler somministrò precedentemente anche al suo cane [[Blondi]] per verificare che fosse veramente letale. Poi, non è chiaro se anche Hitler avesse preso il cianuro dopo di lei, ma è sicuro che secondo alcune testimonianze fu ritrovato morto nel suo sangue con un colpo della sua pistola [[Walther PPK]], sparatosi alla tempia destra.<ref>{{cita web|url=http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2015/10/15/news/hitler-indagine-su-un-mistero-mori-davvero-nel-bunker-1.234541|titolo=davvero morì nel bunker?|accesso=27 gennaio 2017}}</ref> Come parte delle sue ultime volontà, ordinò che il suo corpo venisse portato all'esterno e bruciato e così avvenne, nello stesso pomeriggio, intorno alle ore 15.:50-16.:00. Nel suo [[testamento di Adolf Hitler|testamento]], inoltre, deposeespulse tuttidal gliPartito altriNazionalsocialista capiper nazistitradimento [[Himmler]] e [[Göring]], nominando soltanto il [[Großadmiral]] [[Karl Dönitz]] come nuovo Presidente del Reich e [[Joseph Goebbels]] come nuovo [[Cancellieri del Reich|cancelliere del ''Reich'']]. Tuttavia, quest'ultimo si suicidò la mattinasera del 1º maggio [[1945]], insieme alla moglie [[Magda Goebbels|Magda]], dopo aver ucciso i suoi sei figli,; quindi, anch'egli si fece bruciare. Dönitz fu invece catturato e processato. I resti parzialmente carbonizzati di Hitler vennero ritrovati la mattina del 24 maggio 1945<ref>{{cita|Rzevskaja 2011|p. 270|Rzevskaja 2011}}.</ref> e identificati da uomini del [[Narodnyj komissariat gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (attraverso le impronte delle arcate dentarie), quindi in seguito seppelliti a [[Magdeburgo]], nella Germania orientale. Pare che, intorno all'aprile [[1970]], nella zona in cui i resti furono seppelliti venne deciso di costruire una zona residenziale.<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/topnews/tempi-moderni/2020/05/26/news/magdeburgo-1970-quando-il-kgb-cremo-hitler-1.38891680|titolo=Magdeburgo, 1970: quando il Kgb cremò Hitler|sito=lastampa.it|data=2020-05-26 maggio 2020|lingua=it-IT|accesso=10 luglio 2020-07-10}}</ref>. I servizi segreti sovietici riesumarono i resti di Hitler, di Eva Braun, di Joseph Goebbels e della sua famiglia,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsecoloxix.it/cultura-e-spettacoli/2020/05/22/news/cosi-nel-1970-l-urss-decise-di-cancellare-hitler-trovate-bruciate-e-disperdete-quel-cadavere-1.38876879|titolo=Così nel 1970 l’Urss decise di cancellare Hitler: «Trovate, bruciate e disperdete quel cadavere»|sito=Il Secolo XIX|data=22 maggio 2020-05-22|lingua=it-IT|accesso=10 luglio 2020-07-10}}</ref>, li cremarono totalmente e gettarono le ceneri nel [[Elba (fiume)|fiume Elba]],<ref>[{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/20/resti-di-hitler-gettati-in-un.html |titolo=I resti di Hitler gettati in un fiume - la Repubblica.it]}}</ref>, ad eccezione di una parte della mandibola, chedi èHitler, conservata a Mosca.<ref>[{{cita testo|url=https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2018/5/21/adolf-hitler-mori-a-berlino-nuovo-studio-risolve-il-mistero-sulle-ultime-ore-del-fuhrer/821926/ |titolo=Adolf Hitler morì a Berlino/ Nuovo studio risolve il mistero sulle ultime ore del Fuhrer]}}</ref>
=== Vita privata di Hitler ===
Sebbene non vi siano prove certe, molti storici individuano nella sua nipote [[Angelika Raubal]], oltre alla più celebre [[Eva Braun]], la sua amante.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.huffingtonpost.it/2017/06/21/angelika-nipote-e-amante-di-hitler-per-cui-il-fuhrer-stava-per_a_22494554/|titolo=Angelika, la nipote e amante per cui Hitler stava per suicidarsi. Torna su Raidue Michele Santoro con il nuovo format "M"|pubblicazione=L’Huffington Post|data=21 giugno 2017|accesso=2 luglio 2018}}</ref> Altre donne che furono molto vicine a Hitler erano la regista [[Leni Riefenstahl]] e la britannica [[Unity Mitford]].<ref>Fran Yeoman, ''Did Unity Mitford have Adolf Hitler's love child?'' (London, The Times), 13 dicembre 2007. URL consultato il 18 maggio 2008.</ref>
Nonostante l'opposizione del Partito Nazista nei confronti dell'[[omosessualità]] e la [[Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocausto|persecuzione degli omosessuali]] messi in atto dal regime, alcuni storici hanno ipotizzato che Hitler fosse omosessuale o bisessuale.<ref>Hitler organizzò l’Anschluss per coprire la propria ebraicità e i propri trascorsi omosessuali?| di Dino Messina http://lanostrastoria.corriere.it/2018/11/21/hitler-organizzo-lanschluss-per-coprire-la-propria-ebraicita-e-i-propri-trascorsi-omosessuali/</ref> Nel 1943 l'[[Office of Strategic Services|OSS]], il servizio segreto statunitense operante nel periodo della seconda guerra mondiale, incaricò [[Walter Charles Langer|Walter C. Langer]], un noto psicoanalista statunitense laureatosi nel 1923 a [[Harvard]], di stilare un profilo della psicologia del dittatore per aiutare a fini strategici gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].<ref>Walter C. Langer: [http://www.ess.uwe.ac.uk/documents/osstitle.htm ''A Psychological Profile of Adolph Hitler. His Life and Legend''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090312083545/http://www.ess.uwe.ac.uk/documents/osstitle.htm |date=12 marzo 2009 }}. The Wartime Report in original typewritten format is available [http://www.nizkor.org/hweb/people/h/hitler-adolf/oss-papers/text/profile-index.html online here] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050828111124/http://www.nizkor.org/hweb/people/h/hitler-adolf/oss-papers/text/profile-index.html |date=28 agosto 2005 }} via the [[Nizkor Project]]</ref><ref>Langer Walter C.Psicanalisi di Hitler. Rapporto segreto del tempo di guerra. Garzanti 1973 ASIN: B00FXVS6D4</ref> Langer cercò testimonianze tra le persone che avevano conosciuto Hitler e si erano rifugiate negli Stati Uniti e analizzando tutte le notizie che giungevano sul dittatore dalla Germania presentò il suo lavoro intitolandolo ''Un'analisi psicologica di Adolf Hitler: la sua vita e leggenda'' scritta da [[Walter Charles Langer|Walter C. Langer]]. Secondo questa relazione, supportata anche dalla analisi psicoanalitica del 1943 intitolata ''Analisi della personalità di Adolf Hitler'' effettuata dallo psicologo [[Henry Murray]], Hitler sarebbe stato uno [[Psicopatia|psicopatico]], affetto verosimilmente da [[schizofrenia paranoide]], probabilmente affetto da [[Disfunzione erettile|impotenza]], da [[omosessualità]] repressa e con tendenze [[Suicidio|suicide]] (poi realizzatesi).<ref>{{Cita web |url=http://www.psicozoo.it/2010/03/10/la-storia-psichiatrica-di-hitler/ |titolo=La storia psichiatrica di Hitler – Psicozoo - Notizie e Risposte dagli psicologi<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=26 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126134948/http://www.psicozoo.it/2010/03/10/la-storia-psichiatrica-di-hitler/ |dataarchivio=26 novembre 2018 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.nizkor.org/hweb/people/h/hitler-adolf/oss-papers/text/oss-profile-05-08.html |titolo=OSS Psychological Profile of Hitler, Part Five<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=26 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126135026/http://www.nizkor.org/hweb/people/h/hitler-adolf/oss-papers/text/oss-profile-05-08.html |dataarchivio=26 novembre 2018 |urlmorto=sì }}</ref> Alcuni hanno invece sostenuto che fosse [[Asessualità|asessuale]], mentre altri respingono tali affermazioni, considerandole speculazioni propagandistiche o mediatiche. Si suppone che in totale abbia avuto sei amanti.<ref name=":0">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/mondo/rivelazioni/rivelazioni/rivelazioni.html|titolo=Sessualità di Hitler|accesso=27 gennaio 2017}}</ref> [[Robert G. L. Waite]] ha invece ipotizzato un [[disturbo dell'umore]] o una [[Disturbo borderline di personalità|personalità di tipo borderline]].<ref>Waite, Robert G. L. (1993) [1977]. The Psychopathic God: Adolf Hitler. New York: Da Capo Press. ISBN 978-0-306-80514-1., p. 356</ref> Fu [[vegetarianismo di Adolf Hitler|vegetariano]], almeno durante la Guerra.<ref>{{cita libro|titolo=Hitler Was a Vegetarian|autore=R. Ferguson|editore=Famedram|anno=2001|lingua=en}}</ref> Riguardo alla sua salute fisica, studi medici hanno attribuito a Hitler alcune possibili malattie, come la [[sifilide]] e la [[malattia di Parkinson]] (o un [[parkinsonismo]]), come si evince da diverse testimonianze videografiche e anche dall'ultimo filmato di Hitler in vita, dove la sua mano sinistra [[Tremore|trema]] vistosamente a riposo.<ref>{{cita|Bullock 1962| p. 717}}.</ref>
== Vita privata ==
==== Possibile uso di droghe ====
{{vedi anche|Vita privata di Adolf Hitler|Vegetarianismo di Adolf Hitler|Salute di Adolf Hitler}}
Il giornalista [[Norman Ohler]] attribuisce i comportamenti inspiegabili che Hitler terrà dal 1941 in poi a una [[Tossicodipendenza|dipendenza da stupefacenti]], causata dai farmaci somministrati come "cocktail vitaminici"<ref>Hitler's Hidden Drug Habit: Secret History on YouTube directed and produced by Chris Durlacher. A Waddell Media Production for Channel 4 in association with National Geographic Channels, MMXIV. Executive Producer Jon-Barrie Waddell</ref><ref>Speer, Albert (1995). Inside the Third Reich. London: Weidenfeld & Nicolson. pp. 160–63. ISBN 9781842127353.</ref> dal suo medico personale, [[Theodor Morell]], che sarebbe stata superata solo poco prima della caduta mangiando molto [[zucchero]] per superare le [[crisi d'astinenza]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.lastampa.it/2015/09/09/esteri/oppiacei-e-anfetamine-le-armi-segrete-di-hitler-mLPJBBYbZynxai1tEtRjTJ/pagina.html|titolo=Oppiacei e anfetamine, le armi segrete di Hitler|pubblicazione=LaStampa.it|data=|accesso=2 luglio 2018}}</ref>
== Conseguenze della politica hitleriana ==
{{vedi anche|Germania nazista}}
{{...|militari}}
== Influenza nella cultura di massa ==
{{vedi anche|Adolf Hitler nella cultura di massa}}
La figura di Hitler non poteva che ispirare registi, scrittori, drammaturghi, cantanti e diventare egli stesso un personaggio, più o meno storico a seconda dei casi. Spesso si è tentato di far luce sulle ombre dell'uomo invece che del politico, con risultati discussi e spesso controversi.
Prima e durante la seconda guerra mondiale Hitler fu spesso descritto in Germania come una figura quasi divina, amata e rispettata dai tedeschi (si veda ad esempio il film di propaganda, girato su volontà dello stesso Hitler, ''[[Il trionfo della volontà]]''). Al di fuori della Germania era invece spesso oggetto di derisione.
Dopo la sconfitta della Germania nazista e la sua morte la derisione nei suoi confronti è stata sostituita dall'accettazione della sua totale follia: le politiche antisemite di Hitler erano ben note durante il corso della sua vita, ma fu solo dopo la sua morte che la portata delle politiche razziali e dell'Olocausto divenne realmente nota all'opinione pubblica al di fuori della Germania. Dopo che smise di essere una minaccia palpabile fu descritto nella cultura popolare come figura sinistra e diabolica.
== Viaggi di Hitler in Italia ==
Una volta asceso al potere, Hitler scelse come sua prima meta all'estero l'Italia per incontrare [[Benito Mussolini]]. Da allora tornò a far visita al Duce altre due volte. Altri tre incontri avvennero durante la guerra al confine tra [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Germania nazista|Germania]] presso Brennero:
* [[Venezia]], 14-16 giugno [[1934]];
* [[Roma]], [[Napoli]], [[Firenze]], [[Viaggio di Hitler in Italia|3-9 maggio [[1938]];
* [[Brennero]], 18 marzo [[1940]];
* Brennero, 4 ottobre 1940;
* Firenze, 28 ottobre 1940;
* Brennero, 2 giugno [[1941]];
* [[Feltre]], 19 luglio [[1943]].
== Ascendenza e discendenza di Adolf Hitler ==
# Stephan Hiedler, vivente nel 1635
# Georg Hiedler, morto nel 1678
# Johannes Hüetler, 1644–17031644-1703
# Stephan Hüetler (Hietler), 1675–17571675-1757
# Johannes Hiedler, 1725–18031725-1803
# Martin Hiedler, 1762–18291762-1829
# Johann Georg Hiedler, 1792–18571792-1857
# [[Alois Hitler]], 1837–19031837-1903
# Adolf Hitler, 1889–19451889-1945
=== Discendenti ===
Nel libro ''Alla ricerca del figlio di Hitler'' [[Jean-Paul Mulders]] ha rintracciato i discendenti del dittatore tedesco, nipoti del fratello Alois il cui figlio, [[William Patrick Hitler|William Patrick]], era scappato negli Stati Uniti. Secondo il libro di Mulders i discendenti di Adolf Hitler sarebbero quattro e avrebbero cambiato [[cognome]] dopo la guerra in Stuart-Houston: Alexander, Louis, Brian e Howard. Alexander farebbe lo psicologo a [[East Northport]], Louis e Brian sarebbero giardinieri e vivrebbero a [[Patchogue|East Patchogue]] mentre Howard, morto nel [[1980]], era un poliziotto di [[New York]]. Un altro discendente di Hitler, [[Andreas Hüttler]], è stato individuato da Mulders a [[Groß Gerungs]], in Austria, e la parentela è stata confermata da un test del [[DNA]].<ref>{{cita web|titolo=Il nipote di Hitler |url=https://maurosuttora.blogspot.it/2010/04/il-nipote-di-hitler.html |wkautore=Mauro Suttora|autore=Mauro Suttora|data=14 aprile 2010|accesso=19 ottobre 2015}}</ref><ref>{{cita news|autore=Rosaspina Elisabetta|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/14/due_detective_belgi_eredi_Hitler_co_9_090914012.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/14/due_detective_belgi_eredi_Hitler_co_9_090914012.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=I due «detective» belgi e i 39 eredi di Hitler|pubblicazione=Corriere della Sera|data=14 settembre 2009|accesso=19 ottobre 2015}}</ref>
Gran parte degli studiosi ritiene invece priva di fondamento l'ipotesi del caso dell'ex ferroviere francese [[Jean-Marie Loret]] di [[Saint-QuentinSan Quintino (Francia)|San Quintino]] in [[Piccardia]] (1918–19851918-1985), il quale sosteneva di essere [[figlio illegittimo]] del ''Führer'', cosa che sembra essergli stata rivelata nel [[1948]] dalla madre, la contadina francese Charlotte Eudoxie Alida Lobjoie, in punto di morte, identificando con lo stesso Hitler il "soldato tedesco sconosciuto" con il quale aveva avuto una relazione durante la prima guerra mondiale.<ref>{{cita news|url=http://www.giornalettismo.com/archives/202777/il-figlio-di-adolf-hitler/|pubblicazione=giornalettismo.com|autore=Magdhi Abo Abia|data=18 febbraio 2012|accesso=4 ottobre 2014|titolo=Il figlio di Adolf Hitler? Si tratta di Jean Marie Loret, morto nel 1985, secondo la rivista parigina "Le Point" Il Telegraph ci racconta la storia di Jean Marie Loret, morto nel 1985 all’età di 67 anni, il quale non incontrò mai il suo padre}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/adolf-hitler-jeanne-marie-loret-figlio-segreto-1125655/|pubblicazione=blitz quotidiano|data=20 febbraio 2012|accesso=4 ottobre 2014|titolo=“Tuo padre si chiamava Hitler”: il figlio (francese) segreto del fuhrer}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.linkiesta.it/blogs/cambronne/il-figlio-nascosto-di-hitler|pubblicazione=Le point|data=17 febbraio 2012|accesso=4 ottobre 2014|titolo=Il settimanale Le Point scopre il figlio nascosto (e francese) di Hitler|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141006090248/http://www.linkiesta.it/blogs/cambronne/il-figlio-nascosto-di-hitler|dataarchivio=6 ottobre 2014}}</ref><ref>Loret scrisse di questa sua presunta discendenza in un libro autobiografico intitolato ''Ton père s'appelait Hitler'' (''Tuo padre si chiamava Hitler'') nel 1981, in seguito all'attenzione sostenuta dallo storico tedesco Werner Maser, che per primo rese pubblica la presunta notizia, nel 1977, in un articolo del giornale ''Zeitgeschichte'' del febbraio 1978, dal titolo ''Adolf Hitler: Vater eines Sohnes'' (''Adolf Hitler: padre di un figlio''), Zeit Geschichte, febbraio 1978, pp. 173-202.</ref>
== Opere ==
* ''Mein Kampf'', München, Franz-Eher-Verlag, 1925–19261925-1926.
: ''La mia battaglia'', con prefazione inedita dell'autore per l'edizione italiana, Milano, Bompiani, 1934.
* ''Hitlerʼs secret book'', New York, Grove Press, 1961 (ma 1928).
== Onorificenze ==
=== Onorificenze tedesche ===
{{Onorificenze
|immagine = D-PRU EK 1914 2 Klasse BAR.svg
|collegamento_onorificenza = Croce di ferro
|motivazione = Per la [[prima battaglia di Ypres]]
|data = 12 febbraio 1915<ref name="onorificenze">{{Cita web|url=https://www.tracesofwar.com/persons/34384/Hitler-Adolf.htm|titolo=Hitler, Adolf}}</ref>
|data = 2 dicembre 1914
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ord.Merit.Mil.Bavaria.PNG
|nome_onorificenza = Croce al merito militare di 3ª classe bavarese con spade
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito militare di Baviera
|motivazione = Per la [[battaglia di Passchendaele]]
|data = 17 settembre 1917<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|collegamento_onorificenza = Croce di ferro
|motivazione = Assolvendo all'incarico di "portaordini" dimostrava sangue freddo, coraggio e audacia esemplari. In condizioni di grande pericolo, quando tutte le linee di comunicazione erano state tagliate, l'attività instancabile e senza paura di Hitler, permetteva di trasferire importanti messaggi alle nostre postazioni. <small>(versione tradotta)</small>
|data = 144 agosto 1918<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|collegamento_onorificenza = Distintivo per feriti (Germania)
|motivazione =
|data = 1418 agostomaggio 1918<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|immagine = OrdCoburger_Ehrenzeichen.Merit.Mil.Bavaria.PNGjpg
|nome_onorificenza = Croce al merito militareDistintivo di 3ª classe bavarese con spadeCoburgo
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito militareDistintivo di BavieraCoburgo
|motivazione = Per la [[battaglia di Passchendaele]]
|data = 171932<ref settembrename="onorificenze" 1917/>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Планка Золотой партийный знак НСДАП.svg
|nome_onorificenza = Insegna d'oro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
|collegamento_onorificenza = Insegna d'oro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
|motivazione =
|data = 1933<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|collegamento_onorificenza = Ordine del Sangue
|motivazione =
|luogo = 9 novembre 1933<ref name="onorificenze" />
|luogo = marzo [[1934]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = DEU Ehrenkreuz des Weltkrieges Frontkaempfer BAR.svg
|nome_onorificenza = Croce d'onore della Grande Guerra
|collegamento_onorificenza = Croce d'onore della Grande Guerra
|motivazione=
|luogo = 13 luglio [[1934]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = Планка Золотой партийный знак НСДАП.svg
|nome_onorificenza = Insegna d'oro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
|collegamento_onorificenza = Insegna d'oro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
|motivazione =
|luogo = 4 settembre 1934<ref name="onorificenze" />
|data = 1936
}}
{{Onorificenze
|collegamento_onorificenza = Ordine dell'Aquila Tedesca
|motivazione =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Anschluss_Medal_Bar.PNG
|nome_onorificenza = Medaglia "In memoria del 13 marzo 1938"
|collegamento_onorificenza = Medaglia "In memoria del 13 marzo 1938"
|motivazione =
|data = 1938<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|immagine = Memel_Medal_Bar.PNG
|nome_onorificenza = Medaglia di Memel
|collegamento_onorificenza = Medaglia di Memel
|motivazione =
|data = 1939<ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|immagine = %D0%9B%D0%B5%D0%BD%D1%82%D0%B0_%D0%9C%D0%B5%D0%B4%D0%B0%D0%BB%D0%B8_%D0%B7%D0%B0_%D0%B2%D1%8B%D1%81%D0%BB%D1%83%D0%B3%D1%83_%D0%BB%D0%B5%D1%82_%D0%9D%D0%A1%D0%94%D0%90%D0%9F%2825_%D0%BB%D0%B5%D1%82%29.svg
|nome_onorificenza = Medaglia di lungo servizio nel NSDAP di I classe
|collegamento_onorificenza = Medaglia di lungo servizio nel NSDAP
|motivazione =
|data = <ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|immagine = GER_West_Wall_Medal_%281939%29_ribbon.svg
|nome_onorificenza = Medaglia del vallo occidentale
|collegamento_onorificenza = Medaglia del vallo occidentale
|motivazione =
|data = <ref name="onorificenze" />
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ehrenwinkel_der_Alten_K%C3%A4mpfer.svg
|nome_onorificenza = Gallone d'onore della vecchia guardia
|collegamento_onorificenza = Gallone d'onore della vecchia guardia
|motivazione =
|data = <ref name="onorificenze" />
}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine = Ordem-Yugo-Flechas.png
|collegamento_onorificenza = Ordine imperiale del giogo e delle frecce
|motivazione =
|luogo = 1º ottobre [[1937]]<ref>{{cita web|url=https://www.boe.es/datos/pdfs/BOE//1937/349/A03666-03667.pdf|titolo=Bollettino Ufficiale di Stato <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine =Orderelefant_ribbon Order of the Elephant Ribbon bar.pngsvg
|nome_onorificenza = Cavaliere dell'ordine dell'Elefante (Danimarca)
|collegamento_onorificenza = Ordine dell'Elefante
|motivazione =
|data =
}}
=== Premi e riconoscimenti ===
{{Onorificenze
|immagine = Wappen_Bad_DoberanWappen Bad Doberan.png
|nome_onorificenza = Cittadinanza onoraria della città di Bad Doberan
|collegamento_onorificenza = Bad Doberan
|motivazione =
|luogo = Bad Doberan, [[1932]]
}}
== Nella cultura di massa ==
{{vedi anche|Adolf Hitler nella cultura di massa}}
La figura di Hitler non poteva che ispirare registi, scrittori, drammaturghi, cantanti e diventare egli stesso un personaggio, più o meno storico a seconda dei casi. Spesso si è tentato di far luce sulle ombre dell'uomo invece che del politico, con risultati discussi e spesso controversi.
Prima e durante la seconda guerra mondiale Hitler fu spesso descritto in Germania come una figura quasi divina, amata e rispettata dai tedeschi (si veda ad esempio il film di propaganda, girato su volontà dello stesso Hitler, ''[[Il trionfo della volontà]]''). Al di fuori della Germania era invece spesso oggetto di derisione.
Dopo la sconfitta della Germania nazista e la sua morte la derisione nei suoi confronti è stata sostituita dall'accettazione della sua totale follia: le politiche antisemite di Hitler erano ben note durante il corso della sua vita, ma fu solo dopo la sua morte che la portata delle politiche razziali e dell'Olocausto divenne realmente nota all'opinione pubblica al di fuori della Germania. Dopo che smise di essere una minaccia palpabile fu descritto nella cultura popolare come figura sinistra e diabolica, o meglio l'uomo più diabolico che sia mai esistito.
== Note ==
== Bibliografia ==
<!-- * {{cita libro|cognomeautore=Adolf Hitler|nome=Adolf |titolo=[[Mein Kampf]]|anno=1927}} -->
=== Fonti primarie ===
* {{cita libro|cognome=Daim|nomeautore=Wilfried Daim |titolo=Der Mann, der Hitler, die Idee gab|città=Monacodi Baviera|anno=1958|lingua=de}}
* {{cita libro|cognome=Speer|nome=Albert|wkautoreautore=[[Albert Speer]] |titolo=Memorie del Terzo Reich |editore=Mondadori |città=Milano|anno=1996|ISBN=88-04-42299-8}}
* {{cita libro|cognome=Speer|nome=Albert|wkautoreautore=[[Albert Speer]] |titolo=Diari segreti di Spandau |editore=Mondadori |città=Milano|anno=1976}}
* {{cita libro|curatore=Henrik Eberle, Matthias Uhl|titolo=Il dossier Hitler (documento n. 462a, sezione 5, indice generale 30, dell'Archivio di Stato russo per la storia contemporanea, Mosca)|editore=UTET|città=Torino|anno=2005|ISBN=88-02-07159-4}}
* {{cita libro|cognome=Junge|nome=Traudl|wkautoreautore=[[Traudl Junge]]|titolo=Fino all'ultima ora. Le memorie della segretaria di Hitler 1942-1945|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2004|ISBN=88-04-53242-4}}
* {{cita libro|cognomeautore=Rochus Misch|nome=Rochus |titolo=Ultimo. Il memoriale inedito della guardia del corpo di Hitler (1940-1945)|editore=Castelvecchi|città=Roma|anno=2007|ISBN=88-7615-166-4}}
* {{cita libro|autore=Elena Rzevskaja |anno=2011|titolo=Memorie di una interprete di guerra|editore=Voland, Roma|isbn=9788862431200}}
=== Fonti secondarie ===
* {{cita libro|cognome=Boschesi| nomeautore=B. P. Boschesi |titolo=Hitler e il Nazismo verso la guerra|editore= Mondadori|anno=1981}}
* {{cita libro|cognomeautore=Alan Bullock|nome=Alan |titolo=Hitler e Stalin. Vite parallele|editore=Garzanti Libri|città=Milano|anno=2004|ISBN=88-11-69273-3}}
* {{cita libro|cognomeautore=Alan Bullock|nome=Alan |titolo=Hitler: A Study in Tyranny |anno=1962 |annooriginale=1952 |editore=Penguin Books|lingua=ingleseen|ISBN=978-0-14-013564-0|cid=Bullock 1962}}
* {{cita libro|cognomeautore=Marco Castelli|nome=Marco |titolo=La svastica nelle tenebre - Nazismo magico |editore=Il Foglio |anno=2006|ISBN=88-7606-053-7|cid=Castelli 2006}}
* {{cita libro|cognomeautore=Eugene Davidson|nome=Eugene |titolo=L'ascesa di Adolf Hitler|editore=Newton and Compton |anno=1977|ISBN=88-8289-457-6|cid=Davidson 1977}}
* {{cita libro|cognomeautore=Len Deighton|nome=Len |titolo=La Guerra Lampo|editore=Longanesi|anno=1981|ISBN=88-304-0169-2 |cid=Deighton 1981}}
* {{cita libro|cognome=Fest|nome=Joachim C.|wkautoreautore=[[Joachim Clemens Fest]] |titolo=Hitler. Una biografia|editore=Garzanti Libri |città=Milano|anno=2005|ISBN=88-11-67850-1|cid=Fest 2005}}
* {{cita libro|cognome=Feund|nomeautore=Renè Feund |titolo=La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo|editore=Lindau|anno=2006|ISBN=88-7180-592-5|cid=Feund 2006}}
* {{cita libro|cognome=Galli|nomeautore=[[Giorgio| wkautore=GiorgioGalli]] Galli|titolo=Il "Mein Kampf" di Adolf Hitler - Le radici della barbarie nazista|editore=Caos Edizioni|città=Milano|anno=2002|ISBN=88-7953-113-1}}
* {{cita libro|cognomeautore=[[Giorgio Galli|nome=Giorgio]] |titolo=Hitler e il nazismo magico |editore=Rizzoli |anno=2005|annooriginale=1989|cid=Galli 2005}}
* {{cita libro|cognomeautore=Howard Gardner|nome=Howard |titolo=Personalità egemoni. Anatomia dell'attitudine al comando |editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=1995|ISBN=88-07-10211-0|cid=Gardner 1995}}
* {{cita libro|cognome=Haffner|nome=Sebastian|wkautoreautore=[[Sebastian Haffner]] |titolo=Hitler, appunti per una spiegazione| editore= Garzanti |anno=1978|ISBN=88-11-74027-4}}
* {{cita libro|cognomeautore=Claus Hant|nome=Claus |titolo=Young Hitler|lingua=ingleseen|editore=Quartet Books |città=LondonLondra |anno=2010|ISBN=978-0-7043-7182-8}}
* {{cita libro|cognome=Infield|nomeautore=Glenn B. Infield |titolo=Adolf Hitler ed Eva Braun|anno= 1974 |editore=Grosser & Dunlap Publishers|cid=Infield 1974}}
* {{cita libro|cognomeautore=Franz Jetzinger|nome=Franz |anno=1976|annooriginale=1956|titolo=Hitler's Youth |lingua=ingleseen |città=Westport, Connecticut||editore= Greenwood Press|ISBN=978-0-8371-8617-7 |cid=Jetzinger 1976}}
* {{cita libro|cognome=Kershaw|nome=Ian|wkautoreautore=[[Ian Kershaw]] |titolo=Hitler 1889–1936: Hubris |url=https://archive.org/details/hitlerhubris00kers |lingua=ingleseen | editore=W. W. Norton & Company |città=New York|anno=1999|annooriginale=1998|ISBN=978-0-393-04671-7|cid=Kershaw99}}
* {{cita libro|cognomeautore=Ian Kershaw|nome=Ian |titolo=Hitler 1889-1936 (volume I)| editore=Bompiani |città=Milano |anno=1999|ISBN=88-452-4280-3}}
* {{cita libro |cognomeautore=Ian Kershaw|nome=Ian |titolo=Hitler 1936-1945 (volume II)| editore=Bompiani |città=Milano |anno=2001|ISBN=88-452-4969-7}}
* {{cita libro|cognomeautore=Henry Picker |nome=Henry|titolo=Conversazioni di Hitler a Tavola|editore=Res Gestae|anno=2015|ISBN=9788866971504 |cid= Picker 2015}}
* {{cita libro|cognomeautore=Pino Rauti|nome=Pino|titolo=L'immane conflitto |editore=CEN|anno=1966|cid=Rauti 1966}}
* {{cita libro|cognomeautore=Ron Rosenbaum|nome=Ron |titolo=Il mistero Hitler |editore=Mondadori |anno=2000 |ISBN=8804477504}}
* {{cita libro|cognome=Ryback|nomeautore=Timothy W. Ryback |titolo=La biblioteca di Hitler - Che cosa leggeva il Führer|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2008|ISBN=978-88-04-58397-4}}
* {{cita libro|cognome=Smith|nomeautore=Denis Mack Smith |titolo=Mussolini |url=https://archive.org/details/mussolini0000mack_q2l8 |lingua=ingleseen |editore=Weidenfeld and Nicholson|città=Londra|anno=1981}}
* {{cita libro|William L.|Shirer|[[Storia del Terzo Reich]]|1990|Einaudi|Torino}}
* {{cita libro|cognomeautore=John Toland|nome=John |titolo=Adolf Hitler|città=New York|editore=Anchor Books |anno=1992|annooriginale= 1976|lingua=ingleseen|ISBN=978-0-385-42053-2|cid=Toland 1992}}
* {{cita libro|cognome=Waite|nomeautore=Robert G. L. Waite |anno=1993|annooriginale=1977|titolo=The Psychopathic God: Adolf Hitler |url=https://archive.org/details/psychopathicgoda00wait_0 |lingua=ingleseen |città= New York|editore=Capo Press|ISBN=978-0-306-80514-1}}
* {{cita libro|cognome=Zitelmann|nome=Rainer|wkautoreautore=[[Rainer Zitelmann]] |titolo=Hitler |editore=Laterza |città=Bari |anno=1998|ISBN=88-420-5596-4}}
=== Narrativa ispirata alla figura di Adolf Hitler ===
* {{cita libro|cognome=Mailer|nome=Norman|wkautoreautore=[[Norman Mailer]] |titolo=Il castello nella foresta |editore=Einaudi |città=Torino|anno=2008|ISBN=978-88-06-18534-3}}
* {{cita libro|cognome=Genna|nome=Giuseppe|wkautoreautore=[[Giuseppe Genna]] |titolo=[[Hitler (romanzo)|Hitler]] |editore=Mondadori |città=Milano|anno=2008|ISBN=88-04-57353-8}}
* {{cita libro|cognomeautore =Schmitt|nome=Eric[[Éric-Emmanuel|wkautore=Éric-Emmanuel_Schmitt Schmitt]] |titolo=La parte dell'altro (romanzo) |editore=E/O(collana Dal mondo) |anno=2005}}
== Voci correlate ==
{{div col}}
* [[Adolf Hitler nella cultura popolaredi massa]]
* [[Berghof]]
* [[Biblioteca privata di Adolf Hitler]]
* [[Diari di Hitler]]
* [[Führerbunker]]
* [[Führergeburtstag]]
* [[Führerhauptquartiere]]
* ''[[Mein Kampf]]''
* [[Nazionalsocialismo]]
* [[Nuova Cancelleria del Reich|Nuova Cancelleria del ''Reich'']]
* [[Pensiero religioso di Adolf Hitler]]
* ''[[Reductio ad Hitlerum]]''
* [[Programma del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori]]
* [[Nazionalismo tedesco]]
* [[Attentati ad Adolf Hitler]]
* [[Putler]]
{{div col end}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier.aspx?id=8|titolo=Dossier Hitler|accesso=19 dicembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080104232758/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier.aspx?id=8|urlmorto=sì}}
* [http://www.dittatori.it/hitler.htm Dittatori: Adolf Hitler] Documenti audio e video, discorsi, foto e tanto materiale sul dittatore tedesco
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier.aspx?id=8 Dossier Hitler] Documenti e interviste a storici e studiosi, Rai Educational
* {{cita web|http://www.mondopolitico.com/library/meinkampf/introduction.htm|Biblioteca di Mondo Politico, introduzione al ''Mein Kampf'' e testo integrale|lingua=en}}
{{Box successione
|successivo = [[Ferdinand Schörner]]
}}
{{Adolf Hitler}}
{{Cancelliere Germania}}
{{Führerbunker}}
[[Categoria:Adolf Hitler| ]]
[[Categoria:MilitariPersonalità tedeschidella Germania nazista]]
[[Categoria:Criminali tedeschi]]
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[[Categoria:Suicidi per arma da fuoco]]
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