Giorgio Coda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m clean up, replaced: |lingua=italiano → |lingua=it
 
(53 versioni intermedie di 30 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Bio
|Nome = Giorgio Giuseppe Antonio Maria
|Cognome = Coda
|PostCognome = <ref name=perissinotto>{{Cita libro|nome=Alessandro|cognome=Perissinotto|titolo=Quello che l'acqua nasconde|editore=Edizioni piemme|capitolo=Portami su quello che canta|ISBN=978-88-585-1694-2}}</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
Riga 7 ⟶ 8:
|AnnoNascita = 1924
|NoteNascita = <ref name=papuzzi-pag6>{{Cita |Papuzzi 1977 |pagina 6}}.</ref>
|LuogoMorte = Torino
|GiornoMeseMorte = 23 maggio
|AnnoMorte = 1988
|NoteMorte = <ref>Servizi Demografici della Città di Torino - Atto 01653, Uff. 1, Parte 2, Serie B, Anno 1988</ref>
|Epoca = 1900
|Attività = psichiatra
|Attività2 = professore universitario
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Giorgio_Coda_La_Stampa_5lug1974_pag5.jpeg
|Didascalia = Lo psichiatra Giorgio Coda (foto tratta dal giornale [[La Stampa]] del 5 luglio 1974)
}}
 
Il suo nome completo è Giorgio Giuseppe Antonio Maria Coda, divenutoDivenne noto come "l'elettricista"<ref>{{Cita libro|nomename=Alessandro|cognome=Perissinotto|titolo=Quelloperissinotto che l'acqua nasconde|editore=Edizioni piemme|capitolo=Portami su quello che canta|ISBN=978-88-585-1694-2}}</ref> (oppure anche "l'elettricista di Collegno" per analogia con lo [[smemorato di Collegno]]<ref>{{Cita|Papuzzi 1977|pag. 93}}.</ref>) per il suo uso improprio, e talvolta abuso, della tecnica dell'[[elettroshock]]. È stato vicedirettore dell'[[ospedale psichiatrico di Collegno]]<ref>http://www.infermieristicamente.it/articolo/7777/dalla-violenza-dell-eletttromassaggio-alla-violenza-dell-abbandono/</ref> e direttore di [[Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"#Il complesso ospedaliero|villa Azzurra]] (struttura per bambini)<ref name=":0" />, a [[Grugliasco]] (Torino).<ref>{{Cita libro|nome=Alberto|cognome=Papuzzi|nome2=Piera|cognome2=Piatti|titolo=Portami su quello che canta: processo a uno psichiatra|data=1977|editore=Einaudi|ISBN=978-88-06-09571-0}}</ref> Fu processato nel periodo 1970-1974 per maltrattamenti con relativa condanna a cinque anni di detenzione, al pagamento delle spese processuali e all'interdizione dalla professione medica per cinque anni<ref name=libroprinc>{{Cita web |url=https://collettivomakhno.noblogs.org/files/2014/04/Portami_Su_Quello_Che_Canta.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=12 febbraio 2018 |dataarchivio=30 settembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200930092220/https://collettivomakhno.noblogs.org/files/2014/04/Portami_Su_Quello_Che_Canta.pdf |urlmorto=sì }}</ref><ref name=crescita-pers>http://www.crescita-personale.it/teorie-psicologia/947/giorgio-coda-la-persona-il-processo-e-l-elettroshock/2440/a</ref>.
 
Il "trattamento medico" consisteva nell'applicazione di scariche di elettroshock[[corrente elettrica]] durature ai genitali e alla testa che non facevano perdere coscienza al malato pur provocandogli lancinanti dolori e che avrebbero dovuto, secondo Giorgio Coda, curare il paziente. Il trattamento era chiamato da Coda "elettroshock" o "elettromassaggio" a seconda che venisse praticato alla testa o ai genitali.<ref>{{Cita |Papuzzi 1977 |pagina 40}}.</ref> Altre volte, la parola elettromassaggio era usata come sinonimo di [[elettroshock]]. Il trattamento era praticato quasi sempre senza anestesia e, a volte, senza pomata e gomma in bocca, facendo così saltare i denti al paziente. Giorgio Coda, durante il processo, ha ammesso di aver praticato circa 5000 ''elettromassaggi'', senza mostrare alcun segno di pentimento.<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | pagina 60}}.</ref>
 
Il trattamento di cui sopra era praticato anche su [[alcolisti]], [[tossicodipendenti]], [[omosessuali]]<ref>{{Cita |Papuzzi 1977 | pagina 59}}.</ref> e [[masturbatori]], e generava un fortissimo senso di paura, tale da far desistere i pazienti, perlomeno temporaneamente. Il processo e la sentenza, raccolti e analizzati nel libro ''[[Portami su quello che canta]]'' del giornalista [[Alberto Papuzzi]], hanno messo in luce il carattere coercitivo e punitivo degli elettromassaggi, i quali non erano strumenti di cura ma atroci strumenti di tortura e punizione usati anche su bambini.<ref>https://www.vanityfair.it/news/storie/17/01/20/manicomio-bambini-libro-alberto-gaino-edizioni-abele-storia-angelo-torino</ref>
 
Alcune morti sospette durante l'elettroshock e alcuni suicidi verificatisi negli istituti hanno fatto nascere il sospetto che possano essere stati provocati dalla paura della sofferenza dei trattamenti ripetuti.<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | pagina 79}}.</ref>
 
Pur essendo un fatto di cronaca privo di connotazioni politiche, il caso fu ai suoi tempi è stato interpretato da taluni in chiave politica, secondo le chiavi interpretative del [[Novecento]]. In quest'ottica, il medico "[[Borghesia|borghese]]" si accaniva contro le fasce più deboli del "[[proletariato]]".<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | nota introduttiva XI e pagina 95}}.</ref>
 
== Biografia ==
[[File:Villa Azzurra (Grugliasco).jpg|thumb|[[Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"#Il complesso ospedaliero|Villa Azzurra]]: ruderi odierni]]
Nato a Torino nel 1924 in una famiglia benestante, Giorgio Coda è il figlio unico di Carlo Coda, un piccolo industriale torinese che "regolava la vita della famiglia come se fosse una fabbrica" e di Alda Vacchieri<ref> name="libroprinc"< /ref>. «A scuola Giorgio Coda eccelleva in condotta; quanto al profitto non era brillante, ma molto diligente. Qualche compagno lo ricorda sgobbone»<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | pagina 9}}.</ref>.
[[File:Certosa_Collegno.JPG|thumb|La [[Certosa reale di Collegno]], sede dell'ospedale psichiatrico di Collegno fino alla fine degli anni '70]]
 
Nel 1943 Giorgio Coda si iscrive alla facoltà[[Facoltà universitaria|Facoltà]] di Medicina e Chirurgia dell'[[Università degli Studi di Torino]] e si laurea il 15 luglio 1948 con una tesi in [[antropologia criminale (disciplina)|antropologia criminale]]. Il 16 aprile 1955 sposa Giovanna Roviera. Dopo essere divenuto medico capo di sezione (equivalente all'odierno [[primario (medicina)|primario]]), il 3 aprile 1963 ottiene la libera docenza in psichiatria.<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | pagine 9-14}}.</ref>
 
Il processo che lo vide come imputato nacque in seguito all'invio di un rapporto al [[Tribunale per i minorenni]] da parte dell'assistente sociale Maria Repaci del Centro di tutela minorile di Torino. Il rapporto riguardava i molteplici fatti di villa Azzurra.
[[File:Certosa_Collegno.JPG|thumb|La [[Certosa reale di Collegno]], sede dell'ospedale psichiatrico di Collegno fino alla fine degli anni '70]]
 
Il processo che lo vide come imputato nacque in seguito all'invio di un rapporto al [[Tribunale per i minorenni]] da parte dell'assistente sociale Maria Repaci del Centro di tutela minorile di Torino. Il rapporto riguardava i fatti di villa Azzurra. Il 7 settembre 1970, GiogioGiorgio Coda viene incriminato per il reato di "abuso dei mezzi di correzione" e venne applicata l'[[amnistia]] (DPR n. 238 del 22 maggio 1970).<ref>{{Cita |Papuzzi 1977 | pagina 36}}.</ref>
 
Il 14 dicembre 1970 il giudice istruttore ricevette un esposto dell'[["''Associazione per la lotta contro le malattie mentali]]''", decisivo per far ripartire l'inchiesta e il processo<ref>{{Cita | Papuzzi 1977 | pagine 31-36}}.</ref>. L'11 luglio 1974 arriva la sentenza dopo un lungo e drammatico dibattimento processuale e Coda è dichiarato "responsabile del reato ascritto limitatamente ai fatti relativi all'ospedale psichiatrico di Collegno"; il giudice del processo era Rodolfo Venditti.<ref>{{Cita |Papuzzi 1977 | pagina 96}}.</ref> Successivamente, il difensore di Coda interpone appello contro la sentenza di primo grado.<ref>{{Cita |Papuzzi 1977 | pagina 114}}.</ref>
 
In appello, la difesa di Coda sfruttò ciò che il giudice Rodolfo Venditti definì un "siluro", cioè una sorta di cavillo legale che fu forse tenuto nascosto in primo grado e che consisteva nel fatto che Giorgio Coda, in qualità di esperto, era stato [[giudice onorario]] del [[Tribunale per i minorenni]] di Torino e pertanto, in qualità di "giudice", non poteva essere giudicato nello stesso tribunale di cui era stato giudice. La scoperta di ciò portò in sostanza all'annullamento della sentenza eed all'allungamento dei tempi. In seguito, il giudizio passò alla [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]], ma i reati caddero in prescrizione e Coda non scontò mai nessuna pena. Giorgio Coda, stando a quanto riportato sui giornali, sarebbe ancora vivo.<ref>https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/25/festival-dei-matti-di-venezia-in-un-docufilm-la-storia-e-gli-abusi-di-giorgio-coda-sui-pazienti-psichiatrici/5207397/</ref><ref>[https://www.youtube.com/watch?v=O4t576UiIlY - Intervista al giudice Rodolfo Venditti]</ref>
 
Il 2 dicembre 1977, alle 18.:30, quattro uomini<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Stefano|cognome=Caselli|nome2=Davide|cognome2=Valentini|titolo=Anni spietati: Torino racconta violenza e terrorismo|data=5 novembre 2014|editore=Gius.Laterza & Figli Spa|capitolo=Il processo deve ricominciare|ISBN=978-88-581-1782-8}}</ref> facenti parte dell'organizzazione armata di estrema sinistra [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]] penetrano nell'appartamento dove Coda fa visite private sito indi via Casalis 39, nel quartiere "bene" di [[Cit Turin]], dove Coda effettuava visite private e, dopo averlo legato ad un termosifone e sottoposto a un breve "processo", gli sparano alle spalle e alle gambe, <ref>http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1099_01_1977_0275_0004_16065180/</ref><ref>{{Cita dopoweb averlo|url=https://agiscuola.it/schede-film/item/44-la-prima-linea.html legato|titolo=Copia aarchiviata un|accesso=12 termosifone<ref>febbraio 2018 |dataarchivio=13 febbraio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180213021558/https://agiscuola.it/schede-film/item/44-la-prima-linea.html |urlmorto=sì }}</ref>. SulGli corpoviene esaminelasciato gli attaccanoaddosso un cartello con su scritto: «Le vittime del proletariato non perdonano i loro torturatori» <ref>https://archivio.unita.news/assets/main/1977/12/03/page_004.pdf</ref>.
 
== Effetti ==
Il caso Coda ha scosso profondamente e fatto discutere l'opinione pubblica. Il dibattito che ne è scaturito ha portato alla cosiddetta [[Legge Basaglia]] (legge 13 maggio 1978 n. 180), che ha abolito i principali articoli della precedente legge (14 febbraio 1904, n. 36<ref>{{Cita |legge-36-1904}}.</ref>) e istituito il TSO ([[Trattamento sanitario obbligatorio]])<ref>{{Cita |legge-basaglia | Estratto dall'articolo 2: "la proposta di trattamento sanitario obbligatorio può prevedere che le cure vengano prestate in condizioni di degenza ospedaliera solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati dall'infermo e se non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere".}}</ref>, restringendo di molto il suo campo di applicazione e definendo procedure di controllo a più livelli per la sua attuazione.
 
In particolare, il provvedimento prevede l'intermediazione del [[sindaco]] e del [[giudice tutelare]], la possibilità di richiedere la revoca o la modifica del TSO da parte di chiunque (anche del paziente stesso), la possibilità da parte di chiunque (anche del paziente stesso) di proporre "ricorso contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare", e la possibilità per il paziente di comunicare con chiunque durante il TSO<ref>{{Cita |legge-basaglia}}.</ref>. Il paziente ha anche diritto al cambio della struttura di cura.
 
Sebbene la legge non prevedesse esplicitamente che gli ospedali psichiatrici venissero chiusi, essa ha di fatto chiuso la maggior parte degli istituti psichiatrici in Italia, chiusura che è stata del tutto completata, seppur con fatica, nei decenni successivi.<ref>http://www.musei.re.it/collezioni/museo-di-storia-della-psichiatria/prima-sala-cronologia/la-legge-180-e-la-chiusura-degli-ospedali-psichiatrici/</ref>
 
== Nella cultura popolare ==
Il processo a Coda è stato rappresentato brevemente nel film ''[[La meglio gioventù]]'' di [[Marco Tullio Giordana]].<ref>{{cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/25/festival-dei-matti-di-venezia-in-un-docufilm-la-storia-e-gli-abusi-di-giorgio-coda-sui-pazienti-psichiatrici/5207397/|titolo=Festival dei Matti di Venezia, in un docufilm la storia e gli abusi di Giorgio Coda sui pazienti psichiatrici|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=25 maggio 2019|autore=Emanuele Salvato|accesso=22 giugno 2021}}</ref>
 
La storia di Giorgio Coda e la sua vicenda giudiziaria è affrontata nel podcast "Arnesi. Bambini in manicomio" di Elisabetta Rasicci, Pasquale Formicola e Roberta Lippi edito da Storielibere per Audible.<ref>{{Cita libro|titolo=Arnesi. Bambini in manicomio|url=https://www.audible.it/podcast/Bambini-in-manicomio/B0CPPX7JVX?ref_pageloadid=not_applicable&ref=a_podcast_A_c3_lAsin_0_0&pf_rd_p=79ca5e54-178d-413a-8ed4-8d5a54ac13cf&pf_rd_r=4SMAG6CB17JMZQH11QDY&pageLoadId=35rSk8X2xwMSWVwa&creativeId=da0362dc-ee24-4090-9865-420918bfe392|accesso=2024-03-22|lingua=it}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro | autore=[[Alberto Papuzzi]] |titolo=Portami su quello che canta. Processo a uno psichiatra |anno=1977 |isbn=88-06-09571-4 |url=https://docplayer.it/65213-Alberto-papuzzi-portami-su-quello-che-canta.html |cid=Papuzzi 1977}}
* {{Cita libro | nome=Albertino |cognome=Bonvicini |titolo=Fate la storia senza di me |anno=2011 |isbn=978-88-96873-26-7 |cid=Bonvicini 2011}}
* Marco Bonacossa, ''Per il tuo bene,'' Viterbo 2023, Scatole Parlanti ed. ISBN 978-88-3281-640-2
* {{Cita web |titolo=Legge Basaglia (legge 13 maggio 1978, n. 180) |url=http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1978;180 |cid=legge-basaglia}}
* {{Cita web |titolo=Legge n. 36 del 1904 |url=http://w3.ordineaslombardia.it/sites/default/files/indagine/documenti/nazionali/N-L-36-1904-IN.pdf |cid=legge-36-1904 |accesso=15 febbraio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160417120725/http://w3.ordineaslombardia.it/sites/default/files/indagine/documenti/nazionali/N-L-36-1904-IN.pdf |dataarchivio=17 aprile 2016 |urlmorto=sì }}
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Legge Basaglia]]
* ''[[Portami su quello che canta]]''
* [[Psichiatria Democratica]]
* [[Antipsichiatria]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
Riga 69 ⟶ 81:
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|medicina}}
 
[[Categoria:Persone condannate per reati di tortura]]
[[Categoria:Persone gambizzate durante gli anni di piombo]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]