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|nazione = ITA
|sede = [[Torino]]
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== Storia ==
=== La prima generazione: 1880-1930 ===
La trasformazione dell'attività di famiglia in impresa immobiliare e di costruzioni si verificò alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] («la famiglia di architetti Ponchia e la loro Gefim che, sin dal 1880, compra terreno da rivendere»<ref>Gaetano Farina, "Torino stritolata da debiti e cemento", su ''[http://affaritaliani.libero.it/cronache/torino091211.html?refresh_ce Affaritaliani.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120218000546/http://affaritaliani.libero.it/cronache/torino091211.html?refresh_ce |data=18 febbraio 2012 }}'' del 9 dicembre 2011.</ref>), quando il futuro cavalier Paolo Ponchia lasciò il paese natale di [[Montanaro]] per trasferirsi a [[Torino]]. Non si sa con esattezza quando la ditta individuale Impresa Costruzioni Immobiliari Ponchia venne fondata, ma era sicuramente operante a Torino fin dai primi anni del [[XX secolo|Novecento]] («i Ponchia, famiglia che sotto la [[Mole Antonelliana|Mole]] è nota dai primi del 900 per le importanti attività nel settore del [[real estate]] e soprattutto dello sviluppo immobiliare»<ref>Carlo Festa, "Inpartner in attesa sui dossier Ipi e Zunino", su ''[http://www.casa24.ilsole24ore.com/real-estate/news/2008/02/10/9_B_PRN.php Il Sole 24 ORE]'', "Casa 24 plus", del 10 febbraio 2008.</ref>) e già allora con attività diversificate («all'epoca si faceva un po' di tutto, non c'erano compiti prestabiliti come oggi»), compresi lo smantellamento di vecchi edifici e il recupero dei materiali.<ref name="Benna">Christian Benna, "Dal palasport a corso Marconi. Gefim, un secolo nel mattone", su ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/07/07/dal-palasport-corso-marconi-gefim-un-secolo.html la Repubblica]'' del 7 luglio 2005, p. 18.</ref>
 
=== La seconda generazione: 1930-1955 ===
Subentrati alla guida dell'impresa i tre figli del fondatore, Domenico, Luigi e Bernardo Ponchia, l'azienda andò specializzandosi nei settori della demolizione e del recupero dei materiali. Nello stesso periodo la ditta Ponchia partecipò attivamente ai grandi lavori di trasformazione urbana e residenziale della città dell'era fascista e, dopo i pesanti bombardamenti alleati durante la [[seconda guerra mondiale]], a quelli della rinascita postbellica resa più complessa dal notevole afflusso di immigrati meridionali.<ref name= brochure>"La storia", sulla brochure promozionale ''[http://www.gefim.it/Brochure.pdf GEFIM Gestioni Finanziarie ed Immobiliari] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160114191719/http://www.gefim.it/Brochure.pdf |datedata=14 gennaio 2016 }}'', pp. 3-5.</ref>
[[File:Torino v. Tripoli.jpg|thumb|upright=1.3|left|Immagine del quartiere torinese di [[Santa Rita (Torino)|Santa Rita]]<br />negli [[Anni 1960|anni sessanta]].]]
 
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Guidata da Pier Paolo Ponchia, figlio di Luigi, nei decenni successivi l'impresa tornò all'originaria attività costruttiva (con la realizzazione ad esempio del primo palazzetto dello sport torinese nel 1958).
 
Le proporzioni dell'impegno finanziario connesso a tali operazioni immobiliari costrinse anche gli operatori del settore ad ampliare le proprie disponibilità economiche dando vita a forme di collaborazione con altri costruttori. Così, dalla fusione delle diverse società della famiglia Ponchia, alla fine del 1978<ref name=data /> nacque l'attuale Gefim S.p.A. {{cn|Fra i primi interventi della Gefim si può ricordare l'urbanizzazione di una parte della dell'ex tenuta reale della Mandria a [[Fiano]].}}
 
=== La quarta generazione: 1990-2010 ===