Albanesi in Italia: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|lela comunità albanesialbanese storicamente stanziatestanziata in Italia meridionale ed insulare|arbëreshëArbëreshë|}}
{{S|gruppi etnici}}
{{Popolo
|nome = Albanesi in Italia<br />''Shqiptarët në Itali''
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|didascalia =
|regione = {{ALB}}
|popolazione = {{formatnum:441027450000}} (20192020)
|lingua = [[Lingua albanese|Albanese]]<br />(dialetti: ''[[Lingua albanese ghega|gegë]]'' e ''[[Lingua albanese tosca|toskë]]'')
|religione = [[CristianesimoIslam]] ([[Chiesa cattolica in Albania|cattolicesimosunnismo]] e [[Chiesa ortodossa albanese|ortodossiabektashi]]); [[IslamCristianesimo]] ([[sunnismoChiesa cattolica in Albania|cattolicesimo]] e [[bektashiChiesa ortodossa albanese|ortodossia]])
|correlati = [[albanesi]], [[Kosovari in Italia|albanesi-cossovari]], [[Albanesi in Macedonia del Nord|albanesi-macedoni]], [[arbëreshë]], [[arvaniti]], [[stradioti]], [[sulioti]]
}}
[[File:Albanians in Europe.jpg|thumb|291x291pxupright=1.2|Distribuzione degli [[albanesi]] in [[Europa]]]]
[[File:Sergio Mattarella e Ilir Meta al Quirinale durante la visita ufficiale 2017 (5).jpg|thumb|Il presidente d'Albania [[Ilir Meta]] e quello d'Italia [[Sergio Mattarella]] e al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] (2017)]]
L''''immigrazione albanese in Italia''' (''diaspora shqiptare në Itali'' in [[lingua albanese|albanese]]) è un [[Migrazione umana|fenomeno migratorio]] che ha interessato l'[[Italia]] in modo particolare a partire dalla caduta della [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania]] nel [[1991]].
L{{'}}'''immigrazione albanese in Italia''' (''diaspora shqiptare në Itali'' in [[lingua albanese|albanese]]) è un [[Migrazione umana|fenomeno migratorio]] che ha interessato l'[[Italia]] in modo particolare a partire dalla caduta della [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania]] nel [[1991]].
 
In Italia è presente l'a [[ambasciataRoma]] albanese a l'[[Romaambasciata]] ealbanese, mentre sonosi presentitrovano otto consolati nel resto del Paese,: due generali (a [[Bari]] e a [[Milano]]) e, inoltre, consolati onorari in diverse città italiane (ad [[Ancona]], [[Firenze]], [[Genova]], [[Padova]], [[TorinoPistoia]], e[[Torino]], già a [[Palermo]])<ref>{{Cita web|url=https://visafy.it/|titolo=Visafy {{!}} Agenzia Visti Consolari a Bari, Milano, Roma, Firenze, già a Palermo|sito=Visafy|accesso=21 settembre 2018}}</ref>.
 
== StatisticaStatistiche ==
Secondo i dati [[Istat]]<ref>{{Cita web|url = http://wwwdati.istat.it/it/files/2012/12/popolazione_legaleIndex.pdfaspx?DataSetCode=DCIS_POPSTRCIT1|titolo = http://www.istat.it/it/files/2012/12/popolazione_legale.pdfStranieri residenti al 1º gennaio - Cittadinanza|accesso=415 luglio 20152021|sito = www.istat.it}}</ref> la popolazione albanese in Italia al 31 dicembre [[20142019]] è di {{formatnum:490483421591}} unità (9,8,37% della popolazione straniera) con un incremento del 55% rispetto al [[2005]], facendone la seconda comunità straniera in Italia dopo quella [[Romeni in Italia|rumena]]. eGli rendendoalbanesi lcostituiscono quindi oggi la seconda comunità più numerosa d'Italia, ildopo quintoesser Statostata inper [[Europa]]anni conla più [[albanesi]]numerosa (prima dell'arrivo della comunità rumena).
 
Molti degli albanesi residenti da decenni in Italia hanno recentemente ottenuto la cittadinanza italiana e, pur mantenendo il doppio passaporto, sono naturalizzati italiani. Dal 2013, infatti, c'è un calo della presenza albanese in Italia, dovuto alle numerose acquisizioni della cittadinanza italiana.
Gli albanesi presenti in Italia sono per il 56,3% uomini mentre per il 43,7% donne.
 
Nel 2020 l'8,5% dei cittadini albanesi è regolarmente soggiornante in Italia. Secondo le stime Istat, fonte del 2021, durante questi trenta anni di emigrazione albanese (dal 1991) ci sono state {{formatnum:230000}} acquisizioni di cittadinanza italiana da parte degli albanesi. La collettività albanese in Italia è fra le più integrate nel tessuto socio-economico italiano<ref>{{cita testo|autore=[[Massimo Cirri]]|titolo=Che fine hanno fatto gli albanesi?|editore=IlPost, 2016|url=https://www.ilpost.it/massimocirri/2016/10/11/che-fine-hanno-fatto-gli-albanesi/}}</ref>.
{{Senza fonte|Al 31 dicembre 2017 gli albanesi residenti in Italia sono {{formatnum:440465}}, leggermente in calo rispetto agli anni precedenti. A questi si aggiungono le naturalizzazioni italiane, che tra il 2006 e il 2017 state circa {{formatnum:189000}}.}}
 
== Demografia ==
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== Storia ==
=== Origini dellaStorica presenza albanese in Italia ===
{{vedi anche|ArbëreshëComuni dell'Arbëria}}
[[File:Piazza scanderberg, lapide su casa di skanderberg 02.JPG|miniatura|EntrataIngresso di Palazzo Scanderbeg a Roma]]
[[File:Sbarco esuli albanesi in Italia.jpg|miniatura|Esuli albanesi, Chiesachiesa S.di Sant'Atanasio il Grande a [[Santa Sofia d'Epiro]] (CS)]]
La presenza albanese in Italia è plurisecolare, caratterizzata dalla storica minoranza [[Albanesi d'Italia|albanese d'Italia]] (''arbëreshi i Italisë''), ereditariaerede di quella numerosa popolazione di esuli che, a partire dal [[XV secolo]], dovettero abbandonare l'[[Albania]], l'[[Epiro]] e, la [[Peloponneso|Morea]] e altri territori albanesi dei [[Penisola balcanica|Balcani]] a causa dell'avanzata dei [[Impero ottomano|turco-ottomani]].
 
La storiografia ottocentesca riporta cronologicamente le varie migrazioni delle popolazioni albanesi di rito bizantino (allora detto "greco") che interessarono l'Italia, soprattutto quella [[Italia meridionale|meridionale]] e insulare:,<ref name="cancelliere102">Maria Pina Cancelliere, ''[{{cita testo|titolo=Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella: poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno|url=https://books.google.it/books?id=JadNkwEACAAJ&dq=maria+pina+cancelliere+lo+stato+caracciolo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj5-_6-i_fqAhUG_aQKHdIjDsgQ6AEIJzAA%7C Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella: poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno]}}'', Terebinto, 2012, ISBN 978-88-97-48907-8, p. 102 (nota 192).</ref> supponendo che la prima migrazione fosse avvenuta verso la [[Calabria]] nel 1399-1409 durante le lotte fra gli [[angioini]] ed [[aragonesi]], in cui mercenari albanesi erano al soldo ora dell'uno ora dell'altro esercito.
 
La seconda migrazione, 1416-1441, era stata guidata da [[Demetrio Reres]], al quale ''[[Alfonso V d'Aragona|Il Magnanimo]]'' aveva concesso molti privilegi in Calabria e in [[Sicilia]]; la terza migrazione, avvenne fra il 1470-1478, quando il principe di [[Kruja|Kroja]] a [[Giorgio Castriota Scanderbeg]],<ref>Attilio Vaccaro, "Lo sviluppo degli studi su Giorgio Castriota Scanderbeg: dalle prime biografie alla storiografia recente" in ''Miscellanea di Studi Storici'', Università degli Studi della Calabria, 2009, vol. 13, 2004-2005, pp. 173-248.</ref> fu chiamato in aiuto dida [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante primoI d'Aragona]] nella lotta con [[Giovanni II di Lorena|Giovanni II d'Angiò]] ed ebbe territori nell'Italia meridionale.<ref>Gennaro Francione, ''Scanderbeg, un eroe moderno'', Costanzo D'Agostino, Roma, 2003, p. 102.</ref>
 
La quarta migrazione avvieneavvenne negli ultimi decenni del XVI secolo, quando la caduta di [[Croia]] in mano ai turchi chiamò in Calabria numerosi albanesi, sotto la protezione della nipote di ScanderbergScanderbeg, moglie di [[Pietro Antonio Sanseverino|Pietro Antonio Sanseverino di Bisignano]].
 
La quinta migrazione, vi fu intorno al 1533-1534, quando molti corone glialbanesi abbandonarono lale loro città, conquistataconquistate dai turchi, imbarcandosi sulle navi di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] che li portarono nella capitale del regno meridionalenapoletano, dalla quale mortimolti furono trasferiti in [[Basilicata]], (in particolare a [[Melfi]], [[Barile (Italia)|Barile]], [[Maschito]], [[San Chirico Nuovo]], [[Brindisi Montagna|Brindisi della Montagna]]), in [[Principato Ultra]], (a [[Greci (Italia)|Greci]]), in Calabria, (a [[San Benedetto Ullano]]), a [[Isola di Lipari|Lipari]] ede in altre sedi.<ref name="cancelliere102"/> Tuttavia, la recente storiografia, supportata da nuovi documenti, ha disegnato un quadro più complesso e variegato degli insediamenti e delle motivazioni sottese al ripopolamento delle zone abitate da albanesi, oltre ad una biografia di condottieri e di alcuni soldati albanesi (i cosiddetti ''[[stradioti]]'')<ref>Paolo Petta, ''[{{cita testo|titolo=Stradioti: soldati albanesi in Italia, sec. XV-XIX|url=https://books.google.it/books?id=JKu_AAAACAAJ&dq=paolo+petta+stradioti&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiRwfysjPfqAhVEmqQKHTq4BoEQ6AEIKjAA%7C Stradioti: soldati albanesi in Italia, sec. XV-XIX]}}'', Argo, Lecce, 1996, ISBN 978-88-86-21186-4, p. 22.</ref> sfrondata dagli elementi mitici.<ref name="cancelliere102"/> Gli stradioti furono al soldo anche di potenze diverse da quelle della realtà meridionale, come ad esempio quelli che agivano per conto della [[Repubblica di Venezia]]<ref>Paolo Petta, ''[{{cita testo|titolo=Despoti d'Epiro e principi di Macedonia: esuli albanesi nell'Italia del Rinascimento|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=aF1oAAAAMAAJ&dq=despoti+d%27epiro+e+principi+di+macedoni+petta&focus=searchwithinvolume&q=Gli+Stradioti+albanesi+al+servizio++di+venezia%7C Despoti d'Epiro e principi di Macedonia: esuli albanesi nell'Italia del Rinascimento]}}'', Argo, 2000, ISBN 978-88-82-34028-5, p. 81.</ref> o dello [[Stato pontificio]].
[[File:Campo Marzio - S. Atanasio.JPG|thumb|sinistra|150pxupright=0.7|LaIl [[Pontificio collegio greco di Sant'Atanasio]], a fianco della [[Chiesa di Sant'Atanasio (Roma)|Chiesachiesa di SanSant'Atanasio dei Greci]] a Roma (1583), istituita per la formazione del clero italo-albanese di "rito greco"]]
Gli albanesi mantennero ''te dheu i huaj'' (in terra straniera) la [[Lingua arbëreshe|lingua albanese]], il [[rito bizantino]] (e dunque restarono sottoposti alla giurisdizione del dell'Arcidiocesi di [[Ocrida]], nell'attuale [[Macedonia del Nord]]), gli usi e i costumi tradizionali nazionali. Le comunità di rito orientale, quindi, pur osservando le tradizioni proprie bizantine, erano unite all'obbedienza al pontefice. Grandi speranze, sulle possibilità di concordia fra rito "greco" e "latino", prima dell'arrivo degli albanesi in Italia, aveva acceso il [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|Concilio di Firenze]] del 1439, dopo le parole di [[papa Eugenio IV]] (1431-1447):
 
{{citazione|Gioisce la Madre chiesa, i figli ritornano finalmente all'unità e alla pace e che prima, a causa di questa separazione, soffrivano amaramente.<ref name="cancelliere114116"/>}}
 
Successivamente, [[papa Gregorio XIII]] (1572-1585), grazie all'istituzione della ''Congregatio pro reformatione in Italia'', permise una progressiva regolamentazione del rito greco-bizantino in un processo che diede luogo a diffidenze ed incomprensioni reciproche.<ref name="cancelliere114116">Maria Pina Cancelliere, ''[{{cita testo|titolo=Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella: poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno|url=https://books.google.it/books?id=JadNkwEACAAJ&dq=maria+pina+cancelliere+lo+stato+caracciolo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj5-_6-i_fqAhUG_aQKHdIjDsgQ6AEIJzAA%7C Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella: poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno]}}'', Terebinto, 2012, ISBN 978-88-97-48907-8, p. 114-116.</ref>
 
Da più di cinque secoli e mezzo gli albanesi d'Italia preservano gelosamente ancora oggi la propria identità etnica, linguistica e religiosa, con un legame diretto e duraturo con la madrepatria Albania.
 
Tra i discendenti di queste migrazioni figurano importanti personalità, come: [[Papapapa Clemente XI]] (eletto nel [[1700]]), il Presidente del Consiglio [[Francesco Crispi]], l’intellettuale [[Antonio Gramsci]], i giuristi [[Costantino Mortati]] e [[Stefano Rodotà]] e il banchiere [[Enrico Cuccia]].
 
=== Emigrazione alalla finalefine del XX secolo ===
[[File:Profughi della Vlora in banchina a Bari 8 agosto 1991.jpg|upright=1.3|thumb|Profughi albanesi della [[Vlora (nave)|Navenave Vlora]] in banchina a [[Bari]] l'[[8 agosto]] [[1991]]]]
Diversi albanesi, in particolar modo studenti, religiosi e intellettuali, erano già residenti in Italia dal dopoguerra. ALe partireemigrazioni dalfra 9le febbraiodue [[1991]], con la [[caduta del comunismo in Albania]], oltre {{formatnum:10000}} persone, giunte da diverse partisponde dell'Albania,Adriatico sie ammassaronodello nelIonio [[portoci disono Durazzo]]sempre perstate; emigrarel'aspetto inanomalo Italiaè instato cercail diperiodo lavoro<ref>{{Citadel web|url=http://www.novecento.org/dossier/italia-didattica/1991-lo-sbarco-della-vlora-litalia-diventa-lapprodo-dei-nuovi-migranti/|titolo=1991.regime Lototalitario sbarcod'Albania, dellache Vlora.ha L’Italiachiuso diventaquasi approdoin deimodo nuoviermetico migranti|accesso=25i giugnoconfini 2019}}</ref>dell'Albania.
 
A partire dal 9 febbraio [[1991]], con la [[caduta del comunismo in Albania]], oltre {{formatnum:10000}} persone, giunte da diverse parti dell'Albania, si ammassarono nel [[porto di Durazzo]] per emigrare in Italia in cerca di lavoro<ref>{{Cita web|url=http://www.novecento.org/dossier/italia-didattica/1991-lo-sbarco-della-vlora-litalia-diventa-lapprodo-dei-nuovi-migranti/|titolo=1991. Lo sbarco della Vlora. L’Italia diventa approdo dei nuovi migranti|accesso=25 giugno 2019}}</ref>.
Il 7 marzo, nel giro di poche ore, ben {{formatnum:27000}} albanesi arrivarono a [[Brindisi]], in quello che fu il primo arrivo di massa d'immigrati in Italia<ref>{{Cita web|url = http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/03/06/news/1991_il_primo_grande_esodo_dall_albania_verso_l_italia-13263392/|titolo = Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000 Il primo grande esodo dall'Albania - Repubblica.it|accesso=4 luglio 2015}}</ref>. Prima di allora, infatti, l'[[immigrazione in Italia]] era ancora un fenomeno marginale. Il secondo grande arrivo di massa avvenne l'8 agosto dello stesso anno, con l'attracco nel [[porto di Bari]] di un mercantile partito da [[Durazzo]], il [[Vlora (nave)|Vlora]], con ventimila migranti a bordo.
 
Il 7 marzo, nel giro di poche ore, ben {{formatnum:27000}} albanesi arrivarono a [[Brindisi]], in quello che fu il primo arrivo di massa d'immigrati in Italia<ref>{{Cita web|url = http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/03/06/news/1991_il_primo_grande_esodo_dall_albania_verso_l_italia-13263392/|titolo = Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000 Il primo grande esodo dall'Albania - Repubblica.it|accesso=4 luglio 2015}}</ref>. Prima di allora, infatti, l'immigrazione in Italia era ancora un fenomeno marginale. Il secondo grande arrivo di massa avvenne l'8 agosto dello stesso anno, con l'attracco nel [[porto di Bari]] di un mercantile partito da [[Durazzo]], il [[Vlora (nave)|Vlora]], con ventimila migranti a bordo.
Fu in quel periodo che i paesi albanesi ''arbëreshë'' divennero come naturali punti di riferimento per gli albanesi ''shqiptarë'' immigrati in questi anni, convivendo e bene integratosi nel tessuto sociale delle storiche comunità<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/263065951_New_Albanian_immigrants_in_the_old_Albanian_diaspora_Piana_degli_Albanesi|titolo=New Albanian immigrants in the old Albanian diaspora: Piana degli Albanesi|accesso=25 giugno 2019}}</ref>. Gli aiuti delle associazioni e delle due [[Chiesa cattolica italo-albanese|eparchie albanesi d'Italia]], in nome di una comune fratellanza, furono costanti e duraturi riguardo l'emergenza umanitaria, anche nel caso più recente degli albanesi del [[Guerra del Kosovo|Kosovo colpiti dalla guerra]].
 
L'Italia in ''primis'' costituiva per gli albanesi lo spazio di immaginaria libertà, che comportò prima gli sbarchi drammatici del 1991 e poi, con l'implosione dello stato nel 1997, il continuo sbarco e, infine, una modalità di emigrazione cambiata.
Nonostante la comunità albanese sia oggi molto radicata, in seguito alla crescita economica dell'Albania e alla [[Grande recessione|crisi economica in Italia]] diversi albanesi, soprattutto i più giovani, hanno deciso di ritornare in Albania. Nel [[2013]] sono stati {{formatnum:2000}}, il 23% in più rispetto all'anno precedente, e il numero è in continua crescita.
 
; Discriminazione albanese dai media
A seguito del crollo degli schemi piramidali, nel 1997 scoppiò la [[guerra civile]] in Albania e il Paese si trovò in uno stato di violento caos e [[anarchia]]. Il deterioramento della situazione spinse la comunità internazionale, comprese le [[Nazioni Unite]] e i paesi vicini, come la stessa Italia, a intervenire e fornire assistenza umanitaria. Fu in questo contesto che, tra marzo e aprile 1997, si verificò un altro esodo verso l'Italia.
Tuttavia, in quel periodo gli albanesi furono visti in generale da molti come una potenziale minaccia per l'Italia, non abituata a migrazioni verso il suo territorio. Ciò portò al rapido emergere della [[xenofobia]] e del razzismo contro il popolo albanese.
 
La campagna anti-albanese in cui gli albanesi erano descritti come criminali e persone incivili arrivò poco dopo. In Italia si trasmettevano "[[Teledurazzo]]", trasmissione ironica pungente e talvolta denigratoria, e "Striscia la Berisha", sketch parodia di una inesistente edizione albanese del programma "[[Striscia la notizia]]", in cui gli uomini albanesi venivano dipinti come sporchi e bigotti, mentre le donne come prostitute. Nello stesso anno [[Irene Pivetti]], ex deputata della Repubblica Italiana, si espresse così sul [[Corriere della Sera]]: "I profughi albanesi andrebbero ributtati a mare. E quando sparano alle nostre forze dell'ordine le loro navi andrebbero affondate".
 
Il 28 marzo 1997 partì dal porto di Valona la motovedetta albanese [[Katër i Radës]], carica di 142 migranti albanesi che cercavano rifugio in Italia. L'imbarcazione, secondo quanto inteso, fu intenzionalmente colpita e affondata da una corvetta della marina italiana. 81 persone morirono e 27 furono disperse, per un totale di 108 vittime, la maggior parte delle quali erano donne e bambini.
 
==== Rapporti ''shqiptaro-arbëresh'' ====
Non sono mancati nei secoli, nonostante la distanza geografica, i rapporti culturali e religiosi fra albanesi d'Italia e d'Albania<ref>Nilo Borgia, ''I monaci Basiliani d'italia in Albania. Appunti di storia missionaria. Secoli XVI-XVIII'', Roma, 1935-1943.</ref>.
 
Con l'annessione dell'Albania al Regno d'Italia, diversi italo-albanesi si sono trasferiti in Albania come insegnanti, traduttori, politici o lavoratori di vario genere<ref>Giuseppe Lo Iacono, ''L'Italia in Albania (1914 - 1920)'', Palermo 2010.</ref>.
[[File:Delegatët e Kongresit të Triestes.jpg|thumb|upright|sinistra|[[Congresso albanese di Trieste]] (1913) per l'[[indipendenza dell'Albania]]. Fra i partecipanti erano inclusi rappresentanti italo-albanesi.]]
Pur col regime comunista albanese, vi è stato con gli anni '80 un qualche contatto fra le due sponde dell'Adriatico e dello Ionio, grazie soprattutto ai media.
 
Fu col primo sbarco albanese del 1991 che i comuni albanesi d'Italia (''arbëreshë'') di varie regioni si fecero avanti in aiuto dei profughi, considerati fratelli, e, in nome di questa antica fratellanza, li accolsero in grande numero nei loro centri.
 
Gli ''arbëreshë'' divennero così naturali punti di riferimento per gli albanesi ''shqiptarë'' immigrati in quegli anni, i quali potevano parlare la propria lingua con i locali, convivendo e bene integrandosi nel tessuto sociale di queste storiche comunità d'Albania<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/263065951_New_Albanian_immigrants_in_the_old_Albanian_diaspora_Piana_degli_Albanesi|titolo=New Albanian immigrants in the old Albanian diaspora: Piana degli Albanesi|accesso=25 giugno 2019}}</ref>. Gli aiuti delle associazioni e della [[Chiesa cattolica italo-albanese]], in nome di una comune origine, furono costanti e duraturi riguardo all'emergenza umanitaria, anche nel caso più recente degli albanesi del [[Guerra del Kosovo|Kosovo colpiti dalla guerra]].
 
La florida comunità albanese d'Albania di recentissima immigrazione si è così integrata e convive perfettamente nel tessuto sociale di numerosi centri italo-albanesi, con la creazione di una comunità di ''arbëreshë'' che raccoglie al suo interno un nucleo radicato di ''shqiptarë''.
 
Con continuità si registra oggi un sempre maggiore scambio fra ''arbëreshë'' e ''shqiptarë'', derivato dalla possibilità di viaggiare con più facilità in Italia e Albania e dai nuovi media di comunicazione.
 
=== Gli albanesi in Italia oggi ===
Gli immigrati albanesi in Italia sono più presenti nel settore industriale (46,1%), mentre è sempre più in crescita la presenza nel settore dei servizi (44,7%) e nel settore agricolo (9,2%)<ref>Fonte: Dossier statistico immigrazione 2021, Repubblica Italiana.</ref>.
Negli ultimi anni c'è stata una crescita costante degli imprenditori albanesi in Italia: nel 2020 gli imprenditori albanesi in Italia erano 49.748 (circa il 12% sul totale degli immigrati albanesi e circa l'1% del totale degli imprenditori), un dato che conferma la forte vocazione imprenditoriale degli albanesi, al quale interno di questo numero cresce il numero delle donne imprenditrici.
 
Ci sono problematiche irrisolte: molti cittadini albanesi non riescono a totalizzare i periodi contributivi di lavoro in Albania e in Italia, non potendo di conseguenza andare in pensione, pur avendo svolto anni di onesto lavoro.
Rimane la questione della presenza di minori non accompagnati, e l'Albania è tra i primi paesi rappresentanti per l'Italia con la presenza di questi minori (8,7%), indice di un problema sociale non risolto.
 
In questi ultimi trent'anni l'Albania ha fatto passi da gigante anche verso l'integrazione europea, ciò nonostante rimangono alcune problematiche sociali, e per questo motivo molti giovani cercano di emigrare tutt'oggi all'estero, soprattutto in Italia. Nonostante la comunità albanese sia oggi molto radicata, in seguito alla crescita economica dell'Albania e alla [[Grande recessione|crisi economica in Italia]] diversi albanesi, soprattutto gli stessi giovani che prima erano espatriati, hanno deciso di ritornare in Albania. Nel [[2013]] sono stati {{formatnum:2000}}, il 23% in più rispetto all'anno precedente, e il numero è in continua crescita.
 
== Società ==
{{Sequenza immagini
[[File:Scola degli Albanesi (Venice).jpg|thumb|upright=0.5|La [[Scuola di Santa Maria degli Albanesi]] a Venezia (XV sec.)]]
|larghezza = 180
Diverse sono le associazioni culturali albanesi nate ed attive dagli ultimi decenni in Italia.
|titolo =
|align = right
|sfondo =
|bordo =
|Immagine:Scola degli Albanesi (Venice).jpg|La [[Scuola di Santa Maria degli Albanesi]] a Venezia (XV sec.)
|Immagine:Chiesa di S.Giorgio dei Greci.jpg|La [[chiesa di San Giorgio dei Greci]] a Venezia (XV sec.)
|Immagine:Facciata pietro.jpg|La [[chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci]] a Napoli (XV sec.)
|Immagine:Lecce, San Niccolò dei Greci.jpg|La [[chiesa di San Niccolò dei Greci]] a Lecce (XVIII sec.)
|Immagine:Piazza Bellini Chiesa Martorana San Cataldo Palermo.jpg|La [[Chiesa della Martorana|parrocchia di San Nicolò dei Greci]] a Palermo (XV sec.)
|Immagine:096MilanoSMaurizio.JPG|La [[chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore]] a [[Milano]] (dal 1961 sede parrocchiale per gli italo-albanesi di rito greco-bizantino, già fino al 2014 presso la [[Chiesa di San Sepolcro (Milano)|chiesa di San Sepolcro]])
|Immagine:Torino-SanMichele.jpg|La [[Chiesa di San Michele (Torino)|chiesa di San Michele]] a [[Torino]] (dal 1965 sede parrocchiale per gli italo-albanesi di rito greco-bizantino)
|Immagine:Chiesa Santissimo Salvatore (Cosenza).jpg|La [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Cosenza)|chiesa del Santissimo Salvatore]] a [[Cosenza]] (dal 1978 sede parrocchiale per gli italo-albanesi di rito greco-bizantino)
}}
Diverse sono le associazioni culturali albanesi nate ed attive dagli ultimi decenni in Italia.
 
Storicamente, vicino alla [[Chiesa di San Maurizio (Venezia)|chiesa di San Maurizio]] a Venezia, fu fondata nel 1442 e costruita nel 1489 la Scuola degli Albanesi (''Shkolla Arbërore''), edificio che fu sede delle scuole di mestiere e di devozione della città dove si riunivano quanti nazionali albanesi si trovavano di passaggio o erano residenti nella città.
 
=== Lingua ===
Gli albanesi sono organizzati in numerosi centri culturali. All'interno di tali centri vengono svolti corsi di lingua albanese per i più giovani, a favore in particolare delle generazioni nate in Italia.
 
Generalmente la lingua albanese, elemento fondante l'identità degli albanesi, è mantenuta e tramandata in ambito familiare, spesso anche solo oralmente, come gli ''arbëreshë''. A differenza da questi ultimi, però, venendo a mancare spesso un gruppo ben unito e una comunità fisica, l'assimilazione può avvenire meno facilmente. In ogni modo gli albanesi di nuova immigrazione in Italia continuano a parlare la propria lingua nella sfera di parentela.
 
Esistono luoghi di aggregazione, oltre ai centri culturali, come associazioni e biblioteche autogestite, dove si parla in lingua albanese.
 
La [[messa cattolica]] di [[rito latino]] viene celebrata in lingua albanese nelle chiese di [[Chiesa di Santa Maria (Campi Bisenzio)|Santa Maria]] a [[Campi Bisenzio]], vicino a [[Firenze]], a [[Pistoia]], a [[Trieste]] e nella [[chiesa di San Giovanni della Malva in Trastevere]] di Roma, chiesa nazionale albanese.
 
=== Religione ===
[[File:OurLadyGenazzano02.jpg|thumb|left|upright=0.7|Icona della [[Madre del Buon Consiglio]], miracolosamente rinvenuta nel '400 a [[Santuario della Madre del Buon Consiglio|Genazzano]] durante l'assedio dei Turchi-Ottomani della città di [[Scutari]]]]
[[File:Eglise San Giovanni della Malva in Trastevere.JPG|thumb|[[Chiesa di San Giovanni della Malva in Trastevere]], chiesa nazionale albanese a Roma]]
Tra gli albanesi sono diffusi soprattutto il [[cristianesimo]] [[Chiesa cattolica in Albania|cattolico]] (di rito latino e bizantino) e [[Chiesa ortodossa albanese|ortodosso]], e l'[[islam]] [[Sunnismo|sunnita]] e la [[confraternita islamica]] [[bektashi]], di derivazione [[Sufismo|sufi]], che dal 2021 ha un proprio luogo di culto (''[[Khanqah|teqeja]]'') a [[Capena]] ([[Città metropolitana di Roma Capitale|RM]])<ref>{{Cita web|url=https://tiburno.tv/2021/09/06/capena-inaugurata-sabato-la-teqq-luogo-di-culto-della-comunita-islamica-sufista-dei-bektashi/|titolo=CAPENA - Inaugurata sabato la teqqe, luogo di culto della comunità islamica sufista dei Bektashi|sito=Tiburno Tv|data=6 settembre 2021|lingua=it|accesso=11 gennaio 2023}}</ref> e l'[[irreligiosità]].
[[File:OurLadyGenazzano02.jpg|thumb|left|upright=0.7|Icona della [[Madre del Buon Consiglio]], miracolosamente rinvenuta nel '400 a [[Santuario della Madonna del Buon Consiglio (Genazzano)|Genazzano]] durante l'assedio dei Turchi-Ottomani della città di [[Scutari]]]]
A seguito del [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze]] gli albanesi, eliminando di fatto il [[Grande Scisma]] cristiano tra [[Oriente]] e [[Occidente]], mantennero il rito orientale in comunione con la [[Santa Sede]]. Questi albanesi una volta migrati esuli in Italia a causa dell'[[Impero Ottomano]], dopo i lunghi decenni vittoriosi con [[Giorgio Castriota Scanderbeg]], portarono con se questa tradizione conciliare, che perdura tutt'ora: gli italo-albanesi difatti sono [[Chiesa cattolica|cattolici]] di rito bizantino (in passato fu detto "rito greco"<ref>Da qui per secoli gli albanesi furono definiti greci o italo-greci, confondendo erroneamente l'elemento religioso con quello etnico.</ref>) e, pur conservando struttura, disciplina, tradizioni e liturgia propria, come praticato dalla [[Chiesa ortodossa]], riconoscono il primato papale. Per qualche tempo dopo il loro arrivo gli albanesi furono affidati a vari metropoliti, nominati dall'arcivescovo albanese di [[Ocrida]], con il consenso del Papa.
 
A seguito del [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze]] gli albanesi, eliminando di fatto il [[Grande Scisma]] cristiano tra [[Oriente (regione geografica)|Oriente]] e [[Civiltà occidentale|Occidente]], mantennero il rito orientale in comunione con la [[Santa Sede]]. Questi albanesi una volta migrati esuli in Italia a causa dell'[[Impero ottomano]], dopo i lunghi decenni vittoriosi con [[Giorgio Castriota Scanderbeg]], portarono con sé questa tradizione conciliare, che perdura tuttora: gli italo-albanesi difatti sono [[Chiesa cattolica|cattolici]] di rito bizantino (in passato fu detto "rito greco"<ref>Da qui per secoli gli albanesi furono definiti greci o italo-greci, confondendo erroneamente l'elemento religioso con quello etnico.</ref>) e, pur conservando struttura, disciplina, tradizioni e liturgia propria, come praticato dalla [[Chiesa ortodossa]], riconoscono il primato papale. Per qualche tempo dopo il loro arrivo gli albanesi furono affidati a vari metropoliti, nominati dall'arcivescovo albanese di [[Ocrida]], con il consenso del Papa.
Presso il [[Santuario della Madonna del Buon Consiglio (Genazzano)|Santuario della Madonna del Buon Consiglio]] a [[Genazzano]], nel [[Lazio]], è custodita la sacra immagine raffigurante la "Madonna ed il Bambino Gesù", meta sin dal XV sec. di numerosi pellegrini poiché, miracolosamente, essa si staccò da un affresco della chiesa di [[Scutari]] durante l'assedio dei turchi-ottomani.
 
Presso il [[santuario della Madre del Buon Consiglio]] a [[Genazzano]], nel [[Lazio]], è custodita la sacra immagine raffigurante la "Madonna ed il Bambino Gesù", meta sin dal XV sec. di numerosi pellegrini poiché, miracolosamente, essa si staccò da un affresco della chiesa di [[Scutari]] durante l'assedio dei turchi-ottomani.
Fuori dall'[[Arbëria]] esistono storicamente chiese e monasteri legati agli albanesi d'Italia dove si sono recati storicamente religiosi albanesi d'Albania: la [[Chiesa di Sant'Atanasio (Roma)|Chiesa di Sant'Atanasio]] detta dei "Greci" a [[Roma]] e il contiguo [[Pontificio collegio greco di Sant'Atanasio]], nati proprio per la formazione del clero italo-albanese di rito greco-bizantino del sud Italia, dove ancora oggi si recano i giovani studenti ''arbëreshë'' per formarsi come futuri sacerdoti di rito orientale delle proprie eparchie della [[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]] ([[Eparchia di Lungro]] ed [[Eparchia di Piana degli Albanesi]]). L'[[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata]] (RM) nel Lazio è parte della Chiesa greco-cattolica Italo-Albanese, i cui monaci di rito bizantino sono provenienti in gran parte dalle comunità italo-albanesi. Nel Monastero di Grottaferrata, dopo gli studi al Collegio Greco di Roma, si formò il martire e beato della [[Chiesa greco-cattolica albanese]] Papa Josif Papamihali (1912 – 1948).
 
Fuori dall{{'}}''[[Arbëria]]'' esistono storicamente chiese e monasteri legati agli albanesi d'Italia dove si sono recati storicamente religiosi albanesi d'Albania: la [[Chiesa di Sant'Atanasio (Roma)|Chiesa di Sant'Atanasio]] detta dei "Greci" a [[Roma]] e il contiguo [[Pontificio collegio greco di Sant'Atanasio]], nati proprio per la formazione del clero italo-albanese di rito greco-bizantino del sud Italia, dove ancora oggi si recano i giovani studenti ''arbëreshë'' per formarsi come futuri sacerdoti di rito orientale delle proprie eparchie della [[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]] ([[Eparchia di Lungro]] ed [[Eparchia di Piana degli Albanesi]]). L'[[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata]] (RM) nel Lazio è parte della Chiesa greco-cattolica Italo-Albanese, i cui monaci di rito bizantino sono provenienti in gran parte dalle comunità italo-albanesi. Nel Monastero di Grottaferrata, dopo gli studi al Collegio Greco di Roma, si formò il martire e beato della [[Chiesa greco-cattolica albanese]] Papa Josif Papamihali (1912 – 1948).
Numerose sono le parrocchie di rito bizantino nelle città italiane dove sono immigrati negli anni gli ''arbëreshë'' e dove spesso si aggregano gli ''shqiptarë'' cristiani di fede cattolica o ortodossa: a [[Torino]] la [[Chiesa di San Michele (Torino)|Chiesa di San Michele]], a [[Bari]] la Chiesa di San Giovanni Crisostomo, a [[Lecce]] la [[Chiesa di San Niccolò dei Greci]], a [[Cosenza]] la [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Cosenza)|Chiesa del SS.mo Salvatore]], a [[Palermo]] la [[Chiesa della Martorana|parrocchia di San Nicolò dei Greci alla Martorana]]; già precedentemente presenti a [[Milano]] ([[Chiesa di San Sepolcro (Milano)|Chiesa di San Sepolcro]]), [[Livorno]] ([[Chiesa della Santissima Annunziata (Livorno)|Chiesa della Santissima Annunziata]]), [[Napoli]] ([[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci]]), [[Messina]] ([[Chiesa di Santa Maria del Graffeo]] e San Nicolò dei Greci), [[Venezia]] ([[Chiesa di San Giorgio dei Greci]]), [[Cargèse]] in [[Corsica]] (San Spiridione), [[La Valletta]] a [[Malta]] (Madonna di Damasco).
[[File:Eglise San Giovanni della Malva in Trastevere.JPG|thumb|[[Chiesa di San Giovanni della Malva in Trastevere]], chiesa nazionale albanese a Roma]]
I due Seminari "nazionali", il "Collegio Italo-Albanese Corsini" di San Benedetto Ullano (1732), poi "Collegio Italo-Albanese Sant'Adriano" di San Demetrio Corone (1794), e il "Seminario Italo-Albanese" di Palermo (1734), poi "Seminario Eparchiale Italo-Albanese" di Piana degli Albanesi (1945), formarono una importante classe intellettuale ecclesiastica e sociale per gli albanesi d'Italia, mantenendo e coltivando la fede e la lingua dei padri ed esportando ricerca e letteratura nella stessa Albania, nonché nei Balcani ed in Europa.
 
Numerose sono le parrocchie di rito bizantino nelle città italiane dove sono immigrati negli anni gli ''arbëreshë'' e dove spesso si aggregano gli ''shqiptarë'' cristiani di fede cattolica o ortodossa: a [[Torino]] la [[Chiesa di San Michele (Torino)|Chiesa di San Michele]], a [[Bari]] la Chiesa di San Giovanni Crisostomo, a [[Lecce]] la [[Chiesa di San Niccolò dei Greci]], a [[Cosenza]] la [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Cosenza)|Chiesa del SS.mo Salvatore]], a [[Palermo]] la [[Chiesa della Martorana|parrocchia di San Nicolò dei Greci alla Martorana]]; già precedentemente presenti a [[Milano]] ([[Chiesa di San Sepolcro (Milano)|Chiesa di San Sepolcro]]), [[Livorno]] ([[Chiesa della Santissima Annunziata (Livorno)|Chiesa della Santissima Annunziata]]), [[Napoli]] ([[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci]]), [[Messina]] ([[Chiesa di Santa Maria del Graffeo]], [[Archimandritato del Santissimo Salvatore]] e San Nicolò dei Greci), [[Venezia]] ([[Chiesa di San Giorgio dei Greci]]), [[Cargèse]] in [[Corsica]] (San Spiridione), [[La Valletta]] a [[Malta]] (Madonna di Damasco).
 
Ad ospitare la comunità etnica albanese di nuova immigrazione in Italia è, pertanto, la [[chiesa di San Giovanni della Malva in Trastevere]], situata nel cuore di Roma<ref>Fino ad ora, racconta don Pasquale Ferraro, coordinatore nazionale per la pastorale degli immigrati albanesi in Italia, i suoi connazionali sono stati ospiti delle parrocchie, che hanno concesso l’uso dei locali o della chiesa per la messa e le varie attività pastorali e formative. Dal 1996 il gruppo si è raccolto ogni domenica presso la parrocchia di Ognissanti, in via Appia Nuova, retta dai padri orionini.
Dal 1º agosto 2004 un decreto del Vicariato di Roma ha concesso alla comunità cattolica albanese di usufruire della chiesa per la preghiera e le attività pastorali. Nominato rettore della chiesa, don Ferraro ha commentato: "San Giovanni della Malva è sufficientemente grande e accogliente, ed è anche un patrimonio artistico, un luogo dove i pellegrini più disagiati trovavano nel centro di Roma rifugio e aiuto. Possa la giovane comunità albanese che si radunerà in questa chiesa farne la casa di accoglienza di ogni albanese".</ref>.
 
== Noti albanesi in ItaliaPolitica ==
{{vedi anche|Relazioni bilaterali tra Italia e Albania}}
[[File:Ernest Koliqi (1938).jpg|miniatura|upright=0.5|[[Ernest Koliqi]] (1903 – 1975)]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Italia, 1961) - BEIC 6361569.jpg|miniatura|upright=0.5|[[Ibrahim Kodra]] (1918 – 2006)]]
[[File:Cardinal Ernest Simoni in 2016 (cropped).jpg|miniatura|upright=0.5|[[Ernest Simoni]] (1928)]]
[[File:Gëzim Hajdari.jpg|miniatura|upright=0.5|[[Gëzim Hajdari]] (1957)]]
[[File:Anna Oxa 6.jpg|miniatura|upright=0.5|[[Anna Oxa]] (1961)]]
[[File:Irma Kurti.jpg|miniatura|upright=0.5|[[Irma Kurti]] (1966)]]
[[File:Igli Tare (cropped).JPG|miniatura|upright=0.5|[[Igli Tare]] (1973)]]
[[File:Ermal Meta - Centro Commerciale MareMonti Massa (MS) (cropped).JPG|miniatura|upright=0.5|[[Ermal Meta]] (1981)]]
 
* [[Mikel Koliqi]] (1902 – 1997), primo cardinale albanese moderno, diacono di [[Ognissanti in Via Appia Nuova (diaconia)]], Roma.
* Lazar Bojaxhiu (1908 – 1981), militare e farmaceutico<ref>Fratello di [[Madre Teresa di Calcutta]], fu ufficiale dell'esercito italiano durante durante il fascismo. Non essendo potuto tornare in Albania con l'avvio del regime comunista, in Italia ha studiato chimica e divenne un farmaceutico. La vita gli permise di scegliere dove vivere e scelse di proposito Palermo (Sicilia) per le comunità italo-albanesi li presenti e la fiorente attività culturale di studi albanesi della Cattedra di Lingua e letteratura albanese dell'Università, condotta da Padre Giuseppe Valentini, Ernest Koliqi, Papàs [[Matteo Sciambra]]. La nota sorella Madre Teresa si recava spesso a Palermo per la sua Missione nella città e per il fratello colonnello, appunto, ivi residente. Lazar fu notoriamente legato alla comunità albanese di Sicilia, in particolare a Piana degli Albanesi, dove informalmente portò in visita la sorella. Lazar partecipante onnipresente della festa nazionale del 28 novembre, celebrante l'indipendenza albanese dal dominio turco-ottomano, non ha mai parlato o accennato ai presenti arbëreshë - almeno fino agli ultimi anni di vita - della illustre sorella, per paura del SHISH Servizi Segreti Albanesi, i quali avevano interessi in Sicilia e lo tenevano sotto tiro.</ref>.
* [[Riza Lushta]] (1916 – 1997), calciatore.
* [[Ibrahim Kodra]] (1918 – 2006), pittore, tra i massimi artisti albanesi del XX secolo.
* [[Naim Krieziu]] (1918 – 2010), calciatore.
* [[Lin Delija]] (1926 – 1994), pittore.
* [[Ernest Simoni]] (1928), cardinale e presbitero, diacono di [[Santa Maria della Scala (diaconia)|Santa Maria della Scala]], Roma.
* [[Feim Ibrahimi]] (1935 – 1997), compositore.
* [[Gëzim Hajdari]] (1957), poeta, saggista, traduttore e narratore.
* [[Elvira Dones]] (1960), scrittrice, giornalista e sceneggiatrice.
* [[Anna Oxa]] (1961), cantante.
* [[Irma Kurti]] (1966), poetessa, scrittrice e giornalista.
* [[Ornela Vorpsi]] (1968), scrittrice.
* [[Alban Kraja]] (1970), giornalista e scrittore.
* [[Ron Kubati]] (1971), scrittore.
* [[Anilda Ibrahimi]] (1972), scrittrice.
* [[Igli Tare]] (1973), calciatore.
* [[Anri Sala]] (1974), artista.
* [[Kledi Kadiu]] (1974), ballerino e attore.
* [[Olen Cesari]] (1975), violinista.
* [[Florian Myrtaj]] (1976), calciatore.
* [[Erjon Bogdani]] (1977), calciatore.
* [[Ermal Meta]] (1981), cantautore e compositore.
* [[Saimir Pirgu]] (1981), tenore.
* [[Darien Levani]] (1982), scrittore e avvocato.
* [[Lorik Cana]] (1983), calciatore.
* [[Denis Boshnjaku]] (1984), calciatore.
* [[Klaudio Ndoja]] (1985), cestista.
* [[Ledian Memushaj]] (1986), calciatore.
* [[Azdren Llullaku]] (1988), calciatore.
* [[Edgar Çani]] (1989), calciatore.
* [[Kastriot Dermaku]] (1992), calciatore.
* [[Elhaida Dani]] (1993), cantante.
* [[Elseid Hysaj]] (1994), calciatore.
* [[Emanuele Ndoj]] (1996), calciatore.
* [[Rey Manaj]] (1997), calciatore.
* [[Giacomo Vrioni]] (1998), calciatore.
* [[Eraldo Nikoci]] (1999), cestista.
* [[Marash Kumbulla]] (2000), calciatore.
 
== Economia ==
=== Noti albanesi d'Albania presso gli albanesi d'Italia ===
Integrate nel tessuto lavorativo del Paese, esistono numerose attività di gestione albanese, dal [[settore primario]] al [[settore secondario]], sino a passare al [[settore terziario|terziario]].
{{vedi anche|Arbëreshë#Personalità_arbëreshe}}
Non poche e significative sono alcune personalità [[albanesi]] d'[[Albania]], in special modo [[religiosi]] ([[Monachesimo|monaci]], [[Sacerdozio|sacerdoti]] e [[Suora|suore]]), ma anche studiosi e [[Artista|artisti]], che si sono inserite - nella fattispecie dal [[XX secolo]] - nelle comunità albanesi d'[[Italia]].
 
Esistono ristoranti tipici e agriturismi che si riallacciano con la cucina e le tradizioni culinarie d'Albania.
* [[Ernest Koliqi]] (1903 – 1975), [[scrittore]], [[poeta]], [[drammaturgo]] e albanologo, professore universitario a [[Roma]], presente nelle comunità albanesi di Sicilia e [[Calabria]].
* [[Beato]] Papàs Josif Papamihali (1912 – 1948), [[sacerdote]] di [[rito bizantino]], [[martire]] della [[Chiesa greco-cattolica albanese|Chiesa bizantina albanese]]. Formatosi presso le comunità albanesi d'Italia, tra il Collegio "Greco" di Roma e il [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|Monastero esarchico di Grottaferrata]] (RM), fu [[Arresto|arrestato]], condannato ai [[lavori forzati]] e ucciso in Albania durante la [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania|dittatura comunista]]<ref>{{cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/97024|titolo=Beato Giuseppe Papamihali Sacerdote e martire|accesso=25 giugno 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.observatorikujteses.al/at-josif-papamihali-martiri-qe-mbrojti-papen-dhe-vatikanin/|titolo=At Josif Papamihali, martiri që mbrojti Papën dhe Vatikanin|accesso=25 giugno 2017}}</ref>.
* Padre Sofron Prençe (1928 – 1997), jeromonaco basiliano e studioso, presente nelle comunità [[albanesi di Sicilia]], nel [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|Monastero di Grottaferrata]] (RM) e residente a [[Piana degli Albanesi]] (PA)<ref>{{cita web|url=http://www.bksh.al/adlib/scripts/wwwopac.exe?DATABASE=catalo&OPAC_URL=/adlib/beginner/index_al.html&LANGUAGE=1&%250=200225999&LIMIT=0|titolo=Në kujtim të 80 - vjetorit të lindjes së patriotit Padre Sofroni : [Stefan Kozma Prençe]|accesso=25 giugno 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.dimarcomezzojuso.it/pubblicazioni.php?pagina=65&ordine=caricamento&risultati=10|titolo=Sofroni Jeromonaco Prençe. Alcuni cenni sull'Albania|accesso=25 giugno 2017}}</ref>.
* Josif Droboniku (1952 – 2020), [[Mosaico|mosaicista]] e [[Icona (arte)|iconografo]], operante con la moglie Liliana Prifti in numerose comunità italo-albanesi e residente a [[Lungro]] (CS)<ref>{{cita web|url=http://www.calabriaonweb.it/2012/12/19/il-mosaicista-di-dio-abita-a-lungro/|titolo=Il “mosaicista di Dio” abita a Lungro|accesso=25 giugno 2017|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://index.fieri.com/personazh/4947-josif-droboniku-ambasador-i-artit-shqiptar.html?translate|titolo=Josif Droboniku ambasador i artit shqiptar|accesso=25 giugno 2017}}</ref>.
* Hevzi Nuhiu (1956), [[scultore]], "discepolo" di [[Ibrahim Kodra]], residente a [[San Demetrio Corone]] (CS)<ref>{{cita web|url=http://www.arbitalia.it/speciali/hevzi/index.htm|titolo=Arbitalia - Hevzi Nuhiu|accesso=25 giugno 2017}}</ref>.
* Gëzim Gurga (1958), albanologo, presso la Cattedra di Lingua e Letteratura albanese dell'Università di Palermo<ref>[https://www.unipa.it/persone/docenti/g/gezim.gurga/?pagina=curriculum Docenti UNIPA: Gëzim Gurga]</ref>.
* Tonin Tarnaku (1965), musicista e direttore corale, operante presso gli italo-albanesi di [[Palermo]]<ref>{{cita web|url=http://www.jemi.it/in-italia/emigrazione/notizie-per-gli-emigrati/sp-257/sp-859/paradhosis-rassegna-di-musica-bizantina|titolo=Paradhosis - Rassegna di Musica Bizantina della tradizione degli Albanesi di Sicilia|accesso=25 giugno 2017|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archive.koha.net/?id=4&l=47289|titolo=Arbëreshët e Sicilisë e kujtojnë papa Mateun Shambra|accesso=25 giugno 2017}}</ref>.
* Suor Elena Rregjina Lulashi (1967), superiora generale delle [[Suore basiliane figlie di Santa Macrina]]<ref>{{cita web|url=https://contessioto.blogspot.it/2012/08/congregazione-delle-suore-basiliane.html|titolo=Congregazione delle Suore Basiliane Figlie di Santa Macrina: una nuova Superiora Generale|accesso=25 giugno 2017}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.tv2000.it/beativoi/video/suor-elena-lulashi-e-il-comunismo-in-albania/|titolo=Suor Elena Lulashi e il comunismo in Albania|accesso=25 giugno 2017}}</ref>, residente al [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|Monastero di Grottaferrata]] (RM) e operante presso le comunità albanesi d'Italia.
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* [{{cita testo|url=http://www.integrazionemigranti.gov.it/Areetematiche/PaesiComunitari-e-associazioniMigranti/Documents/RAPPORTI_COMUNITA_2016/RC_ALBANIA_DEF.pdf |titolo=Ministero del Lavoro, Rapporto 2016 Integrazione dei Migranti, Comunità albanese in Italia]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170902223745/http://www.integrazionemigranti.gov.it/Areetematiche/PaesiComunitari-e-associazioniMigranti/Documents/RAPPORTI_COMUNITA_2016/RC_ALBANIA_DEF.pdf }}
* [{{cita testo|url=http://www.shqiptariiitalise.com/ |titolo=Gazeta Shqiptari i Italisë - Gazzetta L'Albanese d'Italia]}}
* [{{cita testo|url=http://www.cestim.it/sezioni/convegni-eventi/vari%20senza%20data/bota%20shipthare.pdf |titolo=Bota Shqiptare. Gazeta e shqiptarëve në Itali - Il periodico degli albanesi in Italia]}}
* [{{cita testo|url=https://www.albanianews.it/ |titolo=Albania News. La voce della diaspora albanese in Italia]}}
 
{{Immigrazione in Italia}}
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[[Categoria:Albanesi]]
[[Categoria:Storia dell'Albania]]
[[Categoria:StoriaRelazioni dell'Italiabilaterali neltra secondoAlbania dopoguerrae Italia]]