Partito Sardo d'Azione: differenze tra le versioni

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|nome = Partito Sardo d'Azione
|nome2 = {{sc}} ''Partidu Sardu''
|logo = Partito Sardo d'Azione Logo.jpg
|logo_size = 150px
|leader =
|segretario = [[Christian Solinas]]
|presidente = Antonio Moro
|coordinatore =
|stato = ITA
|fondazione = 17 aprile [[1921]]
|stato nota = <br>({{Bandiera|Sardegna|nome}})
|dissoluzione =
|sede = Viale Regina Margherita 6, [[Cagliari]]
|abbreviazione = PSd'Az
|ideologia = [[Autonomismo]]<ref name="accordo" /><br />[[Federalismo in Italia|Federalismo]]<ref name="accordo">{{Cita web|url=https://www.sardiniapost.it/politica/ministra-stefani-accordo-lega-psdaz-andra-avanti-piu-autonomia-per-lisola/|titolo=Ministra Stefani: “Accordo Lega-Psd’Az andrà avanti. Più autonomia per l’Isola”}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Luca Rojch|url=https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/01/23/news/psd-az-noi-e-la-lega-giusto-cosi-proteste-insignificanti-1.16387099|titolo=Psd'Az: «Noi e la Lega? Giusto così. Proteste insignificanti»|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|data=23 gennaio 2018}}</ref><br />[[Conservatorismo]]<ref>{{cita web|url=https://www.electiondaynews.it/il-partito-sardo-dazione-espulso-dagli-autonomisti-europei-delleuropean-free-alliance/|titolo=Il Partito Sardo d’Azione espulso dagli autonomisti europei dell’European Free Alliance|data=5 ottobre 2020|accesso=|lingua=}}</ref> <small>(dal 2009)</small><br>'''In precedenza:'''<br>[[Indipendentismo sardo]]<br/>[[Radicalismo in Italia|Radicalismo]]<ref>{{collegamento interrotto|https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/30/ST7PO_ST701.html}}</ref><br />[[Socialismo liberale]]<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=9969|titolo=Gianfranco Contu, biografo delle «comunità dentro gli ideali»|autore=Gianfranco Murtas|sito=Fondazione Sardinia|accesso=10 settembre 2022}}</ref>
|partito =
|ideologia = [[Federalismo in Italia|Federalismo]]<ref>https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/01/23/news/psd-az-noi-e-la-lega-giusto-cosi-proteste-insignificanti-1.16387099</ref><br />[[Indipendentismo sardo]]<ref>http://www.psdaz.net/index.php/chie-semus/statuto?showall=&start=1 Statuto - Capo I. Del Partito, Art.1: Il “Partidu Sardu – Partito Sardo d'Azione” è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l'azione politica, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, e di condurre la Nazione Sarda all'Indipendenza.</ref><ref>https://www.sardiniapost.it/politica/ministra-stefani-accordo-lega-psdaz-andra-avanti-piu-autonomia-per-lisola/</ref> <small>(ufficialmente)</small><br />[[Radicalismo in Italia|Radicalismo]]<ref>https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/05/30/ST7PO_ST701.html</ref><br />[[Socialismo liberale]]<ref>http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=9969</ref><br />
|internazionale =
|collocazione = [[Destra (politica)|Destra]] <small>(dal 2018)</small><ref>{{cita web|url=https://europeelects.eu/italy/|lingua=en|titolo=Italy|accesso=1 agosto 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/tempo-libero/2021/04/18/news/la-lunga-marcia-cento-anni-di-sardismo-1.40170247|titolo=La lunga marcia Cento anni di sardismo|data=19 aprile 2021|accesso=13 giugno 2021|lingua=}}</ref><br>'''In precedenza:'''<br>[[Centro-destra]] <small>(2009-2018)</small><ref>{{cita web|url=https://www.lettera43.it/partito-sardo-dazione-lega/?refresh_ce|titolo=Storia del Partito sardo d’Azione da Lussu a Salvini|data=26 febbraio 2019|accesso=13 giugno 2021|lingua=}}</ref><br> [[Centro-sinistra]] <small>(1921-2009)</small>
|collocazione = [[Centro (politica)|Centro]]
|coalizione = *[[Lega per Salvini Premier|Lega]]<br>
*[[Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche italianein Italia del 2018|Coalizione di centro-destra del 2018]]
|partito europeo = *[[Alleanza Libera Europea]]<br /><small>(1981-2020)</small><ref>{{Cita web|url=http://www.e-f-a.org/whos-who/member-parties/ |titolo=A Europe for all Peoples: A recap of EFA's General Assembly in Bavaria |sito=http://www.e-f-a.org/news-single-view/?tx_ttnews%5Btt_news%5D=1124&cHash=9bf07a53f223715e74eab52cb3c024b2|editore=European Free Alliance | accesso=18 settembre 2018}}</ref><br />
*''Nessuno'' <small>(dal 2020)</small>
|gruppo parlamentare europeo =
|seggi1 = {{Seggi|0|630400|c=black}}
|seggi2 = {{Seggi|10|321200|greenc=black}}
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|assemblea4 = [[Consiglio regionale della Sardegna|Consiglio regionale]]
|seggi4 = {{Seggi|80|60|greenc=black|a=[[Elezioni regionali in Sardegna del 20192024|20192024]]}}
|testata = ''Il Solco''
|giovanile = Giovani Sardisti
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|sito = [http://www.psdaz.net psdaz.net]
}}
Il '''Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione''' ('''PSd'Az''') è un [[partito politico]] [[italia]]no, regionale [[Sardegna|sardo]], fondato nel 1921 da [[Davide Cova]], [[Camillo Bellieni]], [[Emilio Lussu]] e altri ex-combattenti della [[Primaprima guerra mondiale]], provenienti principalmente dalla [[Brigata meccanizzata "Sassari"|Brigata Sassari]], su un programma [[Indipendentismo sardo|autonomista]].
 
Nel [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]] ha stretto un patto federativo con il [[Partito d'Azione]], sino alla confluenza di quest'ultimo nel [[Partito Socialista Italiano]]. Ha poi alternato la partecipazione a coalizioni regionali [[Democrazia Cristiana|democristiane]] con la guida di una maggioranza con il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e il [[Partito Socialista Italiano|PSI]] (1984-1989), sino a giungere ufficialmente alla scelta [[Indipendentismo sardo|indipendentista per la Sardegna]] nel 1981. Per tali frequenti mutamenti della sua linea politica ha subito numerose e dolorose scissioni.
 
Dopo aver dato l'appoggio, a fine anni novanta, alle [[Progressisti|liste progressiste]] e dell'[[L'Ulivo|Ulivo]], alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|elezioni regionali sarde del [[2009]] ha siglato un'alleanza programmatica con il [[Il Popolo della Libertà|PdL]], l'[[Unione di Centro (2002)|UdC]] e i [[Riformatori Sardi]], coi quali ha governato la [[Sardegna]] fino al [[2013]]. A livello europeo, è stato cofondatore e membro dell'[[Alleanza Libera Europea]], dalla quale è stato sospeso nell'agosto 2018 e infine espulso nell'ottobre 2020, a causa della sua alleanza con la [[Lega Nordper Salvini Premier|Lega]]<ref name="e-f-a.org">{{Cita web|url=http://www.e-f-a.org/whos-who/member-parties/|titolo=Member Parties|sito=www.e-f-a.org|accesso=14 febbraio 2019}}</ref><ref>{{cita giornale|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2020/10/02/news/il-psd-az-espulso-dall-europe-free-alliance-a-causa-dell-alleanza-con-la-lega-1.39375050|titolo=Il Psd'az espulso dall'Europe free alliance a causa dell'alleanza con la Lega|data=3 ottobre 2020|giornale=La Nuova Sardegna}}</ref>.
 
== Storia ==
=== Le origini: dal movimento dei"rinascimento combattentisardo" alla fondazione del partitoPartito Sardo ===
[[File:Camillo Bellieni.jpg|thumb|[[Camillo Bellieni]]]]
La [[Sardegna]], che aveva partecipato in prima linea alla [[Primaprima guerra mondiale]] con due reggimenti composti per la quasi totalità da sardi, la [[brigata Sassari]], non rimase immune ai fermenti del dopoguerra, rappresentati, a livello nazionale dall'[[Associazione nazionale combattenti e reduci|Associazione nazionale combattenti-ANC]].
 
Il 16 marzo [[1919]], il tenente [[Camillo Bellieni]], mutilato di guerra, insieme al pari grado Arnaldo Satta-Branca, figlio di [[Pietro Satta Branca|Pietro]], comproprietario del quotidiano di impostazione democratico-repubblicana [[La Nuova Sardegna]], fonda a [[Sassari]] il settimanale ''La Voce dei Combattenti'', mentre in agosto nasce, sotto la direzione di Vitale Cao, ''Il Solco,'' al quale collabora l'ingegner [[Davide Cova]].
 
La federazione sarda dell'Associazione Nazionale Combattenti nasce a [[Nuoro]] il 25 maggio 1919 e già esprimeva elementi programmatici intorno alla richiesta per la Sardegna dell'autonomia amministrativa subordinata al controllo del governo centrale.
 
Dal 22 al 27 giugno del 1919, si tiene a Roma il I Congresso nazionale dell'ANC che approva un suo programma politico, il cosiddetto "programma Zavattaro". Efisio Mameli, professore di chimica all'[[Università degli Studi di Sassari]], delegato regionale dell'associazione, chiede per la Sardegna autonomia finanziaria, in aggiunta all'autonomia amministrativa.
 
Il 14 settembre 1919, a [[Macomer]], è definita la struttura dell'associazione regionale sarda. In tale occasione, [[Emilio Lussu]], capitano della brigata Sassari, di ideologia repubblicana, propone di unirsi al movimento autonomista, nato nel 1914, con la rivista "Sardegna" fondata da due studenti, [[Attilio Deffenu]], esponente del sindacalismo rivoluzionario, studente di giurisprudenza a Pisa e [[Davide Cova]] studente di ingegneria a Milano); successivamente, nel febbraio 1918, fu fondata la rivista ''Il Popolo Sardo'' diretta da [[Davide Cova]] con Egidio Pilia, [[Filiberto Farci]] e Rinaldo Caddeo che affrontava i numerosi problemi della Sardegna. In maggio, inoltre, sotto pseudonimo (Yk), Umberto Cao, professore e avvocato, nel cui studio legale, l'anno successivo, furono praticanti Emilio Lussu e Pietro Mastino, entrambi avvocati, pubblicava l'opuscolo ''Per l'Autonomia!''.
Il 16 novembre 1919, l'Associazione Nazionale Combattenti si presenta alle [[Elezioni politiche italiane del 1919|elezioni politiche nazionali]] come lista del Partito dei combattenti e ottiene il 4,1% e 20 seggi. In Sardegna, Lussu non ha ancora l'età prescritta per candidarsi<ref name=senato1>[{{cita pubblicazione|url=https://www.senato.it/3182?newsletter_item=1695&newsletter_numero=159 |rivista=Minervaweb]|data=ottobre 2014|numero=23|titolo=Emilio Lussu}}</ref> ma sono eletti tre deputati: Mauro Angioni, [[Pietro Mastino]] e [[Paolo Orano]], intellettuale vicino alle istanze del sindacalismo rivoluzionario.
 
Al III Congresso regionale dell'ANC, tenutosi a Macomer (8-9 agosto [[1920]]), mentre è in corso l'[[Impresa di Fiume|impresa fiumana]] di [[Gabriele D'Annunzio]], è approvata la ''Carta di Macomer'', proposta da [[Emilio Lussu]] e Lionello De Lisi, pseudonimo di D. Cova. In essa si richiede, per l'Italia, la costituzione in Stato repubblicano con la previsione di una Sardegna ''assolutamente autonoma'' e ad esso federata.
 
Alle elezioni provinciali dell'autunno 1920, a [[Sassari]], la lista dei combattenti conquista la maggioranza e Pietro Mastino è eletto Presidente del Consiglio provinciale. Lo sarà per soli sei mesi. Il 16 aprile [[1921]], nella sala dell'ex-convento degli [[Scolopi]] di [[Oristano]] si apre il IV Congresso dei combattenti sardi. [[Camillo Bellieni]] preme per il superamento della struttura associativa e la trasformazione del movimento combattentistico regionale in partito politico, proponendo quattro punti programmatici: sovranità popolare, autonomia amministrativa, autonomia doganale, questione sociale.
 
Il 17 aprile 1921, con l'approvazione dei quattro punti citati, nasce ufficialmente il Partito Sardo d'Azione, di cui Bellieni è eletto "direttore" (segretario).
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=== Il sardismo e l'avvento del fascismo ===
[[File:Emilio Lussu WWI.jpg|thumb|[[Emilio Lussu]]]]
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1921|elezioni politiche del maggio 1921]], il Partito Sardo d'Azione raccoglie circa 1/3un terzo dei consensi elettorali dell'isola, cioè più del doppio dei voti [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] (12,4%) e quasi tre volte quelli del [[Partito Popolare Italiano (1919)|PPI]] (11,3%). Pietro Mastino e Paolo Orano sono confermati deputati e risultano eletti anche Umberto Cao ed [[Emilio Lussu]].
 
Lussu interviene per la prima volta nell'[[Camera dei deputati del Regno d'Italia|aula di Montecitorio]] l'8 dicembre 1921, in occasione del dibattito per la raggiunta [[Guerra d'indipendenza irlandese|indipendenza irlandese]]<ref name=senato1/>, precisando che il Partito Sardo d'Azione è autonomista e non separatista. La tesi è ribadita da Bellieni, al II Congresso del partito, svoltosi a [[Oristano]] nel gennaio [[1922]], esponendo l'ipotesi di un'Italia "''riordinata su basi federali con la conquista delle autonomie regionali''".
 
Si erano intanto formati, anche in Sardegna, i primi [[fasci italiani di combattimento]]. Il [[Partito Nazionale Fascista]] è ben presto finanziato, a livello locale, dall'industriale minerario Ferruccio Sorcinelli, proprietario dell'[[L'Unione sardaSarda|Unione sarda]], in funzione anti-operaia.
 
Il III Congresso del PSdAz è preceduto dalla sconfitta subita alle nuove elezioni del Consiglio provinciale di [[Sassari]], dovuta all'alienazione dei consensi degli ex-combattenti particolarmente sensibili verso la [[Casa Savoia|Casa Reale]] e per le prime adesioni al fascismo. Il Congresso si svolge a [[Nuoro]] il 28 e 29 ottobre 1922, contemporaneamente alla [[Marcia su Roma]], con una massiccia presenza della forza pubblica. Secondo la testimonianza di [[Felice Giacobbe|Dino Giacobbe]] avrebbe prevalso una linea attendista<ref>{{cita libro|autore=Salvatore Cubeddu, ''|titolo=Sardisti'', |volume=vol. I, |editore=Edes, |città=Sassari, |anno=1993, |pp. =550-551}}</ref>.
 
Durante le celebrazioni del IV anniversario della vittoria, il 4 novembre 1922, a [[Cagliari]], i fascisti sono espulsi dal corteo e costretti a riparare sotto la protezione della polizia. Lussu subisce un'aggressione ed è ferito durante un comizio. Per tale motivo non può presenziare al voto di fiducia al [[governo Mussolini]]<ref>Emilio {{cita|Lussu, ''Marcia su Roma e dintorni'', Mondadori, Milano, 1974, |p. 75 e succs.}}</ref> ma la contrarietà del Partito Sardo d'Azione al nuovo governo è espressa per bocca di Umberto Cao<ref>Atti Parlamentari, ''Camera dei deputati'', Sedute del 16 e del 17 novembre 1922</ref>. Nel frattempo, la redazione del quotidiano autonomista ''Il Solco'' è incendiata e il militante Efisio Melis ucciso<ref>Emilio {{cita|Lussu, ''cit.'', 1974|p. 100}}.</ref>. Allo sbarco di duecento ''[[camicie nere]]'' a [[Olbia]], provenienti da [[Civitavecchia]] (1º dicembre 1922)<ref>Emilio {{cita|Lussu, ''cit.'', 1974|p. 107}}.</ref>, il partito sardo risponde, data la totale inerzia delle forze di polizia, dotandosi di una formazione paramilitare, le ''camicie grigie''.
 
Per porre fine ai subbugli, [[Benito Mussolini]] invia in Sardegna, in qualità di prefetto, il generale [[Asclepia Gandolfo]], decorato di guerra e iscritto al fascismo, con l'istruzione di proporre al PSd'Az la fusione con il [[Partito Nazionale Fascista]]. Gandolfo inizia a negoziare con Lussu, totalmente contrario all'accordo<ref>Emilio {{cita|Lussu, ''cit.'', 1974|p. 134 e succss.}}</ref>, così come [[Camillo Bellieni]] e [[Francesco Fancello]], le sezioni sardiste di [[Nuoro]], [[Alghero]], [[Tempio Pausania]] e quella di [[Sassari]], che aveva chiesto la convocazione di un congresso per denunciare le lusinghe del PNF. Lussu depone allora l'incarico, rassegnando addirittura le dimissioni da deputato ma, nel frattempo, avevano già lasciato il partito per aderire al fascismo, [[Enrico Endrich]] e il deputato [[Paolo Orano]].
 
Il congresso straordinario che si tiene a Macomer ai primi di marzo del [[1923]] vede fronteggiarsi due mozioni: quella anti-fascista, presentata da [[Davide Cova]] Giovanni Battista Puggioni, Lussu, Mastino e quella dei sostenitori della fusione col PNF. Lai primaquali, con le elezioni del 1924 passapassano tra le file del fascismo. Per alcuni e iin particolare per Pili c'era l'ambizione di attuare i programmi del sardismo attraverso la copertura fascista, riuscendo a ottenere dal governo lo stanziamento, per la Sardegna, di un miliardo di lire da spendere in opere pubbliche: infatti egli si dà da fare nello studio di innovazioni dell'agricoltura e dell'allevamento; poi però (dopo il 1930 c.acirca) viene meno la sua leadership [[Regime fascista|ventennio]].
Il 27 settembre [[1925]] si svolge a [[Macomer]] il V Congresso del PSdAz che lo storico [[Girolamo Sotgiu]] definì "la manifestazione antifascista più importante che si sia svolta nel paese quell'anno". I 250 congressisti confermano la ferma opposizione al fascismo quale "antilibertario, accentratore e protezionista". All'assise sarebbe dovuto intervenire anche il comunista [[Ruggero Grieco]], quale latore di un messaggio di [[Antonio Gramsci]], nel quale si invitava il PSdAz a farsi promotore dell'unità tra contadini e operai, ma non gli viene concesso di leggere la comunicazione.
 
Il 31 ottobre dell'anno seguente [[Emilio Lussu]] reagisce al tentativo di aggressione da parte di alcuni fascisti, penetrati nella sua abitazione di Cagliari, con l'uccisione di un giovane squadrista<ref>Emilio {{cita|Lussu, ''cit.'', 1974|p. 169 e succss.}}</ref>. Contemporaneamente, il [[fascismo]], con l'appoggio della [[Vittorio Emanuele III d'Italia|monarchia]],PNF provvede alla soppressione in Italia di tutti i partiti di opposizione, compreso il Partito Sardo d'Azione ([[leggi fascistissime|R.D. n. 1848/26]]).
 
Lussu è condannato all'esilio nell'[[isola di Lipari]], dalla quale, attraverso un'azione rocambolesca compiuta insieme a [[Carlo Rosselli]] e [[Francesco Fausto Nitti]], riesce a fuggire il 27 luglio [[1929]]. Giunto a [[Parigi]], nell'agosto del 1929, fonda il movimento antifascista [[Giustizia e Libertà]], insieme a [[Carlo Rosselli]], [[Gaetano Salvemini]], [[Alberto Tarchiani]], Francesco Fausto e Vincenzo Nitti.
 
Alcuni dirigenti sardisti seguiranno il percorso di Lussu, legandosi a [[Giustizia e Libertà]] e all'antifascismo europeo. Tra questi [[Francesco Fancello]], [[Stefano Siglienti]] e [[Felice Giacobbe|Dino Giacobbe]]. Quest'ultimo parteciperà alla [[guerra civile spagnola]], al comando della batteria Carlo Rosselli<ref>{{Cita web |url=http://www.aicvas.org/aic-g-207-243(m).pdf |titolo=Le quattromila biografie dei combattenti italiani alla Guerra di Spagna |accesso=15 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203141350/http://www.aicvas.org/aic-g-207-243(m).pdf |dataarchivio=3 dicembre 2013 |urlmorto=sì |formato=PDF}}</ref>; nella stessa guerra troverà la morte il sardista Giuseppe Zuddas<ref>{{Cita web |url=http://www.originifamiglialue.ch/page27.htm |titolo=Caduti italiani per la Repubblica di Spagna |accesso=15 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160827192719/http://www.originifamiglialue.ch/page27.htm |dataarchivio=27 agosto 2016 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Altri continueranno la propria militanza antifascista resistendo alle violenze dello [[squadrismo]]. [[Luigi Battista Puggioni]] assisterà alla distruzione del proprio studio di avvocato;[[Davide Cova]] fu aggredito a Cagliari nel 22, benché ferito, per sfuggire all'arresto dovette imbarcarsi sulla prima nave in partenza e si ritrovò a Tunisi. Subì poi un processo in cui fu assolto. Nel 1928 a Oristano fu allontanato dal lavoro di ingegnere capo dell'ufficio comunale per essersi rifiutato di ritirare la tessera di iscrizione al Pnf e per qualche anno l'ufficio fu soppresso. Fu un sorvegliato speciale e spesso veniva condotto in carcere. [[Giovanni Battista Melis]] sarà incarcerato nel 1928 a [[Milano]]; [[Camillo Bellieni]] costretto a un'esistenza precaria in giro per l'Italia, sotto la stretta sorveglianza della polizia.
 
=== Il dopoguerra e l'uscita della componente filosocialista ===
[[File:Pietro_mastinoPietro Mastino.jpg|thumb|[[Pietro Mastino]]]]
Il 21 giugno [[1943]], a guerra in corso, a [[Bono (Italia)|Bono]], si celebra un congresso clandestino del PSdAz. Dopo la liberazione della Sardegna, nel novembre dello stesso anno, esce a [[Sassari]] ''Lineamenti del programma politico del Partito Sardo d'Azione'', a opera del direttore uscente, Luigi Battista Puggioni. Nell'opuscolo sono ribaditi i valori storici e i programmi del partito: autonomia amministrativa e cooperativismo. In breve tempo il partito riesce a costituire 251 sezioni con circa 37.000 iscritti.
 
Nel frattempo, Emilio Lussu che, dopo l'assassinio di Carlo Rosselli aveva assunto la guida di [[Giustizia e Libertà]], era rientrato in Italia dall'esilio nell'agosto del 1943 e aveva aderito al [[Partito d'Azione]], sorto clandestinamente a [[Roma]], nel giugno del [[1942]], con un programma repubblicano e antifascista ma anche con elementi di socialismo. Lussu si era adoperato affinché tutto il movimento Giustizia e Libertà confluisse nel nuovo partito e, sulla stessa linea era stato seguito da sardisti come [[Pietro Mastino]], [[Francesco Fancello]] e [[Stefano Siglienti]] o simpatizzanti come [[Mario Berlinguer]], entrati nei quadri del Partito d'Azione. I sardisti rimasti per la quasi totalità in Sardegna durante il ventennio, invece, avevano mantenuto un orizzonte politico limitato alla loro isola e, in gran parte, conservatore. Si era costituita anche una fazione indipendentista, in analogia con quanto stava succedendo in [[Sicilia]].
 
Lussu, dopo l'esilio, rientra in Sardegna sbarcando a [[Cagliari]], il 30 giugno [[1944]], ed è accolto trionfalmente. Un mese più tardi, a [[Macomer]], si svolge il VI Congresso del Partito Sardo d'Azione. [[Francesco Fancello]], su indicazione di Lussu, allora assente, propone un patto federativo con il Partito d'Azione che è approvato, bloccando sul nascere ogni "deviazione" separatista.
 
Il 18 gennaio [[1945]] in [[Piazza Yenne]], a Cagliari, a seguito di alcune voci che invitavano i giovani sardi alla chiamata alle armi per compiti di facchinaggio a fianco degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], il movimento giovanile sardista organizza una manifestazione di protesta che sfocia in disordini e arresti indiscriminati ai quali seguono altri assalti alle caserme e ai commissariati. Buona parte degli oratori e degli arringatori della protesta proviene dal movimento giovanile sardista.
 
Al congresso del marzo 1945, si contrappongono l'ala autonomista conservatrice, quella ideologicamente più liberal-democratica (Bellieni), quella favorevole a posizioni socialiste e marxiste (Lussu) e quella indipendentista. Lussu si esprime per il ripudio totale del separatismo e per l'abbraccio verso posizioni di economia di tipo socialista, in conformità con gli orientamenti che stava imprimendo al [[Partito d'Azione]], con il quale il partito sardo era federato; trova, però, l'altro capo "storico", Camillo Bellieni, totalmente contrario.
 
Si riesce, comunque, ad approvare un documento di compromesso fondendo le relazioni di Puggioni, Salvatore Cottoni, [[Gonario Pinna]], Bartolomeo Sotgiu e [[Luigi Oggiano]] in cui si concorda per l'autonomia dell'isola nell'ambito di una repubblica federale e la riforma agraria. Prima della conclusione del congresso, Lussu, insoddisfatto, presenta un ordine del giorno della sezione di Cagliari di chiara impronta azionista, che viene bocciato dai 2/3due terzi dei delegati, provocando l'ira del combattente antifascista che abbandona la sala insieme ad altri della sua componente. La direzione uscente è comunque riconfermata e riuscirà a ricucire lo strappo con Lussu, qualche mese più tardi.
 
L'obiettivo di formulare uno statuto regionale autonomo è avviato con l'insediamento della [[Consulta Nazionale]], il 29 aprile 1945 che, a composizione paritetica dei partiti, affiancava il lavoro dell'[[Commissario#Membri di organi di governo|Alto Commissario governativo]] per la Sardegna. La discussione sullo statuto autonomo ebbe una svolta il 7 maggio [[1946]] con la proposta di Lussu e [[Mario Berlinguer]] di estendere anche alla Sardegna lo Statuto siciliano che garantisce un'ampia autonomia ma la proposta viene bocciata e i consultori sardisti, contrariamente alle indicazioni della direzione del partito esprimono voto contrario. Lo specifico [[Statuto speciale]] per la Regione Sardegna sarà approvato con [[Legge costituzionale]] 26 febbraio 1948, n. 3 e rappresenta una indubbia vittoria dell'autonomismo sardo.
 
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1946|elezioni per l'Assemblea costituente del 1946]], il Psd'Az riesce a eleggere [[Emilio Lussu]] e [[Pietro Mastino]]. Entrambi costituiscono un gruppo parlamentare ''Autonomista'' insieme ai sette eletti del Partito d'Azione e al valdostano [[Giulio Bordon]]<ref>[http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2FAltre%5FSezioniSM%2F304%2F5291%2F5292%2Fdocumentoxml%2EASP%3FGruppo%3D181 La Camera dei deputati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il partito dimostra una buona forza nel cagliaritano, ottiene 1/4un quarto dei consensi nel nuorese, un indebolimento nel sassarese e, soprattutto, nella [[Gallura]] (7,5% su scala provinciale). [[Giovanni Battista Melis]] sostituisce alla direzione del partito il dimissionario Puggioni che preferisce dedicarsi al giornale ''Il Solco'', diretto, a Sassari, da Bartolomeo Sotgiu.
 
[[File:Emilio Lussu.jpg|thumb|[[Emilio Lussu]], fondatore del PSd'Az; nel secondo dopoguerra si batté strenuamente per un patto federativo con il [[Partito Socialista Italiano]]]]
Il 20 ottobre [[1947]], si era sciolto il Partito d'Azione che, in base alle direttive programmatiche del suo leader Emilio Lussu, era confluito nel [[Partito Socialista Italiano]], per rafforzare il blocco delle sinistre. Le intenzioni di Lussu erano quelle di portare anche il Partito Sardo d'Azione nell'alveo del socialismo italiano, tramite un patto federativo, ma dichiarò di subordinare questa scelta all'esito di un nuovo congresso del partito. Ai sardisti, in vista delle elezioni politiche, è offerta l'adesione al [[Fronte Democratico Popolare]] nella composizione di liste comuni in funzione anti-democristiana e antiamericana ma il direttorio, riunitosi a [[Macomer]] il 18 febbraio 1948, respinge ogni possibilità di accordo coi socialcomunisti. Nelle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1948|elezioni del 18 aprile del 1948]] il Psd'Az, subisce un vistoso arretramento di consensi (10,3% su base regionale) e riesce a eleggere soltanto un deputato, [[Giovanni Battista Melis]] e un senatore, [[Luigi Oggiano]]. Quest'ultimo si iscrive al Gruppo Democratico di Sinistra, insieme a Lussu e Mastino, [[Senatore di diritto|senatori di diritto]] in base alla III disposizione transitoria e finale della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione Italiana]].
 
A nemmeno un mese dalle elezioni, il direttorio fissa la data del nuovo congresso, da svolgersi a Cagliari il 3 e il 4 luglio. Un primo atto della battaglia interna è il congresso della sezione cagliaritana che vede il predominio dei lussiani e la sostituzione del presidente della sezione, Pietrino Melis, fratello di Giovanni Battista, con l'avvocato "lussiano" Giuseppe Asquer. Le mozioni depositate sono cinque: quella dei lussiani, denominata "mozione socialista autonomista", la "mozione sardista" degli autonomisti, una mozione di matrice terzaforzista a firma di [[Gonario Pinna]], una mozione della federazione giovanile cagliaritana e una presentata da Emilio Fadda, di orientamento conservatore. La prima, che intendeva il Psd'Az come partito di classe e inserito nel movimento internazionale della sinistra, fu sottoscritta oltre che da Lussu, da Dino Giacobbe, Giuseppe Asquer, Anton Francesco Branca, Armando Zucca, e si presentava particolarmente forte nella [[provincia di Cagliari]], tradizionale bacino elettorale di Lussu; la seconda rivendicava l'adesione ai principi originari del sardismo e propugnava una sostanziale inconciliabilità con i partiti italiani, riceve il sostegno "esterno" di [[Camillo Bellieni]] ed è sottoscritta da Pietro Melis, [[Luigi Oggiano]] e anche da [[Pietro Mastino]].
 
Il congresso si svolge nei locali della manifattura[[Manifattura tabacchiTabacchi (Cagliari)|Manifattura Tabacchi]]. La relazione introduttiva del direttore Melis e la presentazione delle mozioni a opera di Armando Zucca e Luigi Oggiano subiscono varie interruzioni. Lussu, vistosi in minoranza, convoca i suoi seguaci e abbandona clamorosamente il congresso. La mozione sardista e quella di [[Gonario Pinna]] vengono unificate e si procede agli adempimenti congressuali; Piero Soggiu è eletto nuovo segretario.
 
L'ultimo congresso con la presenza di coloro i quali, 27 anni prima, avevano contribuito alla fondazione del partito, si conclude con una scissione. I lussiani raggiungono il vicino cinema Olimpia e fondano il [[Partito Sardo d'Azione Socialista]] che, presentatosi col proprio simbolo alle prime elezioni regionali otterrà il 6,6% e tre consiglieri regionali, sinché, nel novembre 1949 confluirà nel [[Partito Socialista Italiano]].
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Il partito entra nella giunta a guida [[Democrazia Cristiana|democristiana]] di [[Luigi Crespellani]], nonostante la contrarietà di Bartolomeo Sotgiu e Antonio Bua e, soprattutto di [[Gonario Pinna]] e [[Antonio Simon Mossa]], che escono dal partito. Gli assessori sardisti si battono soprattutto sulle questioni riguardanti la riforma agraria e le entrate finanziarie. Nel partito, si fa notare una certa vivacità giovanile, in particolar modo ad opera di Marcello Tuveri, Marco Diliberto, [[Ignazio Delogu]], [[Virgilio Lai]], Fernando Pilia e [[Michelangelo Pira]], che diviene direttore de ''Il Solco''.
 
Dopo il congresso del [[1951]], che riporta [[Giovanni Battista Melis]] alla carica di direttore, il PSdAz esce dalla giunta regionale e, alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1953|elezioni politiche]] e [[Elezioni regionali in Sardegna del 1953|regionali del 1953]] subisce un crollo di consensi (7% e 4 seggi). Il partito rientra temporaneamente in giunta assieme alla DC sino al 1958, quando, alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1958|elezioni politiche]] stringe una sfortunata alleanza alternativa ai due blocchi con il [[Movimento Comunità]] di [[Adriano Olivetti]], con esito negativo.
 
Nel 1958, la giunta regionale, guidata dal democristiano [[Efisio Corrias]] istituisce un apposito assessorato al Piano di Rinascita della Sardegna, in attuazione dell'art. 13 dello statuto regionale. I sardisti Pietro Melis e [[Anselmo Contu]] entrano in giunta, rispettivamente all'Industria e al Turismo.
Sulla scena politica regionale compaiono i nomi di Nino Ruiu, Sebastiano Brusco, [[Salvatore Sechi]] e Carlo Sanna. Il partito si colloca su posizioni di centro-sinistra, a suggello di un'alleanza col [[Partito Repubblicano Italiano]] che consente a Giovanni Battista Melis di essere eletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1963|elezioni politiche del 1963]].
 
Negli anni sessanta fa scalpore il gesto di protesta del sindaco sardista di [[Ollolai]], [[Michele Columbu]], che marcia a piedi verso [[Sassari]], per protestare contro la destinazione verso l'industria chimica del Piano di Rinascita, a scapito del settore agricolo. Rientra nel PSdAz l'architetto algherese [[Antonio Simon Mossa]] e, dalle pagine della [[La Nuova Sardegna|Nuova Sardegna]] (spesso adoperando lo pseudonimo di Fidel) comincia a introdurre tematiche indipendentistiche, come il pericolo di estinzione della [[lingua sarda]], il presunto neocolonialismo dello Stato italiano e il fondamento etnico dell'esigenza di autonomia della Sardegna. Nel 1965, Mossa e i suoi più stretti collaboratori (Ferruccio Oggiano, Antonio Cambule, Nino Piretta e Giampiero Marras) conquistano la federazione sassarese, sconfiggendo la componente del consigliere regionale Nino Ruiu. Simon Mossa oltre a smontare il paradigma della Rinascita, innovava profondamente il linguaggio politico e teorico del sardismo.
 
La linea politica di Mossa, tenacemente ostacolata da esponenti di primo piano come [[Armando Corona]], Peppino Puligheddu e Nino Ruiu, sensibili alla alleanza col [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] di [[Ugo La Malfa]], riesce a guadagnarsi l'appoggio di [[Michele Columbu]], Giovanni Battista Melis e Piero Soggiu e, al XVI congresso del febbraio [[1968]], riesce ad ottenere una modifica dell'art. 1 dello statuto del partito, in senso federalistico: "Il Partito Sardo d'Azione è la libera associazione di tutti coloro i quali vogliono unirsi allo scopo di costituire una forza politica che abbia come meta l'Autonomia Statuale della [[Sardegna]], ben precisata costituzionalmente, nell'ambito dello Stato Italiano concepito come Repubblica Federale". La componente minoritaria abbandona progressivamente il partito, aderendo al [[Partito Repubblicano Italiano]].
 
=== Anni settanta: i consensi al minimo storico ===
[[File:Michele columbu.jpg|thumb|[[Michele Columbu]]]]
[[Antonio Simon Mossa]] muore prematuramente nel luglio del 1971, lasciando il partito in mano alla vecchia guardia rappresentata da Melis, Soggiu, Contu e [[Michele Columbu]]. I sardisti accettano la proposta di [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|PSIUP]] per un'alleanza elettorale alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1972|politiche del 1972]]. Columbu è eletto deputato e si iscrive al gruppo misto comprendente gli autonomisti della [[Valle d'Aosta]] e del [[Trentino-Alto Adige]].
 
Nel 1974, Columbu subentra a Melis alla segreteria del partito. Pochi mesi dopo, le [[Elezioni regionali in Sardegna del 1974|elezioni regionali]] rappresentano una disfatta per il Partito Sardo d'Azione, nonostante una candidatura carismatica come quella di [[Michelangelo Pira]]. I suffragi non superano il 2,5% e l'unico sardista eletto al consiglio regionale è l'anziano Giovanni Battista Melis.
 
In quegli anni sorgono alcune realtà definite con il nome di "neosardismo", come il circolo ''Città-Campagna'', fondato a Cagliari da intellettuali come [[Antonello Satta]] e Eliseo Spiga, e il movimento ''Su Populu Sardu'', fondato da Mario ed Elisabetta Carboni ([[1973]]) al quale aderiscono successivamente [[Gianfranco Pintore]], [[Angelo Caria]], Diego Corraine e [[Lorenzo Palermo]]. Nel pieno degli "[[anni di piombo]]", la preoccupazione di certi settori per la crescente diffusione delle tematiche indipendentiste fa sorgere un'inchiesta da parte del [[Servizio informazioni difesa]] (SID), sulla presunta esistenza di gruppi di guerriglia separatista orchestrati dal leader [[Michele Columbu]] e dai gruppi neosardisti.
 
Oltre al segretario Columbu, il partito si raccoglie nelle personalità di Carlo Sanna a Cagliari, Italo Ortu a Oristano, Mario Melis a Nuoro e Nino Piretta a Sassari, dove, nel 1975, si eleggono due consiglieri comunali. L'alleanza col PCI è confermata alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1976|elezioni politiche del 1976]]. L'avvocato [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]], fratello di Giovanni Battista, è eletto al [[Senato del Regno (Italia)|Senato]].
 
La seconda parte degli anni settanta registra le difficoltà dell'industria chimica, che rappresenta il perno dell'economia isolana. Gli impianti della [[SIR - Società Italiana Resine]], di cui è proprietario [[Nino Rovelli]], infatti, sono localizzati al nord ([[Porto Torres]]), al sud ([[Cagliari]]) e al centro ([[Ottana]]) dell'isola. Proprio il successo della petrolchimica, fiore all'occhiello del Piano di Rinascita, aveva assicurato l'egemonia politica e culturale della [[Democrazia Cristiana|DC]] e l'affermazione dei quadri sindacali dei partiti di sinistra. Il suo declino fu forse la causa della ripresa delle tematiche sardiste, portate avanti dal PsdAz e dai movimenti indipendentisti, che si concentrarono sulla richiesta della [[zona franca]] fiscale e sulla tutela della lingua sarda. Nel 1977 si formò un comitato per la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sul bilinguismo che ebbe successo.
 
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1979|elezioni politiche del 3 giugno 1979]], il Partito Sardo d'Azione tocca il minimo storico con 17.673 voti alla Camera dei Deputati e 15.766 al [[Senato della Repubblica|Senato]]. Due settimane dopo, tuttavia, alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 1979|elezioni regionali]], grazie al patto elettorale con il movimento ''Su Populu Sardu'', sotto l'emblema dei Quattro Mori e la scritta "Libertade e Socialismu", si riescono a raccogliere 30.238 voti, pari al 3,3% dei consensi e ad eleggere in Consiglio Carlo Sanna, Mario Melis e Nino Piretta, con un incremento dello 0,8% e di due seggi, rispetto alle precedenti regionali. Con lo scioglimento del movimento Su Populu Sardu, una parte consistente della sua dirigenza, tra i quali Carboni e Pintore, entrano nel PsdAz.
 
=== La definitiva scelta indipendentista e Mario Melis Presidente ===
[[File:Mario Melis.jpg|thumb|[[Mario Melis (politico)|Mario Melis]]]]
Al rinnovato entusiasmo segue, nel 1980, una serie di successi elettorali nelle comunali di Cagliari, dove sono eletti Michele Columbu (anche sindaco per un solo giorno<ref>[http{{cita news|titolo=Giunte «difficili» a Cagliari e Sassari|autore=Tonino Oppea|data=7 settembre 1980|formato=PDF|via=''Regione.sardegna.it''|pubblicazione=Il messaggero sardo|url=https://www.regione.sardegna.it/messaggero/1980_settembre_7.pdf]|accesso=10 settembre 2022|dataarchivio=24 settembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210924182034/http://www.ilmessaggerosardoregione.comsardegna.it/messaggero/1980_settembre_7.pdf|urlmorto=sì}}</ref>) e Bachisio Morittu e a Sassari, dove il partito raddoppia la rappresentanza.
 
A [[Porto Torres]], tra il 5 e il 6 dicembre 1981 si celebra il XX congresso del Partito Sardo d'Azione, che delibera la modifica dell'art. 1 dello statuto, inserendo la parola "indipendenza" in luogo di "autonomia statuale", senza più nessun riferimento allo stato italiano. Lo strappo totale con l'[[Italia]] provoca indignazione e accuse di fomentare un complotto separatista con l'aiuto della [[Libia]].
 
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1983|elezioni politiche del 1983]] Mario Melis è eletto deputato e [[Giovanni Battista Loi]] senatore. L'anno successivo Michele Columbu entra nel [[Elezioni europee del 1984|Parlamento Europeo]] e alle elezioni regionali il partito consegue il 13,8% e dodici consiglieri. Melis opta per il Consiglio regionale lasciando il seggio di deputato a [[Giovanni Battista Columbu]]. Sono eletti anche [[Giorgio Ladu]] e [[Franco Meloni]]. La maggior parte dei consensi arrivano dalle maggiori città dell'isola: a Cagliari e a Sassari il Psd'Az, infatti, sfiora il 20%. Sono, quindi, i ceti appartenenti al mondo imprenditoriale e artigianale e a quello delle professioni che guardano con interesse i sardisti, mostrando diffidenza verso le politiche economiche dello Stato italiano.
 
La presidenza della regione tocca a [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]], che inaugura una giunta di alternativa di sinistra. La presidenza Melis resta in carica per l'intero quinquennio con la formazione di tre giunte sorrette da una maggioranza di sinistra ([[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano|PSI]], PSDI e PRI). Alle elezioni comunali e provinciali del 1985 il partito cresce ancora; a [[Cagliari]] sono eletti nove consiglieri e a [[Sassari]] otto. Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1987|elezioni politiche del 1987]] sono confermati alla Camera Columbu e Loi ed è eletto il segretario Carlo Sanna.
 
Gli succede Italo Ortu, che deve fronteggiare l'uscita dal partito di Bachisio Morittu e del cantautore [[Piero Marras]] che aderiscono, insieme ad alcuni ex-comunisti, al gruppo ''"Rinascita e Sardismo"''; altri militanti e dirigenti passano a [[Partidu Sardu Indipendentista|Sardigna Natzione]], costringendo Melis alla ricerca di nuove alleanze. Inoltre non si riesce ad attuare le proposte più care ai sardisti, e cioè l'istituzione della zona franca e la legge sul bilinguismo, bocciata l'ultimo giorno della legislatura per il voto contrario degli alleati comunisti.
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=== In giunta regionale con i Progressisti ===
[[File:bentu.jpg|thumb|[[Bandiera dei quattro mori|La bandiera della regione Sardegna]] con lo stemma dei Quattro mori]]
Il partito si presenta all'appuntamento del XXIII congresso (8-9 dicembre [[1989]]) radicato in tutta la Sardegna con centinaia di amministratori e un ceto intellettuale piuttosto attivo, riunito attorno alla testata ''"Il Solco"'' che aveva ripreso le pubblicazioni., diretto da [[Gianfranco Pintore]]. Carlo Sanna è rieletto segretario. Le amministrative del 1990, tuttavia, si rivelano un insuccesso, soprattutto a [[Cagliari]]. Le difficoltà non cessano né durante la segreteria di Efisio Pilleri, espressione dei rinnovatori, né durante quella del subentrante [[Giorgio Ladu]].
 
Alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]], l'imprenditore di [[Porto Torres]] [[Giancarlo Acciaro]] è eletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] e, al [[Senato della Repubblica|Senato]], il cardiochirurgo [[Valentino Martelli (politico)|Valentino Martelli]]. Pochi giorni dopo l'insediamento, tuttavia, Martelli lascia il gruppo autonomista per il [[Partito Liberale Italiano|Partito Liberale]]. Il segretario [[Giorgio Ladu]], strenuo sostenitore della candidatura, si dimette. Gli succede Italo Ortu.
 
[[Elezioni politiche italianein Italia del 1994|Alle elezioni del 1994]], il Psd'Az si presenta all'interno di un cartello regionale denominato ''"Alleanza Federalista"'', comprendente anche socialisti e partiti laici, senza alcun risultato positivo. La sconfitta induce Ortu alle dimissioni. Nell'aprile è eletto segretario l'ex-parlamentare [[Giancarlo Acciaro]] che, pochi giorni dopo è arrestato per corruzione; verrà pienamente assolto dieci anni più tardi ma, nel frattempo, la segreteria è affidata a [[Cecilia Contu]], figlia di Anselmo ed ex-presidente della [[Provincia di Cagliari]].
 
La Contu guida il partito all'appuntamento delle [[Elezioni regionali in Sardegna del 1994|elezioni regionali dello stesso anno]]. Con la candidatura a presidente dell'insegnante di [[Santa Teresa Gallura]], Pasqualina Crobu, il Psd'Az riesce a eleggere quattro rappresentanti ed entra nelle giunte [[Progressisti|progressiste]] di [[Federico Palomba]] con gli assessori [[Giacomo Sanna]], sassarese ed Efisio Serrenti, cagliaritano. Si approvano importanti quali la legge sulla tutela della lingua sarda (n. 27 del 1998), la legge di riforma delle province e la bandiera regionale.
Per le [[elezioni politiche italianein Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]], il nuovo segretario [[Lorenzo Palermo]] sigla un accordo con [[L'Ulivo]] che consente di eleggere al Senato [[Franco Meloni]]. L'anno successivo, tuttavia, i sardisti abbandonano il governo regionale, per contrasti col presidente [[Federico Palomba]]. Il Psd'Az si trova a un bivio: o la ricucitura col centrosinistra o una difficoltosa alleanza con il centrodestra per la presenza di [[Alleanza Nazionale]]).
 
=== Dal cartello indipendentista all'alleanza con il centro-destra ===
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L'anno successivo il candidato sindaco di Sassari, Leonardo Marras, è sconfitto da [[Gianvittorio Campus]] del centrodestra. [[Giacomo Sanna]] è eletto alla segreteria.
 
I contrasti col centrosinistra portano il Psd'Az a elaborare un'alleanza con tutti i soggetti indipendentisti sardi, presentando, alle [[Elezioni politiche italianein Italia del 2001|politiche del 2001]] il cartello elettorale [[Sardigna Natzione]] ma con modesti risultati. Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|regionali del 2004]] il partito si oppone alla candidatura di centrosinistra del fondatore di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]] [[Renato Soru]], presentandosi alla guida del polo indipendentista sotto l'insegna ''"Sardigna Libera"'' ma, nuovamente, con scarso successo. Il segretario Giacomo Sanna manca l'elezione e sono eletti due soli consiglieri, Beniamino Scarpa e Giuseppe Atzeri. Sanna si presenta in un collegio lombardo sotto le insegne della [[Lega Nord]] alle [[elezioni politiche italianein Italia del 2006|politiche del 2006]] e, nel dicembre dello stesso anno, lascia la carica di segretario. È eletto presidente nazionale e gli succede alla segreteria Efisio Trincas.
 
Trincas prende contatti col centrodestra e, alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|elezioni regionali del 2009]], il PSd'Az si presenta in collegamento con il candidato di centrodestra [[Ugo Cappellacci]] ma la minoranza di sinistra esce dal partito e si schiera, con la lista ''"Rossomori"'', nella coalizione di centrosinistra del presidente uscente Soru.
 
La scelta di Trincas, tuttavia, ha successo. Ugo Cappellacci è eletto presidente e il Partito Sardo d'Azione rientra in giunta dopo quindici anni di opposizione, conseguendo il 4,3% dei suffragi e l'elezione di cinque consiglieri regionali. Il sindaco di [[Dorgali]] Angelo Carta, è assessore, prima ai Lavori Pubblici e poi Trasporti, dove gli succede, qualche anno più tardi, il cagliaritano Christian Solinas. Di difficile decifrazione il risultato delle elezioni provinciali del [[2010]]: a un aumento generale di consensi (il 6.,5% su scala regionale), corrisponde la conquista della sola amministrazione provinciale di Oristano, con l'esclusione del partito da tutte le amministrazioni comunali dei centri capoluogo.
 
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2014|elezioni regionali del 2014]] l'alleanza con la coalizione di [[centro-destra]], guidata sempre da Cappellacci, è confermata. La sconfitta della coalizione e la riduzione del numero dei consiglieri (da 80 a 60) determina il restringimento della rappresentanza a soli tre consiglieri, pur avendo il partito aumentato i consensi al 4,67%. La fase post-elettorale vede emergere diverse tensioni tra le componenti, riguardo alla segreteria di Giovanni Colli, che si dimette nel luglio 2014. Nel marzo [[2015]] il consiglio nazionale del partito elegge nuovo segretario [[Giovanni Columbu]], figlio di [[Michele Columbu|Michele]]. Il congresso dell'autunno dello stesso anno vede l'affermazione della componente guidata dal consigliere cagliaritano [[Christian Solinas]], che nel novembre viene eletto segretario, il più giovane a ricoprire questa carica dal secondo dopoguerra.
 
=== L'alleanza con la Lega, la vittoria alle regionali e le elezioni suppletive ===
Alle [[elezioni politiche italiane del 2018|elezioni politiche del 2018]] il Partito Sardo d'Azione stringe un accordo con la [[Lega Nord|Lega]] per l'inserimento dei suoi candidati nelle liste elettorali leghiste.<ref>Antonio Delitala, [http://www.psdaz.net/index.php/articoli-homepage-blog/697-accordo-lega-psd-az-ancor-piu-determinati-a-percorrere-la-strada-tracciata-dalle-nostre-scelte ''Accordo Lega - PSd’Az: noi ancor più determinati a percorrere la strada tracciata dalle nostre scelte!''], sul sito ufficiale del Partito Sardo d'Azione, 23 febbraio 2018. URL consultato il 30 marzo 2018</ref> [[Christian Solinas]] viene così eletto senatore nella [[circoscrizione Sardegna (Senato della Repubblica)|circoscrizione Sardegna]].<ref>[http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI20100000000 Ministero dell'Interno - Portale Eligendo]</ref> Il 23 novembre di quell’anno il leader leghista [[Matteo Salvini]] presenta il 34esimo congresso del PSd’Az a [[Cagliari]] insieme a Solinas in vista delle regionali di febbraio. L'alleanza viene contestata dalle correnti più progressiste del PSd'Az, che viene sospeso dall'[[Alleanza Libera Europea]].<ref name="e-f-a.org" />
 
=== Elezioni regionali del 2019 e suppletive del 2020 ===
[[File:Christian Solinas datisenato 2018.jpg|miniatura|Christian Solinas]]
Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] il Partito Sardo d'Azione stringe un accordo con la [[Lega per Salvini Premier|Lega]] per l'inserimento dei suoi candidati nelle liste elettorali leghiste.<ref>{{cita web|autore=Antonio Delitala|url=http://www.psdaz.net/index.php/articoli-homepage-blog/697-accordo-lega-psd-az-ancor-piu-determinati-a-percorrere-la-strada-tracciata-dalle-nostre-scelte|titolo=Accordo Lega - PSd'Az: noi ancor più determinati a percorrere la strada tracciata dalle nostre scelte!|sito=Psdaz.net|data=23 febbraio 2018|accesso=30 marzo 2018}}</ref> [[Christian Solinas]] viene così eletto senatore nella [[circoscrizione Sardegna (Senato della Repubblica)|circoscrizione Sardegna]].<ref>[http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI20100000000 Ministero dell'Interno - Portale Eligendo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180331035917/http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI20100000000 |data=31 marzo 2018 }}.</ref> Il 23 novembre di quell’anno il leader leghista [[Matteo Salvini]] presenta il 34º congresso del PSd’Az a [[Cagliari]] insieme a Solinas in vista delle regionali di febbraio. L'alleanza viene contestata dalle correnti più progressiste del PSd'Az, che viene sospeso dall'[[Alleanza Libera Europea]].<ref name="e-f-a.org" />
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|elezioni]] per il rinnovo del [[Consiglio regionale della Sardegna]] del [[24 febbraio]] [[2019]] il PSd’Az presenta il proprio segretario [[Christian Solinas]] come candidato alla presidenza della Regione, in alleanza con il [[Centro-destra in Italia|centro-destra]]. Lo schieramento risulta vincente con il 47,81% dei voti e Solinas viene eletto presidente; il partito con il 9,9% ottiene 7 seggi ed è risultata la seconda forza della coalizione dietro alla Lega.
 
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|elezioni]] per il rinnovo del [[Consiglio regionale della Sardegna]] del 24 febbraio 2019 il PSd’Az presenta il proprio segretario Christian Solinas come candidato alla presidenza della Regione, in alleanza con il [[Centro-destra in Italia|centro-destra]]. Lo schieramento risulta vincente con il 47,81% dei voti e Solinas viene eletto presidente; il partito con il 9,9% ottiene 7 seggi ed è risultata la seconda forza della coalizione dietro alla Lega.

Solinas lascia il seggio da senatore, privando dunque il partito della rappresentanza a [[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]] che però viene riconquistata l'anno successivo, nel mese di settembre: alle [[Elezioni politiche suppletive italiane del 2020|suppletive]] per il seggio uninominale del [[collegio uninominale Sardegna - 03 (Senato della Repubblica)|collegio uninominale Sardegna - 03]] (con [[Sassari]] come centro più importante) tenutesi per assegnare il seggio lasciato vacante da [[Vittoria Bogo Deledda]] ([[Movimento 5 Stelle|M5S]]), deceduta il 17 marzo [[2020]]<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/17/m5s-e-morta-la-senatrice-della-sardegna-bogo-deledda-la-presidente-casellati-senato-perde-donna-di-grandi-qualita-umane/5740063/|titolo=M5s, è morta la senatrice della Sardegna Vittoria Bogo Deledda. Casellati: “Il"Il Senato perde una donna di grandi qualità umane”umane"|editoresito=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=17 marzo 2020|accesso=17 marzo 2020}}</ref> il Psd'Az vede eletto il suo esponente [[Carlo Doria]] alla guida della coalizione di centro-destra.
 
Visto il proseguire dell'alleanza con la Lega, il 2 ottobre 2020 il Psd'Az viene espulso dall'[[Alleanza Libera Europea]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/politica/2020/10/02/efa-ale-alleanza-libera-europea-espelle-il-partito-sardo-d-azione-1-1066220.html|titolo=Efa-Ale (Alleanza libera europea) espelle il Partito sardo d'Azione|sito=L'Unione Sarda.it|data=2020-10-02|lingua=it|accesso=2020-10-06}}</ref>
 
Nel novembre del 2023 i consiglieri Mula, Schirru e Satta aderiscono al gruppo Il Grande Centro e così il numero degli eletti del PSd’Az scende a 5.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2023/11/03/manovre-in-vista-delle-regionali-il-grande-centro-si-consolida_48cb8919-5dc0-4361-b5eb-527c19e2662b.html|titolo=Manovre in vista delle regionali, il Grande centro si consolida {{!}} ANSA.it|sito=www.ansa.it|accesso=2023-11-08}}</ref>
 
=== Regionali e comunali del 2024 ===
In vista delle [[elezioni regionali in Sardegna del 2024]] la coalizione di centro-destra, dopo diverse settimane di stallo, a Solinas preferisce il sindaco di Cagliari [[Paolo Truzzu]] ([[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]), che viene sconfitto; il Partito Sardo d'Azione raccoglie il 5,42% con 3 consiglieri eletti risultando la quinta forza della coalizione; dopo poco più di due mesi i consiglieri Chessa e Maieli lasciano il partito per passare al gruppo misto.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/politica/psdaz-chessa-e-maieli-al-misto-il-gruppo-non-esiste-piu-in-consiglio-regionale-b72gr7zw|titolo=Psd'Az: Chessa e Maieli al Misto. Il gruppo non esiste più in Consiglio regionale|autore=Roberto Murgia|sito=L'Unione Sarda.it|data=2024-05-14|lingua=it|accesso=2024-05-15}}</ref>
 
La rottura con il centro-destra avviene nel corso delle trattative per la candidatura a sindaco di Cagliari con il PSdAz che annuncia l'addio alla coalizione.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/multimedia/cagliari-strappo-lega-psdaz-sulla-candidatura-a-sindaco-chessa-torniamo-un-partito-libero-ow25mqq1|titolo=Cagliari, strappo Lega-Psd'Az sulla candidatura a sindaco. Chessa: «Torniamo un partito libero»|sito=L'Unione Sarda.it|data=2024-04-04|lingua=it|accesso=2024-04-04}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.sardegnalive.net/news/politica/503096/amministrative-il-psd-az-lascia-la-coalizione-del-centrodestra|titolo=Amministrative. Il Psd’Az lascia la coalizione del centrodestra|sito=www.sardegnalive.net|lingua=it|accesso=2024-04-05}}</ref> Tuttavia il partito si accorderà e sosterrà i candidati del centro-destra a [[Cagliari]], a [[Sassari]] e ad [[Alghero]] ma con il 2,32%, l'1,58% e il 3,15% non riuscirà ad eleggere alcun consigliere.
 
Nel settembre del 2024 Gianni Chessa, Piero Maieli e Alfonso Marras aderiscono a [[Forza Italia (2013)|Forza Italia]] e così il PSdAz perde la sua rappresentanza in consiglio regionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.cagliaripad.it/625546/consiglio-regionale-cancellato-il-psdaz-chessa-maieli-e-marras-in-forza-italia/|titolo=Consiglio regionale, cancellato il Psd'Az: Chessa, Maieli e Marras in Forza Italia|autore=Redazione Cagliaripad|sito=Cagliaripad|data=2024-09-09|lingua=it-IT|accesso=2024-09-09}}</ref>
 
== Congressi ==
* I Congresso Nazionale - [[Oristano]], 16-17 aprile 1921;
* II Congresso Nazionale - [[Oristano]], 29 gennaio 1922;
* III Congresso Nazionale - [[Nuoro]], 28-29 ottobre 1922;
* IV Congresso Nazionale - [[Macomer]], 4 marzo 1923;
* V Congresso Nazionale - [[Macomer]], 27 novembre 1925;
* VI Congresso Nazionale - [[Macomer]], 29-30 luglio 1944;
* VII Congresso Nazionale - [[Oristano]], 17-18 marzo 1945;
* VIII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 12-13 aprile 1947;
* IX Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 3-4 luglio 1948;
* X Congresso Nazionale - [[Oristano]], 18-19 marzo 1951;
* XI Congresso Nazionale - [[Oristano]], 7-8 novembre 1953;
* XII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 6-7 aprile 1957;
* XIII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 25 settembre 1960;
* XIV Congresso Nazionale -
* XV Congresso Nazionale -
* XVI Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 24-25 febbraio 1968;
* XVII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 15-16 febbraio 1974;
* XVIII Congresso Nazionale - [[Oristano]], 13 giugno 1976;
* XIX Congresso Nazionale - [[Oristano]], 2-3 febbraio 1979;
* XX Congresso Nazionale - [[Porto Torres]], 5-6 dicembre 1981;
* XXI Congresso Nazionale - [[Carbonia]], 5-6 maggio 1984;
* XXII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 28 febbraio-2 marzo 1986;
* XXIII Congresso Nazionale - [[Villasimius]] (CA), 8-9 dicembre 1989;
* XXIV Congresso Nazionale - [[Macomer]], 8 dicembre 1992;
* XXV Congresso Nazionale - [[Oristano]], 13-14 marzo 1993;
* XXVI Congresso Nazionale - [[Baia di Chia]] (CA), 11-12 marzo 1995;
* XXVII Congresso Nazionale - [[Alghero]], 6-8 giugno 1997;
* XXVIII Congresso Nazionale - [[Sassari]], 2-3 luglio 2000;
* XXIX Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 13-14 novembre 2004;
* XXX Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 1-2 dicembre 2006;
* XXXI Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 14-15 novembre 2009;
* XXXII Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 13-14 ottobre 2012;
* XXXIII Congresso Nazionale - [[Arborea (Italia)|Arborea]] (OR), 24-25 ottobre 2015;
* XXXIV Congresso Nazionale - [[Cagliari]], 23-24-25 novembre 2018;
* XXXV Congresso Nazionale - Arborea (OR), 17-20-21 aprile 2024;
 
== Segretari ==
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* [[Christian Solinas]] (novembre 2015 - in carica)
{{div col end}}
 
== Personaggi che hanno militato nel Partito ==
{{Colonne}}
* [[Camillo Bellieni]]
* [[Raimondo Carta Raspi]]
* [[Antioco Casula]]
* [[Armando Corona]]
{{Colonne spezza}}
* [[Francesco Fancello]]
* [[Carmelo Floris]]
* [[Emilio Lussu]]
* [[Pietro Mastino]]
{{Colonne spezza}}
* [[Giovanni Battista Melis]]
* [[Luigi Oggiano]]
* [[Stanislao Silesu]]
* [[Stefano Siglienti]]
{{Colonne fine}}
 
== Risultati elettorali ==
{| class="wikitable" style=text-align:center
! colspan=2| Elezione
|- bgcolor="#efefef"
|! width="40%"100px| colspan="2" |Voti
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|-
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
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}}
|
|-
! <small>Senato</small>{{efn|name=fn1|Si aggiunse [[Emilio Lussu]], senatore di diritto in quanto aventiniano, che poi lasciò il partito}}
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}}
|align=center|<ref>Cui si aggiunse [[Emilio Lussu]], senatore di diritto in quanto aventiniano, che abbandonò però in seguito il partito.</ref>
|-
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|
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| partito = Partito Sardo d'Azione
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| align="center" |<ref>La lista elesse in tutto un deputato nella circoscrizione Torino-Novara-Vercelli, [[Adriano Olivetti]], succeduto poi da [[Franco Ferrarotti]] dopo la sua morte.</ref>
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|
|-
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|
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|-
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| align="center" |<ref>La coalizione elesse tre senatori, tutti esponenti del PCI: [[Pietro Pinna (politico)|Pietro Pinna]], [[Daverio Clementino Giovannetti]] e [[Ignazio Pirastu]].</ref>
|-
! [[Elezioni politiche in Italia del 1972|Politiche 1972]]{{efn|name=fn5|Con [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|PSIUP]]<ref>La coalizione elesse tre senatori, tutti esponenti del PCI: [[Pietro Pinna (politico)|Pietro Pinna]], [[Daverio Clementino Giovannetti]] e [[Ignazio Pirastu]].</ref>}}
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 1974|Regionali 1974 Sardegna]]
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|
|-
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| 24.780
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|-
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
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| 15.766
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left" rowspan="2"| |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 19831979|PoliticheRegionali 19831979]]
| 30.238
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}}
|
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1983|Politiche 1983]]
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}}
|
|-
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! align="left" colspan="2" |[[Elezioni europee del 1984 (Italia)|Europee 1984]]
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align="center" |<ref>La lista elesse [[Michele Columbu]] del Partito Sardo d'Azione.</ref>
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1984 in Italia|Europee 1984]]{{efn|name=fn6|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>La lista elesse [[Michele Columbu]] del Partito Sardo d'Azione.</ref>}}
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 1984|Regionali 1984 Sardegna]]
| 193.430
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| {{Seggi|1|81|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left" rowspan="2"| |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 19871984|PoliticheRegionali 19871984]]
| 136.720
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}}
|
|-
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}}
|
|-
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! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 1989|Regionali 1989 Sardegna]]
| 124.266
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
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}}
|align="center" |<ref>La lista elesse [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]] del Partito Sardo d'Azione.</ref>
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 1989 in Italia|Europee 1989]]{{efn|name=fn7|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>La lista elesse [[Mario Melis (politico)|Mario Melis]] del Partito Sardo d'Azione</ref>}}
! align="left" rowspan="2" |[[Elezioni politiche italiane del 1992|Politiche 1992]]
| 207.739
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|align=center|<small>[[Federalismo Europa Autonomie|Federalismo-Pensionati Uomini Vivi]]</small>
| {{Seggi|1|81|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align="center" |<ref>La lista elesse [[Giancarlo Acciaro]] del Partito Sardo d'Azione.</ref>
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1992|Politiche 1992]]{{efn|name=fn8|Nella lista [[Federalismo (lista elettorale)|Federalismo]]<ref>Alla Camera, la lista elesse [[Giancarlo Acciaro]], del Partito Sardo d'Azione; al Senato [[Valentino Martelli (politico)|Valentino Martelli]], del Partito Sardo d'Azione, poi passato al [[Partito Liberale Italiano|PLI]].</ref>}}
!align=left|<small>Senato</small>
! <small>Camera</small>
|align=center|<small>[[Federalismo Europa Autonomie|Federalismo-Pensionati Uomini Vivi]]</small>
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align="center" |<ref>La lista elesse [[Valentino Martelli (politico)|Valentino Martelli]] del Partito Sardo d'Azione, poi passato al [[Partito Liberale Italiano|PLI]].</ref>
|-
! <small>Senato</small>
! align="left" rowspan="2" |[[Elezioni politiche italiane del 1994|Politiche 1994]]
| 174.713
!align=left|<small>Camera maggioritario</small>
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| {{Seggi|1|315|c=black}}
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|align=center|{{Seggi|0|475|
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align="center" |<ref>La lista del Partito Sardo d'Azione non fu presentata nella quota proporzionale.</ref>
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 1994|Politiche 1994]]
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|! <small>Partito Sardo d'AzioneCamera<br/>maggioritario</small>
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Senato</small>
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 1994|Regionali 1994 Sardegna]]
| 88.225
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione</small>
| 0,27
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| {{Seggi|0|315|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left"2| rowspan="3" |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 19961994|PoliticheRegionali 19961994]]
| 47.000
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| {{Seggi|4|64|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
| align="center" |<ref>I quattro deputati eletti nella quota maggioritaria dichiararono il collegamento con la lista del Partito Sardo d'Azione, ma s'iscrissero poi in due al gruppo parlamentare del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] ([[Francesco Carboni]], [[Antonio Attili]]) e in due a quello del [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] ([[Antonello Soro]], [[Salvatore Ladu (politico)|Salvatore Ladu]]).</ref>
|-
! rowspan=3| [[Elezioni politiche in Italia del 1996|Politiche 1996]]
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Camera<br/>maggioritario</small>{{efn|name=fn9|Con [[L'Ulivo]]<ref>I quattro deputati eletti nella quota maggioritaria dichiararono il collegamento con la lista del Partito Sardo d'Azione, ma s'iscrissero poi in due al gruppo parlamentare del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] ([[Francesco Carboni (politico)|Francesco Carboni]], [[Antonio Attili]]) e in due a quello del [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] ([[Antonello Soro]], [[Salvatore Ladu (politico)|Salvatore Ladu]]).</ref>}}
!align=left|<small>Senato</small>
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| {{Seggi|0|475|c=black}}
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|align=center|{{Seggi|1|315|
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align=center|<ref>La coalizione elesse in tutto cinque senatori. Il senatore del Partito Sardo d'Azione era [[Franco Meloni]].</ref>
|-
! <small>Senato</small>{{efn|name=fn10|Con L'Ulivo.<ref>Dei cinque senatori, uno ([[Franco Meloni]]) fu eletto in rappresentanza del Partito Sardo d'Azione.</ref>}}
! align="left" colspan="2" |[[Elezioni europee del 1999 (Italia)|Europee 1999]]
| 421.331
|align=center|<small>[[Lega Autonomia Veneta|Lega delle Regioni]]-PSd'Az-[[Consumatori Uniti|Consumatori]]</small>
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}}
|
|-
! colspan="2" | [[Elezioni regionali in Sardegnaeuropee del 1999 in Italia|RegionaliEuropee 1999 Sardegna]]{{efn|name=fn11|Lista Consumatori - Padroni in Casa Nostra}}
| 61.185
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left"2| rowspan="3" |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 20011999|PoliticheRegionali 20011999]]
| 38.422
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}}
|
|-
! rowspan=3| [[Elezioni politiche in Italia del 2001|Politiche 2001]]{{efn|name=fn12|Con [[Sardigna Natzione]]}}
!align=left|<small>Camera proporzionale</small>
|align=center|! <small>Partito Sardo d'Azione-[[Sardigna Natzione]]Camera<br/>proporzionale</small>
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
!align=left| <small>SenatoCamera<br/>maggioritario</small>
| 40.692
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Senato</small>
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 2004|Regionali 2004 Sardegna]]
| 32.822
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| 0,10
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| {{Seggi|0|315|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! align="left" colspan="2"| |[[Elezioni europeeregionali in Sardegna del 2004 (Italia)|EuropeeRegionali 2004]]
| 32.859
|align=center|<small>[[Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda - Lega Pensionati|All. Lombarda]]-[[Liga Veneta Repubblica|LFV]]-PSd'Az-[[Bürger Union für Südtirol|UfS]]</small>
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| {{Seggi|3|85|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! colspan=2| [[Elezioni europee del 2004 in Italia|Europee 2004]]{{efn|name=fn13|Con [[Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda|LAL]]-[[Liga Veneta Repubblica|LFV]]-PSd'Az-[[Union für Südtirol|UfS]]}}
! align="left" rowspan="2" |[[Elezioni politiche italiane del 2006|Politiche 2006]]
| 159.098
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| {{Seggi|0|78|c=black}}
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|align=center|-
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2006|Politiche 2006]]
!align=left|<small>Senato</small>
! <small>Camera</small>{{efn|name=fn14|In [[Lega Nord]] - [[Movimento per l'Autonomia|MpA]]}}
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione</small>
| 4.267{{efn|name=fn3}}
|align=center|16.733
| -
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Senato</small>
! align="left" rowspan="2" |[[Elezioni politiche italiane del 2008|Politiche 2008]]
| 16.733
!align=left|<small>Camera</small>
| 0,05
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione</small>
| {{Seggi|0|315|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2008|Politiche 2008]]
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|! <small>Partito Sardo d'AzioneCamera</small>
| 14.856
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| 0,04
|align=center|0,05
|align=center| {{Seggi|0|315630|c=black}}
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Senato</small>
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|Regionali 2009 Sardegna]]
| 15.292
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione (in coalizione con ''[[Ugo Cappellacci]])''</small>
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| {{Seggi|0|315|c=black}}
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| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left" rowspan="2"| |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 20132009|PoliticheRegionali 20132009]]
| 35.428
!align=left|<small>Camera</small>
| 4,29
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione</small>
| {{Seggi|4|80|c=black}}
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|align=center|{{Seggi|0|630|
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
| align="center" |
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2013|Politiche 2013]]
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|! <small>Partito Sardo d'AzioneCamera</small>
| 18.585
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| 0,05
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|align=center| {{Seggi|0|315630|c=black}}
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! <small>Senato</small>
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 2014|Regionali 2014 Sardegna]]
| 18.602
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione (in coalizione con ''[[Ugo Cappellacci]])''</small>
| 0,06
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| {{Seggi|0|315|c=black}}
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|align=center|{{Seggi|4 |60|
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|
|-
! aligncolspan="left" rowspan="2"| |[[Elezioni politicheregionali in italianeSardegna del 20182014|PoliticheRegionali 20182014]]
| 31.886
!align=left|<small>Camera</small>
| 4,67
|align=center|<small>[[Lega Nord|Lega-Salvini premier]]</small>
| {{Seggi|4|60|c=black}}
|align=center|93.771<ref name=inSardegna />
|align=center|-
|align=center|{{Seggi|0|630|
|partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align=center|<ref>La lista elegge in Sardegna un deputato, [[Guido De Martini]] della Lega Nord Sardegna.</ref>
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2018|Politiche 2018]]{{efn|name=fn15|Nella [[Lega per Salvini Premier|Lega]]}}
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|! <small>[[Lega Nord|Lega-Salvini premier]]Camera</small>
|align=center| 93.812<ref 771{{efn|name=inSardegna />fn3}}
| -
|align=center|-
|align=center| {{Seggi|10|315630|c=black}}
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align=center|<ref>La lista elegge in Sardegna un senatore, Christian Solinas del Partito Sardo d'Azione, sostituito dalla leghista [[Michelina Lunesu]] dal 19 giugno 2019 in seguito all'elezione di Solinas a Presidente della giunta regionale.</ref>
|-
! <small>Senato</small>
! colspan="2" |[[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|Regionali 2019 Sardegna]]
| 93.812{{efn|name=fn3}}
|align=center|<small>Partito Sardo d'Azione (in coalizione con il [[Centro-destra in Italia|centrodestra]])</small>
| -
|align=center|69.892
| {{Seggi|1|315|c=black}}
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|align=center|{{Seggi|7|60|
| partito = Partito Sardo d'Azione
}}
|align=center|<ref>Cui si aggiunge Christian Solinas, membro di diritto del Consiglio regionale in quanto Presidente della giunta.</ref>
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2019|Regionali 2019]]{{efn|name=fn16|Si aggiunse Christian Solinas, in quanto Presidente della giunta regionale.}}
| 69.892
| 9,90
| {{Seggi|7|60|c=black}}
|-
! rowspan=2| [[Elezioni politiche in Italia del 2022|Politiche 2022]]{{efn|name=fn15}}
! <small>Camera</small>
| 42.860{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|630|c=black}}
|-
! <small>Senato</small>
| 47.060{{efn|name=fn3}}
| -
| {{Seggi|0|200|c=black}}
|-
! colspan=2| [[Elezioni regionali in Sardegna del 2024|Regionali 2024]]
| 37.341
| 5,41
| {{Seggi|3|60|c=black}}
|-
| colspan=5 align=left| {{Gruppo di note}}
|}
 
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== Bibliografia ==
* Umberto Cao (Y.K.), ''Per l'Autonomia!'', Cagliari, 1918.
* Egidio Pilia, ''L'autonomia sarda: basi, limiti e forme'', Cagliari, 1920.
* Egidio Pilia, ''L'autonomia doganale'', Cagliari, 1921.
* Eligio Carcangiu, ''La Sardegna può bastare a se stessa? : studio economico-sociale dei problemi sardi'', Cagliari, 1944.
* Gonario Pinna, ''Il problema politico del federalismo'', Sassari, 1945.
* Paolo Pili, ''Grande cronaca, minima storia'', Cagliari, 1946.
* Sebastiano Brusco, ''Il congresso di Nuoro del Partito Sardo d'Azione'' in "Ichnusa" n. 45, 1961.
* ''Luigi Battista Puggioni e il Psd'A: 1919-1955'', (a cura di L. Nieddu), Cagliari, 1962.
* ''L'autonomia politica della Sardegna 1965: con la pubblicazione degli atti del congresso provinciale del Partito Sardo d'Azione in Ozieri'', (a cura di A. Simon Mossa), Sassari, Sardegna Libera, Sassari, 1966.
* Bartolomeo Sotgiu, ''Scritti politici, 1945-1951'', Sassari, 1967.
*{{cita libro|autore=[[Emilio Lussu]]|titolo=Marcia su Roma e dintorni|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1974|cid=Lussu 1974}}
* Emilio Lussu, ''Sardismo e federalismo'' (scritti 1932-38) in ''Per l'Italia dall'esilio'' (a cura di M. Brigaglia), Cagliari, 1976.
*Emilio Dino GiacobbeLussu, ''Sardismo e antifascismofederalismo'' (scritti 1932-38), in ''LPer l'antifascismoItalia sardo: testimonianze dei protagonistidall'esilio'', (a cura di CM. Sole)Brigaglia, Cagliari, 19781976.
*Dino Giacobbe, ''Sardismo e antifascismo'', in ''L'antifascismo sardo: testimonianze dei protagonisti'', a cura di C. Sole, Cagliari, 1978.
* Antonio Simon Mossa, ''Le ragioni dell'indipendentismo. Il Partito Sardo d'Azione e la lotta di liberazione anticolonialista'' (a cura di A. Cambule, R. Giagheddu, G. Marras), Sassari, S'Iscola Sarda, 1984.
*Antonio CamilloSimon BellieniMossa, ''Le ragioni dell'indipendentismo. Il Partito sardoSardo d'azioneAzione e Repubblicala Federale.lotta Scrittidi liberazione 1919-1925anticolonialista'', (a cura di LA. Nieddu)Cambule, R. Giagheddu e G. Marras, Sassari, 1985S'Iscola Sarda, 1984.
*Camillo Bellieni, ''Partito sardo d'azione e Repubblica Federale. Scritti 1919-1925'', a cura di L. Nieddu, Sassari, 1985.
* Mario Melis, ''Discorsi'', Cagliari, 1989.
*Mario Melis, ''Discorsi'', Cagliari, 1989.
* Lorenzo Palermo, ''Agenda: scontri, forze, polemiche, idee di un anno di azione del partito sardo,'' Nuoro, 1999.
*Lorenzo Palermo, ''Agenda: scontri, forze, polemiche, idee di un anno di azione del partito sardo'', Nuoro, 1999.
 
=== Saggi e articoli sul Partito Sardo d'Azione ===
*Michele Pinna (a cura di), ''Il Partito Sardo d'Azione nella storia della Sardegna contemporanea'' (a cura di Michele Pinna), Sassari, 1992.
* Salvatore Cubeddu, ''Sardisti. Viaggio nel Partito Sardo d'Azione'', 2 voll., Sassari, 1992-95.
* Francesco Atzeni, e Lorenzo Del Piano, ''Intellettuali e politici tra sardismo e fascismo'', Cagliari, 1993.
* Gianfranco Murtas, ''La seconda scissione sardista (1967-1968)'', in "''Quaderni Bolotanesi"'' n. 20, 1994.
* Adriano Bomboi, ''L'indipendentismo sardo. Le ragioni, la storia, i protagonisti'', Cagliari, Condaghes, 2014.
 
== Voci correlate ==
*[[Indipendentismo sardo]]
* [[Sardismo]]
* [[Partito Sardo d'Azione Socialista]]
* [[Sardigna Natzione Indipendentzia]]
 
* [[Progetto Sardegna]]
== Altri progetti ==
* [[Movimento per l'Autonomia]]
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Antifascismo}}
{{Partiti politici italiani}}
{{Partiti politici del Regno d'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|politica|Sardegna|socialismo}}
 
[[Categoria:Partiti politici sardi]]