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{{NN|architettura|luglio 2023|}}
 
{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Trinci
|immagine =
|immagine = Foligno, piazza della repubblica 05 palazzo trinci.JPG
|didascalia = Esterno di palazzo Trinci
|paese = ITA
|indirizzo = [[piazza della Repubblica (Foligno)|piazzaPiazza della Repubblica]]
|città = Foligno
|latitudine = 42.956423
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}}
 
Il '''palazzoPalazzo Trinci''' è un edificio patrizio che si trova nel centro di [[Foligno]], in [[piazza della Repubblica (Foligno)|piazza della Repubblica]], ed è una delle più interessanti dimore [[tardogotiche]] dell'Italia centrale. Contiene un prezioso ciclo di [[affresco|affreschi]] dei primi del Quattrocento, realizzato da [[Gentile da Fabriano]] con la collaborazione di altri artisti, e ospita la [[Pinacoteca civica di Foligno|Pinacoteca civica]], il Museo archeologico e il Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi.
 
== Storia ==
[[File:Palazzo trinci foligno.jpg|thumb|left|Lo scalone d'onore negli anni trenta]]
[[File:Stemma trinci di foligno.jpg|thumb|Stemma della famiglia [[Trinci]]]]
Sulla piazza grande di Foligno i [[Trinci]] acquistarono alla fine del TrecencacccatoTrecento le case e le torri del ricco mercante Giovanni di Ceccarello, confinanti con la loro abitazione. Tutte le strutture vennero rinnovate in un unico complesso tra il [[1389]] e il [[1407]]. Il primo Quattrocento fu l'epoca d'oro dei Trinci, quando ospitavano una corte di studiosi e umanisti tra i quali [[Francesco da Fiano]]: quest'ultimo ispirò probabilmente il tema degli affreschi di [[Gentile da Fabriano]] e bottega che rappresentano una vera e propria enciclopedia figurata della cultura umanistica dell'epoca.
 
Nel [[1439]] i Trinci furono cacciati e il palazzo passò ai governatori pontifici. Dopo i gravi danni del terremoto del [[1832]], venne rifatta la facciata in stile neoclassico (1842-1847) con un disegno simile a quello del vicino [[palazzo Comunale (Foligno)|palazzo Comunale]]. Se ne occupò [[Vincenzo Vitali]] su disegno di [[Odoardo Poggi]] modificato da [[Sigismondo Ferretti]].
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[[File:PalazzoTrinci001.jpg|thumb|left|Il cortile]]
=== Esterno ===
L'esterno ha un aspetto neoclassico con semicolonne che decorano la facciata; brani dei paramenti quiattrocenteschiquattrocenteschi restano lungo via XX Settembre e nel cortile. Anticamente era collegato ai palazzi vicini da cavalcavia, dei quali oggi resta solo quello che dà verso la [[duomo di Foligno|cattedrale]], un tempo usato per accedere alle abitazioni costruite sulla navata laterale. La bifora e il paramento in cotto sono del XV secolo.
 
=== Cortile ===
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Gli ambienti monumentali affrescati si trovano al secondo piano. In cima alla scala si trova un ampio vano, detto Sala di Sisto IV, dal nome del [[sisto IV|pontefice]] che nel [[1475]] fece rifare il soffitto ligneo su cui compare il suo stemma. È decorata da affreschi con motivi ornamentali e figurati della fine del Quattrocento/inizio del Cinquecento, ampiamente restaurati nel [[1930]].
 
Sul altolato opposto rispetto alla scala si trova la [[Loggia di Romolo e Remo]], con affreschi di [[Gentile da Fabriano]] sulla vita dei leggendari fondatori di Roma ai quali, i [[Trinci]], volevano idealmente ricollegarsi.
 
La vicina cappella è ricoperta di affreschi di [[Ottaviano Nelli]] datati al [[1424]]. Sulla volta si trovano lo ''Sposalizio di Gioacchino e Anna'', l<nowiki>'</nowiki>''Annuncio dell'angelo'', l<nowiki>'</nowiki>''Incontro alla Porta Aurea'' e la ''Nascita di Maria''; nelle lunette ''Presentazione di Maria al Tempio'' e ''Annunciazione''; alle pareti, dalla sinistra dell'altare, ''Natività di Gesù'', ''Adorazione dei Magi'', ''Presentazione di Gesù al Tempio'', ''Annuncio a Maria della prossima morte da parte dell'angelo'', ''Congedo degli Apostoli da Maria'', ''Dormitio Virginis'', ''Funerali della Vergine'', ''Assunzione di Maria''. Al di fuori del ciclo mariano sono raffigurati inoltre la ''Crocifissione'' e i santi AntoniAntonio Abate, Domenico, Giovanni Battista e Francesco che riceve le stimmate.
 
Dalla loggia si accede alla [[Sala delle Arti liberali e dei Pianeti]], la più celebre del complesso, in cui è dispiegato un complesso programma iconografico. Il vicino corridoio è in realtà il "[[ponte sospeso (Foligno)|ponte sospeso]]" che collegava il palazzo con la cattedrale. Sempre di Gentile e della sua scuola sono le figure monumentali ma frammentarie di ''Romolo, Scipione, Giosuè, David, Giuda Maccabeo, Cesare, Alessandro Magno'' e ''Goffredo di Buglione''. Sotto l'intonaco dipinto compaiono, qua e là, i resti di una decorazione precedente a monocromo con le rappresentazioni simboliche delle età dell'uomo, motivo che ricompare, a colori e di dimensioni maggiori, sulla parete di destra.
 
Tornando verso la Sala di Sisto IV si accede alla [[Sala dei Giganti di palazzo Trinci|Sala dei Giganti]], pueanch'essa di Gentile e collaboratori, in cui si ammirano 15 delle 20 originarie figure monumentali di grandi personaggi della storia romana: ''Augusto, Tiberio, Camillo, Fabrizio, Curio Dentato, Manlio Torquato, Cincinnato, Marcello, Scipione l'Africano, Muzio Scevola, Catone, Mario, Publio Decio, Nerone'' e ''Fabio Massimo''. Qui e nelle sale attigue si trovano alcuni dipinti significativi e alcune opere archeologiche legate alla storia del palazzo e degli edifici circostanti, come le sette teste di età romana scheche nel medioevo erano state collocate all'esterno della Loggia dipinta a simboleggiare le ''Sette età dell'uomo'', o il rilievo con la ''Corsa delle quadrighe nel Circo Massimo'', del III secolo d.C. già nel [[Palazzo Comunale (Foligno)|Palazzo Comunale]].
 
I locali a nord ovest ospitano la [[Pinacoteca civica di Foligno|Pinacoteca civica]], mentre il Museo archeologico è stato allestito al primo piano: costituito nel [[1762]] dal nucleo raccolto dall'[[Accademia Fulginia]], venne sistemato nel cortile e danneggiato dai bombardamenti. Comprende materiali lapidei e epigrafi di epoca romana e tardo-romana, urne cinerarie, sarcofagi e materiali vari di scavo, provenienti da [[Santa Maria in Campis]] ([[Fulginia]]) e [[Colfiorito]] ([[Plestia]]). La collezione epigrafica si deve all'erudito seicentesco [[Ludovico Iacobilli]].
 
== Bibliografia ==