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'''''Società''''' è stata una [[rivista]] di [[politica|politica, filosofia]] e [[cultura]], a periodicità [[trimestrale]], fondata a [[Firenze]] nel [[1945]] dall'[[archeologo]] [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]], adal [[Firenze]]filosofo nelCesare [[1945]]Luporini e dallo scrittore Romano Bilenchi<ref>Il primo numero recava la data gennaio-giugno [[1945]]</ref>;, politicamente e culturalmente fiancheggiatricevicina delal [[Partito Comunista Italiano|PCI.]] con la "nuova serie" ([[1947]]), cesseràCesserà le pubblicazioni nel [[1961]]<ref>L'ultimo numero recava la data Anno XVIII, numero 6</ref>.
 
== Storia ==
'''Società''' è stata una [[rivista]] trimestrale fondata a [[Firenze]] nel [[1945]] da [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]] e(direttore daper uni gruppoprimi didue intellettualianni), [[comunista|comunistiCesare Luporini]] compostoe da [[Romano Bilenchi]] (vice-direttori), [[Martache Chiesi]]ospitando interventi filosofici, di analisi storica e [[Cesaresociale, Luporini]]letterari chee tendepoetici, a:ha rappresentato una delle voci più innovative nella ricostruzione della cultura italiana dell'immediato dopoguerra. Lo scopo è quello di "integrarsi nella nostra [[cultura]] in modo polemico e [[dialettica|dialettico]] richiamandosi alla tradizione di concretezza di quella parte di [[intellettuale|intellettuali]] del [[Risorgimento]] che riuscirono a portare l'[[Italia]] a livello [[europa|europeo]]".
 
"Società" attraversa diverse fasi, che corrispondono aia cambiamenti di [[direttore generale|direzione]] e anche ladi [[periodico|periodicità]], che varia da trimestrale a bimestrale, nonché l'[[editoria|edizione]]di editore, che passa da Einaudi di Torino (1945-46) a Leonardo di [[Firenze]] 1945-[[1949|49]], poi aancora [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] di [[Torino]] [[1950]]-[[1956]] e in seguito a Parenti di [[Milano]] dal 1956. Essa terminerà le pubblicazioni nel [[1961]].
 
Durante i primi due anni di pubblicazione, la rivista diventarappresenta launa testimonianzadelle dellamigliori ricercatestimonianze [[teoria|teorica]](insieme dellaa [[sinistraPolitecnico (politicadi Vittorini e a Studi filosofici di Banfi)|sinistra]] deldello [[Secondasforzo guerradi mondiale|dopoguerra]]una tuttaintellettualità tesacomunista nellanon direttamente espressione del partito, teso alla ricostruzione [[politica]] e [[cultura]]le della nuova dell'[[Italia]] repubblicana.<br />
Sulla rivista apparivano le discussioni e le polemiche di quel periodo seguite da una rubrica che recensiva anche le altre riviste del momento, come "[[Rinascita (rivista)|Rinascita]]", "[[Socialismo (rivista)|Socialismo]]", "[[La Nuova Europa]]", "[[Nord e Sud (rivista)|Nord e Sud]]", "[[Lo Stato Moderno]]".
 
All'aprirsi della nuova fase politica, iniziata con il '[[1947|47]], "Società" dà il via ad una nuova fase che si caratterizza maggiormente per la volontà di porsi come uno strumento utile per la ricerca politica, storica [[comunismo|comunistae filosofica]] e [[marxismo|marxista]]., Lalasciando suain fisionomiasecondo diventapiano menogli variegatainterventi letterari e iniziapoetici.]]<br ad occuparsi stabilmente della tradizione comunista italiana in relazione agli apporti internazionali./>
Entrano a far parte della redazione, accanto a Luporini (di fatto nuovo direttore), Bilenchi e Bianchi Bandinelli, intellettuali prestigiosi come Giuseppe Berti, [[Antonio Banfi|Delio Cantimori, Ludovico Geymonat, Emilio Sereni.]]
 
[[Antonio Banfi|Dal '53 la direzione passa a Carlo Muscetta e Gastone Manacorda.]] La vicenda del [[manifesto dei 101]] produce, nel '[[1957|57]], le dimissioni dei direttori<ref>Nelle lettere che durante l'inverno 1956-1957 si scambiarono [[Giulio Einaudi]] e [[Mario Alicata]] la discussione verteva, almeno "in superficie, su questioni legate a scelte editoriali (come tra l'altro la possibilità, soprattutto dopo che Muscetta ne aveva lasciato la direzione, che Einaudi continuasse a stampare la rivista "Societa'", di fatto organo culturale del Pci, oppure l'apertura e l'interesse del partito nei confronti della casa editrice milanese Feltrinelli, fondata nel 1954). Ma in realtà la vera questione (più o meno palesemente espressa) riguardava - ancora una volta - i rapporti futuri tra casa editrice e partito": v. [http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2015/06/msg00018.html Supplemento de "La nonviolenza è in cammino" (anno XVI), numero 708 del 9 giugno 2015]</ref> che vennero sostituiti da un Comitato di Direzione. In[[Antonio ogniBanfi|composto, oltre ai due fondatori Luporini e Bianchi casoBandinelli, lada rivistaMassimo continuaAloisi, adAntonio aprirsiBanfi, alleGiorgio nuoveCandeloro, Galvano della disciplineVolpe, dall'[[antropologia]]Paolo dell'[[epistemologia]]Fortunati, allaArturo [[scienzeMassolo, socialiGlauco Natoli, Giulio Pietranera, Mario Spinella]]. DuranteEssa questaterminerà fasele vengonopubblicazioni affiancatenel alla[[1961]] partee saggistica,nella diversepolitica sezioni,culturale comedel "NotePci everrà ricerche",sostituita "Rassegne",dalla "Recensioni",fondazione "Schede",nel 1963 di "Attualità eCritica discussionimarxista".
Il periodico era diviso in tre parti: la prima parte raccoglieva gli scritti [[saggio|saggistici]], la seconda i [[documento|documenti]], la terza le recensioni.<br />
Entrano a far parte della redazione intellettuali prestigiosi, come [[Mario Alicata]], [[Massimiliano Aloisi]], [[Antonio Banfi]], [[Vezio Crisafulli]], [[Carlo Muscetta]], [[Carlo Salinari]] e [[Natalino Sapegno]].
 
Quando nel '[[1953|53]] la direzione passa a [[Carlo Muscetta]] e a [[Gastone Manacorda]] la rivista inizia a perdere quei caratteri di chiusura che l'avevano caratterizzata nel periodo precedente.
 
La vicenda del [[manifesto dei 101]] produce, nel '[[1957|57]], le dimissioni dei direttori<ref>Nelle lettere che durante l'inverno 1956-1957 si scambiarono [[Giulio Einaudi]] e [[Mario Alicata]] la discussione verteva, almeno "in superficie, su questioni legate a scelte editoriali (come tra l'altro la possibilità, soprattutto dopo che Muscetta ne aveva lasciato la direzione, che Einaudi continuasse a stampare la rivista "Societa'", di fatto organo culturale del Pci, oppure l'apertura e l'interesse del partito nei confronti della casa editrice milanese Feltrinelli, fondata nel 1954). Ma in realtà la vera questione (più o meno palesemente espressa) riguardava - ancora una volta - i rapporti futuri tra casa editrice e partito": v. [http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2015/06/msg00018.html Supplemento de "La nonviolenza è in cammino" (anno XVI), numero 708 del 9 giugno 2015]</ref> che vennero sostituiti da un Comitato di Direzione. In ogni caso, la rivista continua ad aprirsi alle nuove discipline, dall'[[antropologia]] dell'[[epistemologia]], alla [[scienze sociali]]. Durante questa fase vengono affiancate alla parte saggistica, diverse sezioni, come "Note e ricerche", "Rassegne", "Recensioni", "Schede", "Attualità e discussioni".
 
== Note ==
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* [[Norberto Bobbio]], «Profilo ideologico del Novecento, XI: Il nuovo impegno». In: [[Emilio Cecchi]] e [[Natalino Sapegno]] (a cura di), ''Storia della Letteratura Italiana'', Vol. IX (Il Novecento), Milano: Garzanti, 1969, pp.&nbsp;216–224
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