Waltharius: differenze tra le versioni
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{{Libro
|titolo = Waltharius
|autore = Anonimo
|annoorig = Secolo IX
|periodo = Secolo IX
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|TRADUZIONE
|-
|Vualtarius
colla
vicerat
insignis bellis, clarior ast meritis.
Hunc Boreas
ortus et occasus
Cuius
ultra <ca>esareas scandit abhinc aquilas.
|Valtario
domando
proprio
famoso
Tremò
lo
E
salì
|}
Walther, dopo molte battaglie decide di farsi monaco in un monastero con regole molto rigide. Per testare quanto i monaci fossero rigorosi, decide di legare delle campanelle a un bastone che agita durante i suoi pellegrinaggi. Egli, tuttavia, trova sempre monaci distratti che prestano più attenzione al tintinnio che alle Sacre Scritture, finché non arriva in Novalesa: come al solito, agita i campanellini, ma nessun monaco gli presta attenzione, tanto sono intenti nei loro doveri monacali. Solo un bambino si distrae, incuriosito dai campanellini, e per buona risposta un precettore gli assesta uno schiaffo. Walther decide così che la Novalesa è il posto giusto per lui.
[[File:Chronicon Novalicense Nardini big.jpg|miniatura|257x257px|Il ''[[Chronicon Novalicense]]'']]
A un certo punto, l'abate chiede a Walther di sostenere una missione di recupero presso alcuni predoni. L'abate sa benissimo che Walther è una persona coraggiosa e diplomatica e lo incoraggia a partire, senza però attaccare i predoni, cercando solo di contrattare con loro lo scambio del bottino<ref>Questo dettaglio ricalca molto la diplomazia con cui Walther, nel ''Waltharius'', si rivolge a Camalone di Metz prima degli scontri sui Vosgi.</ref>. A Walther viene raccomandato fortemente di non rispondere con la violenza, nemmeno se i predoni dovessero arrivare a umiliarlo.
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Edoardo D'Angelo rilegge il ''Waltharius'' alla luce di un'interpretazione biblica. La chiave di volta per l'interpretazione dell'opera è il sogno di Hagen che rimanderebbe al contesto storico delle guerre di successione dopo la morte di [[Ludovico il Pio]], avvenuta nel 840: le mutilazioni di Gunther, Hagen e Walther corrisponderebbero alla spartizione del regno di Ludovico fra i suoi figli (a [[Lotario I|Lotario]] la regione centrale, a [[Ludovico II il Germanico|Ludovico il Germanico]] la parte orientale, a [[Carlo il Calvo]] la parte occidentale)<ref>Le mutilazione dei corpi, secondo D’Angelo, si riferirebbe ad alcuni passi biblici. Nello specifico, cfr. Mc 9, 42-48, Dn 2, 33 1, Sam 17, 38-39, Sam 17, 1-2.</ref>.
La problematica politica presente nel ''Waltharius'' sarebbe quella della necessità dell'unità della monarchia<ref>''Waltharius'', a cura di E. D’Angelo, p 13.</ref>. Se l'anonimo poeta vuole prendere le distanze dalla situazione fratricida e litigiosa che dilania il regno di [[Ludovico il Pio|Ludovico]], bisogna ammettere l'840 come ''terminus post quem'' per la
==== Il sogno di Hagen ====
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Nella cultura germanica antica, esistevano degli antichi riti sciamanici in cui venivano assunte sostanze allucinogene naturali e sangue dell'animale-totem. Attraverso la vestizione con le pelli e le allucinazioni generate dalle droghe naturali, il guerriero assorbiva la potenza dell'animale guida. Questi guerrieri erano i [[Berserkr|Berserkir]]<ref>Dei berserker sembra parlare anche [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] nella ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'' in riferimento alle strategie di combattimento di alcune popolazioni germaniche: «Gli Arii, oltre ad avere forze superiori a quelle dei popoli sopra citati, accrescono nel loro truce aspetto la loro naturale ferocia con l’artificio e con la scelta del momento per combattere; portano scudi neri, si tingono il corpo e scelgono per la battaglia notti di tenebra; col solo orrore di questo esercito di neri fantasmi essi incutono terrore, poiché nessun nemico può reggere a quella straordinaria e quasi infernale visione, dato che in ogni battaglia i primi ad essere soggiogati sono gli occhi» (Tacito, ''La vita di Agricola. Germania'', Rizzoli, Milano 1990, p. 285, nota 43.6).</ref> (“pelli d'orso”) e gli [[Úlfheðinn|Ulfedhnar]] (“pelle di lupo”). È possibile che questo elemento [[Folclore|folklorico]] sia entrato nel sostrato della saga.
La descrizione di Walther conserva i tratti del condottiero germanico arcaico, la cui forza è il risultato dell'esercizio diurno che è quasi un dato naturale di quell'etnia<ref>Cfr. Andreolli, ''L’orso nella cultura nobiliare
=== La tesi di Florio ===
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Questi tre codici, a differenza di quelli della famiglia δ, presentano il prologo di Geraldo.
Alla famiglia γ va aggiunto il cosiddetto frammento di [[Lorsch]] (Hamburg,
=== La tesi di Turcan-Verkerk ===
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L'autore doveva probabilmente essere un personaggio di spicco dell'entourage di [[Carlo il Calvo]] e molto erudito, capace di padroneggiare la cultura romanza e la cultura germanica, forse era un monaco letterato: Turcan pensa a [[Valafrido Strabone]] come possibile autore, per le citazioni interne e perché molto vicino a [[Carlo il Calvo]]. Valafrido polemizzò contro l'avarizia nel ''De imagine Tetrici'', un poema di carattere allegorico organizzato come un dialogo fra il poeta e la sua ispirazione<ref>Tuttavia, stando alle osservazioni di D’Angelo sulla tecnica versificatoria del ''Waltharius'', Walafrido possiede un ''usus scribendi'' diverso da quello del ''Waltharius''. Per un esame dettagliato e un confronto fra Waltharius e Walafrido, si rimanda a Edoardo D’Angelo, ''Indagini sulla tecnica versificatoria nell’esametro del'' Waltharius, Centro di studi sull’antico cristianesimo, Catania 1992.</ref>.
Immaginando quindi l'autore vicino all'[[Aquitania]] (centro importante, ma non luogo di provenienza del poema), Anne-Marie Turcan-Verkerk propone di identificate [[Carlo il Calvo]] con Walther<ref>Sarebbe dunque significativo che Walther venga
== Galleria d'immagini ==
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File:
File:Frammento di lorsch.jpg|Il frammento manoscritto di Lorsch
▲File:Screenshot 20201201-081915 PowerPoint.jpg|Area di diffusione originaria del ''Waltharius''; in rosso, i centri principali
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