Galleria Umberto I: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|l'edificio storico di Torino|Galleria Umberto I (Torino)}}
{{Nd|[[Strade di Napoli|il corso napoletano]]|Corso Umberto I}} {{F|architettura|dicembre 2024}}
{{Edificio civile
|nome edificio = Galleria Umberto I
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|ascensori =
|costo =
|architetto = (in ordine cronologico)
|ingegnere =
|appaltatore = Società dell'Esquilino di Roma
|costruttore = Bonificamento di Santa Brigida
|proprietario =
|committente =
}}
La '''galleria Umberto I''' è una [[galleria commerciale]] costruita a [[Napoli]] tra il [[1887]] e il [[1890]]. È
== Storia ==
La zona su cui sorge la galleria era già intensamente urbanizzata nel [[XVI secolo]] ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da [[via Toledo]] sboccavano di fronte a [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]]. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa), case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere. La fama conquistata dalla zona nei secoli, già nota a [[Giambattista Basile]] che immortalò le donne di malaffare del luogo nella sua opera ''Le muse napolitane'', si mantenne per quasi tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]].▼
[[File:GalleriaUmbertoINaplesarchitetto.jpg|thumb|left|Monumento all'architetto [[Emmanuele Rocco]]]]▼
▲La zona su cui sorge la galleria era già intensamente urbanizzata nel [[XVI secolo]] ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da [[via Toledo]] sboccavano di fronte a [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]]. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa) case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere. La fama conquistata dalla zona nei secoli, già nota a [[Giambattista Basile]] che immortalò le donne di malaffare del luogo nella sua opera ''Le muse napolitane'', si mantenne per quasi tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]].
Negli [[Anni 1880|anni ottanta]] del XIX secolo il degrado del luogo toccò punte estreme: nei vicoli si ergevano edifici a sei piani, la situazione igienica era pessima e non fa meraviglia che tra il [[1835]] ed il [[1884]] in questa area si fossero verificate ben nove epidemie di [[colera]]. Sotto la spinta dell'opinione pubblica, dopo l'epidemia del [[1884]] si cominciò a considerare un intervento governativo.
Nel [[1885]] fu approvata la legge per il risanamento della città di Napoli (quel periodo fu appunto detto "[[Risanamento di Napoli|del risanamento]]"), grazie alla quale la zona di Santa Brigida ricevette una nuova definizione territoriale. Furono presentate varie proposte, il progetto che risultò vincente fu quello dell'ingegner
=== Incidente del 2014 ===
Il pomeriggio del 5 luglio [[2014]] è avvenuto il crollo di una parte del cornicione del rosone della galleria, presso l'entrata in [[
== Descrizione ==
=== Esterno ===
L'ingresso principale, che si apre su via San Carlo, è costituito da una facciata ad [[esedra]], che in basso presenta un porticato architravato, retto da colonne di [[travertino]] e due archi ciechi, l'uno d'accesso alla galleria, l'altro aperto sull'[[
[[File:Galleria Umberto I – esterno – Napoli 2013-05-16 BW.jpg|thumb|Ingresso principale alla Galleria]]▼
▲L'ingresso principale, che si apre su via San Carlo, è costituito da una facciata ad [[esedra]], che in basso presenta un porticato architravato, retto da colonne di [[travertino]] e due archi ciechi, l'uno d'accesso alla galleria, l'altro aperto sull'[[Deambulatorio|ambulacro]]. Seguono un ordine di finestre a serliana, separate da coppie di lesene dal capitello composito, ed un secondo piano con finestre a bifora e lesene simili alle precedenti. L'attico presenta coppie di finestre quadrate e [[Lesena|lesene]] dal capitello [[Ordine tuscanico|tuscanico]], queste ultime tra le finestre sono scanalate.
L'arco di destra mostra, sulle colonne, da sinistra verso destra, l
[[File:ParticolarGalleriaUmbertoI.jpg|thumb|left|Particolare del soffitto dell'ingresso principale]]▼
[[File:FromGalleriaToSCarlo2.JPG|thumb|left|Vista verso il [[teatro San Carlo|San Carlo]]]]▼
▲L'arco di destra mostra, sulle colonne, da sinistra verso destra, l<nowiki>'</nowiki>''Inverno'', la ''Primavera'', l<nowiki>'</nowiki>''Estate'' e l<nowiki>'</nowiki>''Autunno'', soggetti tradizionali che rappresentano lo svolgersi del tempo a cui sono legate le attività umane, il ''Lavoro'' e il ''Genio della scienza''. Sul fastigio troviamo il ''Commercio'' e l<nowiki>'</nowiki>''Industria'' semisdraiati ai lati della ''Ricchezza'', miti della società borghese.
L'arco di sinistra mostra, sulle colonne, i quattro continenti l
Le facciate minori hanno una struttura simile ma presentano unicamente decorazioni in stucco. La facciata su via Toledo reca, ai lati dell'ingresso, due coppie di putti con scudi nei quali sono rappresentati gli emblemi dei due seggi di Napoli: il cavallo frenato per Capuana a destra, ed una porta per Portanova a sinistra. La facciata su via Santa Brigida presenta, negli scudi retti dai putti, gli emblemi dei seggi di Porto, con l'uomo marino a sinistra, e di Montagna con i monti a destra. Ai lati dell'arco ci sono due pannelli allusivi alla guerra e alla pace. La facciata di via Verdi ha, negli scudi, gli emblemi del seggio di Nido, con un cavallo sfrenato a sinistra, e del Popolo, con la P a destra. Ai lati dell'arco sono presenti due pannelli allusivi all'abbondanza e alla ricchezza caratterizzati dalla coltivazione della terra e dall'esercizio della navigazione.
=== Interno ===
L'interno della galleria è costituito da due strade che si incrociano ortogonalmente, coperte da una struttura in ferro e vetro. Le delimitano alcuni palazzi, quattro dei quali con accesso dall'ottagono centrale. Le loro facciate rispecchiano quella principale: l'ordine inferiore, infatti, è diviso da grandi lesene lisce, dipinte a finto marmo che inquadrano gli ingressi dei negozi e dei soprastanti mezzanini. Seguono al primo piano le serliane, al secondo le bifore, nell'attico le finestre quadrate.
La volta in vetro e ferro, progettata da Paolo Boubée, riesce ad armonizzarsi perfettamente con la struttura in muratura: a ciò contribuisce lo stretto rapporto fra le strutture portanti in muratura e quelle in ferro. Negli otto pennacchi della cupola otto figure femminili in rame sostengono altrettanti lampadari. Gli ampi ventagli posti nelle testate dei bracci recano complesse scene in stucco, tutte in relazione con la musica. Sul [[tamburo (architettura)|tamburo]] della cupola, decorato con finestre a semicerchio, è visibile la [[Stella di Davide]], riproposta in tutte e quattro le finestre. La ragione della sua presenza è dovuta al fatto che la Galleria Umberto I è la sede storica della massoneria napoletana, in particolare della loggia massonica Grande Oriente d'Italia. La stella di David in questo caso - oltre essere sé stessa - in quanto è formata da due triangoli invertiti, rappresenta il simbolo della massoneria.
[[File:Cupola_Galleria_Umberto_I.jpg|thumb|left|La cupola della Galleria vista dall'interno]]▼
Nel pavimento sotto la cupola si trovano mosaici con venti e segni dello zodiaco firmati dalla ditta Padoan di Venezia, che li realizzò nel [[1952]] a sostituzione degli originali danneggiati dal calpestio e dalla guerra. I bombardamenti provocarono la distruzione di tutte le coperture in vetro. Presso gli ingressi busti e lapidi commemorano luoghi scomparsi e coloro che parteciparono alla realizzazione dell'opera.
Nel braccio verso via Verdi si trova una scritta che ricorda la locanda Moriconi che nel [[1787]] aveva ospitato [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]. Entrando invece dal lato del [[Teatro San Carlo]] ci si imbatte nella lapide dedicata a Paolo Boubée. Nella parte sottostante la galleria esiste un'altra crociera, di dimensioni minori, con al centro il teatro della ''[[Belle Époque]]'', il [[Salone Margherita (Napoli)|Salone Margherita]], che per più di vent'anni fu la sede principale dello svago notturno dei napoletani, accogliendo diversi importanti personalità nazionali come: [[Matilde Serao]], [[Salvatore Di Giacomo]], [[Gabriele D'Annunzio]], [[Roberto Bracco]], [[Ferdinando Russo]], [[Eduardo Scarfoglio]]
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File:GalleriaUmbertoIStatue.jpg|Vista interna
File:GalleriaUmbertoINaplesinside2.jpg|Vista interna
File:GalleriaUmbertoINapoli.JPG|Vista interna
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== Nel ventunesimo secolo ==
Progettata anche con l'intento di essere essa stessa un'opera monumentale, al pari delle altre circostanti ([[Maschio Angioino]], [[Teatro di San Carlo|Real Teatro San Carlo]], [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]], [[Basilica di San Francesco di Paola (Napoli)|basilica di San Francesco Di Paola]])<ref name=car/> la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli, grazie anche all'ubicazione che la vede circondata dalle strade dello struscio quali [[via Toledo]], [[via Santa Brigida]] e la non lontana [[via Medina]]. Anche per la sua vicinanza a importanti luoghi della cultura e della politica, la Galleria ben presto divenne anche centro mondano della città, a tal punto da essere scelta nel 1896 come sede della prima sala cinematografica della città, nonché una delle prime in Italia, voluta dal padovano [[Mario Recanati]], dove furono proiettati i primi film dei [[Auguste e Louis Lumière|fratelli Lumière]].<ref>{{cita web |url = http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=542932&KeyW= |titolo = Mario Recanati il pioniere del cinema a Napoli |pubblicazione = Il Denaro.it |urlmorto = sì }}</ref>▼
[[File:Galleria Umberto I da piazza del Plebiscito.jpg|left|thumb|La galleria da [[piazza del Plebiscito]]]]▼
Questa ha ospitato per oltre 50 anni gli ''sciuscià''<ref name=car/>, i lustrascarpe della città. Farsi lustrare le scarpe all'interno della galleria, era una usanza consentita agli uomini ''chic'' della città di Napoli. Oggi questo "rito" è scomparso,
▲Progettata anche con l'intento di essere essa stessa un'opera monumentale, al pari delle altre circostanti ([[Maschio Angioino]], [[Teatro di San Carlo|Real Teatro San Carlo]], [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]], [[Basilica di San Francesco di Paola (Napoli)|basilica di San Francesco Di Paola]])<ref name=car/> la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli, grazie anche all'ubicazione che la vede circondata dalle strade dello struscio quali [[via Toledo]], [[via Santa Brigida]] e la non lontana [[via Medina]]. Anche per la sua vicinanza a importanti luoghi della cultura e della politica, la Galleria ben presto divenne anche centro mondano della città, a tal punto da essere scelta nel 1896 come sede della prima sala cinematografica della città, nonché una delle prime in Italia, voluta dal padovano [[Mario Recanati]], dove furono proiettati i primi film dei [[Auguste e Louis Lumière|fratelli Lumière]].<ref>{{cita web |url = http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=542932&KeyW= |titolo = Mario Recanati il pioniere del cinema a Napoli |pubblicazione = Il Denaro.it}}</ref>
All'interno della galleria ci sono gli ingressi di quattro stabili, strutturati su cinque piani, di cui i primi due sono utilizzati quasi unicamente per le attività commerciali presenti in Galleria (per lo più negozi di moda e abbigliamento, ristoranti e caffè e un
▲Questa ha ospitato per oltre 50 anni gli ''sciuscià''<ref name=car/>, i lustrascarpe della città. Farsi lustrare le scarpe all'interno della galleria, era una usanza consentita agli uomini ''chic'' della città di Napoli. Oggi questo "rito" è scomparso, anche se è rimasto un ultimo sciuscià "veterano", che continua la tradizione all'ingresso della Galleria sul lato di [[Via Toledo]].
[[File:NapoliGalleriaUmbertoIDaSanMartino.jpg|thumb|La galleria Umberto I vista dalla certosa di San Martino]]▼
Al secondo piano della facciata principale c'è il [[museo del corallo]]
▲All'interno della galleria ci sono gli ingressi di quattro stabili, strutturati su cinque piani, di cui i primi due sono utilizzati quasi unicamente per le attività commerciali presenti in Galleria (per lo più negozi di moda e abbigliamento, ristoranti e caffè e un fastfood), mentre gli ultimi tre piani sono destinati ad uffici, qualche abitazione privata e ad alberghi. L'interno degli edifici ha recentemente subito un intervento di restauro che ha riportato all'aspetto originario le molte sculture decorative, gli imponenti busti e le caratteristiche decorazioni [[Art Nouveau|liberty]]. I lavori di restauro tuttavia non sono ancora ultimati ma pian piano procedono per riportare questa splendida struttura al suo antico splendore
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==Collegamenti==
▲Al secondo piano della facciata principale c'è il [[museo del corallo]] e ne occupa la gran parte, dai balconi del museo i rilievi di stucco della facciata del [[Teatro di San Carlo]] sono quasi “a portata di mano” e così pure le famose sculture marmoree di [[Carlo Nicoli]] che severamente sostengono le ampie finestre dei saloni principali.
[[File:Metropolitana di Napoli - Linea 1 logo.svg|18px]] [[File:Metropolitana di Napoli - Linea 6 logo.svg|18px]] È raggiungibile tramite la stazione [[Municipio (metropolitana di Napoli)|Municipio]] della [[Metropolitana di Napoli|metropolitana]].
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita
* {{Cita libro |autore =
* {{Cita libro |autore = [[Donatella Mazzoleni]] |autore2 = Mark E. Smith |titolo = I palazzi di Napoli |città = Venezia |editore = Arsenale Editore |anno = 2007 |isbn = 88-7743-269-1 |cid = D. Mazzoleni}}
== Voci correlate ==
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* [[Salone Margherita (Napoli)]]
* [[Museo del corallo]]
* [[Galleria Alberto Sordi]]
* [[Galleria Vittorio Emanuele II]] ([[Milano]])
* [[Galleria Vittorio Emanuele III]] ([[Messina]])
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[[Categoria:Gallerie commerciali di Napoli|Umberto]]
[[Categoria:Architetture neorinascimentali
[[Categoria:Edifici costruiti nel 1887]]
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