Pordenone: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Pordenone
|Nome ufficiale = {{it}}Pordenone<br/>{{fur}} Pordenon<ref>Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi {{Cita web|url=https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/|titolo=Toponomastica ufficiale}}</ref>
|Nome ufficiale =
|Panorama = Pordenone-Palazzo comunale e campanile del Duomo di San Marco.jpg
|Didascalia = Palazzo comunale e campanile della [[duomo di Pordenone|Concattedrale di San Marco Evangelista]]
|Bandiera = Pordenone-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Pordenone-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Friuli-Venezia Giulia
|Divisione amm grado 2 = noPordenone
|Amministratore locale = [[Alessandro CirianiBasso]]
|Partito = [[IndipendenteFratelli d'Italia (politica)|indipendente]]partito di [[destra (politicapolitico)|destraFdI]]
|Data elezione = 2018-64-20162025
|Data istituzione =
|Abitanti = 51568
|Note abitanti = {{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens/query.php?anno=2020&lingua=ita&Rip=S2&Reg=R06&Pro=P093&Com=33&submit=Tavola|titolo=Statistiche demografiche ISTAT (dati provvisori)|sito=Demo.ISTAT.it|data=31 dicembre 2020|accesso=9 aprile 2021}}
|Aggiornamento abitanti = 31-12-2020
|Sottodivisioni = Comina, Borgomeduna, Rorai Grande, San Gregorio - Le Grazie, [[Torre (Pordenone)|Torre]], [[Vallenoncello]], Villanova
|Divisioni confinanti = [[Azzano Decimo]], [[Cordenons]], [[Fiume Veneto]], [[Pasiano di Pordenone]], [[Porcia]], [[Prata di Pordenone]], [[Roveredo in Piano]], [[San Quirino (Italia)|San Quirino]], [[Zoppola]]
|Lingue = [[lingua italiana|italiano]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2459
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Pordenone all'interno dell'ex provincia omonima.
}}
'''Pordenone''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[pordeˈnone]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=Pordenone|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|sito=www.dipionline.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>, {{Audio|It-Pordenone.ogg}}, ''Pordenon'' in [[Lingua veneta|veneto]] e in [[Lingua friulana|friulano]]<ref name="friulano">{{Cita web |url=https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/|titolo=Toponomastica ufficiale - ARLeF|sito=ARLeF.it|data=2014|accesso=9 settembre 2020}}</ref> e in [[Lingua veneta|veneto]], ''Portenau'' in [[Lingua tedesca|tedesco]]<ref>{{Cita libro|nome=Franz|cognome=Raffelsperger|titolo=Allgemeines geographisch-statistisches Lexikon aller österreichischen Staaten: nach amtlichen Quellen, den besten vaterländischen Hilfswerken und Original-Manuscripten, von einer Gesellschaft [von] Geographen, Postmännern und Staatsbeamten|url=https://books.google.ca/books?id=g9MUAAAAYAAJ&pg=PT275&lpg=PT275&dq=pordenone+portenau&source=bl&ots=eEf0v2Psh6&sig=UyGkJ5X9xwOk2WrNiMGvCPB5SpU&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiY0frUlebcAhWRHzQIHToJD4kQ6AEwD3oECAEQAQ#v=onepage&f=false|accesso=11 agosto 2018|data=1847|editore=Typogeographische Kunstanstalt|lingua=de}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:51568Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> del [[Friuli-Venezia Giulia]].
 
Principale città del [[Friuli occidentale]] (o ''destra [[Tagliamento]]''), postasorta lungosulla lesponda spondeoccidentale del fiume [[Noncello]] (il cui breve decorsocorso confluiscetermina poco oltre nel fiume [[Meduna]], principale affluente del [[Livenza]]), al centro di un'[[area urbana]] di circa {{formatnum:86000}} abitanti costituita con il comune di [[Cordenons]], a est, e quello di [[Porcia]], a ovest, la sua passata vocazione portuale si evidenzia nel nome ''Portus Naonis'' (in [[lingua latina|latino]] ''"porto del <nowiki>[</nowiki>[[fiume]]<nowiki>]</nowiki> Naone"'' [o ''"[[Noncello]]"''<nowiki>]</nowiki>).
 
Già capoluogo dell'[[provincia di Pordenone|omonima provincia]], è sede dell'omonimo [[ente di decentramento regionale]] (EDR), istituito con Legge regionale 29 novembre 2019, n. 21 ("Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionale"), ed operativo dal 1º luglio 2020.
Anche a seguito della soppressione della provincia, il comune di Pordenone (come quelli di [[Trieste]], [[Gorizia]] e [[Udine]]) mantiene comunque le prerogative connesse alla qualificazione di "[[capoluogo di provincia]]"<ref>Art. 46 della legge regionale n. 20 del 9 dicembre 2016.</ref>.
 
==Geografia fisica==
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Il territorio di Pordenone si trova nella bassa pianura friulana della [[Pianura padana|Pianura padano-veneta]], a Sud delle [[Prealpi Carniche]]. La collocazione del primo insediamento non è casuale: si trovava infatti su un percorso alternativo alla [[via Postumia]], detto "stradalta"<ref>{{Cita libro|autore=Guido Rosada|curatore=Comune di Pordenone - Comune di Gemona del Friuli|titolo=Viabilità e centuriazione del Friuli romano. L'infrastruttura logistica in una regione di frontiera militare ed economica|anno=1997|editore=Editrice Grafiche Vianello srl/VianelloLibri|città=Treviso|p=25|opera=Dalla Serenissima agli Asburgo Pordenone Gemona. L'antica strada verso l'Austria}}</ref>, che metteva in comunicazione le città romane di ''Opitergium'' ([[Oderzo]]) e ''Iulia Concordia'' ([[Concordia Sagittaria]]) con ''Bellunum'' ([[Belluno]]) e ''Iulium Carnicum'' ([[Zuglio]]) e la regione del [[Norico (provincia romana)|Norico]].
 
LaCome tutta la bassa pianura pordenonesefriulana, la zona è caratterizzata da abbondanza di acque e dal fenomeno delle [[risorgiva|risorgive.]]<ref>{{Cita news|autore = Livio Poldini|titolo = Due tipici habitat della pianura pordenonese. "Magredi" e risorgive|pubblicazione = Le Tre Venezie|numero=9|serie= Anno XI|data = Settembresettembre 2004 |pp = 6-15}}</ref>
 
=== Clima ===
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== Storia ==
{{F|centri abitati del Friuli-Venezia Giulia|data=maggio 2008}}
{{Storia del Friuli}}
 
=== Antichità ===
In [[Repubblica romana|epoca romana]] il nucleo urbano era situato nell'alto corso del fiume [[Noncello]], pressappoco nel luogo dove oggi sorge la frazione di [[Torre (Pordenone)|Torre]]. Le origini romane della città trovarono conferma nelle scoperte avvenute nel ventesimo secolo. Il conte Giuseppe di Ragogna, aristocratico possidente del castello di Torre, rinvenne, a seguito di una campagna di scavi (1940-1948;, 1950-1952), i resti di una [[villa romana]], adibita anche a sito di lavorazione e stoccaggio di prodotti agricoli e merci (la ricchezza dei reperti ritrovati, quali lacerti di affreschi di mano sapiente e materiale musivo di raffinata fattura, rispecchiano l'elevata agiatezza dei committenti). Il luogo venne scelto probabilmente per la presenza, più a nord, di un ampio guado fluviale, raggiungibile facilmente a piedi dalla "villa", presso la quale probabilmente esisteva anche un piccolo approdo fluviale.<ref>Cfr. ''Diplomatarium Portusnaonense'', a cura di Giuseppe Valentinelli, Pordenone, Concordia sette, 1984.</ref>
 
=== Medioevo ===
Con l'inizio del periodo [[Alto Medioevo|alto-medievale]] (dal [[VI secolo]]) le vie fluviali assunsero maggiore importanza e il nucleo della città si spostò, di conseguenza, verso valle, in una posizione che permettesse l'approdo di barche di stazza maggiore. La città si sviluppò quindi sulla sponda destra del fiume Noncello, presso una insenatura che approfittava di una ''motta'' (collinetta, terrapieno) circondata a ovest dalla roggia Codafora e a nord-est da quella dei Molini.
 
Come il resto del Friuli fu parte del [[Ducato del Friuli]] longobardo e successivamente della [[Marca del Friuli]], anche se tutto il periodo che va dall'epoca romana fino a circa il [[X secolo]] è, comunque, poco documentato. Recenti ritrovamenti nell'area del duomo di San Marco, e in particolare nell'area antistante il municipio e sotto il Palazzo Ricchieri<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marco Tonon|anno=1998|titolo=Necropoli di palazzo Ricchieri (Pordenone - scavo 1985)|rivista=Aquileia nostra: bollettino dell'Associazione nazionale per Aquileia|numero=LVIII|p=221}}</ref>, mostrano che Pordenone fu abitata, all'incirca sotto il regno di [[Berengario del Friuli|Berengario]], da popolazioni provenienti dalla [[Carinzia]], che all'epoca era di cultura slava (Carantani). Il primo probabile riferimento all'abitato di Pordenone si ha nel [[1204]] nel diario di viaggio di [[Volchero di Erla|Wolger]], vescovo di Passau, che sarebbe diventato patriarca di Aquileia.<ref name="Storia di Pordenone 1">{{Cita libro|titolo=Storia di Pordenone|autore=Fulvio Comin|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2008|capitolo=Dal millecento al milletrecento|p=18|ISBN=978-88-89199-76-3}}</ref>
 
Per un breve periodo in cui la città fu parte integrante della Patria del Friuli, all'inizio del [[XIII secolo]], probabilmente dopo il [[1221]], i [[Babenberg]], [[duca|duchi]] di [[Austria]] e di Stiria e già signori di [[Cordenons]], ottennero dai signori di Castello, vassalli del Patriarca, il dominio su Pordenone.<ref name="Città dipinta medioevo">{{Cita libro|titolo=PORDENONE La Città Dipinta|autore=Fulvio Comin|autore2=Pierfranco Fabris|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2017|capitolo=Pordenone cosa c'era|pp=16-18|ISBN=978-88-6391-273-9}}</ref> È curioso osservare che i reali di Spagna, da ultimo [[Filippo VI di Spagna]], si fregiano tutt'oggi del titolo di signori di Pordenone<ref>{{Cita news|titolo = Abdica Juan Carlos "signore di Pordenone" - Tra i tanti titoli che il sovrano di Spagna cederà al figlio c’è anche quello che lo lega alla provincia|pubblicazione = Messaggero Veneto|data = 3 giugno 2014}}</ref><ref>{{Cita news |titolo = Re Juan Carlos di Borbone abdica e lascia anche i suoi 'titoli friulani'. Una piccola parte del palmarès del monarca spagnolo è legata al nostro territorio. Al titolo di re di Spagna vengono infatti associate due onorificenze 'local'|pubblicazione = UDINETODAY|data = 3 giugno 2014}}</ref>, duca di Carinzia e [[Stiria]]. I Babenberg diedero in concessione a signori locali, tra cui i signori di Ragogna, i compiti di amministratori ed esattori.<ref name="Storia di Pordenone 1"/> Con l'estinzione nel [[1246]] della famiglia dei Babenberg, i loro possedimenti tornarono all'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]].<ref name="Città dipinta medioevo"/>
 
Pordenone venne conquistata da re [[Ottocaro II di Boemia]] durante la sua occupazione dei ducati d'Austria, di Stiria, Carinzia e Carniola tra il [[1257]] e il [[1270]].<ref name="Città dipinta medioevo" /> Nel 1270 Ottocaro si proclamò "dominus Portusnaonis", sottolineando l'importanza che dava al dominio pordenonese.<ref name="Città dipinta medioevo" /> Quando nel [[1276]] Ottocaro, sconfitto, fu costretto a restituire all'imperatore [[Rodolfo I d'Asburgo]] tutte le terre austriache e i domini vicini, anche Pordenone torna in mani imperiali<ref name="Città dipinta medioevo" />, tanto che nel [[1282]] Pordenone divenne patrimonio personale della [[Casa d'Asburgo|Casa d'Austria]], rappresentando ''[[de facto]]'' un'[[enclave]] dell'[[arciducato d'Austria]] nel territorio del [[stato patriarcale di Aquileia|patriarcato di Aquileia]].
 
Il castello di Torre e il piccolo territorio circostante, dopo le incursioni di [[Gregorio da Montelongo]] nel [[1262]], divennero invece proprietà dei patriarchi di [[Aquileia]], che, successivamente, li concedono in [[feudo]] ai nobili di Prata e poi permutati con i signori di [[Ragogna]].
 
Il villaggio di Vallenoncello appartenne per un lungo periodo al vescovo di [[Salisburgo]].
 
Tra il [[XIII secolo|XIII]]e eil [[XIV secolo]] la frammentazione politica della zona si accentuò ulteriormente perché [[Corva (Azzano Decimo)|Corva]] (attuale frazione di [[Azzano Decimo]]) venne data ai di Prata che acquisiranno anche alcune parti di [[Fiume Veneto]].
 
Nel [[1291]] il duca [[Alberto I d'Asburgo]] concede alla città un primo statuto<ref name="Città dipinta medioevo"/> che rimase in vigore fino al [[1438]], quando fu steso un nuovo statuto più adeguato alle nuove necessità del comune.<ref name="Storia di Pordenone 2">{{Cita libro|titolo=Storia di Pordenone|autore=Fulvio Comin|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2008|capitolo=Dal millecento al milletrecento|p=28|ISBN=978-88-89199-76-3}}</ref> Questo secondo testo rimase in vigore fino all'inizio del [[Cinquecento]].<ref name="Storia di Pordenone 2"/> Nel [[XIV secolo]] l'insediamento di Pordenone si ingrandì notevolmente grazie ai fiorenti traffici commerciali fluviali e, nel [[1314]], le venne conferito lo status di città.<ref>{{Cita libro|autore=|curatore=Touring club italiano|titolo=Guida d'Italia: Friuli Venezia Giulia|collana=Guide rosse|anno=1982|editore=Touring Editore|p=460}}</ref> Il 23 agosto [[1318]] un furioso incendio devastò la città che fino ad allora era costruita quasi completamente in legno. Dopo questo disastro fu presa la decisione di ricostruire la città con edifici in pietra.<ref name="Città dipinta medioevo"/> Nel [[1347]] fu inaugurato il campanile<ref>{{Cita libro|autore=Franco Cardini|titolo=L'Italia medievale|collana=Guide cultura|anno=2004|editore=Touring Editore|posizione=voce: Pordenone}}</ref>, edificato accanto al [[Duomo di Pordenone|duomo di San Marco]]. Il pordenonese rimase sempre un territorio di interesse per i Patriarchi, che più volte tentarono di conquistarlo.<ref>{{Cita libro|titolo=Storia di Pordenone|autore=Fulvio Comin|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2008|capitolo=Dal millecento al milletrecento|p=32|ISBN=978-88-89199-76-3}}</ref> L'attuale stemma della città venne concesso all'inizio del [[XV secolo|1400]] da [[Guglielmo I d'Asburgo]]. Lo stemma è quasi uguale a quello che era stato concesso in precedenza da Ottocaro.<ref name="Storia di Pordenone 3">{{Cita libro|titolo=Storia di Pordenone|autore=Fulvio Comin|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2008|capitolo=Il quattrocento|ppp=39-42|ISBN=978-88-89199-76-3}}</ref>
 
Durante l'invasione veneziana del [[1420]] che portò all'annessione dello [[stato patriarcale di Aquileia]] alla [[repubblica di Venezia]] i possedimenti asburgici non verranno toccati.<ref name="Storia di Pordenone 3"/> Pordenone continua quindi a essere un'enclave austriaca. Nel [[1499]] il Friuli subì la peggiore invasione turca della sua storia. I turchi (che erano in realtà soprattutto bosniaci) seminarono morte e devastazione anche nei dintorni di Pordenone, mentre la città stessa riuscì a salvarsi grazie alle sue mura. I turchi infatti non erano in grado di sostenere un assedio.<ref>{{Cita libro|titolo=Storia di Pordenone|autore=Fulvio Comin|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine|città=Pordenone|anno=2008|capitolo=Il quattrocento|ppp=56-59|ISBN=978-88-89199-76-3}}</ref>
 
La città subì - come quasi tutte le città del tempo - anche molte pestilenze ed epidemie (nel [[1444]], [[1485]], [[1527]], [[1556]] e [[1576]]), la peggiore delle quali avvenne nel [[1630]], quando morì quasi la metà della popolazione.
 
La città subì - come quasi tutte le città del tempo - anche molte pestilenze ed epidemie (nel 1444, 1485, 1527, 1556 e 1576), la peggiore delle quali avvenne nel 1630, quando morì quasi la metà della popolazione.
=== Età moderna ===
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
Il 20 aprile [[1508]] il [[capitano di ventura]] [[Bartolomeo d'Alviano]] "guida le armi venete alla conquista di Pordenone"<ref>{{Cita news|autore = Comune di Pordenone|titolo = Gli Statuti della Città di Pordenone 1291 - 1991, "Dall'aquila al leone"|pubblicazione = Pordenone Oggi|data = 16 giugno 1993|editore = Edizioni Il Prisma|citazione = guida le armi venete alla conquista di Pordenone|p = 10}}</ref>, togliendola agli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] per conto della [[repubblicaRepubblica di Venezia]]. Venezia mantenne la città solo per un biennio poiché nel [[1509]] la perse nuovamente per conto delle truppe asburgiche. Tuttavia, nel [[1514]], lo stesso Bartolomeo d'Alviano la riportò definitivamente sotto il controllo della Serenissima. Il passaggio definitivo dagli Asburgo a Venezia, tuttavia, avvenne solo con la [[Dieta di Worms (1521)|Dieta di Worms]] del 3 maggio 1521.<ref>{{cita libro|titolo=Storia del Friuli|autore=Pio Paschini|editore=Arti Grafiche Friulane|città=Udine|anno=1975|p=784}}</ref> Nonostante ciò, Venezia non governò direttamente la città, preferendopoiché concederlapreferì concedere la città in [[feudo]] a Bartolomeo d'Alviano, cheil quale la resse acome piccola [[signoria cittadina|signoria]]<ref>{{Cita libro|autore=Valentino Tinti|titolo=Compendio storico della città di Pordenone con un sunto degli uomini che si distinsero|anno=1837|editore=Cordella|p=22}}</ref>. Alla sua morte, avvenuta nel [[1515]], gli succedette la consorte [[Pantasilea Baglioni]], sorella del capitano di ventura [[Giampaolo Baglioni]], e quindi il figlio [[Livio d'Alviano|Livio]] (notevole il suo presunto ritratto a opera del [[Il Pordenone|Pordenone]] nel duomo della città), morto in battaglia nel 1537. In quell'anno Pordenone e i territori limitrofi passarono sotto il diretto controllo della Repubblica di Venezia e vi rimasero per più di due secoli e mezzo. La Serenissima mantenne gli statuti della città e ne riconobbe, per lo meno su carta, i privilegi già acquisiti durante la signoria degli Asburgo; provvide inoltre a riattivare l'economia pordenonese realizzando un nuovo porto fluviale e potenziando le attività manifatturiere. Pordenone divenne, inoltre, un centro di produzione lignea: i territori limitrofi alla città erano ricchi boschi che producevano la legna necessaria per la costruzione di navi. La produzione lignea veniva trasportata in laguna grazie al fiume [[1537Noncello]].
[[File:Bellini, Giovanni - Giovanni Emo - NGA.jpg|centro|miniatura|[[Bartolomeo d'Alviano]] raffigurato dal pittore veneziano [[Giovanni Bellini]]]]
 
In quell'anno Pordenone e i territori limitrofi passarono sotto il diretto controllo della Repubblica di Venezia e vi rimasero per più di due secoli e mezzo. La Serenissima mantenne gli statuti della città e ne riconobbe, per lo meno su carta, i privilegi già acquisiti durante la signoria degli Asburgo; provvide inoltre a riattivare l'economia pordenonese realizzando un nuovo porto e potenziando le attività manifatturiere.
 
=== Età contemporanea ===
Situata tra [[Udine]] e [[Venezia]], collegata alla linea ferroviaria e stradale Venezia-Pordenone-Udine e Gorizia, Pordenone nei secoli diciottesimo e diciannovesimo trovò un perfetto equilibrio fra una cultura conservatrice tradizionale di impianto veneto e un soffio innovatore arrivato dal mondo francese e da quello austro-ungarico: il fronte dei conservatori, pur ammiccando al progresso di altre Nazioni, manteneva uno stretto rapporto sociale e culturale con Venezia e il mondo della tradizione tramandato, mentre dal lato opposto i progressisti cercavano di staccarsi dal passato per abbracciare le nuove idee arrivate in particolare con la campagna napoleonica del 1797.<ref name="r11-15">{{Cita|Ongaro|11-15}}.</ref> Nello stesso anno della campagna napoleonica in Italia, a Pordenone giunsero le truppe francesi, le quali abbatterono le mura storiche che circondavano la città.
 
Con la [[caduta della Repubblica di Venezia|caduta di Venezia]], Pordenone subì un primo ritorno all'[[Austria]], seguito dalla parentesi [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]]. A seguito della capitolazione di Bonaparte e delle decisioni prese nel [[congresso di Vienna]] la città ritornò a fare parte dell'Impero d'Austria e fu aggregata con il resto del [[Friuli]] e del [[Veneto]] al [[regno Lombardo-Veneto]]: fu così inclusa dagli austriaci nella provincia del Friuli che aveva come capoluogo Udine. La realizzazione della [[strada statale 13 Pontebbana|strada Pontebbana]] e della linea [[ferrovia]]ria ([[1855]]) Venezia-Pordenone-Udine condusse, da una parte, a un'inesorabile decadenza del porto e del percorso fluviale, ma, dall'altra parte, diede inizio all'affermarsi dell'industria. A partire dagli [[anni 1840]] sorsero numerosi [[cotone (fibra)|cotonifici]] che affiancarono le già numerose [[carta|cartiere]] e la fabbrica della ''[[Ceramica]] Galvani''. Nell'ottobre del 1852 la città fu visitata dall'Imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]]<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Antonio Maresio Bazolle. Antirisorgimento veneto|anno=2025|editore=Club di Autori Indipendenti|città=Castellammare di Stabia|p=52}}</ref>.[[File:Pordenone 5.3.18. (BildID 15615561).jpg|sinistra|miniatura|Veduta di Pordenone nel primo Novecento|300x300px]]
 
Con la [[caduta della Repubblica di Venezia|caduta di Venezia]] Pordenone subì un primo ritorno all'[[Austria]], seguito dalla parentesi [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]]. A seguito della capitolazione di Bonaparte e delle decisioni prese nel [[congresso di Vienna]] la città ritornò a fare parte dell'Impero d'Austria e fu aggregata con il resto del [[Friuli]] e del [[Veneto]] al [[regno Lombardo-Veneto]]: fu così inclusa dagli austriaci nella provincia del Friuli che aveva come capoluogo Udine. La realizzazione della [[strada statale 13 Pontebbana|strada Pontebbana]] e della linea [[ferrovia]]ria ([[1855]]) Venezia-Pordenone-Udine condusse, da una parte, a un'inesorabile decadenza del porto e del percorso fluviale, ma, dall'altra parte, diede inizio all'affermarsi dell'industria.
A partire dagli [[anni 1840]] sorsero numerosi [[cotone (fibra)|cotonifici]] che affiancarono le già numerose [[carta|cartiere]] e la fabbrica della ''[[Ceramica]] Galvani''.
[[File:Pordenone 5.3.18. (BildID 15615561).jpg|sinistra|miniatura|Veduta di Pordenone nel primo Novecento]]
Dopo l'annessione al [[regno d'Italia]], avvenuta nel [[1866]], l'introduzione dell'[[energia elettrica]] nel [[1888]] consentì la modernizzazione degli impianti e un incremento nella produzione industriale<ref>{{Cita libro|autore = Nico Nanni|titolo = Pordenone tra Ottocento e Novecento|anno = 2005|editore = Canova Edizioni|p = 71|capitolo = "LA LUCE"|ISBN = 88-8409-142-X}}</ref>. Dal 1º novembre 1915 la città ospitò la sede del [[Gruppo comando supremo]] che, il 15 aprile 1916, divenne [[4º Gruppo volo|IV Gruppo]] e che poi restò fino al maggio 1917.Il 10 aprile 1917 nacque anche l'[[XI Gruppo]] che rimase fino alla [[battaglia di Caporetto]].
 
Le distruzioni arrecate dalla [[prima guerra mondiale]] e la [[crisi del 1929]] trascinarono il settore cotoniero in un lento declino da cui non si sarebbe più ripreso. In aggiunta a ciò subentrano i danni della seconda guerra mondiale, i quali colpirono il pieno centro della città: il centro storico, infatti, venne bombardato più volte causando la distruzione di via Calderari (a sud del municipio storico della città, dove oggi sorge piazza Calderari), ovvero la via dove si concentravano i palazzi più signorili e più ricchi; altri danni si presentarono anche nel corso Vittorio Emanuele II, dove i bombardieri distrussero un palazzo. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] la [[Zanussi]] (ora facente parte della multinazionale [[Svezia|svedese]] [[Electrolux]]), sino ad allora soltanto una piccola azienda di produzione di ''cucine economiche'' con alimentazione a legna o gas, divenne un colosso europeo nel campo degli elettrodomestici, arrivando a occupare molti degli abitanti della città. Il grande decollo dell'industria Zanussi, negli anni 60 del ventesimo secolo, diede un impulso alla crescita demografica cittadina e così Pordenone triplicò il numero di abitanti, grazie a un'immigrazione proveniente in particolare dalla provincia di Treviso e dal sud Italia.
 
Nel 1968 Pordenone diventò capoluogo di [[provincia di Pordenone|provincia]]. Sino ad allora il Friuli occidentale faceva parte della [[provincia di Udine]]<ref>{{Cita web|url = http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=5435,0,0,1,0,0|titolo = Pordenone diventa provincia|accesso = 31 marzo 2015}}</ref>. Dal 1974 è anche sede vescovile della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]. Già dal [[1919]] a Pordenone era ubicato il [[seminario]] vescovile, con la scuola di [[teologia]]. Recentemente la città è divenuta sede di un consorzio universitario che ospita corsi universitari organizzati dall'[[Università di Udine]], dall'[[Università di Trieste]] e dall'[[Istituto superiore per le industrie artistiche|ISIA]] di [[Roma]]. Inoltre dal 2002 è attivo il polo tecnologico per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese del territorio.
 
==== Visite dei Presidenti della Repubblica a Pordenone ====
 
* 21 ottobre [[1966]] - Presidente [[Giuseppe Saragat]] - Visita presso la Prefettura, e le industrie Savio e [[Zanussi]] Rex;
Nel [[1968]] Pordenone diventò capoluogo di [[provincia di Pordenone|provincia]]. Sino ad allora il Friuli occidentale faceva parte della [[provincia di Udine]]<ref>{{Cita web|url = http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=5435,0,0,1,0,0|titolo = Pordenone diventa provincia|sito=www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it|accesso = 31 marzo 2015}}</ref>. Dal [[1974]] è anche sede vescovile della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]. Già dal [[1919]] a Pordenone era ubicato il [[seminario]] vescovile, con la scuola di [[teologia]]. Recentemente la città è divenuta sede di un consorzio universitario che ospita corsi universitari organizzati dall'[[Università di Udine]], dall'[[Università di Trieste]] e dall'[[Istituto superiore per le industrie artistiche|ISIA]] di [[Roma]]. Inoltre dal [[2002]] è attivo il polo tecnologico per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese del territorio.
* 5 ottobre [[1983]] - Presidente [[Sandro Pertini]] - Visita presso il Municipio, la Camera di Commercio, e l'industria Zanussi;
* 8 febbraio [[1992]] - Presidente [[Francesco Cossiga]] - Visita presso il Municipio e incontro con il presidente e il consiglio dell'associazione Storica Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone A.P.S.;
* 19 dicembre [[1998]] - Presidente [[Oscar Luigi Scalfaro]] - Intervento alla cerimonia di conferimento alla Provincia della Medaglia d’oro al V.M. per attività partigiane;
* 25 febbraio [[2005]] - Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]] - Visita presso Provincia, Municipio, Duomo cittadino, Camera di Commercio;
* 30 maggio [[2012]] - Presidente [[Giorgio Napolitano]] - Visita presso il Municipio<ref>{{Cita news|autore=Maria Luisa Gaspardo Agosti e Simonetta Venturin|titolo=Le visite dei Presidenti della Repubblica a Pordenone|pubblicazione=Il Popolo di Pordenone - Diocesi di Concordia – Pordenone|data=21 gennaio 2022}}</ref>.
 
=== Cronologia ===
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* [[1487]] - Un'epidemia di [[peste]], la prima della città, dimezza il numero degli abitanti
* [[1508]] - Il 20 aprile [[Bartolomeo d'Alviano]] conquista la città di Pordenone, e quindi per la prima volta la città passa sotto l'influenza della [[repubblica di Venezia]]
* [[1514]] - Dopo una breve parentesi di ulteriore [[Sacro Romano Impero|dominio imperiale]], il 29 marzo la città è messa sotto assedio dalle truppe veneziane guidate da Bartolomeo d'Alviano. Pordenone ritorna al controllo della Serenissima e l'assedio comporta danni, saccheggi e razzie[[File:WMK Stefansdom - Funeralwaffen 4 Portenau Wappen.jpg|sinistra|miniatura|Scudo funebre recante lo stemma di Pordenone (1493) - Wien Museum Karlsplatz, Vienna, Austria.]]
* [[1528]] - Un'altra epidemia di peste colpisce la città
* [[1537]] - Livio d'Alviano, figlio di Bartolomeo, muore in battaglia. Finisce la signoria dei d'Alviano in città, che quindi passa sotto il controllo diretto della Repubblica di Venezia
* [[1556]] - Un'altra epidemia di peste colpisce la città
* [[1594]] - Viene istituito un nuovo giorno di mercato settimanale (il mercoledì, oltre a quello del sabato). Il luogo prescelto è il cosiddetto orto o prato del Castello, poi Piazza dei Grani, oggi Piazza della Motta
* [[1631]] - Un'epidemia di [[peste]], la più grande della storia cittadina, dimezza la popolazione
* [[1718]] - Il Luogotenente veneziano [[Antonio Loredan]] dona due statue raffiguranti Giove e Giunone, a ornamento del ponte sul Noncello
* [[1797]] - Il generale [[Napoleone Bonaparte]] vincitore contro le Repubblica di Venezia, entra in Pordenone alla testa di 14.000 soldati, Vengono levati i simboli della Serenissima
* [[1836]] - Un'epidemia di colera si abbatte sulla città
* [[1882]] - La toponomastica cittadina abbraccia il [[Risorgimento]]. Con delibera del 22 giugno 1882 sono intitolate a Vittorio Emanuele II la vecchia contrada grande o di San Marco, a Giuseppe Garibaldi l’antica strada di San Giovanni, a Camillo conte di Cavour la piazzetta di Sopra, e a Giuseppe Mazzini la nuova strada della Stazione
* [[1886]] - Nuovamente il colera si manifesta in città
* [[1908]] - Viene abbattuta la Porta Trevigiana o della “Bossina“, considerata di ostacolo al commercio e al transito dei carri dei contadini
* [[1917]] - Il 6 novembre entra in città l'esercito [[Iimpero austro-ungarico|austro]]-[[impero tedesco|tedesco]], il quale occupa la città per quasi un anno
* [[19181917]] - Il 6 novembre entra in città l'esercito invasore[[Impero lasciaaustro-ungarico|austro]]-[[impero Pordenonetedesco|tedesco]], lasciando il postoquale all'[[Regiooccupa esercitola italiano|esercitocittà italiano]]per quasi un anno
* [[1918]] - Il 1º novembre l'esercito austro-tedesco abbandona Pordenone, lasciando il posto all'[[Regio esercito italiano|esercito italiano]]
* [[1944]] - La città subisce un [[Bombardamenti strategici durante la seconda guerra mondiale|bombardamento aereo degli Alleati]]. Il 27 dicembre le bombe centrano lo scalo ferroviario e le zone circostanti. Il giorno successivo, alle 15.30, vengono sganciate numerose bombe di medio calibro sul centro abitato e sulla periferia. Vengono distrutte 15 case, tra cui la storica casa veneziana Tomadini, la chiesa del Cristo è gravemente danneggiata, il collegio magistrale Vendramini è raso al suolo, non esiste più il borgo arroccato attorno a piazzetta San Marco. I morti tra la popolazione civile sono 51.
* [[1945]] - Il 30 aprile entrano gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] in città, la città è libera dalla guerra
* [[1959]] - il 31 ottobre il Consiglio comunale di Pordenone approva all'unanimità i "lavori di sistemazione accesso Piazza dei Grani e relativi espropri". Inizia l'iter di demolizione del "Nobile interrompimento" di Piazza della Motta. La città perde un'ulteriore testimonianza architettonica del suo passato
* [[1968]] - Il 22 febbraio viene costituita la [[provincia di Pordenone]], la città ne diviene il capoluogo
* 1968 - Il 1º settembre 1968 con la costituita provincia vengono immatricolati i primi mezzi con la nuova targa PN. Il primo, targato PN0001, è una FIAT 500.
* [[1992]] - Il 30 aprile [[Papa Giovanni Paolo II]], nel corso del [[Visite pastorali di Giovanni Paolo II|visita pastorale]] in Friuli Venezia Giulia, incontra la cittadinanza e le più alte cariche istituzionali e religiose
* [[2017]] - Viene abolita la provincia costituita nel 1968
 
=== Simboli ===
[[File:Coat of arms of Pordenone-Stemma.pngsvg|left|upright=0.5|thumb|Lo stemma della Città di Pordenone]]
[[File:Pordenone-Gonfalone.png|upright=0.5|thumb|Il gonfalone della Città di Pordenone]]
Lo stemma del comune di Pordenone ha la seguente descrizione araldica: "Di rosso alla fascia d'argento, nella punta il mare, dal quale si innalza un portale di pietra naturale, merlato alla guelfa di tre pezzi, con battenti d'oro aperti, fiancheggiato in ognuno degli angoli superiori del campo da una corona d'oro".<ref>{{Cita newslibro|titolo=StemmaIl della CittàNaone|autore=Mario Ongaro|pubblicazionemese=Comunemarzo|anno=2011|città=San diVito Pordenone-Sitoal Web ufficialeTagliamento|p=101}}</ref> Si ritiene che [[Ottocaro II di Boemia]] diede il primo stemma a Pordenone, poiché lo stesso è in tutto simile ad altri che il re aveva concesso a città poste sotto il suo dominio. Secondo alcuni storici questo stemma concesso dal re, che è verosimilmente quello odierno, sostituiva uno più antico che raffigurava tre cocuzzoli (forse le cime del [[monte Cavallo (Prealpi Bellunesi)|monte Cavallo]]). Non c'è però una conferma documentale e perciò bisogna tenere questa ipotesi come curiosità<ref>{{Cita libro|autore=Fulvio Comin|titolo=Storia di Pordenone|collana=La nostra storia|anno=2008|editore=Edizioni Biblioteca dell'Immagine}}</ref>.
 
Il gonfalone della città di Pordenone ritrae il medesimo stemma su uno sfondo recante i colori della bandiera della città in fasce orizzontali, con la fascia centrale bianca di minore spessore rispetto alle altre.
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* Il campanile del [[duomo di Pordenone|Duomo concattedrale di S. Marco]].
* Il Palazzo Comunale.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di città
|collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
|data = Concessione 16 febbraio 1401; riconferma ufficiale 7 gennaio 1840<ref name=citta-ven>Nel corso dell'Ottocento, il governo del [[Regno Lombardo-Veneto]] aveva fregiato con il titolo di ''città minori'' della Venezia i comuni di Adria, Asolo, Badia (oggi Badia Polesine), Ceneda, Chioggia, Cividale (oggi Cividale del Friuli), Cologna (oggi Cologna Veneta), Conegliano, Este, Lendinara, Lonigo, Montagnana, Oderzo, Pordenone, Portogruaro, Sacile, Schio e Serravalle. Per quanto riguarda Ceneda e Serravalle, poco dopo l'unità d'Italia sono state unificate nel nuovo comune di Vittorio Veneto, trasferendo a quest'ultimo il titolo. Vedi Ruggero Simonato, Roberto Sandron, ''Portogruaro nell'Ottocento: contesto storico e ambiente sociale'', Nuova Dimensione Editrice, 1995, pp. 18/21 {{cita testo|url=http://books.google.com/books?id=N0l_YaDTk1wC|titolo=Portogruaro nell’Ottocento: contesto storico e ambiente sociale - Google Libri}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comune.pordenone.it/citta/stemma|titolo=Vedi sito del comune|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090504235931/http://www.comune.pordenone.it/citta/stemma}}</ref>
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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[[File:Pordenone - Campanile del Duomo.JPG|thumb|Il campanile del Duomo]]
* [[Duomo di Pordenone|Duomo concattedrale di San Marco Evangelista]], edificato a partire dal [[XIII secolo]] in [[stile romanico]]-[[stile gotico|gotico]] e rimaneggiato successivamente nel [[XVI secolo|XVI]] e [[XVIII secolo]]. Contiene la pala d'altare denominata ''Madonna della Misericordia'' di Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone". Dello stesso pittore sono da ammirare gli affreschi presenti sul pilastro ottagonale di destra (''San Rocco e la Madonna con il Bambin Gesù''), le portelle del fonte battesimale e la pala, in parte nascosta dall'altare maggiore del [[Giuseppe Bernardi|Torretti]] (maestro del più famoso [[Antonio Canova]]), raffigurante ''[[Marco (evangelista)|san Marco]], titolare della chiesa, che consacra [[Ermacora e Fortunato|Ermacora]] vescovo di Aquileia circondato dall'arcidiacono Fortunato e dai Santi [[Giovanni Battista]], [[San Sebastiano|Sebastiano]], [[San Girolamo|Girolamo]] e in ultimo, in armatura e a cavallo, [[San Giorgio|Giorgio]]''. Numerose altre opere impreziosiscono l'interno dell'edificio sacro.
* [[Duomo di Pordenone#Campanile|Campanile del Duomo]], terminato nel [[1374]], successivamente, durante il [[XVII secolo]], vi fu aggiunta una cuspide che lo portò a raggiungere un'altezza di circa 72 metri<ref>{{Cita web|url=http://www.pordenonewithlove.it/it/cosa-fare/cultura/architetture/campanile-di-san-marco|titolo=Campanile di San Marco - Pordenone with love|sito=www.pordenonewithlove.it|accesso=11 agosto 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190811215405/http://www.pordenonewithlove.it/it/cosa-fare/cultura/architetture/campanile-di-san-marco|dataarchivio=11 agosto 2019|urlmorto=sì}}</ref>.
* [[Chiesa del Cristo (Pordenone)|Chiesa di Santa Maria degli Angeli]], detta "del Cristo". In essa è custodito un crocifisso ligneo quattrocentesco di un artista nordico Giovanni Tartarico,<ref>{{Cita news|autore = Melania Lunazzi|titolo = Udine restituisce il Donatello “svelato” più bello di sempre - Padova esporrà il capolavoro del Cristo scolpito nel pioppo Elisabetta Francescutti: «Restauro che resterà negli annali»|pubblicazione = [[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data = 24 marzo 2015}}</ref> noto anche come [[Giovanni Teutonico (scultore)|Johannes Teutonicus]]<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Goi|titolo=In hoc signo: il tesoro delle croci|anno=2006|editore=Skira|p=195}}</ref>. Fu edificata nel [[1309]].<ref>{{Cita news|autore = Parrocchia della Concattedrale di San Marco - Pordenone|titolo=Brevi note storiche sulla chiesa|pubblicazione = Chiesa Santa Maria degli Angeli detta "del Cristo" - Posta nel cuore della Città per rivelarci l'amore del Crocifisso|data = 4 ottobre 2007|editore = Editore "La Voce" Piazza XX Settembre, 8 Pordenone - Impianti stampa Visual Studio Pordenone - Stampa Tipografia Sartor Srl Pordenone}}</ref> Più volte restaurata, conserva all'interno un pregevole ciclo di affreschi trecenteschi, una ''Santa Barbara''<ref>{{Cita libro|autore=Fulvio Dell'Agnese|curatore=Comune di Pordenone - Comune di Gemona del Friuli|titolo=Pordenone, via Gemona: frammenti di un itinerario pittorico tolmezzino|anno=1997|editore=Editrice Grafiche Vianello srl / VianelloLibri|città=Treviso|p=120|opera=Dalla Serenissima agli Asburgo. Pordenone Gemona l'antica strada verso l'Austria. Studi e Ricerche|ISBN=88-7200-041-6}}</ref> di [[Gianfrancesco da Tolmezzo]] ([[XV secolo]]) e un portale in marmo del Pilacorte ([[1510]]).
* [[Chiesa della Santissima Trinità (Pordenone)|Chiesa della Santissima Trinità]], detta "della Santissima", lungo il fiume Noncello, di forma ottagonale contiene affreschi cinquecenteschi di Giovanni Maria Calderari, allievo del Pordenone.<ref>{{Cita web|autore = Giordano Brunettin|url = http://www.unavoce-ve.it/pn-santissima.htm|titolo = La chiesa della Ss. Trinità in Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref> In essa è possibile osservare, come sfondo di una scena biblica, una particolare rappresentazione della città di Pordenone in epoca rinascimentale.
[[File:Chiesa dei Santi Ilario e Taziano (Torre, Pordenone) 01.jpg|thumb|La parrocchiale di Torre, dedicata ai Santi Ilario e Taziano]]
* [[Chiesa di San Giorgio (Pordenone)|Chiesa parrocchiale di San Giorgio]]. Chiesa [[neoclassicismo|neoclassica]], dal caratteristico campanile [[XIX secolo|ottocentesco]], colonna di stile dorico dell'architetto [[Giovanni Battista Bassi]].<ref>{{Cita news|autore = Maria Luisa Gaspardo Agosti|titolo = Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone, Restauro dell'organo di G. B. De Lorenzi, opera 25 del 1841, "Chiesa arcipretale di S. Giorgio Martire di Pordenone"|pubblicazione = Opuscolo informativo del restauro dell'organo di G.B. De Lorenzi della Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone|data = 2007|pp = 6 - 7}}</ref> Sulla torre campanaria si erge l'imponente statua raffigurante San Giorgio, restaurata dallo scultore pordenonese [[Pierino Sam]]. Il sagrato presenta una contemporanea fontana monumentale, di pianta ottagonale, costruita in acciaio corten, ed ingentilita da iscrizioni latine sul tema sacro dell'acqua.
* [[Chiesa di San Giorgio (Pordenone)|Chiesa parrocchiale di San Giorgio]]. Chiesa [[neoclassicismo|neoclassica]], dal caratteristico campanile [[XIX secolo|ottocentesco]], colonna di stile dorico dell'architetto [[Giovanni Battista Bassi]].<ref>{{Cita news|autore = Maria Luisa Gaspardo Agosti|titolo = Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone, Restauro dell'organo di G. B. De Lorenzi, opera 25 del 1841, "Chiesa arcipretale di S. Giorgio Martire di Pordenone"|pubblicazione = Opuscolo informativo del restauro dell'organo di G.B. De Lorenzi della Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone|data = 2007|pp = 6-7}}</ref> Sulla torre campanaria si erge l'imponente statua raffigurante San Giorgio, restaurata dallo scultore pordenonese [[Pierino Sam]]. Il sagrato presenta una contemporanea fontana monumentale, di pianta ottagonale, costruita in acciaio corten, ed ingentilita da iscrizioni latine sul tema sacro dell'acqua.
* Santuario della Beata Vergine delle Grazie. Chiesa di stile [[neogotico]], edificata in sostituzione di altra preesistente del [[XVII secolo]], costruita tra il [[1899]] e il [[1921]]. Custodisce uno dei più grandi organi moderni d'Italia.
* [[Chiesa dei Santi Ilario e Taziano (Pordenone)|Chiesa parrocchiale dei Santi Ilario e Taziano]], nella frazione di [[Torre (Pordenone)|Torre]], conserva una ''Madonna con Bambino e Santi'' di [[il Pordenone|Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone"]], del [[1521]]. [[Donato Casella]] nel [[1532]] scolpì un{{'}}''acquasantiera''. Sul sagrato antistante è posto il busto in bronzo di monsignor Giuseppe Lozer, eseguito dallo scultore pordenonese [[Pierino Sam]].
[[File:Chiesa di Vallenoncello.jpg|thumb|La chiesa dei SS. Ruperto e Leonardo a Vallenoncello]]
*[[Chiesa dei Santi Ruperto e Leonardo|Chiesa parrocchiale di Vallenoncello]], dedicata a [[Ruperto di Salisburgo|san Ruperto]], [[arcidiocesi di Salisburgo|vescovo di Salisburgo]] dell'VIII secolo, evangelizzatore della Baviera e dell'Illirico, e a [[san Leonardo di Noblac]]. Risale al XIV secolo, in essa si conserva una pala de Il Pordenone e un'opera del Calderari. All'esterno è visibile la pregiata opera scultorea in bronzo di [[Pierino Sam]] dedicata agli alpini che si sorreggono in reciproco soccorso e partecipazione emotiva.
*[[Chiesa dei Santi Ruperto e Leonardo|Chiesa parrocchiale di Vallenoncello]], dedicata a [[Ruperto di Salisburgo|san Ruperto]], [[arcidiocesi di Salisburgo|vescovo di Salisburgo]] dell'[[VIII secolo]], evangelizzatore della Baviera e dell'Illirico, e a [[san Leonardo di Noblac]]. Risale al [[XIV secolo]], in essa si conserva una pala de Il Pordenone e un'opera del Calderari. All'esterno è visibile la pregiata opera scultorea in bronzo di [[Pierino Sam]] dedicata agli alpini che si sorreggono in reciproco soccorso e partecipazione emotiva.
* Chiesa della Sacra Famiglia, viale Cossetti, del XX secolo, in stile architettonico moderno con le vetrate eseguite su progetto dello scultore pordenonese [[Pierino Sam]] (1921-2010), dello stesso autore il crocifisso in bronzo sul portale di ingresso.
* Chiesa di San Leonardo in Silvis, risalente al XV secolo, si erge su un breve spiazzo erboso nella Valle del Romito della [[frazione comunale|frazione]] di Vallenoncello.
* Chiesetta del Corpus Domini, risalente al XIV secolo, in essa si conservano affreschi ritenuti opere del Brunello e dal Furlan attribuiti al Pordenone.
[[File:Chiesa di San Lorenzo Martire (Rorai Grande, Pordenone) 02.jpg|thumb|La chiesa di San Lorenzo Martire a Rorai Grande]]
* Chiesetta di Sant'Anna, situata in via Segaluzza di Vallenoncello, è un modesto edificio settecentesco. A seguito del [[miracolo economico italiano|boom economico dell'Italia]] del [[secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]] la chiesetta è stata fagocitata dai capannoni dell'area industriale della zona. Si tratta dell'unico luogo religioso cittadino dedicato al culto della [[sant'Anna (madre di Maria)|madre di Maria]].
* [[Chiesa di San Lorenzo Martire (Pordenone)|Chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire]], nella frazione di Roraigrande, conserva il ''fonte battesimale'' frutto della collaborazione dello scultore rinascimentale Donato Casella con il figlio [[Alvise Casella|Alvise]]. Al suo interno è poi possibile ammirare un ciclo di affreschi di Giovanni Antonio de' Sacchis.
* Oratorio di San Bernardino, gradevole edificio barocco con all'interno alcuni affreschi di buona scuola (circoscrizione Rorai-Cappuccini).
* Chiesa parrocchiale del Beato Odorico, costruita su progetto dell'architetto [[Mario Botta]] nel [[1990]]-[[1992]]<ref>{{Cita libro|autore=Mario Botta|curatore=Emilio Pizzi|titolo=Mario Botta: 1985-1990|anno=1994|editore=24 Ore Cultura|p=90|volume=Vol. 2 di Mario Botta: opere complete}}</ref>.
* [[Chiesa di Sant'Ulderico (Pordenone)|Chiesa di Sant'Ulderico]], situata a Villanova Vecchia. Contiene affreschi di Giovanni Antonio de' Sacchis e l'acquasantiera e il battistero sono di [[Giovanni Antonio Pilacorte]]. Sul sagrato antistante è posta la statua in bronzo raffigurante il Beato Odorico da Pordenone, il frate francescano [[Odorico da Pordenone|Mattiussi]] originario di Villanova, opera scultorea di [[Pierino Sam]].<ref>{{Cita news|autore = Daniele Micheluz|titolo = Il Pordenone? Nella chiesa di Villanova c’è un tesoro. Nella frazione del capoluogo, l’edificio sacro intitolato a Sant'Ulderico presenta numerose opere di Giovanni Antonio de' Sacchis. Un luogo che, per questo, merita di essere visitato|pubblicazione = Settimanale di informazione regionale ilFriuli|data = 18 ottobre 2014}}</ref>
* Seminario, qui è conservata la statua di ''San Nicolò'' dello scultore rinascimentale [[Donato Casella]] di [[Carona (Lugano)|Carona]] già sull'altare della chiesa parrocchiale di [[Castelnovo del Friuli]].
* [[Cappella nella Casa dello Studente A. Zanussi]].
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzi storici dell{{'}}''Urbs picta'' ====
[[File:Pordenone-Municipio.JPG|thumb|Palazzo comunale]]
[[File:Pordenone-Palazzo Ricchieri.jpg|thumb|Palazzo Ricchieri]]
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===== Contrada maggiore - Corso Vittorio Emanuele II =====
* [[Palazzo Comunale (Pordenone)|Palazzo Comunale]], costruito in stile gotico tra il [[1291]] e il [[1395]], chiude scenograficamente la via con i pinnacoli e la torre dell'orologio aggiunti nel [[XVI secolo]] su progetto del pittore [[Pomponio Amalteo]].<ref>{{Cita web|autore = Stefano Zanut|url = http://propordenone.org/la-loggia-on-line/|sito= La Loggia On Line|titolo = N°11 - 3 Pordenone raccontata dai suoi orologi|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
LATOLato ESTest (da Loggia del Municipio a Piazzetta Cavour):
* [[Palazzo Ricchieri]], originariamente una casa-torre a difesa del nucleo cittadino edificata nel [[XIII secolo]] fu adattata durante il periodo veneziano in palazzo dalla famiglia Ricchieri. È ora sede del Museo Civico d'Arte;
* Palazzo Polacco - Barbarich - Scaramuzza;
* Palazzo Montereale Mantica;
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* Palazzo De Rubeis;
* Casa Bernardi.
LATOLato OVESTovest (dalla Loggia del Municipio a Piazzetta Cavour):
* Palazzo Rorario - Spelladi - Silvestri, sede della Galleria comunale "[[Harry Bertoia]]";
* Palazzo Mantica - Cattaneo;
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Si possono osservare altri edifici storici di qualche pregio in altri calli o vicoli interni. Da ricordare:
 
* Piazza San Marco, dove spiccano la Casa dei Sam (abitazione legata alla storia del commercio di sale e del trasporto fluviale), la Casa a motivi geometrici, e la Casa del Pordenone, impreziosita al suo interno da un fregio di affreschi di [[il Pordenone|Giovanni Antonio de' Sacchis]]<ref>{{Cita news|autore = Stefano Polzot|titolo = Studiolo del Pordenone, tesoro nascosto|pubblicazione = [[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data = 28 febbraio 2012}}</ref>;
* Vicolo del Campanile, contraddistinto da Casa (Chiaradia), e Casa Marson dal particolare affresco di [[Telamone (architettura)|telamone]];
* Casa Mantica-Tomadini di Via del Mercato, adornata da alcuni resti di affreschi, tra cui un fregio raffigurante il [[Giudizio di Paride]], riconducibile alla mano di [[Andrea Bellunello]] o di [[Marcello Fogolino]].
[[File:Casa del Mutilato.JPG|bordo|miniatura|Casa del Mutilato]]
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* Villa Poles (Progettista Antonio Marson);
* Ampliamento degli uffici comunali (Arch. [[Ignazio Gardella]]);
* Casermette di Via Molinari, luogo di prigionia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, di antifascisti, tra cui [[Franco Martelli (militare 1911)|Franco Martelli]], medaglia d'oro al valor militare alla memoria;
* Centro Direzionale Galvani (Arch. [[Gino Valle]]);
* Ex Centro Servizi della Banca Friuladria di Pordenone, ora Palazzo della Regione.
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==== Chiese sconsacrate ed ex conventi ====
* [[Convento dei Domenicani (Pordenone)|Ex convento dei domenicani]], edificio neoclassicheggiante ultimato nel [[1722]] dopo 31 anni di lavori. Un tempo era addossato alla chiesa del Rosario, oggi scomparsa. L'edificio fu in seguito acquistato dalle monache agostiniane e ha subito numerose altre destinazioni. Dal 2010 è sede della Biblioteca Civica Multimediale<ref>{{Cita news|autore = Comune di Pordenone - Assessorato alla Cultura|titolo=La biblioteca civica, la sede|pubblicazione=SPAZI CULTURA PORDENONE archeologia, arte, natura e scienza|data = Aprileaprile 2014|editore = STAMPA Ellerani 1959 srl / San Vito al Tagliamento (Pn)}}</ref>.
* [[Ex convento di San Francesco|Ex convento e chiesa di san Francesco]], acquistato in epoca recente dal Comune, l'edificio è stato restaurato e adibito a usi artistico-culturali. Fondato nel 1419, il convento con chiesa di san Francesco fu soppresso nel 1769<ref>{{Cita news|autore = Comune di Pordenone, Periodico dei Musei civici di Pordenone|titolo=I RESTAURI - Affreschi restaurati|pubblicazione = Pordenonemusei, Notizie dai Musei civici di Pordenone_01|data = luglio 2007|p = 10}}</ref>.L'interno conserva tracce di affreschi quattrocenteschi e un chiostro dipinto. Nella lunetta esterna situata sopra il portone principale vi sono i resti di un affresco "La Sacra Famiglia e San Francesco" di Giovanni Maria Zaffoni, denominato [[Giovanni Maria Zaffoni|il Calderari]]. Accanto all'ingresso l'immagine scolpita del Santo Francesco che in umile posa indica le colombe, opera dello scultore pordenonese [[Pierino Sam]].
 
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* Tessitura meccanica di Roraigrande;
* Filatura di Torre;
* Antica Birreria di Pordenone, sita in Via Fontane<ref>{{Cita web|url=https://www.fondoambiente.it/luoghi/antico-birrificio-di-pordenone?ldcnews|titolo=AnticoDalla birrificio“Momi” dia Pordenoneun libro sulle birre storiche|autorepubblicazione=FAI[[Messaggero Veneto - FondoGiornale Ambientedel Italiano|sito=www.fondoambiente.itFriuli]]|accessodata=1225 giugno 20192014}}</ref>;
*Opificio - Soc. di Macinazione.
 
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[[File:Pordenone-Corso Vittorio Emanuele.jpg|thumb|Corso Vittorio Emanuele II]]
* Monumento ai caduti, opera dello scultore friulano [[Aurelio Mistruzzi]], costituita da un basamento a forma di vasca, sul quale si eleva lo zoccolo che sostiene i gruppi statuari di bronzo. Il gruppo principale, al centro, rappresenta l'Italia (un tempo stringeva tra le mani una statuina simbolo della vittoria alata) che protegge con lo scudo il combattente e il caduto. Le figure laterali raffigurano i fiumi sacri alla patria: l'[[Isonzo]] e il [[Piave]]<ref>{{Cita web|autore = Daniele Micheluz|url = http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Al_monumento_ai_caduti_mancano_ancora_i_pezzi/2/139345|titolo = Al monumento ai caduti mancano ancora i pezzi|accesso = 5 aprile 2015|data = 19 gennaio 2015}}</ref>. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile [[1929]]. Di particolare pregio è anche il monumento agli alpini di [[Pierino Sam]] presso la chiesa di Vallenoncello, dello stesso autore è anche la ristrutturazione della statua dedicata a San Giorgio posta sopra la chiesa omonima.
* Ponte di Adamo ed Eva sul fiume Noncello<ref>{{Cita news|titolo=Alla scoperta delle radici di Pordenone|pubblicazione=Il [[Messaggero Veneto - EdizioneGiornale didel PordenoneFriuli]]|data = 31 gennaio 2008}}</ref>. Le due statue che caratterizzano la costruzione rappresentano le due divinità pagane [[Giove (divinità)|Giove]] e [[Giunone]], ma sono conosciute dalla popolazione come [[Adamo]] ed [[Eva]]. Secondo lo studioso di storia locale, Maurizio Lucchetta, la denominazione del ponte deriverebbe dal fatto che la parte absidale della chiesa della Santissima Trinità presenta un affresco raffigurante la cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden.
* Ossario austro-ungarico nel cimitero di Pordenone di Via Cappuccini<ref>{{Cita web|url = http://www.itinerarigrandeguerra.it/Ossario-Austroungarico-Nel-Cimitero-Di-Pordenone?UrlBack=aHR0cDovL3d3dy5pdGluZXJhcmlncmFuZGVndWVycmEuaXQvUE9JL01hcD9GaWx0ZXI9MjIxNiNGaWx0ZXI9MjIyNSZGaWx0ZXI9MjIxOSZQYWdlclN0YXJ0SW5kZXg9MA%3D%3D|sito=www.itinerarigrandeguerra.it|titolo = Ossario austro-ungarico nel cimitero di Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref>.
*Monumento in memoria a [[Angioletta delle Rive]] in Vicolo del Molino<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/06/23/PN_03_PNC4.html|titolo=Angioletta Delle Rive, l'omaggio della città - Messaggero Veneto|sito=Archivio - Messaggero Veneto|lingua=it|accesso=3 dicembre 2020-12-03}}</ref>.
*''[[Pietre d'inciampo|Stolpersteine]]'' / ''[[Pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia|Pietre d'inciampo di Pordenone]]''.
[[File:4389PordenoneVicoloDelCampanile.JPG|miniaturathumb|267x267pxupright=1.2|Scorcio di Vicolo del Campanile]]
 
==== Corsi storici principali e vicoli ====
* Corso Vittorio Emanuele II, via principale della città vecchia, affiancato da palazzi porticati [[gotici]] e [[rinascimentali]] con affreschi, esempio mirabile di porticato veneto e da alcuni chiamato piccolo "''Canal Grande senz'acqua''"<ref>{{Cita web|url = http://www.demetrio.pn.it/tre-giorni.html|titolo = TRE GIORNI PER CONOSCERE PORDENONE - Storie, storielle, curiosità e aneddoti dell'antica Portus Naonis|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402141419/http://www.demetrio.pn.it/tre-giorni.html|dataarchivio = 2 aprile 2015}}</ref>.
* Corso Garibaldi, qui un gruppo scultoreo del [[1532]] raffigurante la ''[[Madonna col Bambino]]'' è pure attribuito a [[Donato Casella]]. La via è impreziosita da importanti edifici storici come Palazzo Badini, Palazzo Pera, Palazzo Sbrojavacca, Palazzo Pera - Marchi, Palazzo Loredan - Porcia, Palazzo de' Spelladi - Porcia e Palazzo Dolfin Porcia.
* Vicolo delle Mura (poco valorizzato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso del tempo<ref>{{Cita news|titolo=Muri imbrattati nel vicolo storico|pubblicazione =[[Messaggero ilVeneto Messaggero- VenetoGiornale del Friuli]]|data = 8 luglio 2014}}</ref>) e resti della cinta muraria cittadina visibili in via Borgo Sant'Antonio sul retro di Palazzo Popaite - [[Della Torre|Torriani]] Policreti.
* Vicolo Chiuso, caratterizzato da due affreschi mariani dedicati alla Beata Vergine [[Maria Addolorata]]. La prima pittura è posta sul lato sinistro del vicolo, sulla parete del sottoportico di un palazzo che si affaccia sul Corso. La Madonna, riconoscibile dall'[[aureola]] appena visibile, è raffigurata nelle vesti di una dama ed è chiamata "Madonnina degli Endrigo". Il secondo affresco è ubicato sulla facciata dell'unica casa di fronte all'entrata del vicolo. È una Madonnina con il capo coperto, il tradizionale manto azzurro, la veste rossa e le mani giunte, denominata "Madonnina dei Simoni". Entrambi gli affreschi, da uno studio del 1977, sono stati datati circa XVIII secolo<ref>{{Cita news|titolo=La Madonna di Vicolo Chiuso|pubblicazione=Il Popolo|data = 21 ottobre 2007}}</ref>.
* Vicolo delle Acque, sotto il quale scorre la roggia dei Molini, è caratterizzato da un graffito dell'artista [[Davide Toffolo]] rappresentante la morte di un gorilla bianco<ref>{{Cita news|titolo = Il gorilla King Kong è "morto" in vicolo delle Acque|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data = 18 settembre 2014}}</ref>.
 
==== Piazze ====
[[File:Pordenone-Piazza XX Settembre.jpg|thumb|Piazza XX Settembre]]
* Piazza San Marco;
* [[Piazzetta Calderari]], situata dietro il municipio, luogo di interessanti incontri culturali, circondata da alcuni pregevoli edifici moderni, da altri antichi ristrutturati e da una zona verde digradante verso il canale con l'antico enorme albero, accanto a questo la statua in bronzo del cavallino rampante eseguito da [[Pierino Sam]], l'arco d'ingresso a uffici comunali e all'istituto magistrale Vendramini.
* Piazza della Motta, denominata anche Prato del Castello o Piazza dei Grani, è un'area destinata al mercato cittadino sin dal 1400. Sulla spianata, oggi (2015) ridotta a parcheggio automobilistico, si affacciano l'ex convento dei Frati Minori Conventuali di San Francesco (risalente al 1424), il Palazzo del Monte dei Pegni - Casa della Musica “[[Elisabetta Imelio]]” - del 1767 (un tempo affiancato da un edificio denominato "nobile interrompimento"<ref>{{Cita news|autore = Giuseppe Ragogna|titolo = SFREGIO A PIAZZA DELLA MOTTA: UN DEBITO MORALE MAI SALDATO|pubblicazione=Il [[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data = 24 marzo 2012}}</ref>), quanto resta dell'antico castello cittadino, alcune modeste casette che chiudono il lato est della piazza e il Palazzo Galvani Damiani (dal 1894 adibito a casa di riposo per anziani). La piazza fu nel corso della storia il palcoscenico di numerosi eventi. Lo scrittore settecentesco Giovan Battista Pomo, nei suoi De comentari urbani, racconta come il luogo fosse il fulcro della vivace vita popolare. Vi si svolgeva la cruenta caccia dei tori (la cosiddetta ''molada'') nel corso della quale manzi belli e buoni combattevano contro cani addestrati. La piazza diveniva poi il campo di gioco delle partite di pallacorda e durante il Carnevale era possibile ammirare gli spettacoli di giocolieri e acrobati e seguire le battute di attori e burattinai<ref>{{Cita libro|autore = Comune di Pordenone|titolo = PORDENONE Antologia, Racconti e poesie scelte e commentate da Marco Pelosi e Fabio Tafuro.|anno = 2002|editore = Edizioni Biblioteca dell'Immagine|edizione = Prima edizione settembre 2002|pp = 51-57|ISBN = 88-87881-73-1}}</ref>. Infine fu per molto tempo il luogo della manifestazione Rogo della Vecia (tradizione popolare di metà Quaresima in cui un fantoccio di vecchia viene portato, la sera di Mezza Quaresima, in processione, processato, accusato di tutti i mali della comunità locale e condannato al rogo malgrado l'impegno dell'avvocato difensore). A lato del convento di San Francesco è stata collocata la statua in bronzo di San Francesco, opera eseguita dall'artista [[Pierino Sam]]. La piazza, nel corso degli anni 2021-2022, è stata oggetto di un progetto di riqualificazione, finanziato dal Bando Periferie e curato per la parte architettonica da Stradivarie Architetti Associati. L’introduzione di una grande fontana al centro della piazza, di alberature e sedute ha restituito il ruolo di spazio pubblico aperto alla socialità e alla cultura. L’intervento urbanistico realizzato è oggi (2022) oggetto di discussione<ref>{{Cita news|autore=Alberto Comisso|titolo=Divide la riqualificazione di piazza Motta e volano gli stracci a palazzo|pubblicazione=Il Gazzettino|data=4 novembre 2021}}</ref>, in quanto, secondo parte della cittadinanza<ref>{{Cita news|autore=Guglielmo Barzan|titolo=Il dibattito sulla rinnovata piazza della Motta L’avvocato Barzan: «Per un salotto non basta»|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data=15 ottobre 2021}}</ref>, il progetto ha snaturato la funzione storica dell’area e non ha considerato il rapporto con il vicino castello<ref>{{Cita news|autore=Alberto Rossi|titolo=Rigenerare la città va bene, ma senza oltraggiare la storia - L'intervista a Mario Sandrin|pubblicazione=La Città Giornale periodico di informazione, cultura e opinione della città di Pordenone|data=4 dicembre 2021}}</ref>.
* Piazza del Cristo;
* Piazzetta della pescheria, così chiamata poiché un tempo era l'area dedicata al mercato del pesce. La pescheria venne smantellata verso la metà del Novecento e la roggia che la lambiva venne interrata;
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=== Siti archeologici ===
* Villa romana di [[Torre (Pordenone)|Torre]], non lontana dal Castello di Torre, fu scoperta negli [[anni 1950|anni cinquanta]] dal conte Giuseppe di Ragogna<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. Conte|coautori=Salvadori M., Tirone C.|anno=1999|titolo=La villa romana di Torre di Pordenone. Tracce della residenza di un ricco dominus nella Cisalpina orientale|rivista=Quaderni del Museo Archeologico del Friuli Occidentale, 2|città=Fiume Veneto}}</ref>; i reperti e gli affreschi rinvenuti sono ospitati nel museo nel Castello. Inizialmente si pensò fossero i resti di una ricca residenza di campagna (da cui la denominazione "villa"); in seguito ad altre indagini<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paola Ventura|coautori=Rigoni Anna Nicoletta, Masier Simone|data=2013|titolo=Torre di Pordenone. Indagini presso il parco del Castello|rivista=Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia|editore=All’Insegna del Giglio|città=Firenze|volume=4/2009|p=5}}</ref> (che comunque non escludono la possibilità che fungesse anche da residenza) si è più propensi a concludere che la villa fosse in realtà un sito, posto vicino al primo, piccolo, porto fluviale sul Noncello, per la lavorazione e lo stoccaggio di merci e prodotti agricoli che poi tramite vie fluviali e di terra sarebbero andate rispettivamente verso il mare e verso l'entroterra, a nord-est.
[[File:4306PordenoneFiumeNoncello.JPG|bordo|miniaturathumb|299x299pxupright=1.4|Parco fluviale del Noncello]]
[[File:Parco di Villa Galvani (Pordenone) - 04.jpg|miniatura|Parco di Villa Galvani]]
 
=== Aree naturali ===
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* Parco “John Lennon” di via Goldoni;
* Parco “Terme Romane” di via Vittorio Veneto;
* Parco del Castello di Torre di via Vittorio Veneto<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/uffici/direzione-generale/settore-4/lavori-pubblici-e-mobilita/difesa-del-suolo-verde-e-parchi-protezione-civile/idrico-verde-parchi|titolo=Aree verdi e parchi — Comune di Pordenone - Sito Web ufficiale|accesso=13 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160701093112/http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/uffici/direzione-generale/settore-4/lavori-pubblici-e-mobilita/difesa-del-suolo-verde-e-parchi-protezione-civile/idrico-verde-parchi|dataarchivio=1º luglio 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
GliAl 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune sonoerano {{formatnum:73297869}}, ovvero il 1415,309% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:<ref>{{Cita web|url=httphttps://tuttitaliademo.istat.it/friuli-venezia-giuliaapp/53-pordenone/statistiche/cittadini-stranieri-2019/|editore?i=ISTATRCS&l=it|titolo=Popolazione straniera residente alper cittadinanza gennaioo 2019paese perdi nazionalitànascita|accesso=1115 settembreluglio 20192025}}</ref>:
 
* [[Romania]] {{formatnum:1830}}
{{div col}}
* [[Albania]] 915
# [[Romania]], {{formatnum:1873}}
* [[Pakistan]] 694
# [[Albania]], {{formatnum:885}}
#* [[Ghana]], {{formatnum:706}}588
#* [[PakistanUcraina]], 415409
#* [[Bangladesh]], 383374
#* [[UcrainaCina]], 323249
#* [[Marocco]], 256235
#* [[CinaMoldavia]], 248198
#* [[MoldaviaMacedonia del Nord]], 232117
# [[Macedonia del Nord]], 136
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=== Lingue e dialetti ===
A Pordenone si parla prevalentemente la [[lingua italiana]]. L'influenza culturale della [[Serenissima]] ha comportato l'instaurarsi del [[dialetto pordenonese]], una variante della [[lingua veneta]] vicina al [[dialetto veneziano]]. Pordenone si può quasi definire un'[[isola linguistica]] poiché nei territori circostanti si sono mantenuti dei dialetti friulani di tipo [[friulano concordiese|concordiese]], pur fortemente venetizzati<ref>{{cita libro | cognome= Rizzolati | nome= Piera |capitolo= Sette secoli di Lingua: Pordenone tra veneto e friulano | titolo= Dalla serenissima agli Asburgo: Pordenone Gemona, l'antica strada verso l'Austria| editore= Vianello Libri | anno= 1997 | pp= 160-161| isbn= 88-7200-041-6}}</ref>.
 
Il friulano è in parte presente nel territorio comunale ed è tutelato dalla Legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana"<ref name="friulano" />. Inoltre, negli ex uffici provinciali e ora uffici dell'[[Ente di decentramento regionale|EDR]] è stabilito il bilinguismo, soprattutto per la popolazione residente nei numerosi comuni friulanofoni all'interno della ex [[provincia di Pordenone|provincia]] (36 su 50)<ref>[https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/comuni_lingua_friulana.pdf FVG COMUNI CON PRESENZA DI CITTADINI DI LINGUA FRIULANA]</ref>.
A Pordenone si parla prevalentemente la [[lingua italiana]]. Con riguardo all'utilizzo di lingue minoritarie troviamo la [[lingua friulana]]<ref>{{Cita web|url=https://arlef.it/it/lingua-e-cultura/lingua/|titolo=Lingua e cultura}}</ref><ref>https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/D-SETTORI_SOCIALI_CULTURA_E_COMUNITA_LINGUISTICHE/16_Comunitx_linguistiche/Cart_16_2-FVGfriulani.pdf</ref> e varianti dialettali del veneto. Il [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]] definisce Pordenone "un'isola linguistica quasi nel cuore del Friuli"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=P.P. Pasolini|autore2=|autore3=|data=6 novembre 1946|titolo=Che cos'è dunque il Friuli|rivista=Libertà|volume=|numero=}}</ref>. L'influenza culturale della [[Serenissima]] ha comportato infatti l'instaurarsi nella città del dialetto pordenonese, una variante [[lingua veneta|veneta]] vicina al [[dialetto veneziano]]<ref>{{cita libro|nome=Piera|cognome=Rizzolati|titolo=Dalla serenissima agli Asburgo: Pordenone Gemona, l'antica strada verso l'Austria|anno=1997|editore=Vianello Libri|pp=160-161|capitolo=Sette secoli di Lingua: Pordenone tra veneto e friulano|isbn=88-7200-041-6}}</ref>.<br /> Nello stesso tempo parte della popolazione parla la lingua friulana, in particolare attraverso l'utilizzo delle varianti appartenenti al [[friulano concordiese|friulano concordiese o occidentale]].<br />Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'[[Comuni italiani di lingua friulana|ambito territoriale di tutela della lingua friulana]] ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007<ref>{{Cita web|url=https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/|titolo=Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana.}}</ref>.<br />Le lingue e i dialetti parlati a Pordenone, al pari di tutto il territorio nazionale, subiscono le trasformazioni del tempo e così si rivelano veritiere le parole del [[Luciano Padovese|Padovese]]: "Il territorio è profondamente cambiato, è ricco di giovani che non pensano più in friulano o in veneto, ma in italiano o addirittura in europeo. Le identità da tempo sono sfumate, incrociate e arricchite in una dimensione cosmopolita"<ref>{{Cita news|autore=Pier Gaspardo|titolo=L'identità pordenonese. Destinati a essere ponte con il mondo.|pubblicazione=Il Gazzettino - Supplemento redazionale "Storia di Pordenone"|data=1 marzo 1998}}</ref>.
{{vedi anche|Dialetto pordenonese}}
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
A Pordenone aveva sede la [[Provincia di Pordenone]], ora soppressa. Dal 2016 al 2020 ha ospitato la sede dell'[[UTI del Noncello|Unione Territoriale Intercomunale del Noncello]] (Comuni di Pordenone, [[Cordenons]], [[Porcia]], [[Fontanafredda]], [[Zoppola]], [[Roveredo in Piano]] e [[San Quirino (Italia)|San Quirino]]). Oggi sono presenti alcuni uffici della [[Regione autonoma Friuli Venezia Giulia]], la sede dell'[[Ente di Decentramento Regionale]] di Pordenone, e l'Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia (IRSE).
 
La città ospita inoltre il Comando di Polizia Locale "Distretto del Friuli Occidentale", la Questura, il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Comando Provinciale della Polizia Penitenziaria (con sede nelle carceri del Castello di Pordenone), la Prefettura, la Casa Circondariale della Provincia di Pordenone, il Tribunale e la Camera di Commercio. A Pordenone vi è il quartier generale della [[132ª Brigata corazzata "Ariete"]].
 
Le strutture ospedaliere della città sono:
* [[Ospedale]] Civile - Azienda Ospedaliera "Santa Maria degli Angeli" di Pordenone,<ref>{{Cita web|url=https://asfo.sanita.fvg.it/it/presidi-ospedalieri/ospedale-santa-maria-degli-angeli-pordenone/|titolo=Azienda sanitaria Friuli Occidentale (AS FO) - Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone|sito=asfo.sanita.fvg.it|accesso=2020-12-27 dicembre 2020}}</ref>
* Casa di Cura Polispecialistica San Giorgio<ref>{{Cita web|url=http://www.clinicasangiorgio.it/index2.html?v3|titolo=Policlinico S. Giorgio S.p.A. - Casa di Cura Privata|sito=www.clinicasangiorgio.it|accesso=27 dicembre 2020-12-27}}</ref>, facente parte della rete ospedaliera regionale del Friuli Venezia Giulia.
 
=== Tradizioni e folclore ===
Le tradizioni e il folclore della città di Pordenone sono indissolubilmente legate alla [[religione cristiana]]. Nella stagione primaverile, oltre ai riti religiosi della [[settimana santa]], vi è la festa del patrono [[Marco (evangelista)|San Marco]]. Il [[25 aprile]] è anche la giornata dedicata alla gita fuori porta ed è usanza mangiare la cosiddetta "fortaja", una [[frittata]] fatta in casa con differenti ingredienti. Un tempo ci si recava nella campagna della [[Comina (Friuli-Venezia Giulia)|Comina]], oggi la festa cittadina si svolge presso il parco pubblico del San Valentino. Il mese di maggio è caratterizzato dalle processioni religiose, che si snodano lungo le strade cittadine, dedicate a [[Maria Ausiliatrice]] e al [[Corpus Domini]]. La stagione estiva in tempi non molto lontani era segnata dalla antica festa del 24 giugno di San Giovanni. I giovani innamorati, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ponevano sui balconi delle finestre un bicchiere d'acqua con all'interno un albume d'uovo. L'indomani gli innamorati osservavano quale forma avesse l'albume rappresosi. E, nel caso in cui l'albume sembrasse una piccola barca, si credeva che la prua di questa potesse indicare la provenienza dell'innamorato. Il giorno dell'[[8 settembre]] si festeggia la seconda festa patronale dedicata alla commemorazione della [[natività di Maria]]. I fedeli si recano in pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine delle Grazie e nello spiazzo davanti al Palazzo del Municipio si svolge la popolare [[tombola]] cittadina. La stagione invernale non è solo legata ai riti del [[Natale cristiano]] (degno di menzione è il rito della Messa di Mezzanotte del [[24 dicembre]]), ma è caratterizzata anche dai [[falò di inizio anno]] di [[Epifania]]<ref>{{Cita news|autore = Giosue Chiaradia|titolo = Folclore che vive|pubblicazione = Cartoguide De Agostini, La Provincia di Pordenone|data = 1999|editore = ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI, Novara|pp = 18-19}}</ref>. Infine nel giovedì di mezza Quaresima ha luogo il Processo e rogo della vecia e il fantoccio della vecchia, simbolo di tutti i mali dell'anno passato, viene portato in processione e infine processato e bruciato<ref>{{Cita web|autore = Pordenone With Love, sito web di informazione turistica della Provincia di Pordenone|url = http://www.pordenonewithlove.it/cosa-fare/Cultura-487/storie-tradizioni-133/Il-processo-e-rogo-de-La-vecia-68|sito=www.pordenonewithlove.it|titolo = Il processo e rogo de La vecia|accesso = 31 marzo 2015}}</ref>.<br/>
È nota nella città anche la vicenda di [[Angioletta delle Rive]], che fu una popolana pordenonese processata dall'Inquisizione per stregoneria nel XVII secolo.
 
=== Qualità della vita e riconoscimenti ===
Pordenone con la sua provincia si è attestata nel corso degli anni in posizioni medie e buone nelle classifiche sulla qualità della vita stilate dal quotidiano economico [[Il Sole 24 ORE]] e da [[Legambiente]]. Nello stesso tempo la cittadina non risulta esente da taluni aspetti critici. IlDa un lato il parametro attinente alla Capacitàcapacità di depurazione - % di popolazione residente servita da rete fognaria delle acque reflue urbane - del Rapportorapporto Ecosistemaecosistema Urbanourbano (Legambiente) 2016 è uno dei peggiori in Italia (Lala città si colloca nella penultima posizione, dopo Venezia e prima di Catania, con il 65%)<ref>{{Cita web|url=http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-2016|titolo=Ecosistema Urbano 2016|urlmorto=sì|accesso=16 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161117063421/http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-2016}}</ref>. Dall'altro lato, per quanto concerne lo [[smog]] e la qualità dell'aria, la città, secondo il rapporto di Legambiente 2021, è la peggiore della regione Friuli Venezia Giulia e, per rispettare i parametri di legge, sarebbe necessaria una riduzione del 32 per cento delle emissioni delle polveri sottili [[PM10|dataarchiviopm10]], del 69 per cento delle polveri sottilissime [[PM2,5|pm2,5]] e del 62 per cento del [[Biossido di azoto|biossido d’azoto]]<ref>{{Cita news|titolo=17Smog, novembrePordenone 2016maglia nera e da oggi tornano le limitazioni|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=4 febbraio 2022}}</ref>.
{| class="wikitable"
!Anno
!Qualità della Vita
(Sole 24 ORE)
 
Comune riciclone 2011: un importante riconoscimento di [[Legambiente]] che premia Pordenone come primo capoluogo di provincia del Nord Italia, per la raccolta differenziata dei rifiuti.<ref>{{Cita web |url=http://upload.legambiente.org/ecosportello.org/documenti/dossier_comuni_ricicloni_2011.pdf|titolo=Dossier comuni ricicloni 2011|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il comune di Pordenone si è continuato ad attestare tra le prime posizioni nella sezione "capoluoghi di provincia area nord" anche nelle edizioni 2012 e 2013 e nel 2014 viene considerato come il primo comune capoluogo per raccolta differenziata nella regione [[Friuli-Venezia Giulia]].<ref>{{Cita web|url = http://www.ricicloni.it/comune/scheda/093033|titolo = LEGAMBIENTE - http://www.ricicloni.it/ - Home, Cerca il tuo comune, Pordenone|accesso = 26 marzo 2015|dataarchivio = 2 aprile 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402193918/http://www.ricicloni.it/comune/scheda/093033|urlmorto = sì}}</ref>
Territorio Provinciale
 
!Qualità della Vita
Nel 2019 la città di Pordenone, grazie agli impegni profusi per una nuova strategia di mobilità sostenibile integrata al piano regolatore e per il programma triennale delle opere pubbliche di riconversione anche energetica del patrimonio comunale, vince il premio per lo sviluppo sostenibile - Ecomondo 2019.<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenoneoggi.it/pordenone/citta-green-a-pordenone-premio-sviluppo-sostenibile-2019/|titolo=Città green, a Pordenone premio Sviluppo sostenibile 2019|autore=Maurizio|sito=PORDENONEOGGI.IT|accesso=27 dicembre 2020}}</ref>
(ItaliaOggi)
!Rapporto Ecosistema Urbano
(Legambiente)
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|2005
|28° (+9)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2005/12/qualita_vita2005.pdf?cmd=art|titolo = Qualità della Vita 2005|sito = www.ilsole24ore.com|urlmorto = sì|accesso = 16 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150924134938/http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=%2Fart%2FSoleOnLine4%2FEconomia%20e%20Lavoro%2F2005%2F12%2Fqualita_vita2005.pdf%3Fcmd%3Dart|dataarchivio = 24 settembre 2015}}</ref>
|21° (+16)
|63° (+9)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistemaUrbano2005_0000001283.pdf|titolo = Ecosistema Urbano 2005 di Legambiente|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2006
|29° (-1)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2006/12/qualita_vita2006.pdf?cmd=art|titolo = Qualità della Vita 2006|sito = www.ilsole24ore.com|urlmorto = sì|accesso = 16 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160305073645/http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=%2Fart%2FSoleOnLine4%2FEconomia%20e%20Lavoro%2F2006%2F12%2Fqualita_vita2006.pdf%3Fcmd%3Dart|dataarchivio = 5 marzo 2016}}</ref>
|24° (-3)
|26° (+37)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistema_urbano_2006_0000001282.pdf|titolo = Ecosistema Urbano 2006 di Legambiente|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2007
|35° (-6)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/12/qualita-vita2007.shtml?uuid=fb77952a-ac6f-11dc-b9ad-00000e25108c&type=Libero|titolo = Qualità della Vita 2007|sito=www.ilsole24ore.com|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|25° (-1)
|44° (-18)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistemaUrbano2007_0000001281.pdf|titolo = I risultati di Ecosistema Urbano 2007|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2008
|51° (-16)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qv_2008/qv_2008_province/qv_2008_province_settori_classifica_finale.shtml|titolo = Qualità della Vita 2008|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110813025728/http://www.ilsole24ore.com/speciali/qv_2008/qv_2008_province/qv_2008_province_settori_classifica_finale.shtml|dataarchivio = 13 agosto 2011|urlmorto = sì}}</ref>
|25° (=)
|34° (+10)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/EU2008_0000001280.pdf|titolo = Ecosistema urbano 2008|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2009
|51° (=)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/12/qualita-vita-2009-graduatoria.shtml?uuid=44d641b0-ec7b-11de-8611-3bf5bd190b43&DocRulesView=Libero|titolo = Qualità della Vita 2009|sito=www.ilsole24ore.com|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|37° (-12)
|37° (-3)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistemaurbano_xvii.pdf|titolo = Ecosistema urbano XVII edizione|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2010
|43° (+8)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2010/home.shtml|titolo = Qualità della Vita 2010|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171201080812/http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2010/home.shtml|dataarchivio = 1º dicembre 2017|urlmorto = sì}}</ref>
|5° (+32)
|8° (+29)
|-
|2011
|26° (+17)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2011/home.shtml|titolo = Qualità della Vita 2011|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130729122929/http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2011/home.shtml|dataarchivio = 29 luglio 2013|urlmorto = sì}}</ref>
|3° (+2)
|4° ''(Città piccole popolazione inferiore a 80000 abitanti)''<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/ecosistema-urbano-xviii-edizione-0|titolo = ecosistema-urbano-xviii-edizione-0|sito = www.legambiente.it|urlmorto = sì|accesso = 26 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402145155/http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/ecosistema-urbano-xviii-edizione-0|dataarchivio = 2 aprile 2015}}</ref>
|-
|2012
|32° (-6)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2012/home.shtml|titolo = Qualità della Vita 2012|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130520054207/http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2012/home.shtml|dataarchivio = 20 maggio 2013|urlmorto = sì}}</ref>
|10° (-7)
|3° (+1)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-xix-edizione|titolo = ecosistema-urbano-xix-edizione|sito = www.legambiente.it|urlmorto = sì|accesso = 26 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150321222032/http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-xix-edizione|dataarchivio = 21 marzo 2015}}</ref>
|-
|2013
|18° (+14)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2013/home.shtml|titolo = Qualità della Vita 2013|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20141006072349/http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2013/home.shtml|dataarchivio = 6 ottobre 2014|urlmorto = sì}}</ref>
|8° (+2)
|4° (-1)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/ecosistema-urbano-xx-edizione|titolo = ecosistema-urbano-xx-edizione|sito = www.legambiente.it|urlmorto = sì|accesso = 26 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402111337/http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/ecosistema-urbano-xx-edizione|dataarchivio = 2 aprile 2015}}</ref>
|-
|2014
|31° (-13)<ref>{{Cita web|url = http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2014/11/qualita-vita-pagella-2014.pdf|titolo = Qualità della Vita 2014|sito = www.ilsole24ore.com|accesso = 12 giugno 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150924135441/http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2014/11/qualita-vita-pagella-2014.pdf|dataarchivio = 24 settembre 2015|urlmorto = sì}}</ref>
|5° (+3)
|5° (-1)<ref>{{Cita web|url = http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistema_urbano_2014.pdf|titolo = Ecosistema urbano - XXI rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia|sito=www.legambiente.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
|-
|2015
|60° (-29)
|3° (+2)
|10° (''Classifica nazionale finale Ecosistema Urbano'')
|-
|2016
|17° (+43)
|4° (-1)
|11° (-1)<ref>{{Cita web|url=http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/ecosistema-urbano-2016-il-rapporto-di-legambiente-sulla-qualita-della-vita-nell|titolo=Ecosistema Urbano 2016, il rapporto di Legambiente sulla qualità della vita nelle città italiane|sito=www.legambiente.it|urlmorto=sì|accesso=16 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161117063009/http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/ecosistema-urbano-2016-il-rapporto-di-legambiente-sulla-qualita-della-vita-nell|dataarchivio=17 novembre 2016}}</ref>
|-
|2017
|13° (+4)
|9° (-5)
|5° (+6)<ref>{{Cita web|url=https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-2017|titolo=Ecosistema Urbano 2017|accesso=30 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180830110315/https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-2017|dataarchivio=30 agosto 2018|urlmorto=sì|sito=www.legambiente.it}}</ref>
|-
|2018
|8° (+5)
|5° (+4)
|6° (-1)
|-
|2019
|13° (-5)
|2° (+3)
|4° (+2)
|-
|2020
|10° (+3)
|1° (+1)
|3° (+1)
|}
* Comune Riciclone 2011: un importante riconoscimento di [[Legambiente]] che premia Pordenone come primo capoluogo di provincia del nord Italia, per la raccolta differenziata dei rifiuti.<ref>{{Cita web |url=http://upload.legambiente.org/ecosportello.org/documenti/dossier_comuni_ricicloni_2011.pdf|titolo=Dossier comuni ricicloni 2011|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il Comune di Pordenone si è continuato ad attestare tra le prime posizioni nella sezione "Capoluoghi di provincia Area Nord" anche nelle edizioni 2012 e 2013 e nel 2014 viene considerato come il primo comune capoluogo per raccolta differenziata nella regione [[Friuli Venezia Giulia]].<ref>{{Cita web|url = http://www.ricicloni.it/comune/scheda/093033|titolo = LEGAMBIENTE - http://www.ricicloni.it/ - Home, Cerca il tuo comune, Pordenone}}</ref>
*Nel 2019 la città di Pordenone, grazie agli impegni profusi per una nuova strategia di mobilità sostenibile integrata al piano regolatore e per il programma triennale delle opere pubbliche di riconversione anche energetica del patrimonio comunale, vince il premio per lo sviluppo sostenibile - Ecomondo 2019.<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenoneoggi.it/pordenone/citta-green-a-pordenone-premio-sviluppo-sostenibile-2019/|titolo=Città green, a Pordenone premio Sviluppo sostenibile 2019|autore=Maurizio|sito=PORDENONEOGGI.IT|lingua=it-IT|accesso=2020-12-27}}</ref>
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
[[File:Ex convento dei Domenicani (Biblioteca Civica), Pordenone - Entrata e scalinata.jpg|bordo|miniaturathumb|448x448pxupright=1|Biblioteca civica di Pordenone]]
[[File:Biblioteca del Seminario di Pordenone.jpg|bordo|thumb|upright=1|[[Biblioteca del Seminario diocesano di Concordia-Pordenone]]]]
 
==== Biblioteche ====
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==== Scuole ====
Sono presenti in città le seguenti scuole pubbliche: nove [[Scuole dell'infanzia|scuole dell'Infanzia]], dodici [[scuole primarie]], quattro [[scuole secondarie di primo grado]], un Istituto Professionale Settore dei Servizi (Servizi commerciali, Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, Servizi socio-sanitari) dedicato a "Flora Federico Flora", un Istituto Professionale Settore Industria e Artigianato con il nome "Zanussi [[Lino Zanussi]]", un Istituto Tecnico Settore Economico (Amministrazione, finanza e marketing) "Mattiussi Odorico Mattiussi", due Istituti Tecnici Settore Tecnologico (il "[[J.F.Kennedy|J.F. Kennedy]]" e il "[[Sandro Pertini]]") e infine il Liceo scientifico e linguistico "[[Michelangelo Grigoletti]]" e il Liceo classico, scientifico e delle scienze umane "[[Giacomo Leopardi|Leopardi]] - [[Ettore Majorana|Majorana]]".<ref>{{Cita web|url = http://www.comuni-italiani.it/093/033/scuole/|titolo = Scuole a Pordenone|sito=www.comuni-italiani.it|accesso = 30 marzo 2015}}</ref> Alle suddette scuole pubbliche si affiancano alcuni istituti privati, soprattutto nell'ambito delle scuole materne.
 
==== Università ====
===== Consorzio Universitario di Pordenone =====
In città ha sede il Consorzio Universitario di Pordenone, il quale supporta i corsi di laurea triennali e magistrali attivati dalle Università di Udine, di Trieste, di ISIA Roma Design e della Fondazione ITS Kennedy.<ref>{{Cita web|url = https://www.unipordenone.it/|titolo = Sito web del Consorzio universitario di Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il Polo universitario pordenonese dispone di una residenza universitaria, sita in Via Prasecco, progettata dall'architetto giapponese [[Toyo Ito]].<ref>{{Cita news|titolo = Il genio di Ito, da Tokyo a Pordenone|pubblicazione=il Messaggero Veneto|data = 11 dicembre 2004}}</ref> In particolare, i corsi attivi sono i seguenti:
In città ha sede il Consorzio Universitario di Pordenone, il quale supporta i corsi di laurea triennali e magistrali attivati dalle Università di Udine, di Trieste, di ISIA Roma Design e della Fondazione ITS Kennedy.<ref>{{Cita web|url = https://www.unipordenone.it/|titolo = Sito web del Consorzio universitario di Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il Polo universitario pordenonese dispone di una residenza universitaria, sita in Via Prasecco, progettata dall'architetto giapponese [[Toyo Ito]].<ref>{{Cita news|titolo=Il genio di Ito, da Tokyo a Pordenone|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data=11 dicembre 2004}}</ref> In particolare, i corsi attivi sono i seguenti:
* Corso di Diploma Accademico di primo livello in Design Industriale - ISIA Roma Design
* Corsi di Laurea triennale in Economia Aziendale, Scienze e Tecnologie Multimediali, Infermieristica e Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell'Informazione - [[Università degli Studi di Udine]]
* Corso di Laurea Magistrale in Double degree/Doppio Diploma di Laurea in collaborazione con l'Università di Lippe (Germania) "Production Engineering and Management" - [[Università degli Studi di Trieste]]
* Corsi di I.T.S. "Tecnico Superiore per i metodi e le tecnologie per lo sviluppo di sistemi software" - "I.T.S. KennedyAlto Adriatico"
 
===== MuseiStudio Teologico diocesano =====
Presso il Seminario diocesano ha sede lo Studio Teologico "Card. Celso Costantini", istituto accademico affiliato alla [[Facoltà Teologica del Triveneto]] e approvato dal [[Dicastero per la cultura e l'educazione]].
===== Museo diocesano di Concordia-Pordenone =====
{{vedi anche|Museo diocesano di Concordia-Pordenone}}
 
Situato nel Centro Attività Pastorali, progettato dall'architetto Othmar Barth ([[1988]]), conserva dal [[1991]] un notevole patrimonio artistico proveniente da chiese ed edifici religiosi della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Goi|anno=2010|titolo=Museo Diocesano di Arte Sacra: Pordenone|rivista=Petit Museum|editore=Little Mercury Edizioni|volume=Volume 12}}</ref>. Di particolare interesse le opere di [[Gianfrancesco da Tolmezzo]], [[Alvise Casella]], [[Pomponio Amalteo]] e [[Giovanni Martini (pittore)|Giovanni Martini]]<ref>{{Cita news|autore = Chino Biscontin|titolo = Il museo diocesano d'arte sacra|pubblicazione = Le Tre Venezie PORDENONE|data = Anno IV Dicembre 1997|pp = 58-59}}</ref>.
[[File:Michelangelo Grigoletti.jpg|miniatura|250x250px|"Ritratto d'uomo - Popolano trasteverino", Michelangelo Grigoletti (1835) in Museo Civico d'Arte di Pordenone]]
 
==== Musei ====
===== Museo Civico d'Arte =====
{{vedi anche|Museo Civico d'Arte di Pordenone}}
Il museo ha sede nell'antico Palazzo Ricchieri ed è luogo importante per la conoscenza della produzione artistica veneto friulana. In esso sono custodite opere di vari pittori, quali [[il Pordenone]], [[Pomponio Amalteo]], [[Padovanino|Varotari]], [[Pietro Della Vecchia]], [[Odorico Politi]] e [[Michelangelo Grigoletti]].<ref>{{Cita libro|autore=Alessandro Cruciani|autore2= Giovanni Corbella|autore3= Carlo Anfosso|autore4= Giovanni Rustichelli|autore5= Giovanni Filippi|titolo=NUOVA GUIDA RAPIDA, Italia settentrionale Seconda Parte.|anno=1973|editore=TOURING CLUB ITALIANO|città=Milano|p=175}}</ref> L'istituzione museale conserva una raccolta di circa 170 disegni. Degni di menzione sono un Gesso nero su carta azzurrina "Figura di sgherro colto da tergo" di Antonio da Pordenone e un disegno seicentesco di [[Palma il Giovane]] raffigurante "l'Estasi di Santa Teresa d'Avila".<ref>{{Cita libro|autore=Caterina Furlan|curatore=Annamaria Petrioli Tofani|curatore2= Simonetta Prosperi Valenti Rodinò|curatore3= Gianni Carlo Sciolla|titolo=Pordenone, Museo Civico e Pinacoteca|collana=Collana in tre volumi diretta da Gianni Carlo Sciolla|anno=1993|editore=GRUPPOSANPAOLO e AMILCARE PIZZI EDITORE|città=Cinisello Balsamo (Milano)|pp=160-161|opera=IL DISEGNO - le collezioni pubbliche italiane, Parte prima}}</ref>
[[File:Michelangelo Grigoletti.jpg|thumb|"Ritratto d'uomo - Popolano trasteverino", Michelangelo Grigoletti (1835) in Museo Civico d'Arte di Pordenone]]
Il museo ha sede nell'antico Palazzo Ricchieri ed è luogo importante per la conoscenza della produzione artistica veneto friulana. In esso sono custodite opere di vari pittori, quali [[il Pordenone]], [[Pomponio Amalteo]], [[Padovanino|Varotari]], [[Pietro Della Vecchia]], [[Odorico Politi]] e [[Michelangelo Grigoletti]].<ref>{{Cita libro|autore=Alessandro Cruciani|autore2= Giovanni Corbella|autore3= Carlo Anfosso|autore4= Giovanni Rustichelli|autore5= Giovanni Filippi|titolo=NUOVA GUIDA RAPIDA, Italia settentrionale Seconda Parte.|anno=1973|editore=TOURING CLUB ITALIANO|città=Milano|p=175}}</ref> L'istituzione museale conserva una raccolta di circa 170 disegni. Degni di menzione sono un Gesso nero su carta azzurrina "Figura di sgherro colto da tergo" di Antonio da Pordenone e un disegno seicentesco di [[Palma il Giovane]] raffigurante "l'Estasi di Santa Teresa d'Avila".<ref>{{Cita libro|autore=Caterina Furlan|curatore=Annamaria Petrioli Tofani|curatore2= Simonetta Prosperi Valenti Rodinò|curatore3= Gianni Carlo Sciolla|titolo=Pordenone, Museo Civico e Pinacoteca|anno=1993|editore=GRUPPOSANPAOLO e AMILCARE PIZZI EDITORE|città=Cinisello Balsamo (Milano)|pp=160-161|opera=IL DISEGNO - le collezioni pubbliche italiane, Parte prima}}</ref>
[[File:Pordenone - Museo Civico di Storia Naturale.JPG|miniatura|Ricostruzione di mammut lanoso nel Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone]]
I depositi del Museo civico d’arte ospitano anche pregevoli dipinti della collezione Zacchi-Ruini (vi figurano opere di [[Mario Sironi]], [[Renato Guttuso]], [[Corrado Cagli]], [[Alberto Savinio]], [[Filippo de Pisis]], [[Giuseppe Zigaina|G. Zigaina]], [[Armando Pizzinato|A. Pizzinato]] e numerosi altri).
 
===== Museo Civico di Storia naturale =====
Intitolato alla naturalista Silvia Zenari ospita, nelle stanze del cinquecentesco Palazzo Amalteo, la più importante raccolta di minerali dell'Alpe Adria<ref>{{Cita news|autore = Sito web Comune della città di Pordenone|titolo = Home - Le collezioni|pubblicazione = Sito web Comune della città di Pordenone, Museo di storia naturale, Home - Le collezioni|url = http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/museostorianaturale/index_html/collezioni|accesso = 9 marzo 2015|dataarchivio = 22 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150322003623/http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/museostorianaturale/index_html/collezioni|urlmorto = sì}}</ref> e collezioni di vertebrati, insetti e altre.
 
===== Museo Archeologico del Friuli occidentale =====
Il museo, allestito dal [[2006]] nell'antico castello di [[Torre (Pordenone)|Torre]], ultima residenza del conte Giuseppe di Ragogna, illustra il patrimonio archeologico della [[provincia di Pordenone]]. Di particolare rilevanza sono i reperti provenienti dalle Grotte di Pradis e dal [[Sito palafitticolo e naturalistico Palù di Livenza|sito palafitticolo Palù di Livenza]]. Pregevoli i lacerti di affreschi della Villa romana di Torre<ref>{{Cita libro|autore=Marina De Franceschini|titolo=Le ville romane della X regio: (Venetia et Histria): catalogo e carta archeologica dell'insediamento romano nel territorio, dall'età repubblicana al tardo impero|anno=1998|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|città=Roma|p=334|volume=1}}</ref>.
 
===== Museo diocesano di Concordia-Pordenone =====
{{vedi anche|Museo diocesano di Concordia-Pordenone}}
 
Situato nel Centro Attività Pastorali, progettato dall'architetto Othmar Barth ([[1988]]), conserva dal [[1991]] un notevole patrimonio artistico proveniente da chiese ed edifici religiosi della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Goi|anno=2010|titolo=Museo Diocesano di Arte Sacra: Pordenone|rivista=Petit Museum|editore=Little Mercury Edizioni|volume=Volume 12}}</ref>. Di particolare interesse le opere di [[Gianfrancesco da Tolmezzo]], [[Alvise Casella]], [[Pomponio Amalteo]] e [[Giovanni Martini (pittore)|Giovanni Martini]]<ref>{{Cita news|autore = Chino Biscontin|titolo = Il museo diocesano d'arte sacra|pubblicazione = Le Tre Venezie PORDENONE|data = Anno IV Dicembre 1997|pp = 58-59}}</ref>.
 
===== PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli =====
{{vedi anche|PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli}}
La struttura culturale, definita da uno dei suoi fondatori, il fumettista [[Giulio De Vita]], come un "non-museo", ha sede presso [[Villa Galvani]]. Si tratta, da un lato, di un luogo volto a divulgare la conoscenza della "letteratura disegnata", dall'altro lato il PAFF! è uno spazio aperto al confronto con tutte le arti.
 
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===== Galleria d'arte Sagittaria =====
Fondata nel 1965 custodisce lavori di importanti artisti della produzione veneto friulana del Novecento, nonché opere di artisti di fama internazionale come [[Carlo Carrà]] e Dino e [[Mirko Basaldella]]<ref>{{Cita web|url = http://www.centroculturapordenone.it/cicp/arte/galleria-sagittaria|titolo= La Galleria Sagittaria|sito=www.centroculturapordenone.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>.
 
=== Media ===
Riga 545 ⟶ 480:
Periodici
* Il Popolo, settimanale della [[Diocesi di Concordia-Pordenone]]<ref>{{Cita web|url=https://comunicazionisociali.chiesacattolica.it/pordenone-90-anni-di-slancio-per-il-popolo/|titolo=Pordenone: 90 anni di slancio per “Il Popolo”|sito=comunicazionisociali.chiesacattolica.it|data=10 gennaio 2012|accesso=18 maggio 2020}}</ref>
* Il Friuli, settimanale di informazione regionale<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfriuli.it/redazione|titolo=Redazione|sito=www.ilfriuli.it|accesso=18 maggio 2020}}</ref>
 
==== Televisione ====
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Redazioni di Pordenone:
* [[Rai Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Telefriuli]]{{Cita web|url=http://www.telefriuli.it/redazione.aspx|titolo=Redazione di Telefriuli|sitoaccesso=www.telefriuli.it29 giugno 2019|accessodataarchivio=29 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190629095609/http://www.telefriuli.it/redazione.aspx|urlmorto=sì}}
 
=== Musica ===
{{Vedi anche|The Great Complotto|}}
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
=== Cucina ===
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=== Eventi ===
{{C|La sezione contiene eventi non rilevanti o non corredati da fonti terze. Da ristrutturare come da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi]]|Eventi|gennaio 2016}}
Di seguito un elenco succinto dei principali eventi che si svolgono nella città con cadenza regolare, ordinato per stagioni:
A Pordenone si susseguono nel corso dell'anno numerosi eventi. Qui sotto i più rilevanti:
 
* [[Pordenonelegge.it]]: dal [[2000]], nel mese di settembre, si svolge il festival letterario [[Pordenonelegge.it]]<ref>{{Cita libro|autore=Marco Paiola|curatore=Marco Paiola|curatore2= Roberto Grandinetti|titolo=Pordenone e pordenonelegge|anno=2009|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=152|opera=Città in festival. Nuove esperienze di marketing territoriale}}</ref>, una rassegna letteraria che ha acquisito nel tempo una rilevanza nazionale<ref>{{Cita news|autore = Elena Del Savio|titolo = La bella risvegliata. Con un passato da cenerentola e il complesso del brutto anatroccolo, la città industriale friulana si è messa un vestito nuovo. E punta sulla cultura, anche per unire le sue cento e più nazionalità|pubblicazione=quiTOURING il mensile del turismo più diffuso in Italia - Marzo 2007 - ANNO XXXVIII -N. 3|data = Marzo 2007|p = 85|editore = Touring Editore}}</ref><ref>{{Cita news|autore = Gianluigi Colin|titolo = Pordenone, la "Factory" della cultura. Il riscatto di una città che non aveva "appeal": puntando su cinema e letteratura ha cambiato il volto: ora attrae artisti da tutto il mondo|pubblicazione=Supplemento "Italie. Friuli V. Giulia" al Quotidiano nazionale Corriere della Sera|data = Giovedì 17 Maggio 2012|p = 33}}</ref> e grazie al “Crossroad of European Literature” nell'ambito del programma Cultura 2007-2013 dell'Unione Europea ha ampliato la portata internazionale dell'evento.<ref>{{Cita web|url = http://www.artscouncil.ie/Events/Partners-for-Imagination/The-Crossroads-of-European-Literature-at-Cuirt-2013/|titolo = The Crossroads of European Literature at Cúirt 2013|sito=www.artscouncil.ie|accesso=31 marzo 2015|lingua = en}}</ref>
==== Primavera ====
* [[Giornate del Cinema Muto]]: dal [[1981]] al [[1998]], nel mese di ottobre, si svolge il [[Le giornate del cinema muto - Pordenone Silent Film Festival|Pordenone Silent Film Festival]] (meglio conosciuto come ''Le Giornate del Cinema Muto''), una rassegna cinematografica specialistica dedicata al [[cinema muto]] che acquisisce nel tempo una rilevanza mondiale in questo settore<ref>{{Cita libro|autore=Richard Abel|titolo=Silent Film|dataoriginale=1996|editore=A&C Black|città=Londra|lingua=inglese|p=2}}</ref><ref>{{Cita web|autore = Jay Weissberg|url = http://variety.com/2013/film/columns/orson-welles-too-much-johnson-pordenone-1200751887/|titolo = Orson Welles’ ‘Too Much Johnson’ a Highlight at Pordenone|lingua = en|sito=variety.com|accesso=12 giugno 2019}}</ref>.Dal [[1999]] al [[2006]] il festival è stato trasferito a [[Sacile]], a causa della ricostruzione (completata nel maggio [[2005]]) del teatro Verdi, il teatro cittadino del capoluogo pordenonese. Nel [[2007]] è ritornato nella sede storica, ora rinnovata.
 
* [[Pordenone Blues Festival]], evento che combina la musica blues ad altre forme di espressione artistica<ref>{{Cita libro|autore=Francesco Izzo|curatore=Enrico Bonetti|curatore2= Raffaele Cercola|curatore3= Francesco Izzo|curatore4= Barbara Masiello|titolo=Eventi, destination marketing, capitale sociale|edizione=Seconda|annooriginale=2010|anno=2017|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=125|opera=Eventi e strategie di marketing territoriale: Gli attori, i processi e la creazione di valore}}</ref>. Si tiene tutti gli anni a metà estate.
* [[Dedica Festival]]: si tratta di un festival letterario internazionale monografico. Ogni anno infatti è ospite della manifestazione un unico scrittore al quale vengono per l'appunto "dedicate" due settimane all'interno delle quali le sue opere vengono presentate, discusse con il pubblico, rappresentate attraverso letture sceniche, mostre, film e concerti. Ospiti di Dedica Festival sono stati tra gli altri: [[Javier Cercas]], [[Wole Soyinka]] ([[premio Nobel per la letteratura]] nel [[1986]]), [[Paul Auster]], [[Nadine Gordimer]] (premio Nobel per la letteratura nel 1991), [[Amos Oz]], [[Anita Desai]], [[Paco Ignacio Taibo II]], [[Claudio Magris]], [[Dacia Maraini]]. Il Festival si svolge normalmente nel mese di marzo ed è organizzato dall'associazione culturale Thesis.
* Festival dei Giardini, giunto nel 2015 alla quarta edizione, è "l'evento più atteso"<ref>{{Cita web|url = http://www.ortogiardinopordenone.it/main-menu/festival-dei-giardini/|titolo = Pordenone Fiere presenta il 4º Festival dei Giardini|sito=www.ortogiardinopordenone.it}}</ref> della manifestazione fieristica chiamata "Ortogiardino".
* NaonisCon - Pordenone Games & Comics, manifestazione che si tiene annualmente dal [[1997]], nel mese di maggio, nella fiera della città. Si ripropone l'obiettivo di "mostrare gli sviluppi che si susseguono nel panorama dei giochi di ruolo, di simulazione, di società e di carte"<ref>{{Cita web|url=http://www.clubinnercircle.it/naoniscon|titolo=Sito ufficiale di NaonisCon - Pordenone Games & Comics|data=27 aprile 2017}}</ref>. Dal [[2004]] comprende anche la mostra-mercato del fumetto nuovo e da collezione.
* Festival dell'Inchiesta - LE VOCI DELL'INCHIESTA, iniziativa dell'associazione culturale Cinemazero.<ref>{{Cita web|sito= www.voci-inchiesta.it|url = http://www.voci-inchiesta.it/|titolo = Home Page Festival Le voci dell'inchiesta|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Pordenone Guitar Festival, il Festival Chitarristico Internazionale del Friuli Venezia Giulia, organizzato dall'associazione culturale Farandola.
 
* Rally della Stampa Evento turistico-culturale-sportivo alla scoperta delle località, dei monumenti e degli avvenimenti caratteristici della provincia di Pordenone. Ideato e attuato per la prima volta nel 1967 dal Circolo della Stampa di Pordenone. Cadenza annuale in data 1º maggio.<ref>{{Cita news|titolo =Il tradizionale Rally della Stampa si corre il 1º maggio|data = 29 aprile 2013}}</ref>
==== Estate ====
* NaonisCon - Pordenone Games & Comics, manifestazione che si tiene annualmente dal [[1997]], nel mese di maggio, nella fiera della città. Si ripropone l'obiettivo di "mostrare gli sviluppi che si susseguono nel panorama dei giochi di ruolo, di simulazione, di società e di carte"<ref>{{Cita web|url=http://www.clubinnercircle.it/naoniscon|titolo=Sito ufficiale di NaonisCon - Pordenone Games & Comics|data=27 aprile 2017|sito=www.clubinnercircle.it}}</ref>. Dal [[2004]] comprende anche la mostra-mercato del fumetto nuovo e da collezione.
 
* PordenonePensa "rassegna di idee e di eventi",<ref>{{Cita web|url = http://www.pordenonepensa.it/|titolo = Sito web di PordenonePensa|accesso = 15 marzo 2015|sito= www.pordenonepensa.it}}</ref> che si svolge nella città e in altre località vicine.
* Humus Park, tra i più importanti eventi-meeting italiani di Land Art,<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/ambiente/2016/05/12/news/alla_scoperta_della_land_art_arte_effimera_fatta_con_la_natura-139629924/|titolo=Alla scoperta della ''Land art'', arte effimera fatta con la natura|autore=Marco Angelillo|editore=la Repubblica - GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|data=15 maggio 2016}}</ref> è organizzato dal Comune di Pordenone e nel [[2014]] ha raggiunto la quarta edizione.<ref>{{Cita news|autore=Helga Marsala|titolo=Land Art a Pordenone. Torna Humus Park, museo-laboratorio a cielo aperto, per un’immersione creativa tra gli spazi di storia e di natura|pubblicazione=Artribune - DAL 2011 ARTE ECCETERA ECCETERA -|data=17 maggio 2014}}</ref>
* Festival Internazionale Musica Sacra (fine ottobre - aprile), giunto nel [[2018]] alla ventisettesima edizione, porta in città "musicisti, artisti e critici d'arte, studiosi di storia della chiesa e della musica".<ref>{{Cita web|url= https://centroculturapordenone.it/pec/musica/xxvii-festival-internazionale-di-musica-sacra-2018/|titolo = XXVII Festival Internazionale
di Musica Sacra 2018|sito=www.centroculturapordenone.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Festival Arlecchino Errante.
* Humus Park, tra i più importanti eventi-meeting italiani di Land Art,<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/ambiente/2016/05/12/news/alla_scoperta_della_land_art_arte_effimera_fatta_con_la_natura-139629924/|titolo=Alla scoperta della ''Land art'', arte effimera fatta con la natura|autore=Marco Angelillo|editore=la Repubblica - GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|data=15 maggio 2016}}</ref> è organizzato dal Comune di Pordenone e nel [[2014]] ha raggiunto la quarta edizione.<ref>{{Cita news|autore = Helga Marsala|titolo = Land Art a Pordenone. Torna Humus Park, museo-laboratorio a cielo aperto, per un’immersione creativa tra gli spazi di storia e di natura|pubblicazione = Artribune - DAL 2011 ARTE ECCETERA ECCETERA -|data = 17 maggio 2014}}</ref>
* FMK International Short Film Festival, rassegna internazionale di cortometraggi.<ref>{{Cita web|url = http://fmkfestival.it/2014/|titolo = Sito web ufficiale FMKfestival|accesso = 15 marzo 2015|sito=fmkfestival.it}}</ref>
* SICAM Pordenone: si svolge dal [[2009]] nel mese di ottobre la manifestazione leader in Italia per il settore dei componenti e dei semilavorati per il mobile (meglio conosciuto come ''Salone Internazionale dei Componenti e Accessori per l'Industria del Mobile''), nel cuore di un distretto nel quale viene prodotto oltre il quaranta per cento del mobile italiano. Ogni anno circa ventimila visitatori professionali provenienti da circa novanta paesi visitano questa manifestazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.exposicam.it|sito= www.exposicam.it|titolo= Sito ufficiale del Salone Internazionale dei Componenti, Accessori e Semilavorati per l'industria del mobile|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Festival Libreria Editrice Vaticana.<ref>{{Cita news|titolo = Pordenone: in scena la Libreria Vaticana|pubblicazione=Avvenire|data = 6 ottobre 2011|p = 31}}</ref>
* Maratonina Internazionale dei Borghi.<ref>{{Cita web|url =http://www.maratoninadeiborghi.it|titolo = Sito ufficiale de La Maratonina dei Borghi|accesso = 12 giugno 2019|sito=www.maratoninadeiborghi.it}}</ref>
* Premio "Bruno Cavallini", istituito nel [[1996]] dallo storico dell'arte italiano [[Vittorio Sgarbi]].<ref>{{Cita web|url = http://www.premiobrunocavallini.it/home.html|titolo = Sito ufficiale premio "Bruno Cavallini"|accesso=12 giugno 2018|sito=www.premiobrunocavallini.it}}</ref>
* Concorso giornalistico "Premio Simona Cigana". Nazionale, Annuale, Multimediale, Multilingue (italiano, friulano, sloveno, tedesco). Partecipanti: giornalisti pubblicisti e professionisti iscritti all'Ordine nazionale della Stampa. Soggetto: Friuli Venezia Giulia. Sezioni: Giornalismo d'inchiesta, Giornalismo sportivo, Artigianato. Promotore e organizzatore: Circolo della Stampa di Pordenone.
* PordenonePensa "rassegna di idee e di eventi",<ref>{{Cita web|url=http://www.pordenonepensa.it/|titolo=Sito web di PordenonePensa|accesso=15 marzo 2015}}</ref> che si svolge nella città e in altre località vicine.
* [[Pordenone Blues Festival]], evento che combina la musica blues ad altre forme di espressione artistica<ref>{{Cita libro|autore=Francesco Izzo|curatore=Enrico Bonetti|titolo=Eventi, destination marketing, capitale sociale|edizione=Seconda|annooriginale=2010|anno=2017|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=125|opera=Eventi e strategie di marketing territoriale: Gli attori, i processi e la creazione di valore|curatore2=Raffaele Cercola|curatore3=Francesco Izzo|curatore4=Barbara Masiello}}</ref>. Si tiene tutti gli anni a metà estate.
* FMK International Short Film Festival, rassegna internazionale di cortometraggi.<ref>{{Cita web|url=http://fmkfestival.it/2014/|titolo=Sito web ufficiale FMKfestival|sito=fmkfestival.it|accesso=15 marzo 2015}}</ref>
 
==== Autunno ====
 
* [[Pordenonelegge.it]]: dal [[2000]], nel mese di settembre, si svolge il festival letterario [[Pordenonelegge.it]]<ref>{{Cita libro|autore=Marco Paiola|curatore=Marco Paiola|titolo=Pordenone e pordenonelegge|anno=2009|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=152|opera=Città in festival. Nuove esperienze di marketing territoriale|curatore2=Roberto Grandinetti}}</ref>, una rassegna letteraria che ha acquisito nel tempo una rilevanza nazionale<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Savio|titolo=La bella risvegliata. Con un passato da cenerentola e il complesso del brutto anatroccolo, la città industriale friulana si è messa un vestito nuovo. E punta sulla cultura, anche per unire le sue cento e più nazionalità|pubblicazione=quiTOURING il mensile del turismo più diffuso in Italia - Marzo 2007 - ANNO XXXVIII -N. 3|editore=Touring Editore|data=marzo 2007|p=85}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Gianluigi Colin|titolo=Pordenone, la "Factory" della cultura. Il riscatto di una città che non aveva "appeal": puntando su cinema e letteratura ha cambiato il volto: ora attrae artisti da tutto il mondo|pubblicazione=Supplemento "Italie. Friuli V. Giulia" al Quotidiano nazionale Corriere della Sera|data=Giovedì 17 Maggio 2012|p=33}}</ref> e grazie al “Crossroad of European Literature” nell'ambito del programma Cultura 2007-2013 dell'Unione Europea ha ampliato la portata internazionale dell'evento.<ref>{{Cita web|url=http://www.artscouncil.ie/Events/Partners-for-Imagination/The-Crossroads-of-European-Literature-at-Cuirt-2013/|titolo=The Crossroads of European Literature at Cúirt 2013|lingua=en|accesso=31 marzo 2015}}</ref>
* Festival Libreria Editrice Vaticana.<ref>{{Cita news|titolo=Pordenone: in scena la Libreria Vaticana|pubblicazione=Avvenire|data=6 ottobre 2011|p=31}}</ref>
* Maratonina Internazionale dei Borghi.<ref>{{Cita web|url=http://www.maratoninadeiborghi.it|titolo=Sito ufficiale de La Maratonina dei Borghi|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Giostra dei Castelli - Rievocazione Storica, ogni penultimo weekend di settembre a Torre di Pordenone.
* [[Giornate del Cinema Muto]]: dal [[1981]] al [[1998]], nel mese di ottobre, si svolge il [[Le giornate del cinema muto - Pordenone Silent Film Festival|Pordenone Silent Film Festival]] (meglio conosciuto come ''Le Giornate del Cinema Muto''), una rassegna cinematografica specialistica dedicata al [[cinema muto]] che acquisisce nel tempo una rilevanza mondiale in questo settore<ref>{{Cita libro|autore=Richard Abel|titolo=Silent Film|dataoriginale=1996|editore=A&C Black|città=Londra|lingua=en|p=2}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://variety.com/2013/film/columns/orson-welles-too-much-johnson-pordenone-1200751887/|titolo=Orson Welles’ ‘Too Much Johnson’ a Highlight at Pordenone|autore=Jay Weissberg|sito=variety.com|lingua=en|accesso=12 giugno 2019}}</ref>.Dal [[1999]] al [[2006]] il festival è stato trasferito a [[Sacile]], a causa della ricostruzione (completata nel maggio [[2005]]) del teatro Verdi, il teatro cittadino del capoluogo pordenonese. Nel [[2007]] è ritornato nella sede storica, ora rinnovata.
* SICAM Pordenone: si svolge dal [[2009]] nel mese di ottobre la manifestazione leader in Italia per il settore dei componenti e dei semilavorati per il mobile (meglio conosciuto come ''Salone Internazionale dei Componenti e Accessori per l'Industria del Mobile''), nel cuore di un distretto nel quale viene prodotto oltre il quaranta per cento del mobile italiano. Ogni anno circa ventimila visitatori professionali provenienti da circa novanta paesi visitano questa manifestazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.exposicam.it|titolo=Sito ufficiale del Salone Internazionale dei Componenti, Accessori e Semilavorati per l'industria del mobile|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Premio "Bruno Cavallini", istituito nel [[1996]] dallo storico dell'arte italiano [[Vittorio Sgarbi]].<ref>{{Cita web|url=http://www.premiobrunocavallini.it/home.html|titolo=Sito ufficiale premio "Bruno Cavallini"|accesso=12 giugno 2018}}</ref>
* Festival Internazionale Musica Sacra (fine ottobre - aprile), giunto nel [[2018]] alla ventisettesima edizione, porta in città "musicisti, artisti e critici d'arte, studiosi di storia della chiesa e della musica".<ref>{{Cita web|url=https://centroculturapordenone.it/pec/musica/xxvii-festival-internazionale-di-musica-sacra-2018/|titolo=XXVII Festival Internazionale
di Musica Sacra 2018|sito=centroculturapordenone.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Festival Arlecchino Errante.
* Festival dell'Inchiesta - LE VOCI DELL'INCHIESTA, iniziativa dell'associazione culturale Cinemazero.<ref>{{Cita web|url=http://www.voci-inchiesta.it/|titolo=Home Page Festival Le voci dell'inchiesta|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
 
====Capitale della Cultura====
Pordenone è stata nominata capitale della cultura italiana per il 2027.<ref>{{Cita web|autore=Redazione Qualitytravel.it|url=https://www.qualitytravel.it/pordenone-sara-capitale-della-cultura-2027/163149|titolo=Pordenone sarà Capitale della Cultura 2027|sito=Qualitytravel.it|data=2025-03-12|accesso=2025-03-23}}</ref>
 
A celebrazione della nomina, é stato organizzato un evento dal titolo "Artisti per Pordenone Capitale",<ref>{{Cita news|autore=Daniele Micheluz|titolo=“Artisti per Pordenone Capitale”, festa al Teatro Verdi il 6 aprile|pubblicazione=Il Friuli|data=27 Marzo 2025}}</ref> tenutosi il 6 aprile 2025 presso il Teatro Verdi di [[Pordenone]], alla presenza del Ministro della cultura [[Alessandro Giuli]]. <ref>{{Cita news|autore=Riccardo Lo Re|titolo=Il Ministro Giuli: "Spero che l'Italia possa assomigliare un po' di più a Pordenone"|pubblicazione=Pordenone Today|data=7 Aprile 2025}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
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=== Industria ===
Sotto il profilo economico la città di Pordenone, da sempre territorio agricolo, si sviluppa notevolmente nell'Ottocento nel settore tessile, in parallelo con la rivoluzione industriale (viene definita "la piccola Manchester italiana"<ref>{{Cita news|autore = Testi Vannes Chiandotto|titolo = Mappa turistica di Pordenone|pubblicazione = Azienda regionale per la promozione turistica, Ufficio decentrato di Pordenone, Friuli Venezia Giulia|editore = Realizzazione e grafica Archigraph}}</ref> o la "piccola Manchester"<ref>{{Cita news|autore = Sandro Comini|titolo = "Manchester" è sul Noncello|pubblicazione=Supplemento Redazionale STORIA DI PORDENONE al quotidiano "IL GAZZETTINO|data = 1º marzo 1998|p = 17}}</ref> del Friuli). Ma l'evento eccezionale, che trasforma la città, e destinato a renderla nota in tutto il mondo, è lo sviluppo industriale che si accompagna al secondo dopoguerra. Spicca, tra i nomi di “capitani di industria” come i [[Galvani]], i fratelli Moro, i [[Locatelli]], i [[Savio]], il nome dell'imprenditore [[Lino Zanussi]] che, ereditata la fabbrica dal padre Antonio (di poche decine di dipendenti), la ingrandisce, facendone in soli trent'anni la seconda realtà metalmeccanica italiana dopo la [[FIAT]] (stabilimenti di [[Porcia]]), con più di tredicimila dipendenti negli anni '60. Questo impetuoso sviluppo industriale, che porta la vicina città di Porcia a produrre e a esportare più lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi dell'intera Germania, conduce negli anni '60 alla trasformazione della città di Pordenone in provincia (la quarta del Friuli Venezia Giulia)<ref>{{Cita libro|curatore=Aldo Burello, Alberto De Toni, Michela Parussini|titolo=Dalla Zanussi all'Electrolux. Un secolo di lezioni per il futuro|anno=2010|editore=Il mulino|ISBN=978-8815146458}}</ref>. La crescita del settore del bianco porta la città, che si sviluppa in parallelo al boom industriale italiano seguito al dopo guerra, ad avere un livello di qualità della vita tra i più alti d'Italia e d'Europa, e a fare di Pordenone una delle città più dinamiche di tutto il Nord Est (settori della carpenteria, del mobile, della coltelleria, metalmeccanici, tessile). In seguito alla morte dell'imprenditore Lino Zanussi, l'impresa, divenutadiviene, sotto la presidenza di [[Lamberto Mazza]], un gruppo multinazionale, èma statala inlogica seguitoespansiva ceduta"non aglisorretta svedesida dellaun'adeguata [[Electrolux]]strategia industriale"<ref>{{Cita newslibro|autore =Sergio ElenaNoto, DelElisa GiudiceDalla Rosa, Simone Zardi|titolo =La Dallastrana Zanussiavventura aglidel svedesicapitalismo Il tramonto dell’imperoitaliano.
1945-2008 uomini, imprese, politici ed economisti tra cattive abitudini e sviluppo economico|annooriginale=2017|editore=Libreriauniversitaria.it|p=207}}</ref> conduce, nel 1985, alla successiva cessione agli svedesi della [[Electrolux]]<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Giudice|titolo=Dalla Zanussi agli svedesi Il tramonto dell’impero.
I prodromi del colosso del bianco nel 1919 in una officina di corso Garibaldi. Il salto di qualità con l’avvento di Lino. Fabbrica-comunità incubatore d’imprese|pubblicazione=Il Messaggero Veneto|data = 26 ottobre 2013}}</ref>. L'acquisizione della proprietà da parte di una industria estera ha portato con il tempo a una disattenzione crescente, da parte della stessa, per la realtà industriale del territorio. In seguito alla crisi finanziaria mondiale del 2007, Pordenone ha conosciuto una crisi economica crescente, culminata nel 2013 con progetti di dismissione dell'industria di Porcia, con la previsione di migliaia di licenziamenti (casi Ideal Standard<ref>{{Cita news|autore = Marco De Francesco|titolo =Scricchiola il modello del Friuli|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|data = 23 luglio 2013}}</ref> e [[Electrolux]]<ref>{{Cita news|titolo=Il piano di Electrolux per Porcia: quasi 400 esuberi e 32 milioni di investimento|pubblicazione=Il Fatto Quotidianot|data = 17 febbraio 2014}}</ref>), sì che nel 2014 la città di Pordenone e il suo territorio sono assurti a simbolo della crisi economica attraversata dall'intero Paese (la città nel 2014 ha ospitato il corteo nazionale del primo maggio<ref>{{Cita news|titolo = Primo maggio, Camusso: "Basta con sorrisi, annunci e tagli: serve creare occupazione"|pubblicazione=La Repubblica|data = 1º maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore = Sandra Riccio|titolo = A Pordenone la prima festa della disoccupazione.
I prodromi del colosso del bianco nel 1919 in una officina di corso Garibaldi. Il salto di qualità con l’avvento di Lino. Fabbrica-comunità incubatore d’imprese|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data=26 ottobre 2013}}</ref>. L'acquisizione della proprietà da parte di una industria estera porta, con il passare del tempo, a una disattenzione crescente, da parte della stessa, per la realtà industriale del territorio<ref>{{Cita news|titolo=Electrolux taglia in Italia 1.129 esuberi, 295 a Porcia|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=7 febbraio 2013}}</ref>. In seguito alla crisi finanziaria mondiale del 2007, Pordenone conosce una crisi economica crescente. Inoltre diversi fattori, quali, da un lato, "la non-competitività del Paese, il costo del lavoro, le infrastrutture carenti, l'energia troppo cara, l'assenza di finanziamenti all'innovazione"<ref>{{Cita news|titolo=«Costretti a delocalizzare se non si crea competitività» - Intervista a Andrea Sasso e Luigi Campello, rispettivamente presidente e vice di Ceced.|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=27 luglio 2012}}</ref> e, dall'altro lato, la disattenzione della politica<ref>{{Cita news|titolo=«Pordenone paga la disattenzione di vecchie gestioni»|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=12 agosto 2004}}</ref>, spingono, nel 2013, ai progetti di dismissione dell'industria di Porcia<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Giudice|titolo=Electrolux, lo spettro delocalizzazione|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=19 giugno 2013}}</ref>, con la previsione di migliaia di licenziamenti (casi Ideal Standard<ref>{{Cita news|autore = Marco De Francesco|titolo =Scricchiola il modello del Friuli|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|data = 23 luglio 2013}}</ref> e [[Electrolux]]<ref>{{Cita news|titolo=Il piano di Electrolux per Porcia: quasi 400 esuberi e 32 milioni di investimento|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=17 febbraio 2014}}</ref>), sì che nel 2014 la città di Pordenone e il suo territorio sono il simbolo della crisi economica attraversata dall'intero Paese (la città nel 2014 ha ospitato il corteo nazionale del primo maggio<ref>{{Cita news|titolo=Primo maggio, Camusso: "Basta con sorrisi, annunci e tagli: serve creare occupazione"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore = Sandra Riccio|titolo = A Pordenone la prima festa della disoccupazione.
Città simbolo della crisi: in Regione persi oltre 22mila posti in cinque anni|pubblicazione = La Stampa|data = 1º maggio 2014}}</ref>). Il declino della città viene fronteggiato dal fatto che Pordenone presenta settori industriali diversificati, suddivisi in distretti industriali (Brugnera, Maniago, San Vito al Tagliamento), composti da piccole e medie imprese capaci, con l'innovazione e l'intraprendenza, di fronteggiare la crisi ed essere artefici del rilancio del territorio.
 
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=== Ferrovie ===
 
[[File:Stazione di Pordenone.jpg|miniatura|210x210pxthumb|Stazione ferroviaria di Pordenone]]
 
La città dispone della [[stazione di Pordenone]], posta lungo la [[ferrovia Venezia-Udine]] e gestita da [[Rete Ferroviaria Italiana]].
 
=== Mobilità urbana ===
La mobilità urbana di Pordenone è garantita dagli autoservizi gestiti dall'azienda di trasporto pubblico locale [[ATAP (Pordenone)|ATAP]] S.p.A., che opera con proprie vetture in tutto il territorio della [[provincia di Pordenone|provincia]].<ref>{{cita web|url = https://www.atap.pn.it/azienda/storia.html|titolo = La storia di ATAP|accesso = 12 giugno 2019|sito=www.atap.pn.it}}</ref>
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Pordenone}}
Lista dei sindaci dall'Unità d'Italia a oggi.<ref>{{Cita web|url=http://amministratori.interno.it/storiaamministrativa/storiaamministrativa_comune_PORDENONE.txt|titolo=Ministero dell'Interno - Storia amministrativa dell'ente - PORDENONE|urlmorto=sì|accesso=19 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160814044451/http://amministratori.interno.it/storiaamministrativa/storiaamministrativa_comune_PORDENONE.txt|dataarchivio=14 agosto 2016}}.</ref>
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|1866|1873|Vendramino Candiani||[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]||}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|1873|1876|Giacomo Di Montereale Mantica||||}}
| 1866 | 1873 | Vendramino Candiani | | [[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]] |
{{ComuniAmminPrec|1876|1878|Valentino Galvani||||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1879|1882|Francesco Varisco||||}}
{{ComuniAmminPrec|1882|?|Edoardo Marini||Sindaco facente funzioni||}}
| 1873 | 1876 | Giacomo Di Montereale Mantica | | |
{{ComuniAmminPrec|1888|1893|Enea Ellero||||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1893|1897|Antonio Querini||||}}
{{ComuniAmminPrec|1898|1898|Vincenzo Policreti||||}}
| 1876 | 1878 | Valentino Galvani | | |
{{ComuniAmminPrec|1898|1899|Pompeo Ricchieri|||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1899|1901|Vittorio Marini||||}}
| 1879 | 1882 | Francesco Varisco | | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1882 | ? | Edoardo Marini | | Sindaco facente funzioni |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1888 | 1893 | Enea Ellero | | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1893 | 1897 | Antonio Querini | | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1898 | 1898 | Vincenzo Policreti | | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1898 | 1899 | Pompeo Ricchieri | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 1899 | 1901 | Vittorio Marini | | |
|}}
 
{{ComuniAmminPrec|1902|1903|Antonio Polese||||}}
{{ComuniAmminPrec|1904|1905|Gasbarri||Commissario regio||}}
| 1902 | 1903 | Antonio Polese | | |
{{ComuniAmminPrec|1904|1905|Ernesto Cossetti|||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1905||Bevilacqua||Commissario regio||}}
{{ComuniAmminPrec|1905|1908|Luigi Domenico Galeazzi||||}}
| 1904| 1905|Gasbarri| | Commissario regio|
{{ComuniAmminPrec|1908|1910|Ernesto Cossetti||||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1910|1913|Antonio Querini||||}}
{{ComuniAmminPrec|1914|1919|Carlo Policreti|||}}
| 1904 | 1905 | Ernesto Cossetti | | |
{{ComuniAmminPrec|1920|1922|Guido Rosso|||}}
}}
{{ComuniAmminPrec|1923|?|Antonio Cattaneo||Sindaco/Podestà||}}
{{ComuniAmminPrec||1934|Nello Marsure|[[Partito Nazionale Fascista|PNF]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]||}}
| 1905 | | Bevilacqua | | Commissario regio|
{{ComuniAmminPrec|1934||[[Napoleone Aprilis]]||[[Commissario prefettizio]]||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1935|1943|Enrico Galvani|[[Partito Nazionale Fascista|PNF]]|Podestà||}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|1945||Giuseppe Asquini|[[CLN]]|||}}
| 1905 | 1908 | Luigi Domenico Galeazzi | | |
{{ComuniAmminPrec|1946|1956|Giuseppe Garlato|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1956|1967|Gustavo Montini|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1967|1975|Giacomo Ros|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
| 1908 | 1910 | Ernesto Cossetti | | |
{{ComuniAmminPrec|1975|1979|Glauco Moro|[[Democrazia Cristiana|DC]]||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|1979|1983|Giancarlo Rossi|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1983|2 aprile 1993|Alvaro Cardin|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
| 1910 | 1913 | Antonio Querini | | |
{{ComuniAmminPrec|2 giugno 1993|21 giugno 1993|Ilario Marone|-|Commissario prefettizio||}}
|}}
{{ComuniAmminPrec|21 giugno 1993|28 febbraio 2001|[[Alfredo Pasini]]|[[Lega Nord|LN]]|||}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|26 giugno 2001|31 maggio 2011|[[Sergio Bolzonello]]|[[L'Ulivo]]|||}}
| 1914 | 1919 | Carlo Policreti | | |
{{ComuniAmminPrec|31 maggio 2011|20 giugno 2016|[[Claudio Pedrotti]]|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]||}}
}}
{{ComuniAmminPrec|20 giugno 2016|28 giugno 2024|[[Alessandro Ciriani]]|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]||}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|28 giugno 2024|18 aprile 2025|Alberto Parigi|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]|Vicesindaco f.f.}}
| 1920 | 1922 | Guido Rosso | | |
{{ComuniAmminPrec|18 aprile 2025|''in carica''|[[Alessandro Basso]]|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]|Sindaco}}
}}
{{ComuniAmminPrec
| 1923 | ? | Antonio Cattaneo | | Sindaco/Podestà|
|}}
{{ComuniAmminPrec
| | 1934 | Nello Marsure | [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] | [[Podestà (fascismo)|Podestà]] |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1934 | | [[Napoleone Aprilis]] | | [[Commissario prefettizio]] |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1935 | 1943 | Enrico Galvani | [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] | Podestà|
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1945 | | Giuseppe Asquini | [[CLN]] | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1946 | 1956 | Giuseppe Garlato | [[Democrazia Cristiana|DC]] | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1956 | 1967 | Gustavo Montini | [[Democrazia Cristiana|DC]] | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1967 | 1975 | Giacomo Ros | [[Democrazia Cristiana|DC]] | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1975 | 1979 | Glauco Moro | [[Democrazia Cristiana|DC]] | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 1979 | 1983 | Giancarlo Rossi | [[Democrazia Cristiana|DC]] | |
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 1983 | 2 aprile 1993 | Alvaro Cardin | [[Democrazia Cristiana|DC]] | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 2 giugno 1993 | 21 giugno 1993 | Ilario Marone | - | Commissario prefettizio|
|}}
{{ComuniAmminPrec
| 21 giugno 1993 | 12 maggio 1997 | Alfredo Pasini | [[Lega Nord]] | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 12 maggio 1997 | 28 febbraio 2001 | Alfredo Pasini | [[Lega Nord]] | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 26 giugno 2001 | 10 aprile 2006 | [[Sergio Bolzonello]] | [[centrosinistra]] | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 12 aprile 2006 | 31 maggio 2011 | [[Sergio Bolzonello]] | [[centrosinistra]] | | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 31 maggio 2011 | 20 giugno 2016 | [[Claudio Pedrotti]] | [[centrosinistra]] | |
}}
{{ComuniAmminPrec
| 20 giugno 2016 | ''in carica'' | [[Alessandro Ciriani]] | [[centrodestra]] | |
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{gemellaggio|Austria|Spittal an der Drau|1987}}, rinnovato nel [[2022]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.pordenone.it/it/comune/comunicazione/comune-informa/stampa/area-stampa/rinnovato-il-gemellaggio-con-spittal-au-der-drau|titolo=Rinnovato il gemellaggio con Spittal au der Drau|accesso=28 settembre 2025}}.</ref>
* {{gemellaggio|Austria|Spittal an der Drau|1987}}
* {{gemellaggio|Giappone|Okawa|1988}}; nato sulla base della comune vocazione alla lavorazione del legno, il gemellaggio è stato riconfermato nel [[2012]], in occasione dei Campionati Mondiali di Judo Kata, svoltisi proprio a Pordenone, e successivamente nel 2018 per la ricorrenza dei trent'anni<ref>{{Cita web|url=https://www.messaggeroveneto.it/cronaca/nuova-intesa-con-okawa-30-anni-dopo-yw3xddyi|titolo=Nuova intesa con Okawa 30 anni dopo|accesso=28 settembre 2025}}</ref>
* {{gemellaggio|Argentina|San Martín|2003|San Martín (Buenos Aires)}}
* {{gemellaggio|RussiaArgentina|IrkutskSan Martín|20052003|San Martín (Buenos Aires)}}{{Cn}}
* {{gemellaggio|Russia|Irkutsk|2005}}{{Cn}}
* {{gemellaggio|Giappone|Okawa}}; gemellaggio riconfermato nel [[2012]] a seguito dei campionati di Judo Kata
 
== Sport ==
=== Calcio ===
=== Principali eventi e società sportive ===
Il principale [[Squadra di calcio|club]] cittadino è oggi l'ASD Nuovo Pordenone 2024 FC, fondato il 17 maggio 2024<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/calcio/ufficiale-fondazione-nuovo-pordenone-calcio.html|titolo=Ufficiale: è stato costituito il Nuovo Pordenone 2024 FC|sito=PordenoneToday|accesso=2025-09-30}}</ref>. Affiliato alla [[FIGC]] con matricola 962834<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/calcio/pordenone-fc-matricola.html|titolo=Il Pordenone FC ottiene la matricola federale dalla Figc|sito=PordenoneToday|accesso=2025-09-30}}</ref> è quindi partito dalla [[Promozione (calcio)|Promozione]] e milita attualmente in [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]]<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Redazione 05 agosto 2025 08:24 Facebook WhatsApp|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/raduno-pordenone-fc-2025.html|titolo=Inizia la stagione del Pordenone con sette nuovi acquisti|sito=PordenoneToday|accesso=2025-08-06}}</ref>.
La principale società sportiva cittadina è il [[Pordenone Calcio]], che attualmente milita in Serie B.
 
Dal punto di vista "morale" e della rappresentanza cittadina, il Nuovo Pordenone 2024 raccoglie l'eredità del "centenario" [[Pordenone Calcio]] (fallito nel 2023), ma è a tutti gli effetti società autonoma dallo stesso, non avendone (ancora) rilevato né [[Tradizione sportiva|titolo sportivo]] né [[palmarès]].
 
Altri sodalizi sono invece espressione di quartieri cittadini, come l'[[Torre (Pordenone)|ASD Torre]] e l'[[Vallenoncello|ASD G.S. Vallenoncello]], in [[Prima Categoria]] Friuli Venezia Giulia, nonché l'ASD Villanova Football Club in [[Terza Categoria]].
 
=== Calcio a 5 ===
L'[[Pordenone Calcio a 5|ASD Pordenone Calcio a 5]], milita attualmente in [[Serie A2 Élite]] e disputa le gare interne al Pala Flora, nel quartiere di [[Torre (Pordenone)|Torre]].
 
=== Pallacanestro===
La principale società cittadina è l'ASD Sistema Basket Pordenone che milita in [[Serie B Interregionale (pallacanestro maschile)|Serie B Interregionale]] e disputa le gare interne al Palazzetto dello Sport "Maurizio Crisafulli".
 
=== Hockey su pista ===
L'[[Gruppo Sportivo Hockey Pordenone|ASD G.S. Hockey Pordenone]] partecipa attualmente al campionato di [[Serie B (hockey su pista)|Serie B]] e disputa le gare interne al [[PalaMarrone]].
 
=== Principali eventi ===
Ogni anno, a [[Pasqua]], si svolgono i tornei internazionali giovanili [[Trofeo Memorial Gallini]] di [[calcio (sport)|calcio]] e il [[Memorial Ferruccio Cornacchia]] di [[pallavolo]].
 
=== Principali impianti sportivi ===
*[[Stadio Ottavio Bottecchia]]
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
 
* [[Andrea Benedetti]], ''Storia di Pordenone'', Pordenone 1964.
* PaoloPietro GoiANGELILLO (a cura di), "''LapicidiMille delprotagonisti Rinascimentoper nel12 Friuli occidentalesecoli''", ElleraniDizionario Editorebiografico, San Vito al TagliamentoPordenone 19732000.
* Annalisa AVON, ''Architettura e città. Pordenone dal primo Novecento agli anni Settanta'', Giavedoni Editore, Pordenone, 2015.
* [[Francesco Boni De Nobili]], ''Le strade di Pordenone'', Pordenone 1994 (II edizione Godega S.U. 2006).
* Serena BAGNAROL et al., ''Le chiese di Pordenone'', Libreria editrice vaticana, 2013.
* [[Vendramino Candiani]], ''Pordenone. Ricordi cronistorici'', Pordenone 1902.
* GiosuèAndrea ChiaradiaBENEDETTI, ''Pordenone.Storia Schededi per la lettura della cittàPordenone'', Pordenone, 19891964.
* [[PaoloFrancesco Goi]]Boni (aDe curaNobili|Francesco di)BONI DE NOBILI]], ''Pordenone,Le unastrade cittàdi Pordenone'', Pordenone, 19911994 (II edizione Godega S.U. 2006).
* [[PaoloSante Goi]] (a cura di)BORTOLAMI, ''SanUna Marcochiesa, una città: le origini del duomo di Pordenone tra spirito civico e sentimento religioso'', 3 voll.GEAP, PordenoneFiume Veneto, 1993.
* Vendramino CANDIANI, ''Pordenone. Ricordi cronistorici'', Pordenone, 1902.
* Sante Bortolami, ''Una chiesa, una città: le origini del duomo di Pordenone tra spirito civico e sentimento religioso'', GEAP, Fiume Veneto 1993.
* [[GiovanniLorenzo Battista Pomo]]CARDIN, ''CommentariPordenone. Guida alla urbanicittà'', (aBiblioteca cura di P. Goi)dell'Immagine, Pordenone, 19902014.
* CaterinaGiosuè Furlan e Paolo Pastres (a cura di)CHIARADIA, ''Pordenone:. iSchede museiper della territoriolettura della città'', BiblosPordenone, Cittadella 19991989.
* PietroLuigi AngelilloCICERI (a cura di), "Mille''Religiosità protagonistipopolare perin 12 secoli"Friuli,'' DizionarioEd. biograficoConcordia, Pordenone, 20001980.
* UdoFulvio KollerCOMIN, Pierfranco FABRIS, ''Pordenone.: Emozionila diCittà pietraDipinta'', Biblioteca dell'Immagine, Pordenone 2005, ISBN 88-89199-37-72017.
* Elisa COZZARINI, ''Pordenone. Una guida'', Odós, Udine, 2020.
* Sergio Pratali Maffei (a cura di), ''Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia'', Istituto regionale per le ville venete: Marsilio, Venezia 2005.
* Caterina FURLAN e Paolo PASTRES (a cura di), ''Pordenone: i musei del territorio'', Biblos, Cittadella, 1999.
* {{cita libro|autore=Mario Ongaro|titolo=Vincenzo Pinali - L'uomo il medico il suo tempo |editore=Ellerani Editore|città=Pordenone|anno=2007|pagine=198|cid=Ellerani Editore}}
* ''RivediamoGilberto iGANZER, confiniAngelo diCROSATO Pordenone:(a icura catasticidi), ''Catastici Ottoboni, inRivediamo mostra:i Museo Civico d'arteconfini di Pordenone'', Comune di Pordenone Editore, Pordenone, 2007.
* Paolo GOI (a cura di), ''Lapicidi del Rinascimento nel Friuli occidentale'', Ellerani Editore, San Vito al Tagliamento, 1973.
* Giuseppe Ragogna, ''Pordenone: come eravamo'', Biblioteca dell'Immagine, 2010.
* Paolo GOI (a cura di), ''Pordenone, una città'', Pordenone, 1991.
* Serena Bagnarol et al., ''Le chiese di Pordenone'', Libreria editrice vaticana, 2013.
* Paolo GOI (a cura di), ''San Marco di Pordenone'', 3 voll., Pordenone, 1993.
* Fulvio Comin, Pierfranco Fabris, ''Pordenone: la Città Dipinta'', Biblioteca dell'Immagine, 2017.
* Udo KOLLER, ''Pordenone. Emozioni di pietra'', Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2005, ISBN 88-89199-37-7.
* Benvenuto Sist, ''San Giuliano alle Fornaci'', Parrocchia di San Giuseppe in Borgomeduna, 2017.
* Alberto MAGRI, ''La casa del Pordenone'', Libreria al Segno Editrice, Pordenone, 2019.
* Mario ONGARO, ''Vincenzo Pinali - L'uomo il medico il suo tempo'', Provincia di Pordenone, 2007.
* Giovanni Battista POMO, ''Commentari urbani'' (a cura di P. GOI), Pordenone, 1990.
* Sergio PRATALI MAFFEI (a cura di), ''Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia'', Istituto regionale per le ville venete, Marsilio, Venezia, 2005.
* Giuseppe RAGOGNA, ''Pordenone: come eravamo'', Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2010.
* Fortunato SILVESTRI, ''Pordenone occupata 1917-1918'', De Bastiani Editore, Vittorio Veneto, 2018.
* Benvenuto SIST, ''San Giuliano alle Fornaci'', Parrocchia di San Giuseppe in Borgomeduna, Pordenone, 2017.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web| url = http://www.comune.pordenone.it| titolo = Comune di Pordenone | sito = www.comune.pordenone.it | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web | url = httpshttp://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/biblioteca | titolo = Biblioteca CivicaComune di Pordenone | accesso = 28 luglio 2019 | sito = www.comune.pordenone.it }}
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/museoartebiblioteca | titolo = MuseoBiblioteca CivicoCivica d'Artedi Pordenone | accesso = 28 luglio 2019 | sito = www.comune.pordenone.it }}
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/museostorianaturalemuseoarte | titolo = Museo Civico di Storia Naturale | sito = www.comune.pordenone.itd'Arte | accesso = 28 luglio 2019 }}
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/museoarcheologicomuseostorianaturale | titolo = Museo ArcheologicoCivico deldi FriuliStoria Occidentale | sito = www.comune.pordenone.itNaturale | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/museoarcheologico | titolo = Museo Archeologico del Friuli Occidentale | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web| url = https://paff.it/| titolo = PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli | sito = paff.it | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web | url = https://consorziocastelli.it/icastelli/pordenone/torre | titolo = Castello di Torre | sito = consorziocastelli.it | accesso = 29 giugno 2019 }}
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{{Capoluoghi di provincia italiani}}
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