Pordenone: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Pordenone
|Nome ufficiale = {{it}}Pordenone<br/>{{fur}} Pordenon<ref>Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi {{Cita web|url=https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/|titolo=Toponomastica ufficiale}}</ref>
|Panorama = Pordenone-Palazzo comunale e campanile del Duomo di San Marco.jpg
|Didascalia = Palazzo comunale e campanile della [[duomo di Pordenone|Concattedrale di San Marco Evangelista]]
|Bandiera =
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Friuli-Venezia Giulia
|Divisione amm grado 2 =
|Amministratore locale = [[Alessandro
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = Comina, Borgomeduna, Rorai Grande, San Gregorio - Le Grazie, [[Torre (Pordenone)|Torre]], [[Vallenoncello]], Villanova
|Divisioni confinanti = [[Azzano Decimo]], [[Cordenons]], [[Fiume Veneto]], [[Pasiano di Pordenone]], [[Porcia]], [[Prata di Pordenone]], [[Roveredo in Piano]], [[San Quirino (Italia)|San Quirino]], [[Zoppola]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2459
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Pordenone all'interno dell'ex provincia omonima.
}}
'''Pordenone''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[pordeˈnone]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=Pordenone|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana
Principale città del [[Friuli occidentale]]
==Geografia fisica==
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Il territorio di Pordenone si trova nella bassa pianura friulana della [[Pianura padana|Pianura padano-veneta]], a Sud delle [[Prealpi Carniche]]. La collocazione del primo insediamento non è casuale: si trovava infatti su un percorso alternativo alla [[via Postumia]], detto "stradalta"<ref>{{Cita libro|autore=Guido Rosada|curatore=Comune di Pordenone - Comune di Gemona del Friuli|titolo=Viabilità e centuriazione del Friuli romano. L'infrastruttura logistica in una regione di frontiera militare ed economica|anno=1997|editore=Editrice Grafiche Vianello srl/VianelloLibri|città=Treviso|p=25|opera=Dalla Serenissima agli Asburgo Pordenone Gemona. L'antica strada verso l'Austria}}</ref>, che metteva in comunicazione le città romane di ''Opitergium'' ([[Oderzo]]) e ''Iulia Concordia'' ([[Concordia Sagittaria]]) con ''Bellunum'' ([[Belluno]]) e ''Iulium Carnicum'' ([[Zuglio]]) e la regione del [[Norico (provincia romana)|Norico]].
=== Clima ===
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== Storia ==
{{Storia del Friuli}}
=== Antichità ===
In [[Repubblica romana|epoca romana]] il nucleo urbano era situato nell'alto corso del fiume [[Noncello]], pressappoco nel luogo dove oggi sorge la frazione di [[Torre (Pordenone)|Torre]]. Le origini romane della città trovarono conferma nelle scoperte avvenute nel ventesimo secolo. Il conte Giuseppe di Ragogna, aristocratico possidente del castello di Torre, rinvenne, a seguito di una campagna di scavi (1940-1948
=== Medioevo ===
Con l'inizio del periodo [[Alto Medioevo|alto-medievale]] (dal
Come il resto del Friuli fu parte del [[Ducato del Friuli]] longobardo e successivamente della [[Marca del Friuli]], anche se tutto il periodo che va dall'epoca romana fino a circa il
Per un breve periodo in cui la città fu parte integrante della Patria del Friuli, all'inizio del [[XIII secolo]], probabilmente dopo il
Pordenone venne conquistata da re [[Ottocaro II di Boemia]] durante la sua occupazione dei ducati d'Austria, di Stiria, Carinzia e Carniola tra il
Il castello di Torre e il piccolo territorio circostante, dopo le incursioni di [[Gregorio da Montelongo]] nel
Il villaggio di Vallenoncello appartenne per un lungo periodo al vescovo di [[Salisburgo]].
Tra il
Nel
Durante l'invasione veneziana del
La città subì - come quasi tutte le città del tempo - anche molte pestilenze ed epidemie (nel 1444, 1485, 1527, 1556 e 1576), la peggiore delle quali avvenne nel 1630, quando morì quasi la metà della popolazione.
=== Età moderna ===
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
Il 20 aprile
[[File:Bellini, Giovanni - Giovanni Emo - NGA.jpg|centro|miniatura|[[Bartolomeo d'Alviano]] raffigurato dal pittore veneziano [[Giovanni Bellini]]]]
=== Età contemporanea ===
Situata tra [[Udine]] e [[Venezia]], collegata alla linea ferroviaria e stradale Venezia-Pordenone-Udine e Gorizia, Pordenone nei secoli diciottesimo e diciannovesimo trovò un perfetto equilibrio fra una cultura conservatrice tradizionale di impianto veneto e un soffio innovatore arrivato dal mondo francese e da quello austro-ungarico: il fronte dei conservatori, pur ammiccando al progresso di altre Nazioni, manteneva uno stretto rapporto sociale e culturale con Venezia e il mondo della tradizione tramandato, mentre dal lato opposto i progressisti cercavano di staccarsi dal passato per abbracciare le nuove idee arrivate in particolare con la campagna napoleonica del 1797.<ref name="r11-15">{{Cita|Ongaro|11-15}}.</ref> Nello stesso anno della campagna napoleonica in Italia, a Pordenone giunsero le truppe francesi, le quali abbatterono le mura storiche che circondavano la città.
Con la [[caduta della Repubblica di Venezia|caduta di Venezia]], Pordenone subì un primo ritorno all'[[Austria]], seguito dalla parentesi [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]]. A seguito della capitolazione di Bonaparte e delle decisioni prese nel [[congresso di Vienna]] la città ritornò a fare parte dell'Impero d'Austria e fu aggregata con il resto del [[Friuli]] e del [[Veneto]] al [[regno Lombardo-Veneto]]: fu così inclusa dagli austriaci nella provincia del Friuli che aveva come capoluogo Udine. La realizzazione della [[strada statale 13 Pontebbana|strada Pontebbana]] e della linea [[ferrovia]]ria ([[1855]]) Venezia-Pordenone-Udine condusse, da una parte, a un'inesorabile decadenza del porto e del percorso fluviale, ma, dall'altra parte, diede inizio all'affermarsi dell'industria. A partire dagli [[anni 1840]] sorsero numerosi [[cotone (fibra)|cotonifici]] che affiancarono le già numerose [[carta|cartiere]] e la fabbrica della ''[[Ceramica]] Galvani''. Nell'ottobre del 1852 la città fu visitata dall'Imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]]<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Antonio Maresio Bazolle. Antirisorgimento veneto|anno=2025|editore=Club di Autori Indipendenti|città=Castellammare di Stabia|p=52}}</ref>.[[File:Pordenone 5.3.18. (BildID 15615561).jpg|sinistra|miniatura|Veduta di Pordenone nel primo Novecento|300x300px]]
Dopo l'annessione al [[regno d'Italia]], avvenuta nel [[1866]], l'introduzione dell'[[energia elettrica]] nel [[1888]] consentì la modernizzazione degli impianti e un incremento nella produzione industriale<ref>{{Cita libro|autore = Nico Nanni|titolo = Pordenone tra Ottocento e Novecento|anno = 2005|editore = Canova Edizioni|p = 71|capitolo = "LA LUCE"|ISBN = 88-8409-142-X}}</ref>. Dal 1º novembre 1915 la città ospitò la sede del [[Gruppo comando supremo]] che, il 15 aprile 1916, divenne [[4º Gruppo volo|IV Gruppo]] e che poi restò fino al maggio 1917.Il 10 aprile 1917 nacque anche l'[[XI Gruppo]] che rimase fino alla [[battaglia di Caporetto]].
Le distruzioni arrecate dalla [[prima guerra mondiale]] e la [[crisi del 1929]] trascinarono il settore cotoniero in un lento declino da cui non si sarebbe più ripreso. In aggiunta a ciò subentrano i danni della seconda guerra mondiale, i quali colpirono il pieno centro della città: il centro storico, infatti, venne bombardato più volte causando la distruzione di via Calderari (a sud del municipio storico della città, dove oggi sorge piazza Calderari), ovvero la via dove si concentravano i palazzi più signorili e più ricchi; altri danni si presentarono anche nel corso Vittorio Emanuele II, dove i bombardieri distrussero un palazzo. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] la [[Zanussi]] (ora facente parte della multinazionale [[Svezia|svedese]] [[Electrolux]]), sino ad allora soltanto una piccola azienda di produzione di ''cucine economiche'' con alimentazione a legna o gas, divenne un colosso europeo nel campo degli elettrodomestici, arrivando a occupare molti degli abitanti della città. Il grande decollo dell'industria Zanussi, negli anni 60 del ventesimo secolo, diede un impulso alla crescita demografica cittadina e così Pordenone triplicò il numero di abitanti, grazie a un'immigrazione proveniente in particolare dalla provincia di Treviso e dal sud Italia.
Nel 1968 Pordenone diventò capoluogo di [[provincia di Pordenone|provincia]]. Sino ad allora il Friuli occidentale faceva parte della [[provincia di Udine]]<ref>{{Cita web|url = http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=5435,0,0,1,0,0|titolo = Pordenone diventa provincia|accesso = 31 marzo 2015}}</ref>. Dal 1974 è anche sede vescovile della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]. Già dal [[1919]] a Pordenone era ubicato il [[seminario]] vescovile, con la scuola di [[teologia]]. Recentemente la città è divenuta sede di un consorzio universitario che ospita corsi universitari organizzati dall'[[Università di Udine]], dall'[[Università di Trieste]] e dall'[[Istituto superiore per le industrie artistiche|ISIA]] di [[Roma]]. Inoltre dal 2002 è attivo il polo tecnologico per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese del territorio.
==== Visite dei Presidenti della Repubblica a Pordenone ====
* 21 ottobre [[1966]] - Presidente [[Giuseppe Saragat]] - Visita presso la Prefettura, e le industrie Savio e [[Zanussi]] Rex;
* 5 ottobre [[1983]] - Presidente [[Sandro Pertini]] - Visita presso il Municipio, la Camera di Commercio, e l'industria Zanussi;
* 8 febbraio [[1992]] - Presidente [[Francesco Cossiga]] - Visita presso il Municipio e incontro con il presidente e il consiglio dell'associazione Storica Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone A.P.S.;
* 19 dicembre [[1998]] - Presidente [[Oscar Luigi Scalfaro]] - Intervento alla cerimonia di conferimento alla Provincia della Medaglia d’oro al V.M. per attività partigiane;
* 25 febbraio [[2005]] - Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]] - Visita presso Provincia, Municipio, Duomo cittadino, Camera di Commercio;
* 30 maggio [[2012]] - Presidente [[Giorgio Napolitano]] - Visita presso il Municipio<ref>{{Cita news|autore=Maria Luisa Gaspardo Agosti e Simonetta Venturin|titolo=Le visite dei Presidenti della Repubblica a Pordenone|pubblicazione=Il Popolo di Pordenone - Diocesi di Concordia – Pordenone|data=21 gennaio 2022}}</ref>.
=== Cronologia ===
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* [[1487]] - Un'epidemia di [[peste]], la prima della città, dimezza il numero degli abitanti
* [[1508]] - Il 20 aprile [[Bartolomeo d'Alviano]] conquista la città di Pordenone, e quindi per la prima volta la città passa sotto l'influenza della [[repubblica di Venezia]]
* [[1514]] - Dopo una breve parentesi di ulteriore [[Sacro Romano Impero|dominio imperiale]], il 29 marzo la città è messa sotto assedio dalle truppe veneziane guidate da Bartolomeo d'Alviano. Pordenone ritorna al controllo della Serenissima e l'assedio comporta danni, saccheggi e razzie[[File:WMK Stefansdom - Funeralwaffen 4 Portenau Wappen.jpg|sinistra|miniatura|Scudo funebre recante lo stemma di Pordenone (1493) - Wien Museum Karlsplatz, Vienna, Austria.]]
* [[1528]] - Un'altra epidemia di peste colpisce la città
* [[1537]] - Livio d'Alviano, figlio di Bartolomeo, muore in battaglia. Finisce la signoria dei d'Alviano in città, che quindi passa sotto il controllo diretto della Repubblica di Venezia
* [[1556]] - Un'altra epidemia di peste colpisce la città
* [[1594]] - Viene istituito un nuovo giorno di mercato settimanale (il mercoledì, oltre a quello del sabato). Il luogo prescelto è il cosiddetto orto o prato del Castello, poi Piazza dei Grani, oggi Piazza della Motta
* [[1631]] - Un'epidemia di [[peste]], la più grande della storia cittadina, dimezza la popolazione
* [[1718]] - Il Luogotenente veneziano [[Antonio Loredan]] dona due statue raffiguranti Giove e Giunone, a ornamento del ponte sul Noncello
* [[1797]] - Il generale [[Napoleone Bonaparte]] vincitore contro le Repubblica di Venezia, entra in Pordenone alla testa di 14.000 soldati, Vengono levati i simboli della Serenissima
* [[1836]] - Un'epidemia di colera si abbatte sulla città
* [[1882]] - La toponomastica cittadina abbraccia il [[Risorgimento]]. Con delibera del 22 giugno 1882 sono intitolate a Vittorio Emanuele II la vecchia contrada grande o di San Marco, a Giuseppe Garibaldi l’antica strada di San Giovanni, a Camillo conte di Cavour la piazzetta di Sopra, e a Giuseppe Mazzini la nuova strada della Stazione
* [[1886]] - Nuovamente il colera si manifesta in città
* [[1908]] - Viene abbattuta la Porta Trevigiana o della “Bossina“, considerata di ostacolo al commercio e al transito dei carri dei contadini
* [[
* [[1918]] - Il 1º novembre l'esercito austro-tedesco abbandona Pordenone, lasciando il posto all'[[Regio esercito italiano|esercito italiano]]
* [[1944]] - La città subisce un [[Bombardamenti strategici durante la seconda guerra mondiale|bombardamento aereo degli Alleati]]. Il 27 dicembre le bombe centrano lo scalo ferroviario e le zone circostanti. Il giorno successivo, alle 15.30, vengono sganciate numerose bombe di medio calibro sul centro abitato e sulla periferia. Vengono distrutte 15 case, tra cui la storica casa veneziana Tomadini, la chiesa del Cristo è gravemente danneggiata, il collegio magistrale Vendramini è raso al suolo, non esiste più il borgo arroccato attorno a piazzetta San Marco. I morti tra la popolazione civile sono 51.
* [[1945]] - Il 30 aprile entrano gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] in città, la città è libera dalla guerra
* [[1959]] - il 31 ottobre il Consiglio comunale di Pordenone approva all'unanimità i "lavori di sistemazione accesso Piazza dei Grani e relativi espropri". Inizia l'iter di demolizione del "Nobile interrompimento" di Piazza della Motta. La città perde un'ulteriore testimonianza architettonica del suo passato
* [[1968]] - Il 22 febbraio viene costituita la [[provincia di Pordenone]], la città ne diviene il capoluogo
* 1968 - Il 1º settembre 1968 con la costituita provincia vengono immatricolati i primi mezzi con la nuova targa PN. Il primo, targato PN0001, è una FIAT 500
* [[1992]] - Il 30 aprile [[Papa Giovanni Paolo II]], nel corso del [[Visite pastorali di Giovanni Paolo II|visita pastorale]] in Friuli Venezia Giulia, incontra la cittadinanza e le più alte cariche istituzionali e religiose
* [[2017]] - Viene abolita la provincia costituita nel 1968
=== Simboli ===
[[File:Coat of arms of Pordenone
[[File:Pordenone-Gonfalone.png|upright=0.5|thumb|Il gonfalone della Città di Pordenone]]
Lo stemma del comune di Pordenone ha la seguente descrizione araldica: "Di rosso alla fascia d'argento, nella punta il mare, dal quale si innalza un portale di pietra naturale, merlato alla guelfa di tre pezzi, con battenti d'oro aperti, fiancheggiato in ognuno degli angoli superiori del campo da una corona d'oro".<ref>{{Cita
Il gonfalone della città di Pordenone ritrae il medesimo stemma su uno sfondo recante i colori della bandiera della città in fasce orizzontali, con la fascia centrale bianca di minore spessore rispetto alle altre.
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* Il campanile del [[duomo di Pordenone|Duomo concattedrale di S. Marco]].
* Il Palazzo Comunale.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di città
|collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
|data = Concessione 16 febbraio 1401; riconferma ufficiale 7 gennaio 1840<ref name=citta-ven>Nel corso dell'Ottocento, il governo del [[Regno Lombardo-Veneto]] aveva fregiato con il titolo di ''città minori'' della Venezia i comuni di Adria, Asolo, Badia (oggi Badia Polesine), Ceneda, Chioggia, Cividale (oggi Cividale del Friuli), Cologna (oggi Cologna Veneta), Conegliano, Este, Lendinara, Lonigo, Montagnana, Oderzo, Pordenone, Portogruaro, Sacile, Schio e Serravalle. Per quanto riguarda Ceneda e Serravalle, poco dopo l'unità d'Italia sono state unificate nel nuovo comune di Vittorio Veneto, trasferendo a quest'ultimo il titolo. Vedi Ruggero Simonato, Roberto Sandron, ''Portogruaro nell'Ottocento: contesto storico e ambiente sociale'', Nuova Dimensione Editrice, 1995, pp. 18/21 {{cita testo|url=http://books.google.com/books?id=N0l_YaDTk1wC|titolo=Portogruaro nell’Ottocento: contesto storico e ambiente sociale - Google Libri}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comune.pordenone.it/citta/stemma|titolo=Vedi sito del comune|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090504235931/http://www.comune.pordenone.it/citta/stemma}}</ref>
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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[[File:Pordenone - Campanile del Duomo.JPG|thumb|Il campanile del Duomo]]
* [[Duomo di Pordenone|Duomo concattedrale di San Marco Evangelista]], edificato a partire dal [[XIII secolo]] in [[stile romanico]]-[[stile gotico|gotico]] e rimaneggiato successivamente nel [[XVI secolo|XVI]] e [[XVIII secolo]]. Contiene la pala d'altare denominata ''Madonna della Misericordia'' di Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone". Dello stesso pittore sono da ammirare gli affreschi presenti sul pilastro ottagonale di destra (''San Rocco e la Madonna con il Bambin Gesù''), le portelle del fonte battesimale e la pala, in parte nascosta dall'altare maggiore del [[Giuseppe Bernardi|Torretti]] (maestro del più famoso [[Antonio Canova]]), raffigurante ''[[Marco (evangelista)|san Marco]], titolare della chiesa, che consacra [[Ermacora e Fortunato|Ermacora]] vescovo di Aquileia circondato dall'arcidiacono Fortunato e dai Santi [[Giovanni Battista]], [[San Sebastiano|Sebastiano]], [[San Girolamo|Girolamo]] e in ultimo, in armatura e a cavallo, [[San Giorgio|Giorgio]]''. Numerose altre opere impreziosiscono l'interno dell'edificio sacro.
* [[Duomo di Pordenone#Campanile|Campanile del Duomo]], terminato nel [[1374]], successivamente, durante il [[XVII secolo]], vi fu aggiunta una cuspide che lo portò a raggiungere un'altezza di circa 72 metri<ref>{{Cita web|url=http://www.pordenonewithlove.it/it/cosa-fare/cultura/architetture/campanile-di-san-marco|titolo=Campanile di San Marco - Pordenone with love
* [[Chiesa del Cristo (Pordenone)|Chiesa di Santa Maria degli Angeli]], detta "del Cristo". In essa è custodito un crocifisso ligneo quattrocentesco di un artista nordico Giovanni Tartarico,<ref>{{Cita news|autore
* [[Chiesa della Santissima Trinità (Pordenone)|Chiesa della Santissima Trinità]], detta "della Santissima", lungo il fiume Noncello, di forma ottagonale contiene affreschi cinquecenteschi di Giovanni Maria Calderari, allievo del Pordenone.<ref>{{Cita web|autore = Giordano Brunettin|url = http://www.unavoce-ve.it/pn-santissima.htm|titolo = La chiesa della Ss. Trinità in Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref> In essa è possibile osservare, come sfondo di una scena biblica, una particolare rappresentazione della città di Pordenone in epoca rinascimentale.
[[File:Chiesa dei Santi Ilario e Taziano (Torre, Pordenone) 01.jpg|thumb|La parrocchiale di Torre, dedicata ai Santi Ilario e Taziano]]
* [[Chiesa di San Giorgio (Pordenone)|Chiesa parrocchiale di San Giorgio]]. Chiesa [[neoclassicismo|neoclassica]], dal caratteristico campanile [[XIX secolo|ottocentesco]], colonna di stile dorico dell'architetto [[Giovanni Battista Bassi]].<ref>{{Cita news|autore = Maria Luisa Gaspardo Agosti|titolo = Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone, Restauro dell'organo di G. B. De Lorenzi, opera 25 del 1841, "Chiesa arcipretale di S. Giorgio Martire di Pordenone"|pubblicazione = Opuscolo informativo del restauro dell'organo di G.B. De Lorenzi della Chiesa di San Giorgio Martire di Pordenone|data = 2007|pp = 6-7}}</ref> Sulla torre campanaria si erge l'imponente statua raffigurante San Giorgio, restaurata dallo scultore pordenonese [[Pierino Sam]]. Il sagrato presenta una contemporanea fontana monumentale, di pianta ottagonale, costruita in acciaio corten, ed ingentilita da iscrizioni latine sul tema sacro dell'acqua.
* Santuario della Beata Vergine delle Grazie. Chiesa di stile [[neogotico]], edificata in sostituzione di altra preesistente del [[XVII secolo]], costruita tra il [[1899]] e il [[1921]]. Custodisce uno dei più grandi organi moderni d'Italia.
* [[Chiesa dei Santi Ilario e Taziano (Pordenone)|Chiesa parrocchiale dei Santi Ilario e Taziano]], nella frazione di [[Torre (Pordenone)|Torre]], conserva una ''Madonna con Bambino e Santi'' di [[il Pordenone|Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone"]], del [[1521]]. [[Donato Casella]] nel [[1532]] scolpì un{{'}}''acquasantiera''. Sul sagrato antistante è posto il busto in bronzo di monsignor Giuseppe Lozer, eseguito dallo scultore pordenonese [[Pierino Sam]].
[[File:Chiesa di Vallenoncello.jpg|thumb|La chiesa dei SS. Ruperto e Leonardo a Vallenoncello]]
*[[Chiesa dei Santi Ruperto e Leonardo|Chiesa parrocchiale di Vallenoncello]], dedicata a [[Ruperto di Salisburgo|san Ruperto]], [[arcidiocesi di Salisburgo|vescovo di Salisburgo]] dell'[[VIII secolo]], evangelizzatore della Baviera e dell'Illirico, e a [[san Leonardo di Noblac]]. Risale al [[XIV secolo]], in essa si conserva una pala de Il Pordenone e un'opera del Calderari. All'esterno è visibile la pregiata opera scultorea in bronzo di [[Pierino Sam]] dedicata agli alpini che si sorreggono in reciproco soccorso e partecipazione emotiva.
* Chiesa della Sacra Famiglia, viale Cossetti, del XX secolo, in stile architettonico moderno con le vetrate eseguite su progetto dello scultore pordenonese [[Pierino Sam]] (1921-2010), dello stesso autore il crocifisso in bronzo sul portale di ingresso.
* Chiesa di San Leonardo in Silvis, risalente al XV secolo, si erge su un breve spiazzo erboso nella Valle del Romito della [[frazione comunale|frazione]] di Vallenoncello.
* Chiesetta del Corpus Domini, risalente al XIV secolo, in essa si conservano affreschi ritenuti opere del Brunello e dal Furlan attribuiti al Pordenone.
[[File:Chiesa di San Lorenzo Martire (Rorai Grande, Pordenone) 02.jpg|thumb|La chiesa di San Lorenzo Martire a Rorai Grande]]
* Chiesetta di Sant'Anna, situata in via Segaluzza di Vallenoncello, è un modesto edificio settecentesco. A seguito del [[miracolo economico italiano|boom economico dell'Italia]] del [[secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]] la chiesetta è stata fagocitata dai capannoni dell'area industriale della zona. Si tratta dell'unico luogo religioso cittadino dedicato al culto della [[sant'Anna (madre di Maria)|madre di Maria]].
* [[Chiesa di San Lorenzo Martire (Pordenone)|Chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire]], nella frazione di Roraigrande, conserva il ''fonte battesimale'' frutto della collaborazione dello scultore rinascimentale Donato Casella con il figlio [[Alvise Casella|Alvise]]. Al suo interno è poi possibile ammirare un ciclo di affreschi di Giovanni Antonio de' Sacchis.
* Oratorio di San Bernardino, gradevole edificio barocco con all'interno alcuni affreschi di buona scuola (circoscrizione Rorai-Cappuccini).
* Chiesa parrocchiale del Beato Odorico, costruita su progetto dell'architetto [[Mario Botta]] nel [[1990]]-[[1992]]<ref>{{Cita libro|autore=Mario Botta|curatore=Emilio Pizzi|titolo=Mario Botta: 1985-1990|anno=1994|editore=24 Ore Cultura|p=90|volume=Vol. 2 di Mario Botta: opere complete}}</ref>.
* [[Chiesa di Sant'Ulderico (Pordenone)|Chiesa di Sant'Ulderico]], situata a Villanova
* Seminario, qui è conservata la statua di ''San Nicolò'' dello scultore rinascimentale [[Donato Casella]] di [[Carona (Lugano)|Carona]] già sull'altare della chiesa parrocchiale di [[Castelnovo del Friuli]].
* [[Cappella nella Casa dello Studente A. Zanussi]].
=== Architetture civili ===
==== Palazzi storici dell{{'}}''Urbs picta'' ====
[[File:Pordenone-Municipio.JPG|thumb|Palazzo comunale]]
[[File:Pordenone-Palazzo Ricchieri.jpg|thumb|Palazzo Ricchieri]]
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===== Contrada maggiore - Corso Vittorio Emanuele II =====
* [[Palazzo Comunale (Pordenone)|Palazzo Comunale]], costruito in stile gotico tra il [[1291]] e il [[1395]], chiude scenograficamente la via con i pinnacoli e la torre dell'orologio aggiunti nel [[XVI secolo]] su progetto del pittore [[Pomponio Amalteo]].<ref>{{Cita web|autore = Stefano Zanut|url = http://propordenone.org/la-loggia-on-line/|sito= La Loggia On Line|titolo = N°11 - 3 Pordenone raccontata dai suoi orologi|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* [[Palazzo Ricchieri]], originariamente una casa-torre a difesa del nucleo cittadino edificata nel [[XIII secolo]] fu adattata durante il periodo veneziano in palazzo dalla famiglia Ricchieri. È ora sede del Museo Civico d'Arte;
* Palazzo Polacco - Barbarich - Scaramuzza;
* Palazzo Montereale Mantica;
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* Palazzo De Rubeis;
* Casa Bernardi.
* Palazzo Rorario - Spelladi - Silvestri, sede della Galleria comunale "[[Harry Bertoia]]";
* Palazzo Mantica - Cattaneo;
Riga 213 ⟶ 230:
Si possono osservare altri edifici storici di qualche pregio in altri calli o vicoli interni. Da ricordare:
* Piazza San Marco, dove spiccano la Casa dei Sam (abitazione legata alla storia del commercio di sale e del trasporto fluviale), la Casa a motivi geometrici, e la Casa del Pordenone, impreziosita al suo interno da un fregio di affreschi di [[il Pordenone|Giovanni Antonio de' Sacchis]]<ref>{{Cita news|autore
* Vicolo del Campanile, contraddistinto da Casa
* Casa Mantica-Tomadini di Via del Mercato, adornata da alcuni resti di affreschi, tra cui un fregio raffigurante il [[Giudizio di Paride]], riconducibile alla mano di [[Andrea Bellunello]] o di [[Marcello Fogolino]].
[[File:Casa del Mutilato.JPG|bordo|miniatura|Casa del Mutilato]]
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* Villa Poles (Progettista Antonio Marson);
* Ampliamento degli uffici comunali (Arch. [[Ignazio Gardella]]);
* Casermette di Via Molinari, luogo di prigionia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, di antifascisti, tra cui [[Franco Martelli (militare 1911)|Franco Martelli]], medaglia d'oro al valor militare alla memoria;
* Centro Direzionale Galvani (Arch. [[Gino Valle]]);
* Ex Centro Servizi della Banca Friuladria di Pordenone, ora Palazzo della Regione.
Riga 241 ⟶ 258:
==== Chiese sconsacrate ed ex conventi ====
* [[Convento dei Domenicani (Pordenone)|Ex convento dei domenicani]], edificio neoclassicheggiante ultimato nel [[1722]] dopo 31 anni di lavori. Un tempo era addossato alla chiesa del Rosario, oggi scomparsa. L'edificio fu in seguito acquistato dalle monache agostiniane e ha subito numerose altre destinazioni. Dal 2010 è sede della Biblioteca Civica Multimediale<ref>{{Cita news|autore = Comune di Pordenone - Assessorato alla Cultura|titolo=La biblioteca civica, la sede|pubblicazione=SPAZI CULTURA PORDENONE archeologia, arte, natura e scienza|data
* [[Ex convento di San Francesco|Ex convento e chiesa di san Francesco]], acquistato in epoca recente dal Comune, l'edificio è stato restaurato e adibito a usi artistico-culturali. Fondato nel 1419, il convento con chiesa di san Francesco fu soppresso nel 1769<ref>{{Cita news|autore = Comune di Pordenone, Periodico dei Musei civici di Pordenone|titolo=I RESTAURI - Affreschi restaurati|pubblicazione = Pordenonemusei, Notizie dai Musei civici di Pordenone_01|data = luglio 2007|p = 10}}</ref>.L'interno conserva tracce di affreschi quattrocenteschi e un chiostro dipinto. Nella lunetta esterna situata sopra il portone principale vi sono i resti di un affresco "La Sacra Famiglia e San Francesco" di Giovanni Maria Zaffoni, denominato [[Giovanni Maria Zaffoni|il Calderari]]. Accanto all'ingresso l'immagine scolpita del Santo Francesco che in umile posa indica le colombe, opera dello scultore pordenonese [[Pierino Sam]].
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* Tessitura meccanica di Roraigrande;
* Filatura di Torre;
* Antica Birreria di Pordenone, sita in Via Fontane<ref>{{Cita
*Opificio - Soc. di Macinazione.
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[[File:Pordenone-Corso Vittorio Emanuele.jpg|thumb|Corso Vittorio Emanuele II]]
* Monumento ai caduti, opera dello scultore friulano [[Aurelio Mistruzzi]], costituita da un basamento a forma di vasca, sul quale si eleva lo zoccolo che sostiene i gruppi statuari di bronzo. Il gruppo principale, al centro, rappresenta l'Italia (un tempo stringeva tra le mani una statuina simbolo della vittoria alata) che protegge con lo scudo il combattente e il caduto. Le figure laterali raffigurano i fiumi sacri alla patria: l'[[Isonzo]] e il [[Piave]]<ref>{{Cita web|autore = Daniele Micheluz|url = http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Al_monumento_ai_caduti_mancano_ancora_i_pezzi/2/139345|titolo = Al monumento ai caduti mancano ancora i pezzi|accesso = 5 aprile 2015|data = 19 gennaio 2015}}</ref>. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile [[1929]]. Di particolare pregio è anche il monumento agli alpini di [[Pierino Sam]] presso la chiesa di Vallenoncello, dello stesso autore è anche la ristrutturazione della statua dedicata a San Giorgio posta sopra la chiesa omonima.
* Ponte di Adamo ed Eva sul fiume Noncello<ref>{{Cita news|titolo=Alla scoperta delle radici di Pordenone|pubblicazione=
* Ossario austro-ungarico nel cimitero di Pordenone di Via Cappuccini<ref>{{Cita web|url = http://www.itinerarigrandeguerra.it/Ossario-Austroungarico-Nel-Cimitero-Di-Pordenone?UrlBack=aHR0cDovL3d3dy5pdGluZXJhcmlncmFuZGVndWVycmEuaXQvUE9JL01hcD9GaWx0ZXI9MjIxNiNGaWx0ZXI9MjIyNSZGaWx0ZXI9MjIxOSZQYWdlclN0YXJ0SW5kZXg9MA%3D%3D
*Monumento in memoria a [[Angioletta delle Rive]] in Vicolo del Molino<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/06/23/PN_03_PNC4.html|titolo=Angioletta Delle Rive, l'omaggio della città - Messaggero Veneto|sito=Archivio - Messaggero Veneto
*''[[Pietre d'inciampo|Stolpersteine]]'' / ''[[Pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia|Pietre d'inciampo di Pordenone]]''.
[[File:4389PordenoneVicoloDelCampanile.JPG|
==== Corsi storici principali e vicoli ====
* Corso Vittorio Emanuele II, via principale della città vecchia, affiancato da palazzi porticati [[gotici]] e [[rinascimentali]] con affreschi, esempio mirabile di porticato veneto e da alcuni chiamato piccolo "''Canal Grande senz'acqua''"<ref>{{Cita web|url = http://www.demetrio.pn.it/tre-giorni.html|titolo = TRE GIORNI PER CONOSCERE PORDENONE - Storie, storielle, curiosità e aneddoti dell'antica Portus Naonis|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402141419/http://www.demetrio.pn.it/tre-giorni.html
* Corso Garibaldi, qui un gruppo scultoreo del [[1532]] raffigurante la ''[[Madonna col Bambino]]'' è pure attribuito a [[Donato Casella]]. La via è impreziosita da importanti edifici storici come Palazzo Badini, Palazzo Pera, Palazzo Sbrojavacca, Palazzo Pera - Marchi, Palazzo Loredan - Porcia, Palazzo de' Spelladi - Porcia e Palazzo Dolfin Porcia.
* Vicolo delle Mura (poco valorizzato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso del tempo<ref>{{Cita news|titolo=Muri imbrattati nel vicolo storico|pubblicazione
* Vicolo Chiuso, caratterizzato da due affreschi mariani dedicati alla Beata Vergine [[Maria Addolorata]]. La prima pittura è posta sul lato sinistro del vicolo, sulla parete del sottoportico di un palazzo che si affaccia sul Corso. La Madonna, riconoscibile dall'[[aureola]] appena visibile, è raffigurata nelle vesti di una dama ed è chiamata "Madonnina degli Endrigo". Il secondo affresco è ubicato sulla facciata dell'unica casa di fronte all'entrata del vicolo. È una Madonnina con il capo coperto, il tradizionale manto azzurro, la veste rossa e le mani giunte, denominata "Madonnina dei Simoni". Entrambi gli affreschi, da uno studio del 1977, sono stati datati circa XVIII secolo<ref>{{Cita news|titolo=La Madonna di Vicolo Chiuso|pubblicazione=Il Popolo|data = 21 ottobre 2007}}</ref>.
* Vicolo delle Acque, sotto il quale scorre la roggia dei Molini, è caratterizzato da un graffito dell'artista [[Davide Toffolo]] rappresentante la morte di un gorilla bianco<ref>{{Cita news|titolo
==== Piazze ====
[[File:Pordenone-Piazza XX Settembre.jpg|thumb|Piazza XX Settembre]]
* Piazza San Marco;
* [[Piazzetta Calderari]], situata dietro il municipio, luogo di interessanti incontri culturali, circondata da alcuni pregevoli edifici moderni, da altri antichi ristrutturati e da una zona verde digradante verso il canale con l'antico enorme albero, accanto a questo la statua in bronzo del cavallino rampante eseguito da [[Pierino Sam]], l'arco d'ingresso a uffici comunali e all'istituto magistrale Vendramini.
* Piazza della Motta, denominata anche Prato del Castello o Piazza dei Grani, è un'area destinata al mercato cittadino sin dal 1400. Sulla spianata
* Piazza del Cristo;
* Piazzetta della pescheria, così chiamata poiché un tempo era l'area dedicata al mercato del pesce. La pescheria venne smantellata verso la metà del Novecento e la roggia che la lambiva venne interrata;
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=== Siti archeologici ===
* Villa romana di [[Torre (Pordenone)|Torre]], non lontana dal Castello di Torre, fu scoperta negli [[anni 1950|anni cinquanta]] dal conte Giuseppe di Ragogna<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. Conte|coautori=Salvadori M., Tirone C.|anno=1999|titolo=La villa romana di Torre di Pordenone. Tracce della residenza di un ricco dominus nella Cisalpina orientale|rivista=Quaderni del Museo Archeologico del Friuli Occidentale, 2|città=Fiume Veneto}}</ref>; i reperti e gli affreschi rinvenuti sono ospitati nel museo nel Castello. Inizialmente si pensò fossero i resti di una ricca residenza di campagna (da cui la denominazione "villa"); in seguito ad altre indagini<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paola Ventura|coautori=Rigoni Anna Nicoletta, Masier Simone|data=2013|titolo=Torre di Pordenone. Indagini presso il parco del Castello|rivista=Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia|editore=All’Insegna del Giglio|città=Firenze|volume=4/2009|p=5}}</ref> (che comunque non escludono la possibilità che fungesse anche da residenza) si è più propensi a concludere che la villa fosse in realtà un sito, posto vicino al primo, piccolo, porto fluviale sul Noncello, per la lavorazione e lo stoccaggio di merci e prodotti agricoli che poi tramite vie fluviali e di terra sarebbero andate rispettivamente verso il mare e verso l'entroterra, a nord-est.
[[File:4306PordenoneFiumeNoncello.JPG|bordo|
[[File:Parco di Villa Galvani (Pordenone) - 04.jpg|miniatura|Parco di Villa Galvani]]
=== Aree naturali ===
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* Parco “John Lennon” di via Goldoni;
* Parco “Terme Romane” di via Vittorio Veneto;
* Parco del Castello di Torre di via Vittorio Veneto<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/uffici/direzione-generale/settore-4/lavori-pubblici-e-mobilita/difesa-del-suolo-verde-e-parchi-protezione-civile/idrico-verde-parchi|titolo=Aree verdi e parchi — Comune di Pordenone - Sito Web ufficiale|accesso=13 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160701093112/http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/uffici/direzione-generale/settore-4/lavori-pubblici-e-mobilita/difesa-del-suolo-verde-e-parchi-protezione-civile/idrico-verde-parchi
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
* [[Romania]] {{formatnum:1830}}
* [[Albania]] 915
* [[Pakistan]] 694
=== Lingue e dialetti ===
A Pordenone si parla prevalentemente la [[lingua italiana]]. L'influenza culturale della [[Serenissima]] ha comportato l'instaurarsi del [[dialetto pordenonese]], una variante della [[lingua veneta]] vicina al [[dialetto veneziano]]. Pordenone si può quasi definire un'[[isola linguistica]] poiché nei territori circostanti si sono mantenuti dei dialetti friulani di tipo [[friulano concordiese|concordiese]], pur fortemente venetizzati<ref>{{cita libro | cognome= Rizzolati | nome= Piera |capitolo= Sette secoli di Lingua: Pordenone tra veneto e friulano | titolo= Dalla serenissima agli Asburgo: Pordenone Gemona, l'antica strada verso l'Austria| editore= Vianello Libri | anno= 1997 | pp= 160-161| isbn= 88-7200-041-6}}</ref>.
Il friulano è in parte presente nel territorio comunale ed è tutelato dalla Legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana"<ref name="friulano" />. Inoltre, negli ex uffici provinciali e ora uffici dell'[[Ente di decentramento regionale|EDR]] è stabilito il bilinguismo, soprattutto per la popolazione residente nei numerosi comuni friulanofoni all'interno della ex [[provincia di Pordenone|provincia]] (36 su 50)<ref>[https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/comuni_lingua_friulana.pdf FVG COMUNI CON PRESENZA DI CITTADINI DI LINGUA FRIULANA]</ref>.
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
A Pordenone aveva sede la [[Provincia di Pordenone]], ora soppressa. Dal 2016 al 2020 ha ospitato la sede dell'[[UTI del Noncello|Unione Territoriale Intercomunale del Noncello]] (Comuni di Pordenone, [[Cordenons]], [[Porcia]], [[Fontanafredda]], [[Zoppola]], [[Roveredo in Piano]] e [[San Quirino (Italia)|San Quirino]]). Oggi sono presenti alcuni uffici della [[Regione autonoma Friuli Venezia Giulia]], la sede dell'[[Ente di Decentramento Regionale]] di Pordenone, e l'Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia (IRSE).
La città ospita inoltre il Comando di Polizia Locale "Distretto del Friuli Occidentale", la Questura, il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Comando Provinciale della Polizia Penitenziaria (con sede nelle carceri del Castello di Pordenone), la Prefettura, la Casa Circondariale della Provincia di Pordenone, il Tribunale e la Camera di Commercio. A Pordenone vi è il quartier generale della [[132ª Brigata corazzata "Ariete"]].
Le strutture ospedaliere della città sono:
* [[Ospedale]] Civile - Azienda Ospedaliera "Santa Maria degli Angeli" di Pordenone,<ref>{{Cita web|url=https://asfo.sanita.fvg.it/it/presidi-ospedalieri/ospedale-santa-maria-degli-angeli-pordenone/|titolo=Azienda sanitaria Friuli Occidentale (AS FO) - Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone|sito=asfo.sanita.fvg.it|accesso=
* Casa di Cura Polispecialistica San Giorgio<ref>{{Cita web|url=http://www.clinicasangiorgio.it/index2.html?v3|titolo=Policlinico S. Giorgio S.p.A. - Casa di Cura Privata
=== Tradizioni e folclore ===
Le tradizioni e il folclore della città di Pordenone sono indissolubilmente legate alla [[religione cristiana]]. Nella stagione primaverile, oltre ai riti religiosi della [[settimana santa]], vi è la festa del patrono [[Marco (evangelista)|San Marco]]. Il [[25 aprile]] è anche la giornata dedicata alla gita fuori porta ed è usanza mangiare la cosiddetta "fortaja", una [[frittata]] fatta in casa con differenti ingredienti. Un tempo ci si recava nella campagna della [[Comina (Friuli-Venezia Giulia)|Comina]], oggi la festa cittadina si svolge presso il parco pubblico del San Valentino. Il mese di maggio è caratterizzato dalle processioni religiose, che si snodano lungo le strade cittadine, dedicate a [[Maria Ausiliatrice]] e al [[Corpus Domini]]. La stagione estiva in tempi non molto lontani era segnata dalla antica festa del 24 giugno di San Giovanni. I giovani innamorati, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ponevano sui balconi delle finestre un bicchiere d'acqua con all'interno un albume d'uovo. L'indomani gli innamorati osservavano quale forma avesse l'albume rappresosi. E, nel caso in cui l'albume sembrasse una piccola barca, si credeva che la prua di questa potesse indicare la provenienza dell'innamorato. Il giorno dell'[[8 settembre]] si festeggia la seconda festa patronale dedicata alla commemorazione della [[natività di Maria]]. I fedeli si recano in pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine delle Grazie e nello spiazzo davanti al Palazzo del Municipio si svolge la popolare [[tombola]] cittadina. La stagione invernale non è solo legata ai riti del [[Natale cristiano]] (degno di menzione è il rito della Messa di Mezzanotte del [[24 dicembre]]), ma è caratterizzata anche dai [[falò di inizio anno]] di [[Epifania]]<ref>{{Cita news|autore = Giosue Chiaradia|titolo = Folclore che vive|pubblicazione = Cartoguide De Agostini, La Provincia di Pordenone|data = 1999|editore = ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI, Novara|pp = 18-19}}</ref>. Infine nel giovedì di mezza Quaresima ha luogo il Processo e rogo della vecia e il fantoccio della vecchia, simbolo di tutti i mali dell'anno passato, viene portato in processione e infine processato e bruciato<ref>{{Cita web|autore = Pordenone With Love, sito web di informazione turistica della Provincia di Pordenone|url = http://www.pordenonewithlove.it/cosa-fare/Cultura-487/storie-tradizioni-133/Il-processo-e-rogo-de-La-vecia-68
È nota nella città anche la vicenda di [[Angioletta delle Rive]], che fu una popolana pordenonese processata dall'Inquisizione per stregoneria nel XVII secolo.
=== Qualità della vita
Pordenone
Comune riciclone 2011: un importante riconoscimento di [[Legambiente]] che premia Pordenone come primo capoluogo di provincia del Nord Italia, per la raccolta differenziata dei rifiuti.<ref>{{Cita web |url=http://upload.legambiente.org/ecosportello.org/documenti/dossier_comuni_ricicloni_2011.pdf|titolo=Dossier comuni ricicloni 2011|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il comune di Pordenone si è continuato ad attestare tra le prime posizioni nella sezione "capoluoghi di provincia area nord" anche nelle edizioni 2012 e 2013 e nel 2014 viene considerato come il primo comune capoluogo per raccolta differenziata nella regione [[Friuli-Venezia Giulia]].<ref>{{Cita web|url = http://www.ricicloni.it/comune/scheda/093033|titolo = LEGAMBIENTE - http://www.ricicloni.it/ - Home, Cerca il tuo comune, Pordenone|accesso = 26 marzo 2015|dataarchivio = 2 aprile 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402193918/http://www.ricicloni.it/comune/scheda/093033|urlmorto = sì}}</ref>
Nel 2019 la città di Pordenone, grazie agli impegni profusi per una nuova strategia di mobilità sostenibile integrata al piano regolatore e per il programma triennale delle opere pubbliche di riconversione anche energetica del patrimonio comunale, vince il premio per lo sviluppo sostenibile - Ecomondo 2019.<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenoneoggi.it/pordenone/citta-green-a-pordenone-premio-sviluppo-sostenibile-2019/|titolo=Città green, a Pordenone premio Sviluppo sostenibile 2019|autore=Maurizio|sito=PORDENONEOGGI.IT|accesso=27 dicembre 2020}}</ref>
== Cultura ==
=== Istruzione ===
[[File:Ex convento dei Domenicani (Biblioteca Civica), Pordenone - Entrata e scalinata.jpg|bordo|
[[File:Biblioteca del Seminario di Pordenone.jpg|bordo|thumb|upright=1|[[Biblioteca del Seminario diocesano di Concordia-Pordenone]]]]
==== Biblioteche ====
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==== Scuole ====
Sono presenti in città le seguenti scuole pubbliche: nove [[Scuole dell'infanzia|scuole dell'Infanzia]], dodici [[scuole primarie]], quattro [[scuole secondarie di primo grado]], un Istituto Professionale Settore dei Servizi (Servizi commerciali, Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, Servizi socio-sanitari) dedicato a "
==== Università ====
===== Consorzio Universitario di Pordenone =====
In città ha sede il Consorzio Universitario di Pordenone, il quale supporta i corsi di laurea triennali e magistrali attivati dalle Università di Udine, di Trieste, di ISIA Roma Design e della Fondazione ITS Kennedy.<ref>{{Cita web|url = https://www.unipordenone.it/|titolo = Sito web del Consorzio universitario di Pordenone|accesso=12 giugno 2019}}</ref> Il Polo universitario pordenonese dispone di una residenza universitaria, sita in Via Prasecco, progettata dall'architetto giapponese [[Toyo Ito]].<ref>{{Cita news|titolo=Il genio di Ito, da Tokyo a Pordenone|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data=11 dicembre 2004}}</ref> In particolare, i corsi attivi sono i seguenti:
* Corso di Diploma Accademico di primo livello in Design Industriale - ISIA Roma Design
* Corsi di Laurea triennale in Economia Aziendale, Scienze e Tecnologie Multimediali, Infermieristica e Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell'Informazione - [[Università degli Studi di Udine]]
* Corso di Laurea Magistrale in Double degree/Doppio Diploma di Laurea in collaborazione con l'Università di Lippe (Germania) "Production Engineering and Management" - [[Università degli Studi di Trieste]]
* Corsi di I.T.S. "Tecnico Superiore per i metodi e le tecnologie per lo sviluppo di sistemi software" - "I.T.S.
=====
Presso il Seminario diocesano ha sede lo Studio Teologico "Card. Celso Costantini", istituto accademico affiliato alla [[Facoltà Teologica del Triveneto]] e approvato dal [[Dicastero per la cultura e l'educazione]].
==== Musei ====
===== Museo Civico d'Arte =====
{{vedi anche|Museo Civico d'Arte di Pordenone}}
[[File:Michelangelo Grigoletti.jpg|thumb|"Ritratto d'uomo - Popolano trasteverino", Michelangelo Grigoletti (1835) in Museo Civico d'Arte di Pordenone]]
Il museo ha sede nell'antico Palazzo Ricchieri ed è luogo importante per la conoscenza della produzione artistica veneto friulana. In esso sono custodite opere di vari pittori, quali [[il Pordenone]], [[Pomponio Amalteo]], [[Padovanino|Varotari]], [[Pietro Della Vecchia]], [[Odorico Politi]] e [[Michelangelo Grigoletti]].<ref>{{Cita libro|autore=Alessandro Cruciani|autore2= Giovanni Corbella|autore3= Carlo Anfosso|autore4= Giovanni Rustichelli|autore5= Giovanni Filippi|titolo=NUOVA GUIDA RAPIDA, Italia settentrionale Seconda Parte.|anno=1973|editore=TOURING CLUB ITALIANO|città=Milano|p=175}}</ref> L'istituzione museale conserva una raccolta di circa 170 disegni. Degni di menzione sono un Gesso nero su carta azzurrina "Figura di sgherro colto da tergo" di Antonio da Pordenone e un disegno seicentesco di [[Palma il Giovane]] raffigurante "l'Estasi di Santa Teresa d'Avila".<ref>{{Cita libro|autore=Caterina Furlan|curatore=Annamaria Petrioli Tofani|curatore2= Simonetta Prosperi Valenti Rodinò|curatore3= Gianni Carlo Sciolla|titolo=Pordenone, Museo Civico e Pinacoteca|anno=1993|editore=GRUPPOSANPAOLO e AMILCARE PIZZI EDITORE|città=Cinisello Balsamo (Milano)|pp=160-161|opera=IL DISEGNO - le collezioni pubbliche italiane, Parte prima}}</ref>
[[File:Pordenone - Museo Civico di Storia Naturale.JPG|miniatura|Ricostruzione di mammut lanoso nel Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone]]
I depositi del Museo civico d’arte ospitano anche pregevoli dipinti della collezione Zacchi-Ruini (vi figurano opere di [[Mario Sironi]], [[Renato Guttuso]], [[Corrado Cagli]], [[Alberto Savinio]], [[Filippo de Pisis]], [[Giuseppe Zigaina|G. Zigaina]], [[Armando Pizzinato|A. Pizzinato]] e numerosi altri).
===== Museo Civico di Storia naturale =====
Intitolato alla naturalista Silvia Zenari ospita, nelle stanze del cinquecentesco Palazzo Amalteo, la più importante raccolta di minerali dell'Alpe Adria<ref>{{Cita news|autore = Sito web Comune della città di Pordenone|titolo = Home - Le collezioni|pubblicazione = Sito web Comune della città di Pordenone, Museo di storia naturale, Home - Le collezioni|url = http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/museostorianaturale/index_html/collezioni|accesso = 9 marzo 2015|dataarchivio = 22 marzo 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150322003623/http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/museostorianaturale/index_html/collezioni|urlmorto = sì}}</ref> e collezioni di vertebrati, insetti e altre.
===== Museo Archeologico del Friuli occidentale =====
Il museo, allestito dal [[2006]] nell'antico castello di [[Torre (Pordenone)|Torre]], ultima residenza del conte Giuseppe di Ragogna, illustra il patrimonio archeologico della [[provincia di Pordenone]]. Di particolare rilevanza sono i reperti provenienti dalle Grotte di Pradis e dal [[Sito palafitticolo e naturalistico Palù di Livenza|sito palafitticolo Palù di Livenza]]. Pregevoli i lacerti di affreschi della Villa romana di Torre<ref>{{Cita libro|autore=Marina De Franceschini|titolo=Le ville romane della X regio: (Venetia et Histria): catalogo e carta archeologica dell'insediamento romano nel territorio, dall'età repubblicana al tardo impero|anno=1998|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|città=Roma|p=334|volume=1}}</ref>.
===== Museo diocesano di Concordia-Pordenone =====
{{vedi anche|Museo diocesano di Concordia-Pordenone}}
Situato nel Centro Attività Pastorali, progettato dall'architetto Othmar Barth ([[1988]]), conserva dal [[1991]] un notevole patrimonio artistico proveniente da chiese ed edifici religiosi della [[diocesi di Concordia-Pordenone]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Goi|anno=2010|titolo=Museo Diocesano di Arte Sacra: Pordenone|rivista=Petit Museum|editore=Little Mercury Edizioni|volume=Volume 12}}</ref>. Di particolare interesse le opere di [[Gianfrancesco da Tolmezzo]], [[Alvise Casella]], [[Pomponio Amalteo]] e [[Giovanni Martini (pittore)|Giovanni Martini]]<ref>{{Cita news|autore = Chino Biscontin|titolo = Il museo diocesano d'arte sacra|pubblicazione = Le Tre Venezie PORDENONE|data = Anno IV Dicembre 1997|pp = 58-59}}</ref>.
===== PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli =====
{{vedi anche|PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli}}
La struttura culturale, definita da uno dei suoi fondatori, il fumettista [[Giulio De Vita]], come un "non-museo", ha sede presso [[Villa Galvani]]. Si tratta, da un lato, di un luogo volto a divulgare la conoscenza della "letteratura disegnata", dall'altro lato il PAFF! è uno spazio aperto al confronto con tutte le arti.
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===== Galleria d'arte Sagittaria =====
Fondata nel 1965 custodisce lavori di importanti artisti della produzione veneto friulana del Novecento, nonché opere di artisti di fama internazionale come [[Carlo Carrà]] e Dino e [[Mirko Basaldella]]<ref>{{Cita web|url = http://www.centroculturapordenone.it/cicp/arte/galleria-sagittaria|titolo= La Galleria Sagittaria
=== Media ===
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Periodici
* Il Popolo, settimanale della [[Diocesi di Concordia-Pordenone]]<ref>{{Cita web|url=https://comunicazionisociali.chiesacattolica.it/pordenone-90-anni-di-slancio-per-il-popolo/|titolo=Pordenone: 90 anni di slancio per “Il Popolo”|sito=comunicazionisociali.chiesacattolica.it|data=10 gennaio 2012|accesso=18 maggio 2020}}</ref>
* Il Friuli, settimanale di informazione regionale<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfriuli.it/redazione|titolo=Redazione
==== Televisione ====
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Redazioni di Pordenone:
* [[Rai Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Telefriuli]]{{Cita web|url=http://www.telefriuli.it/redazione.aspx|titolo=Redazione di Telefriuli|
=== Musica ===
{{Vedi anche|The Great Complotto|}}
=== Cucina ===
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=== Eventi ===
{{C|La sezione contiene eventi non rilevanti o non corredati da fonti terze. Da ristrutturare come da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi]]|Eventi|gennaio 2016}}
Di seguito un elenco succinto dei principali eventi che si svolgono nella città con cadenza regolare, ordinato per stagioni:
==== Primavera ====
* [[Dedica Festival]]: si tratta di un festival letterario internazionale monografico. Ogni anno infatti è ospite della manifestazione un unico scrittore al quale vengono per l'appunto "dedicate" due settimane all'interno delle quali le sue opere vengono presentate, discusse con il pubblico, rappresentate attraverso letture sceniche, mostre, film e concerti. Ospiti di Dedica Festival sono stati tra gli altri: [[Javier Cercas]], [[Wole Soyinka]] ([[premio Nobel per la letteratura]] nel [[1986]]), [[Paul Auster]], [[Nadine Gordimer]] (premio Nobel per la letteratura nel 1991), [[Amos Oz]], [[Anita Desai]], [[Paco Ignacio Taibo II]], [[Claudio Magris]], [[Dacia Maraini]]. Il Festival si svolge normalmente nel mese di marzo ed è organizzato dall'associazione culturale Thesis.
* Festival dei Giardini, giunto nel 2015 alla quarta edizione, è "l'evento più atteso"<ref>{{Cita web|url
* NaonisCon - Pordenone Games & Comics, manifestazione che si tiene annualmente dal [[1997]], nel mese di maggio, nella fiera della città. Si ripropone l'obiettivo di "mostrare gli sviluppi che si susseguono nel panorama dei giochi di ruolo, di simulazione, di società e di carte"<ref>{{Cita web|url=http://www.clubinnercircle.it/naoniscon|titolo=Sito ufficiale di NaonisCon - Pordenone Games & Comics|data=27 aprile 2017}}</ref>. Dal [[2004]] comprende anche la mostra-mercato del fumetto nuovo e da collezione.
* Pordenone Guitar Festival, il Festival Chitarristico Internazionale del Friuli Venezia Giulia, organizzato dall'associazione culturale Farandola.
==== Estate ====
* Humus Park, tra i più importanti eventi-meeting italiani di Land Art,<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/ambiente/2016/05/12/news/alla_scoperta_della_land_art_arte_effimera_fatta_con_la_natura-139629924/|titolo=Alla scoperta della ''Land art'', arte effimera fatta con la natura|autore=Marco Angelillo|editore=la Repubblica - GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|data=15 maggio 2016}}</ref> è organizzato dal Comune di Pordenone e nel [[2014]] ha raggiunto la quarta edizione.<ref>{{Cita news|autore=Helga Marsala|titolo=Land Art a Pordenone. Torna Humus Park, museo-laboratorio a cielo aperto, per un’immersione creativa tra gli spazi di storia e di natura|pubblicazione=Artribune - DAL 2011 ARTE ECCETERA ECCETERA -|data=17 maggio 2014}}</ref>
* Concorso giornalistico "Premio Simona Cigana". Nazionale, Annuale, Multimediale, Multilingue (italiano, friulano, sloveno, tedesco). Partecipanti: giornalisti pubblicisti e professionisti iscritti all'Ordine nazionale della Stampa. Soggetto: Friuli Venezia Giulia. Sezioni: Giornalismo d'inchiesta, Giornalismo sportivo, Artigianato. Promotore e organizzatore: Circolo della Stampa di Pordenone.
* PordenonePensa "rassegna di idee e di eventi",<ref>{{Cita web|url=http://www.pordenonepensa.it/|titolo=Sito web di PordenonePensa|accesso=15 marzo 2015}}</ref> che si svolge nella città e in altre località vicine.
* [[Pordenone Blues Festival]], evento che combina la musica blues ad altre forme di espressione artistica<ref>{{Cita libro|autore=Francesco Izzo|curatore=Enrico Bonetti|titolo=Eventi, destination marketing, capitale sociale|edizione=Seconda|annooriginale=2010|anno=2017|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=125|opera=Eventi e strategie di marketing territoriale: Gli attori, i processi e la creazione di valore|curatore2=Raffaele Cercola|curatore3=Francesco Izzo|curatore4=Barbara Masiello}}</ref>. Si tiene tutti gli anni a metà estate.
* FMK International Short Film Festival, rassegna internazionale di cortometraggi.<ref>{{Cita web|url=http://fmkfestival.it/2014/|titolo=Sito web ufficiale FMKfestival|sito=fmkfestival.it|accesso=15 marzo 2015}}</ref>
==== Autunno ====
* [[Pordenonelegge.it]]: dal [[2000]], nel mese di settembre, si svolge il festival letterario [[Pordenonelegge.it]]<ref>{{Cita libro|autore=Marco Paiola|curatore=Marco Paiola|titolo=Pordenone e pordenonelegge|anno=2009|editore=FrancoAngeli|città=Milano|p=152|opera=Città in festival. Nuove esperienze di marketing territoriale|curatore2=Roberto Grandinetti}}</ref>, una rassegna letteraria che ha acquisito nel tempo una rilevanza nazionale<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Savio|titolo=La bella risvegliata. Con un passato da cenerentola e il complesso del brutto anatroccolo, la città industriale friulana si è messa un vestito nuovo. E punta sulla cultura, anche per unire le sue cento e più nazionalità|pubblicazione=quiTOURING il mensile del turismo più diffuso in Italia - Marzo 2007 - ANNO XXXVIII -N. 3|editore=Touring Editore|data=marzo 2007|p=85}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Gianluigi Colin|titolo=Pordenone, la "Factory" della cultura. Il riscatto di una città che non aveva "appeal": puntando su cinema e letteratura ha cambiato il volto: ora attrae artisti da tutto il mondo|pubblicazione=Supplemento "Italie. Friuli V. Giulia" al Quotidiano nazionale Corriere della Sera|data=Giovedì 17 Maggio 2012|p=33}}</ref> e grazie al “Crossroad of European Literature” nell'ambito del programma Cultura 2007-2013 dell'Unione Europea ha ampliato la portata internazionale dell'evento.<ref>{{Cita web|url=http://www.artscouncil.ie/Events/Partners-for-Imagination/The-Crossroads-of-European-Literature-at-Cuirt-2013/|titolo=The Crossroads of European Literature at Cúirt 2013|lingua=en|accesso=31 marzo 2015}}</ref>
* Festival Libreria Editrice Vaticana.<ref>{{Cita news|titolo=Pordenone: in scena la Libreria Vaticana|pubblicazione=Avvenire|data=6 ottobre 2011|p=31}}</ref>
* Maratonina Internazionale dei Borghi.<ref>{{Cita web|url=http://www.maratoninadeiborghi.it|titolo=Sito ufficiale de La Maratonina dei Borghi|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Giostra dei Castelli - Rievocazione Storica, ogni penultimo weekend di settembre a Torre di Pordenone.
* [[Giornate del Cinema Muto]]: dal [[1981]] al [[1998]], nel mese di ottobre, si svolge il [[Le giornate del cinema muto - Pordenone Silent Film Festival|Pordenone Silent Film Festival]] (meglio conosciuto come ''Le Giornate del Cinema Muto''), una rassegna cinematografica specialistica dedicata al [[cinema muto]] che acquisisce nel tempo una rilevanza mondiale in questo settore<ref>{{Cita libro|autore=Richard Abel|titolo=Silent Film|dataoriginale=1996|editore=A&C Black|città=Londra|lingua=en|p=2}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://variety.com/2013/film/columns/orson-welles-too-much-johnson-pordenone-1200751887/|titolo=Orson Welles’ ‘Too Much Johnson’ a Highlight at Pordenone|autore=Jay Weissberg|sito=variety.com|lingua=en|accesso=12 giugno 2019}}</ref>.Dal [[1999]] al [[2006]] il festival è stato trasferito a [[Sacile]], a causa della ricostruzione (completata nel maggio [[2005]]) del teatro Verdi, il teatro cittadino del capoluogo pordenonese. Nel [[2007]] è ritornato nella sede storica, ora rinnovata.
* SICAM Pordenone: si svolge dal [[2009]] nel mese di ottobre la manifestazione leader in Italia per il settore dei componenti e dei semilavorati per il mobile (meglio conosciuto come ''Salone Internazionale dei Componenti e Accessori per l'Industria del Mobile''), nel cuore di un distretto nel quale viene prodotto oltre il quaranta per cento del mobile italiano. Ogni anno circa ventimila visitatori professionali provenienti da circa novanta paesi visitano questa manifestazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.exposicam.it|titolo=Sito ufficiale del Salone Internazionale dei Componenti, Accessori e Semilavorati per l'industria del mobile|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Premio "Bruno Cavallini", istituito nel [[1996]] dallo storico dell'arte italiano [[Vittorio Sgarbi]].<ref>{{Cita web|url=http://www.premiobrunocavallini.it/home.html|titolo=Sito ufficiale premio "Bruno Cavallini"|accesso=12 giugno 2018}}</ref>
* Festival Internazionale Musica Sacra (fine ottobre - aprile), giunto nel [[2018]] alla ventisettesima edizione, porta in città "musicisti, artisti e critici d'arte, studiosi di storia della chiesa e della musica".<ref>{{Cita web|url=https://centroculturapordenone.it/pec/musica/xxvii-festival-internazionale-di-musica-sacra-2018/|titolo=XXVII Festival Internazionale
di Musica Sacra 2018|sito=centroculturapordenone.it|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
* Festival Arlecchino Errante.
* Festival dell'Inchiesta - LE VOCI DELL'INCHIESTA, iniziativa dell'associazione culturale Cinemazero.<ref>{{Cita web|url=http://www.voci-inchiesta.it/|titolo=Home Page Festival Le voci dell'inchiesta|accesso=12 giugno 2019}}</ref>
====Capitale della Cultura====
Pordenone è stata nominata capitale della cultura italiana per il 2027.<ref>{{Cita web|autore=Redazione Qualitytravel.it|url=https://www.qualitytravel.it/pordenone-sara-capitale-della-cultura-2027/163149|titolo=Pordenone sarà Capitale della Cultura 2027|sito=Qualitytravel.it|data=2025-03-12|accesso=2025-03-23}}</ref>
A celebrazione della nomina, é stato organizzato un evento dal titolo "Artisti per Pordenone Capitale",<ref>{{Cita news|autore=Daniele Micheluz|titolo=“Artisti per Pordenone Capitale”, festa al Teatro Verdi il 6 aprile|pubblicazione=Il Friuli|data=27 Marzo 2025}}</ref> tenutosi il 6 aprile 2025 presso il Teatro Verdi di [[Pordenone]], alla presenza del Ministro della cultura [[Alessandro Giuli]]. <ref>{{Cita news|autore=Riccardo Lo Re|titolo=Il Ministro Giuli: "Spero che l'Italia possa assomigliare un po' di più a Pordenone"|pubblicazione=Pordenone Today|data=7 Aprile 2025}}</ref>
== Geografia antropica ==
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=== Industria ===
Sotto il profilo economico la città di Pordenone, da sempre territorio agricolo, si sviluppa notevolmente nell'Ottocento nel settore tessile, in parallelo con la rivoluzione industriale (viene definita "la piccola Manchester italiana"<ref>{{Cita news|autore = Testi Vannes Chiandotto|titolo = Mappa turistica di Pordenone|pubblicazione = Azienda regionale per la promozione turistica, Ufficio decentrato di Pordenone, Friuli Venezia Giulia|editore = Realizzazione e grafica Archigraph}}</ref> o la "piccola Manchester"<ref>{{Cita news|autore = Sandro Comini|titolo = "Manchester" è sul Noncello|pubblicazione=Supplemento Redazionale STORIA DI PORDENONE al quotidiano "IL GAZZETTINO|data = 1º marzo 1998|p = 17}}</ref> del Friuli). Ma l'evento eccezionale, che trasforma la città, e destinato a renderla nota in tutto il mondo, è lo sviluppo industriale che si accompagna al secondo dopoguerra. Spicca, tra i nomi di “capitani di industria” come i [[Galvani]], i fratelli Moro, i [[Locatelli]], i [[Savio]], il nome dell'imprenditore [[Lino Zanussi]] che, ereditata la fabbrica dal padre Antonio (di poche decine di dipendenti), la ingrandisce, facendone in soli trent'anni la seconda realtà metalmeccanica italiana dopo la [[FIAT]] (stabilimenti di [[Porcia]]), con più di tredicimila dipendenti negli anni '60. Questo impetuoso sviluppo industriale, che porta la vicina città di Porcia a produrre e a esportare più lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi dell'intera Germania, conduce negli anni '60 alla trasformazione della città di Pordenone in provincia (la quarta del Friuli Venezia Giulia)<ref>{{Cita libro|curatore=Aldo Burello, Alberto De Toni, Michela Parussini|titolo=Dalla Zanussi all'Electrolux. Un secolo di lezioni per il futuro|anno=2010|editore=Il mulino|ISBN=978-8815146458}}</ref>. La crescita del settore del bianco porta la città, che si sviluppa in parallelo al boom industriale italiano seguito al dopo guerra, ad avere un livello di qualità della vita tra i più alti d'Italia e d'Europa, e a fare di Pordenone una delle città più dinamiche di tutto il Nord Est (settori della carpenteria, del mobile, della coltelleria, metalmeccanici, tessile). In seguito alla morte dell'imprenditore Lino Zanussi, l'impresa
1945-2008 uomini, imprese, politici ed economisti tra cattive abitudini e sviluppo economico|annooriginale=2017|editore=Libreriauniversitaria.it|p=207}}</ref> conduce, nel 1985, alla successiva cessione agli svedesi della [[Electrolux]]<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Giudice|titolo=Dalla Zanussi agli svedesi Il tramonto dell’impero.
I prodromi del colosso del bianco nel 1919 in una officina di corso Garibaldi. Il salto di qualità con l’avvento di Lino. Fabbrica-comunità incubatore d’imprese|pubblicazione=[[Messaggero Veneto - Giornale del Friuli]]|data=26 ottobre 2013}}</ref>. L'acquisizione della proprietà da parte di una industria estera porta, con il passare del tempo, a una disattenzione crescente, da parte della stessa, per la realtà industriale del territorio<ref>{{Cita news|titolo=Electrolux taglia in Italia 1.129 esuberi, 295 a Porcia|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=7 febbraio 2013}}</ref>. In seguito alla crisi finanziaria mondiale del 2007, Pordenone conosce una crisi economica crescente. Inoltre diversi fattori, quali, da un lato, "la non-competitività del Paese, il costo del lavoro, le infrastrutture carenti, l'energia troppo cara, l'assenza di finanziamenti all'innovazione"<ref>{{Cita news|titolo=«Costretti a delocalizzare se non si crea competitività» - Intervista a Andrea Sasso e Luigi Campello, rispettivamente presidente e vice di Ceced.|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=27 luglio 2012}}</ref> e, dall'altro lato, la disattenzione della politica<ref>{{Cita news|titolo=«Pordenone paga la disattenzione di vecchie gestioni»|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=12 agosto 2004}}</ref>, spingono, nel 2013, ai progetti di dismissione dell'industria di Porcia<ref>{{Cita news|autore=Elena Del Giudice|titolo=Electrolux, lo spettro delocalizzazione|pubblicazione=Messaggero Veneto - Giornale del Friuli|data=19 giugno 2013}}</ref>, con la previsione di migliaia di licenziamenti (casi Ideal Standard<ref>{{Cita news|autore = Marco De Francesco|titolo =Scricchiola il modello del Friuli|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|data = 23 luglio 2013}}</ref> e [[Electrolux]]<ref>{{Cita news|titolo=Il piano di Electrolux per Porcia: quasi 400 esuberi e 32 milioni di investimento|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=17 febbraio 2014}}</ref>), sì che nel 2014 la città di Pordenone e il suo territorio sono il simbolo della crisi economica attraversata dall'intero Paese (la città nel 2014 ha ospitato il corteo nazionale del primo maggio<ref>{{Cita news|titolo=Primo maggio, Camusso: "Basta con sorrisi, annunci e tagli: serve creare occupazione"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º maggio 2014}}</ref><ref>{{Cita news|autore = Sandra Riccio|titolo = A Pordenone la prima festa della disoccupazione.
Città simbolo della crisi: in Regione persi oltre 22mila posti in cinque anni|pubblicazione = La Stampa|data = 1º maggio 2014}}</ref>). Il declino della città viene fronteggiato dal fatto che Pordenone presenta settori industriali diversificati, suddivisi in distretti industriali (Brugnera, Maniago, San Vito al Tagliamento), composti da piccole e medie imprese capaci, con l'innovazione e l'intraprendenza, di fronteggiare la crisi ed essere artefici del rilancio del territorio.
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=== Ferrovie ===
[[File:Stazione di Pordenone.jpg|
La città dispone della [[stazione di Pordenone]], posta lungo la [[ferrovia Venezia-Udine]] e gestita da [[Rete Ferroviaria Italiana]].
=== Mobilità urbana ===
La mobilità urbana di Pordenone è garantita dagli autoservizi gestiti dall'azienda di trasporto pubblico locale [[ATAP (Pordenone)|ATAP]] S.p.A., che opera con proprie vetture in tutto il territorio della [[provincia di Pordenone|provincia]].<ref>{{cita web|url = https://www.atap.pn.it/azienda/storia.html|titolo = La storia di ATAP|accesso = 12 giugno 2019
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Pordenone}}
Lista dei sindaci dall'Unità d'Italia a oggi.<ref>{{Cita web|url=http://amministratori.interno.it/storiaamministrativa/storiaamministrativa_comune_PORDENONE.txt|titolo=Ministero dell'Interno - Storia amministrativa dell'ente - PORDENONE|urlmorto=sì|accesso=19 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160814044451/http://amministratori.interno.it/storiaamministrativa/storiaamministrativa_comune_PORDENONE.txt
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|1866|1873|Vendramino Candiani||[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]||}}
{{ComuniAmminPrec|1873|1876|Giacomo Di Montereale Mantica||||}}
{{ComuniAmminPrec|1876|1878|Valentino Galvani||||}}
{{ComuniAmminPrec|1879|1882|Francesco Varisco||||}}
{{ComuniAmminPrec|1882|?|Edoardo Marini||Sindaco facente funzioni||}}
{{ComuniAmminPrec|1888|1893|Enea Ellero||||}}
{{ComuniAmminPrec|1893|1897|Antonio Querini||||}}
{{ComuniAmminPrec|1898|1898|Vincenzo Policreti||||}}
{{ComuniAmminPrec|1898|1899|Pompeo Ricchieri|||}}
{{ComuniAmminPrec|1899|1901|Vittorio Marini||||}}
{{ComuniAmminPrec|1902|1903|Antonio Polese||||}}
{{ComuniAmminPrec|1904|1905|Gasbarri||Commissario regio||}}
{{ComuniAmminPrec|1904|1905|Ernesto Cossetti|||}}
{{ComuniAmminPrec|1905||Bevilacqua||Commissario regio||}}
{{ComuniAmminPrec|1905|1908|Luigi Domenico Galeazzi||||}}
{{ComuniAmminPrec|1908|1910|Ernesto Cossetti||||}}
{{ComuniAmminPrec|1910|1913|Antonio Querini||||}}
{{ComuniAmminPrec|1914|1919|Carlo Policreti|||}}
{{ComuniAmminPrec|1920|1922|Guido Rosso|||}}
{{ComuniAmminPrec|1923|?|Antonio Cattaneo||Sindaco/Podestà||}}
{{ComuniAmminPrec||1934|Nello Marsure|[[Partito Nazionale Fascista|PNF]]|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]||}}
{{ComuniAmminPrec|1934||[[Napoleone Aprilis]]||[[Commissario prefettizio]]||}}
{{ComuniAmminPrec|1935|1943|Enrico Galvani|[[Partito Nazionale Fascista|PNF]]|Podestà||}}
{{ComuniAmminPrec|1945||Giuseppe Asquini|[[CLN]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1946|1956|Giuseppe Garlato|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1956|1967|Gustavo Montini|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1967|1975|Giacomo Ros|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1975|1979|Glauco Moro|[[Democrazia Cristiana|DC]]||}}
{{ComuniAmminPrec|1979|1983|Giancarlo Rossi|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|1983|2 aprile 1993|Alvaro Cardin|[[Democrazia Cristiana|DC]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|2 giugno 1993|21 giugno 1993|Ilario Marone|-|Commissario prefettizio||}}
{{ComuniAmminPrec|21 giugno 1993|28 febbraio 2001|[[Alfredo Pasini]]|[[Lega Nord|LN]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|26 giugno 2001|31 maggio 2011|[[Sergio Bolzonello]]|[[L'Ulivo]]|||}}
{{ComuniAmminPrec|31 maggio 2011|20 giugno 2016|[[Claudio Pedrotti]]|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]||}}
{{ComuniAmminPrec|20 giugno 2016|28 giugno 2024|[[Alessandro Ciriani]]|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]||}}
{{ComuniAmminPrec|28 giugno 2024|18 aprile 2025|Alberto Parigi|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]|Vicesindaco f.f.}}
{{ComuniAmminPrec|18 aprile 2025|''in carica''|[[Alessandro Basso]]|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|FdI]]|Sindaco}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Gemellaggi ===
* {{gemellaggio|Austria|Spittal an der Drau|1987}}, rinnovato nel [[2022]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.pordenone.it/it/comune/comunicazione/comune-informa/stampa/area-stampa/rinnovato-il-gemellaggio-con-spittal-au-der-drau|titolo=Rinnovato il gemellaggio con Spittal au der Drau|accesso=28 settembre 2025}}.</ref>
* {{gemellaggio|Giappone|Okawa|1988}}; nato sulla base della comune vocazione alla lavorazione del legno, il gemellaggio è stato riconfermato nel [[2012]], in occasione dei Campionati Mondiali di Judo Kata, svoltisi proprio a Pordenone, e successivamente nel 2018 per la ricorrenza dei trent'anni<ref>{{Cita web|url=https://www.messaggeroveneto.it/cronaca/nuova-intesa-con-okawa-30-anni-dopo-yw3xddyi|titolo=Nuova intesa con Okawa 30 anni dopo|accesso=28 settembre 2025}}</ref>
* {{gemellaggio|
* {{gemellaggio|Russia|Irkutsk|2005}}{{Cn}}
== Sport ==
=== Calcio ===
Il principale [[Squadra di calcio|club]] cittadino è oggi l'ASD Nuovo Pordenone 2024 FC, fondato il 17 maggio 2024<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/calcio/ufficiale-fondazione-nuovo-pordenone-calcio.html|titolo=Ufficiale: è stato costituito il Nuovo Pordenone 2024 FC|sito=PordenoneToday|accesso=2025-09-30}}</ref>. Affiliato alla [[FIGC]] con matricola 962834<ref>{{Cita web|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/calcio/pordenone-fc-matricola.html|titolo=Il Pordenone FC ottiene la matricola federale dalla Figc|sito=PordenoneToday|accesso=2025-09-30}}</ref> è quindi partito dalla [[Promozione (calcio)|Promozione]] e milita attualmente in [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]]<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Redazione 05 agosto 2025 08:24 Facebook WhatsApp|url=https://www.pordenonetoday.it/sport/raduno-pordenone-fc-2025.html|titolo=Inizia la stagione del Pordenone con sette nuovi acquisti|sito=PordenoneToday|accesso=2025-08-06}}</ref>.
Dal punto di vista "morale" e della rappresentanza cittadina, il Nuovo Pordenone 2024 raccoglie l'eredità del "centenario" [[Pordenone Calcio]] (fallito nel 2023), ma è a tutti gli effetti società autonoma dallo stesso, non avendone (ancora) rilevato né [[Tradizione sportiva|titolo sportivo]] né [[palmarès]].
Altri sodalizi sono invece espressione di quartieri cittadini, come l'[[Torre (Pordenone)|ASD Torre]] e l'[[Vallenoncello|ASD G.S. Vallenoncello]], in [[Prima Categoria]] Friuli Venezia Giulia, nonché l'ASD Villanova Football Club in [[Terza Categoria]].
=== Calcio a 5 ===
L'[[Pordenone Calcio a 5|ASD Pordenone Calcio a 5]], milita attualmente in [[Serie A2 Élite]] e disputa le gare interne al Pala Flora, nel quartiere di [[Torre (Pordenone)|Torre]].
=== Pallacanestro===
La principale società cittadina è l'ASD Sistema Basket Pordenone che milita in [[Serie B Interregionale (pallacanestro maschile)|Serie B Interregionale]] e disputa le gare interne al Palazzetto dello Sport "Maurizio Crisafulli".
=== Hockey su pista ===
L'[[Gruppo Sportivo Hockey Pordenone|ASD G.S. Hockey Pordenone]] partecipa attualmente al campionato di [[Serie B (hockey su pista)|Serie B]] e disputa le gare interne al [[PalaMarrone]].
=== Principali eventi ===
Ogni anno, a [[Pasqua]], si svolgono i tornei internazionali giovanili [[Trofeo Memorial Gallini]] di [[calcio (sport)|calcio]] e il [[Memorial Ferruccio Cornacchia]] di [[pallavolo]].
=== Principali impianti sportivi ===
*[[Stadio Ottavio Bottecchia]]
== Note ==
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== Bibliografia ==
*
* Annalisa AVON, ''Architettura e città. Pordenone dal primo Novecento agli anni Settanta'', Giavedoni Editore, Pordenone, 2015.
* Serena BAGNAROL et al., ''Le chiese di Pordenone'', Libreria editrice vaticana, 2013.
*
* [[
*
* Vendramino CANDIANI, ''Pordenone. Ricordi cronistorici'', Pordenone, 1902.
*
*
*
*
* Elisa COZZARINI, ''Pordenone. Una guida'', Odós, Udine, 2020.
* Caterina FURLAN e Paolo PASTRES (a cura di), ''Pordenone: i musei del territorio'', Biblos, Cittadella, 1999.
*
* Paolo GOI (a cura di), ''Lapicidi del Rinascimento nel Friuli occidentale'', Ellerani Editore, San Vito al Tagliamento, 1973.
* Paolo GOI (a cura di), ''Pordenone, una città'', Pordenone, 1991.
* Paolo GOI (a cura di), ''San Marco di Pordenone'', 3 voll., Pordenone, 1993.
* Udo KOLLER, ''Pordenone. Emozioni di pietra'', Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2005, ISBN 88-89199-37-7.
* Alberto MAGRI, ''La casa del Pordenone'', Libreria al Segno Editrice, Pordenone, 2019.
* Mario ONGARO, ''Vincenzo Pinali - L'uomo il medico il suo tempo'', Provincia di Pordenone, 2007.
* Giovanni Battista POMO, ''Commentari urbani'' (a cura di P. GOI), Pordenone, 1990.
* Sergio PRATALI MAFFEI (a cura di), ''Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia'', Istituto regionale per le ville venete, Marsilio, Venezia, 2005.
* Giuseppe RAGOGNA, ''Pordenone: come eravamo'', Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2010.
* Fortunato SILVESTRI, ''Pordenone occupata 1917-1918'', De Bastiani Editore, Vittorio Veneto, 2018.
* Benvenuto SIST, ''San Giuliano alle Fornaci'', Parrocchia di San Giuseppe in Borgomeduna, Pordenone, 2017.
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/
* {{cita web | url = https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/museoarcheologico | titolo = Museo Archeologico del Friuli Occidentale | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web| url = https://paff.it/| titolo = PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli | sito = paff.it | accesso = 28 luglio 2019}}
* {{cita web | url = https://consorziocastelli.it/icastelli/pordenone/torre | titolo = Castello di Torre | sito = consorziocastelli.it | accesso = 29 giugno 2019 }}
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{{Comuni della provincia di Pordenone}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Capitali italiane della cultura}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Friuli-Venezia Giulia}}
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