Pinacoteca civica (Ascoli Piceno): differenze tra le versioni
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{{Museo
|Nome = Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno
|Nome originale =
|Indirizzo= ''Palazzo dell'Arengo'', piazza Arringo, 7 ▼
|Logo =
|Località = [[Ascoli Piceno]]▼
|Tipologia= Raccolta municipale di dipinti, sculture, mobili e strumenti musicali ▼
|Immagine= Palazzo dell'Arengo in Ascoli PicenoIMG 0037.JPG
|Larghezza =
|Didascalia= Ingresso del Palazzo dell'Arengo, da Piazza Arringo
|Tipologia = [[Pinacoteca]]
|Stato = Italia
▲|Indirizzo = ''Palazzo dell'Arengo'', piazza Arringo, 7
|Latitudine =
|Longitudine =
|Periodo storico =
|Superficie espositiva =
|Fondatori =
|Data di apertura = 4 agosto [[1861]]
|Data di chiusura =
|Direttore = Assessorato alla cultura del Comune di Ascoli Piceno
|Proprietà = Comune di Ascoli Piceno
|Visitatori =
|Note visitatori =
|Anno visitatori =
|Sito =
|Wikidata =
|Zoom mappa =
}}
[[File:Giuseppe-amisani-dolore.jpg|thumb|Giuseppe Amiani, ''Dolore'', 1900]]
La '''Pinacoteca civica di Ascoli Piceno''', considerata tra le più importanti della regione [[Marche]], e dell'Italia centrale, occupa le ali Nord (interamente) e Ovest (parzialmente) del primo e del secondo piano del [[Palazzo dell'Arengo]] nella [[Piazza Arringo]].
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Le attuali 15 sale espositive ospitano un ragguardevole numero di opere pittoriche su [[Pittura su tela|tela]] e su tavola, datate dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XX secolo]], [[Scultura|sculture]], [[Affresco|affreschi]] rimossi, raccolte numismatiche, [[Ceramica|ceramiche]], strumenti musicali e [[Miniatura|miniature]]. Il percorso museale è inoltre arricchito da un cospicuo arredo dallo stile Barocco allo stile Impero composto di consolles, lampadari, tendaggi. La collezione di ceramiche è costituita da oggetti di varie manifatture italiane ed europee quali Castelli, Doccia, Meissen ed altre. La sezione costituita dalle maioliche ascolane, di cui si può osservare la sua intera evoluzione, dal 2007 è stata trasferita nel Museo dell'Arte Ceramica. Di grande riguardo è anche la collezione di disegni e stampe, arricchitasi grazie a vari lasciti nel corso di tutto l'arco del Novecento, con fogli di Guercino, Pietro da Cortona, Pier Leone Ghezzi, Giuseppe e Lazzaro Giosafatti, Mariani, Mussini ed altri.
Tra gli artisti presenti si citano: [[Tiziano]], [[Giuseppe Amisani]], [[Guido Reni]], [[Carlo Crivelli (pittore)|Carlo Crivelli]], [[Pietro Alemanno]], [[Nicola Filotesio|Cola dell'Amatrice]], [[Simone De Magistris]], [[Luca Giordano]], [[Carlo Maratta]], [[Alessandro Magnasco]] detto il ''Lissandrino'', [[Bernardo Bellotto]] detto il ''Secondo Canaletto'', [[Sebastiano Conca]], [[Giovanni Paolo Pannini]], [[Bernardo Strozzi]], [[Giuseppe Pellizza da Volpedo]] e altri. Tra gli artisti ascolani figurano opere di [[Ludovico Trasi]], Biagio Miniera, [[Tommaso Nardini]], [[Nicola Antonio Monti|Nicola Monti]], Giulio Gabrielli, [[Ferdinando Cicconi]], Domenico Ferri, [[Dino Ferrari (pittore)|Dino Ferrari]] e [[Giulia Centurelli]].
Arricchiscono il percorso le sculture di [[Ercole Rosa]], [[Pietro Tenerani]], [[Nicola Cantalamessa Papotti]], Romolo Del Gobbo, [[Ugolino Panichi]], [[Ettore Ximenes]], Alfio Ortenzi e altri ancora.
==Sale==
[[File:Marche - 371.jpg|thumb|
[[File:Marche - 372.jpg|thumb|
[[File:
===Primo piano===
*''Sala Ventidio Basso'' - ambiente di ingresso al museo, ospita tele di varie epoche e sculture ottocentesche;
*''Sala della Vittoria'' - preceduta dal breve corridoio di passaggio in cui è collocata parte della collezione Ceci, con dipinti toscani e fiamminghi, l'ampio salone che nel Medioevo ospitò il Consiglio Generale e, tra la seconda metà del XVI e la prima metà del XIX, il primo teatro comunale della città, interamente in legno, è principalmente dedicata alle opere di [[Nicola Filotesio|Cola dell'Amatrice]], nelle quali è possibile osservare la sua evoluzione artistica. In sala è anche la sua ''Istituzione dell'[[Eucaristia]]'', proveniente dall'Oratorio del Corpus Domini di San Francesco, di cui era la pala d'altare, che reca la firma ''Cola Amatricianus faciebat.'' Il ''Polittico di San Bartolomeo delle Piagge'' dello stesso artista è del 1509.La sala è dominata dal ''Monumento equestre di Vittorio Emanuele II'' di Nicola Cantalamessa Papotti, donato al Comune nel 1885 dall'artista medesimo;
*''
*''Sala di Tiziano'' - conserva l'''Annunciazione'' anch'essa di Pietro Alemanno, commissionata nel 1484 in memoria dell'avvenuta concessione della "libertas ecclesiastica" da parte di [[papa Sisto IV]]. Nella parte bassa centrale della tela è raffigurata la pianta della città di Ascoli del Quattrocento. Questa tela proviene dalla cappella anzianale del [[Palazzo dei Capitani del Popolo]] della città; le ''Stimmate di San Francesco'' di Tiziano (1570 ca.), olio su tela di [[Tiziano Vecellio]], commissionata dal prelato ascolano [[Desiderio Guidoni]] e proveniente dalla [[Chiesa di San Francesco (Ascoli Piceno)|chiesa ascolana di San Francesco]]; la ''Madonna del Rosario'' è una tela firmata da [[Simone De Magistris]] e datata 1592, ordinata dal Cardinale domenicano [[Girolamo Bernerio]], vescovo di Ascoli, per la [[Chiesa di San Pietro Martire (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Domenico]], interessante anche per la veduta di Ascoli in basso al centro;<ref>Andrea Viozzi, ''Simone De Magistris, Madonna del Rosario e Santi'', in ''Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco'', catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 248 - 249.</ref>
*''Galleria'' - ospita, tra le molte opere presenti, l'''Annunciazione'' di Guido Reni (1629) commissionata da Dianora Alvitreti per il proprio altare nella chiesa di Santa Maria della Carità e il ''Transito di San Giuseppe'' di Luca Giordano (1677)
*''Sala Ceci'' – decorata nel soffitto con l'''Allegoria della Guerra Sociale tra Ascoli e Roma'' di Domenico Ferri (1895), presenta, insieme con l'ultima parte della sala precedente, la maggior parte della collezione donata dal medico ascolano Antonio Ceci, vissuto tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo;
*''Sala di Cecco'' - dedicata a [[Cecco d'Ascoli]], conserva la grande tela di soggetto storico raffigurante ''Cecco d'Ascoli che tiene una lezione a Firenze'' di [[Giulio Cantalamessa]] (1875) e, al centro della sala, ''Paolo e Francesca'', virtuosistica scultura di inizio XX secolo, realizzata da Romolo Del Gobbo. L'arredo della sala è arricchito da tre ''consolles'' romane ed altrettante specchiere veneziane, opere del XVIII secolo;
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===Secondo piano===
*''Sala delle Colonne'' – Ospita principalmente ritratti femminili di varie scuole dell'Ottocento italiano;
*''Sala De Carolis - Ferri'' – Ospita l'''Autoritratto'' di [[Augusto Mussini]]
*''Sala Giosafatti'' – dall'analoga struttura e dimensioni della galleria al piano inferiore, è dedicata a Lazzaro e Giuseppe Giosafatti, massimi scultori e architetti del [[XVIII secolo]], dei quali conserva bozzetti in gesso e terracotta delle opere in marmo di carattere monumentale e pale di artisti ascolani del Sei e Settecento quali Ludovico Trasi, Biagio Miniera e Nicola Monti;
*''Sala Pasqualini'' – Vasto ballatoio posto sopra la Sala della Vittoria, è esposta una collezione di [[liuteria]] dal XVIII al XX secolo.
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La pinacoteca custodisce anche un ''unicum'' magnifico e prezioso: il [[piviale]] di manifattura inglese del [[XIII secolo]], perfettamente conservato, che il papa ascolano [[Niccolò IV]] donò alla Cattedrale della città il 28 luglio [[1288]].
Il paramento è realizzato in tessuto di tipo [[sciamito]], (tessitura di [[seta]] composta da due orditi, fondo e legatura, e da un numero minimo di due tramature legate in diagonale), misura cm 159X340, raro esempio di ''opus anglicanum'', arricchito di [[broccato]] a fili in [[oro]] e riccamente ornato da tre serie di figurazioni, ricamate in seta, racchiuse all'interno di [[Clipeo|clipei]] disposti in registri orizzontali.
Nelle tre serie si mostrano 16 ovali e 4 semiovali che recano rappresentate figure istoriate di evangelisti, [[papa|pontefici]], una [[crocifissione]] nell'ovale centrale, e l'immagine della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. In origine era decorato anche da [[Perla|perle]] e da gemme che furono poi rimosse e vendute per corrispondere la taglia imposta, nel periodo dell'invasione napoleonica, dal generale Rusca nel [[1797]].
Il piviale fu rubato il 6 agosto [[1902]] dalla cattedrale ascolana e per due anni non se ne ebbero notizie. Nel [[1904]] ricomparve esposto all'interno del South Kensington Museum di [[Londra]] risultando di proprietà dal banchiere e filantropo statunitense [[John Pierpont Morgan]], che lo aveva acquistato ignorandone la provenienza.
Il banchiere conosciuta la storia e il furto del manufatto lo riconsegnò gratuitamente allo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Stato Italiano]] il 28 luglio [[1907]]. Da allora il Comune di Ascoli si occupa della sua custodia.
== Note ==
<references/>
▲*''[[Primo trittico di Valle Castellana]]'' di [[Carlo Crivelli]], tempera su tavola, nello spazio centrale è rappresentata la Vergine col Bambino ed ai lati [[San Giacomo della Marca]] e San Pietro Martire. Negli scomparti laterali San Pietro e San Sebastiano, nella parte alta il [[Dio|Padre Eterno]]. Questo trittico proviene dalla [[Chiesa di San Vito (Valle Castellana)|chiesa di San Vito]] di [[Valle Castellana]];
== Bibliografia ==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Ascoli Piceno}}
{{Musei delle Marche}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Marche|musei|pittura|arte}}
[[Categoria:Pinacoteca civica di Ascoli Piceno| ]]
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