Inceneritore: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|l'inceneritore dedicato anche alla produzione di energia|Termovalorizzatore}}[[File:Oberhausen - RHK + GMVA + Iris 01 ies.jpg|miniatura|L'inceneritore [[termovalorizzatore]] di [[Oberhausen]] in [[Germania]] dedicato alla produzione di [[energia elettrica]] e dotato di [[teleriscaldamento]]]]
{{vaglio}}
L{{'}}'''inceneritore''' è un [[impianto industriale]] utilizzato per lo [[smaltimento dei rifiuti]] mediante un processo di [[combustione]] ad alta [[temperatura]], detto "incenerimento",<ref>{{Cita web|url=https://goldbook.iupac.org/terms/view/I02997|titolo=IUPAC - incinerator (I02997)|autore=The International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC)|sito=goldbook.iupac.org|accesso=2022-05-09}}</ref> da cui si ottiene un effluente gassoso contenente i prodotti della combustione (che in generale possono includere anche sostanze più o meno [[Tossico|tossiche]], come [[diossine]], [[Furano|furani]], [[particolato]], [[cenere]] e [[polvere]]<ref>{{Cita web|url=https://www.arpae.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/03_emissioni.pdf|titolo=Le emissioni degli inceneritori di ultima generazione|accesso=27 settembre 2018|dataarchivio=7 luglio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170707032036/https://www.arpae.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/03_emissioni.pdf|urlmorto=sì}}</ref>). Lo scopo dell'incenerimento è la riduzione del volume e della pericolosità dei rifiuti trattati.<ref name="bur1">{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 1}}.</ref>
[[Immagine:Kwai Chung Incineration Plant.jpg|250px|thumb|right|Inceneritore di Kwai Chung, [[Hong Kong]], attualmente dismesso]]
[[Image:Hunderwasser Fernheizwerk.JPG|400px|thumb|right|Inceneritore di [[Vienna]], decorato da [[Friedensreich Hundertwasser]], collegato ad una rete di distribuzione di calore]]
L''''incenerimento''' è un processo di [[combustione]] ad alta [[temperatura]] che dà come prodotti finali un effluente gassoso e ceneri. Viene principalmente utilizzato per lo smaltimento dei [[rifiuti]] all'interno di impianti detti '''inceneritori'''.
 
Il processo di incenerimento propriamente detto è un particolare processo di trattamento termico dei rifiuti svolto attraverso una combustione completa in presenza di ossigeno. Altri trattamenti termici dei rifiuti sono la [[pirolisi]], svolta in assenza di ossigeno, e la [[gassificazione]], che consiste invece in un'ossidazione parziale.<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 20}}.</ref> In senso lato, si parla di "incenerimento" anche quando all'interno di tale processo sono presenti fasi di pirolisi e di gassificazione.<ref name=bur1/>
Negli impianti più moderni, il [[calore]] sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre [[vapore]], poi utilizzato per la produzione di [[elettricità|energia elettrica]] o come vettore di calore (ad esempio per il [[teleriscaldamento]]). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di '''inceneritori con recupero energetico''', o più comunemente '''termovalorizzatori'''.
 
Tra le tipologie di inceneritori ci sono anche i [[Termovalorizzatore|termovalorizzatori]] che sfruttano il [[calore]] sviluppato durante la combustione per la produzione di [[energia elettrica]] o come vettore di calore (ad esempio per il [[teleriscaldamento]]) sfruttando la [[cogenerazione]].<ref>{{Treccani|termovalorizzatore/|Termovalorizzatore}}</ref>
Il termine ''termovalorizzatore'', seppur di uso comune, è talvolta criticato perché fuorviante. Infatti, secondo le moderne teorie sulla corretta [[gestione dei rifiuti]] e le normative europea e italiana (che parlano solo di ''inceneritori'') gli unici modi per "valorizzare" un rifiuto sono il riuso ed il riciclo, mentre l'incenerimento (anche se con recupero energetico) costituisce semplice smaltimento ed è preferito alla sola [[discarica di rifiuti|discarica controllata]].
 
{{vedi== anche|gestioneTipi deidi rifiuti}} trattati ==
'''Combustibile solido secondario'''
[[File:RDF-fluff gebaald.JPG|miniatura|Rifiuti trattati in attesa di essere avviati alla combustione.]]
[[File:Spalovna Malešice-030.jpg|thumb|Operazione di carico di rifiuti all'ingresso di un inceneritore (Malešice, Praga).]]
Le categorie predominanti di rifiuto inceneribili e sono definite come [[combustibile solido secondario]], cioè:
* [[Rifiuti#Rifiuti solidi urbani|rifiuti solidi urbani]] (RSU)
* [[Rifiuti#Rifiuti speciali|rifiuti speciali]]
 
A queste si possono aggiungere categorie particolari come i [[Trattamento delle acque reflue|fanghi di depurazione]], i rifiuti medici e gli scarti dell'[[industria chimica]].<ref name=burii>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. ii}}.</ref> Non sono invece inceneriti i rifiuti pericolosi.
== Rifiuti di interesse per l'incenerimento ==
[[Immagine:RDF-fluff gebaald.JPG|thumb|right|200px|Rifiuti trattati in attesa di essere avviati alla combustione.]]
Le categorie principali e quantitativamente predominanti di rifiuti inceneribili sono:
 
Molto importante notare che la tipologia e le caratteristiche dell'inceneritore in costruzione cambia a seconda del tipo di rifiuti da trattare.<ref name=burii/>
* [[Rifiuti#Rifiuti urbani|Rifiuti Solidi Urbani]] (RSU);
* [[Rifiuti#Rifiuti speciali|Rifiuti speciali]].
 
Vi è poi una grande quantità di rifiuti non inceneribili, classificati "inerti", provenienti da costruzioni e demolizioni: questi costituiscono in Italia una percentuale di circa il 30% del totale, pari a 30 milioni di tonnellate l'anno (dati 2014).<ref>{{Cita|Rapporto rifiuti 2003||Rapporto2003}}.</ref>
A queste si possono aggiungere categorie particolari come i fanghi di depurazione, i rifiuti medici, i rifiuti pericolosi o in alcuni casi anche [[armi chimiche]].
 
Nel caso dei rifiuti solidi urbani, prima di procedere all'incenerimento, i rifiuti devono essere trattati tramite processi speciali volti a eliminare i materiali non combustibili ([[vetro]], [[metalli]], inerti) e la frazione umida chiamata [[FORSU]], costituita dalla materia organica come gli scarti alimentari e da agricoltura, ecc.
Vi è poi una grande quantità di rifiuti non inceneribili (classificati "inerti") provenienti da costruzioni e demolizioni: questi costituiscono una percentuale di circa il 25% del totale, pari a ~30 milioni di tonnellate l'anno (dati 2001). <ref>Rapporto rifiuti 2003 - Osservatoro Nazionale Rifiuti</ref>
 
=== Rifiuti solidi urbani ===
Prima di procedere all'incenerimento i rifiuti possono essere trattati tramite processi volti a eliminare i materiali non combustibili ([[vetro]], [[metalli]], [[Rifiuti#Rifiuti inerti|inerti]]) e la frazione umida (la materia organica come gli scarti alimentari, [[agricoltura|agricoli]], etc.). I rifiuti trattati in questo modo sono definiti [[Combustibile Derivato dai Rifiuti|CDR]], ovvero ''combustibile derivato dai rifiuti''.
Considerato che la natura dei rifiuti solidi urbani è estremamente variabile a seconda dell'area servita da ciascun singolo inceneritore, il processo di incenerimento e di conseguenza le caratteristiche e la gestione di un inceneritore può essere molto differente da una zona geografica all'altra,<ref name=bur21>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 21}}.</ref> oltre che dal particolare periodo temporale in cui è svolto il processo: ad esempio, per modifiche nei consumi che si hanno tra il periodo estivo e il periodo invernale oppure nel corso degli anni a seguito della commercializzazione e dell'acquisto di nuovi prodotti e in generale a seguito di modifiche del mercato globale e locale.
 
La tipologia di rifiuto solido urbano trattata in un inceneritore è anche modificata in maniera sostanziale in concomitanza con le pratiche di [[raccolta differenziata]] messe in atto nel territorio.<ref name=bur21/> In particolare, oltre a diminuire la quantità di rifiuti inviati al processo di incenerimento, la raccolta differenziata va a modificare le caratteristiche del RSU,<ref name=bur21/> con conseguenze sulla quantità del rifiuto trattato, ma anche della sua qualità.<ref name=bur21/> Ad esempio la raccolta differenziata dei rifiuti organici (anche chiamati "umido") aumenta il potere calorifico dei rifiuti solidi urbani,<ref name=bur21/> diminuendo così la quantità di combustibile necessario a incenerire ogni tonnellata di rifiuto.
{{Vedi anche|Combustibile derivato dai rifiuti}}
 
[[File:Spalovna Malešice-094.jpg|thumb|Miscelazione di RSU con il supporto di gru (Malešice, Praga).]]
==Diffusione in Italia e in Europa==
Per quanto riguarda il pretrattamento di rifiuti solidi urbani, al fine di migliorare le prestazioni e il controllo del processo, tali rifiuti, essendo estremamente eterogenei, sono frantumati e miscelati con apposite [[gru (tecnologia)|gru]] all'interno di una vasca generalmente costruita in [[cemento armato]],<ref name=bur22/> in modo da ottenere una composizione dell'alimentazione alla fornace il più possibile omogenea.<ref name=bur22>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 22}}.</ref>
[[Image:Erste Müllverbrennungsanlage Hamburg.jpeg|left|250px|thumb|Primo impianto tedesco d'inceneritore (Hamburg-Hammerbrook),(1895)]]
{| class="wikitable" {{prettytable|text-align=right|align=right}}
|colspan=3|<center>'''1. Impianti in Europa (2002)''' <ref> Dati tratti da [http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/rifiuti/pdf/ALLEGATO_PPGR_06.pdf Analisi e comparazione delle tecnologie più idonee per il secondo impianto di trattamento area Nord dei rifiuti urbani, assimilati e fanghi della provincia di Torino]</ref>
|-
|'''Nazione''' ||'''Numero <br>impianti'''||'''Quantitativi <br>trattati <br>(t/anno)'''
|-
|Austria|| 2 ||406 700
|-
|Belgio ||18||2 652 000
|-
|Danimarca ||32 ||3 136 000
|-
|Francia ||112 ||11 965 800
|-
|Germania||60||16 787 400
|-
|Inghilterra||3||1 071 000
|-
|Italia||50||3 488 776
|-
|Norvegia||4||273 000
|-
|Olanda||11||4 412 000
|-
|Portogallo||2||933 800
|-
|Spagna||8||1 070 300
|-
|Svezia||19||2 344 000
|-
|Svizzera||31||3 150 700
|-
|Ungheria||1||420 000
|-
|'''Totale'''||'''354'''||'''52 111 476'''
|}
In Europa sono attivi attualmente (al 2002) 354 impianti di termovalorizzazione/incenerimento, in 18 nazioni. In alcune situazioni, impianti di questo genere sono da tempo inseriti in contesti urbani, ad esempio a [[Vienna]], [[Parigi]], [[Londra]], [[Copenaghen]]. Paesi quali [[Svezia]] (~45%), [[Danimarca]] (~50%) e [[Germania]] (~20%) ne fanno uso (fra parentesi le quantità incenerite); in [[Olanda]] (ad [[Avr]] e [[Amsterdam]]) sorgono alcuni fra i più grandi termovalorizzatori/inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino a un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti all'anno (~33%). In Olanda comunque la politica – oltre a porsi l'obiettivo di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti recuperabili – è quella di bruciare sempre meno rifiuti a favore di prevenzione, riciclo e riuso <ref>{{en}} [http://www.uitvoeringafvalbeheer-tools.nl/images1/aoo_nl/bestanden/beleidskader_engelstalig.pdf Ministero per l'Ambiente dei Paesi Bassi: "National waste management plan", 2003]</ref> (ad esempio mediante incentivi, come cauzioni e riconsegna presso i centri commerciali sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica).
Di contro altri paesi europei ne fanno un uso molto limitato o nullo: Austria (~10%), Spagna e Inghilterra (~4-7%), Finlandia, Irlanda e Grecia (0%) sono esempi in tal senso.
In Italia i termovalorizzatori non sono molto diffusi, anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocività delle emissioni nel lungo periodo e delle conseguenti resistenze della popolazione: la maggior parte dei circa 3,5 milioni di tonnellate di combustibile da rifiuti italiani viene incenerita in impianti del Nord, ma il totale nazionale ammonta a circa il 12% sul totale dei rifiuti solidi urbani<ref>[http://www.osservatorionazionalerifiuti.it/RapRif/Rapporto_Rif_2005.htm Rapporto Rifiuti 2005 dell'Osservatorio Nazionale dei Rifiuti], [http://www.osservatorionazionalerifiuti.it/RapRif/Rapporto/Volume_1/PDF/capitolo2_volume1.pdf capitolo 2, vol. 1.]</ref>.
 
Un'altra necessità nel caso di impianti per l'incenerimento di RSU è la presenza di strutture chiuse dove stoccare e miscelare i rifiuti, in modo da limitare l'emissione verso l'esterno di cattivi odori, rumori e vibrazioni.<ref name=bur22/> e tale area ha generalmente una capacità di stoccaggio di circa 3-5 giorni<ref name=bur22/> e deve essere provvista di particolari misure antincendio.<ref name=bur22/>
A [[Brescia]], in prossimità della città, c'è uno dei termovalorizzatori più grandi d'Europa (ca. 750&nbsp;000 tonnellate l'anno: il triplo di quello di Vienna) che soddisfa da solo circa un terzo<ref>Dato menzionato nello [http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido].</ref> del fabbisogno di calore dell'intera città (1100 [[Kilowattora|GWh]]/anno) e che, nonostante sia stato oggetto di diverse procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea, nell'ottobre 2006 è stato proclamato «migliore impianto del mondo»<ref>[http://www.iorisparmio.eu/articoli/346/il-termovalorizzatore-di-brescia-e-%E2%80%9Cil-migliore-del-mondo%E2%80%9D/ Iorisparmio.eu: ''Il termovalorizzatore di Brescia è "il migliore del mondo"'']</ref> dal Waste to Energy Research and Technology Council,<ref>{{en}} [http://www.seas.columbia.edu/earth/wtert/ WTERT Waste-to-Energy Research and Technology Council]</ref> un organismo formato da tecnici e scienziati di tutto il mondo e promosso dalla [[Columbia University]] di New York; ha suscitato però qualche perplessità il fatto che questo organismo annoveri tra gli "enti finanziatori e sostenitori" la Martin GmbH,<ref>{{en}} [http://www.martingmbh.de/englisch/index2.htm Martin GmbH]</ref> che è tra i costruttori dell'inceneritore premiato. Da notare che per far funzionare a pieno regime l'impianto si importano 200&nbsp;000 tonnellate l'anno di rifiuti da altre province. <ref>Ultimi dati disponibili [http://www.provincia.brescia.it/rassegna/doc/97945821.pdf pubblicati] dalla Provincia di Brescia.</ref>
 
=== Rifiuti speciali ===
A [[Trezzo sull'Adda]], in provincia di Milano, c'è uno dei più moderni termovalorizzatori/inceneritori in esercizio in Europa.
Nel caso di inceneritori per rifiuti speciali, le caratteristiche dell'impianto variano sensibilmente a seconda che si tratti di un impianto per il trattamento di rifiuti speciali provenienti da diverse fonti o se al contrario tali rifiuti speciali provengono da un'unica impresa.<ref name=bur24>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 24}}.</ref> Nel secondo caso, si parla di "impianti dedicati";<ref name=bur24/> tali impianti, essendo progettati per i bisogni di un'impresa specifica, sono meno versatili (in quanto sono progettati per trattare solo i rifiuti della specifica impresa in questione),<ref name=bur24/> ma dall'altra parte la loro progettazione risulta più mirata, in quanto si ha una migliore conoscenza del tipo di rifiuti da trattare.<ref name=bur24/>
Nel resto del settentrione sono diffusi principalmente piccoli impianti a scarso livello tecnologico con basso rendimento, per i quali sono necessari dei rammodernamenti (come a Desio, Valmadrera e Cremona). Il meridione invece si distingue per una pessima gestione del problema rifiuti: la scarsissima raccolta differenziata, essendoci pochissimi inceneritori, sfocia in un eccessivo ricorso all'utilizzo della discarica (fra i più alti in Europa), e ha spesso richiesto la spedizione dei rifiuti dal Sud agli inceneritori del Nord (e a volte anche verso l'estero).
 
I rifiuti speciali possono essere particolarmente tossici e necessitano di maggiori controlli. Per tale motivo, prima che tali rifiuti siano stoccati per l'incenerimento devono essere sottoposti a dei rigidi controlli per verificare la loro ammissibilità all'impianto di incenerimento.<ref name=bur25>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 25}}.</ref> Tali controlli includono l'ispezione visiva, indagini analitiche e il raffronto dei risultati emersi da tali controlli con le particolari specifiche dell'impianto,<ref name=bur25/> dopo di che, i rifiuti possono essere ammessi e quindi stoccati per l'incenerimento, oppure non ammessi<ref name=bur25/>, e quindi inviati ad altri impianti di trattamento più idonei.
== Tecnologie di incenerimento ==
Gli inceneritori più diffusi in Italia ed in Europa sono "a griglie".
Trattandosi sostanzialmente di impianti che sfruttano il calore sviluppato dalla combustione, non è importante solo il tonnellaggio di combustibile (i rifiuti), ma anche il suo [[potere calorifico]] cioè il calore sviluppato durante la combustione (in genere pari a circa 9000-13000 [[Joule|MJ]]/t). In altre parole, un inceneritore progettato (ed autorizzato) per bruciare 100000 t di rifiuti con potere calorifico di 13000 MJ/t, può arrivare a bruciare anche il 45% in più se i rifiuti hanno potere calorifico di 9000 MJ/t.<ref>Fatto citato nelle [http://www.medicinademocratica.org/IMG/pdf/osservazioni_SIA_Gerbido.pdf Note preliminari relative allo Studio di Impatto Ambientale del progetto di “impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della provincia di Torino]</ref>
 
A differenza dei RSU, i rifiuti speciali possono essere sia solidi sia liquidi,<ref name=bur27>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 27}}.</ref> per cui l'impianto necessita delle apparecchiature per la [[movimentazione dei materiali]] più complessi e diversificati.<ref name=bur27/>
Il funzionamento di un termovalorizzatore a griglie può essere suddiviso in sette fasi fondamentali:
 
<gallery>
# ''Arrivo dei rifiuti'' &mdash; Provenienti dagli impianti di selezione opportunamente dislocati sul [[territorio]] (ma anche direttamente dalla raccolta del rifiuto tal quale), i rifiuti sono conservati in un'area dell'impianto dotato di sistema di aspirazione, per evitare il disperdersi di cattivi odori. Con una [[gru]] i materiali sono depositati nel [[forno]]. La tecnologia di produzione della frazione combustibile ([[Combustibile Derivato dai Rifiuti|CDR]]) ed il suo incenerimento sfrutta la preventiva disidratazione biologica dei rifiuti seguita dalla separazione degli inerti ([[metallo|metalli]], [[minerale|minerali]], ecc.) dalla frazione combustibile, che può essere "termovalorizzata" producendo energia elettrica con resa nettamente migliore rispetto all'incenerimento classico e con una diminuzione di impatto ambientale.<ref>Sul combustibile, si segnalano alcuni timori: esso deve (per legge) avere caratteristiche tali da scongiurare quanto più possibile un eventuale rilascio di sostanze nocive nell'ambiente durante la fase di deposito e trasporto prima dell'utilizzo.</ref>
File:Potential pollutants become useful energy 141014-A-DU199-002.jpg|Rifiuti speciali destinati all'incenerimento per la produzione di energia
# ''Combustione'' &mdash; Il forno è, solitamente, dotato di una o più griglie mobili per permettere il continuo movimento dei rifiuti durante la combustione. Una corrente d'aria forzata viene inserita nel forno per apportare la necessaria quantità di [[ossigeno]] che permetta la migliore combustione, mantenendo cosí alta la [[temperatura]] (fino a 1000 [[Grado Celsius|°C]] e più). Per mantenere tali temperature, qualora il potere calorifico del combustibile sia troppo basso, talvolta viene immesso del gas [[metano]] in una quantità variabile fra i 4 e 19 m³ per tonnellata di rifiuti. Accanto a una camera di ''combustione primaria'' viene spesso associata una camera di ''combustione secondaria'' (camera di post-combustione), con lo scopo di completare la combustione dei fumi nel miglior rispetto della normativa vigente.
File:Small arms ammunition in the incinerator ready for destruction (22719384626).jpg|Munizioni all'interno di un inceneritore pronte per essere distrutte durante un intervento di ''[[peacekeeping]]'' in Congo.
# ''Produzione del [[vapore]]'' &mdash; La forte emissione di calore prodotta dalla combustione di metano e rifiuti porta a vaporizzare l'acqua in circolazione nella [[caldaia]] posta a valle, per la produzione di vapore.
File:The Minister of State for Information and Broadcasting (IC), Environment, Forest and Climate Change (IC) and Parliamentary Affairs, Shri Prakash Javadekar consigning the illegal wildlife products to flames in the incinerator (1).jpg|Incenerimento di prodotti illegali derivanti da attività bracconiere (Parco Zoologico Nazionale di New Delhi, 2014)
# ''Produzione di [[energia elettrica]]'' &mdash; Il vapore generato mette in movimento una [[turbina]] che, accoppiata ad un motoriduttore ed alternatore, trasforma l'energia termica in energia elettrica.
File:Lakepoint ATLIC.jpg|Esempio di inceneritore per rifiuti speciali liquidi: l'inceneritore ''Area Ten Liquid Incinerator'' (ATLIC), utilizzato per la distruzione di armi chimiche
# ''Estrazione delle [[Cenere|ceneri]]'' &mdash; Le componenti dei rifiuti non combustibili (circa il 10% del volume totale ed il 30% in peso, rispetto al rifiuto in ingresso) vengono raccolte in una vasca piena d'acqua posta a valle dell'ultima griglia. Le scorie, raffreddate in questo modo, sono quindi estratte e smaltite in discariche speciali. Ovviamente, separando preventivamente gli inerti dalla frazione combustibile si ottiene una riduzione delle scorie. L'acqua di raffreddamento (circa 2.5 mc/t) deve essere depurata prima di essere scaricata in ambiente. Le ceneri sono classificate come rifiuti speciali non pericolosi, mentre le polveri fini (circa il 4% del peso del rifiuto in ingresso) intercettate dai sistemi di filtrazione sono classificate come rifiuti speciali pericolosi. Entrambe sono smaltite in discariche per rifiuti speciali; ci sono recenti esperienze di riuso delle ceneri pesanti.
</gallery>
# ''Trattamento dei [[Fumo|fumi]]'' &mdash; Dopo la combustione i fumi caldi passano in un sistema multi-stadio di filtraggio, per l'abbattimento del contenuto di agenti inquinanti sia chimici che solidi. Dopo il trattamento e il raffreddamento i fumi vengono rilasciati in [[atmosfera]] a circa 140° C.<ref name=toz>Mario Tozzi, ''L'Italia a secco: la fine del petrolio e la nuova era dell'energia naturale'', Rizzoli, 2006.</ref>
 
===Tipologie Fanghi di inceneritoredepurazione ===
La composizione dei fanghi di depurazione e, di conseguenza, le caratteristiche dell'inceneritore preposto al loro trattamento possono variare notevolmente a seconda che si tratti di fanghi provenienti da aree industriali o municipali.<ref name=bur29>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 29}}.</ref>
[[Immagine:Incinerateur de dechets.JPG|thumb|250px|right|Interno del forno di un inceneritore a griglie]]
 
Nel caso di tali rifiuti, l'impianto di incenerimento deve prevedere una sezione per ridurre il contenuto di liquido nei fanghi.<ref name=bur29/> Ciò può essere svolto attraverso apparecchiature che impiegano dei processi fisici, come [[Sedimentazione|decantatori]], [[Centrifuga (tecnologie chimiche)|separatori centrifughi]] e [[filtropressa]].<ref name=bur29/> Spesso tale processo è seguito da un ulteriore [[essiccatore]] termica<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 30}}.</ref> e da un processo di [[digestione dei fanghi]].<ref name="bur32">{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 31}}.</ref>
In funzione della specifica tecnologia adoperata nella camera di combustione primaria, è possibile distinguere le seguenti tipologie di inceneritore.
;Semplice:
Gli inceneritori più vecchi e impiantisticamente più semplici consistevano in una camera di [[mattone|mattoni]] con una griglia metallica posta rispettivamente sopra e sotto la raccolta delle ceneri. Mentre quella posta superiormente, e avente una apertura in cima o lateralmente, veniva utilizzata per caricare il materiale da bruciare, quella inferiore permetteva la rimozione dei residuo solido incombusto tramite l'apertura laterale.
 
<gallery>
;Griglie:
File:Filter press (6322212987).jpg|Un esempio di [[filtropressa]].
Questi inceneritori possiedono un grosso focolare, con griglie normalmente a gradini formate da barre o rulli paralleli. La griglia può essere mobile o fissa e in diverse zone vengono raggiunte differenti temperature che permettono un più graduale riscaldamento. È presente anche un sistema di raffreddamento. Oltre alla normale combustione primaria, viene effettuata una combustione secondaria generando una notevole [[turbolenza]] gassosa in seguito a una maggiore insufflazione d'aria. Le ceneri vengono raccolte e tosto raffreddate in vasche piene d'acqua.
File:ALCOSAN Centrifuges (6780288956).jpg|Trattamento di fanghi di depurazione all'interno di un separatore centrifugo.
File:Blackburn Meadows Incineration Process.jpg|[[Schema di processo]] di un impianto di incenerimento di fanghi di depurazione tramite letto fluidizzato.
</gallery>
 
=== Rifiuti medici ===
In confronto con le altre tipologie di inceneritori, gli impianti con griglie mobili sono quelli maggiormente sfruttati per i rifiuti urbani e permettono, grazie al movimento dei rifiuti all'interno della camera di combustione, una ottimizzazione della combustione stessa. È da notare però che alle griglie è legato un certo insieme di problematiche tecniche tra le quali spicca il deposito di polveri, con la necessità di un certo livello di manutenzione periodica.
I rifiuti medici non potenzialmente infettivi sono talvolta trattati in impianti di incenerimento per RSU<ref name="bur32"/>, mentre nel caso in cui siano potenzialmente infettivi, vengono trattati in particolari impianti di incenerimento dedicati a tale scopo.<ref name="bur32"/> Tali impianti necessitano di opportune sezioni di lavaggio e disinfezione dei rifiuti e di zone segregate per lo stoccaggio e il trasferimento dei rifiuti.<ref name=bur32/> In alcuni casi sono inoltre necessarie delle zone di stoccaggio dotate di opportuni impianti di refrigerazione e congelamento dei rifiuti.<ref name=bur32/>
 
A causa dell'elevato quantitativo di liquidi che generalmente contengono, i rifiuti medici necessitano di tempi di incenerimento molto lunghi.<ref name="bur32"/>
;Letto fluido:
Il letto fluido consiste nell'inviare dal basso un forte getto di aria attraverso un letto di [[sabbia]]. Il letto quindi si solleva, mentre le particelle si mescolano e sono sotto continua agitazione. A questo punto vengono introdotti i rifiuti e il combustibile. Il sistema sabbia/rifiuto/combustibile viene mantenuto in sospensione sul flusso di aria pompata e sotto violento mescolamento e agitazione, assumendo in tale modo caratteristiche simil-fluide. Tutta la massa di rifiuti, combustibile e sabbia circola completamente all'interno della fornace.
 
<gallery>
Il letto fluido ha il vantaggio di richiedere poca manutenzione e ovviamente, data la particolare costituzione, non necessità di componenti in movimento. Possiede anche un rendimento leggermente superiore rispetto ai forni a griglia, ma richiede combustibile a granulometria piuttosto omogenea.
File:King George Military Hospital, destructor and staff (16271546232).jpg|Due membri del King George Military Hospital, in Inghilterra, davanti ad un inceneritore per rifiuti medici (1915)
File:USMC-091106-M-8077B-041.jpg|Incenerimento di rifiuti medici in Iraq.
File:Small capacity incinerator.jpg|Inceneritore per rifiuti medici a Tobago.
</gallery>
 
== Tipologie costruttive ==
;Forno rotativo:
È possibile distinguere i seguenti tipi di inceneritore in base alla specifica tecnologia adoperata nella [[camera di combustione]] primaria.<ref name=bur32/>
Gli impianti a forno rotativo hanno utilizzo di elezione nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti industriali e speciali, ma possono anche essere utilizzati per i RSU. Si hanno due camere di combustione: la camera di combustione primaria consiste in un tubo cilindrico costruito in materiale refrattario e inclinato di 5-15°, il cui movimento attorno il proprio asse di [[rotazione]] viene trasmesso ai rifiuti. La camera di combustione secondaria è necessaria per portare a completamento le reazioni in fase gassosa. I residui solidi vengono eliminati dalla parte finale del cilindro.
 
=== Inceneritore a griglie ===
In relazione alla pericolosità del rifiuto trattato, le emissioni gassose possono richiedere un più accurato sistema di pretrattamento prima dell'immissione in atmosfera.
[[File:Schema di inceneritore a griglie orizzontali.png|thumb|upright=1.8|Schema di un inceneritore a griglie orizzontali.]]
[[File:MVA flingern querschnitt.jpg|thumb|upright=1.8|Schema di un impianto di incenerimento (da sinistra: zona di stoccaggio e miscelazione, camera di combustione, e sezione di trattamento degli effluenti gassosi).]]
[[File:Movinggrate.jpg|miniatura|Interno del forno di un inceneritore a griglie.]]
Questi inceneritori possiedono un grosso focolare, con griglie metalliche normalmente a gradini formate da barre o rulli paralleli. La griglia può essere mobile o fissa e le zone attraversate possono essere progettate in modo da raggiungere temperature differenti, per ottenere riscaldamento graduale.<ref>{{Cita|Waste Incinerations, 2006|pp. 36-38|Bats}}.</ref>
 
Il funzionamento di un inceneritore a griglie può essere suddiviso nelle seguenti fasi principali:
;Focolare multi-step:
# Arrivo dei rifiuti provenienti dagli impianti di selezione dislocati sul [[territorio]] (ma anche direttamente dalla raccolta del rifiuto): i rifiuti sono conservati in un'area dell'impianto dotato di sistema di aspirazione, per evitare il disperdersi di cattivi odori. Con un [[carroponte]] i materiali sono depositati nel [[forno]] attraverso una [[tramoggia]], talvolta associata ad un [[convogliatore]].<ref name=bur36>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 36}}.</ref> Può essere presente inoltre un'apposita valvola di non ritorno per evitare che le fiamme della fornace giungano all'esterno o che una quantità indesiderata di aria passi attraverso la tramoggia, alterando la percentuale di ossigeno all'interno della fornace, che è controllata in modo da garantire la combustione completa del combustibile ovvero massimizzare l'efficienza dell'impianto.<ref name=bur36/> La portata di rifiuto alimentato è aggiustata attraverso un apposito sistema dosatore ad azionamento meccanico o idraulico.<ref name=bur36/>
Il nome di questa tecnologia è legato al passaggio su più focolari del materiale da trattare. I rifiuti vengono trasportati attraverso la fornace muovendo una dentatura meccanica che fa parte di braccia agitanti montate su un asse centrale rotante che si estende a una certa altezza dal focolare. I rifiuti in entrata vengono caricati da una estremità, mentre i residui della combustione vengono asportati dall'altra estremità. Il carico/scarico dei rifiuti viene ripetuto automaticamente secondo il numero di focolari presenti. Un modello specifico è il ''forno di pirolisi a piani'' studiato in origine per l'incenerimento di fanghi di varia natura (inclusi i fanghi biologici inattivati) ed occasionalmente usato nell'incenerimento di RSU che abbiano buone caratteristiche di trasporto.
# Combustione: il forno è solitamente dotato di una o più griglie mobili per permettere il continuo movimento dei rifiuti durante la combustione. Le griglie possono essere orizzontali o inclinate. Nel caso di griglie inclinate, possono essere progettate per muoversi nella direzione del movimento dei rifiuti o in direzione contraria,<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 37}}.</ref> a seconda che sia necessario aumentare o diminuire la velocità dei rifiuti. Una corrente d'aria forzata viene insufflata nel forno attraverso le aperture delle griglie (dal basso verso l'alto) in modo da apportare la quantità di [[ossigeno]] necessaria alla combustione, mantenendo alta la [[temperatura]] (generalmente compresa tra 850-1100 [[Grado Celsius|°C]]<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 42}}.</ref>). Per resistere meglio a tali temperature, spesso le griglie presentano un sistema di raffredammento interno ad aria o acqua.<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 38}}.</ref> Per mantenere tali temperature, qualora il [[potere calorifico]] del combustibile sia troppo basso, talvolta viene immesso del gas [[metano]] in una quantità variabile fra i 4 e 19&nbsp;m³ per tonnellata di rifiuti. Accanto a una camera di combustione primaria viene associata una camera di combustione secondaria (camera di post-combustione), con lo scopo di completare la combustione dei [[Fumo|fumi]].
# Produzione del [[vapore surriscaldato]]: la forte emissione di calore prodotta dalla combustione vaporizza l'acqua in circolazione nella [[generatore di vapore|caldaia]] posta a valle.
# Produzione di [[energia elettrica]]: il vapore generato mette in movimento una [[turbina a vapore|turbina]] che, accoppiata a un motoriduttore e a un [[alternatore]], trasforma l'energia termica in energia elettrica producendo [[corrente alternata]] per espansione del vapore surriscaldato.
# Estrazione delle [[Cenere|ceneri]]: le componenti dei rifiuti non combustibili vengono raccolte in una vasca piena d'acqua posta a valle dell'ultima griglia.<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 39}}.</ref> Le scorie, raffreddate in questo modo, sono quindi estratte e smaltite in discariche speciali. Separando preventivamente gli inerti dalla frazione combustibile si ottiene una riduzione delle scorie. L'acqua di raffreddamento (circa 2,5&nbsp;m³/t) deve essere depurata prima di essere scaricata all'esterno. Le ceneri sono classificate come rifiuti speciali non pericolosi, mentre le polveri fini (circa il 4% del peso del rifiuto in ingresso) intercettate dai sistemi di filtrazione sono classificate come rifiuti speciali pericolosi. Entrambe sono smaltite in discariche per rifiuti speciali. Vi sono state esperienze di riuso delle ceneri pesanti.
# Trattamento dei [[Fumo|fumi]]: dopo la combustione i fumi caldi (circa il 140-150% in peso del rifiuto in ingresso<ref name="incremento">L'incremento di massa è dovuto alla combinazione del carbonio dei rifiuti con l'ossigeno dell'aria che avviene durante la combustione.</ref>) passano in un sistema multi-stadio di filtraggio per l'abbattimento del contenuto di agenti inquinanti. Dopo il trattamento e il raffreddamento, i fumi vengono rilasciati nell'[[atmosfera]] a circa 140&nbsp;°C.<ref name="toz">Mario Tozzi, ''L'Italia a secco: la fine del petrolio e la nuova era dell'energia naturale'', Rizzoli, 2006.</ref>
 
La combustione del materiale avviene nella zona al di sopra della griglia. La forma della camera di combustione viene studiata secondo il tipo di materiale che alimenterà l'impianto e il tipo di griglia usato per indirizzare il flusso d'aria principale. I tipi di camera di combustione possono essere:<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 40}}.</ref>
Con questo metodo, oltre ai rifiuti industriali e solidi urbani, è possibile trattare anche fanghi di varia origine.
* a corrente unidirezionale/parallela (l'aria viene guidata dall'ingresso del materiale fino all'estremità della camera di combustione)
* in controcorrente (l'aria fluisce in senso contrario al flusso dei rifiuti ed esce vicino all'inizio della grata)
* corrente centrale (l'aria entra da vari punti di iniezione secondari ed esce al centro della camera di combustione).
 
Il primo metodo garantisce un tempo di permanenza maggiore dei fumi di combustione nella camera e garantisce che passino per il punto più caldo; il secondo metodo favorisce il preriscaldamento e seccaggio del materiale; il terzo metodo è invece un compromesso tra i due metodi precedenti.<ref>{{Cita|Waste Incinerations, 2006|p. 40|Bats}}.</ref>
===Recupero energetico===
[[Immagine:2005-08-30-district-heating-pipeline.jpg|thumb|120px|Tubature per teleriscaldamento a [[Tubinga]], in [[Germania]]]]Negli impianti più moderni, il [[calore]] sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre [[vapore]], poi utilizzato per la produzione di [[elettricità|energia elettrica]] o come vettore di calore (ad esempio per il [[teleriscaldamento]]). Il rendimento di tali impianti è però molto minore di quello di una normale centrale elettrica, poichè i rifiuti non sono un buon combustibile per via del loro basso [[Potere_calorifico#Potere_calorifico|potere calorifico]], e le temperature raggiunte in camera di combustione sono inferiori rispetto alle centrali tradizionali, producendo quindi vapore a minore pressione. Talvolta per aumentare l'efficienza della combustione insieme ai rifiuti viene bruciato anche del gas [[metano]].
 
Una parte dell'aria necessaria alla combustione primaria viene fornita dal basso della griglia e questo flusso viene anche sfruttato per raffreddare la griglia stessa. Il raffreddamento è importante per il mantenimento delle caratteristiche meccaniche della griglia; molte griglie mobili sono raffreddate tramite un flusso interno di aria o acqua.<ref name="Bats-38">{{Cita|Waste Incinerations, 2006|p. 38|Bats}}.</ref> In genere si usa acqua nel caso di rifiuti con potere calorifico particolarmente alto (maggiore di 12-15 MJ/kg)<ref name="Bats-38" />. Oltre alla normale combustione primaria, viene effettuata anche una combustione secondaria mediante aria immessa ad alta velocità superiormente alla griglia allo scopo di portare a completamento la reazione di combustione, realizzando una condizione di eccesso di ossigeno e una turbolenza che assicura un mescolamento ottimale di [[combustibile]] e [[comburente]].<ref>{{Cita|Waste Incinerations, 2006|p. 41|Bats}}.</ref> Le ceneri prodotte dalla combustione vengono raccolte e raffreddate in vasche piene d'acqua.<ref>{{Cita|Waste Incinerations, 2006|pp. 38-39|Bats}}.</ref>
Il rendimento energetico di inceneritori e centrali elettriche può essere aumentato notevolmente abbinando alla generazione di energia elettrica il [[teleriscaldamento]], che permette il recupero del calore prodotto che verrà poi utilizzato per fornire acqua calda. Tuttavia non sempre il calore recuperato può essere effettivamente utilizzato per via delle variazioni stagionali dei consumi energetici; ad esempio, in estate lo sfruttamento del calore può calare notevolmente, a meno che non siano presenti attrezzature che permettano di sfruttarlo per il raffreddamento.
 
Gli inceneritori più vecchi e impiantisticamente più semplici consistevano in una camera di [[mattone|mattoni]] con una griglia posta rispettivamente sopra e sotto la raccolta delle ceneri. Quella posta superiormente, avente un'apertura in cima o lateralmente, veniva utilizzata per caricare il materiale da bruciare, mentre quella inferiore permetteva la rimozione del residuo solido incombusto tramite l'apertura laterale.
Oggi gran parte degli inceneritori sono dotati di qualche forma di recupero energetico <ref> Secondo l'[[Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici|APAT]] «lo sviluppo tecnologico ha limitato drasticamente il numero degli insediamenti privi di tecnologie per il recupero energetico», tanto che nel 2001 dei 44 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani solo 8 erano privi del recupero di energia.[http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Rifiuti/Gestione/ apat.gov.it: Gestione dei rifiuti].</ref> ma va rilevato che solo una piccola minoranza di impianti è collegata a sistemi di teleriscaldamento e pertanto viene recuperata solo l'elettricità.
 
In confronto con gli altri tipi di inceneritori, gli impianti con griglie mobili sono quelli maggiormente sfruttati per i rifiuti urbani: circa il 90% degli impianti che trattano rifiuti urbani in Europa usano questa tecnologia<ref>{{Cita|Waste Incineration, 2006|p. 71|Bats}}.</ref><ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 35}}.</ref> e permettono, grazie al movimento dei rifiuti all'interno della camera di combustione, un'ottimizzazione della combustione stessa. Una singola griglia è in grado di trattare più di 35 t/h di rifiuti e può lavorare 8.000 ore l'anno con una sola sospensione dell'attività, per la durata di un mese, legata alla manutenzione e controlli programmati.<ref>{{da}} {{collegamento interrotto|[http://vestforbraending.dk/Om_VF/Tekniske_anlaeg/Anl%E6g_6_oktober_2004.pdf Vestforbrænding anlæg 6 – Danmarks største forbrændingsovn]|data=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}.</ref> La normativa europea richiede generalmente una temperatura di combustione di 850&nbsp;°C (1100&nbsp;°C per alcuni rifiuti pericolosi) e un tempo di permanenza di almeno due secondi.<ref>{{Cita|Waste Incinerations, 2006|p. 42|Bats}}.</ref>
L'efficienza energetica di un termovalorizzatore è variabile tra il 19 e il 27% se si recupera solo l'energia elettrica <ref name="stefanis">[http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf Relazione di De Stefanis sul recupero energetico nel ciclo integrato di gestione dei rifiuti]</ref> ma aumenta molto col recupero del calore ([[cogenerazione]]). Ad esempio, nel caso dell'inceneritore di Brescia si ha un rendimento del 26% in produzione elettrica e del 58% in calore per teleriscaldamento, con un rendimento energetico totale dell'84%.<ref>[http://www.dsa.unipr.it/trezzo/uni_parma/capitoli/tecnologie/recupero_di_energia_dalla_combustione_di_rsu.htm Il recupero di energia dalla combustione di rsu].</ref>
A titolo di confronto una moderna centrale termoelettrica a [[Turbina_a_gas#Turbine_a_gas_per_produzione_di_energia_elettrica|ciclo combinato]], il cui scopo primario è ovviamente quello di produrre elettricità, ha una resa del 57% per la produzione elettrica, e se abbinata al teleriscaldamento raggiunge l'87%.<ref>http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf .</ref>
 
A causa del continuo deposito di polveri sulle griglie, rispetto alle altre tipologie di inceneritore, gli inceneritori a griglie necessitano delle manutenzioni periodiche più frequenti.
Volendo invece confrontare il rendimento energetico delle varie tecnologie di trattamento termico dei rifiuti, il discorso è molto più complesso, meno documentato e fortemente influenzato dal tipo di impianto. In linea di massima le differenze sono dovute al fatto che mentre in un inceneritore i rifiuti vengono direttamente bruciati ed il calore viene usato per produrre vapore, negli impianti di gassificazione/pirolisi i rifiuti vengono invece convertiti parzialmente in gas ([[syngas]]) che può essere poi utilizzato in cicli termodinamici più efficienti, come ad esempio un ciclo combinato sopra richiamato. La possibilità di utilizzare diversi cicli termodinamici permette a tali impianti maggiore flessibilità nella regolazione dei rapporti fra produzione di calore e di elettricità, rendendoli meno sensibili alle variazioni stagionali dei consumi energetici (in altre parole d'inverno si può produrre più calore e d'estate più elettricità).
 
Trattandosi di impianti che sfruttano il calore sviluppato dalla combustione, per il loro dimensionamento è necessario considerare sia il peso dei rifiuti (che costituiscono il combustibile), sia il loro [[potere calorifico]], ovvero il calore sviluppato durante la combustione (in genere pari a circa 9000-13000 MJ/t). Ad esempio un inceneritore progettato per bruciare 100&nbsp;000&nbsp;t di rifiuti con potere calorifico di 13 000 MJ/t, può arrivare a bruciare anche il 45% in più se i rifiuti hanno un potere calorifico di 9 000 MJ/t.<ref>{{Cita web|url=http://www.medicinademocratica.org/IMG/pdf/osservazioni_SIA_Gerbido.pdf|titolo=Note preliminari relative allo Studio di Impatto Ambientale del progetto di "impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della provincia di Torino|autore=Sportello Ambiente|editore=Provincia di Torino|data=9 agosto 2006|formato=pdf|accesso=2 luglio 2013}}</ref>
{{vedi anche|gassificatore|teleriscaldamento}}
 
=== Inceneritore a letto fluido ===
===Scorie===
vedi in dettaglio [[Fluidizzazione]][[File:Fluidized Bed Reactor Graphic.svg|miniatura|verticale|Rappresentazione schematica di un letto fluido]]
L'incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%.<ref name=elab>[http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf Scheda monografica riassuntiva sul recupero di energia da rifiuti], p. 5.</ref>Gran parte della massa immessa nei forni viene infatti combusta ottenendo dei fumi che verranno opportunamente pretrattati prima di essere emessi dal camino.
*Le ceneri volanti e le polveri intercettate dall'impianto di depurazione dei fumi sono rifiuti speciali altamente tossici (in quanto concentrano molti degli inquinanti più nocivi), che come tali sono soggetti alle apposite disposizioni di legge e sono poi conferiti in discariche speciali.
*Le scorie pesanti, formate dal rifiuto incombusto – acciaio, alluminio, vetro e altri materiali ferrosi, inerti o altro –, sono raccolte sotto le griglie di combustione e possono poi essere divise a seconda delle dimensioni e quindi riciclate se non troppo contaminate.
Le scorie sono generalmente smaltite in discarica e costituiscono una grossa voce di spesa.
Tuttavia, possono rivelarsi produttive: un esempio di riciclaggio di una parte delle scorie dei termovalorizzatori è l'impianto BSB di [[Noceto]], nato dalla collaborazione fra CIAl ([[Consorzio Imballaggi Alluminio]]) e Bsb Prefabbricati; qui si trattano le scorie provenienti dai termovalorizzatori gestiti delle società [[Silea S.p.A.]] (impianto di [[Lecco]]) e di [[Hera S.p.A.]] (impianti di [[Rimini]], [[Ferrara]], [[Forlì]], [[Ravenna]]) con 30.000 tonnellate di scorie l'anno da cui si ricavano 25.000 tonnellate (83%) di materiale destinato alla produzione di calcestruzzo, 1.500 tonnellate (5%) di metalli ferrosi e 300 tonnellate (1%) di metalli non ferrosi di cui il 65% di alluminio.
Le scorie e le ceneri vengono caricate su un nastro trasportatore; i rottami ferrosi più consistenti sono subito raccolti, quelli più piccoli vengono rimossi poi con un nastro magnetico. Appositi macchinari separano dal resto i rimanenti metalli a-magnetici (prevalentemente alluminio); tutto il resto, miscelato con opportune dosi di acqua, inerti, cemento e additivi, e reso così inerte, va a formare calcestruzzo subito adoperato per la produzione di elementi per prefabbricati. <br/>
Con un trattamento di questo genere, si riduce di molto la necessità della discarica in seguito al trattamento nell'inceneritore in quanto ultimo anello della catena di [[gestione dei rifiuti]], dal momento che le scorie pesanti passano dal 30 al 3,3% in peso dei rifiuti inceneriti.<ref>Infatti l'11% delle scorie, secondo i dati citati, non viene recuperato nell'impianto di Noceto.</ref>
 
La combustione a letto fluido è ottenuta inviando dal basso un forte getto di aria attraverso un letto di materiale inerte (ad esempio [[sabbia]] o cenere<ref name=bur47>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 47}}.</ref>). In questa maniera il letto si espande e si solleva, mentre le particelle si mescolano e sono sotto continua agitazione. A questo punto vengono introdotti i rifiuti e il combustibile. Il sistema inerte/rifiuto/combustibile viene mantenuto in sospensione sul flusso di aria pompata e sotto violento mescolamento e agitazione, assumendo in tale modo caratteristiche simil-fluide (da cui il termine "letto fluido"). Questo processo è detto "[[fluidizzazione]]" ed è comunemente utilizzato anche in altri ambiti dell'[[industria chimica]], ad esempio nella costruzione di [[Reattore chimico]], [[Scambiatore di calore]] o [[Miscelatore]].
Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato la tossicità di alcuni calcestruzzi contenenti scorie<ref>N. Lapa et al., Ecotoxicological assessment of leachates from MSWI bottom ashes, waste Management 22 (2002) 583-593 </ref>, anche se con tecniche opportune la si può ridurre significativamente: sono ancora in corso degli studi.<ref name=appendino>Per i dettagli ed i dosaggi, si veda: Pietro Appendino, Monica Ferraris, Ildiko Matekovits, Milena Salvo, [http://www.enco-journal.com/journal/ej26/appendino.html Vetrificazione e riutilizzo di ceneri provenienti da inceneritori di rifiuti solidi urbani], Dipartimento di Scienza dei materiali e Ingegneria chimica del Politecnico di Torino.</ref>. Non è noto il bilancio energetico totale (e le relative emissioni) di queste procedure ed in che quota questo eroda il recupero energetico della filiera di trattamento dei rifiuti mediante incenerimento.
 
Una camera di combustione a letto fluido permette di ridurre le emissioni di ossidi di [[zolfo]] (SO<sub>x</sub>) mescolando [[calcare]] o [[dolomite]] in polvere all'inerte: in tal modo infatti lo zolfo non viene ossidato formando gas, bensì [[precipitazione (chimica)|precipita]] sotto forma di [[solfato]]. Tra l'altro, tale precipitato caldo permette di migliorare lo scambio termico per la produzione di vapore acqueo. Dato che il letto fluido consente anche di operare a temperature inferiori (intorno a 850-950&nbsp;°C nello spazio sopra il letto fluido<ref name=bur47/> e una temperatura più bassa, fino a 650&nbsp;°C, all'interno del letto fluido<ref name=bur47/>), operando a tali temperature è possibile ridurre le emissioni di ossidi di [[azoto]] (NO<sub>x</sub>).<ref name="Bed">{{Cita web|url=http://www.fossil.energy.gov/education/energylessons/coal/coal_cct4.html|titolo=A "bed" for burning coal|autore=Fossil Energy Office of Communications|editore=US Department of Energy|data=12 febbraio 2013|lingua=en|accesso=4 luglio 2013}}</ref>
Un'altra tecnologia che si sta sperimentando è la vetrificazione delle ceneri con l'uso della torcia al plasma. Con questo sistema si rendono inerti le ceneri, risolvendo il problema dello smaltimento delle stesse come rifiuti speciali, inoltre si studia la possibilità di un loro riutilizzo come materia prima per il comparto ceramico e cementizio.
 
Uno studio comparativo ha confrontato le emissioni di polveri sottili, caratterizzandone dimensione, composizione e concentrazione, e di elementi traccia relativamente all'utilizzo di una camera a griglie e di una camera a letto fluido (FBC) a monte dei sistemi di filtraggio. È emerso che le emissioni di particelle con diametro inferiore a 1&nbsp;µm (PM<sub>1</sub>) sono approssimativamente quattro volte maggiori nel caso delle griglie, con valori di 1-1,4&nbsp;g/Nm³ (grammi al [[Metro cubo|normalmetrocubo]])<ref name="mis">Grammi al normalmetrocubo: unità di misura in cui si considera la quantità di sostanza inquinate presente in un metro cubo di fumi; il volume di fumi è misurato in [[Condizioni standard|condizioni normali di pressione e temperatura]] (in quanto le due variabili termodinamiche influiscono su tale volume gassoso. A tal proposito vedi [[Equazione di stato dei gas perfetti]]).</ref> contro i 0,25-0,31&nbsp;g/Nm³ del letto fluido. È stata misurata anche la quantità totale media di ceneri prodotte, che è risultata essere di 4,6&nbsp;g/Nm³ nel caso del letto fluido e di 1,4&nbsp;g/Nm³ nel caso delle griglie.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Terttaliisa Lind|coautori=Jouni Hokkinen e Jorma K. Jokiniemi|data=2007|titolo=Fine particle and trace element emissions from waste combustion — Comparison of fluidized bed and grate firing|rivista=Fuel Processing Technology|volume=7|numero=88|pp=737-746|id=DOI:10.1016/j.fuproc.2007.03.004}}</ref>
===Altri trattamenti termici dei rifiuti===
Esistono alcune alternative ai classici inceneritori, attualmente però poco diffuse in Europa.
 
Il letto fluido ha il vantaggio di richiedere poca manutenzione e non necessita di parti in movimento. Possiede anche un rendimento leggermente superiore rispetto ai forni a griglia, ma richiede combustibile a granulometria piuttosto omogenea.
====Gassificatori e pirolizzatori====
Un'alternativa a tutti gli impianti di incenerimento per combustione sono i ''[[gassificatore|gassificatori]]'' (da non confondersi coi [[Rigassificatore|rigassificatori]]) e gli impianti di [[pirolisi]]. In tali impianti i rifiuti vengono [[Decomposizione (biologia)|decomposti]] [[termochimica]]mente mediante l'insufflazione di una corrente di [[azoto]] (nei gassificatori anche ossigeno) ad elevate temperature, ottenendo come prodotti finali un gas combustibile (detto [[syngas]]) e scorie solide. In pratica mentre negli inceneritori il materiale viene riscaldato in presenza di ossigeno e avviene una [[combustione]] che genera [[calore]] e produce composti gassosi [[ossidazione|ossidati]], negli impianti di pirolisi lo stesso riscaldamento viene effettuato in assenza totale di ossigeno e il materiale subisce la [[scissione (chimica)|scissione]] dei [[legame chimico|legami chimici]] originari con formazione di molecole più semplici. La gassificazione, che avviene in presenza di una certa quantità di ossigeno può essere considerata come una tecnologia intermedia tra l'incenerimento e la pirolisi propriamente detta.
 
I tipi di letto fluido più sfruttati rientrano principalmente in due categorie: sistemi a pressione atmosferica (''Fluidized Bed Combustion'', FBC) e sistemi pressurizzati (''Pressurized Fluidized Bed Combustion'', PFBC). Questi ultimi sono in grado di generare un flusso gassoso ad alta pressione e temperatura in grado di alimentare una [[Turbina a gas (turbomacchina)|turbina a gas]] che può realizzare un ciclo combinato ad alta efficienza.<ref name="Bed" />
Esistono numerosi processi basati su pirolisi e gassificazione, più o meno diffusi e collaudati, che differiscono fra loro per tipo di rifiuto trattato, per emissioni e per prodotti di risulta (liquidi, gassosi, solidi).
In generale la maggior parte di essi è caratterizzata dal fatto che il materiale da trattare deve essere finemente sminuzzato per essere investito in maniera uniforme dalla corrente di azoto (pirolizzatori) o azoto e ossigeno (gassificatori). Le temperature operative sono in genere fra 400 e 800 C° nel caso della pirolisi e mentre per la gassificazione sono nettamente più elevate. Le emissioni delle due tecnologie sono sensibilmente differenti rispetto a quelle relative ad un inceneritore, e variabili in relazione agli specifici impianti e processi utilizzati nonché al tipo di materiale trattato.
 
=== Inceneritore a forno rotativo ===
{{vedi anche|gassificatore|pirolisi}}
[[File:Rotary dryer.JPG|thumb|upright=1.8|Schema di un forno rotativo]]
Gli impianti a [[forno rotativo]] sono molto versatili in quanto possono essere progettati per trattare diverse tipologie di rifiuti.<ref name=bur44>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 44}}.</ref> Sono generalmente utilizzati nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti industriali e speciali, ma anche rifiuti medici, mentre il loro impiego nel trattamento di RSU è meno comune.<ref name=bur44/>
 
Si hanno una o due camere di combustione, che operano generalmente a temperature comprese tra 850 e 1200&nbsp;°C<ref name=bur44/>: la camera di combustione primaria consiste in un tubo cilindrico costruito in [[materiale refrattario]] inclinato di 5-15°, il cui movimento attorno al proprio asse di [[rotazione]] viene trasmesso ai rifiuti, per i quali normalmente è necessario un tempo di residenza all'interno del forno di circa 30-90 minuti.<ref name=bur44/> La rotazione fa accumulare all'estremità del cilindro le ceneri e il resto della frazione non combusta solida, che viene infine inviata all'esterno del forno. I gas passano invece in una seconda camera di combustione fissa. La camera di combustione secondaria è utilizzata per portare a completamento le reazioni di ossidazione in fase gassosa.<ref name="wi44">{{Cita|Waste Incineration, 2006|p. 44|Bats}}.</ref>
====Torcia al plasma====
Un particolare tipo di gassificazione fa uso di una torcia al plasma a temperature comprese fra i 7000 e i 13000 °C, che decompone del tutto le molecole organiche e [[vetro|vetrifica]] tutti i residui eliminando così in teoria le problematiche relative all' inquinamento, poichè non dovrebbe permettere la produzione di nessun composto gassoso tossico o pericoloso come [[diossine]], [[Furano|furani]] o ceneri diventando perciò un ottimo modo per trattare [[pneumatico|pneumatici]], [[Cloruro di polivinile|PVC]], rifiuti ospedalieri e altri rifiuti industriali, nonché rifiuti urbani non trattati.
I punti critici di tali impianti sono però lo sfruttamento [[commercio|commerciale]] del materiale vetrificato e la produzione di nanopolveri, che possono sfuggire alla vetrificazione e sono presenti nei fumi in concentrazioni non ancora esattamenente determinate.
 
In relazione alla pericolosità del rifiuto trattato, le emissioni gassose possono richiedere un più accurato sistema di pretrattamento prima dell'immissione in atmosfera. Molte particelle tendono a essere trasportate insieme con i gas caldi; per questo motivo viene utilizzato un "post-bruciatore" dopo la camera di combustione secondaria per attuare un'ulteriore combustione.<ref name="wi44" />
{{vedi anche|gassificatore}}
 
=== Inceneritore a focolare multi-step ===
== Soluzioni di filtraggio delle emissioni al camino ==
Il nome di questa tecnologia è legato al passaggio su più focolari del materiale da trattare. I rifiuti vengono trasportati attraverso la fornace muovendo una dentatura meccanica disposta su braccia agitanti montate su un asse centrale rotante che si estende a una certa altezza dal focolare. I rifiuti in entrata vengono caricati da un'estremità, mentre i residui della combustione vengono asportati dall'altra estremità. Il carico/scarico dei rifiuti viene ripetuto automaticamente secondo il numero di focolari presenti.
I sistemi di depurazione dei fumi attuali sono costituiti da varie tecnologie e sono pertanto detti ''multistadio''. Questi sistemi si suddividono in base al loro funzionamento in semisecco, secco, umido e misto. La caratteristica che li accomuna è quella di essere concepiti a più sezioni di abbattimento, ogniuna in linea di massima specifica per determinati tipi di inquinanti.
 
Un tipo di inceneritore a focolare multi-step è il forno di pirolisi a piani, studiato originariamente per l'incenerimento di fanghi di varia natura (inclusi i fanghi biologici inattivati) ed occasionalmente usato nell'incenerimento di RSU.
A partire dagli anni ottanta si è affermata l'esigenza di rimuovere i macroinquinanti presenti nei fumi della combustione (ad esempio ossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e gas acidi come l'[[anidride solforosa]]) e di perseguire un più efficace abbattimento delle polveri (si ricorda che la normativa non regolamente il PM10 ma solo le "polveri totali sospese", indicazione piuttosto grossolana). Si è passati dall'utilizzo di sistemi, quali [[ciclone (ingegneria)|cicloni]] e [[multiciclone|multicicloni]], con rendimenti massimi di captazione delle polveri rispettivamente del 70% e dell'85%, ai [[Filtro elettrostatico|filtri elettrostatici]] o [[Filtro a manica|filtri a manica]] che garantiscono rendimenti notevolmente superiori (fino al 99% ed oltre).<ref>[http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf Metodi di rimozione del particolato]</ref>.
 
=== Inceneritori su piccola scala ===
Accanto a ciò, sono state sviluppate misure di contenimento preventivo delle emissioni, ottimizzando le caratteristiche costruttive dei forni e migliorando l'efficienza del processo di combustione. Questo risultato si è ottenuto attraverso l'utilizzo di temperature più alte (con l'immissione di discrete quantità di metano), di maggiori tempi di permanenza dei rifiuti in regime di alte turbolenze e grazie all'immissione di aria per garantire l'[[ossidazione]] completa dei prodotti della combustione.
Oltre alle applicazioni su larga scala, i processi di incenerimento sono svolti con impianti su piccola scala, utilizzati per il trattamento di una quantità limitata di rifiuti.
 
Il funzionamento di questi inceneritori è fondamentalmente analogo a quello degli impianti industriali, essendo provvisti di una camera di combustione, di un sistema per il trattamento dei fumi e di un camino per l'espulsione dei fumi in atmosfera.
Tuttavia l'aumento delle temperature, se da un lato riduce la produzione di certi inquinanti (per es. diossine), dall'altra aumenta la produzione di ossidi di azoto e soprattutto di [[particolato]] il quale quanto più è fine, tanto più difficile è da intercettare anche per i più moderni filtri, per cui si deve trovare un compromesso, considerato anche che il metano usato comunque ha un costo notevole. Per questi motivi talvolta gli impianti prevedono postcombustori a metano e/o catalizzatori che funzionano a temperature inferiori ai 900 °C.
 
<gallery>
=== Abbattimento NOx ===
File:Incinerator pit.jpg|Pozzo inceneritore costruito con fusti in acciaio riciclato per bruciare rifiuti pericolosi e oggetti taglienti (Lagos, Nigeria).
Come detto la produzione di ossidi d'azoto è direttamente proporzionale alla temperatura di combustione. Vanno citate le attrezzature specificatamente previste per l'abbattimento degli [[NOx|ossidi di azoto]], per i quali i processi che vengono normalmente utilizzati sono del tipo catalitico o non catalitico.
File:Perris incinerator 1.jpg|Inceneritore (non più utilizzato) a Perris, California.
La prima di queste tecnologie, definita [[Riduzione Selettiva Catalitica]] (SCR), consiste nell'installazione di un [[reattore]] a valle della linea di depurazione in cui viene iniettata [[ammoniaca]] nebulizzata, che miscelandosi con i fumi e attraversando gli strati dei catalizzatori, trasforma gli ossidi di azoto in acqua e azoto gassoso, gas innocuo che compone circa il 79% dell'atmosfera.
File:Rubbish incinerator at Leeton Railway Station yard.jpg|Inceneritore di rifiuti alla stazione ferroviaria di Leeton, Australia.
La seconda tecnologia, chiamata [[Riduzione Selettiva Non Catalitica]] (SNCR), spesso preferita perché più economica, presenta il vantaggio di non dover smaltire i catalizzatori esausti ma ha caratteristiche di efficacia inferiori ai sistemi SCR, e consiste nell'iniezione di un [[reagente]] ([[urea]] che in temperatura si dissocia in ammoniaca) in una soluzione acquosa in una zona dell'impianto in cui in cui la temperatura è compresa fra 850 [[Celsius|°C]] e 1.050 [[Celsius|°C]] con la conseguente riduzione degli [[ossidi di azoto]] in azoto gassoso e acqua.
File:032 Paper Money Incinerator (23379040872).jpg|Inceneritore di banconote utilizzato per scopi rituali a Jakarta, Giava.
File:Animalincinerator.jpg|Inceneritore di carcasse animali.
File:RTTC Toilet Developed by RTI International.jpg|Schema di un [[WC inceneritore]] con sistema di recupero del calore per l'essiccazione e la disinfezione dei rifiuti organici.
</gallery>
 
=== AbbattimentoNavi dei microinquinantiinceneritore ===
[[File:Vulcanus II incinerates waste.jpg|thumb|upright|La nave [[Vulcanus II]] (IMO 8128913) durante l'incenerimento di rifiuti nel [[Mare del Nord]].]]
Altri sistemi sono stati messi a punto per l'abbattimento dei microinquinanti come [[metalli pesanti]] (mercurio, cadmio ecc) e [[diossine]].
Oltre agli inceneritori installati a terra, esistono anche inceneritori installati su imbarcazioni, che prendono il nome di "navi inceneritore". Un esempio di nave inceneritore è la [[M/T Vulcanus]] (IMO 5105295), progettata nel 1956 come fregata per poi essere trasformata e usata come nave inceneritore dal 1972 al 1990. Altro esempio di nave inceneritore è la nave [[Vulcanus II]], da non confondersi con la precedente.
 
=== Gassificatori ===
Riguardo ai primi, presenti sia in fase solida che di vapore, la maggior parte di essi viene fatta condensare nel sistema di controllo delle emissioni e si concentra nel cosiddetto "particolato fine" (ceneri volanti). Il loro abbattimento è poi affidato all'efficienza del [[depolveratore]] che arriva a garantire una rimozione superiore al 99% delle PM<sub>10</sub> prodotte, ma nulla può contro il PM<sub>2,5</sub> e le [[nanopolveri]]. Per tale motivo le polveri emesse sono considerate particolarmente nocive.
{{vedi anche|Gassificatore}}
 
Un'alternativa agli impianti di incenerimento per combustione si ha con la [[gassificazione]] (da non confondersi con i [[Rigassificatore|rigassificatori]] per il gas naturale). In tali impianti i rifiuti vengono [[Decomposizione (biologia)|decomposti]] [[termochimica]]mente mediante l'insufflazione di una corrente azoto anche ossigeno, ad elevate temperature, ottenendo come prodotti finali un gas combustibile (detto [[syngas|gas di sintesi]]) e scorie solide. La gassificazione, che avviene in presenza di una certa quantità di ossigeno, può essere considerata come una tecnologia intermedia tra l'incenerimento e la pirolisi propriamente detta.
Per quanto riguarda l'abbattimento delle diossine e dei furani il controllo dei parametri della [[combustione]] e della post-combustione (elevazione della temperatura a oltre 850°C), sebbene in passato fosse considerato di per sé sufficiente a garantire valori di emissione in accordo alle normative, è oggi considerato insufficente e quindi accompagnato (nei nuovi impianti) da un ulteriore intervento specifico basato sulle proprietà chimicofisiche dei carboni attivi. Questo ulteriore processo viene effettuato attraverso un meccanismo di [[chemiadsorbimento]], cioè facendo "condensare" i vapori di diossine e furani sulla superficie dei carboni attivi. Questi non sono altro che carbone in polvere, il quale può esibire 600 m² di superficie ogni grammo: detto in altri termini funziona come una specie di "spugna". Queste proprietà garantiscono abbattimenti dell'emissione di diossine e furani tali da premettere di operare al di sotto dei valori richiesti dalla normativa.
Anche qui la filtrazione della polvere di carbone esausta è affidata al depolveratore in quanto evidentemente i carboni esausti (cioè impregnati di diossine) sono altamente nocivi e sono considerati rifiuti speciali pericolosi, da smaltire in discariche speciali.
 
Esistono numerosi processi basati su gassificazione, più o meno diffusi e collaudati, che differiscono fra loro per tipo di rifiuto trattato, per emissioni e per prodotti di risulta (liquidi, gassosi, solidi), anche se ormai sono tecnologia ben sviluppata e collaudata dai primi tentativi. In generale la maggior parte di essi è caratterizzata dal fatto che il materiale da trattare deve essere finemente sminuzzato per essere uniformemente investito dalla corrente di azoto (pirolizzatori) o miscela di azoto e ossigeno (gassificatori). Le temperature operative sono in genere fra 400 e 800&nbsp;°C nel caso della pirolisi e mentre per la gassificazione sono nettamente più elevate. Le emissioni delle due tecnologie sono sensibilmente differenti rispetto a quelle relative ad un inceneritore, e variabili in relazione agli specifici impianti e processi utilizzati nonché al tipo di materiale trattato.
Sono allo studio metodi di lavaggio dei fumi in soluzione oleosa per la cattura delle diossine che sfruttino la loro spiccata solubilità nei grassi.
 
==== AbbattimentoTorcia delleal polveriplasma ====
Un particolare tipo di gassificazione utilizza una torcia al plasma a temperature comprese fra i 7000 e i 13000&nbsp;°C, che decompone del tutto le molecole organiche e [[vetro|vetrifica]] tutti i residui eliminando teoricamente le problematiche relative all'inquinamento, poiché non dovrebbe produrre nessun composto gassoso tossico o pericoloso come [[diossine]], [[Furano|furani]] o ceneri diventando perciò un ottimo modo per trattare [[pneumatico|pneumatici]], [[Cloruro di polivinile|PVC]], rifiuti ospedalieri e altri rifiuti industriali, nonché rifiuti urbani non trattati.
La pericolosità delle polveri prodotte da un inceneritore è potenzialmente estremamente elevata. Questo è confermato dai limiti particolarmente severi imposti dalla normativa per i fumi, limitata alle sole polveri totali.
I punti critici di tali impianti sono però lo sfruttamento [[commercio|commerciale]] del materiale vetrificato {{Senza fonte|e la produzione di [[Nanopolvere|nanopolveri]], che possono sfuggire alla vetrificazione e sono presenti nei fumi in concentrazioni non ancora esattamente determinate.}}
Infatti, se da un lato la combustione dei rifiuti produce direttamente enormi quantità di polveri dalla composizione chimica varia, dall'altra alcune sezioni dei sistemi di filtrazione ne aggiungono di ulteriori (in genere calce o carboni attivi) per assorbire metalli pesanti e diossine come sopra spiegato. Pertanto, le polveri finiscono per essere un vero e proprio concentrato di sostanze fra le più pericolose per la vita umana ed animale.
 
=== Pirolizzatori ===
Per tali motivi, l'importanza e l'efficacia dei depolveratori è molto elevata. Vengono in genere usati sia filtri elettorostatici (dagli elevati consumi elettrici ma abbastanza efficaci se frequantemente ripuliti), sia filtri a maniche (non adatti ad alte temperature e soggetti ad intasamento). Attualmente la legge non prevede limiti specifici per le polveri fini (PM<sub>10</sub>, ecc.) per cui la reale efficacia di tali sistemi su queste particelle è oggetto di dibattiti accesi. Tuttavia il rispetto della legge vigente è, in genere, ampiamente garantito.
{{vedi anche|Pirolizzatore}}
In ogni caso, le polveri trattenute devono essere smaltite in discariche per rifiuti speciali pericolosi: in taluni casi vengono smaltite all'estero (in Germania le miniere di salgemma vengono usate per questo oltre che per i rifiuti radioattivi).
 
gli impianti di [[pirolisi]], sono in parte simili alla gassificazione, In tali impianti i rifiuti vengono [[Decomposizione (biologia)|decomposti]] [[termochimica]]mente mediante l'insufflazione di una corrente di [[azoto]]. In pratica mentre negli inceneritori il materiale viene riscaldato in presenza di ossigeno e avviene una [[combustione]] che genera [[calore]] e produce composti gassosi [[ossidazione|ossidati]], negli impianti di pirolisi lo stesso riscaldamento viene effettuato in assenza totale di ossigeno e il materiale subisce la [[scissione (chimica)|scissione]] dei [[legame chimico|legami chimici]] originari con formazione di molecole più semplici. Nel corso del tempo e in numerose zone si sono creati degli impianti con [[pirolizzatore]], che si sono diffusi più o meno a seconda delle tipologie utilizzate, pur essendo tecnologia ben sviluppata e collaudata dalle prime applicazioni per il tempo trascorso.
==Incentivi all'incenerimento==
In Italia, la produzione di energia elettrica tramite incenerimento dei rifiuti è indirettamente sovvenzionata dallo Stato per sopperire alla sua antieconomicità: infatti questa modalità di produzione è considerata (in violazione delle norme europee), come "da fonte rinnovabile" (''assimilata'') alla stregua di idroelettrico, solare, eolico e geotermico.
 
== Sistemi di depurazione dei fumi ==
Le modalità di finanziamento sono due, correlate ma diverse:
[[File:Cyclone separator.svg|thumb|upright=0.7|Schema di un ciclone]]
# pagamento maggiorato dell'elettricità prodotta per 8 anni (incentivi cosiddetti CIP 6);
[[File:Dijon - Usine incinération - Electrofiltre 1.JPG|thumb|upright=0.7|[[Elettrofiltro]] installato in un inceneritore a [[Digione]], in Francia]]
# riconoscimento di "[[certificati verdi]]" che il gestore dell'impianto può rivendere (per 12 anni).
I sistemi di depurazione dei [[Fumo|fumi]] negli inceneritori sono costituiti da diverse sezioni di abbattimento disposte in serie e sono pertanto detti "multistadio". Ogni sezione è concepita per abbattere un certo tipo di inquinanti. In base alla natura chimico-fisica della sostanza da abbattere, si può procedere con metodi fisici o metodi chimici; i metodi chimici consistono generalmente in [[reazione chimica|reazioni chimiche]] con opportuni reagenti allo scopo di trasformare le sostanze inquinanti in altre sostanze non nocive, relativamente inerti e facilmente separabili.
 
Questi sistemi si suddividono in base al loro funzionamento in: semisecco, secco, umido e misto.
===Incentivi CIP 6===
Per quanto riguarda gli incentivi CIP 6 (circolare n° 6/1992 del Comitato Interministeriale Prezzi), chi gestisce l'inceneritore – per otto anni dalla sua costruzione – può vendere al [[Gestore Servizi Elettrici|GSE]] (la società cui è affidato il compito di assicurare la fornitura di energia elettrica italiana) la propria produzione elettrica a un costo circa triplo rispetto a quanto può fare chi produce elettricità usando metano, petrolio o carbone.<ref name=noteCIP>''[http://www.ecquologia.it/sito/energie/impianti-assimilati.pdf Note in materia di CIP/6 e Certificati Verdi]'', a cura del Gruppo Verdi PdCI Senato.</ref>L'importo di questto incentivo è aggiornato trimestralmente e, se nel 3° trimestre 2007 era di circa 54 €/MWh, per il 4° trimestre è cresciuto a 62,60 €/MWh.<ref>Dati tratti da ''[http://www.lavoripubblici.it/2007/dettaglio_notizia.php?agap=czo4OiJNVGsyTkE9PSI7 Aggiornamento per il terzo trimestre 2007 del prezzo di assegnazione dei diritti CIP 6]'', 4 Lug 2007 e [http://www.grtn.it/news/procedure/leggi_news.asp?IdNews=7628 Aggiornamento per il 4° trimestre], 11 Ott 2007.</ref> I costi di tali incentivi ricadono sulle bollette degli utenti, che comprendono una tassa per il sostegno delle fonti rinnovabili. Ad esempio nel 2004 il [[Gestore Servizi Elettrici]] ha ritirato 56,7 TWh complessivi di elettricità da fonti "rinnovabili", di cui il 76,5% proveniente da termovalorizzatori e altri fonti assimilate (fra cui il gas dai residui di raffineria), spendendo per questi circa 2,4 miliardi di euro<ref name=ecospTruffa>Dall'[http://www.ecosportello.org/TANews/news/show_news.php?subaction=showfull&id=1158564733&archive=&template=tpl_speciali approfondimento] di Ecosportello.org del 18 settembre 2006 sull'incentivazione dei termovalorizzatori.</ref>; per il già citato inceneritore di Brescia, la società di gestione (ASM SpA) ha ricevuto nel 2006 contributi CIP 6 per oltre 71 milioni di euro.<ref>Bilancio ASM SpA http://www.asm.brescia.it/repository/ContentManagement/node/N1799067182/Bilancio_2006.pdf (pag 258) Si segnala che il documento viene spesso spostato di posizione sul sito.</ref>. <br>A titolo di confronto, nel 2006 a seguito dell'introduzione degli incentivi in conto energia per il fotovoltaico sono stati stanziati solamente 4,5 milioni di euro per 300 MW di potenza.<ref>[http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?iddoc=8524&IDCat=27 Notizia] da edilportale.com.</ref>
 
A partire dagli anni ottanta si è affermata l'esigenza di rimuovere i macroinquinanti presenti nei fumi della combustione (ad esempio ossido di carbonio, ossidi di azoto e gas acidi come l'[[anidride solforosa]]) e di perseguire un più efficace abbattimento delle polveri in relazione alla loro granulometria. Si è passati dall'utilizzo di sistemi, quali [[ciclone (ingegneria)|cicloni]] e [[multiciclone|multicicloni]], con efficienze massime di captazione delle polveri rispettivamente del 70% e dell'85%, ai [[Precipitatore elettrostatico|precipitatori elettrostatici]] (ESP) o [[Filtro a maniche|filtri a maniche]], che garantiscono efficienze notevolmente superiori (fino al 99% e oltre).<ref>[http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf Metodi di rimozione del particolato] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060515041559/http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf |data=15 maggio 2006 }}, Qualità ambientale, Corso di Laurea in Economia e Ingegneria della Qualità, Facoltà di Economia del Polo universitario della città di Prato, A.A. 2004/2005.</ref>
Sempre il CIP 6 prevede inoltre che gli impianti incentivati godano di un innalzamento della tariffa riconosciuta dal Grtn per compensare eventuali spese aggiuntive per l'attuazione del [[protocollo di Kyoto]], annullando così del tutto i benefici della riduzione delle quote gratuite di emissione da 28 a 3,5 Mt/a di CO<sub>2</sub> prevista dal Piano nazionale di assegnazione delle emissioni (Pna) 2008-2012, attualmente in fase di approvazione, e rischiando perciò di comprometterne l'intero impianto, giacché gli impianti CIP 6 sono il settore su cui si concentra la gran parte delle riduzioni.<ref>''QualEnergia'' anno V n. 1, gennaio-febbraio 2007.</ref>
{{vedi anche|conto energia}}
 
In aggiunta, sono state sviluppate misure di contenimento preventivo delle emissioni, ottimizzando le caratteristiche costruttive dei forni e migliorando l'efficienza del processo di combustione. Questo risultato si è ottenuto attraverso l'utilizzo di temperature più alte (con l'immissione di discrete quantità di metano), di maggiori tempi di permanenza dei rifiuti in regime di alte turbolenze e grazie all'immissione di aria secondaria per garantire l'[[ossidazione]] completa dei prodotti della combustione.
===Certificati verdi===
Si tratta di certificati che corrispondono ad una certa quantità di emissioni di CO<sub>2</sub>: se un impianto produce energia emettendo meno CO<sub>2</sub> di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con fonti fossili (petrolio, gas, carbone ecc.) perché "da fonti rinnovabili", il gestore ottiene dei ''certificati verdi'' che può rivendere a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili ma non lo fanno autonomamente.
 
Tuttavia l'aumento delle temperature, se da un lato riduce la produzione di certi inquinanti (per esempio diossine), dall'altra aumenta la produzione di ossidi di azoto e soprattutto di [[particolato]] il quale quanto più è fine, tanto più difficile è da intercettare anche per i più moderni filtri, per cui si deve trovare un compromesso, considerato anche che il metano usato comunque ha un costo notevole. Per questi motivi talvolta gli impianti prevedono postcombustori a metano e/o [[Catalizzatore|catalizzatori]] che abbassano la temperatura di reazione fino a circa 900&nbsp;°C.
Il prezzo dei certificati verdi è stato pari a circa 125 €/MWh nel 2006.
 
=== Abbattimento degli NOx ===
Poichè gli impianti di incenerimento vengono in Italia consierati come "da fonte rinnovabile", le società che li gestiscono sono fra quelle che possono vendere i certificati verdi, ottenendo quindi questo ulteriore tipo di finanziamento.
La formazione di [[NOx|ossidi d'azoto]] (NOx) aumenta quasi [[Crescita esponenziale|esponenzialmente]] al crescere della temperatura di combustione.
 
Per l'abbattimento degli ossidi di azoto possono essere utilizzati processi di tipo catalitico o non catalitico.
{{vedi anche|certificato verde|protocollo di Kyoto}}
 
I processi catalitici comunemente utilizzati sono chiamati [[riduzione selettiva catalitica]] (SCR), che consiste nell'utilizzo di un reattore a valle della linea di depurazione in cui viene [[Nebulizzazione|nebulizzata]] [[ammoniaca]] (NH<sub>3</sub>), che, miscelandosi con i fumi e attraversando gli strati dei catalizzatori, trasforma alla temperatura di 300&nbsp;°C gli ossidi di azoto in acqua (H<sub>2</sub>O) e azoto gassoso (N<sub>2</sub>), gas innocuo che compone circa il 79% dell'atmosfera. Visto che è possibile che una certa quantità di ammoniaca non reagita sfugga dal camino ("''ammonia slip''"), sono state elaborate altre metodiche che non fanno uso di ammoniaca quale reagente o che prevedono un suo ulteriore abbattimento tramite un altro processo catalitico.
===Il parere dell'UE e la norma italiana===
In realtà, secondo la UE, solo la parte organica dei rifiuti potrebbe essere considerata [[energia rinnovabile|rinnovabile]]; la restante parte può essere considerata esclusivamente una forma di smaltimento del rifiuto, escludendo esplicitamente la valenza di "recupero".<ref>La [[Corte di Giustizia Europea|Corte di Giustizia Europea]] (C 458/00 del 13.02.2003) ha chiaramente sancito che l'incenerimento di rifiuti in un impianto dedicato non può essere considerato come "recupero" nemmeno sotto il profilo energetico.</ref>
 
I processi non catalitici comunemente utilizzati sono invece chiamati [[riduzione selettiva non catalitica]] (SNCR); tale tecnologia presenta minori costi di impianto (a causa dell'assenza del catalizzatore) e perché presenta il vantaggio di non dover smaltire i catalizzatori esausti; dall'altra parte, ha un'efficacia inferiore rispetto ai sistemi SCR. Si svolge con l'iniezione di un [[reagente]] ([[urea]], che ad alta temperatura si dissocia in ammoniaca) in una [[soluzione acquosa]] in una zona dell'impianto in cui la temperatura è compresa fra 850 e 1.050 [[Celsius|°C]], con la conseguente riduzione degli [[ossidi di azoto]] in azoto gassoso e acqua. Altri processi non catalitici sfruttano la riduzione con ammoniaca attuata tramite irraggiamento con fascio di [[elettroni]] o tramite l'utilizzo di filtri elettrostatici.
Pertanto, l'[[Unione Europea]] ha inviato una procedura d'infrazione all'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli "fonte rinnovabile". A tal proposito già nel 2003<ref>20 novembre 2003, risposta E-2935/03IT.</ref> Il Commissario UE per i Trasporti e l'Energia, Loyola De Palacio, in risposta ad una interrogazione dell'On. Monica Frassoni al Parlamento Europeo, ha ribadito l'opposizione dell'Unione Europea all'estensione del regime di sovvenzioni europee previsto dalla Direttiva 2001/77 per lo sviluppo delle [[fonti energetiche rinnovabili]] all'incenerimento delle parti non biodegradabili dei rifiuti. Queste le affermazioni testuali del Commissario all'energia: «La Commissione conferma che, ai sensi della definizione dell'articolo 2, lettera b) della direttiva 2001/77/CE del [[Parlamento europeo]] e del Consiglio, del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile».
Il fatto che una legge nazionale (legge 39 dell'1-3-2002, art. 43) proponga di includere, nell'atto di recepimento italiano della Direttiva 2001/77 <ref>Recepita in Italia col D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387.</ref>, i «rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili, ivi compresi i rifiuti non biodegradabili» non elimina l'infrazione alla normativa europea.
 
=== Abbattimento dei microinquinanti ===
Chi difende tale impostazione si richiama a una norma della direttiva comunitaria 2001/77/CE apparentemente in contraddizione con le direttive europee nel campo, la quale autorizza in deroga l'Italia a computare l'elettricità prodotta dalla quota non rinnovabile dei rifiuti nel totale dell'elettricità prodotta da fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento dell'obiettivo del 25% di produzione rinnovabile nel 2010: proprio questa deroga nel 2006 è stata attaccata in sede di Parlamento europeo coll'emendamento (articolo 15 bis) alla legge Comunitaria 2006.<ref name=ecospTruffa/>.
[[File:Activated Carbon.jpg|thumb|[[Carbone attivo]]]]
[[File:Activated Carbon from Liquified Spent Green Tea Leaves- Somnath.tif|thumb|Struttura del carbone attivo al microscopio]]
Altri sistemi sono stati messi a punto per l'abbattimento dei microinquinanti come [[metalli pesanti]] ([[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]], [[cadmio]], ecc.) e [[diossine]].
 
Riguardo ai primi, presenti sia in fase solida che di vapore, la maggior parte di essi viene fatta condensare nel sistema di controllo delle emissioni e si concentra nel cosiddetto "particolato fine" (ceneri volanti). Il loro abbattimento è poi affidato ad un [[depolveratore]] che arriva a garantire una rimozione superiore al 99% delle PM<sub>10</sub> prodotte, senza però rimuovere le [[nanopolveri]] (PM 0,1). Per tale motivo le polveri emesse sono considerate particolarmente nocive.
Con l'eliminare gli incentivi agli inceneritori, si vuole ristabilire un'equilibrio di trattamento tale da consentire la piena applicazione della strategia integrata di smaltimento dei rifiuti; a tale esigenza fa riscontro la necessità secondo alcuni di aumentare l'incenerimento in Italia (si veda la voce sulla [[gestione dei rifiuti]] per il ruolo dell'incenerimento nella gestione dei rifiuti).
 
Per quanto riguarda l'abbattimento delle diossine e dei furani, il controllo dei parametri della [[combustione]] e della post-combustione (aumento della temperatura a oltre 850&nbsp;°C), è accompagnato nei nuovi impianti da una separazione di [[Assorbimento (chimica)|adsorbimento chimico]] con [[carbone attivo]], cioè facendo legare chimicamente le molecole di diossine e furani sulla superficie del materiale adsorbente, che è costituito da carbone attivo, il quale rispetto al carbone comunemente detto presenta un'elevata area superficiale (fino a 600&nbsp;m² di superficie ogni grammo), funzionando quindi come una specie di "spugna". Anche qui la filtrazione della polvere di carbone esausta è affidata al depolveratore, in quanto i carboni esausti (cioè impregnati di diossine) sono altamente nocivi e sono considerati rifiuti speciali pericolosi, da smaltire in discariche speciali.
A tale disputa si contrappone quella fra chi ritiene gli inceneritori antieconomici e chi li ritiene vantaggiosi e minimizza il ruolo degli incentivi, dicendo che il guadagno principale degli inceneritori con recupero di energia deriva dallo smaltimento dei rifiuti e non da tali incentivi: posizione apparentemente smentita dall'intensa attività di pressione politica esercitata sul Parlamento in merito alla cancellazione degli incentivi nella finanziaria 2007. Il testo dibattuto ed approvato in Parlamento, per eliminare l'infrazione alle norme europee, escludeva tutte le fonti "assimilate" dagli incentivi alle rinnovabile, concedendo una deroga solo agli impianti "già in funzione", mentre il testo del «maxiemendamento» approvato colla fiducia ha concesso una ulteriore deroga a tutti gli impianti anche solamente "autorizzati" senza che questa dicitura fosse stata concordata fra le parti. <ref>L'aggiunta delle parole "''o autorizzati''" è stato definito un «errore materiale di stesura del testo» in risposta alle polemiche seguite alla modifica a sorpresa del testo nel maxiemendamento, ma evidentemente modifica sostanzialmente il senso della norma e pertanto vi è chi sospetta non si tratti semplicemente di "un caso".</ref>
Per arginare la situazione il 7 febbraio 2007 è stato presentato dal Consiglio dei Ministri un disegno di legge (n. 1347) ora all'esame delle Commissioni Industria e Ambiente del Senato che dovrebbe limitare gli incentivi «ai soli impianti realizzati e operativi».
Sono 129 gli impianti che attualmente beneficiano del CIP 6; per 29 il periodo di incentivazione è già scaduto. Gli impianti autorizzati ma non operativi sono 16, di cui 11 sono termovalorizzatori di rifiuti tra cui gli inceneritori di Torino e di Roma, 4 impianti in Sicilia, 2 impianti in Campania (fra cui Acerra). In ogni caso, il totale degli incentivi CIP 6 erogati si ridurrà progressivamente fino a esaurirsi nel 2015, o al peggio nel 2021.<ref name=noteCIP/>
A seguito di ciò il costo dell'incenerimento dei rifiuti dovrebbe nel tempo aumentare di circa 50 €/t, facendo diventare decisamente più conveniente il riciclaggio, ma anche la discarica.<ref>Dati citati ne ''La nuova ecologia'' n. 5 anno XXVII di maggio 2007; per il dibattito sugli effetti della non incentivazione dell'incenerimento, vedi ''Rifiuti oggi'' n. 1 anno 17 di gennaio-febbraio-marzo 2007.</ref>
 
Sono allo studio metodi di lavaggio dei fumi in soluzione oleosa per la cattura delle diossine che sfruttino la loro spiccata solubilità nei grassi.
== Questioni sanitarie e ambientali ==
===Aspetti sanitari===
Tutti gli inceneritori devono essere dotati dei già citati [[#Soluzioni di filtraggio delle emissioni al camino|sistemi di abbattimento degli inquinanti dagli effluenti gassosi]] che possano garantire il rispetto delle norme di legge. Per quel che riguarda gli aspetti sanitari rilevati sulla popolazione coinvolta, studi [[Epidemiologia|epidemiologici]], anche recentissimi, condotti su paesi ''sviluppati'' e basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie [[Tumore|tumorali]] e presenza di inceneritori e attività industriali fonti di diossine.<ref>Zambon P, Ricci P, Bovo E, Casula A, Gattolin M, Fiore AR, Chiosi F, Guzzinati S. ''Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population-based case-control study (Italy)''. ''Environmental Health'', 2007, 6:19 (16 July 2007). Una sintesi (in inglese) dello studio, realizzata dagli stessi autori, è disponibile [http://www.ehjournal.net/content/6/1/19 qui].</ref> <br>
D'altra parte uno studio giapponese ha evidenziato che la quantità di diossine e [[Policlorobifenili]] presente nel latte materno di donne che vivono nella città di Tokyo non è proporzionale alla distanza dagli impianti di incenerimento, i quali comunque rappresentano la maggiore fonte di diossina. Tale studio tuttavia non considera il tempo che le donne trascorrono nell'area, la presenza di diossine da altre fonti, la direzione del vento.<ref>Tajimi M et al. ''Correlation coefficients between the dioxin levels in mother's milk and the distances to the nearest waste incinerator which was the largest source of dioxins from each mother's place of residence in Tokyo''. ''Chemosphere'', Japan, 2005 Dec;61(9):1256-62, PMID: 15922405. [http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?db=pubmed&uid=15922405&cmd=showdetailview&indexed=google Sintesi].</ref>
Sugli aspetti strettamente sanitari, e in particolare gli effetti sulla salute, svincolati dalla sola analisi dei singoli composti emessi – difficilmente studiabili se non ''in toto'' per gli effetti sinergici e di amplificazione dei componenti della miscela –, un'analisi sintetica si può invece evincere da alcuni altri lavori: sempre in [[Giappone]] si è rilevata correlazione tra l'aumento di una serie di disturbi ''minori'' nei bambini e distanza dagli impianti.<ref>
Miyake Y, Yura A, Misaki H, Ikeda Y, Usui T, Iki M, Shimizu T. ''Relationship between distance of schools from the nearest municipal waste incineration plant and child health in Japan''. ''Eur J Epidemiol'', 2005;20(12):1023-9. PMID: 16331434.</ref>
Passando a problemi di ordine maggiore, si sono rilevati cluster di aumento di mortalità per [[linfoma non Hodgkin]],<ref>Biggeri A; Catelan D. ''Mortality for non-Hodgkin lymphoma and soft-tissue sarcoma in the surrounding area of an urban waste incinerator. Campi Bisenzio (Tuscany, Italy) 1981-2001''. ''Epidemiol Prev.'', 2005 May-Aug;29(3-4):156-9.</ref>; altri studi, nonostante difficoltà relative all’analisi dei dati, aggiungono risultati significativi sull'incidenza di [[tumore polmonare]], linfoma non Hodgkin, [[Sarcoma|sarcomi]] ai tessuti molli, tumori pediatrici, malformazioni neonatali.<ref>Franchini M; Rial M; Buiatti E; Bianchi F. ''Health effects of exposure to waste incinerator emissions:a review of epidemiological studies''.
''Ann Ist Super Sanità'', 2004;40(1):101-15.</ref>
Diversi studi europei rivelano, sempre nell'ambito delle patologie tumorali, correlazioni con la presenza di inceneritori, in coerenza con analoghi studi precedenti.<ref>[http://www.invs.sante.fr/ Institut de veille sanitaire], ''Etude d’incidence des cancers à proximité des usines d’incinération d’ordure ménagères'', France, 30 novembre 2006.</ref>
Ma, in questo ambito, gli studi sono controversi e discordanti: a titolo di esempio uno studio effettuato in Gran Bretagna, con lo scopo di valutare l'incidenza di varie tipologie di cancro in una popolazione che vive in prossimità di impianti di incenerimento, ha evidenziato che il rischio aggiuntivo di contrarre il cancro dovuto alla vicinanza degli inceneritori è estremamente basso. Sempre lo stesso studio rileva che un moderno inceneritore influisce sull'assorbimento umano medio di diossina in percentuale inferiore all'1% dell'assorbimento totale derivato dall'insieme delle emissioni ambientali. Inoltre, riguardo a specifiche patologie tumorali, lo studio afferma che non c'è evidente correlazione tra l'esposizione alle emissioni degli inceneritori e l'incidenza di cancro allo stomaco, all'apparato gastrointestinale e ai polmoni; i fattori socio-economici hanno un ruolo determinante. Sull'incidenza dell'angiosarcoma, lo studio in questione evidenzia che non è possibile effettuare alcuna correlazione a causa della mancanza di informazioni sull'accuratezza della diagnosi effettuata sulla popolazione generale; comunque la commissione di studio è giunta alla conclusione che non c'è alcuna prova più generale dell'esistenza di cluster.<ref>Committee on Carcinogenicity/Department of Health Statement, ''Cancer Incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain'', March 2000. ([http://www.lga.gov.uk/Documents/Conservativegroup/Publication/IncinerationBriefing.pdf Riassunto].)</ref>
Altro aspetto sanitario è quello relativo all'effetto dei metalli pesanti prodotti dalla combustione di rifiuti pericolosi, e non solo quelli aerodispersi, sulla salute delle popolazioni.<ref>Sedman et al. ''The evaluation of stack metal emissions from hazardous waste incinerators: assessing human exposure through noninhalation pathways''. ''Environ Health Perspect'', 1994 Jun;102 Suppl 2:105-12. PMID: 7925180. </ref>
 
=== Abbattimento delle polveri ===
A proposito di questi dati, appunto strettamente sanitari, si rileva anche il fatto che gli stessi dati epidemiologici per loro natura possono sottostimare o fallire nel rilevare il rischio reale. Il problema è complesso; sull'errore influisce una buona dozzina di fattori, metodologici o no. Se ne segnalano i principali.
[[File:Acoustic cleaner - 2.jpg|miniatura|Un precipitatore di polveri]]
* Alcune metodiche di studio in genere ''congelano'' una data situazione anziché seguirla nel tempo, processo lungo e costoso (''cross-sectional'' vs ''longitudinal'' epidemiologic studies);
La pericolosità delle polveri prodotte da un inceneritore è potenzialmente estremamente elevata. Questo è confermato dai limiti particolarmente severi imposti dalla normativa per i fumi, limitata però alle polveri totali senza discriminare le relative dimensioni delle stesse.
* si focalizzano su un determinato agente causale trascurando interazioni e sinergie tra i contaminanti;
Infatti, se da un lato la combustione dei rifiuti produce direttamente enormi quantità di polveri dalla composizione chimica varia, dall'altra alcune sezioni dei sistemi di filtrazione ne aggiungono di ulteriori (in genere calce o carboni attivi) per assorbire metalli pesanti e diossine come sopra spiegato. Pertanto, le polveri finiscono per essere un concentrato di sostanze pericolose per la vita umana ed animale.
* si focalizzano solo su una specifica determinata patologia, magari per direzioni impartite dal committente;
 
* fanno uso di statistica univariata e non di quella [[statistica multivariata|multivariata]], di approccio in genere più ostico.
Per tali motivi, l'importanza e l'efficacia dei depolveratori è molto elevata. Vengono in genere usati sia filtri elettrostatici (dagli elevati consumi elettrici, poco efficaci su ceneri contenenti poco zolfo ma in generale abbastanza efficaci se frequentemente ripuliti<ref>Il [http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf documento citato] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060515041559/http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf |data=15 maggio 2006 }} riporta che combustibili a basso tenore di zolfo producono ceneri ad alta resistività elettrica che pertanto sono difficilmente intercettabili con l'effetto elettrostatico. Inoltre, superare il 90% di efficienza comporta un consumo elettrico che cresce esponenzialmente: passare dal 90% al 99% comporta una quintuplicazione dei consumi elettrici. Vedi {{Cita web|url=http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf|autore=|titolo=Metodi di rimozione del particolato|editore=Università di Prato|data=|accesso=4 luglio 2013|pagina=13|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060515041559/http://www.prato.unifi.it/economia/cdl/eiq/matdid/aa20042005/qualitaAmbientale2/Rimozione_particolato.pdf|dataarchivio=15 maggio 2006|urlmorto=sì}}</ref>), sia filtri a maniche (non adatti ad alte temperature e soggetti ad intasamento). Attualmente la legge non prevede limiti specifici per le polveri fini (PM<sub>10</sub>, ecc.) per cui la reale efficacia di tali sistemi su queste particelle è oggetto di dibattiti accesi. Tuttavia il rispetto della legge vigente è, in genere, ampiamente garantito.
* Bisogna considerare anche l'individuazione corretta della popolazione esposta;
In ogni caso, le polveri trattenute devono essere smaltite in discariche per rifiuti speciali pericolosi: in taluni casi vengono smaltite all'estero (in Germania le miniere di salgemma vengono usate per questo oltre che per i rifiuti radioattivi).
* la possibilità che la popolazione generale sia meno sana di quella in studio.
 
Anche per questo aspetto si può rappresentativamente citare un lavoro di [[Lorenzo Tomatis]], già direttore [[IARC]] e punto di riferimento internazionale sugli aspetti sanitari e ambientali.<ref>Lorenzo Tomatis et al., ''[http://www.ijoeh.com/pfds/IJOEH_1104_Gennaro.pdf Business bias: how epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases]'', ''Int J Occup Environ Health'', 2005; 11: 356–359.</ref>
== Scorie ==
[[File:Spalovna Malešice-170.jpg|thumb|Vasca di raccolta delle scorie (Malešice, Praga)]]
[[File:Dark field microphotography of ash particles from solid waste incineration.jpg|thumb|Microfotografia di ceneri prodotte dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani. Sono presenti strutture a fiocchi costituite da [[alluminosilicati]].]]
L'incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%.<ref name="elab">{{Cita web|url=http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf|titolo=Scheda monografica di sintesi: Produzione di energia da fonti rinnovabili - Rifiuti|autore=|editore=energialab|formato=pdf|p=5|accesso=4 luglio 2013|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927174528/http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Gran parte della massa immessa nei forni viene infatti combusta ottenendo dei fumi che verranno opportunamente pretrattati prima di essere emessi dal camino.
 
* Le ceneri volanti e le polveri intercettate dall'impianto di depurazione dei fumi sono rifiuti speciali altamente tossici (in quanto concentrano molti degli inquinanti più nocivi), che come tali sono soggetti alle apposite disposizioni di legge e sono poi smaltiti in discariche speciali.
* Le scorie pesanti, formate dal rifiuto incombusto – acciaio, alluminio, vetro e altri materiali ferrosi, inerti o altro –, sono raccolte sotto le griglie di combustione e possono poi essere divise a seconda delle dimensioni e quindi riciclate se non troppo contaminate.
 
Le scorie sono generalmente smaltite in discarica e costituiscono una grossa voce di spesa.
 
Gli impianti possono essere costruiti per riciclare le scorie, riducendo il problema del loro smaltimento.
 
Un'altra tecnologia in sperimentazione è la vetrificazione delle ceneri con l'uso della torcia al plasma. Con questo sistema si rendono inerti le ceneri, risolvendo il problema dello smaltimento delle stesse come rifiuti speciali, inoltre si studia la possibilità di un loro riutilizzo come materia prima per il comparto ceramico e cementizio.
 
== Storia ==
{{S|ingegneria|ecologia}}
I primi inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti nel Regno Unito furono costruiti a Nottingham da Manlove, Alliott & Co. Ltd. nel 1874 a partire da un brevetto di Alfred Fryer. Originariamente erano conosciuti come "distruttori" (''destructors'').<ref>{{Cita web|titolo=Centenary History of Waste and Waste Managers in London and South East England|nome=Lewis|cognome=Herbert|editore=[[Chartered Institution of Wastes Management]]|anno=2007|url=https://www.ciwm.co.uk/Custom/BSIDocumentSelector/Pages/DocumentViewer.aspx?id=QoR7FzWBtitMKLGdXnS8mUgJfkM0vi6KMAYwUqgqau3ztZeoed%2bsdmKIqDzPOm8yAXgBZR%2fn1fYhL%2bTNdjUq9g2xwY63C2g8GcAQQyfpf3SImIrrED%2bTfsUM91bKsogr|formato=PDF|accesso=2 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126182428/https://www.ciwm.co.uk/Custom/BSIDocumentSelector/Pages/DocumentViewer.aspx?id=QoR7FzWBtitMKLGdXnS8mUgJfkM0vi6KMAYwUqgqau3ztZeoed%252bsdmKIqDzPOm8yAXgBZR%252fn1fYhL%252bTNdjUq9g2xwY63C2g8GcAQQyfpf3SImIrrED%252bTfsUM91bKsogr|dataarchivio=26 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref>
 
La costruzione del primo inceneritore conosciuta è nel 1885, a New York.<ref>{{Cita web|url=https://www.epa.gov/smm/energy-recovery-combustion-municipal-solid-waste-msw|titolo=Energy Recovery from the Combustion of Municipal Solid Waste (MSW)|autore=OLEM US EPA|data=2016-03-24|lingua=en|accesso=2022-05-09}}</ref>
 
Nel 1899 si ha notizia della sperimentazione di [[WC inceneritore|WC inceneritori]] da parte dei militari statunitensi, costruito dalla ''International Garbage and Crematory Company'' di Buffalo, New York.<ref>{{Cita libro|cognome=The College of Physicians of Philadelphia Historical Medical Library|titolo=Buffalo medical journal|url=http://archive.org/details/buffalomedicaljo3918unse|accesso=2022-05-09|data=1900|editore=Buffalo, N.Y. : [s.n.]}}</ref>
 
Nel 1901 la tecnologia dell'incenerimento si diffuse in Australia come metodo per contrastare la peste bubonica.<ref>{{en}} [https://www.wastenot.org.au/history-of-waste/ Waste Not - History of Waste] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20191219022756/http://www.wastenot.org.au/history-of-waste/ |date=19 dicembre 2019 }}</ref>
 
Nel 1911, quando ancora gli effetti tossici e di pericolosità per l'atmosfera del particolato e di altre sostanze contenute nei fumi di combustione non erano ben noti, a New York era commercializzato un inceneritore di rifiuti per applicazioni domestiche e non, chiamato "''Incenerite''", pubblicizzato come un metodo sicuro da potere essere collocato in cucina.<ref>{{en}} [File:Story of the Incinerite. (1911) (14593341370).jpg Story of the Incinerite, National Incinerator Company, New York (1911).]</ref>
In Italia, negli anni 2001-2004, è stato commissionato dal Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli uno studio sulla ''Sostenibilità ambientale della termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani'', svolto dal dipartimento di Fisica tecnica Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dal dipartimento di ingegneria impiantistica dell'Università di Perugia. Secondo i resoconti della Commissione Ambiente e Territorio dell'epoca <ref>Resoconto commissione disponibile sul sito del senato http://notes9.senato.it/W3/Lavori.nsf/All/A24722340A46C0DFC1256ED8006ECB89?OpenDocument . Si segnala che il senatore Moncada Lo Giudice (citato nella relazione) è anche professore alla stessa Università di Perugia coinvolto nello studio stesso</ref> «la tecnologia di termovalorizzazione è ormai affidabile e sostenibile, [...] Inoltre, quando gli impianti sono a norma, i rischi di insorgenze di malattie tumorali nella popolazione sono stati abbattuti drasticamente. [...] i rischi di carattere sanitario connessi alla realizzazione di termovalorizzatori di ultima generazione sono assolutamente trascurabili».
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], la tecnologia dell'incenerimento fu brutalmente utilizzata per cremare i corpi di milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento dal regime nazista.
Tale studio è stato aspramente criticato sia in Commissione, sia da soggetti esterni<ref>http://www.ecceterra.org/docum.php?id=538</ref> che hanno rilevato come esso trascuri completamente le problematiche ambientali e non specifichi quali siano i parametri ed indicatori della vantata "compatibilità ambientale" degli impianti di "termovalorizzazione".
 
Negli anni '80 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha individuato l'incenerimento come la migliore tecnologia disponibile per lo smaltimento di munizioni e agenti chimici.<ref>{{en}} [https://www.cdc.gov/nceh/demil/incineration.htm Centers for Disease Control and Prevention (CDC) - Incineration]</ref>
===Premessa sui limiti normativi===
I limiti di concentrazione degli inquinanti imposti dalla normativa sono riferiti al metro cubo di fumi e non all'emissione totale. Pertanto, bruciando più rifiuti si ottengono più fumi e quindi più emissioni inquinanti, ma si rimane sempre nei parametri di legge.
 
<gallery>
Detto in altri termini, i limiti sono relativi alla concentrazione dell'inquinante all'emissione, ma non al ''flusso di massa'': quindi si occupano della ''qualità'' dell'emissione, per incentivare l'adozione delle migliori tecnologie disponibili, ma non della ''quantità'' delle emissioni cioè dell'impatto complessivo sull'ambiente. Per tale motivo, le norme non garantiscono necessariamente un valore di concentrazione degli inquinanti "sicuro" in base a studi medici ed epidemiologici sull'effetto degli inquinanti, ma si riferiscono ai valori che è possibile ottenere tecnicamente con gli impianti migliori.
File:Manlove, Alliott furnace.jpg|Un "distruttore" della [[Manlove, Alliott & Co. Ltd.]] conservato al [[Cambridge Museum of Technology]] (1894).
File:Buffalo medical journal (1899) (14774279054).jpg|[[WC inceneritore]] della ''International Garbage and Crematory Company'' di Buffalo, New York (1899).
File:Die Gartenlaube (1899) b 0516.jpg|Rappresentazione di un inceneritore sulla rivista tedesca ''Die Gartenlaube'' (1899).
File:The rat incinerator, 1900 (3100790453).jpg|Un "distruttore" utilizzato a Sydney intorno al 1900 per smaltire le carcasse di topi morti durante l'epidemia di peste bubbonica.
File:Britannica Destructors 3.jpg|Schema di un "distruttore" a Darwen, nel Regno Unito (1911)
File:Story of the Incinerite. (1911) (14593341370).jpg|Schema dell'inceneritore pubblicizzato per scopi domestici con il nome di "''Incenerite''" (1911).
File:NNSA-NSO-166.jpg|Un militare con sullo sfondo una locandina che invita a incenerire i documenti contenenti informazioni militari per contrastare il possibile spionaggio da parte degli eserciti nemici (1953).
</gallery>
 
== Diffusione ==
I limiti sulle emissioni non sono stabili ma vengono adeguati nel tempo in base alle tecnologie di abbattimento degli inquinanti disponibili sul mercato, seppure con l'inevitabile ritardo dovuto ai tempi [[giurisprudenza|giuridici]]. Spesso però tali limiti vengono richiesti solo per la costruzione di nuovi impianti, mentre agli impianti già esistenti vengono concesse lunghe deroghe.
 
<!-- ################################################## --><!-- ATTENZIONE: QUESTA VOCE DEVE DESCRIVERE LA TECNOLOGIA DELL'INCENERIMENTO A LIVELLO MONDIALE, EVITARE IL PIU' POSSIBILE DI INSERIRE ULTERIORI INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE ITALIANA; PER LA SITUAZIONE ITALIANA, SI VEDA LA PAGINA "INCENERITORI IN ITALIA" --><!-- ################################################## -->
Nonostante le normative vigenti, non sono comunque mancati casi di impianti, come quello di Brescia, in cui si siano rilevate alcune infrazioni per il mancato rispetto di normative o per il superamento del tonnellaggio di rifiuti inceneriti originariamente ammesso. È comunque difficile che l'accertamento di un'infrazione sfoci in provvedimenti molto severi come il sequestro dell'impianto, perché in tal caso si potrebbe creare un'emergenza rifiuti molto pericolosa. Fra Febbraio e Giugno del 2007, tuttavia, l'inceneritore di Trieste è stato posto sotto sequestro per il superamento dei limiti di legge riguardanti le emissioni di diossine, superiori anche di 10 volte il limite autorizzato. <ref>Si veda [http://www.ecologiasociale.org/infoaction/index.php?option=content&task=view&id=273 questo articolo] con dati relativi al supreamento delle emissioni ed hai costi di gestione degli apparati di filtraggio.</ref>
 
=== Africa ===
L'adeguamento dei vecchi impianti alle nuove normative procede a rilento, ed è solitamente collegato agli ampliamenti degli impianti. Da ciò deriva che spesso impianti di piccole dimensioni inquinano più di impianti maggiori.
{{...|chimica}}
 
=== Norme sulle emissioniAmerica ===
{{...|chimica}}
Le nuove tecnologie permettono oggi di raggiungere valori assai elevati di abbattimento delle emissioni inquinanti, nel rispetto del Decreto Legislativo 133/2005.<ref name="DL133-05">[http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/05133dl.htm Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133: ''Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti''] (da parlamento.it). Informazioni più dettagliate sulle emissioni sono disponibili negli allegati [http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/05133dl.pdf 1] (200 KB), [http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/05133dl1.pdf 2 e 3].</ref>
 
=== Asia ===
Il provvedimento regola tutte le fasi dell'incenerimento dei rifiuti, dal momento della ricezione nell'impianto fino alla corretta gestione e smaltimento delle sostanze residue:
{{...|chimica}}
* disciplina i valori limite di emissione degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti,
* i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli stessi impianti,
* i criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive e funzionali, nonché le condizioni di esercizio degli impianti, con particolare riferimento alle esigenze di assicurare una elevata protezione dell'ambiente contro le emissioni causate dall'incenerimento e dal coincenerimento dei rifiuti,
* i criteri temporali di adeguamento degli impianti già esistenti alle disposizioni del presente decreto;
* prevede che i cittadini possano accedere a tutte le informazioni, cosí da essere coinvolti nelle eventuali opportune decisioni.
 
=== Europa ===
=== Emissioni in atmosfera e nelle acque ===
Gli inceneritori più diffusi in Europa sono del tipo "a griglie", sono attivi, al 2012, 408 impianti di incenerimento rifiuti in 23 nazioni. In alcune situazioni, impianti di questo genere sono stati inseriti in contesti urbani, ad esempio a Vienna, Parigi, [[Torino]], [[Imola]].
Per ogni tonnellata di rifiuti immessi, si ha l'emissione di circa 6000 metri cubi di fumi.<ref>[http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf Studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido], p. 34.</ref>
Paesi quali Svezia (circa il 50% del rifiuto viene incenerito), [[Svizzera]] (~50%), [[Danimarca]] (~50%) e [[Germania]] (~35%) ne fanno largo uso; nei [[Paesi Bassi]] (in particolare ad [[Amsterdam]]) sorgono alcuni fra i più grandi inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino a quattro milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti all'anno<ref name=":0" />. Nei Paesi Bassi comunque la politica – oltre a porsi l'obiettivo di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti recuperabili – è quella di bruciare sempre meno rifiuti a favore di prevenzione, riciclo e riuso<ref>{{Cita libro|titolo=The National Waste Management Plan - Part 1 Policy Framework|url=http://www.uitvoeringafvalbeheer-tools.nl/images1/aoo_nl/bestanden/beleidskader_engelstalig.pdf|formato=pdf|dataoriginale=2003|anno=2004|editore=Environmental Minister (Paesi Bassi)|lingua=en|urlmorto=sì}}</ref> (ad esempio mediante incentivi, come cauzioni e riconsegna presso i centri commerciali sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica).
 
Tra le nazioni in cui il ricorso a questo tipo di trattamento è scarsamente diffuso, si annoverano la [[Slovenia]], [[Malta]], [[Lituania]] e [[Croazia]] (tra lo 0,1% e l'1,6% dei rifiuti gestiti). Gli Stati che non avviano rifiuti a trattamento termico: [[Grecia]], [[Cipro]], [[Lettonia]], Romania e [[Bulgaria]]<ref name=":0" />.
Per quanto riguarda l'Italia, i limiti di legge imposti agli inceneritori per le emissioni in atmosfera sono evidenziati nella tabella 2, in paragone - semplificato - con altri tipi di impianto presenti sul territorio (si veda il DL 133/2005 <ref name="DL133-05"/> per gli inceneritori e il DL 3 aprile 2006, n. 152 <ref name="DL2006">[http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/06152dl6.htm Parlamento.it: Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale"], [http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/06152dl2.pdf allegati alla parte V] (in particolare p. 14/282).</ref> per gli altri impianti):
[[File:Afvalverbrandingsinstallaties in Nederland.svg|thumb|Mappa degli impianti di incenerimento nei Paesi Bassi (2010).]]
 
{| class="wikitable sortable" {{prettytable|alignstyle=right|"text-align=:center}};"
|+ Impianti in Europa (2012)<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.utilitalia.it/openAttachment.aspx?IDFILE=639ff407-ca57-4ca3-abe2-cf0ac27c9ae6|titolo=Rapporto ISPRA sul recupero energetico|autore=|data=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160505034032/http://www.utilitalia.it/openAttachment.aspx?IDFILE=639ff407-ca57-4ca3-abe2-cf0ac27c9ae6|dataarchivio=5 maggio 2016|urlmorto=sì}}</ref><br /><small>Le nazioni prive di impianti e quelle non UE (es. Norvegia e Svizzera) sono state omesse.</small>
|colspan=5|<center>'''2. Limiti normativi alle emissioni in atmosfera: medie giornaliere (mg/Nm<sup>3</sup>)''' </center>
|colspan=1|<center>Valori reali di un moderno impianto</center>
|-
!Nazione!!Numero<br />impianti!!Quantitativi<br />trattati<br />(t/anno)!!Media<br />quantitativi/<br />impianto (t/anno)
! Inquinante
! Incenerimento<br/>(DL 133/2005, 2000/76/CE)
! Grandi impianti di combustione<br/>a carbone anteriori al 1988<br/>(DM 12/7/1990)
! Grandi impianti di <br/>combustione a gas nuovi<br/>(DL 152/2006)
! Cementifici<br/>(DL 152/2006)
! Silla 2, 2005 <ref name=ger41>[http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf Studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido], p. 41.</ref>
|-
|Austria||13
|| [[Polveri totali]] || 10 || 50 || 5 || 50 || 0,14
||1&nbsp;540&nbsp;000||118&nbsp;462
|-
|Belgio ||18
|| [[Anidride solforosa]] || 50 || 400 || 35 || 600 || 2,2
||2&nbsp;133&nbsp;000||118&nbsp;500
|-
|Danimarca ||26
|| [[NOx]] || 200 || 200|| 100 || 1800-3000 || 138,7
||1&nbsp;952&nbsp;000||75&nbsp;077
|-
|Finlandia
|| [[Monossido di carbonio]] || 50 || 250 || - || - || 8,2
|5
|925&nbsp;000
|185&nbsp;000
|-
|Francia ||128
|| [[Diossine]] e [[furano|furani]] <small>(ng/Nm<sup>3</sup></small>) || 0,1<ref name=TEQmis>Misurazione in ng/Nm<sup>3</sup> di ''[[tossicità equivalente]]'' (TEQ).</ref> || 10 || - || 10 || 0,0147<ref name=TEQmis/>
||11&nbsp;468&nbsp;000||89&nbsp;594
|-
|Germania||80
|| [[Metalli pesanti]] || - || 10 || - || 5 || -
||17&nbsp;152&nbsp;000||214&nbsp;400
|-
|Irlanda||1
|| [[Piombo]] || 0,5 || - || - || - || 0,0013
||419&nbsp;000||419&nbsp;000
|-
|Italia||45
|| [[Cadmio]] || 0,05 || - || - || - || 0,0003
||5&nbsp;529&nbsp;000||122&nbsp;867
|-
|Lussemburgo
|| [[Mercurio (elemento)|Mercurio]] || 0,05 || - || - || - || 0,001
|}1
|126&nbsp;000
{| class="wikitable" {{prettytable|align=right|text-align=center}}
|126&nbsp;000
|colspan=2|'''3. Limiti normativi per le acque di scarico<br/> di un inceneritore (DL 133/2005)<br/>'''
|-
|Paesi Bassi||12
!'''inquinante''' !!'''quantità''' (mg/l)
||4&nbsp;518&nbsp;000||376&nbsp;500
|-
|[[Total_suspended_solids|solidi sospesi totali (polveri)]] ||30 - 45
|-
|[[Mercurio (elemento)|mercurio]] ||0,03
|-
|[[cadmio]] ||0,05
|-
|[[tallio]] ||0,05
|-
|[[arsenico]] ||0,15
|-
|[[piombo]] ||0,2
|-
|[[cromo]] ||0,5
|-
|[[rame]] ||0,5
|-
|[[nichel]] ||0,5
|-
|[[zinco]] ||1,5
|-
|[[diossine]] e [[furani]] ||0,3 (ng/l)
|-
|[[idrocarburi policiclici aromatici]] ||0,2 (ng/l)
|}
 
I "valori reali di un moderno impianto" sono il risultato dell'applicazione delle migliori tecnologie disponibili (BAT, ''Best Available Technology'') la cui applicazione costituisce un onere non indifferente nella costruzione e gestione degli impianti e può essere imposta in fase di autorizzazione dell'impianto: anche per quanto riguarda gli altri impianti citati vale la stessa regola per cui possono essere imposti specifici limiti minori;<ref>Sulla base del [http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/05059dl.htm DL 59/2005], che si applica anche agli inceneritori (come ribadito dall'articolo 4, comma 1b, del DL 133/2005 [[#_note-DL133-05|succitato]]), i limiti di emissione imposti agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sono basati sulle ''migliori tecniche disponibili'' individuate a livello nazionale, ma, per l'articolo 8, «Se, a seguito di una valutazione dell'autorità competente, che tenga conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale, l'autorità competente può prescrivere nelle autorizzazioni integrate ambientali misure supplementari particolari più rigorose, fatte salve le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di qualità ambientale».</ref> allo stesso modo possono fino al 1° gennaio 2008 (o 2010) essere motivatamente consentiti limiti superiori ai valori di legge per polveri e ossidi di azoto nell'ambito di alcune restrizioni.<ref>Come previsto dallo stesso DL 133/05 (art. 9, comma 7); si vedano le note all'allegato 1 [[#_note-DL133-05|succitato]].</ref>
 
Le emissioni di sostanze tossiche persistenti (in particolare [[diossine]], [[furani]]) seppur entro i limiti di legge, sono da considerarsi comunque significative se sono protratte nel tempo nello stesso luogo: lo stesso DL 152/2006 evidenzia questo fatto per chiarire i limiti particolarmente severi su queste sostanze in impianti dalla lunga vita operativa. <ref>Si veda ad esempio [http://www.altreconomia.it/index.php?module=subjects&func=viewpage&pageid=309 questo articolo di altreconomia.it (marzo 2006)], nel paragrafo dedicato ai rischi da diossina.</ref>
 
Per quanto riguarda l'emissione di gas serra (in particolare CO<sub>2</sub>), si veda più avanti.
 
Le emissioni di un inceneritore non si limitano all'atmosfera, ma si estendono anche alle acque reflue degli impianti: il DL 133/2005 fissa valori massimi anche in questo ambito, riferiti al litro d'acqua scaricata.
 
A partire dagli anni ottanta, visto l'inasprimento delle leggi, si è affermata l'esigenza di rimuovere i macroinquinanti presenti nei fumi della combustione (ad esempio ossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e gas acidi come l'[[anidride solforosa]] e l'[[acido cloridrico]]), i microinquinanti (metalli pesanti, diossine ecc.) e di perseguire un più efficace abbattimento delle [[particolato|polveri]].
 
{| class="wikitable" {{prettytable|align=right|text-align=center}}
|colspan=5|<center>'''4. Confronto tra i valori delle emissioni dei diversi trattamenti <br>termici dei rifiuti (tra parentesi la specifica tipologia di impianto) <br/>Dati in mg/Nm<sup>3</sup> (diossine in ng/Nm<sup>3</sup>)'''<ref name=DeStefanis>[http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_doc/rifiuti/convegno9lug07/De_Stefanis%20_09_luglio.pdf Convegno De Stefanis 09/07/2007], pag.18.</ref> </center>
|-
|Polonia
! Inquinante
|1
! Gassificazione <br/>(Thermoselect/<br>Kawasaki)
|51&nbsp;000
! Pirolisi +<br> vetrificazione <br/>(Mitsui R21, <br>Siemens)
|51&nbsp;000
! Incenerimento: <br/>migliore <br>tecnologia<br> disponibile
! Incenerimento:<br/>Silla 2<ref name=ger41/>
|-
|Portogallo||3
|| [[Polveri totali]] || 0,2 || <0,05 || <1 o 1-5<ref name=ger41/> || 0,14
||930&nbsp;000||310&nbsp;000
|-
|Regno Unito
|| [[total organic carbon|TOC]] || 2 || <1 || <2 || n.d.
|25
|4&nbsp;980&nbsp;000
|199&nbsp;200
|-
|Repubblica Ceca
|| [[acido cloridrico|HCl]] || <0,2 || <0,5 || 1-8<ref name=ger41/> || 5,8
|3
|654&nbsp;000
|218&nbsp;000
|-
|Slovacchia
|| [[acido fluoridrico|HF]] || <0,1 || <0,05 || <1<ref name=ger41/> || n.d.
|2
|168&nbsp;000
|84&nbsp;000
|-
|Slovenia
|| [[Anidride solforosa|Anidride<br> solforosa]] || <1 || <0,7 || <5 || 2,2
|1
|10&nbsp;000
|10&nbsp;000
|-
|Spagna||11
|| [[NOx]] || <10 || n.d. || 120-180<ref name=ger41/> || 138,7
||2&nbsp;075&nbsp;000||188&nbsp;636
|-
|Svezia||32
|| [[Monossido di carbonio|CO]] || <3 || <2,3 || 5-30<ref name=ger41/> || 8,2
||2&nbsp;271&nbsp;000||70 969
|-
|Ungheria||1
|| [[Cadmio|Cd]] e [[tallio|Tl]] || <0,002 || <0,002 || <0,001 || 0,0003 (Cd)
||364&nbsp;000||364&nbsp;000
|-
|- class="sortbottom"
|| [[mercurio (elemento)|Hg]] || 0,007 || 0,006 || <0,001 || 0,001
!Totale
|-
|408
|| [[Metalli pesanti]] || <0,04 || <0,05 || <0,05 || n.d.
||57&nbsp;265&nbsp;000||140&nbsp;355
|-
|| [[Diossine]] <br>([[PCDD]]/[[PCDF]]) || <0,02 || <0,005 || <0,05 || 0,0147
|-
|| Nm<sup>3</sup> fumi <br>su t di rifiuto || 3 130 || 3 470 || 3 950-4 800 || n.d.
|}
{{-}}
 
<gallery>
File:Erste Müllverbrennungsanlage Hamburg.jpeg|Primo impianto d'incenerimento in Germania (Hamburg-Hammerbrook, 1895)
File:District heating plant spittelau ssw crop1.png|Inceneritore di [[Vienna]], decorato da [[Friedensreich Hundertwasser]], collegato ad una rete di distribuzione di calore.
File:Termovalorizzatore Thun.jpg|Inceneritore di [[Thun]] situato nei pressi dell'omonimo lago nel cantone di [[Berna]].
</gallery>
 
=== Oceania ===
{{...|chimica}}
 
== Impatto ambientale ==
Sebbene gli inceneritori siano costruiti per risolvere delle problematiche di gestione (ovvero lo smaltimento di rifiuti non smaltibili in altro modo), agli inceneritori sono associati degli impatti atmosferici negativi, tra cui:<ref name=buriii>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. iii}}.</ref>
* emissioni gassose in atmosfera (sia attraverso il camino sia durante lo stoccaggio dei rifiuti in attesa di essere inceneriti)
* effluenti liquidi scaricati in acqua;
* odori;
* rumori;
* vibrazioni
 
Impatti generali positivi sono invece:<ref name=buriii/>
* produzione di energia elettrica;
*produzione di energia termica;
* diminuzione del pericolo chimico e biologico associato ai rifiuti.
 
=== Emissioni gassose ===
[[File:SMOKE FROM THE BURNING OF OLD AUTO BATTERIES - NARA - 549634.jpg|thumb|Fumo scaricato dal camino di un inceneritore durante la combustione di batterie di auto esauste (Houston, Stati Uniti)]]
[[File:Spalovna Malešice-150.jpg|thumb|Monitoraggio della composizione dei fumi di un inceneritore (Malešice, Praga).]]
{{...|chimica}}
 
=== Effluenti liquidi ===
[[File:Birmingham Canal - geograph.org.uk - 272801.jpg|thumb]]
{{...|chimica}}
 
=== Odori ===
{{...|chimica}}
 
=== Rumori ===
{{...|chimica}}
 
=== Vibrazioni ===
{{...|chimica}}
 
===Recupero energetico===
{{vedi anche|Gassificatore|Teleriscaldamento|Pirolizzatore}}
[[File:Spalovna Malešice-218.jpg|thumb|left|upright=1.4|Impianto per il recupero del calore di scarto di un inceneritore (Malešice, Praga).]]
[[File:Industry park Höchst - waste-to-energy plant - Industriepark Höchst - Müllverbrennungsanlage - 07.jpg|thumb|left|Impianto WTE per la produzione di energia elettrica dai rifiuti a Hesse, Germania.]]
[[File:2005-08-30-district-heating-pipeline.jpg|miniatura|verticale|Tubature per teleriscaldamento a [[Tubinga]], in Germania]]
Negli impianti più moderni, il [[calore]] sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre [[vapore]], poi utilizzato per la produzione di [[elettricità]] o come vettore di calore per il [[teleriscaldamento]]. Il rendimento di tali impianti è però molto minore di quello di una normale centrale elettrica, poiché i rifiuti non sono un sufficiente combustibile per il loro basso [[potere calorifico]], e le temperature raggiunte in camera di combustione sono inferiori e la loro eterogenità. Talvolta per aumentare l'efficienza della combustione insieme ai rifiuti viene bruciato anche del gas [[metano]].
 
La tecnologia di produzione di [[Combustibile Derivato dai Rifiuti]] (o CDR) ed il suo incenerimento sfrutta la preventiva disidratazione biologica dei rifiuti seguita dalla separazione degli inerti ([[metallo|metalli]], [[minerale|minerali]], ecc.) dalla frazione combustibile, che può essere arsa producendo energia elettrica con resa nettamente migliore rispetto all'incenerimento classico e con una diminuzione dell'impatto sull'ecosistema negativo associato al consumo di energia da parte del sistema di incenerimento.
 
L'indice di sfruttamento del combustibile<ref>L'indice di sfruttamento del combustibile è il rapporto tra la somma delle energie (termica ed elettrica) ricavate dalla combustione e quella del combustibile bruciato. Non è corretto parlare di rendimento energetico perché il numeratore del rapporto è somma di due energie qualitativamente differenti: disordinata (calore) e ordinata (energia elettrica). Vedi "Macchine" di Renato Della Volpe, capitolo IX paragrafo 1.</ref> di inceneritori e centrali elettriche può essere aumentato notevolmente abbinando alla generazione di energia elettrica il [[teleriscaldamento]], che permette il recupero del calore prodotto che verrà poi utilizzato per fornire acqua calda. Tuttavia non sempre il calore recuperato può essere effettivamente utilizzato per via delle variazioni stagionali dei consumi energetici; ad esempio, in estate lo sfruttamento del calore può calare notevolmente, a meno che non siano presenti attrezzature che permettano di sfruttarlo per il raffreddamento.
 
Oggi gran parte degli inceneritori sono dotati di recupero energetico<ref>Secondo l'[[Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici|APAT]] «lo sviluppo tecnologico ha limitato drasticamente il numero degli insediamenti privi di tecnologie per il recupero energetico», tanto che nel 2001 dei 44 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani solo 8 erano privi del recupero di energia, vedi: {{Cita web|url=http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Rifiuti/Gestione/|titolo=La gestione dei rifiuti urbani|autore=|editore=Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici|data=17 novembre 2005|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070517000313/http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Rifiuti/Gestione/|dataarchivio=17 maggio 2007|urlmorto=sì}}</ref> ma solo una piccola minoranza di impianti è collegata a sistemi di teleriscaldamento e viene venduta alla rete la corrente elettrica e non il calore.
 
L'efficienza energetica di un inceneritore è variabile tra il 19 e il 27% se si recupera solo l'energia elettrica<ref name="stefanis">{{Cita web|url=http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf|titolo=Il ruolo del recupero energetico all'interno del ciclo integrato di gestione dei rifiuti|autore=Pasquale de Stefanis|data=30 giugno 2006|accesso=4 luglio 2013|dataarchivio=28 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928045843/http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ma aumenta molto col recupero del calore ([[cogenerazione]]). A titolo di confronto una moderna centrale termoelettrica a [[Gruppo turbogas#Turbine a gas per produzione di energia elettrica|ciclo combinato]], il cui scopo primario è ovviamente quello di produrre elettricità, ha una resa del 57% per la produzione elettrica, e se abbinata al teleriscaldamento raggiunge l'87%.<ref>{{Cita web|url=http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf|titolo=titolo|autore=Federico Tibone|editore=Provincia di Torino|data=22 marzo 2007|formato=pdf|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927035519/http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf|dataarchivio=27 settembre 2007|urlmorto=sì}}</ref> Tipicamente per ogni tonnellata di rifiuti trattata possono essere prodotti circa 0,67&nbsp;MWh di elettricità e 2&nbsp;MWh di calore per teleriscaldamento.<ref>{{Cita web|url=http://viewer.zmags.com/showmag.php?mid=wsdps|titolo=The Danish waste to Energy facility|autore=|sito=Waste-to-Energy in Danimark|editore=RenoSam e Rambøll|data=2006|lingua=en|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120723071110/http://viewer.zmags.com/showmag.php?mid=wsdps|dataarchivio=23 luglio 2012|urlmorto=sì|pagina=8}}</ref>
 
Volendo invece confrontare il rendimento energetico delle varie tecnologie di trattamento termico dei rifiuti, il discorso è molto più complesso, meno documentato e fortemente influenzato dal tipo di impianto. In linea di massima le differenze sono dovute al fatto che, mentre in un inceneritore i rifiuti vengono direttamente bruciati ed il calore viene usato per produrre vapore, negli impianti di gassificazione/pirolisi i rifiuti vengono invece convertiti parzialmente in gas ([[syngas]]) che può essere poi utilizzato in cicli termodinamici più efficienti, come ad esempio un ciclo combinato sopra richiamato. La possibilità di utilizzare diversi cicli termodinamici permette a tali impianti maggiore flessibilità nella regolazione dei rapporti fra produzione di calore e di elettricità, rendendoli meno sensibili alle variazioni stagionali dei consumi energetici (in altre parole d'inverno si può produrre più calore e d'estate più elettricità).
 
=== Pericolo chimico e biologico ===
{{...|chimica}}
 
==== Problemi sanitari ====
{{cn|Gli aspetti sanitari relativi alle ricadute sulla popolazione di una data attività umana non possono essere valutati solamente sulla base dei valori di emissione al camino (o allo scarico per inquinanti liquidi). In altri termini, fra i valori di emissione e l'effetto sulla salute possono inserirsi altri fattori, direttamente influenzati dalle emissioni ma intermedi fra "emissione" e "salute". Tali inquinanti "intermedi" sono detti inquinanti secondari per distinguerli dagli inquinanti primari direttamente emessi dagli impianti. Risulta ad esempio noto dalla [[chimica ambientale]] che alcuni inquinanti di estrema importanza per la salute sono inquinanti secondari (come l'[[ozono]], non prodotto dalla combustione ma generato dall'interazione fra inquinanti primari derivati dalle combustioni e radiazione solare).
 
Un approccio sanitario completo deve (o dovrebbe) quindi valutare anche gli inquinanti secondari, cosa però molto difficile in pratica. Anche per questo motivo ci si limita pertanto agli inquinanti primari (facilmente rilevabili in quanto misurabili al camino o allo scarico) e, per gli inceneritori, le indagini considerano in primis le [[diossine]] ed i [[metalli pesanti]].
 
A proposito dei dati, appunto strettamente sanitari, si rileva anche il fatto che gli stessi dati epidemiologici per loro natura possono sottostimare o fallire nel rilevare il rischio reale. Il problema è complesso; sull'errore influisce una buona dozzina di fattori, metodologici o no. Se ne segnalano i principali.
* Alcuni metodi di studio in genere congelano una data situazione anziché seguirla nel tempo, processo lungo e costoso (''cross-sectional'' vs ''longitudinal'' epidemiologic studies);
* si focalizzano su un determinato agente causale trascurando interazioni e sinergie tra i contaminanti;
* si focalizzano solo su una specifica determinata patologia, magari per direzioni impartite dal committente;
* fanno uso di statistica univariata e non di quella [[statistica multivariata|multivariata]], di approccio in genere più ostico.
* Bisogna considerare anche l'individuazione corretta della popolazione esposta;
* la possibilità che la popolazione generale sia meno sana di quella in studio.}}
Anche per questo aspetto si può rappresentativamente citare un lavoro di [[Lorenzo Tomatis]], già direttore [[IARC]] e punto di riferimento internazionale sugli aspetti sanitari e ambientali.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Lorenzo Tomatis et al.|anno=2005|titolo=Business bias: how epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases|rivista=International Journal of Occupational and Environmental Health|numero=11|pp=356-359}}</ref>
 
==== Studi epidemiologici ====
[[File:Brochiolo-alveolar carcinoma with mucin production (1).jpg|miniatura|Sono stati effettuati numerosi studi per analizzare l'incidenza di tumori nei dintorni di impianti di incenerimento. I risultati sono al momento ancora contrastanti.]]
Studi [[Epidemiologia|epidemiologici]], anche recentissimi, condotti in paesi sviluppati e basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie [[Tumore|tumorali]] ([[sarcoma]]) e l'esposizione a diossine derivanti da inceneritori e attività industriali.<ref>Chi fra il 1960 e il 1996 ha vissuto a lungo vicino a inceneritori e altre fonti industriali di diossina nella provincia di Venezia ha avuto una probabilità 3,3 volte il normale di contrarre un sarcoma. Vedi {{Cita pubblicazione|autore=Zambon P|coautori=Ricci P; Bovo E; Casula A; Gattolin M; Fiore AR; Chiosi F e Guzzinati S|data=16 luglio 2007|anno=2007|titolo=Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population-based case-control study (Italy)|rivista=Environmental Health|volume=6|numero=19|abstract=sì|url=http://www.ehjournal.net/content/6/1/19}}</ref>
 
Altre indagini epidemiologiche prendono in particolare considerazione gli inceneritori come fonte d'inquinamento da [[metalli pesanti]], ed eseguono accurate analisi considerando sia fattori socio-economici sia le popolazioni esposte nelle precise zone di ricaduta (mappe di isoconcentrazione tracciate per rilevamento puntuale e interpolazione spaziale col metodo di [[kriging]]). L'analisi, accurata pur se limitata solo ad alcune popolazioni, evidenzia aumenti statisticamente significativi di alcune patologie tumorali nelle donne residenti in zona da almeno cinque anni, ma non negli uomini. Nello studio viene ugualmente rilevata l'esposizione ad ossidi di [[azoto]] (NO<sub>x</sub>).<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Report finale Progetto Europeo "Enhance Health"|url=http://www.alessandroronchi.net/files/relazione_enhance_health.pdf|anno=2005|editore=Comune di Forlì|città=|pagine=42-43|capitolo=Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell'area di Coriano (Forlì)}}</ref>
 
Un lavoro [[giappone]]se del 2005 ha tentato di mettere in relazione le diossine presenti nel [[latte materno]] con la distanza dagli inceneritori. Le conclusioni sono state che (nei limiti e nell'estensione dello studio) «nonostante gli inceneritori fossero la maggior fonte di diossine in Giappone al momento dello studio, i livelli di diossine nel latte materno non hanno mostrato apparente correlazione con le distanze tra il domicilio delle madri e gli inceneritori di rifiuti».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tajimi M|coautori=Uehara R, Watanabe M, Oki I, Ojima T, Nakamura Y.|anno=2005|mese=dicembre|titolo=Correlation coefficients between the dioxin levels in mother's milk and the distances to the nearest waste incinerator which was the largest source of dioxins from each mother's place of residence in Tokyo|rivista=Chemosphere|città=Japan|volume=61|numero=9|pp=1256-1262|lingua=en|abstract=sì|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?db=pubmed&uid=15922405&cmd=showdetailview&indexed=google|pmid=15922405}}</ref>
Dal confronto tra le emissioni indicate in tabella 4, relative ai diversi trattamenti termici dei rifiuti effettuati tramite la tipologia di impianti indicata, è possibile trarre alcune significative conclusioni, riguardo agli impianti specifici considerati (le tecnologie di gassificazione e pirolisi sono molto variabili). Le emissioni di polveri sono minori nel caso della pirolisi e della gassificazione; in particolare, a causa delle temperature di esercizio non particolarmente elevate, risulta significativa la forte diminuzione legata alla pirolisi e che soprattutto è dovuta alla minore formazione di nanopolveri. Le emissioni gassose risultano molto minori nel caso dei processi di gassificazione/pirolisi (notevole soprattutto il dato sugli ossidi di azoto, anche qui correlato alle minori temperature), mentre la quantità di metalli pesanti prodotti è simile, anche se la gassificazione e la pirolisi tendono ad emettere un maggior quantitativo di mercurio. Infine, degna di nota è la bassa emissione di diossine legata alla pirolisi e imputabile alla scissione subita, con formazione di composti caratterizzati da minore [[peso molecolare]].
 
Un'analisi sintetica degli effetti sulla salute, svincolati dalla sola analisi dei singoli composti emessi – difficilmente studiabili se non ''in toto'' per gli effetti sinergici e di amplificazione dei componenti della miscela –, si può invece evincere da alcuni altri lavori: sempre in [[Giappone]] si è rilevata correlazione tra l'aumento di una serie di disturbi minori nei bambini e distanza dagli impianti.<ref>
====Le polveri====
Miyake Y, Yura A, Misaki H, Ikeda Y, Usui T, Iki M, Shimizu T. ''Relationship between distance of schools from the nearest municipal waste incineration plant and child health in Japan''. ''Eur J Epidemiol'', 2005;20(12):1023-9. PMID 16331434.</ref>
{{vedi anche|particolato|nanopolvere|nanopatologie}}
Passando a problemi di ordine maggiore, si sono rilevati aggregati (''cluster'') di aumento di mortalità per [[linfoma non Hodgkin]];<ref>Biggeri A; Catelan D. ''Mortality for non-Hodgkin lymphoma and soft-tissue sarcoma in the surrounding area of an urban waste incinerator. Campi Bisenzio (Tuscany, Italy) 1981-2001''. ''Epidemiol Prev.'', 2005 May-Aug;29(3-4):156-9.</ref> altri studi, nonostante difficoltà relative all'analisi dei dati, aggiungono risultati significativi sull'incidenza di [[tumore polmonare]], linfoma non Hodgkin, [[Sarcoma|sarcomi]] ai tessuti molli, tumori pediatrici, malformazioni neonatali.<ref>Franchini M; Rial M; Buiatti E; Bianchi F. ''Health effects of exposure to waste incinerator emissions:a review of epidemiological studies''.
''[[Ann Ist Super Sanità]]'', 2004;40(1):101-15.</ref>
Diversi studi europei rivelano, sempre nell'ambito delle patologie tumorali, correlazioni con la presenza di inceneritori, in coerenza con analoghi studi precedenti.<ref>[http://www.invs.sante.fr/ Institut de veille sanitaire] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150928010553/http://www.invs.sante.fr/ |date=28 settembre 2015 }}, ''Etude d'incidence des cancers à proximité des usines d'incinération d'ordure ménagères'', France, 30 novembre 2006.</ref>
 
Ma, in questo ambito, gli studi sono controversi e discordanti: a titolo di esempio uno studio effettuato in [[Gran Bretagna]], con lo scopo di valutare l'incidenza di vari tipi di cancro in una popolazione che vive in prossimità di impianti di incenerimento, ha evidenziato che il rischio aggiuntivo di contrarre il cancro dovuto alla vicinanza degli inceneritori è estremamente basso. Sempre lo stesso studio rileva che un moderno inceneritore influisce sull'assorbimento umano medio di diossina in percentuale inferiore all'1% dell'assorbimento totale derivato dall'insieme delle emissioni ambientali (come precedentemente rilevato l'assorbimento di diossina avviene principalmente con la dieta). Inoltre, riguardo a specifiche patologie tumorali, lo studio afferma che non c'è evidente correlazione tra l'esposizione alle emissioni degli inceneritori e l'incidenza di cancro allo stomaco, all'apparato gastrointestinale e ai [[polmoni]]; i fattori socio-economici hanno un ruolo determinante. Sull'incidenza dell'[[angiosarcoma]], lo studio in questione evidenzia che non è possibile effettuare alcuna correlazione a causa della mancanza di informazioni sull'accuratezza della diagnosi effettuata sulla popolazione generale; comunque la commissione di studio è giunta alla conclusione che non c'è alcuna prova più generale dell'esistenza di aggregati e non sono necessari ulteriori studi nel breve termine.<ref>Committee on Carcinogenicity/Department of Health Statement, ''Cancer Incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain'', March 2000. ({{collegamento interrotto|[http://www.lga.gov.uk/Documents/Conservativegroup/Publication/IncinerationBriefing.pdf Riassunto]|data=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}.).</ref> Sempre in Gran Bretagna, nel [[2008]] la British Society for Ecological Medicine (BSEM) ha pubblicato uno studio<ref>{{en}} [http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorReport_v2.pdf The Health Effects of Waste Incinerators] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081120130858/http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorReport_v2.pdf|data=20 novembre 2008}}.</ref> avente l'obiettivo di riassumere i risultati dei principali studi epidemiologici e dimostrare gli effetti nocivi degli inceneritori sulla salute. Tale studio è stato ampiamente criticato dall'Health Protection Agency britannica che ha accusato la BSEM di aver utilizzato per le sue conclusioni solamente gli studi scientifici con risultati favorevoli alle conclusioni volute, tralasciandone altri con opposte vedute.<ref>[http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorHPA.pdf HPA response to the British Society for Ecological Medicine report] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080704111249/http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorHPA.pdf|data=4 luglio 2008}}.</ref>
Gli inceneritori, e in generale qualsiasi processo di [[combustione]] di combustibili solidi e liquidi, rilasciano nell'aria [[polveri sottili]]. Indicativamente, per un inceneritore, considerando una produzione di fumi di 6000 m³/t di rifiuti e il limite giornaliero di 10 [[Sistema internazionale di unità di misura#Prefissi|mg]]/m³, l'emissione è di 60 grammi/t.
 
Sull'effetto dei metalli pesanti dispersi dalla combustione di rifiuti pericolosi sulla salute della popolazione si rileva che le emissioni non si limitano alle sostanze aerodisperse, ma possono riguardare anche le acque o i siti di stoccaggio delle ceneri.<ref>Sedman et al. ''The evaluation of stack metal emissions from hazardous waste incinerators: assessing human exposure through noninhalation pathways''. ''Environ Health Perspect'', 1994 Jun;102 Suppl 2:105-12. PMID 7925180.</ref>
Tuttavia, questa è una indicazione solo quantitativa: molto importante è anche l'aspetto qualitativo cioè la finezza delle polveri<ref>Linzalone N et al- Incinerators: not only dioxins and heavy metals, also fine and ultrafine particles-Epidemiol Prev. (2007) Jan-Feb;31(1):62-6</ref> emesse (PM<sub>10</sub>, PM<sub>2,5</sub> ecc.). In genere più sono alte le temperature di combustione e più aumenta la finezza delle polveri. Tali [[particolato|polveri sottili]] sono nocive a causa delle loro piccole dimensioni e del fatto che con sé trasportano, tramite fenomeni chimico-fisici quali l'[[adsorbimento]], materiali tossici e nocivi residui della combustione, come idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, metalli pesanti e diossine, pericolosi perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi.
 
Uno studio britannico ha analizzato la distribuzione del [[piombo]] e [[cadmio]] derivato dalle emissioni di polveri sottili di un inceneritore per fanghi di depurazione evidenziando che nelle adiacenze dell'inceneritore si rilevano picchi maggiori di concentrazione, seppure l'impatto sia relativamente piccolo rispetto alle altre attività antropiche nella zona oggetto di studio.<ref>Yaping Feng, Rod Barratt, [http://www.rsc.org/ej/EM/1999/a808286c.pdf Distributions of lead and cadmium in dust in the vicinity of a sewage sludge incinerator], ''J. Environ. Monit.'', '''1''', 1999, pagg.169-176.</ref>
È innegabile che gli inceneritori contribuiscano all'emissione antropica di polveri fini e ultrafini in aree urbane, motivo per cui tali emissioni sono sotto osservazione per valutarne l'importanza relativa rispetto alle altre fonti (naturali o antropiche), che non è ancora chiarita, motivo per cui – anche per via delle recenti preoccupazioni sulle [[nanopolvere|nanopolveri]] – i termovalorizzatori sono visti con un certo sospetto sia da alcuni ricercatori che da parte dell'opinione pubblica, mentre altri li considerano sostanzialmente innocui.
 
In Italia, negli anni 2001-2004, è stato commissionato dal Ministro dell'Ambiente [[Altero Matteoli]] uno studio sulla sostenibilità ambientale dell'incenerimento dei rifiuti solidi urbani, svolto dal dipartimento di Fisica tecnica dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dal dipartimento di ingegneria impiantistica dell'Università di Perugia. Secondo i resoconti della Commissione Ambiente e Territorio dell'epoca<ref>{{Cita web|url=http://notes9.senato.it/W3/Lavori.nsf/All/A24722340A46C0DFC1256ED8006ECB89?OpenDocument|titolo=Resoconto 349ª seduta della Territorio, ambiente, beni ambientali|data=21 luglio 2004|accesso=2 luglio 2013}}</ref> «la tecnologia di "termovalorizzazione" è ormai affidabile e sostenibile, [...] Inoltre, quando gli impianti sono a norma, i rischi di insorgenze di malattie tumorali nella popolazione sono stati abbattuti drasticamente. [...] i rischi di carattere sanitario connessi alla realizzazione di "termovalorizzatori" di ultima generazione sono assolutamente trascurabili».
Un recente studio svolto per la Provincia di Bolzano ha misurato la concentrazione di particelle di diametro compreso tra i 5,5 e i 350 nanometri (quindi polveri cosiddette ''ultrafini'') in vari punti, trovando valori di 10-20000 particelle per centimetro quadrato nei pressi dell'autostrada, 5-7000 al camino dell'inceneritore, 5-10000 nel punto di massima ricaduta delle sue polveri e 5000 in una zona non antropizzata.<ref>Diego Barsotti, ''[http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6807 Misurate le nanopolveri dell'inceneritore di Bolzano. Presentati in un convegno i dati comparati sulle emissioni delle nanopolveri rilevate con tecnologia tedesca]''.</ref> Si noti che i dati sono espressi in ''numero di particelle per unità di [[area|superficie]]'' e quindi non secondo il classico rapporto ''grammi di polvere per volume d'aria''. Questo perchè, data la finezza di tali polveri è inutile "pesarle". Del resto questo genere di problematiche è emerso relativamente di recente e non sono state ancora stabilite dalla legge delle regole di determinazione quantitativa.
 
Tale studio è stato criticato sia in Commissione, sia da soggetti esterni,<ref>{{Cita web|url=http://www.ecceterra.org/docum.php?id=538|titolo=Ricerca scientifica e processo di smaltimento dei rifiuti|autore=Virginio Bettini|editore=AreAVasta|data=luglio 2004/giugno 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070422200825/http://www.ecceterra.org/docum.php?id=538|dataarchivio=22 aprile 2007|urlmorto=sì|coautori=Virginio Bettini e Chiara Rosnati|numero=10/11}}</ref> che hanno rilevato come esso trascuri completamente le problematiche ambientali e non specifichi quali siano i parametri e indicatori di tale compatibilità ambientale di tali impianti.
Infatti, la legge italiana e le norme europee pongono limiti di ''qualità dell'aria'' solamente riferiti al PM<sub>10</sub> (polveri di diametro inferiore a 10000 nanometri cioè 10 micrometri), quantificando il limite medio massimo di tali [[particolato|polveri sottili]] nell'aria in 50 microgrammi/m³ (milionesimi di grammo per metrocubo ''d'aria''). Purtroppo i limiti relativi alle emissioni degli inceneritori (e degli altri impianti industriali) non considerano la finezza delle polveri, ma solo il peso totale di 10 milligrammi/m<sup>3</sup> (millesimi di grammo al metrocubo di ''fumi''). Ad oggi, l'unico ambito in cui i limiti di emissione sono imposti sul [[PM10|PM<sub>10</sub>]] è quello dei veicoli (si vedano le norme [[Euro3]] ed [[Euro4]]).
 
== Progettazione ==
====Diossine e furani====
{{...|chimica}}
{{vedi anche|diossine|furano}}
[[Immagine:TCDD struttura.svg|right|200px|thumb|Struttura molecolare della [[TCDD]], la più tossica fra le [[Diossine]]]]
Le [[diossine]] ed i [[furani]] sono tossici, cancerogeni e mutageni per l'organismo umano. Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare e sono solubili nei grassi, dove tendono ad accumularsi. Proprio per questo motivo tendono ad accumularsi nella catena alimentare e nell'organismo umano per cui anche una esposizione a livelli minimi ma prolungata nel tempo può recare gravi danni alla salute. Le sorgenti delle diossine sono varie e hanno avuto molte variazioni nel corso degli anni, ed è difficile quantificarne esattamente la rilevanza relativa: gli inceneritori sono comunque una delle fonti maggiori, e vanno tenuti sotto accurata osservazione (si veda la voce [[diossine]]).
 
== Accensione e collaudo ==
Per quanto concerne l'incenerimento, le diossine vengono prodotte quando materiale organico è bruciato in presenza di cloro, sia esso ione cloruro o presente in composti organici clorurati come le plastiche in [[PVC]].
Trattandosi di un [[processo esotermico]], il calore necessario al mantenimento della reazione di combustione che si svolge all'interno della fornace di un inceneritore è fornito dagli stessi rifiuti, che fungono da combustibile. Per potere essere innescato, tale processo ha però necessità di elevate temperature, che sono raggiunte attraverso l'utilizzo di combustibile durante la fase di accensione dell'impianto.
 
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La soglia minima di sicurezza per tali sostanze è ancora oggetto di investigazione scientifica; i limiti imposti dalla [[Unione europea|UE]] sulle emissioni sono di 0,1 [[Sistema internazionale di unità di misura#Prefissi|nanogrammi]]/m<sup>3</sup>, cioè un milionesimo di grammo per metro cubo di fumi (sulle leggi valgono le considerazioni precedenti, [[#Questioni sanitarie e ambientali|all'inizio del paragrafo]]).
File:New Waste Management Complex at Bagram Air Field 140716-A-XY287-003.jpg|Un carico di rifiuti ad alto potere calorifico pronto ad essere alimentato in un inceneritore per le operazioni di accensione (''startup'') dell'impianto (Bagram Air Field, Afghanistan).
File:New Waste Management Complex at Bagram Air Field 140722-A-XY287-002.jpg|Movimentazione dei rifiuti stoccati in prossimità di un inceneritore durante le operazioni di collaudo per testare la capacità dell'impianto (Bagram Air Field, Afghanistan).
</gallery>
 
== Controllo e monitoraggio ==
Per ridurre l'emissione di vari inquinanti fra cui la diossina, negli inceneritori è vietato (per legge) che i fumi scendano sotto gli 850° C, che è poi il motivo per cui gli inceneritori non possono accettare materiale dal potere calorifico troppo basso oppure devono integrare la combustione con metano.<ref name=toz/>
[[File:Leitstand 2.jpg|thumb|Sala di controllo di un inceneritore a grate mobili per il trattamento di RSU (Germania).]]
L'obiettivo di minimizzare le emissioni di [[diossine]] contrasta in parte con il recupero dell'energia, in quanto una elevata temperatura di combustione e un veloce raffreddamento dei fumi (condizioni ideali per ridurre la formazione di diossina) sono incompatibili con una massima efficienza nel recupero dell'energia termica.<ref>''[[:en:Dioxin|Dioxin]]'', [[2005]], [[:en:|Wikipedia in lingua inglese]], ''[http://www.greenpeace.it/inquinamento/inctour.htm Come funziona un inceneritore?]'', 2005, [[Greenpeace Italia]]</ref>
 
Il controllo e il monitoraggio di un impianto di incenerimento, che è svolto anche attraverso apposite strumentazioni di [[controllo automatico]], ha diversi scopi: da una parte mantenere l'efficienza del processo e dall'altra parte assicurare che tale processo si svolga in maniera sicura sia per quanto riguarda potenziali pericoli che possono avere luogo all'interno dell'impianto (ad esempio: incendi, esplosioni, intossicazioni, ecc.), sia per quanto riguarda possibili conseguenze dannose per l'ambiente e per la salute delle popolazioni interessate. Da un punto di vista impiantistico, questi obiettivi si traducono, tra l'altro, nella necessità di diminuire le variazioni nel tempo e nello spazio delle caratteristiche del processo, cioè garantire la stabilità del processo e l'omogeneità dei parametri del processo.<ref name=bur138>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 138}}.</ref>
Gli impianti tecnologicamente più avanzati presentano un elevato grado di efficienza tale da contenere le emissioni a livelli significativamente inferiori al limite di legge (che quindi andrebbe coerentemente rivisto) ma bisogna considerare che la legge impone solo delle misurazioni periodiche e non continue sulla produzione di diossina,<ref>Fatto menzionato nello [http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido], p. 40.</ref> e che solo in pochissimi impianti italiani è tenuta sotto costante controllo.
Inoltre, le misurazioni, necessarie solo ad assicurare il rispetto della legge, spesso non sono precise e non servono a conoscere l'effettiva emissione in atmosfera. Ad esempio, in inceneritori come quello di Brescia la concentrazione di diossina nei fumi può essere abbastanza bassa da risultare non rilevabile dagli strumenti adottati (a Brescia la soglia di misurabilità è di 0,04 [[Sistema internazionale di unità di misura#Prefissi|ng]]/m<sup>3</sup> di fumi, ovvero circa 240 ng/t di rifiuti). Quindi, se la concentrazione fosse di poco inferiore a tale soglia (e dunque non rilevata dagli strumenti), data un'emissione di 5&nbsp;000&nbsp;000 m<sup>3</sup> di fumi al giorno, la produzione di diossina sarebbe di 200&nbsp;000 ng/giorno, cioè la massima dose giornaliera tollerabile (0,15 [[Sistema internazionale di unità di misura#Prefissi|nanogrammi]]) per oltre 1,3 milioni di persone, ma non verrebbe rilevata.<ref name=toz/>
 
In particolare, le variabili che possono essere aggiustate dall'operazione di controllo includono:<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 139}}.</ref>
Gli inceneritori rilasciano diossina non solo nell'atmosfera attraverso i fumi, ma anche nella terra e nell'acqua: le diossine sono presenti nelle scorie e nei residui solidi o liquidi del filtraggio dei fumi, e possono diffondersi o per percolazione nel luogo di deposito di tali rifiuti o per dispersione delle acque di lavaggio delle zone di inquinate.
* la velocità del sistema di dosaggio dei rifiuti
La quantità di diossina nelle scorie – secondo misurazioni del DETR, Dipartimento inglese per l'ambiente – è di circa 12-72 [[Sistema internazionale di unità di misura#Prefissi|nanogrammi]]/kg; il miglioramento tecnologico ha ridotto notevolmente l'emissione complessiva di diossina, tuttavia i sistemi di filtraggio più sono efficienti più concentrano le diossine prodotte nei loro residui: nei residui del filtraggio dei fumi attraverso precipitatori elettrostatici delle polveri (circa 30 kg/t di rifiuti) in passato la concentrazione era elevatissima, fra i 6600 e i 31100 ng/kg; negli impianti recenti è di 810-1800 ng I-TEQ/kg (quindi ca. 24,3-54 ng diossina/t rifiuti) e 680-12200 ng I-TEQ/kg nei fanghi dalle [[Scrubber|torri di lavaggio]] dei fumi (circa 10-15 kg/t di rifiuti, quindi ca. 8,5-152,5 ng diossina/t rifiuti).<ref>''Inventario europeo delle diossine'': {{en}} [http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/dioxins_to_land_and_water.pdf "Releases of dioxins and furans to land and water in Europe" (1999)], p. 91 sgg. (dati risalenti al 1994).</ref>
* la frequenza e la velocità dei movimenti delle griglie
* la portata, la temperatura e la distribuzione dell'aria insufflata attraverso le griglie (aria primaria)
* la portata e la distribuzione dell'aria secondaria.
 
Il controllo di tali parametri è indirizzato a migliorare il processo di incenerimento, che include le seguenti necessità:<ref name=bur138/>
Uno dei principali motivi della differenza tra i risultati dei diversi studi risiede nel diverso arco temporale in cui questi si sono svolti, infatti il fattore di emissione delle diossine da incenerimento si è ridotto di circa 50 volte negli ultimi 15 anni, quindi chiaramente studi degli anni '90 forniscono dati notevolmente diversi da quelli più recenti.
* minimizzare la quantità e migliorare la qualità delle ceneri presenti nei fumi di uscita
* migliorare la qualità delle ceneri raccolte dal fondo della fornace, in particolare quelle contenenti metalli pesanti ([[incinerator bottom ash]])
* minimizzare la quantità di gas nocivi prodotti durante la combustione (tra cui CO, NOx, idrocarburi, ecc.).
 
== Sistemi di sicurezza ==
===Gas serra===
{{vedi anche...|gas serrachimica}}
L'emissione effettiva di [[gas serra]] da parte degli inceneritori è questione controversa.
Se da un lato l'emissione al camino è facilmente verificabile (~1400 kg/t, si veda oltre), per una valutazione completa dell'influenza sulle emissioni globali di anidride carbonica bisognerebbe considerare in primo luogo la tipologia di rifiuti (organici o no, pretrattati o indifferenziati ecc.) e le altre possibili forme di smaltimento dei rifiuti residui,<ref>Si ricorda infatti che l'inceneritore, nello scenario ottimale del [[gestione dei rifiuti|sistema integrato di gestione dei rifiuti]], è solo l'ultimo anello della catena, o il penultimo, e per il materiale non rinnovabile il riciclaggio è sempre la soluzione migliore.</ref> nonché la produzione di CO<sub>2</sub> media da usare per calcolare le emissioni evitate, ecc.
 
== Manutenzione ==
Un tentativo di stima complessiva di questo tipo è quella fatta per il progetto dell'inceneritore di Torino, che confronta le emissioni di una discarica incontrollata con quelle di un inceneritore.<ref>[http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf Studio per il termovalorizzatore del Gerbido], p. 50.</ref> Secondo tale studio un inceneritore mediamente emette CO<sub>2</sub> al camino in misura di circa 1400 kg per tonnellata di rifiuti.<ref>Il rapporto è superiore all'1:1 in quanto evidentemente ogni atomo di carbonio si lega a due di ossigeno.</ref>
{{...|chimica}}
Dall'emissione al camino andrebbero sottratti l'anidride carbonica assorbita in origine dalla componente rinnovabile (910 kg/t) e quella che sarebbe stata emessa producendo la stessa energia con fonti fossili (554 kg/t), rendendo l'emissione totale leggermente negativa (cioè si emetterebbe meno CO<sub>2</sub>).
 
== Chiusura e dismissione ==
Le emissioni di una discarica non controllata di rifiuti indifferenziati non trattati – dovute alla fermentazione della componente organica – sarebbero pari a circa 56 kg/t di metano (gas serra circa 21 volte più potente della CO<sub>2</sub>, e quindi equivalenti a 1181 kg/t di CO<sub>2</sub>) e 295 kg/t di CO<sub>2</sub>, mentre il carbonio sequestrato in origine dalla componente organica e non trasformato in anidride carbonica nella fermentazione costituirebbe un sequestro di 591 kg/t di CO<sub>2</sub>. Con questi dati, la produzione di CO<sub>2</sub> sarebbe nettamente maggiore per una discarica che per un inceneritore.
[[File:SMOKESTACKS OF THE HOLMES ROAD INCINERATOR, NO LONGER POLLUTE THE ATMOSPHERE. THE PLANT PREVIOUSLY BURNED OLD... - NARA - 557412.jpg|thumb|Un inceneritore a Houston, in Texas, chiuso nel 1974 dopo le proteste dei residenti e delle scuole vicine. L'impianto era utilizzato per incenerire batterie di automobili esauste, materiali plastici e altri rifiuti urbani per i quali non era stato progettato.]]
D'altro canto, le discariche controllate abbinate agli impianti di preselezione (TMB) e/o compostaggio con produzione di ''[[biogas]]'' permettono il recupero del metano di fermentazione (i citati 1181 kg/t equivalenti di CO<sub>2</sub>) riducendo drasticamente le emissioni di gas serra della discarica: eliminando semplicemente questa componente dal confronto la discarica risulterebbe in vantaggio sull'inceneritore.
{{...|chimica}}
 
== Normativa ==
Questi dati sono solo indicativi, dal momento che – a seconda delle tipologie di impianti, rifiuti e trattamenti considerati –, le conclusioni possono essere radicalmente diverse.
=== Africa ===
Si può tuttavia sicuramente concludere che le discariche non controllate (specie se vi si conferiscono rifiuti indifferenziati: situazione comune) sono la soluzione peggiore anche dal punto di vista dei gas serra.
{{...|chimica}}
 
=== America ===
In un sistema moderno di gestione dei rifiuti, i rifiuti finali da smaltire sono gli scarti del compostaggio e gli scarti della raccolta differenziata; i primi sono di origine organica e quindi il loro smaltimento in una discarica controllata sarebbe una forma di sequestro della CO<sub>2</sub>, mentre i secondi costituiscono un'emissione negativa di CO<sub>2</sub> solo negli inceneritori, grazie al recupero energetico.
{{...|chimica}}
Sarebbero quindi necessari molti calcoli e indagini ulteriori, tuttavia non sembra che le emissioni di gas serra possano essere l'elemento dirimente nella scelta fra discariche e inceneritori, quanto ad esempio l'opzione «rifiuti zero» (per la quale si veda sopra).
 
==Note= Asia ===
{{references...|2chimica}}
 
==Voci= correlateEuropa ===
Ai sensi della gerarchia di gestione dei rifiuti, definita dalla [[Direttiva europea]] 2008/98/CE, l'incenerimento con recupero energetico ad alta efficienza si colloca al quarto livello di priorità dopo prevenzione, preparazione per il riutilizzo e recupero di materia, mentre precede lo smaltimento finale in discarica controllata. Fermo restando che, secondo la medesima Direttiva, tale gerarchia può essere rivista per specifici flussi di rifiuti.
* [[Centrale elettrica]]
* [[Cogenerazione]]
* [[Combustibile Derivato dai Rifiuti|CDR]]
* [[Gestione dei rifiuti]]
* [[Incenerimento]]
* [[Inquinamento atmosferico]]
* [[Particolato]]
* [[Rifiuti solidi urbani]]
* [[Riciclaggio]]
* [[Rifiuti]]
* [[Teleriscaldamento]]
==Altri progetti==
{{commonscat|Incineration}}
 
=== Oceania ===
==Collegamenti esterni==
{{...|chimica}}
===Quadro normativo===
== Note ==
*{{en}} [http://europa.eu.int/comm/environment/wasteinc/ Direttiva europea sull'incenerimento dei rifiuti]
<references/>
*[http://www.federambiente.it/moduli/Termovalorizzatori_3-marzo-2006/Dei%20Svaldi.pdf Schema sul Piano di sorveglianza e controllo negli impianti di smaltimento di rifiuti] (PDF)
 
== Bibliografia ==
===Funzionamento degli inceneritori e informazioni generali===
* {{Cita libro|autore=Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|titolo=Reference Document on the Best Available Techniques for Waste Incineration|città=Seviglia|editore=European Commission|anno=2006|url=http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|accesso=1º luglio 2013|formato=pdf|cid=Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130626034901/http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|dataarchivio=26 giugno 2013|urlmorto=sì}}
*[http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf Scheda monografica riassuntiva sul recupero di energia da rifiuti]
*[http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/ato_r/pdf/studio_termovalorizzatore.pdf Studio sul futuro inceneritore torinese del Gerbido] (con una panoramica sugli inceneritori e molti dati interessanti sulle emissioni di inquinanti: Pdf 2,84 MB)
*[http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=1284&menuindex=1 Atti del convegno «La termovalorizzazione dei rifiuti in Italia: l'esperienza di esercizio e l'applicazione delle nuove tecnologie»] (Milano, 22 settembre 2006)
*[http://www.ilb2b.it/newsletter_ambiente/notizia.asp?numero=7&data=14%20settembre%202005&id=20050914011 Zero discarica, 100% recupero], articolo sul riciclaggio delle scorie prodotte dagli inceneritori (14-09-2005)
 
== Voci correlate ==
*Il recupero energetico degli inceneritori:
*[[Inceneritori in Italia]]
**[http://www.energialab.it/frames/FAQs.asp?Sez=38 Energia da rifiuti: domande e risposte]
*[[Termovalorizzatore]]
**[http://www.dsa.unipr.it/trezzo/uni_parma/capitoli/tecnologie/recupero_di_energia_dalla_combustione_di_rsu.htm Il recupero di energia dalla combustione di RSU]
*[[Gassificatore]]
*[[Teleriscaldamento]]
*[[Cogenerazione]]
*[[Inquinamento atmosferico]]
*[[Diossine]]
*[[Pirolisi]]
*[[Incinerator bottom ash]]
 
== Altri progetti ==
===Valutazioni della termovalorizzazione===
{{interprogetto|wikt}}
*[http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=39&menuindex=1 La termovalorizzazione e la politica impiantistica per un corretto smaltimento] (PDF)
*[http://www.altreconomia.it/index.php?module=subjects&func=viewpage&pageid=309 Il termovalorizzatore Silla 2 di Milano: uno spunto per l'analisi dei costi economici e ambientali dei termovalorizzatori]
*[http://www.lanuovaecologia.it/energia/politiche/4596.php Quando il recupero è energia – Filiere di gestione dei rifiuti a confronto. Tenendo conto di Kyoto]
* {{en}} [http://www.qualenergia.it/UserFiles/Files/Rf_Te_TT_Waste%20Incineration_2005.pdf Documento del ministero dell'ambiente tedesco sull'impatto ambientale degli inceneritori] (PDF)
 
== Collegamenti esterni ==
===Esempi di termovalorizzatori===
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.gruppohera.it/ambiente/?sub=termovalorizzatori I termovalorizzatori del gruppo HERA]: informazioni varie e dati aggiornati quotidianamente sulle emissioni in atmosfera
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20130801031608/http://www.qualenergia.it/UserFiles/Files/Rf_Te_TT_Waste%20Incineration_2005.pdf Documento del ministero dell'ambiente tedesco sull'impatto ambientale degli inceneritori] (PDF)
*[http://www.dsa.unipr.it/trezzo/ Valutazione di Impatto Ambientale del termovalorizzatore di Trezzo]
* {{Cita libro|autore=Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|titolo=Reference Document on the Best Available Techniques for Waste Incineration|città=Seviglia|editore=European Commission|anno=2006|url=http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|accesso=5 gennaio 2020|cid=Bats|formato=pdf|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180712200507/http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|dataarchivio=12 luglio 2018|urlmorto=sì}}
*[http://www.termotrezzo.it/ Il termovalorizzatore di Trezzo sull'Adda]: Cos'è, come funziona, FAQ
* {{Cita libro|titolo=Rapporto rifiuti 2019|città=|editore=Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale|anno=2019|ISBN=978-88-448-0971-3|url=http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2019|cid=Rapporto2019|formato=pdf}}
*[http://www.geofor.it/azienda/termovalorizzatore/descrizione Termovalorizzatore di Ospedaletto] con
*[http://www.termovalorizzatore.it Il termovalorizzatore di AER SPA]
*[http://www.beabrianza.it/incenerimento.htm Descrizione del termovalorizzatore di Desio (MI)]
 
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