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|immagine = Pitina IGP 01.jpg
|paese = Italia
|nome = Pitina (Peta o pitinaPetuccia)
|categoria = secondo
|settore = Carni
|riconoscimento = IGP
|zona = [[provinciaPrealpi diCarniche]] ([[Valcellina]] e [[Val PordenoneTramontina]])
|regione = Friuli-Venezia Giulia
}}
 
NellaLa [[cucina'''pitina''' friulana]](o laanche '''pitinapeta''' o '''petuccia''') è una [[polpetta]] di [[carne]] affumicata originaria della [[Val Tramontina]], anelle nord[[Prealpi diCarniche|Prealpi [[Pordenonecarniche]], in [[Friuli -Venezia Giulia]].
 
== Origine ==
[[File:Pitina.jpg|miniatura|Pitina]]
con [[verdure]] e [[fritto]]]]
Sembra che già nella prima metà del 1800dell'[[Ottocento]] fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Frassaneit, località sita nel comune di [[Tramonti di Sopra]]<ref name="prot_Piti">{{Cita web |titolo=Pitina |sito=protramontidisopra.it |url=http://www.protramontidisopra.it/it-it/pitina.html |accesso=5 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180705151709/http://www.protramontidisopra.it/it-it/pitina.html |dataarchivio=5 luglio 2018 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Originalmente la pitina era composta esclusivamente da carni [[ovini|ovine]] o [[caprini|caprine]] o da [[selvaggina]] [[ungulati|ungulata]] d'alta montagna ([[camoscio]] o [[capriolo]]). La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c'erano possibilità di reperire [[budella]] per insaccare la [[carne]] e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire questa carenza. La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati. Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l'abbattimento di un camoscio, erano l'occasionale condizione per l'immediata preparazione delle Pitine.
 
== Realizzazione tradizionale ==
In passato, nelle valli ameridionali nord didelle [[PordenonePrealpi Carniche]], quando si abbatteva un [[camoscio]] o un [[capriolo]], se si feriva o ammalava una [[pecora]] o una [[capra hircus|capra]] (troppo preziose per essere seppellite) era d'obbligo trovare un metodo di conservazione di lungo periodo. Proprio dall'esigenza di conservazione delle carni nacque la pitina e le sue varianti<ref name="fond_Piti">{{Cita web |titolo=Pitina |sito=Fondazione Slow Food |url=https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/pitina/ |accesso=5 luglio 2018}}</ref>. L'animale veniva disossato e la carne triturata finemente nella pestadora (un ceppo di legno incavato). Alla carne si aggiungevano sale, aglio, pepe nero spezzettato. Con la [[carne macinata]] si formavano piccole polpette, si passavano nella [[farina di mais]] e si facevano affumicare sulla mensola del focolare bruciando soprattutto legno di [[pino mugo]]. Una volta affumicata la pitina poteva resistere per molti mesi e diventava quindi un riferimento nella dieta dei tramontini.
 
== Zona di produzione ==
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== Peta, pitina, petuccia ==
Generalmente considerati sinonimi questi tre nomi in realtà fanno riferimento a tre prodotti diversi. Peta (di [[Andreis]]), pitina (della Val Tramontina) e petuccia (diBarcis e [[Claut]]) sono i nomi di tre polpette di carne originarie di differenti aree geografiche delladelle provincia[[Prealpi pordenoneseCarniche]] nel [[Friuli occidentale|Friuli Occidentale]]. I prodotti differiscono per lo più per le dimensioni, per il tipo di carne prevalentemente usato nella loro realizzazione e per le erbe utilizzate per aromatizzare la carne durante la fase dell'[[affumicatura]].
 
== Note ==
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==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Portale|cucina|Friuli-Venezia Giulia}}