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La '''Loggia Amulea''' è un palazzo in stile neogotico situato nel Prato della Valle, la più grande piazza di Padova. Il palazzo è stato sede dei vigili del fuoco di Padova dal 1906 al 1989; in seguito ospita alcuni uffici comunali. Il fronte della costruzione è caratterizzato da un elegante loggiato; nella sala adiacente alla grande balconata vengono talora celebrati i matrimoni civili.
{{Edificio religioso
|Nome = Chiesa di Santa Eufrasia
|Immagine = Chiesa Santa Eufrasia, Pisa.JPG
|Didascalia = La facciata
|Larghezza =
|Città = [[Pisa]], via dei Mille
|Regione = {{IT-TOS}}
|SiglaStato = ITA
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|InizioCostr = [[780]]
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}}
La '''chiesa di Santa Eufrasia''' si trova in via dei Mille a [[Pisa]], nella zona settentrionale della città, un tempo chiamata "Cortevecchia"<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Fabiana|cognome=Susini|titolo=Chiese non più chiese : inediti itinerari pisani tra sacro e profano|url=https://www.worldcat.org/oclc/1112566917|accesso=2021-07-01|edizione=I edizione|data=dicembre 2018|p=46|OCLC=1112566917|ISBN=978-88-255-2050-7}}</ref>.
 
== Storia ==
La chiesa è documentata dal [[780]] (viene citata nell'atto di fondazione del [[monastero benedettino]] di S. Savino<ref name="tusismo.pisa">{{Cita web|url=http://www.turismo.pisa.it/it/cultura/dettaglio/Chiesa-di-Santa-Eufrasia-00002/|titolo=Chiesa di Santa Eufrasia|sito=turismo.pisa.it|accesso=2018-04-11|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180412001418/http://www.turismo.pisa.it/it/cultura/dettaglio/Chiesa-di-Santa-Eufrasia-00002/|dataarchivio=12 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>) ma risale nelle forme attuali al [[1124]], quando fu intitolata alle sante [[Santa Eufrasia|Eufrasia]] e [[Santa Barbara|Barbara]] dal cardinale Cristofano Malcondime<ref name=":0">{{Cita web|url=http://m.pisaonline.it/infos.asp?mode=pisa&pagina=dintorni&ide=www&IDRIC=791&lingua=ita|titolo=Chiesa di Santa Eufrasia Pisa|sito=m.pisaonline.it|accesso=2021-06-24}}</ref>.
 
Dopo essere stata sotto il patronato della famiglia Griffi e poi della famiglia San Casciani, dal 1691 passò sotto la giurisdizione della conventuale dell’[[Ordine di Santo Stefano papa e martire|Ordine di Santo Stefano]].<ref name=":0" />I restauri principali risalgono all'inizio del [[XVII secolo]] e al 1717, quando l’edificio passò ai Teresiani Scalzi dell’[[Ordine dei carmelitani scalzi|Ordine Carmelitano]]. L'interno ad aula unica, inoltre, fu ristrutturato nel [[XVIII secolo]], come si può notare dalle cornici in stucco che rivelano la preponderanza della ''facies'' settecentesca. A quest'epoca risale anche la parte superiore della [[facciata]] in mattoni.<ref name="tusismo.pisa" />Gli [[Altare|altari]] laterali sono del 1720, come le [[Decorazione|decorazioni]] in stucco. I lavori si conclusero nel 1730 e la chiesa fu riaperta al culto.<ref name=":0" />
=== La lunga gestazione di Jappelli ===
Dopo l'incendio del 1822, che distrusse il preesistente Collegio Amuleo, si cercarono alternative per la ricostruzione di quello spazio. Nel 1827 Giuseppe Jappelli avanzò una proposta, rispondendo alle esigenze dell'amministrazione, che richiedeva un edificio di rappresentanza: questo progetto avrebbe dovuto prevedere un loggiato ionico con un porticato di pilastri squadrati. Tuttavia, l'idea di Jappeli era quella di aggiungere altri elementi, come sale da caffè, da ballo, da gioco, un teatro diurno, costruendo attorno all'edificio di rappresentanza un insieme di luoghi per la collettività sociale, che andavano a integrarsi, ampliandolo, con il progetto del loggiato. Quest'idea venne però abbandonata già nel 1832, quando Jappellì presentò - per gli spazi intorno all'ex Collegio - il progetto di una caserma. Nel 1847, dopo circa venti anni di attese, i progetti di Jappelli ancora non erano ancora stati messi a cantiere, mentre erano parzialmente mutate le esigenze dell'amministrazione che preferì assegnare il luogo come dimora del generale del secondo corpo del Regno Lombardo-Veneto.[1]
 
[[File:Chiesa di Santa Eufrasia.jpg|thumb|Altare maggiore|sinistra]]
=== Il progetto di Maestri ===
Facciata del palazzo dei conti Passera da Genova (Padova)
 
Nel 1810 l’edificio passò alla Compagnia delle Sacre Stimmate di San Francesco.<ref name=":0" />Un nuovo restauro venne eseguito nel 1888 per l'interesse di Raffaello Torrini, rettore dell'[[Università di Pisa]].<ref name=":0" />
Jappelli morì nel 1852, ma i suoi progetti per l'ex collegio rimasero senza seguito, sia per il costo molto alto che avrebbero comportato che per la diminuita popolarità dell'architetto. Nel 1858 Eugenio Maestri presentò al podestà Francesco De Lazara il suo progetto per la Loggia Amulea che, rispetto a quelli avanzati da Jappelli, era più economico: questo fattore fu piuttosto rilevante, in quanto la realizzazione del progetto avrebbe rappresentato per l'amministrazione un investimento che si voleva produttivo, in quanto doveva assolvere alle funzioni di rappresentanza pubblica per le autorità ma anche di palco privilegiato per un pubblico pagante. Il progetto del Maestri si distaccava dallo stile neoclassico di Jappelli per abbracciare il revival del gotico italiano proposto da Pietro Selvatico nella direzione dello "stile nazionale" di Camillo Boito, anche attraverso un largo uso di terracotte negli elementi decorativi. La scelta stilistica non viene salutata favorevolmente né dalla stampa, che si schiera anche duramente contro la scelta municipale, né dalla critica, né dalla cittadinanza. [2]
 
Fino agli anni '60 del secolo scorso, prima di essere sconsacrata, è stata occupata dai Padri Salesiani, i quali gestivano anche un grande oratorio, frequentato da generazioni di ragazzi.<ref>{{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Gianfaldoni|titolo=Chiese e porte nella storia di Pisa : percorso intorno alle mura|url=https://www.worldcat.org/oclc/879152475|accesso=2021-07-01|data=2007|editore=CLD libri|pp=32-33|OCLC=879152475|ISBN=978-88-7399-199-1}}</ref>
Quest'opera, ritenuta però adeguata dall'amministrazione, valse al Maestri l'incarico per il restauro delle ex carceri dette "delle Debite", oggi Palazzo delle Debite.[2]
 
Nel 2011, durante dei lavori di restauro e recupero ad uso didattico ad opera dell'Università di Pisa, è stata trovata, nei locali attualmente sul retro della chiesa, sotto l'[[abside]], una camera ipogea a forma di ferro di cavallo con un pozzo centrale e un bancone lungo le pareti con incisi i nomi dei defunti, tutti del XVIII secolo.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.unipi.it/index.php/tutte-le-news/item/245-unantica-camera-mortuaria-sotto-santeufrasia|titolo=Un'antica camera mortuaria sotto Sant'Eufrasia|pubblicazione=UNIPI News|editore=Università di Pisa|data=|accesso=2018-04-11}}</ref> Attualmente è in uso all'Università di Pisa ed è sede di una delle sale studio della biblioteca di Antichistica.
 
== Descrizione ==
La [[Facciata a capanna|facciata]] dell'edificio è a capanna e si presenta composta da due parti: in quella inferiore è ancora visibile la costruzione medievale in conci di pietra e il portale con lunetta a tutto sesto, mentre in quella superiore, interamente in [[laterizio]], è dovuta a interventi del XVIII secolo. Sono presenti tamponamenti di finestre, operati in momenti diversi.<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Franco|cognome=Paliaga|titolo=Le chiese di Pisa : guida alla conoscenza del patrimonio artistico|url=https://www.worldcat.org/oclc/27887054|accesso=2021-07-01|data=1991|editore=Ets|p=104|OCLC=27887054|ISBN=88-7741-604-1}}</ref>
 
L’interno ha una aula unica, absidata, arricchita da un'orchestra in controfacciata, con [[volta a botte]] e presenza di [[Lesena|lesene]]; le colonne, i pilastri e le cornici in stucco sono segnali degli interventi settecenteschi.<ref name=":1" /> Sulla parete sinistra si segnala la presenza di un altarino settecentesco in marmo bianco, dedicato a [[Domenico Savio|San Domanico Savio]], a cui ne segue un altro in marmi policromi e mensa in pietre dure dedicato a Santa Teresa. L'arco trionfale è decorato con putti reggicartiglio in stucco. Due altarini con stessi elementi si trovano anche sulla parete destra.<ref name=":2" />
[[File:Chiesa di Santa Eufrasia 2.jpg|thumb|Controfacciata|sinistra]]
 
Sull'[[altare maggiore]], realizzato dai Vaccà, si trovava un Crocifisso ligneo di Giuseppe Giacobbi; nell'abside, invece, quattro tele, oggi perdute, di Giovanni Camillo Gabrielli<ref>{{Cita libro|nome=Maria Luisa|cognome=Ceccarelli Lemut|nome2=Stefano|cognome2=Renzoni|titolo=Pisa e le sue chiese dal Medioevo a oggi|url=https://www.worldcat.org/oclc/864824613|accesso=2021-07-01|data=2013|p=137|OCLC=864824613|ISBN=978-88-6315-591-4}}</ref> Le tele degli altari - ''Morte di Santa Teresa'' di [[Mauro Soderini]] e ''Morte di San Giuseppe'' di [[Francesco Conti (pittore)|Francesco Conti]] e [[Ignazio Hugford]] - attualmente sono conservate nella vicina [[Chiesa di San Sisto (Pisa)|chiesa di San Sisto]] e nel [[Museo nazionale di San Matteo|Museo di San Matteo]]. Un'altra tavola, duecentesca, raffigurante la Madonna e le due sante Eufrasia e Barbara, probabilmente parte di una [[Pala d'altare|pala d’altare]], in seguito alla sconsacrazione della chiesa venne collocata nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa, in via Parini.<ref name="tusismo.pisa" />
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|autore=Franco Paliaga|autore2=Stefano Renzoni|titolo=Chiese di Pisa. Guida alla conoscenza del patrimonio artistico|edizione=seconda edizione riveduta, corretta, ampliata|anno=1999|editore=ETS|città=Pisa|ISBN=88-7741-604-1}}
* {{Cita libro|autore=Paolo Gianfaldoni|titolo=Chiese e porte nella storia di Pisa. Percorso intorno alle mura|anno=2007|editore=CLD|città=Fornacette|ISBN=978-88-7399-199-1}}
* {{Cita libro|autore=Maria Luisa Ceccarelli Lemut|autore2=Marco Manfredi|autore3=Stefano Renzoni|titolo=Pisa e le sue chiese. Dal medioevo a oggi|data=2013|editore=Pacini|città=Pisa|ISBN=978-88-6315-591-4}}
* {{Cita libro|autore=Fabiana Susini|titolo=Chiese non più chiese. Inediti itinerari pisani tra sacro e profano|anno=2018|editore=Aracne|città=Canterano|ISBN=978-88-255-2050-7}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Pisa]]
* [[Università di Pisa]]
* [[Mauro Soderini]]
* [[Francesco Conti (pittore)|Francesco Cont]]<nowiki/>i
* [[Ignazio Hugford]]
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://web.rete.toscana.it/Fede/|Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana}}
 
{{Chiese toscane}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Toscana}}