L'essere e il nulla: differenze tra le versioni
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| Riga 24: '''''L'Essere e il Nulla''''' (''L'Être et le Néant: Essai d'ontologie phénoménologique'') è un [[saggio]] di [[ontologia]] [[fenomenologia|fenomenologica]] pubblicato da [[Jean-Paul Sartre]] nel 1943 nel quale l'autore afferma che l'esistenza dell'individuo precede l'essenza e che il libero arbitrio esiste. Secondo la formula, espressa con un pensiero contraddittorio, scelta da Sartre per individuare la tragica natura dell'esistenza umana, «l'uomo è condannato a essere libero»; la necessità di dare un senso a questa tragedia implica un obbligo: la nostra responsabilità a inventare un significato<ref>François Noudelmann</ref>. == L’essere è considerato nel '''fenomeno''' (essere del fenomeno) e nella '''coscienza''' (essere della coscienza); l’analisi, condotta con metodo fenomenologico, giunge dall’«essere del fenomeno» alla coscienza che, nel «cogito preriflessivo», si rivela come «coscienza (di) sé», il cui «tipo di essere» non è «un possibile prima dell’essere, ma […] la sorgente e la condizione di ogni possibilità».  In tale prospettiva è l’«esistenza» stessa della coscienza a implicarne «l’essenza» (Introduzione). L’'''‘essere-in-sé’''' (être-en-soi), ossia l’essere dei fenomeni, statico e atemporale, «massiccio», «opaco» e «brutalmente esistente», che «non può mai essere altro che ciò che è»; '''l’‘essere-per-sé’''' (être-pour-soi), ossia l’essere della coscienza, dinamico e temporale, che si «crea» costantemente e «non può coincidere con sé».  L’essere-per-sé, antitetico all’essere-in-sé, in quanto lo nega, delimitandolo e circoscrivendolo continuamente, si configura come non-essere e ciò avvia la riflessione ontologica sul nulla.  L'''’essere-per-sé della coscienza è infatti negazione (négatité) mediante la quale essa genera il «nulla»''' (néantisation) dentro e intorno a sé. La negazione riposa sulla condizione ineliminabile della '''«libertà»'''; l’uomo, per poter porre il nulla, «deve» essere libero, poiché in caso contrario la coscienza apparterrebbe completamente all’essere-in-sé e le modalità dell’interrogazione e della negazione non sorgerebbero. Tale libertà è presenza del «nulla» dentro di noi, è «angoscia» di essere proiettati verso un cangiante essere-per-sé, cui le «routines» e i comportamenti di «malafede» non possono ovviare; l’uomo è «condannato alla libertà». Il per-sé comporta un mondo in cui sono presenti altre coscienze e la relazione con gli altri comporta una reciproca oggettivazione e reificazione, ossia il «per-altri» (par-autrui) rivelato dall’analisi fenomenologica dello «sguardo», della «vergogna», dell’«odio» e del linguaggio, in cui Sartre recupera la riflessione hegeliana della dialettica servo-padrone. L’esistenza degli altri definisce lo scenario in cui l’anelito all’«autenticità» si realizza, ==Edizioni italiane== Riga 49 ⟶ 59: == Collegamenti esterni == * {{Collegamenti esterni}} * [http://www.filosofico.net/sartre5es6erenul75la.htm ''Sinossi dell'opera''] a cura di [[Giuseppe Tortora]] su filosofico.net | |||