Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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{{P|Voce enfatica e celebrativa, sembra scritta da qualcuno della famiglia Scheggi. Da correggere/ridurre|biografie|maggio 2021}}
{{Citazione|''La ricerca di Paolo Scheggi attraversa diversi campi del sapere e discipline differenti, dalle arti visuali
{{Bio
|Nome = Paolo
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== Biografia ==
Nasce a [[Settignano]] nel 1940
Rientrato a [[Firenze]] espone in alcune mostre collettive alla Galleria Numero di [[Fiamma Vigo]] dove, frequentando eventi, incontri e dibattiti, entra in contatto con le tendenze artistiche [[Anticonformismo|anticonformiste]] e [[Avanguardia (arte)|avanguardiste]] del dopoguerra<ref name="A" >{{cita web|url=http://www.associazionepaoloscheggi.com/mostre_collettive.htm|titolo= Paolo Scheggi - Mostre collettive|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
Nel 1961 alla Galleria della Vigna nuova di Sergio Santi, la sua prima mostra personale: ''Itinerario plastico prestabilito. 18 monotipi dal bianco e dal nero''<ref name="P" />.
Con un gruppo di amici letterati fonda la rivista d'arte e letteratura ''Il malinteso. Periodico di discussione'', un foglio di cultura e critica artistico-letteraria che ospiterà anche una riflessione di [[Jean-Paul Sartre]]<ref>{{cita web|url=https://www.fristitutodarte.com/categoria-prodotto/artisti/scheggi-paolo/|titolo=Paolo Scheggi in FR Istituto d'Arte Contemporanea|accesso=2 maggio 2021|dataarchivio=2 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210502091248/https://www.fristitutodarte.com/categoria-prodotto/artisti/scheggi-paolo/|urlmorto=sì}}</ref>.
Si trasferisce a [[Milano]], ospite della casa-sartoria di [[Germana Marucelli]], donna colta e raffinata<ref name="F" >{{cita web|autore= Luca Scarlini|url=https://www.mariolucagiusti.it/rassegna_stampa/1166.pdf|titolo= Nei mondi di Scheggi, il fiorentino che rivoluzionò l'arte|pubblicazione=Ritratto d'autore||data =15 marzo 2018}}</ref>, creatrice di moda di grande successo, sua conterranea e lontana parente {{#tag:ref|La nonna materna di Scheggi era cugina di primo grado di Germana Marucelli<ref>{{cita web|autore= Elisabetta Scheggi|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Mio fratello|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pag. 27 |Firenze|data =2007/2008}}</ref>.|group=N}}. Fernanda Pivano, che ha scritto di Scheggi in diverse occasioni<ref>{{cita news|autore= Luca Scarlini|url= https://www.ilgiornale.it/news/getulio-alviani-e-larte-indossata-divisa-1663987.html|titolo= Il racconto di Fernanda Pivano in un articolo di Vittorio Sgarbi su Il Giornale.it|pubblicazione=Ritratto d'autore|data =15 marzo 2018}}</ref>, racconta di essere stata lei stessa a promuovere la collaborazione dell'artista con la Marucelli, con cui stringerà un solido e proficuo sodalizio<ref>{{cita news|autore= Irene Brin|url=|titolo= La Donna - Frutto|pubblicazione=Corriere d'Informazione |data=21 gennaio 1969}}</ref>.
[[File:Germana Marucelli 1962.jpg|miniatura|left|Paolo Scheggi, ''Intersuperficie curva'' in dialogo con un Abito da mare, linea Camicioni, collezione primavera-estate [[1963]] di Germana Marucelli. I motivi a stampa verde e nero su disegno di Paolo Scheggi. Installazione al [[Museo Salvatore Ferragamo|Museo Ferragamo]], Firenze, 2017]]
Attratto da questo mondo, Scheggi dipinge tessuti per alcune collezioni {{#tag:ref|La linea 'Assiria', un completo ribaltamento nella concezione del vestire, viene presentata a [[Palazzo Pitti]] nel gennaio 1962, gli abiti sono dipinti a mano da Scheggi con colori insoliti e brevi pennellate: «I capi nascono neutri e solo una volta visto il modello in movimento sull'indossatrice è decretato il colore. A volte i motivi, brevi pennellate eseguite a mano da Paolo Scheggi su shantung di seta, ricoprono l'intero abito, altre volte, invece, sottolineano soltanto alcuni dettagli, quasi a voler schematizzare la figura. La direzione del segno costituisce la struttura dell'abito e il corpo, passato ora in second'ordine, svanisce per far emergere la vera essenza dell'essere umano: il movimento, in altri termini la vita.»
Frequenta in città numerose mostre autogestite, espressione dei tanti gruppi che andavano allora nascendo: sono attivi il ''Gruppo Zero'' di [[Düsseldorf]]{{#tag:ref|Il 'Gruppo Zero' nasce nel 1957 su iniziativa del pittore Heinz Mack e dello scultore [[Otto Piene]], ai quali si affianca Günther Uecker<ref>{{cita web|url=http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|titolo=Focus sul Gruppo Zero: Realismo+Astrattismo=Zero|accesso=28 marzo 2021|dataarchivio=2 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210502091246/http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|urlmorto=sì}}</ref>.| group=N}} (cui aderisce anche [[Piero Manzoni]] che, con [[Enrico Castellani]] e [[Agostino Bonalumi]], è fra i fondatori del ''Gruppo Azimuth''), il [[Gruppo N (artisti)|Gruppo N]] e il [[Gruppo T]].
Tutte esperienze vicine al mondo del design con cui condividono la visione dell'opera d'arte come momento e prodotto finale di un progetto che deve sempre tener conto dell'interazione e della fruizione di chi a quell'opera e a quel progetto si accosta<ref>{{cita web|url=http://www.edueda.net/index.php?title=Gruppo_Zero|titolo= Gruppo Zero|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
Frequenta i primi esponenti di [[Arte programmata]] e conosce [[Bruno Munari]] e [[Lucio Fontana]]; quest'ultimo riconosce in Scheggi il talento in una lettera che verrà pubblicata nel catalogo della seconda mostra personale a [[Bologna]], Galleria Il Cancello, tenutasi nel 1962 e intitolata ''Paolo Scheggi Merlini. Per una situazione'', con opere monocrome caratterizzate dalla sovrapposizione di tre tele diversamente forate<ref name="P"/><ref>{{cita web|url=https://mucciaccia.com/it/paolo-scheggi/|titolo= Biografia di Paolo Scheggi|accesso=28 marzo 2021}}</ref><ref name= "IL">{{cita news|autore= Ilaria Bignotti|url=https://core.ac.uk/download/pdf/41181647.pdf|titolo= Paolo Scheggi: dall'Intersuperficie all'Intercamera. L'opera oltre la parete, al di là del muro: per vivere uno spazio, per agire il tempo|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
Di lui, nel 1963, si occupano [[Giulio Carlo Argan]] e, soprattutto, [[Lara Vinca Masini]] che lo presenta alla collettiva 'Monocroma' indirizzandolo verso una pittura che gli si dimostrerà congeniale<ref name="A" />.
Nello stesso anno, due sue opere sono accolte da [[Palma Bucarelli]] nella Collezione della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]].
Nel 1964 partecipa alla mostra ''44 protagonisti della visualità strutturata'' organizzata da [[Carlo Belloli]] per la Galleria Lorenzelli di Milano e stringe rapporti con [[Getulio Alviani]], [[Umbro Apollonio]], [[Germano Celant]] e [[Alessandro Mendini]]<ref name="V">{{cita web|url=https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/artisti/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi in Peggy Guggenheim Collection|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.
Alla Galleria del Deposito di [[Genova]], viene allestita la sua terza personale: ''Sette Intersuperfici curve bianche + un Intersuperfice curva dal rosso + compositori spaziali'', con testo critico dello stesso Belloli<ref name="CN" />. Nel contesto di quella mostra, che sembra sottolineare una ricerca volta all'integrazione fra arte e architettura, nasce il ''Compositore cromo-spaziale'', realizzato per la Sala Sperimentale di Bruno Munari e [[Marcello Piccardo]] ed esposto alla [[XIII Triennale di Milano]] dedicata al tema del tempo libero. La stessa mostra viene ospitata, alla fine del 1964, dalla Galleria Smith a [[Bruxelles]]: prima esposizione di Scheggi all'estero<ref name= "P" />.
Nello stesso anno conosce e sposa nel mese di ottobre, Franca Dall'Acqua (1941–2020)<ref name="R">{{cita news|autore=Matteo Galbiati|url=https://www.espoarte.net/arte/franca-scheggi-dallacqua-concretezza-di-un-sogno-esaudito/|titolo=Intervista a Ilaria Bignotti in Franca Scheggi Dall'Acqua, concretezza di un sogno esaudito|pubblicazione=Espoarte|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021}}</ref>.
Nel gennaio 1965 presenta al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' il manifesto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale, elaborato e firmato con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]], che delinea una visione dell'arte inserita in contesti sempre più ampi.
In primavera appronta la nuova sede della sartoria Marucelli, alla cui progettazione architettonica e ambientale aveva iniziato a lavorare fin dall'anno precedente con la collaborazione di Getulio Alviani e di Carla Venosta, Viene inaugurata con la sfilata di abiti [[Op art|optical]] di cui sono spettatori, fra gli altri, [[Lucio Fontana]]{{#tag:ref|«Scheggi viene spesso visto come un «successore di Fontana, laddove Fontana chiede all'osservatore di guardare al di là della tela, il lavoro di Scheggi, come stratificazione della tela, occupa lo spazio stesso dell'osservatore, spingendolo a guardare al suo interno» <ref name="G" />.|group=N}} e [[Gillo Dorfles]] e di cui Getulio Alviani è l'operatore plastico {{#tag:ref|Scheggi, progetta il nuovo atelier della sartoria Marucelli, un ambiente innovativo considerato dalla critica d'arte Lara Vinca Masini: «uno dei suoi primi elementi vivibili di integrazione plastica all'architettura». Pareti bianche, e moquette grigia, mobili neri laccati e lampade in alluminio (di Alviani/Scheggi). A contrasto le opere di Scheggi: il ''Compositore spaziale'' rosso vermiglio collocato all'ingresso e l{{'}}''Intersuperficie curva'' blu cobalto incassata nella parete. Energia di colori e di luci generate da lampade poste a terra<ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/le-sfilate-in-atelier/|titolo= Inaugurazione del nuovo atelier Marucelli progettato da Scheggi nel 1965|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}.
L'adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all'esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]]<ref name="A" />.
Dorfles lo ascrive tra gli esponenti della Pittura Oggetto {{#tag:ref|«La volumetria delle opere di Scheggi fa sua la pionieristica idea di ‘pittura-oggetto', come teorizzato da Gillo Dorfles nel suo saggio "Pittura-Oggetto" a Milano»<ref name="G">{{cita news|autore=|url=https://artslife.com/2013/11/27/paolo-scheggi-in-mostra-a-londra-dopo-40-anni/|titolo=Paolo Scheggi in mostra a Londra dopo 40 anni|pubblicazione=Artslife|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.|group=N}} e lo accoglie nella redazione della sezione di Disegno industriale della rivista [[Marcatré]]{{#tag:ref|Scheggi fa parte della redazione della sezione di Disegno industriale della rivista Marcatrè, diretta da Gillo Dorfles, assieme a [[Filiberto Menna]] e Germano Celant <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Pagine di Design. "Gillo Dorfles e il Marcatrè"|autore = Eugenia Battisti|url=https://www.horti-hesperidum.com/hh/wp-content/uploads/2019/02/08.Battisti-HH-2018-2GilloDorfles.pdf|città = |anno = 2019|cid = capitolo=}}</ref>.|group=N}}<ref>{{cita web|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=395&artgal=38&key=4210&lang=IT|titolo= Marcatrè Contributi di Lara Vinca Masini, Getulio Alviani e Paolo Scheggi, 1965, Annata: III, n. 14-15|data=22 marzo 2021}}</ref>.
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 02.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-ricostruzione fedele all'originale 2007, struttura portante di legno e fogli di legno dipinto di giallo curvati e fustellati, 540 x 435 x 320 cm, [[Museo Pecci|Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 01.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967- [[Museo Pecci|Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
La sua attività si alterna, quindi, tra le prime ''Pitture-oggetto a elementi modulari'' e le ''Intersuperfici curve o a zone riflesse'', utilizzando per tutta la sua ricerca il [[monocromo]]<ref>{{cita web|url= http://www.colossiarte.it/index.php?option=com_content&view=article&id=575:paolo-scheggi&catid=10:itabiografie |titolo= Paolo Scheggi in Colossi Lab|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
A maggio inaugura la sua prima esposizione a [[Venezia]], alla [[Galleria del Cavallino]], che intitola ''Intersuperfici curve'' (con introduzione di [[Umbro Apollonio]]), tenendo poi una personale a [[Palermo]] (galleria 'Il Chiodo') e una a [[Trieste]] ('Centro Arte Viva'), dal titolo ''Problemi sul cerchio-10 Intersuperfici curve bianche''<ref name="O" />.
Lavora in qualità di “operatore plastico” per lo studio Nizzoli Associati {{#tag:ref|Lo studio Nizzoli, che nasce per volontà di alcuni storici collaboratori del designer [[Marcello Nizzoli]]<ref>{{cita web|url=https://www.csacparma.it/fondo-nizzoli-associati-1965-1991/|titolo= Fondo archivistico Nizzoli Associati (1965-1991)|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>), si avvale di Scheggi come operatore plastico partecipando alla creazione progettuale di "Unità di abitazione C.E.C.A." e l'"ampliamento urbanistico di [[Bratislava]]" che lo porterà alla concezione di un "Intercamera plastica" (1967), sviluppo naturale del contenitore spaziale rosso realizzato per la sartoria Marucelli nel 1964<ref name="B">{{cita web|autore= Bruno Corà|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Paolo Scheggi: lo spazio davanti al buio|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pp. 11 - 18 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}}.
È l'artista italiano più giovane presente alla [[XXXIII Esposizione internazionale d'arte|XXXIII Biennale di Venezia]] nella sezione “Gruppi di opere: pitture, sculture e grafiche” (a cura di Nello Ponente), dove presenta quattro ''Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu''<ref>{{cita web|url=https://iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/istituto/sala-stampa_0/paolo-scheggi-au-dela-de-la-toile.html|titolo=Paolo Scheggi. Au-delà de la toile, exposition|accesso=28 marzo 2021|dataarchivio=22 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210122010936/https://iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/istituto/sala-stampa_0/paolo-scheggi-au-dela-de-la-toile.html|urlmorto=sì}}</ref>.
Nell'estate di quell'anno, l'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell'ambiente, concretizzandosi nell{{'}}''Intercamera plastica''<ref>https://www.treccani.it/enciclopedia/environment_%28Enciclopedia-Italiana%29/</ref> (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante), presentata da Umbro Apollonio alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]].
Il 1967 inizia riproponendo alla Galleria del Naviglio (fra dicembre 1966 e gennaio 1967), la ''Intercamera plastica''; nell'estate successiva, l'opera è tinta di bianco {{#tag:ref|L{{'}}''Intercamera plastica'' sarà oggetto di una serie di lezioni intitolate ''Metaprogettualità strutturali'', tenute da [[Dino Formaggio]] nel corso 'Metoldologie della visione' alla [[Politecnico di Milano|Facoltà di Architettura di Milano]]<ref name= "IL" />. Quest'opera diventa la base per una proposta di cellula abitativa nella tesi di Carlo Ferrario, Franco Ferrari e Maddalena Montagnani, in cui il modulo compositivo si estendeva dal livello abitativo a quello [[Elemento architettonico|architettonico]] e [[Urbanistica|urbanistico]]<ref name= "IL" />.|group=N}} e proposta a [[Palazzo Trinci]] di [[Foligno]] alla mostra 'Lo spazio dell'immagine'{{#tag:ref|La mostra di Foligno del 1967, (riproposta da [[Italo Tomassoni]] nel 2009), sarà un importante evento di rottura: per la prima volta, gli artisti presentano opere plastiche in grado di interagire con gli spazi circostanti creando ambienti a volte percorribili nel proprio interno e offrendo ai fruitori punti di vista nuovi e inattesi, come ben spiegato da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]] nella prefazione del catalogo<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)|autore = Diego Esposito|città = Salerno|anno = anno accademico 2012/2013|cid = |url= http://elea.unisa.it/bitstream/handle/10556/1869/tesi%20D.%20Esposito.pdf?sequence=1&isAllowed=y|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>. La mostra sarà ricordata come «uno degli eventi più importanti degli anni Sessanta forse anche su scala [[Europa|europea]]»<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Lo spazio e l'immagine, arte italiana degli anni sessanta - catalogo della mostra|autore = Italo Tomassoni|città = Foligno, Ginevra, Milano|anno = 2009 - 2010|cid = capitolo=Lo spazio dell'immagine e il suo tempo}}</ref>.|group=N}}.
In questo periodo la ricerca di Scheggi si afferma anche nei [[Scandinavia|Paesi scandinavi]] con la partecipazione alla First Scandinavian Biennale, tenutasi al [[Palazzo di Charlottenborg]], [[Copenaghen]] con la presentazione di ''Trends confronted – objectual figuration – visual art'' all'[[Istituti italiani di cultura all'estero|Istituto di Cultura]] a [[Stoccolma]]<ref name="A" />.
Negli anni precedenti era già stato presente in molte internazionali, quali:<ref name="C">{{Cita|Catalogo Fondazione Biscozzi Rimbaud|p. 205, 206.}}</ref>:
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* Graphics '67 Italy, tenutasi alla University of [[Kentucky]] Art Gallery;
* Italian Abstract Art alla Roland Gibson Art Foundation a [[Potsdam (New York)|Potsdam]], New York;
* Painting and Sculpture Today – '67, quinta esposizione annuale di opere
* XX Century Italian Art al [[Baltimore Museum of Art]];
* Nueva Tendencja Italiana, mostra organizzata da Umbro Apollonio al [[Museo d'Arte Moderna di Buenos Aires]], in [[Argentina]].
Il 1968 è un anno di svolta, i 'gruppi' iniziano a sfaldarsi, lasciando spazio a
Tra la fine del 1967 e il febbraio [[1968]], con ''Con temp l'azione'', presentata prima alle gallerie torinesi 'Il Punto', 'Sperone' e 'Stein' {{#tag:ref|Nelle tre gallerie di Torino, “Gian Enzo Sperone”, “Il Punto” e “Christian Stein”, si inaugura ''Con temp l'azione'', mostra collettiva curata da Daniela Palazzoli, con la partecipazione di Getulio Alviani, [[Giovanni Anselmo]], [[Alighiero Boetti]], [[Luciano Fabro]], [[Mario Merz]], [[Aldo Mondino]], [[Ugo Nespolo]], Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Paolo Scheggi, Gian Enrico Simonetti, Gilberto Zorio <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = «Oltre l'oggetto»: qualche considerazione su Arte Povera e performance|autore = Claudio Zambianchi|città = |anno = |cid = |url = https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/694/oltre_l%27oggetto.pdf|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210502133431/https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/694/oltre_l%27oggetto.pdf|dataarchivio = 2 maggio 2021|urlmorto = sì}}</ref>.|group=N}} (a cura di [[Daniela Palazzoli]]), e poi a [[Lugano]], all{{'}}''Arts International club edizioni Flaviana'', si chiude per Scheggi un cerchio spirituale <ref name= "IL" />.
La sintesi ormai matura della ricerca di Scheggi si indirizza su due linee indipendenti: da un canto, proseguendo nelle ricerche concettuali verso una maggiore programmaticità dell'opera, Scheggi sviluppa le ricerche sugli ''Inter-ena-cubi'', (formati da moduli di cartone colorato e fustellato e plexiglas o da moduli di metallo smaltati); dall'altro si prepara ad approdare ad altri spazi, performati, pubblici e teatrali<ref name= "IL" /> e ad irrompere nello spazio urbano, superando qualunque ostacolo oggettivo legato alla stessa opera o all'ambiente circostante<ref name="B" />.
Primo esempio ne è la nascita di ''Interfiore'', allestita alla [[Galleria La Tartaruga]] di [[Roma]], all'interno della manifestazione 'Teatro delle mostre', dove il visitatore diventa partecipe e attivamente coinvolto dalla performance<ref name="P" />.
Alla fine '68, Scheggi incontra [[Giuliano Scabia]] al [[Piccolo Teatro (Milano)|Piccolo Teatro di Milano]] e per lui realizza gli ''Interventi plastico-visuali'' per l'opera teatrale 'Visita alla prova dell'Isola purpurea di [[Michail Afanas'evič Bulgakov|Bulgakov]]+Scabia'<ref name="P" /><ref name="L">{{Cita|Lara Vinca Masini, Arte Contemporanea: La linea dell'unicità - La linea del Modello}}.</ref>.
Partecipa alla mostra 'Public Eye' di [[Amburgo]] e 'Prospect '68' di [[Düsseldorf]]<ref name="V" />.
All'ambito delle sue ricerche performative, può essere ascritto anche ''Il Cannocchiale ottico percorribile''{{#tag:ref|Il ''Cannocchiale ottico percorribile'', opera mai realizzata, era stata progettata da Scheggi per la [[XIV Triennale di Milano|Triennale milanese del 1968]] (cui partecipa come operatore visuale anche alla mostra dedicata a [[Marcello Nizzoli|Nizzoli designer]] all'interno di 'Interventi nel paesaggio'), mostra dedicata al tema del [[Mostra del grande numero|Grande Numero]]<ref>{{cita web|url=http://archivio.triennale.org/archivio-fotografico/esposizione/22066-14trn?filter_catphoto=22122&cat=22122&filter_type=image|titolo=1968. XIV Triennale di Milano Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura moderna [Il grande numero]|accesso=28 marzo 2021|urlmorto=sì}}</ref>. L'intento della mostra, era proporre una visione artistica del mondo in scala con lʼambiente fisico circostante e testimonia l'interesse di Scheggi verso il problema espositivo e allestitivo allargando le sue ricerche verso la scenografia e la regia. Del progetto, di cui restano soltanto due fotografie (Archivio Scheggi), fu realizzato solo un modello in acciaio cromato <ref name="CN" />. Il progetto avrebbe dovuto essere realizzato in collaborazione con l'[[Italsider]] e collocato tra la [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]] e il [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero]], in asse con [[Via dei Calzaiuoli|via de' Calzaiuoli]] e [[via de' Martelli]], a Firenze<ref name="O">{{cita web|url=http://www.moremuseum.org/omeka/items/show/14|titolo= Cannocchiale ottico percorribile, in MoRE MoRE|accesso=28 marzo 2021}}</ref>. Una sorta di tunnel, di notevoli dimensioni, di forma irregolare e zigzagante, che il visitatore avrebbe dovuto percorrere in tutta la sua lunghezza, spaesato dal tortuoso percorso e da un'illuminazione interna alquanto drammatica.|group=N}}.
Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di [[Psicologia della Gestalt|Psicologia della forma]] all'[[Accademia di belle arti dell'Aquila]].
Il dialogo costante con [[Achille Bonito Oliva]] sfocia nella mostra di inizio [[1969|'69]] alla 'Modern Art Agency' di [[Napoli]] dove Scheggi presenta, nella relativa pubblicazione, l'intero percorso delle sue opere: dalle prime ''Intersuperfici'' alle ''Strutture modulari''.
Utilizza una parete di ''Intercamera'' per realizzare la scenoplastica bianca che serve da fondo per le proiezioni delle immagini e dei video nello spettacolo ''Materiale per sei personaggi'', con la regia di [[Roberto Lerici (editore)|Roberto Lerici]] al Teatro Durini di Milano (marzo del '69)<ref name="F" />.
Alla [[Galleria del Naviglio]] di Milano mette in scena la [[Performance art|performance]] ''Oplà-stick, passione secondo Paolo Scheggi''{{#tag:ref|Performance che rievoca nel titolo l'opera ''[[Hoppla, wir leben!]]'' di [[Ernst Toller]]<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ernst-toller/|titolo= Toller, Ernst - Treccani|accesso=28 marzo 2021}}</ref>, amara riflessione sull'utopia politica e sul dramma dell'uomo, omaggio a [[Erwin Piscator]] e al teatro politico dell'avanguardia storica.|group=N}}, un'azione teatrale da lui scritta, diretta e costruita scenograficamente in cui quattro attori, ispirati da una voce fuori campo, compiono movimenti spostando lettere bianche su un cartellone nero che fa da sfondo: una riflessione sul linguaggio politico della rivoluzione, una rilettura del teatro delle avanguardie teatrali del [[XX secolo|Novecento]]. La performance sarà presente il 6 maggio alla 'tendencije 4' di [[Zagabria]]<ref>{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/2381/4/6_bignotti-1.pdf|titolo= Typoezija-Typoetry. Dalla pagina poetica allo spazio performativo, tra Italia e Croazia|autore=Ilaria Bignotti| data=28 marzo 2021|}}</ref>.
Ormai l'arte di Scheggi si muove in un ambito teatrale e performativo, dove il superamento dello spazio tradizionale della scena e della galleria lo porta a occupare altre dimensioni ed estendersi nelle città. Ne sono esempio il progetto ''Marcia Funebre'' o ''Geometria per Campo Urbano'' a [[Como]]
<ref name="C" /> e l'azione dal titolo ''OPLÀ'', dove 4 grandi lettere bianche sono portate fuori dallo spazio della galleria alle strade e piazze urbane, a Milano (primavera 1969) e poi a Firenze (novembre 1969) partendo da una sua mostra personale alla 'Galleria Flori'<ref name="L" />.
Mettendo in scena l{{'}}''Autospettacolo. Atto unico del Tempo'' a [[Caorle]] (Venezia), Scheggi utilizza microfoni e registratori applicati direttamente sui corpi di amici artisti e critici, oltre che dei cittadini che si prestano a questa operazione, e ne ritrasmette voci e rumori nel Teatro Comunale, con intento "vagamente spionistico" e quindi dissacrante nei confronti del controllo del sistema, in piena linea con le polemiche e le [[Sessantotto|contestazioni del Sessantotto]] {{#tag:ref|Per la performance Autospettacolo, Scheggi si avvale di [[Raffaele Maiello (regista)|Raffaele Maiello]] per la regia, [[Franco Quadri]] per la critica teatrale, Tommaso Trini per la critica artistica e Franca Sacchi per le musiche<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte|data= 2007 - 2008}}</ref>.|group=N}}.
Contemporaneamente alle sue ricerche performative, nel corso del 1969, e poi del 1970, prosegue comunque quelle concettuali, disegnando i ''Sette spazi recursivi autopunitivi'': un'opera concettuale pensata su carta, ma non realizzata, che si iscrive nel solco dell'architettura concettuale<ref name= "IL" />.
Nel 1970 nasce Cosima Ondosa Serenissima, unica figlia di Paolo Scheggi e Franca Dall'Acqua. A lei dedica l'ambiente ''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' {{#tag:ref|''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' sono due nomi che Scheggi dà allo stesso ambiente realmente creato a 'Eurodomus 3'<ref>{{cita web|url=https://hdl.handle.net/1889/1998|titolo=Cannochiale ottico percorribile in Università degli Studi di Parma|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}, opera progettata, ma non realizzata, per la [[XIV Triennale di Milano|XIV Triennale milanese]] del [[1968|'68]]<ref name= "CN">{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/1998/1/scheggi_cannocchiale%20ottico%20percorribile.pdf|titolo= Paolo Scheggi, Cannochiale ottico percorribile|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>; sarà poi realizzata per la mostra 'Eurodomus 3' del 1970 a Milano, ma andrà distrutta.
In quell'anno partecipa alla collettiva 'Amore mio', organizzata da Achille Bonito Oliva al [[Montepulciano|Palazzo Ricci a Montepulciano]] e volta a documentare proposizioni di tipo installativo e ambientale<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemenna.it/menna-digit/una-originale-mostra-darte-a-montepulciano-6-8-1970|titolo=Una originale mostra d'arte a Montepulciano 6/8/1970|accesso=28 marzo 2021 in Fondazione Filiberto e Bianca Menna|dataarchivio=2 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210502091247/http://www.fondazionemenna.it/menna-digit/una-originale-mostra-darte-a-montepulciano-6-8-1970|urlmorto=sì}}</ref>.
Nello stesso anno, a [[Roma]], partecipa a 'Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970', curata da Achille Bonito Oliva<ref name="M">{{cita web|url=https://www.palazzoesposizioni.it/pagine/il-palazzo-la-storia-dalle-mostre-degli-anni-settanta-allintervento-di-restauro|titolo= DALLE MOSTRE DEGLI ANNI SETTANTA ALL'INTERVENTO DI RESTAURO|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
Nel 1971 realizza l'opera ''6profetiper6geometrie'', che conclude la sua ricerca concettuale, ancora oggetto di indagine per la sua complessità.
Muore a Roma il 26 giugno del 1971{{#tag:ref|«Poco dopo l'arrivo a Milano un grande cardiologo gli disse che, con un'operazione rischiosa (..) avrebbe potuto superare il male che altrimenti lo avrebbe condannato inesorabilmente dopo i trent'anni; rispose di no, che anche una minima percentuale di rischio era troppa.» Giancarlo Calza<ref>{{cita web|autore= Lara Vinca Masini|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Paolo Scheggi|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pp. 19 -22 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}}.
È sepolto nel [[cimitero di Settignano]].
== Omaggi dopo la morte ==
A un anno dalla morte, due sue opere – ''Tomba della geometria'' e ''6profetiper6geometrie'' – vengono esposte alla [[XXXVI Esposizione internazionale d'arte|Biennale di Venezia del 1972]]
Nel 1976 gli viene dedicata la prima mostra antologica retrospettiva a [[Bologna]]<ref name="P" /><ref>{{cita news|autore=Tommaso Trini|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=838&artgal=43&lang=IT&q=838&p=2|titolo=Scheggi e altri profeti|pubblicazione=Data, p. 31|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.mambo-bologna.org/identitaestoria/storiadelmuseo/mostre/|titolo=Mostre dal 1975 al 1988 - Mambo Musei di Bologna|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.
Sempre nel 1976 un nuovo omaggio gli viene tributato in 'Ambiente/Arte. Dal Futurismo alla Body Art', a cura di [[Germano Celant]].
Nel [[1983]] il Comune di [[Firenze]] gli dedica una mostra alla [[Palazzo Vecchio|Sala d'Arme di Palazzo Vecchio]]<ref>{{cita news|autore=|url=https://biblio.toscana.it/catalogo/record/lista/a_paolo_scheggi_paolo_scheggi_firenze_1983|titolo=Paolo Scheggi: Firenze, Sala d'Arme di Palazzo Vecchio|pubblicazione=|data=1983|accesso=28 aprile 2021}}</ref>.
Un ulteriore omaggio gli viene tributato anche alla [[XLII Esposizione internazionale d'arte|Biennale di Venezia nel 1986]], con la presenza di altre sue opere.
[[File:Paolo Scheggi e Franca Scheggi Dall'Acqua nel 1967.jpeg|thumb|upright=1.50|left|Paolo Scheggi e Franca Scheggi Dall'Acqua nel 1967]]
== L'eredità culturale e artistica ==
Alla morte dell'artista, la vedova Franca Scheggi Dall'Acqua ne assume la piena eredità culturale e artistica; nel 1976 cura la prima antologica alla [[Galleria d'arte moderna di Bologna]]
Prosegue
Contemporaneamente avvia un'intensa attività di divulgazione, rilasciando interviste e seguendo laureandi magistrali e dottorandi in tesi di laurea<ref name="R" />.
Nel 2013, sotto la supervisione di Franca, si celebrano prima l'omaggio a Paolo Scheggi all'interno di 'Postwar. Protagonisti italiani', a cura di Massimo Barbero (al [[Peggy Guggenheim Collection|Guggenheim]] di [[Venezia]]) e dopo ''"Paolo Scheggi. Interacamera plastica e altre storie"'', mostra dedicata all'estensione dell'opera nell'ambiente, a cura di Stefano Pezzato (al 'Centro Pecci' di Prato)<ref>{{cita news|autore= Stefania Rinaldi|url=https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2017/04/mostra-collezione-centro-pecci-prato/|titolo= Dalla caverna alla luna. Un viaggio nella collezione del Centro Pecci|pubblicazione=Artribune||data =19 aprile 2017|}}</ref>.
Fra aprile e maggio del [[2014]], la 'Cortesi Gallery' di [[Lugano]] propone, come scelta sperimentale per verificare la persistenza del linguaggio di Scheggi tra gli artisti delle nuove generazioni (Lucy Skaer, [[Glasgow]], [[1975]]), la mostra bi-personale 'Paolo Scheggi – Lucy Skaer'<ref>{{cita web|url=http://moussemagazine.it/paoloscheggi-lucyskaer-cortesi/|titolo= “Paolo Scheggi – Lucy Skaer” at Cortesi Contemporary, Lugano|autore=Matteo Galbiati|data=22 marzo 2021}}</ref>.
Nel giugno 2015 in occasione di 'Art Basel', Tornabuoni Art (che rappresenta l'artista a livello internazionale) presenta le quattro grandi ''Intersuperfici'' che erano state esposte alla [[XXXIII Esposizione internazionale d'arte|Biennale di Venezia del 1966]] e, nell'ottobre successivo, nella sede parigina della stessa Galleria, viene dedicata a Paolo Scheggi una mostra che ha per tema la ''Parola – poesia e le sue performance''<ref name="R" />.
Nel 2018, tra gennaio e marzo, una verifica analoga a quella di Lugano del 2014 viene riproposta presso lo 'Spazio Arte CUBO' – Centro [[Unipol]] di Bologna con una mostra a più voci dove l'ambiente ''Interfiore'' di Scheggi viene ricostruito e messo in dialogo con le installazioni di Joanie Lemercier ([[Pithiviers]], [[Francia]], 1982) <ref>{{cita web|url=https://www.cubounipol.it/it/Documents/das.01/Catalogo%20DAS%20InBetween%20web.pdf|titolo= IN BETWEEN Dialoghi di luce|autore=Ilaria Bignotti, Federica Patti|data=22 marzo 2021}}</ref>.
Nel 2019, Franca segue a [[Londra]] la progettazione della mostra antologica alla 'Estorick Collection of Modern Italian Art' dal titolo ''Paolo Scheggi: In Depth'', tenutasi dal 3 luglio al 15 settembre <ref>{{cita news|url=https://www.lastampa.it/cultura/2019/07/04/news/paolo-scheggi-rivive-tra-le-pareti-dell-estorick-collection-di-londra-1.36641242|autore= Carlotta Gallo|titolo= Paolo Scheggi rivive tra le pareti dell'Estorick Collection di Londra|pubblicazione= La Stampa, 4 luglio 2019 |data=28 aprile 2021}}</ref> e, contemporaneamente, si occupa della ricostruzione della mitica performance del '69 ''Oplà-stick, passione secondo Paolo Scheggi'', che si tiene al Museo d'Arte Contemporanea (MSU) di [[Zagabria]], performance poi riproposta a [[Fiume (Croazia)|Rijeka]], [[Capitale europea della cultura|Capitale della Cultura]] [[2020]], dalla fine di ottobre dello stesso anno e interpretata dal collettivo teatrale BADco (a cura di Ilaria Bignotti e Jasna Jakšić, in collaborazione con l'Archivio Scheggi) {{#tag:ref|La performance apre la mostra Typoetry che si tiene presso la “Student Center Gallery”, nell'ambito della mostra internazionale Tendencies 4. «Questa rievocazione non è solo un omaggio a Paolo Scheggi (...) ma un'opportunità per analizzare il dialogo tra le arti visive, il linguaggio e la performance alla fine degli anni '60, insieme al ruolo della poesia visiva e concreta nell'arte sperimentale e nella neoavanguardia. La mostra presenterà documenti d'archivio, opere d'arte originali e una ricostruzione della performance del collettivo di performance BADco.»<ref>{{cita web|url=http://www.msu.hr/dogadanja/paolo-scheggi-opla-stick-1969-2019/170/en.html|titolo= PAOLO SCHEGGI. OPLÁ-STICK 1969-2019|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}.
== L'archivio ==
L'archivio di Paolo Scheggi nasce per volontà delle eredi Franca e Cosima Scheggi nel gennaio 2013 con la costituzione a Milano dell'Associazione Paolo Scheggi, «volta ad autenticare, archiviare, conservare e catalogare le opere, gli scritti, i documenti, i dati, le testimonianze, le notizie e qualsiasi altro materiale di interesse, avente ad oggetto l'opera e la vita dell'artista»<ref>{{cita web|url=http://www.associazionepaoloscheggi.com/associazione.htm|titolo= Associazione Paolo Scheggi|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.
Nel 2016 viene completato il Catalogo ragionato, atto finale del riordino delle opere<ref>{{cita libro|nome=Luca Massimo| cognome=Barbero| titolo=Paolo Scheggi. Catalogo ragionato| città=Milano | editore=Skira | anno=marzo 2016 | ISBN=9788857228747}}</ref>.
[[File:Sanremo_1967_serata_finale.jpg|thumb|upright=1.50|Il [[Festival di Sanremo 1967]], con i fondali formati da più superfici sovrapposte con aperture circolari e diversi livelli di profondità spaziale, che erano chiaramente ispirati alle opere di Paolo Scheggi]]<ref>{{cita news|autore=|url= https://www.askanews.it/esteri/2020/10/01/per-tutto-il-mese-a-iic-parigi-prima-mostra-francese-di-scheggi-pn_20201001_00286/|titolo= Per tutto il mese a IIC Parigi prima mostra francese di Scheggi|data =1º ottobre 2020}}</ref>
== Opere principali ==
* ''Intersuperfici'' a "Zone riflesse" o "Per una situazione", poi "Intersuperfici curve" (1961-1971);
* ''Modalità e Compositori inter spaziali'' (1962 - 1968);
* ''Compositore cromo-spaziale'' (1964);
* ''Intercamera plastica'' (1966 - 1967);
* ''Intersuperficie curva bianca'' (1967);
* ''Cannocchiale ottico percorribile (1968)'';
* ''Interfiore'' (1968);
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* ''Trono'' (realizzato con [[Vincenzo Agnetti]]) (1970) <ref>{{cita web|url=http://www.cleliapatella.it/index.php/selfieadarte/item/423-il-trono-della-regina-di-spade-vincenzo-agnetti-paolo-scheggi-trono|titolo= Il trono della regina di spade (Vincenzo Agnetti & Paolo Scheggi - Trono)|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>;
* ''Studio per la stesura registica dell'Apocalisse'' (1970 - 1971);
* ''6profetiper6geometrie'' (1971)
== Esposizioni personali ==
* '''1961''' ''Itinerario plastico prestabilito. 18 [[Monotipo (editoria)|monotipi]] dal bianco e dal nero'', Galleria della Vigna Nuova, Firenze;
* '''1962''' ''Intersuperfici curve a zone riflesse'', Galleria Il Cancello, Bologna;
* '''1964''' ''Sette Intersuperfici curve bianche + una Intersuperficie curva dal rosso + compositori spaziali'', Galleria del Deposito, Genova;
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** ''Paolo Scheggi. Intercamera plastica e altre storie'', Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato;
** ''Paolo Scheggi. Selected works from European Collections'', Ronchini Gallery, London - in collaborazione con Galleria d'arte Niccoli, Parma;
* ''2014
** ''Paolo Scheggi. The Humanistic Measurement of Space'', London (UK), Robilant+Voena;
** ''Paolo Scheggi Lucy Skaer'', [[Lugano]] ([[Svizzera|CH]]), Cortesi Contemporary;
* ''2015 Scheggi. 1966 La Biennale di Venezia / Art Basel 2015'', Basel, Art Fair, Galleria Tornabuoni Art;
** ''OPLÀ. Azione-lettura-teatro di Paolo Scheggi'', re-perfoming of the historical urban action, Firenze, Museo Novecento and main streets of the city of Florence <ref>{{cita web|url=https://portalegiovani.comune.fi.it/pogio/webzine_publish/arte_dettaglio.php?ID_REC=20104|titolo=Oplà: l'azione urbana di Paolo Scheggi di nuovo per le vie di Firenze|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>;
** ''Paolo Scheggi. Paris, Tornabuoni Art'';
* '''2019''' ''Paolo Scheggi: In Depth'', Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra <ref>{{cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/paolo-scheggi-l-arte-profondita-AC1WDbZ?refresh_ce=1|titolo=Paolo Scheggi,
== Paolo Scheggi nei musei ==
=== Nei musei d'Italia ===
* [[Casa museo Remo Brindisi]], [[Lido di Spina]], [[Comacchio]] - [[Provincia di Ferrara|FE]]
* [[Centro d'arte moderna e contemporanea]], [[La Spezia]]
* [[Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]
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* [[Collezione Peggy Guggenheim]], [[Venezia]]
* [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto]] - [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|Mart]], [[Rovereto]]
*
* [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]] - [[GAM Torino|GAM]], [[Torino]]
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]], [[Roma]]
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* [[Peggy Guggenheim Collection]], [[Venezia]]
* [[Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente]], [[Milano]]
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]], Firenze
=== Nei musei fuori dall'Italia ===
* HEART - Herning Museum of Contemporary, [[Danimarca]]
* [[KUNSTEN Museum of Modern Art Aalborg]], [[Danimarca]]
Riga 223 ⟶ 254:
* Muzej Suvremene Umjetonosti, [[Zagabria]]
* Sammlung Goetz Collection [[Muenchen]], [[Germania]]
* The Art Museum SUNY Potsdam (ex Roland Gibson Art Museum), [[Potsdam]] - [[
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo =Lo spazio dell'immagine|editore =Alfieri edizioni d'arte|città =Venezia|anno =1967}}
* {{Cita libro|curatore =Achille Bonito Oliva| titolo =Amore mio : Montepulciano, Palazzo Ricci, 30 giugno-30 settembre 1970|editore =Centro Di Edizioni|città =Firenze|anno =1970}}
* {{Cita libro|curatore =Franca Scheggi; Deanna Farneti| titolo =Paolo Scheggi : 6 ottobre - 10 novembre 1976|editore =Comune di Bologna, Galleria d'arte moderna|città =Bologna |anno =1976}}
* {{Cita libro| titolo =Paolo Scheggi : Firenze, Sala d'arme di Palazzo vecchio, 28 maggio-26 giugno 1983|editore =Vallecchi|città =Firenze|anno =1983}}
* {{cita libro|nome=Lara| cognome=Vinca Masini| titolo=''Arte Contemporanea: La linea dell'unicità - La linea del Modello''| anno=1989 | editore=
* {{cita libro|nome=| cognome=| capitolo=Scheggi Paolo | titolo=''La pittura in Italia. Il Novecento/2 1945-1990''| curatore=Carlo Pirovano | anno=1993 | editore=
* {{Cita libro|titolo =Scheggi. La breve e intensa stagione di Paolo Scheggi : 23 novembre 2002 - 22 febbraio 2003 / testi di Luca Massimo Barbero e Gillo Dorfles|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2002-2003}}
* {{Cita libro|curatore =[[Bruno Corà]]| titolo =Paolo Scheggi: 6 ottobre 2007 - 19 gennaio 2008|editore =Catalogo, Edizioni Galleria Il Ponte|città =Firenze |anno = 2007-2008}}
* {{Cita libro|curatore =Giuseppe Niccoli, Franca Scheggi | titolo =Paolo Scheggi : 20 novembre 2010 - 26 febbraio 2011|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2010}}
* {{Cita libro|curatore = Flaminio Gualdoni| titolo =Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi. Una mostra : 15 marzo - 12 maggio 2011|editore =Galleria Vinciana|città =Milano |anno =2011 }}
*{{Cita libro|curatore = Elena Forin | titolo =Elementi spaziali: Bonalumi, Castellani, [[Dadamaino]], Scheggi : 16 maggio - 23 luglio 2011|editore =
* {{Cita libro|curatore = Stefano Pezzato | titolo =Paolo Scheggi. Intercamera plastica e altre storie : 23 marzo - 30 giugno 2013|editore =Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato|anno =2013||isbn=978-88-366-2070-8}}
* {{cita libro|nome=| cognome=Luca Massimo Barbero, Ilaria Bignotti, Francesca Pola| titolo= Paolo Scheggi. Catalogue raisonné | curatore=Luca Massimo Barbero | anno=2016 | editore=
* {{cita libro|nome=| cognome=| capitolo= Paolo Scheggi | titolo= Catalogo Fondazione Biscozzi Rimbaud | curatore=Roberto Lacarbonara | anno=2018 | editore=
==Voci correlate==
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