Seconda crociata: differenze tra le versioni
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|Tipo = Guerra
|Nome del conflitto = Seconda crociata
|Parte_di = delle [[Crociate]]
|Immagine =
|Larghezzaimmagine = 300px
|Didascalia = <small>La caduta di Edessa, visibile sulla destra di questa mappa (c. 1140), fu la causa scatenante della seconda crociata</small>▼
|Didascalia = Cartina storica che riassume gli spostamenti degli europei compiuti nell'ambito della seconda crociata per raggiungere la [[Terra santa]]
|Data = [[1147]]–[[1150]]
|Luogo = [[Penisola iberica]], [[Vicino Oriente]] ([[Anatolia]], [[Levante (regione storica)|Levante]], [[Palestina]]), [[Egitto]]
|Casus = Caduta della [[Contea di Edessa]]
|Esito = * Fallimento nel ristabilire la Contea di Edessa
* Trattato di pace tra l'Impero bizantino e il Sultanato di Iconio
* Inizio dell'avanzata dei crociati in Egitto
|Mutamenti_territoriali = [[Status quo ante bellum]]
|Schieramento1 = '''[[Cristiano (religione)|Cristiani]]:'''
[[Stati crociati]]
* {{simbolo|
* {{simbolo|Armoiries Tripoli.svg|15}} [[Contea di Tripoli]]
* {{simbolo|Attributed Coat of Arms of the Principality of Antioch.svg|15}} [[Principato d'Antiochia]]
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* {{simbolo|Blason de l'Auvergne.svg|15}} [[Alvernia]]
* {{simbolo|Blason Ducs Bourgogne (ancien).svg|15}} [[Ducato di Borgogna|Borgogna]]
* {{simbolo|
* {{simbolo|Blason de l'Aquitaine et de la Guyenne.svg|15}} [[Elenco di duchi d'Aquitania|Aquitania]]
{{simbolo|Holy Roman Empire Arms-single head.svg|15}} [[Sacro Romano Impero]]
* {{simbolo|Frankenrechen.svg|15}} [[
* {{simbolo|Coat of arms of Bavaria.svg|15}} [[Baviera]]
* {{simbolo|Arms of Swabia.svg|15}} [[Svevia]]
* {{simbolo|Steiermark Wappen.svg|15}} [[Stiria]]
* {{simbolo|Lothringen-Nieder.PNG|15}} [[Bassa Lorena]]
* {{simbolo|Blason Lorraine.svg|15}} [[Ducato di Lorena]]
* {{simbolo|Přemyslovci erb.svg|15}} [[Ducato di Boemia]]
* [[Marca Orientale]]
* {{simbolo|Coat of arms of the Kingdom of Thessalonica.svg|15}} [[Marchesato del Monferrato|Monferrato]]
* {{simbolo|
* {{simbolo|Armoiries Provence.svg|15}} [[Provenza]]
{{simbolo|Byzantine imperial flag, 14th century, square.svg|15}} [[Impero bizantino]]
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{{simbolo|Flag of the Papal States (pre 1808).svg|15}} [[Stato della Chiesa]]
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'''Fronte
{{simbolo|PortugueseFlag1143.svg|15}} [[Regno del Portogallo]]<br />{{simbolo|Castile Arms.svg|15}} [[Regno di Castiglia]]<br />{{simbolo|Royal arms of Aragon.svg|15}} [[Conti di Barcellona]]<br />{{simbolo|Leon Arms.svg|15}} [[Regno di León]]<br />{{simbolo|Arms of the Kings of France (France Ancien).svg|15}} [[Francia medievale|Regno di Francia]]<br />{{simbolo|Armoiries Gênes.svg|15}} [[Repubblica di Genova]]<br />{{simbolo|Shield of the Republic of Pisa.svg|15}} [[Repubblica di Pisa]]
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----
'''Fronte
* [[Taifa di Badajoz]]
* Taifa di Murcia
* Taifa di Valencia
|Comandante1 = [[File:Flag of the Papal States (pre 1808).svg
{{simbolo|Attributed Coat of Arms of the Principality of Antioch.svg|15}} [[Raimondo di Poitiers|Raimondo d'Antiochia]]<br />
{{simbolo|Byzantine imperial flag, 14th century, square.svg|15}} [[Manuele I Comneno]]<br />{{simbolo|Armoiries Héthoumides.svg|15}} [[Thoros II d'Armenia|Thoros II]]<br />{{simbolo|Coat of arms of Portugal.svg|15}} [[Alfonso I del Portogallo|Alfonso I]]<br />{{simbolo|Castile Arms.svg|15}} [[Alfonso VII di Castiglia]]<br />
{{simbolo|Arms of Swabia.svg|15}} [[Corrado III di Svevia|Corrado III di Germania]]<br />
{{simbolo|Steiermark Wappen.svg|15}} [[Ottocaro III di Stiria]]<br />{{simbolo|Arms_of_the_Kings_of_France_(France_Ancien).svg|15}} [[Luigi VII di Francia]]<br />
{{simbolo|Arms of Aquitaine and Guyenne.svg|15}} [[Eleonora d'Aquitania]]<br />
{{simbolo|Blason Nord-Pas-De-Calais.svg|15}} [[Teodorico di Alsazia|Teodorico d'Alsazia]]<br />
{{simbolo|Royal Arms of England (1154-1189).svg|15}} [[Stefano d'Inghilterra]]<br />
{{simbolo|Blason duche fr Normandie.svg|15}} [[Goffredo V d'Angiò|Goffredo V]]<br />
{{simbolo|
{{simbolo|
|Comandante2 = '''Fronte Orientale:'''
[[Mas'ud I|
[[Zangi|
[[Norandino|
[[File:Abbassid banner.svg|20px|border]] [[
[[File:White flag 3 to 2.svg|20px|border]] [[
'''Fronte
|Effettivi1 = > 20
15
~600-700 sabaudi<ref>{{cita
|Effettivi2 =
|Perdite1 =
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{{Campagnabox Crociate}}
La '''seconda crociata''' (1147-1150) fu la seconda più imponente spedizione [[crociata]], successiva a [[
La seconda crociata
L'unico successo cristiano arrivato nel contesto della seconda crociata, ma non organicamente legato a essa, si ebbe da un esercito di
== Il contesto: la caduta di Edessa ==
{{Vedi anche|Assedio di Edessa (1144)}}
▲
Dopo la [[prima crociata]] e la [[crociata del 1101]], vi erano tre Stati crociati a oriente: il [[Regno di Gerusalemme]], il [[Principato di Antiochia]] e la [[contea di Edessa]]. Una quarta, la [[contea di Tripoli]], venne fondata nel 1109. Edessa era la più settentrionale di queste e anche la più debole e meno popolata. In quanto tale, fu oggetto di frequenti attacchi provenienti dagli Stati musulmani circostanti governati dagli [[Artuqidi]], dai [[Danishmendidi]] e dai [[Selgiuchidi|Turchi Selgiuchidi]]. Il conte [[Baldovino II di Gerusalemme|Baldovino II]] e il futuro conte [[Joscelin I di Edessa|Joscelin I]] vennero catturati dopo la loro sconfitta nella [[battaglia di Harran]] del 1104. Baldovino e Joscelin vennero entrambi catturati una seconda volta nel 1122, e anche se Edessa recuperò un po' di forza dopo la [[battaglia di Azaz]] del 1125, Joscelin venne ucciso in combattimento nel 1131. Il suo successore [[Joscelin II di Edessa|Joscelin II]] fu costretto a un'alleanza con l'[[Impero bizantino]], ma nel 1143 morirono sia l'[[imperatori bizantini|imperatore di Costantinopoli]] [[Giovanni II Comneno]] sia il [[re di Gerusalemme]] [[Folco V d'Angiò]]. Joscelin, inoltre, litigò con il conte di Tripoli e il principe di Antiochia, lasciando Edessa senza alleati.<ref name="Tyerman pp. 185">{{cita|Tyerman, 2006|pp. 185-189}}.</ref>▼
▲Dopo la
Nel frattempo, [[‘Imād al-Dīn Zangī]], ''[[Atabeg]]'' di [[Mossul|Mawṣil]], aveva aggiunto nel 1128 [[Aleppo]] ai suoi possedimenti, una città contesa tra i governanti di Mawṣil e [[Damasco]] per la sua posizione strategica riguardo alla Siria. Sia Zangī sia re Baldovino II rivolsero le loro mire verso [[Damasco]]; Baldovino venne sconfitto fuori della grande città nel 1129.<ref name="Tyerman pp. 185"/> Damasco, governata dalla [[Buridi|dinastia Buridi]], si alleò con il re Folco V quando Zangī assediò la città nel 1139 e nel 1140;<ref>{{cita|Runciman, 1952|pp. 227-228}}.</ref> l'alleanza venne negoziata dal cronista [[Usama ibn Munqidh]].<ref>[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5440995n.image.r=Ous%C3%A2ma+ibn+Mounkidh.f203.langEN Ousâma ibn Mounkidh, un émir syrien au premier siècle des croisades, p.182 (in BnF)]</ref>▼
▲Nel frattempo
Alla fine del 1144, Joscelin II si alleò con gli Ortoqidi e lasciò Edessa portandosi dietro quasi tutto il suo esercito con lo scopo di sostenere l'esercito Ortoqida contro Aleppo. Zangī, cercando di trarre vantaggio dalla morte di Folco V avvenuta nel 1143, si affrettò a nord per [[Assedio di Edessa (1144)|assediare Edessa]] che capitolò dopo un mese, il 24 dicembre 1144. [[Manasse di Hierges]], [[Philippe de Milly]] e altri, furono mandati da Gerusalemme per fornire assistenza alla città ma vi giunsero in ritardo. Joscelin II continuò a governare i resti della contea da [[Turbessel]], ma un po' alla volta anche il resto del territorio fu conquistato dai musulmani o venduto ai Bizantini. Zangī venne elogiato in tutto l'islam come "difensore della fede" e ''al-Malik al-Mansur'' ovvero "il re vittorioso". Egli non proseguì, come i cristiani temettero, nell'attacco sul restante territorio di Edessa, o verso il Principato di Antiochia. Gli eventi a Mosul lo costrinsero a tornare a casa, e ancora una volta pose le sue attenzioni verso Damasco. Tuttavia, venne assassinato da un suo schiavo nel 1146 e gli succedette ad Aleppo il figlio [[Norandino]].<ref>{{cita|Runciman, 1952|pp. 225-244}}.</ref>▼
▲Alla fine del 1144
=== ''Quantum praedecessores'' ===
{{vedi anche|Quantum praedecessores}}
La notizia della caduta di Edessa arrivò in Europa all'inizio del 1145 raccontata dai pellegrini e, in seguito, dalle "ambasciate" di Antiochia, Gerusalemme e Armenia. Il vescovo [[Ugo di Gabala]] informò il papa Eugenio III il quale, il 1º dicembre dello stesso anno, promulgò la [[bolla pontificia|bolla]] ''[[Quantum praedecessores]]'', in cui s'invocava una seconda crociata.<ref>{{cita|Tyerman, 2006|pp. 273-275}}.</ref> Ugo parlò al papa anche di un re cristiano orientale su cui si confidava
L'iniziale risposta alla nuova bolla fu piuttosto fredda e ci volle la notizia che [[Luigi VII di Francia]] avrebbe partecipato alla spedizione per destare un maggior interesse. Luigi VII aveva considerato anche una nuova spedizione indipendente dal
== San Bernardo di Chiaravalle ==
[[File:Stained glass St Bernard MNMA Cl3273.jpg|verticale|miniatura|sinistra|[[Bernardo di Chiaravalle]] raffigurato su una vetrata, 1450 circa]]
Bernardo di Chiaravalle teorizzò, in risposta alla difficoltà per un cristiano di conciliare la guerra non difensiva con la parola di Dio, la teoria del [[malicidio]]: chi uccide un uomo intrinsecamente cattivo, quale è chi si oppone a Cristo, non uccide in realtà un uomo, ma il
Bernardo non era per natura né un bigotto né un persecutore. Come nella prima crociata
== Crociata dei Venedi ==
{{Vedi anche|Crociata dei Venedi}}
Quando fu indetta la seconda crociata, molti tedeschi del sud si offrirono come volontari per partire alla volta della Terra Santa, mentre i [[sassoni]] del nord si rivelarono più riluttanti. Essi, in occasione della [[Dieta (storia)|
Dopo
A seguito del mancato successo nell'assediato di Demmin, un contingente di crociati venne inviato ad attaccare la [[Pomerania]]. Essi fecero il loro arrivo nella città cristiana di [[Stettino]] dove incontrarono il vescovo [[Adalberto di Pomerania]] e il principe [[Ratibor I di Pomerania]] e quindi si dispersero. Secondo la predicazione di Bernardo di Chiaravalle, l'obiettivo della crociata era quello di combattere gli slavi pagani
Tuttavia
Alla fine della crociata, la campagna di [[Meclemburgo]] e di Pomerania fu saccheggiata e spopolata con notevoli spargimenti di sangue, in particolare dovuti all'azione delle truppe comandate da Enrico il Leone.<ref
== ''Reconquista'' e presa di Lisbona ==
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[[File:Siege of Lisbon - Muslim surrender.jpg|miniatura|''L'assedio di Lisbona'' in un dipinto di [[Joaquim Rodrigues Braga]] (1840)]]
Nella primavera del 1147
I crociati stipularono un solenne accordo con il re in cui si impegnavano ad aiutarlo ad attaccare [[Lisbona]] in cambio della possibilità di saccheggiare i beni della città e di
Quasi contemporaneamente, altrove sulla
Raimondo Berengario successivamente invase i [[Taifa|
== Forze in campo ==
[[File:Map Crusader states 1135-
In questo periodo le forze islamiche erano composte da piccoli corpi di truppe professionali che, in occasione della guerra, vennero ingranditi da volontari e
▲=== Eserciti islamici ===
▲[[File:Map Crusader states 1135-en.svg|sinistra|miniatura|Il [[Vicino Oriente]] nel 1135. Gli [[stato crociato|Stati crociati]] sono contrassegnati da una croce rossa.]]
Per compensare il loro scarso numero, gli Stati musulmani cercarono di privilegiare
▲In questo periodo le forze islamiche erano composte da piccoli corpi di truppe professionali che, in occasione della guerra, vennero ingranditi da volontari e comandanti. Il più grande degli Stati musulmani dell'epoca, il [[Impero selgiuchide|sultanato selgiuchide]] che governava su gran parte dei territori appartenenti ai moderni Stati dell'[[Iran]] e dell'[[Iraq]], vantava circa 10 000 soldati a tempo pieno. Il numero di truppe disponibili per gli Stati siriani era molto più piccolo. Il nucleo delle truppe professionali era il ''ghilmān'' o i [[mamelucchi]], addestrati alla guerra sin dall'infanzia. Il costo dell'educazione e dell'addestramento di un mamelucco era di circa 30 dinari (a titolo di confronto, un buon cavallo in Siria poteva costare circa 100 dinari).
Il principale comandante islamico era il [[Buridi|buride]] [[Mu'in al-Din Unur|Muʿīn al-Dīn Onor]], l{{'}}''[[atabeg]]'' di Damasco tra il 1138 e il 1149
▲Per compensare il loro scarso numero, gli Stati musulmani cercarono di privilegiare qualitativamente. I soldati professionisti appartenenti agli Stati musulmani, solitamente turchi, tendevano a essere molto ben addestrati ed equipaggiati. Il sistema militare mediorientale islamico era il sistema ''Iqtaʿ''' di feudi che sostenevano un certo numero di truppe per ogni distretto. In caso di guerra, le milizie ''aḥdath'' con sede nelle città sotto il comando del ''[[raʾīs]]'' (capo) e solitamente di etnia araba, venivano chiamate per aumentare il numero delle proprie truppe. La milizia ''aḥdath'', anche se meno ben addestrata rispetto alle truppe regolari turche, si dimostrava spesso fortemente motivata da motivi religiosi, in particolare sul concetto di ''[[jihād]]''. Un ulteriore sostegno veniva dai turchi e dagli ausiliari curdi, che avrebbero potuto essere mobilitati in tempo di guerra; tuttavia queste forze erano inclini a una scarsa disciplina.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 28-30}}.</ref>
▲Il principale comandante islamico era [[Mu'in al-Din Unur|Muʿīn al-Dīn Onor]], l{{'}}''[[atabeg]]'' di Damasco tra il 1138 e il 1149. Damasco presumibilmente era governata dai [[Buridi]], ma Onur, che comandava l'esercito, fu il vero governatore della città. Lo storico David Nicolle ha descritto Unur come un generale capace e diplomatico, noto anche come un patrono delle arti. Poiché la dinastia dei Buridi venne sostituita nel 1154 dalla dinastia dei [[Zengidi]], il ruolo di Anur nella controffensiva alla seconda crociata venne in gran parte sminuito dagli storici e dai cronisti fedeli agli Zangidi, che dettero maggior risalto al rivale di Onor, [[‘Imād al-Dīn Zangī]], ''atabeg'' di [[Aleppo]].<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 19-21}}.</ref>
=== Eserciti crociati ===
A differenza di quello che avvenne nella prima crociata,
Il contingente tedesco comprendeva circa
▲A differenza di quello che avvenne nella prima crociata, questa volta risposero due importanti sovrani, e non più semplici nobili di maggiore o minor caratura: l'Imperatore germanico [[Corrado III di Svevia]] (che in realtà non fu però mai incoronato come tale) e il sovrano francese [[capetingi]]o [[Luigi VII di Francia]], col loro seguito di mogli e cortigiani.
I cavalieri francesi preferivano combattere a cavallo, mentre i cavalieri tedeschi erano più inclini al combattimento a piedi. Lo storico bizantino [[Giovanni Cinnamo]] scrisse:
▲Il contingente tedesco comprendeva circa 2 000 [[Cavalleria medievale|cavalieri]] mentre quello francese circa 700 provenienti dai domini reali a cui si aggiunsero alcuni nobili. Il Regno di Gerusalemme poteva mettere in campo circa 550 cavalieri e 6 000 [[fanteria|fanti]].<ref>{{cita|Nicolle, 2009|p. 24}}.</ref>
Corrado III
▲I cavalieri francesi preferivano combattere a cavallo, mentre i cavalieri tedeschi erano più inclini al combattimento a piedi. Lo storico bizantino [[Giovanni Cinnamo]] scrisse: "I francesi sono particolarmente abili di cavalcare in buon ordine e attaccare con la lancia e la loro cavalleria supera quella tedesca in velocità. I tedeschi, tuttavia, sono in grado di combattere a piedi meglio dei francesi ed eccellono nell'utilizzo della grande spada".<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 26-27}}.</ref>
▲Corrado III è considerato un cavaliere coraggioso, sebbene spesso descritto come indeciso nei momenti più critici.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|p. 17}}.</ref> Luigi VII era un devoto cristiano con un lato sensibile, spesso attaccato da contemporanei come Bernardo di Chiaravalle, poiché mostrava più interesse verso sua moglie [[Eleonora d'Aquitania]] che verso la guerra o le faccende politiche.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|p. 18}}.</ref>
== Crociata in Oriente ==
Dopo che Zangi
▲Dopo che Zangi venne assassinato, Joscelin cercò di riprendere Edessa ma trovò l'opposizione delle forze di [[Norandino]] che lo sconfissero nel novembre 1146. Il 16 febbraio 1147, i crociati francesi si incontrarono a [[Étampes]] per discutere sul loro itinerario. I tedeschi avevano già deciso di viaggiare via terra attraverso l'[[Ungheria]], poiché la rotta attraverso il mare era politicamente impraticabile per via dell'inimicizia tra [[Ruggero II di Sicilia]] e Corrado III. Molti dei nobili francesi diffidarono anche della via di terra che li avrebbe condotti attraverso l'[[Impero bizantino]] in cui persisteva la cattiva reputazione sui partecipanti della prima crociata. Ciononostante, venne deciso di seguire Corrado e di partire il 15 giugno. Ruggero II si offese e si rifiutò di partecipare ulteriormente alla spedizione. In Francia, l'abate [[Sugerio di Saint-Denis]] e il conte [[Guglielmo II di Nevers]] vennero eletti come reggenti mentre il re sarebbe stato in crociata. In Germania, [[Adamo di Ebrach]] si dedicò a un'altra predicazione e [[Ottone di Frisinga]] prese la croce. I tedeschi decisero così di aggregarsi alla crociata per Pasqua, ma poi non partirono fino a maggio.<ref>{{cita|Runciman, 1952|pp. 257, 259}}.</ref>
=== Viaggio dei tedeschi ===
L'esercito crociato tedesco, accompagnato dal [[legato pontificio]] e dal [[cardinale]] Teodovino, programmò di incontrarsi con i francesi a [[Costantinopoli]]. [[Ottocaro III di Stiria]] si unì a Corrado a [[Vienna]] e la nemica di Corrado, [[Géza II d'Ungheria]], gli permise di attraversare i suoi possedimenti senza problemi. Quando i crociati tedeschi, forti di
Così Corrado decise di non aspettare i francesi e marciò verso [[
▲L'esercito crociato tedesco, accompagnato dal [[legato pontificio]] e dal [[cardinale]] Teodovino, programmò di incontrarsi con i francesi a [[Costantinopoli]]. [[Ottocaro III di Stiria]] si unì a Corrado a [[Vienna]] e la nemica di Corrado, [[Géza II d'Ungheria]], gli permise di attraversare i suoi possedimenti senza problemi. Quando i crociati tedeschi, forti di 20 000 uomini, arrivarono nel territorio bizantino, l'imperatore [[Manuele I Comneno]] temette di essere attaccato e truppe bizantine furono inviate per assicurarsi che ciò non avvenisse. Vi fu una breve schermaglia con alcuni dei soldati tedeschi più indisciplinati nei pressi di [[Plovdiv|Filippopoli]] e [[Edirne|Adrianopoli]], dove il generale bizantino Proschè si scontrò con il nipote di Corrado, il futuro imperatore [[Federico I Barbarossa]]. A rendere le cose più difficili, all'inizio di settembre alcuni dei soldati tedeschi rimasero uccisi a causa di un'alluvione. Il 10 settembre, tuttavia, fecero finalmente il loro arrivo a Costantinopoli, dove i rapporti con Manuele si dimostrarono freddi, sfociando in una battaglia, che convinse i tedeschi ad attraversare l'Asia Minore il più rapidamente possibile.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 42}}.</ref>
In questa battaglia
▲Così Corrado decise di non aspettare i francesi e marciò verso [[Konya]], capitale del [[Sultanato di Rum|Sultanato Selgiudiche di Rum]]. Gran parte dell'autorità dell'Impero bizantino nelle province occidentali dell'Asia Minore era più nominale che reale, con la maggioranze delle province che erano terra di nessuno controllate dai nomadi turchi.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 43}}.</ref> Corrado sottovalutò la durata della marcia verso l'Anatolia e suppose che l'autorità dell'imperatore Manuele fosse maggiore rispetto a quella di fatto.<ref name="cita|Nicolle, 2009|pp. 46" /> Per questo, egli portò con sé solo i cavalieri e le migliori truppe a seguire la strada battuta, mentre inviò gli aiutanti di campo, guidati da [[Ottone di Frisinga]], a seguire la strada costiera.<ref name="cita|Nicolle, 2009|pp. 46">{{cita|Nicolle, 2009|pp. 46}}.</ref> La divisione guidata dal re venne quasi totalmente distrutta il 25 ottobre 1147 nella [[Battaglia di Dorylaeum (1147)|seconda battaglia di Dorylaeum]].<ref name="cita|Riley-Smith, 1991|p. 50">{{cita|Riley-Smith, 1991|p. 50}}.</ref>
▲In questa battaglia, i turchi utilizzarono la loro tipica tattica di fingere di ritirarsi e poi tornare ad attaccare la cavalleria tedesca che si era separata dall'esercito principale per inseguirli. Corrado iniziò, dunque, un lento ritiro da Costantinopoli costeggiato da molestie quotidiane da parte dei turchi, che attaccarono i disertori e distrussero la [[retroguardia]].<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 47}}.</ref> Anche Corrado venne ferito in uno scontro con loro. L'altra divisione, guidata dal fratellastro del re, il vescovo Ottone di Frisinga, aveva marciato verso sud fino alla costa mediterranea dove venne anch'esso sconfitto all'inizio del 1148.<ref>{{cita|Runciman, 1952|pp. 267-270}}.</ref> Gli uomini guidati da Ottone si ritrovarono con scarse vettovaglie mentre si apprestavano ad attraversare una campagna inospitale e qui subirono un'imboscata da parte dei turchi Selgiudichi, nei pressi di Laodicea, il 16 novembre 1147. La maggior parte dei crociati di Ottone caddero in battaglia o vennero catturati e venduti come schiavi.<ref name="cita|Nicolle, 2009|pp. 46"/>
=== Viaggio dei francesi ===
[[File:C croisade2 Louis7.jpg|miniatura|[[Luigi VII di Francia]]]]
I crociati francesi partirono da [[Metz]] nel giugno del 1147, guidati da Luigi VII, [[Teodorico di Alsazia]], [[
Fin dai primi negoziati tra Luigi e Manuele I
[[File:Manuelcomnenus.jpg|miniatura|sinistra|L'imperatore
Quando gli eserciti di Savoia, di [[Alvernia]] e di [[Monferrato]] si unirono a Luigi presso Costantinopoli, dopo
I francesi incontrarono i resti dell'esercito di Corrado a Lopadion e
Giunsero a [[Laodicea al Lico]], all'inizio del gennaio del 1148, circa nello stesso periodo in cui l'esercito di
=== Viaggio a Gerusalemme ===
[[File:RaymondOfPoitiersWelcomingLouisVIIinAntioch.JPG|miniatura|upright=1.4|[[Raimondo di Poitiers]] accoglie [[Luigi VII di Francia|Luigi VII]] ad Antiochia]]
Dopo
Nel frattempo
In risposta all'arrivo dei crociati, il reggente di Damasco
=== Concilio di Acri ===
{{Vedi anche|Concilio di Acri}}
La nobiltà di Gerusalemme accolse l'arrivo delle truppe provenienti dall'Europa e venne annunciato un concilio dove si sarebbe dovuto decidere quale fosse il miglior obiettivo per i crociati. Ciò avvenne il 24 giugno 1148, quando l'[[Alta corte di Gerusalemme]] si incontrò con i crociati recentemente arrivati dall'Europa presso Palmarea, nei pressi di Acri, una grande città facente parte del [[Regno di Gerusalemme]]; fu la più ampia assemblea di nobili nella [[storia di Gerusalemme]].<ref>{{cita|Richard, 1999|p. 268}}.</ref> La seconda crociata venne proclamata per riconquistare [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]], ma a Gerusalemme [[Baldovino III di Gerusalemme|re Baldovino III]] e i [[Templari|cavalieri templari]] miravano a
Tuttavia
=== Assedio di Damasco ===
Riga 232 ⟶ 229:
[[File:Siege of Damascus.jpg|miniatura|upright=1.4|Assedio di Damasco]]
I crociati decisero di attaccare Damasco da ovest, dove la presenza di frutteti avrebbe garantito una costante fornitura di cibo.<ref name="ril301">{{cita|Riley-Smith,
Secondo [[Guglielmo di Tiro]]
== Conseguenze ==
{{vedi anche|Prodromi della terza crociata}}
[[File:Byzantium1173.
Ciascuna delle forze cristiane si sentì tradita dall'altra.<ref name="
▲[[File:Byzantium1173.JPG|miniatura|sinistra|upright=1.5|Il mondo mediterraneo dopo la seconda crociata nel 1173]]
[[Bernardo di Chiaravalle]] si sentì umiliato dal fallimento della crociata e considerò un suo preciso dovere inviare una lettera di scuse al
▲Ciascuna delle forze cristiane si sentì tradita dall'altra.<ref name="cita|Riley-Smith, 1991|p. 50"/> Venne ideato un nuovo piano per attaccare [[Ascalona]] e Corrado iniziò a radunare le sue truppe; tuttavia non gli arrivò alcun aiuto a causa della ormai perdita di fiducia nell'impresa scaturita dal fallito assedio. Questa reciproca diffidenza influì profondamente per un'intera generazione nella rovina dei regni cristiani in Terra Santa. Dopo aver abbandonato Ascalona, Corrado fece ritorno a Costantinopoli per tentare di allargare la sua alleanza con Manuele; Luigi rimase a Gerusalemme fino al 1149. La disfatta si ripercosse anche sul matrimonio tra Luigi ed Eleonora che andò in frantumi durante la crociata, tanto che i due regnanti di Francia fecero ritorno, nell'aprile del 1149, nelle loro terre su navi diverse.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|p. 77}}.</ref>
In Germania
▲[[Bernardo di Chiaravalle]] si sentì umiliato dal fallimento della crociata e considerò un suo preciso dovere inviare una lettera di scuse al Papa, uno scritto che in seguito inserirà nella seconda parte del suo ''Libro di riflessione''. In esso spiegò come i peccati dei crociati furono la causa della loro disgrazia e dei loro fallimenti. In seguito tentò invano di predicare una nuova crociata dissociandosi dal precedente fallimento.<ref>{{cita|Runciman, 1952|pp. 232–234, 277}}.</ref>
In Francia l'impatto culturale della seconda crociata fu ancora maggiore; molti [[trovatore|trovatori]] rimasero affascinati dalla presunta storia d'amore tra Eleonora e Raimondo, e ciò contribuì a ispirare temi riguardanti l'[[amor cortese]]. A differenza di Corrado
▲In Germania, la crociata fallita venne vista come un evento molto disastroso e molti monaci asserirono che solo l'opera del diavolo sarebbe stata capace di provocare ciò. Un anonimo monaco autore della cronaca ''Annales Herbipolenses'', racconta che per decenni le nobili famiglie tedesche dovettero pagare riscatti per liberare i propri congiunti cavalieri catturati in Anatolia. Gli altri soldati e gli aiutanti di campo che furono fatti prigionieri non ebbero la stessa fortuna, in quanto finirono per essere venduti come schiavi dai turchi. Nonostante la diffusa riluttanza riguardo al mantenere memoria dell'infelice spedizione, essa ebbe comunque un notevole impatto sulla letteratura tedesca del tempo, tanto che molte poesie epiche del tardo XII secolo raccontano scene di battaglie chiaramente ispirate dai combattimenti avvenuti durante la seconda crociata.
Le relazioni tra l'
▲In Francia l'impatto culturale della seconda crociata fu ancora maggiore; molti [[trovatore|trovatori]] rimasero affascinati dalla presunta storia d'amore tra Eleonora e Raimondo, e ciò contribuì a ispirare temi riguardanti l'[[amor cortese]]. A differenza di Corrado, l'immagine di Luigi beneficò dalla crociata in quanto molti dei suoi sudditi lo videro come un re pellegrino sofferente che accettò in silenzio le punizioni inferte da Dio.<ref>{{cita|Nicolle, 2009|pp. 81-84}}.</ref>
{{citazione|Egli fu in grado di affrontare i suoi nemici con un'abilità invidiabile, mettendo uno contro l'altro con l'obiettivo di portare pace e tranquillità<ref name="cita
▲Le relazioni tra l'Impero Romano d'Oriente e la Francia furono gravemente compromesse dall'esito della crociata. Luigi e gli altri condottieri francesi accusarono apertamente l'imperatore Manuele I di aver favorito gli attacchi turchi subiti durante la marcia attraverso l'Asia Minore. All'interno dell'impero, invece, la crociata fu ricordata come un capolavoro della diplomazia.<ref name="cita|Nicolle, 2009|p. 84" /> Nell'elogio per l'imperatore Manuele pronunciato dell'arcivescovo [[Eustazio di Tessalonica]] venne dichiarato:
La crociata vendica ottenne risultati contrastanti. Mentre i sassoni poterono affermare il loro possesso di [[Wagria]] e [[Polabi]]a
▲{{citazione|Egli fu in grado di affrontare i suoi nemici con un'abilità invidiabile, mettendo uno contro l'altro con l'obiettivo di portare pace e tranquillità<ref name="cita|Nicolle, 2009|p. 84">{{cita|Nicolle, 2009|p. 84}}.</ref>}}
Nella penisola iberica
▲La crociata vendica ottenne risultati contrastanti. Mentre i sassoni poterono affermare il loro possesso di [[Wagria]] e [[Polabi]]a, i pagani mantennero il controllo delle terre Odobrite a est di [[Lubecca]]. I sassoni ricevettero, inoltre, il tributo dal capo [[Niklot]], che permise di colonizzare la [[Diocesi di Havelberg]] e di liberare alcuni prigionieri danesi. Tuttavia, i comandanti cristiani nutrirono ingenti sospetti tra di loro e si accusarono reciprocamente di sabotare la campagna.
In Oriente, per i cristiani, la situazione si fece molto più critica. In Terra Santa
▲Nella penisola iberica, le campagne di Spagna, insieme all'assedio di Lisbona, furono alcune delle poche vittorie ottenute dai cristiani nel corso della seconda crociata. Queste, tuttavia, si possono considerare come battaglie inserite in un più vasto contesto conosciuto come ''[[Reconquista]]'', una serie di azioni militari che si conclusero nel 1492 con la scacciata dei musulmani dalla penisola.<ref name="cita|Riley-Smith, 1991|p. 126"/>
▲In Oriente, per i cristiani, la situazione si fece molto più critica. In Terra Santa, la seconda crociata ebbe conseguenze a lungo termine disastrose che coinvolsero la stessa Gerusalemme. Nonostante [[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III]] avesse esteso l'influenza cristiana in [[Egitto]], le relazioni con l'Impero bizantino erano oramai compromesse e dall'Europa si potevano contare scarsissimi rinforzi.<ref>{{cita|Riley-Smith, 1991|p. 56}}.</ref> Nel 1171 [[Saladino]], nipote di uno dei generali di [[Nur ad-Din]] venne proclamato sultano d'Egitto, unendo sotto il suo unico comando Egitto e Siria e, di conseguenza, circondando completamente il regno crociato. Nel frattempo, nel 1180, con la morte dell'imperatore Manuele I si concluse l'alleanza con i bizantini. Nel 1187 [[Assedio di Gerusalemme (1187)|Gerusalemme capitolò]] a Saladino. In seguito, le forze musulmane dilagarono a nord conquistando tutte le città, tranne le capitali degli Stati crociati, gettando le basi per la proclamazione della [[terza crociata]].<ref>{{cita|Riley-Smith, 1991|p. 60}}.</ref>
== Note ==
{{note strette}}
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|
* {{Cita libro|autore=
* {{cita libro|titolo=Le crociate del Nord. Il Baltico e la frontiera cattolica (1100-1525)|isbn=978-88-15-26604-0|anno=2016|editore=Il Mulino|autore=[[Eric Christiansen]]|cid=Christiansen, 2016|traduttore=Donatella Levi}}
▲* {{Cita libro|cognome= Baldwin |nome= Mrshall W. |cognome2=Setton |nome2=Kenneth M. |titolo=A History of the Crusades, Volume I: The First Hundred Years |città= Madison, Wisconsin |editore= University of Wisconsin Press |anno= 1969 |cid= Baldwin, 1969 |lingua=en}}
* {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Zq2MDAAAQBAJ&pg=PT38|titolo=Guerre delle crociate|autore=Paolo Grillo|editore=Corriere della Sera|anno=2016|cid=Grillo, 2016|isbn=978-88-61-26950-7}}
* {{Cita libro|autore=Joachim Herrmann|titolo=Die Slawen in Deutschland|anno=1970|editore=Akademie-Verlag GmbH|città=Berlino|p=530|cid=Herrmann, 1970|lingua=en}}
* {{Cita libro|
* {{cita libro|autore=[[Jean Richard]]|anno=1999|cid=Richard, 1999|titolo=La grande storia delle crociate|volume=1|collana=Il Giornale. Biblioteca storica|editore=Newton & Compton editori|città=Roma|traduttore=Maria Pia Vigoriti|isbn=977-11-24-88317-6}}
* {{
* {{cita libro|autore=[[Steven Runciman]]|traduttore=A. Comba e E. Bianchi|cid=Runciman, 2005|anno=2005|titolo=Storia delle Crociate|editore=Einaudi|isbn=978-88-06-17481-1}}
* {{Cita libro|
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[[Categoria:Seconda crociata| ]]
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