Interplanetary Monitoring Platform C: differenze tra le versioni

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{{Infobox missioneMissione spaziale
|nome_missione = Interplanetary Monitoring Platform C
| foto_veicolo = Explorer 21 IMP-B.jpg
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La struttura dell'Interplanetary Monitoring Platform C era simile a quella dei suoi due predecessori, l'[[Interplanetary Monitoring Platform A]], noto come Explorer 18 e lanciato nel 1963, e l'[[Interplanetary Monitoring Platform B]], noto come Explorer 21 e lanciato nel 1964, sebbene fosse di più leggero di circa 5 kg.
 
Di forma ottagonale, largo 71&nbsp;cm, alto 20&nbsp;cm e dotato di batterie alimentate sia chimicamente che da 4 pannelli solari, l'Interplanetary Monitoring Platform C recava con sé 7 esperimenti, per un totale di circa 20&nbsp;kg di peso, dedicati all'analisi delle particelle costituenti i [[raggi cosmici]] e il [[vento solare]], per cui utilizzava, tra le altre cose, delle [[Sonda di Langmuir|sonde di Langmuir]], nonché all'analisi del campo magnetico interplanetario, per cui utilizzava dei [[Magnetometro fluxgate|magnetometri fluxgate]] e un [[magnetometro a vapore di rubidio]].<ref>{{Cita web|url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraft/displayExperiment.action?spacecraftId=1965-042A|titolo= IMP C - Experiment Search Results|accesso=8 agosto 2021}}</ref><ref name="imp">{{Cita libro|formato=pdf|data=Maggiomaggio 1980|url=https://core.ac.uk/download/pdf/42865501.pdf|capitolo=The IMP Spacecraft, Its Orbits and Performance|editore=NASA|titolo=Interplanetary Monitoring Platform - Engineering History and
Achievements|accesso=8 agosto 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraft/displayExperiment.action?spacecraftId=1965-042A|titolo= IMP C - Experiment Search Results|accesso=8 agosto 2021}}</ref>
Achievements|accesso=8 agosto 2021}}</ref>
 
Una volta messo in orbita il satellite era stabilizzato utilizzando la tecnica di [[stabilizzazione di spin]],<ref name="Gunter">{{cita web|url=https://space.skyrocket.de/doc_sdat/explorer_imp-a.htm|titolo=IMP A, B, C (Explorer 18, 21, 28) |editore=Gunter's Space Pages |accesso=10 agosto 2021}}</ref> una tecnica di stabilizzazione passiva nella quale l'intero veicolo ruota su se stesso in modo che il suo vettore di momento angolare rimanga pressoché fissato nello spazio inerziale.<ref name="ciani">{{Cita web|url= https://www2.units.it/atmocube/theses/controllo_assetto_Ciani.pdf|formato=pdf|p=14|accesso=6 agosto 2021|nome=Manuela|cognome=Ciani|titolo=Studio del sistema di assetto del satellite AtmoCube tramite attuatori magnetici|editore=Università degli studi di Trieste|data=2003|dataarchivio=1 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201045625/https://www2.units.it/atmocube/theses/controllo_assetto_Ciani.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Il movimento di rotazione è stabile se il satellite gira attorno all'asse che ha momento d'inerzia massimo.<ref name="ciani"/> Nel caso dell'IMP C, la velocità di rotazione era inizialmente di 23,7 giri al minuto (rpm); a causa della pressione della radiazione solare essa è poi variata scendendo a un minimo di 18,25&nbsp;rpm dopo 80 giorni per poi risalire fino a un massimo di 27,4&nbsp;rpm dopo 270 giorni ed arrivare a 22,4&nbsp;rpm dopo un anno. L'asse di spin, invece, era orientato verso un punto di [[ascensione retta]] di 64,9° e una [[Declinazione (astronomia)|declinazione]] di -10,9°, con una precisione di ±1°; anche l'angolo dell'asse di spingspin subì varie modifiche a causa della pressione della radiazione solare, arrivando a uno scostamento massimo di 1,5°.<ref name="imp"/><ref name="nasa">{{Cita web|url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraft/display.action?id=1965-042A|editore= NASA|titolo= IMP C|accesso=8 agosto 2021}}</ref>
 
== Lancio e operatività ==
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== Note ==
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== Altri progetti ==
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