Diktat: differenze tra le versioni

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Un '''diktat''' (dal [[lingua tedesca|tedesco]] ''Diktat'', ossia ''dettato''; da pronunciarsi {{IPA|/dik'ta:tdikˈtaːt/}}, ma spesso resa in italiano con {{IPA|/'diktatˈdiktat/}}<ref>La pronuncia [dìctat], seppur diffusa nel gergo giornalistico, è del tutto errata non soltanto con riferimento alla parola tedesca, ma anche e soprattutto per quanto concerne l'etimologia latina. ''Diktat'' (con la a lunga) deriva infatti dal participio passato latino ''dictātum'' e non da ''dĭctat'', indicativo presente del medesimo verbo ''dictāre''.</ref>) è sia una dura condizione non negoziabile imposta sulla parte soccombente in un confronto ([[trattato di pace]], [[armistizio]], [[Resa incondizionata|resa]], ecc.) sia un [[decreto]] od ordine autoritario indiscutibile emanato da un potere rappresentativo.
 
== Storia ==
Generalmente vengono imposti richiedendo soluzioni drastiche e imponendo ''[[aut aut]]'': ad esempio fu sostanzialmente un diktat l'[[ukase|ukaz]] dello zar [[Nicola I di Russia|Nicola I]] ai polacchi, che fu emanato il [[29 luglio]] [[1831]] mentre l'esercito russo si preparava a varcare la [[Vistola]]<ref>[https://books.google.it/books?id=4GIFAAAAQAAJ&pg=PA210&lpg=PA210&dq=ukase+varsavia+1830&source=bl&ots=3k_LTOjVko&sig=QCyJ_84CGaCCZSGs4zdmrHODf9Y&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwikzsf8w7jXAhWELhoKHacYBboQ6AEITzAJ#v=onepage&q=ukase%20varsavia%201830&f=false ''The american annual registry for the year 1830-31 or the fifty-fifth year of american independence'' by charles bowen, e. and g.w. blunt 1832], p. 210.</ref> e ada [[Rivolta_di_Novembre#La_guerra_russo-polacca|occupare Varsavia]].
 
Il termine - che richiamava indirettamente il [[Dictatus papae]] medievale - fu usato per la prima volta nel [[1919]] in un giornale francese a proposito del [[trattato di pace di Versailles]] imposto alla Germania sconfitta; per converso, rimangono nella [[storia]] i ''diktat'' del [[nazismo]] nei confronti degli Stati vicini, proprio come forma di [[revanscismo]] contro il trattato di Versailles.
 
È però entrato nell'uso giornalistico durante gli anni della [[guerra fredda]], quando, specialmente in [[politica estera]], si denunciavano i ''diktat'' politici da parte del governo degli Stati Uniti o [[Dottrina Brežnev|quelli militari dell'Unione sovieticaSovietica]]. In particolare, il [[Politburo]] enunciava ''diktat'' da [[Mosca (Russia)|Mosca]], come forma preferita delle imposizioni più serie e minacciose: esse erano espresse da parte dei massimi [[Burocrazia|burocrati]] dell'allora [[Unione Sovietica|URSS]] nei confronti dei [[Patto di Varsavia|paesiPaesi satelliti]] o dei paesiPaesi che ponevano in essere politiche e/o azioni reputate lesive delle politiche o azioni condotte dall'[[Unione Sovietica]].
 
Nel tempo l'espressione è [[Parola d'autore|entrata nel gergo giornalistico]] e reinterpretata per descrivere contenutisticamente comportamenti, positivi o negativi, pretesi da una parte più forte nei confronti di una più debole. Non parlandosi mai di ''diktat'' attivi, ma guardando l'evento per lo più dal lato della vittima (che asserisce di subire l'imposizione di un ''diktat''), il sintagma di conseguenza ha assunto una connotazione negativa.
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I giornalisti hanno riportato una serie di diktat in vari campi: in [[economia]] si è parlato di ''diktat'' delle istituzioni europee nei confronti dei singoli Stati membri (es. la [[lettera Trichet-Draghi]])<ref>[http://www.qualcosadisinistra.it/2011/09/29/no-ai-diktat-della-bce-no-ai-saps-2/ ''Diktat europeo. Pubblicata la lettera della BCE al governo'', di Valerio Spositi, 29 settembre 2011]</ref>, o verso grandi gruppi (come nel caso della disputa tra [[Unione europea]] e [[Microsoft]] per la pubblicazione dei codici sorgente di [[Microsoft Windows]]), o verso associazioni espressione di interessi nazionali.
 
Nella stampa italiana vi è un ampio uso dei ''diktat'' riferiti ad avvenimenti di ambito politico, coomecome nel caso ad esempio dell'"[[editto bulgaro]]". Il termine viene utilizzato sia in riferimento alle richieste sindacali nei confronti di politici, sia alle richieste dei politici nei confronti dei propri alleati per ottenere coesione (come nel caso delladelle propostaproposte di leggilegge passate con la richiesta della [[Questione di fiducia|fiducia di governo]]), sia in riferimento alle affermazioni politiche volte all'imposizione di regole o atti di varia natura.
 
== Note ==