Verona: differenze tra le versioni

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Onorificenze: Aggiunta la medaglia di benemerenza per il terremoto calabro-siculo
 
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{{vaglionota disambigua}}
{{Divisione amministrativa
{{Template:Comune
|nomeComuneNome = Verona
|linkStemmaPanorama = Stemma comune20110720 Verona 3078.pngjpg
|Didascalia = Panorama di Verona dal piazzale di [[Castel San Pietro (Verona)|castel San Pietro]]
|siglaRegione = VEN
|Stato = ITA
|siglaProvincia = VR
|Grado amministrativo = 3
|latitudineGradi = 45
|Divisione amm grado 1 = Veneto
|latitudineMinuti = 26
|Divisione amm grado 2 = Verona
|latitudineSecondi = 0
|Amministratore locale = [[Damiano Tommasi]]
|longitudineGradi = 10
|Partito = [[Indipendente (politica)|indipendente]] di [[centro-sinistra]]
|longitudineMinuti = 59
|Data elezione = 27-6-2022
|longitudineSecondi = 0
|Sottodivisioni = Vedi [[#Suddivisioni amministrative|lista]]
|sindaco = [[Flavio Tosi]]
|Divisioni confinanti = [[Bussolengo]], [[Buttapietra]], [[Castel d'Azzano]], [[Grezzana]], [[Mezzane di Sotto]], [[Negrar di Valpolicella]], [[Pescantina]], [[Roveré Veronese]], [[San Giovanni Lupatoto]], [[San Martino Buon Albergo]], [[San Mauro di Saline]], [[San Pietro in Cariano]], [[Sommacampagna]], [[Sona]], [[Tregnago]], [[Villafranca di Verona]]
|mappaX = 109
|mappaYZona sismica = 582
|Gradi giorno = 2468
|altitudine = 59
|Nome abitanti = veronesi o scaligeri<ref>{{Treccani|scaligero|Scalìgero|v=1}}</ref>
|superficie = 206,63
|Patrono = [[San Zeno vescovo|san Zeno]]
|abitanti = 262.521
|Festivo = 21 maggio
|anno = 06-10-2007
|Mappa = Map of comune of Verona (province of Verona, region Veneto, Italy).svg
|densita = 1269
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Verona all'interno dell'omonima provincia
|frazioni = Vedi [[#Quartieri|elenco]]
}}
|comuniLimitrofi = [[Bussolengo]], [[Buttapietra]], [[Castel d'Azzano]], [[Grezzana]], [[Mezzane di Sotto]], [[Negrar]], [[Pescantina]], [[Roverè Veronese]], [[San Giovanni Lupatoto]], [[San Martino Buon Albergo]], [[San Mauro di Saline]], [[San Pietro in Cariano]], [[Sommacampagna]], [[Sona]], [[Tregnago]], [[Villafranca di Verona]], [[Zevio]]
'''Verona''' ({{audio|It-Verona.ogg}}, <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/veˈrona/|it}}<ref>{{DOP|id=1095283}}</ref><ref>{{Dipi|Verona}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />, [[Capoluogo (Italia)|capoluogo]] dell'[[provincia di Verona|omonima provincia]] in [[Veneto]]. Primo comune della regione per popolazione, si trova al margine settentrionale della [[Pianura Padana]], lungo il fiume [[Adige]] e ai piedi dei [[Lessinia|monti Lessini]].
|cap = 37100, 37121-37142
|prefisso = 045
|istat = 023091
|fiscale = L781
|nomeAbitanti = veronesi
|patrono = [[San Zeno vescovo|San Zeno]] e [[San Pietro Martire]]
|festivo = [[21 maggio]] e [[29 maggio]]
|sito = http://www.comune.verona.it
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
{{Quote|<math>\mathfrak{N}</math>on esiste mondo fuor dalle mura di '''Verona'''; ma solo purgatorio, tortura, inferno. Chi è bandito di qui, è bandito dal mondo e l'esilio dal mondo è morte...|''[[Romeo e Giulietta]] - atto III, scena III'' - [[William Shakespeare]]}}
 
Di origine [[Preistoria|preistorica]], l'abitato venne rifondato dai [[Civiltà romana|Romani]] all'interno dell'ansa del fiume intorno alla metà del I secolo a.C., rimanendo sotto il governo dell'[[Impero romano|Impero]] fino al V secolo, quando venne occupato dal re germanico [[Teodorico il Grande]]. Entrò a far parte prima del dominio dei [[Longobardi]] e poi dei [[Franchi]], rimanendo fedele nei secoli successivi agli imperatori del [[Sacro Romano Impero]]. Divenne libero Comune all'inizio del XII secolo per poi prosperare sotto la Signoria degli [[Della Scala|Scaligeri]]. Si [[Dedizione di Verona a Venezia|dedicò alla Serenissima]] nel 1405, passando sotto il governo della [[Repubblica di Venezia]]. Occupata militarmente da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] nel 1797, nel 1815 divenne parte dell'[[Impero austriaco]] che la trasformò nella sua maggiore [[Sistema difensivo di Verona|piazzaforte militare]] in territorio italico, per poi essere annessa al [[Regno d'Italia]] nel 1866.
'''Verona''' è una città del [[Veneto]] che con i suoi 262.521 abitanti ([[2007]])<ref>Dati tratti dalla pagina internet http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=3847.</ref> è il secondo [[Comune italiano|comune]] per popolazione della regione e del [[Triveneto]]. L'[[area metropolitana]] veronese è di 1070,9 Km² e conta una popolazione di 482.000 abitanti ([[2001]])<ref>Dati tratti dalla pagina internet http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=4337</ref>, in costante crescita<ref>Dati tratti dalla pagina internet http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=4337</ref>.
 
Verona è stata dichiarata [[Patrimoni dell'umanità d'Italia|patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] per le peculiarità urbanistiche e per il patrimonio artistico e culturale.<ref name=UNESCO/> Il suo simbolo è l'[[Arena di Verona|Arena]] ed è conosciuta nel mondo per l'opera di [[William Shakespeare]] ''[[Romeo e Giulietta]]''. [[Università degli Studi di Verona|Sede universitaria]] e importante snodo di scambio logistico e intermodale tramite il [[Quadrante Europa]], l'industria riveste un ruolo chiave nell'economia della città, come il turismo fieristico e culturale.<ref name="ReferenceA">{{cita|Camera di Commercio di Verona|pp. 7–8}}.</ref>
Capoluogo dell'[[provincia di Verona|omonima provincia]], una delle sette in cui è suddivisa la regione, Verona è visitata ogni anno da centinaia di migliaia di turisti<ref>Nell'intero anno [[2006]] gli arrivi sono stati 595.042 nella sola città di Verona, e le presenze 1.490.065 (dati [http://www.provincia.vr.it/newweb/Servizi-al/Settore-Tu/Statistich/STATISTICH1/MOVIMENTO-/ANNUALE-PE/index.htm Provincia di Verona]).</ref>, molti dei quali stranieri, per la sua ricchezza artistica e le varie manifestazioni annuali, come ad esempio la [[festival lirico areniano|stagione lirica areniana]].
 
== Geografia fisica ==
La città deve la propria importanza storico-economica alla sua posizione geografica e al suo assetto idrogeologico. Tra i monumenti più conosciuti della città vi sono l'[[Arena di Verona|Arena]] e la [[Via Cappello#La casa di Giulietta|Casa di Giulietta]].
=== Territorio ===
[[File:Colline nel comune di Verona.jpg|miniatura|sinistra|Le colture tradizionali nella fascia collinare del comune: un [[vigneto]] in primo piano e un [[oliveto]] sullo sfondo, coltivato su terrazzamenti]]
 
L'abitato di Verona si situa in posizione centrale rispetto al territorio comunale, il quale è caratterizzato da una notevole eterogeneità di paesaggi a causa della particolare collocazione geografica e dell'escursione altitudinale, che va dai 30 metri della pianura agli oltre 600 della zona pedemontana. La città, che sorge lungo le rive del fiume Adige nel punto in cui questo entra nella Pianura Padana e forma un caratteristico doppio [[meandro]], è posta a cavallo tra le propaggini meridionali dei monti Lessini che contornano la città a nord e la pianura che si apre a sud del corso del fiume.<ref>{{cita|Comune di Verona|p. 104}}.</ref>
== Geografia ==
Situata a 59 metri sul livello del mare, ai piedi del [[colle San Pietro]], l'appendice meridionale dei [[Lessinia|monti Lessini]], la città sorge lungo le rive del fiume [[Adige]], nel punto in cui questo entra nella [[Val Padana|pianura Padana]] e forma un caratteristico doppio meandro, ad una trentina di chilometri ad est del [[lago di Garda]].
 
Nelle dorsali collinari, conosciute con il nome di [[Torricelle]], si possono individuare un'alternanza di aree [[bosco]]se e [[Prateria|praterie]] aride, ma sono presenti anche formazioni vegetali, sia naturali sia coltivate, tipiche dei [[Clima mediterraneo|climi submediterranei]], in particolare nelle porzioni di territorio meno elevate ed esposte a sud. Gli [[Oliveto|oliveti]] sono l'espressione più significativa di questa tipicità, in quanto la loro coltivazione si estende fino a circa 400 metri di quota. Le opere di sistemazione dei versanti sono rappresentate principalmente dalle ''marogne'', ovvero da [[Terrazzamento|terrazzamenti]] con [[Muro a secco|muri a secco]] che, oltre a rappresentare un pregevole esempio di prevenzione dal [[rischio idrogeologico]], hanno anche un valore architettonico e paesaggistico intrinseco. Infine, il fondovalle della fascia collinare è inciso da diversi [[Torrente|torrenti]], localmente detti ''progni'' o ''vaj'', quali (da ovest verso est) Quinzano, Borago, Galina, Valpantena e Squaranto.<ref>{{cita|Comune di Verona|pp. 104–105}}.</ref>
Anticamente la città è stata punto nodale di ogni sistema di trasporto terrestre e acquatico dell'Italia nord-orientale. Al [[Storia romana|tempo dei romani]], infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la [[via Gallica]], la [[via Claudia Augusta]], il [[Vicum Veronensium]] e la [[via Postumia]]. Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico - stradale, ferroviario ed autostradale - in quanto è situata al crocevia tra le direttrici che provengono dall'Italia centrale e nord-occidentale con il [[passo del Brennero]].
 
Altro elemento distintivo del paesaggio è l'Adige, che condiziona fortemente le forme del territorio sia nel tratto urbano sia in quello extraurbano, per via sia del suo sviluppo ma anche per la presenza di [[Paleoalveo|paleoalvei]] e [[Terrazzo fluviale|terrazzi fluviali]] tracciati dai suoi antichi percorsi.<ref name=comuneverona120 >{{cita|Comune di Verona|p. 120}}.</ref> L'ambito fluviale è ormai quasi privo di elementi di naturalità, a causa degli interventi di [[Opere idrauliche|regimazione idraulica]] e della diffusa [[antropizzazione]], nonostante ciò si conservano alcuni elementi seminaturali [[Valle|a valle]] dell'abitato: il nucleo boscato più consistente è quello dell'isola del [[Pestrino]], che rappresenta l'unica morfologia fluviale sopravvissuta agli interventi di sistemazione idraulica di difesa dalle piene nel tratto di fiume entro i limiti comunali; nel parco della [[villa Bernini Buri]] si conserva una formazione boschiva con elementi delle antiche [[Foresta planiziale|foreste planiziali]]; altri nuclei boscati si trovano nell'ambito del [[Parco dell'Adige|parco dell'Adige Sud]].<ref>{{cita|Comune di Verona|pp. 110–111}}.</ref>
=== Clima ===
 
L'ambito della [[pianura]], modellata dalle alluvioni del fiume, è l'elemento che più ha sofferto le trasformazioni antropiche e che quindi presenta minori connotati di pregio e originalità.<ref name=comuneverona120 />
Verona ha un clima che varia molto durante l'anno, con un clima dominante submediterraneo d'estate, soprattutto per via dell'influenza del [[lago di Garda]], con [[umidità]] e [[temperatura|temperature]] solitamente piuttosto elevate, ed un clima dominante continentale d'inverno, con [[umidità]] elevata e [[temperatura|temperature]] rigide. Proprio l'elevata [[umidità]] invernale provoca il famoso fenomeno delle [[nebbia|nebbie]], che si verificano per lo più a partire dal tramonto fino a mattinata avanzata. Le [[temperatura|temperature]] medie di luglio si mantengono superiori ai 24°C, mentre la [[temperatura]] media a gennaio è di circa 1°C.
 
=== Idrografia ===
Le [[Precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] si concentrano tra fine aprile e inizio giugno, e tra ottobre e inizio novembre, con un picco ad agosto, che si è dimostrato in media il mese più piovoso dell'anno. L'inverno, da fine novembre fino a marzo, è il periodo meno piovoso, con una media di poco superiore ai 50mm per mese, nonostante sia il periodo più [[umidità|umido]].
[[File:Verona (119277577).jpeg|miniatura|sinistra|L'Adige presso il più antico ponte della città, il romano [[ponte Pietra]]]]
L'Adige scorre a Verona all'interno di possenti [[Muraglione|muraglioni]], argini costruiti dopo l'[[Inondazione di Verona del 1882|alluvione del 1882]] per proteggere la città da altre piene. Il fiume ormai si limita ad attraversare la città rinchiuso tra questi argini in [[Mattone|mattoni]] di [[laterizio]], ma fino a tempi relativamente recenti la città era particolarmente legata al suo fiume, per via delle numerose attività commerciali e industriali che la sua notevole portata consentiva di svolgere. Inoltre l'Adige era una via di comunicazione di primaria importanza, navigabile fino a [[Trento]]: esso è stato utilizzato sin dall'antichità per il trasporto di merci e il suo tragitto era quindi servito da approdi, da [[Dazio|caselli daziari]], da [[Torre|torri]] utilizzate per sostenere catene, tese da una parte all'altra del fiume per trattenere le merci (a Verona è ancora presente [[Torre della Catena (Verona)|quella a monte della città]]), e da [[Castello|castelli]] e [[Fortezza|forti]].<ref>{{Cita|Baldassin Molli|p. 17}}.</ref> A sud della città, nel rione Filippini, è presente la [[dogana di San Fermo]], che si affaccia sull'Adige attraverso una grande [[darsena]] e la relativa [[dogana di fiume]], anche se quest'ultima conserva solo le pareti perimetrali a causa dei [[Bombardamento|bombardamenti]] che l'hanno gravemente danneggiata durante la [[seconda guerra mondiale]].<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1989, n. 1.</ref> Fino all'[[XIX secolo|Ottocento]], quindi, Verona e i borghi che si affacciavano sul fiume avevano un'economia collegata direttamente alla presenza dell'acqua: lungo le sue rive venivano lavorati i blocchi di [[marmo]] e il [[legname]] che venivano poi trasportati sulle sue acque, sorgevano [[Cantiere navale|cantieri navali]], numerosi [[Mulino natante|mulini galleggianti]], [[Idrovora|idrovore]], depositi merci, piccole industrie e attività [[Artigianato|artigianali]].<ref name="baldassinmolli23">{{Cita|Baldassin Molli|p. 23}}.</ref>
 
[[File:Bartolomeo Bezzi - L'acqua morta.jpg|miniatura|Il [[canale dell'Acqua Morta]] in un dipinto del 1884 di [[Bartolomeo Bezzi]]]]
{| {{Prettytable|align=center|text-align=center}}
All'interno dell'abitato il fiume formava alcuni rami secondari, non più esistenti. Presso il [[Teatro romano di Verona|teatro romano]] si staccava sulla sinistra il [[canale dell'Acqua Morta]], così detto per il lento fluire delle acque che, nelle epoche successive a quella romana, persero progressivamente di portata e velocità. Questo canale si ricongiungeva al ramo principale presso il [[ponte Navi]], formando il cosiddetto Isolo, un'[[Isola|isola fluviale]] costituita da [[Sedimento|sedimenti]] [[Ghiaia|ghiaiosi]].<ref>{{Cita|Baldassin Molli|p. 24}}.</ref> Vi era poi l'[[Adigetto (Verona)|Adigetto]], che era invece un largo [[fossato]] ampliato in età medievale a scopo difensivo, che si separava dall'Adige poco prima di [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e costeggiava a sud le [[Mura comunali di Verona|mura comunali]], congiungendosi all'Adige poco a valle dell'odierno [[ponte Aleardi]].<ref>{{Cita|Brugnoli|p. 63}}.</ref> Oltre a questi due rami principali vi erano anche i cosiddetti ''vò'', più di settanta collegamenti che garantivano lo scambio tra acqua e area abitata.
|- style="background: #99CCCC; color:#000080;"
! Mese
! Gen
! Feb
! Mar
! Apr
! Mag
! Giu
! Lug
! Ago
! Set
! Ott
! Nov
! Dic
! Anno
|- style="color:#000080;"
! style="background: #99CCCC;" | Temperatura max media (°C)<ref>[http://www.eurometeo.com/italian/climate/city_LIPX/meteo_Verona Eurometeo], temperature medie massime sul periodo 1961-1990.</ref>
| style="background: #FFFFCC;" | 5
| style="background: #FFFF99;" | 9
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| style="background: #FFFF99;" | 6
| style="background: #FFCC00;" | 17,33
|-style="color:black;"
! style="background: #99CCCC; color:#000080;" height="16;" | Temperatura min media (°C)<ref>[http://www.eurometeo.com/italian/climate/city_LIPX/id_Tmin/meteo_verona%20italia Eurometeo], temperature medie minime sul periodo 1961-1990.</ref>
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|-
! style="background: #99CCCC; color:#000080;" | Piogge (mm)<ref>[http://www.eurometeo.com/italian/climate/city_LIPX/id_Rtot/meteo_verona%20italia Eurometeo], medie precipitazioni sul periodo 1961-1990.</ref>
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|}
 
[[File:Mulini a Verona.jpg|miniatura|sinistra|I mulini sull'Adige in una fotografia del 1897, pochi anni prima della loro dismissione]]
===L'Adige a Verona===
Caratteristici erano i mulini, costruiti su una piattaforma o ''pontone'' galleggiante, in modo da potersi adattare al variare del livello delle acque. Sul ''pontone'' si trovavano la [[ruota a pale]] e un capanno di legno che ospitava la [[macina]], mentre un ponticello detto ''peagno'' li collegava alla riva. Documentati fin dal [[Medioevo]], molti di essi erano controllati dai vari [[Monastero|monasteri]] locali, che anticamente avevano il diritto di sfruttamento delle acque del fiume; gruppi di mulini si trovavano in particolare in prossimità della [[basilica di San Zeno]], nella porzione di fiume compresa tra le [[Chiesa di San Giorgio in Braida|chiese di San Giorgio in Braida]] e la [[Duomo di Verona|Cattedrale]], e presso [[via Sottoriva]]. Il loro numero aumentò nei secoli fino a superare le 400 unità nel corso del XIX secolo, per poi calare sensibilmente a causa della crescente [[Prima industrializzazione di Verona|industrializzazione di Verona]], fino alla totale scomparsa all'inizio del [[XX secolo|Novecento]].<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1999, n. 2.</ref>
 
La [[Inondazione di Verona del 1882|piena del 16 settembre 1882]], che invase buona parte della città distruggendo centinaia di case, due ponti e causando diverse vittime, costrinse a modificare profondamente l'assetto dei corsi d'acqua; molte di queste opere furono costruite nel periodo tra il 1885 e il 1899, mutando per sempre l'aspetto della città. L'[[alveo]] dell'Adige fu ampliato e ripulito, vennero edificati i cosiddetti muraglioni lungo tutta la città mentre furono interrati l'Adigetto e il ramo dell'Acqua Morta.<ref name=baldassinmolli23 /> Per ridurre la portata del fiume nel suo percorso urbano si realizzò il [[Canale Camuzzoni|canale industriale Camuzzoni]], che partendo da [[Chievo (Verona)|Chievo]] (dove nel 1923 sarà realizzato anche un [[Ponte diga del Chievo|ponte-diga]]) percorre {{M|7,5|u=km}} in direzione sud-est fino a rientrare nell'Adige a valle della città.<ref>{{Cita|Priante|pp. 15–17}}.</ref>
L'[[Adige]] a Verona scorre all'interno di possenti ''muraglioni'', costruiti dopo la terribile alluvione del [[1882]], per proteggere la città da altre piene. Il fiume si limita oggi ad attraversare la città, ma fino a tempi relativamente recenti Verona era una città che viveva sull'[[Adige]], con i mulini, le lavandaie, gli attracchi per le barche, le case lambite dall'acqua. Il fiume, navigabile fino in [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]], era una via di comunicazione di primaria importanza, e molte piccole industrie e attività artigianali sorgevano sulle sue sponde. Esso formava inoltre alcuni rami secondari, oggi non più esistenti: presso il [[Teatro romano di Verona|teatro romano]] si staccava sulla sinistra il ramo dell'Acqua Morta, così detto per il lento fluire delle sue acque, che si ricongiungeva al ramo principale al [[Ponte Navi]], formando il cosiddetto Isolo. L'Adigetto, detto anche ''Rofiól'', era invece un largo [[Fossato (architettura)|fossato]] costruito in [[medioevo|età medievale]] a scopo difensivo, che si staccava dall'[[Adige]] appena fuori [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e costeggiava a sud le mura comunali, gettandosi quindi nuovamente nell'[[Adige]]. Grazie ad esso la città, allora quasi tutta compresa all'interno dell'ansa dell'[[Adige]], era di fatto un'isola, difficilmente espugnabile.
 
=== Clima ===
Caratteristici erano i [[mulino|mulini]], costruiti su di una piattaforma o ''pontone'' galleggiante, in modo da potersi adattare al variare del livello delle acque. Sul pontone si trovavano la ruota a pale e un capanno di legno che ospitava la macina, mentre un ponticello detto ''peagno'' li collegava alla riva. Documentati fin dal [[medioevo]], molti di essi erano controllati dai vari monasteri locali, che anticamente avevano il diritto di sfruttamento delle acque del fiume; gruppi di mulini si trovavano in particolare presso San Zeno, San Giorgio in Braida e a Sottoriva. Il loro numero aumentò nei secoli fino a superare le 400 unità nel corso del [[XIX secolo]], per poi calare sensibilmente a causa della crescente [[industrializzazione]], fino alla totale scomparsa all'inizio del [[XX secolo|Novecento]].
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Verona Boscomantico|Stazione meteorologica di Verona Villafranca}}
[[File:Neve a Verona 17.01.2006 033.jpg|miniatura|[[Piazza Bra]] e l'[[Arena di Verona|Arena]] imbiancate durante una nevicata nell'inverno del 2006]]
Il Veneto presenta peculiari caratteristiche climatiche determinate dalla sua collocazione alle medie [[Latitudine|latitudini]], da cui derivano i caratteristici effetti stagionali, e dal fatto che la regione si pone in una zona di transizione fra l'[[Europa centrale]], in cui predomina l'influsso delle [[Venti occidentali|correnti occidentali]] e dell'[[oceano Atlantico]] o, in alcune occasioni, di quelle nordorientali più fredde e asciutte di origine [[Eurasia|euroasiatica]], e l'[[Europa meridionale]], dove invece domina l'influsso degli [[Anticiclone subtropicale africano|anticicloni subtropicali]] e del [[mar Mediterraneo]]. A questi influssi di livello macro-territoriale si associano altri importanti fattori che influenzano in modo significativo il clima a livello regionale, il quale si va così a definire in specifiche sotto-zone climatiche, che nel caso specifico del territorio veronese si possono individuare: l'appartenenza alla pianura padano-veneta, delimitata sia a nord sia a sud da [[Catena montuosa|catene montuose]] e con un'apertura principale verso est; la presenza di una vasta area montana a [[orografia]] complessa; la presenza del [[lago di Garda]] a ovest.<ref name=ARPAV24 >{{cita|ARPAV|p. 24}}.</ref>
 
A livello di scala territoriale, l'area si caratterizza da un clima di pianura, [[Clima temperato umido|temperato umido]]. Nel veronese prevale infatti un certo grado di [[Clima continentale|continentalità]] con inverni relativamente rigidi ed estati calde, e temperature medie annue che si aggirano intorno ai 13-14&nbsp;[[Grado Celsius|°C]]. In condizioni di tempo [[Anticiclone|anticiclonico]] la massa d'aria che sovrasta la pianura manifesta condizioni di elevata stabilità o di [[inversione termica]] al suolo, che si traducono in fenomeni stagionali quali le [[Foschia|foschie]], le [[Nebbia|nebbie]], le [[Brina|gelate]], l'[[afa]] e l'accumulo di inquinanti in prossimità del suolo. Al verificarsi di tali fenomeni contribuiscono la presenza di importanti fonti di [[umidità]], come le aree irrigue e il lago di Garda, i quali sono in grado di rifornire la massa d'aria in vicinanza del terreno di [[vapore acqueo]].<ref name=ARPAV30 >{{cita|ARPAV|p. 30}}.</ref> Infine, scendendo di scala, a livello [[microclima]]tico la copertura e l'uso del suolo risultano significativi, determinando la formazione di [[Isola di calore|isole di calore]] in città e nel suo immediato circondario.<ref name=ARPAV24 />
La piena del [[16 settembre]] [[1882]], che invase buona parte della città, distruggendo centinaia di case e due ponti e causando diverse vittime, costrinse purtroppo a modificare profondamente l'assetto dei corsi d'acqua, e nel periodo [[1882]]-[[1895]] molte opere mutarono per sempre l'aspetto della città. L'alveo dell'[[Adige]] fu ampliato e ripulito, e vennero edificati i cosiddetti muraglioni lungo tutta la città, mentre furono chiusi l'Adigetto e il ramo dell'Acqua Morta. Per deviare una parte delle acque si realizzò il canale industriale Camuzzoni (dedicato all'omonimo sindaco in carica dal [[1867]] al [[1883]]), che partendo dal [[Chievo (Verona)|Chievo]] (dove nel [[1923]] sarà realizzata anche una [[diga]]) percorre 7,5 km in direzione sud-est fino a rientrare nell'[[Adige]] a valle della città.
 
Le [[Precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] sono distribuite abbastanza uniformemente durante l'anno, tuttavia l'inverno è solitamente la stagione più secca mentre nelle stagioni intermedie prevalgono le perturbazioni atlantiche e mediterranee. In estate i [[Temporale|fenomeni temporaleschi]] risultano abbastanza frequenti e spesso associati a [[grandine]], tuttavia sono distribuiti in modo molto irregolare.<ref name=ARPAV30 /> Il territorio scaligero è caratterizzato, per quanto concerne le precipitazioni, da un andamento crescente spostandosi da sud verso nord: se nelle [[Valli Grandi Veronesi]] si rilevano le precipitazioni minime, di circa 700&nbsp;mm, esse arrivano a 800&nbsp;mm nel territorio del comune di Verona, situato a cavallo tra la pianura e la zona collinare, mentre risalendo verso la fascia pedemontana si arriva ai 900–1100&nbsp;mm della [[Valpolicella]], della bassa Lessinia e della parte meridionale del [[Monte Baldo|massiccio del monte Baldo]], con valori crescenti nei settori più settentrionali di Lessinia e Baldo fino ad arrivare a valori superiori ai 1 500&nbsp;mm nella Lessinia nord-orientale e sul [[gruppo del Carega]].<ref>{{cita|ARPAV|p. 132}}.</ref>
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Verona|Della Scala}}
Verona è stata abitata fin dalla preistoria con alcuni insediamenti sull'altura che domina il fiume [[Adige]]: il [[colle San Pietro]]. Si dibatte ancora oggi su quale sia la popolazione che ha dato vita al primo insediamento in zona. L'ipotesi più accreditata vede all'origine un insediamento della popolazione dei [[Reti]] (tesi sostenuta anche dallo scrittore romano [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]]). Vi sono però altre ipotesi, come quella sostenuta da [[Tito Livio]], che vede all'origine una popolazione di [[Galli Cenomani]]. Altre ipotesi parlano di un'improbabile origine [[Civiltà etrusca|etrusca]] (dovuta alla presenza in zona degli [[Arusnati]], popolo di origine incerta e da alcuni ritenuto etrusco). Infine l'ipotesi paleoveneta afferma che la città sarebbe stata fondata dalla popolazione locale degli [[Euganei]].
 
{{Clima di Verona}}
Fu, però, solo con la fondazione della [[colonia romana]] nell'ansa dell'[[Adige]] ([[89 a.C.]]), che iniziò il periodo di grande splendore della città. Da piccolo e sconosciuto insediamento, i romani ne fecero un capolavoro d'arte aggiungendo i più grandi monumenti ancora oggi visibili. La città fu in seguito particolarmente utilizzata nel [[III secolo]] d.C. come base militare da utilizzare contro i barbari, quando venne rafforzata dall'imperatore [[Gallieno]] che fece costruire varie mura.
 
== Origini del nome ==
Dal [[V secolo|V]] al [[XII secolo]] Verona passò in continuazione sotto il dominio di popolazioni barbare straniere: dai [[Visigoti]] di [[Alarico I]] e le distruzioni portate da [[Attila]], passando per il dominio degli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande]], fino ad arrivare all'occupazione dei [[Longobardi]] guidati da [[Alboino]]. Nel [[774]], proprio a Verona, i [[Franchi]] di [[Carlomagno]] sconfissero l'ultimo re dei Longobardi, [[Adelchi]], fatto che decretò la fine del periodo Longobardo.
L'origine del [[toponimo]] Verona è sconosciuta e nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulla sua derivazione, di cui alcune già in epoca medievale: ad esempio una suggestiva leggenda raccolta dal cronista [[Galvano Fiamma]] riferisce che il capo [[galli]]co [[Brenno]], mitico fondatore della città, chiamò il nuovo centro abitato ''Vae Roma'', ovvero ''Guai a te Roma'', a seguito di una campagna bellica contro lo stato romano.<ref>{{Cita|Muratori|p. 550}}.</ref><ref name=patuzzo3 >{{cita|Patuzzo, 2010a|p. 3}}.</ref> Altri racconti collegano invece il nome a un ipotetico [[Imperatore romano|imperatore]] ''Verus Antonius Pius'' o '' Marcus Antonius Verus'' (intendendosi forse [[Marco Aurelio]]), anche questi creduto fondatore della città e dei principali monumenti, oppure si pensava che il nome potesse derivare da una famiglia [[Etruschi|etrusca]] di nome ''Vera'', in base a quanto raccontato in un testo antico, che in realtà era stato falsificato sul finire del [[XV secolo|Quattrocento]] da [[Annio da Viterbo]].<ref name=bolla17 >{{Cita|Bolla|p. 17}}.</ref>
 
In ambito [[Linguistica storica|glottologico]] si sono realizzati studi caratterizzati da risultati discordanti. Si è per esempio ipotizzato che questo toponimo potesse avere origine [[Veneti|veneta]], trovando un confronto con il suffisso di ''[[Gemona del Friuli|Glemona]]'', oppure [[celti]]ca, in quanto la stessa terminazione è presente in diversi toponimi gallici.<ref>{{Cita|Olivieri, 1903|p. 61}}.</ref> In questo caso si può ritenere che il toponimo rientri in una famiglia di parole di origine celtica cui appartiene anche il termine in [[Irlandese arcaico|irlandese antico]] ''feronn'', che continua con un originario ''werona'' e che ha il significato di territorio delimitato, recintato e difeso,<ref name=bolla17 /> oppure che derivi dalla radice celtica ''wern'' o ''bern'', che ha il significato di fiume.<ref name=patuzzo3 />
Dal [[1136]] Verona divenne [[comune (storia)|Comune]], entrando in una fase di transizione dal [[feudalesimo]]. Da allora si susseguirono svariate guerre e la città fu spesso utilizzata come [[fortezza]]. Dominata inizialmente da [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino da Romano]], passò poi tra le mani degli [[Della Scala|Scaligeri]] ([[1262]]), che ampliarono notevolmente la città e i suoi domini. Dal [[1387]] Verona divenne territorio dei [[Visconti]], quindi dei [[Carraresi|Carrara]], ed infine, nel [[1405]], della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]. Sotto il dominio di Venezia seguirono quasi quattro secoli di relativa pace, con una breve ma sanguinosa parentesi ([[1509]]-[[1516]]) al tempo della guerra della [[Lega di Cambrai]], quando la città fu occupata dalle truppe imperiali.
Il medesimo suffisso ''-ona'' ha portato anche a sostenere la tesi che Verona possa derivare dalla [[lingua etrusca]], tanto che in [[Toscana]] si trovano diversi toponimi che terminano in questo modo, di cui alcuni meno conosciuti sono molto simili se non addirittura identici: vicino a [[Lamporecchio]] si trova infatti un luogo chiamato ''Verona'', ma si possono rintracciare anche ''Verone'', ''Verrone'' e, non molto distante da questi, un ''Veròlla'' (già ''Verunula'').<ref>{{Cita|Olivieri, 1961|p. 151}}.</ref> Il significato in questo caso potrebbe essere quello di [[verone]] inteso come terrazza o poggiolo,<ref>Si noti che l'etimologia di [[verone]] è incerta. In {{Treccani|verone|Verone|v=1}}</ref> che può apparire corretto (almeno semanticamente) se si pensi che l'abitato preromano sorgeva sopra il [[colle San Pietro]], su un vero e proprio terrazzo naturale che dominava la pianura sottostante, su cui successivamente sarebbe stata fondata la [[Urbanistica di Verona|Verona romana]].<ref>{{Cita|Pittau|pp. 136–137}}.</ref>
 
== Storia ==
{{nota
{{vedi anche|titolo=PleasantStoria di Verona!}}
|contenuto=[[Immagine:PanoramaCSP.jpg|350px|border|frameless|Panorama della città da Castel San Pietro]]<br />
Scrisse di Verona un viaggiatore illustre, [[Charles Dickens]]:
{{quote|Deliziosa Verona! Con i suoi bei palazzi antichi e l'incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell'odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti ...|Charles Dickens, ''Pictures from Italy'', [[1844]] - [[1845]]<ref>Testo su [http://www.gutenberg.org/dirs/etext96/picit10h.htm Gutenberg.org].</ref>|Pleasant Verona! With its beautiful old palaces, and charming country in the distance, seen from terrace walks, and stately, balustraded galleries. With its Roman gates, still spanning the fair street, and casting, on the sunlight of to-day, the shade of fifteen hundred years ago. With its marble-fitted churches, lofty towers, rich architecture, and quaint old quiet thoroughfares, where shouts of Montagues and Capulets once resounded ...|lingua=en}}
<small>(Nell'immagine: panorama della città da Castel San Pietro)</small>}}
Nel [[1796]] la città venne conquistata dalle armate di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che nel [[1797]] la cedette agli austriaci con il [[Trattato di Campoformio]], dopo che la città aveva tentato una coraggiosa rivolta antifrancese (le [[Pasque Veronesi]]). Col successivo [[Trattato di Lunéville]] ([[1801]]) Verona venne divisa in due lungo il corso dell'[[Adige]]: la parte destra ai francesi, la sinistra agli austriaci, e così rimase fino al [[1805]] quando questi ultimi cedettero l'intero Veneto alla [[Francia]]<ref>Informazione tratta da http://www.travelitalia.com/it/guide/Verona/442/</ref>.
 
=== Fondazione ===
Con il [[Congresso di Vienna]] ([[1815]]), Verona fu stabilmente in mano austriaca e lo resterà fino al [[1866]], diventando il vertice strategicamente più importante del [[Fortezze del Quadrilatero|Quadrilatero]], l'area di maggiore importanza militare asburgica che doveva fungere da cuscinetto contro gli assalti dei patrioti italiani che lottavano per l'unificazione.
L'area in cui sorge Verona è stata abitata fin dal [[neolitico]], in quanto zona di passaggio obbligato delle comunicazioni tra la zona orientale e quella occidentale della Pianura padano-veneta a nord del fiume [[Po]]:<ref name=treccani >{{Treccani|verona_res-e9849a34-8c61-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|Verona|autore=Luigi Beschi|anno=1966}}</ref> un villaggio doveva probabilmente sorgere presso la zona meridionale di colle San Pietro, in prossimità di uno dei pochi punti guadabili del fiume Adige.<ref>{{cita|Solinas|pp. 54–55, p. 74 e p. 86}}.</ref> Questa è in effetti un'area ricca di [[Archeologia|reperti]] e vi si sono rinvenute alcune tracce delle case che potevano formare l'antico villaggio.<ref>{{cita|Aspes|p. 795}}.</ref> In [[Protostoria|epoca protostorica]] attorno al villaggio gravitavano i [[Cenomani|Galli cenomani]], che si stanziarono nei territori a occidente del fiume, i Veneti, che abitavano i territori a oriente, e i [[Reti]], che invece stazionavano nella zona [[alpi]]na.<ref name=treccani /><ref>{{cita|Aspes|p. 800}}.</ref>
 
Gli storici latini non riuscirono a identificare una origine certa del villaggio preromano e accreditarono la fondazione della città ai Veneti o ai loro predecessori [[Euganei]], ai Galli Cenomani, ai Reti o addirittura agli Etruschi:<ref>{{cita|Solinas|p. 134}}.</ref> lo storico [[Polibio]] per esempio afferma che ai suoi tempi, ovvero nel [[II secolo a.C.]], l'etnia veneta era quella preponderante nella popolazione della città, ed effettivamente la presenza veneta è ben documentata da ritrovamenti avvenuti presso il colle San Pietro;<ref>{{cita|Solinas|p. 132}}.</ref> [[Plinio il Vecchio]] ipotizza invece che la fondazione sia avvenuta insieme da parte di Reti ed Euganei;<ref>[[Plinio il Vecchio|Gaio Plinio Secondo]]. ''Naturalis Historia'', libro III, 130.</ref> la fondazione da parte dei Galli Cenomani fu invece sostenuta da [[Tito Livio]].<ref>[[Tito Livio]]. ''Ab Urbe Condita'', libro V, 35.</ref>
La storia di Verona italiana ebbe inizio il [[16 ottobre]] [[1866]] con la conquista del [[Veneto]] da parte dei [[Casa Savoia|Savoia]] a seguito della [[Terza guerra di indipendenza|terza guerra di indipendenza]]: di qui in avanti la città passò un periodo di relativa tranquillità e floridezza.
 
=== Storia antica ===
Nel [[1882]] Verona fu colpita da una tremenda [[alluvione]], e l'[[Adige]] allagò buona parte della città. Negli anni successivi, per proteggere la città da altre piene, vennero edificati i cosiddetti ''muraglioni'', e la città dovette così rinunciare ad uno dei suoi aspetti più caratteristici, di "città che viveva sull'acqua".
[[File:RomaArcoCostantinoTondiAdrianeiSudSx.jpg|miniatura|sinistra|Raffigurazione nell'[[arco di Costantino]] a [[Roma]] dell'[[Battaglia di Verona (312)|assedio di Verona]] da parte delle truppe di [[Costantino I]]. In basso a destra appaiono le [[Mura romane di Verona|mura urbiche]] restaurate e ampliate da [[Gallieno]] alcuni decenni prima]]
 
I primi contatti fra l'[[Roma (città antica)|antica Roma]] e Verona sono documentati intorno al [[III secolo a.C.]] e furono fin da subito caratterizzati da rapporti di amicizia e alleanza. Nel 390 a.C. infatti i [[Senoni|Galli sénoni]] di Brenno invasero la stessa Roma e, forse proprio grazie a un'azione diversiva dei Veneti, essi furono costretti a venire a patti con i Romani,<ref>[[Plutarco]], ''De fortuna Romanorum'', 12, 325.</ref> ma anche successivamente Galli Cenomani e Veneti aiutarono i Romani in battaglia, perfino durante la conquista della [[Gallia Cisalpina]].<ref>{{cita|Buchi e Cavalieri Manasse|p. 15}}.</ref> Proprio con la conquista e la colonizzazione romana della Pianura Padana cominciò a rivelarsi la grande importanza strategica di Verona, che quindi nell'89 a.C. divenne [[Colonia romana|colonia di diritto latino]] e nel 49 a.C. venne elevata a rango di [[Municipio (storia romana)|municipio romano]] tramite la ''[[Lex Roscia]]'' voluta da [[Gaio Giulio Cesare]]: al nuovo ''municipium'' venne così concesso un agro di 3 700 [[Chilometro quadrato|km²]] e la possibilità di fregiarsi del nome di ''Res publica Veronensium''.<ref>{{cita|Solinas|pp. 143–144}}.</ref>
Durissima fu la parentesi della [[seconda guerra mondiale]], durante la quale fu una delle città più colpite dai bombardamenti. Dopo la caduta del fascismo ([[1943]]), Verona era infatti diventata centro nevralgico dei "[[Repubblica Sociale Italiana|repubblichini]]" nazifascisti. Il [[Processo di Verona|processo]] intentato contro [[Galeazzo Ciano]] e altri alti ufficiali fascisti accusati di aver tramato con [[Pietro Badoglio|Badoglio]] per far arrestare [[Benito Mussolini|Mussolini]], decretò l'esecuzione sommaria della "fronda" sulle rive dell'[[Adige]].
 
Durante il [[Repubblica romana|periodo repubblicano]] Verona venne rifondata ''ex novo'' nell'ansa dell'Adige, dove si ingrandì rapidamente e si sviluppò economicamente, tanto che tra la metà del I secolo a.C. e quello successivo vennero realizzate le [[Mura romane di Verona|mura urbiche]] e i principali monumenti.<ref name="cita-Puppi-pp32-33">{{cita|Puppi|pp. 32–33}}.</ref> Fu poi in [[età giulio-claudia]] che la città raggiunse l'apice della ricchezza e dello splendore, quando venne realizzata l'ultima grande opera, simbolo della città, l'anfiteatro romano, e restaurati il [[Foro di Verona|Foro]] e le due porte urbiche, [[Porta Borsari|Borsari]] e [[Porta Leoni (Verona)|Leoni]].<ref name="Corbetta">{{cita|Corbetta|p. 11}}.</ref> Nei secoli successivi l'abitato si trovò però investito anche dalle [[invasioni barbariche]], essendo il primo baluardo dell'Italia alle discese dal nord Europa, per questo motivo l'imperatore [[Gallieno]], nel 265, fece ristrutturare e allargare le mura della città fino a includervi l'Arena.<ref>{{cita|Puppi|p. 80}}.</ref> Le rinnovate fortificazioni furono in particolare protagoniste dell'[[Battaglia di Verona (312)|assedio]] avanzato dalle truppe di [[Costantino I]] contro quelle di [[Massenzio]], che si erano asserragliate in città, anche se altre importanti battaglie furono combattute alle porte della città.<ref>{{cita|Solinas|p. 184, p. 190 e p. 196}}.</ref>
Con esso il [[Repubblica Sociale Italiana|regime di Salò]] divenne, se possibile, ancora più violento e persecutorio. L'attuale santuario di Lourdes sul colle di san Leonardo (protettore dei carcerati), già sede di una chiesa omonima dal [[XII secolo]], espropriato da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e trasformato dagli austriaci nel [[1838]] nel [[Forte San Leonardo|fortilizio di San Leonardo]], fu trasformato nel [[1943]] in carcere politico adibito alla persecuzione di cittadini ebrei, antifascisti e prigionieri di guerra.
 
=== Storia medievale ===
Nel secondo dopoguerra, con l'ingresso dell'[[Italia]] nella [[Organizzazione del Trattato Nord Atlantico|NATO]], Verona acquistò nuovamente importanza strategica, vista la relativa vicinanza della [[cortina di ferro]]. La città divenne sede del Comando delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (FTASE) e vide per tutto il periodo della [[Guerra Fredda|guerra fredda]] una forte presenza militare, soprattutto [[Stati Uniti d'America|statunitense]], che sta scemando solamente in questi ultimi anni.
[[File:Dieterich von Bern.jpg|miniatura|verticale|[[Teodorico il Grande]], detto Teodorico di Verona, restaurò la [[Mura romane di Verona|cinta muraria romana]] e realizzò importanti opere]]
 
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] la città vide lo stabilizzarsi di nuovi [[regni romano-barbarici]], tra cui quello [[Ostrogoti|ostrogoto]] governato da Teodorico il Grande, in [[Germania]] conosciuto come ''Dietrich von Bern'', ovvero [[Teodorico di Verona]],<ref>{{cita|Castagnetti e Varanini|p. 6}}.</ref> così conosciuto in quanto la città fu sede preferita del re, che le restituì l'antico splendore e ne ampliò le antiche mura romane, facendo dell'abitato un centro militare di primaria importanza. Successivamente i Longobardi interruppero il breve dominio [[Impero bizantino|bizantino]] (ripristinato in seguito alla sconfitta degli [[Ostrogoti]] nella [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]]) sulla città, che divenne capitale d'Italia sino al 571,<ref>{{cita|Bognetti|p. 376}}.</ref> quando la sede della corte longobarda fu spostata a [[Pavia]]. Verona rimase comunque capitale di un [[Ducato di Verona|importante ducato longobardo]] e una delle principali città della ''[[Langobardia Maior]]'' accanto a [[Milano]], [[Cividale del Friuli|Cividale]] e Pavia. L'egemonia dei Longobardi su Verona e gran parte dell'Italia durò per due secoli, fino alla calata dei Franchi: proprio a Verona, nel 774, [[Carlo Magno]] venne a capo dell'ultima resistenza dei Longobardi, guidata dal figlio di [[Desiderio (re)|Desiderio]], [[Adelchi (principe)|Adelchi]]: il principe cercò rifugio all'interno della città prima di essere costretto alla fuga, segnando la fine del [[Regno longobardo]]. Alla caduta dei Longobardi corrispose la nascita dell'[[Impero carolingio]] con l'[[incoronazione di Carlo Magno]], che assegnò al figlio [[Pipino d'Italia|Pipino]] il Regno longobardo.
Oggi Verona si presenta come un'importante e dinamica città, economicamente molto attiva, e anche meta turistica di rilievo grazie della sua storia millenaria, ove il [[Storia di Roma|passato romano]] convive a fianco della [[Della Scala|Verona Scaligera]], che per molti versi ne riprende i motivi architettonici e artistici.
 
All'alba del nuovo millennio la [[Marca di Verona]] entrò sotto la sfera d'influenza del Sacro Romano Impero, cui rimase fedele durante tutta la lunga [[lotta per le investiture]] con il [[Papa]]to. Nel 1117 il territorio veronese venne colpito da un [[Terremoto di Verona del 1117|terremoto distruttivo]], il più forte [[Terremoto|evento sismico]] avvenuto nell'area padana di cui si abbia notizia,<ref>{{cita web|autore=INGV|url=https://ingvterremoti.com/2017/03/24/i-terremoti-nella-storia-nel-1117-il-piu-forte-terremoto-dellarea-padana-colpiva-verona-e-la-pianura-centro-occidentale/|titolo=I terremoti nella storia: Nel 1117 il più forte terremoto dell'area padana colpiva Verona e la pianura centro-occidentale|accesso=13 dicembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20201116140835/https://ingvterremoti.com/2017/03/24/i-terremoti-nella-storia-nel-1117-il-piu-forte-terremoto-dellarea-padana-colpiva-verona-e-la-pianura-centro-occidentale/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> che comportò, oltre a vasti danneggiamenti di edifici e monumenti, un crisi economica e sociale che però offrì l'opportunità a una nuova classe cittadina di prendere il potere, tanto che essa riuscì a instaurare una forma di governo locale autonomo e a istituire, nel 1136, uno dei primi [[Età comunale|liberi comuni]] italiani.<ref>{{cita|Boschi, Comastri e Guidoboni|p. 100}}.</ref> Con l'ottenimento di una larga autonomia andò però delineandosi una lotta intestina tra le due fazioni dei [[guelfi e ghibellini]]: i primi, che prevalevano nel contado, contavano tra i massimi esponenti i conti di [[Sambonifacio]], mentre in città prevaleva la fazione ghibellina capeggiata dai [[Montecchi]], resi famosi dal dramma ''Romeo e Giulietta'' di Shakespeare.<ref name=carrara136>{{cita|Carrara|pp. 136–137}}.</ref>
=== Toponimo ===
 
[[File:Cangrande.portrait.png|miniatura|sinistra|verticale|[[Cangrande I della Scala]], l'esponente più conosciuto, amato e celebrato della [[Della Scala|dinastia Scaligera]]]]
Sul nome di Verona esistono diverse ipotesi: l'etrusca da ''Vera'', probabile nome di persona (toponimi di questo tipo sono comuni in [[Toscana]]); una non ben chiara fonte gallica (moltissimi fiumi e fiumiciattoli oggi ancora portano nomi derivati da parecchi radici preceltici ''*ver-'', ''*var-'', ecc.); il nome di una famiglia romana; o dal termine latino ''ver'' primavera. Una leggenda vuole anche che il nome sia scaturito da una maledizione, scagliata dal capo dei [[Galli]] [[Brenno]], contro i nemici romani: "Vae Roma", cioè "Maledetta Roma".
 
La fazione ghibellina si rafforzò quando prese il potere [[Ezzelino III da Romano]] e soprattutto con [[Mastino I della Scala]], quando la forma di governo della città passò in forma non traumatica da comune a [[Signoria cittadina|signoria]]. Fu in particolare con [[Cangrande I della Scala]], signore illuminato e rispettato, che la città riscoprì un nuovo periodo di splendore e importanza, tanto che [[Dante Alighieri|Dante]] dedicò a lui l'intera cantica del [[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]] nella [[Divina Commedia]]. Il suo potere si estese su buona parte dell'Italia settentrionale: divenne signore di Verona, [[Vicenza]], [[Montagnana]], [[Padova]], [[Belluno]], [[Feltre]], [[Monselice]], [[Bassano del Grappa|Bassano]], [[Treviso]], oltre che vicario imperiale di [[Mantova]] e capo della fazione ghibellina in Italia.<ref name="Solinas">{{cita|Solinas|p. 292}}.</ref> La politica espansionistica di Verona verso est fu interrotta dalla improvvisa morte di Cangrande a soli 38 anni, pochi giorni dopo la conquista di Treviso, per l'ingestione di una [[tossina]] naturale.<ref>{{Cita|Napione|p. 30}}.</ref> La prematura e inaspettata morte di Cangrande lasciò la Signoria senza discendenti diretti e il potere venne preso dal nipote [[Mastino II della Scala]], che, con l'acquisizione di [[Lucca]], allargò la Signoria fino sul [[Mar Tirreno]]. Tale espansione territoriale preoccupò gli stati confinanti e provocò la formazione di una lega promossa dalla [[Repubblica di Venezia]] a cui aderirono i [[Visconti]], i [[Da Carrara]], gli [[Este]] e i [[Gonzaga]], contro i quali l'esercito veronese combatté due grandi battaglie prima della resa.<ref>{{cita|Solinas|p. 312}}.</ref> La signoria scaligera subì quindi un ridimensionamento territoriale e nel 1388, indebolita da discordie fra le famiglie influenti, venne sostituita dai [[Visconti]]. Il dominio visconteo e quello successivo dei [[Da Carrara|Carrararesi]], che si impadronirono del potere con l'aiuto di fuoriusciti Scaligeri, fu di breve durata, in quanto la [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] approfittò del malcontento dei veronesi e dei disordini che scoppiavano continuamente all'interno la città per entrarvi con l'esercito il 22 giugno 1405, aiutati anche dalla cittadinanza.<ref>{{cita|Solinas|p. 320}}.</ref>
Secondo un'altra ipotesi il toponimo deriverebbe da ''ve'' (supposta parola etrusca per indicare le popolazioni venete), ''ro'' (che deriverebbe dal greco ''reo'' cioè "scorro", per indicare il fiume [[Adige]] che attraversa la città) e ''na'' (radice sillabica etrusca che indicherebbe un centro abitato), e quindi avrebbe il significato di "città veneta sul fiume".
 
=== SimboliStoria moderna ===
Il 24 giugno 1405 vi fu la dedizione di Verona a Venezia,<ref>{{cita|Solinas|p. 323}}.</ref> sotto il cui governo la città godette di un lungo periodo di pace che si perpetuò sino al 1509, quando la [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] venne attaccata dalle potenze della [[lega di Cambrai]]. Conclusasi la [[guerra della Lega di Cambrai]], ricominciò per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la guerra, ma per una malattia devastante: la [[peste del 1630]], portata in Italia da soldati tedeschi. Per la città fu un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti {{formatnum:53333}} abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla fine del contagio,<ref>{{cita|Sandrini e Brugnoli|p. 196}}.</ref> morirono dunque quasi due terzi della popolazione, tanto che città era piena di corpi che dovevano essere bruciati o gettati nell'Adige per mancanza di luoghi di sepoltura.<ref>{{cita|Solinas|p. 357}}.</ref> Dal [[XVI secolo]] vi fu comunque un rifiorire dell'economia, con la costruzione di chiese e di palazzi in [[Architettura rinascimentale|stile rinascimentale]], di cui uno degli artefici più importanti fu l'[[architetto]] [[Michele Sanmicheli]]. In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa tecnica dei concerti di [[campane alla veronese]], oltre a decine di importanti [[Accademia|accademie]] che determinarono un fiorire di attività culturali di dimensione europea.<ref>{{cita|Solinas|pp. 365–366}}.</ref>
 
[[File:Assalto Castel Vecchio.jpg|miniatura|L'assalto di [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] durante la rivolta antifrancese delle [[Pasque veronesi]]]]
Lo stemma comunale nasce intorno alla metà del [[XIII secolo]], quando Verona si presentava ancora come [[Comune (storia)|libero Comune]], ed il precedente stemma, portante [[Croce araldica|croce]] [[bianco|bianca]] in [[Campo dello scudo|campo]] [[rosso|rosso]], venne sostituito dal vessillo delle [[Corporazioni delle arti e mestieri|Arti veronesi]], avente [[Croce araldica|croce]] d'[[Oro (colore)|oro]] in [[Campo dello scudo|campo]] [[azzurro]], tutt'oggi i colori araldici di Verona. Altro simbolo di Verona, che viene ripreso anche nello stemma della [[provincia di Verona|provincia]], è il vessillo scaligero: quello più conosciuto vede una [[Scala (architettura)|scala]] [[bianco|bianca]], con quattro o cinque pioli, in [[Campo dello scudo|campo]] [[rosso]]. Ci sono anche due varianti di quest'ultimo stemma, anche se oggi poco conosciute: una con due cani rampanti ai lati della [[Scala (architettura)|scala]], ed uno con l'acquila imperiale in cima alla [[Scala (architettura)|scala]], che venne assunto da [[Cangrande I della Scala]] in quanto [[Vicario|vicario imperiale]], carica assegnatagli dall'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]]<ref>Informazioni riportate nel libro di M. Carrara '''Gli Scaligeri''', alle pagine 24 e 70</ref>.
 
Nel maggio del 1796, durante la [[Campagna d'Italia (1796-1797)|campagna d'Italia]], combattuta dalla [[Prima Repubblica francese|Francia rivoluzionaria]] contro le potenze monarchiche europee dell{{'}}''[[Ancien Régime]]'', l'esercito austriaco venne sconfitto in [[Piemonte]] dal generale Napoleone Bonaparte, e dovette darsi a una precipitosa ritirata, mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie francesi andavano a sconvolgere la tranquillità dei veronesi. Gli austriaci in ritirata infatti occuparono [[Peschiera del Garda|Peschiera]], violando la neutralità veneta, e Napoleone ne approfittò a sua volta per occupare temporaneamente Peschiera e quindi Verona.<ref>{{cita|Solinas|pp. 371–373}}.</ref> A questo periodo risale la [[Spoliazioni napoleoniche|spoliazione napoleonica]] della [[basilica di San Zeno]], dove la ''[[Pala di San Zeno]]'', opera dell'artista veneto [[Andrea Mantegna]], venne smembrata a inviata al [[Museo del Louvre|Louvre]]. Solo durante la [[Restaurazione]], [[Antonio Canova]] ottenne la restituzione della pala centrale, mentre la tre predelle, un tempo unite alla pala centrale, rappresentati rispettivamente l'[[Orazione nell'orto (Mantegna Tours)|''Orazione nell'Orto'']], la [[Crocifissione (Mantegna)|''Crocifissione'']] e la [[Resurrezione (Mantegna)|''Resurrezione'']], sono rimaste in Francia, al [[Musée des Beaux-Arts (Tours)|Museo di Belle Arti]] di [[Tours]] e al Museo del Louvre di [[Parigi]]. Durante questa occupazione temporanea da parte delle milizie rivoluzionarie francesi, scoppiò una rivolta che prese il nome di [[Pasque veronesi]], durante la quale i veronesi contrastarono le incursioni di pattuglie francesi e il cannoneggiamento della città, non riuscendo però a resistere all'accerchiamento della città da parte di 15.000 soldati. Dei 3.000 soldati francesi di guarnigione al momento della rivolta,<ref>{{cita|Solinas|p. 386}}.</ref> i morti ammontarono a 500 soldati,<ref>Memorie presenti nella biblioteca civica di Verona, di Valentino Alberti.</ref> i feriti furono circa un migliaio, e i prigionieri 2.400 (di cui 500 soldati e 1.900 loro famigliari).<ref>Memorie della Rivoluzione di Verona nel 1797, di Antonio Maffei, p. 146.</ref> Il 1797 è l'anno che segna la [[Caduta della Repubblica di Venezia|fine della storia della Serenissima]], cui conseguì, durante gli anni delle [[Guerre napoleoniche]], il combattimento di una [[Battaglia di Verona (1799)|cruenta battaglia]], ma indecisiva, tra francesi e austriaci e il passaggio della città scaligera tra le due parti, a seconda dei vari trattati che si susseguirono negli anni.
=== Onorificenze ===
[[Immagine:MVM O.jpg|right]]
Il [[25 settembre]] [[1991]], la città è stata insignita della [[Medaglia d'oro al valor militare]] con la seguente motivazione:[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=18882&iddecorato=18429]
{{quote|Città di millenarie tradizioni risorgimentali, pur vessata da eserciti nemici e lacerata da operazione militari, nel corso di cruenti combattimenti e nei periodi di servitù, in 20 mesi di lotta partigiana. Verona testimoniò, con il sangue dei suoi figli migliori, nelle prigioni e sui patiboli, il suo indomito spirito di libertà, eroicamente sostenuta da persone di ogni categoria sociali ed associandosi idealmente a quei concittadini che, militari all' 8 settembre 1943, si erano uniti ai resistenti locali in Francia, in Grecia, in Albania e in Jugoslavia. L'attività del Comitato di Liberazione nazionale rinvigorì le azioni di guerriglia in modo tale da suscitare sorveglianza e spionaggio delle varie polizie, tanto che, fatto eccezionale della lotta di Liberazione in Italia, uno ad uno i suoi membri, tra il luglio e l'ottobre del 1944, vennero catturati, torturati ed inviati nei vari campi di sterminio, dai quali non tornarono. Il 17 luglio del 1944 un gruppo di partigiani penetrò nel carcere degli "Scalzi" con l'obiettivo di liberare dirigenti del movimento antifascista nazionale. Tale contributo di sangue, i bombardamenti, le persecuzioni, le distruzioni di interi paesi, sia nella pianura che nelle valli prealpine, non scalfirono ma rafforzarono la lotta delle popolazione di Verona, degna protagonista del secondo Risorgimento Italiano.|Verona, settembre 1943-aprile 1945}}
 
=== Storia contemporanea ===
==Urbanistica==
{{Vedi anche|UrbanisticaVerona austriaca|Prima industrializzazione di Verona}}
[[File:OfficinaFerroviaVerona.jpg|miniatura|sinistra|Le [[Officine Grandi Riparazioni di Verona Porta Vescovo|officine ferroviarie veronesi]] presso la [[stazione di Verona Porta Vescovo]], fino al 1866 la più grande industria nell'area veronese]]
{{Galleria
|titolo=Le mura di Verona
|larghezza=250
|align=right
|sfondo=white
|bordo=#B20000
|Immagine:Veronaimperiale.jpg|<center>Le mura di Verona durante l'impero romano
|Immagine:Veronacomunale.jpg|<center>Verona nel XIII secolo
|Immagine:Veronaveneziana.jpg|<center>La cinta muraria ed i bastioni meridionali costruiti dalla Serenissima
|Immagine:Veronaaustriaca.jpg|<center>Le mura di Verona sotto la dominazione asburgica, presenti interamente ancora oggi
}}
L'urbanistica di Verona fonda le proprie origini nella città romana, di cui conserva il tessuto urbano. Verona si sviluppa in diversi periodi: si possono distinguere il centro storico [[medioevo|medioevale]], in cui sorgono però anche palazzi più recenti ([[rinascimento|rinascimentali]], [[XVIII secolo|settecenteschi]] e [[XIX secolo|ottocenteschi]]), i quartieri di Veronetta e San Zeno interamente composti di edifici di epoca [[basso medioevo|basso medioevale]], alcune zone esterne alle mura in cui sono sorte ville e palazzi in [[Barocco|stile barocco]], la zona industriale di Borgo Roma sorta a cavallo tra [[XIX secolo|Otto]] e [[XX secolo|Novecento]], e infine la città moderna che è sorta senza intaccare questo tessuto.
 
Con il [[Congresso di Vienna]] del 1815, la [[Provincia di Verona (Lombardo-Veneto)|provincia di Verona]] venne assorbita nel [[Regno Lombardo-Veneto]], uno Stato dipendente dall'Impero austriaco, sotto la cui bandiera rimase stabilmente fino al 1866. Il [[feldmaresciallo]] [[Josef Radetzky]], nominato comandante del Regno, riconobbe in Verona un luogo strategicamente importantissimo all'interno del [[Fortezze del Quadrilatero|Quadrilatero fortificato]], area di grande importanza militare nella strategia asburgica in quanto doveva fungere da cuscinetto contro gli eventuali assalti del [[Regno di Sardegna]], e quindi diede grande stimolo alla sua fortificazione. Gli ingegneri militari austriaci cominciarono a realizzare un [[Sistema difensivo di Verona|sistema difensivo]] composto da [[Mura (fortificazione)|mura]], forti, castelli, [[Caserma|caserme]] e vari edifici, rendendo Verona una città-[[piazzaforte]].<ref>{{cita|Solinas|p. 406}}.</ref>
Verona è l'unica città al mondo che può vantarsi di avere ben cinque [[Mura (architettura)|cinte murarie]] costruite in epoche diverse ed ancora visibili:
*in alcuni punti è ancora visibile la cinta muraria di [[impero romano|epoca romana imperiale]], di cui rimangono purtroppo solo le rovine;
*dal [[Ponte Aleardi]] fino a [[piazza Bra]] è ben conservata la cinta del [[XIII secolo]], con tre torri, tra cui la più conosciuta è la ''torre pentagona'' dei [[portoni della Bra]];
*sul [[colle San Pietro]] rimangono le mura [[della Scala|scaligere]], con ben quindici torri;
*i terrapieni della cinta più esterna innalzati dai [[Repubblica di Venezia|veneziani]], ed alcuni bastioni;
*le mura, i bastioni e numerosi forti costruiti dagli [[Impero austriaco|austriaci]], ancora quasi completamente intatti.
 
La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte dei [[Casa Savoia|Savoia]] a seguito della [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]]: di qui in avanti la città passò un periodo di relativa tranquillità, turbato però da una crisi economica che durò fin dopo la Prima guerra mondiale e che ebbe come principale conseguenza l'[[Emigrazione veronese|emigrazione di centinaia di migliaia di veronesi]].<ref>{{Cita|Priante|p. 31}}.</ref> Nel 1882 la città fu inoltre colpita da una tremenda inondazione dell'Adige, che allagò buona parte del centro storico; negli anni successivi vennero così edificati i cosiddetti muraglioni, degli alti argini in laterizio destinati a proteggere la città da altre piene, anche se così la città dovette rinunciare al suo forte rapporto con l'acqua.
Durante la dominazione romana a Verona furono costruite due cinte murarie, una di epoca tardo repubblicana e meno conosciuta, ed una più conservata e conosciuta, le cosiddette mura di Gallieno, costruite su ordine dell'imperatore [[Gallieno]] nel [[265]] per difendere la città dagli [[Alemanni]].
 
La [[prima guerra mondiale]] vide la città nelle retrovie, tuttavia venne colpita da alcuni attacchi aerei, il primo dei quali avvenuto il 14 novembre 1915, quando tre velivoli verniciati di nero sganciarono sulla città numerosi ordigni: in [[piazza delle Erbe (Verona)|piazza delle Erbe]] ci fu una strage, alla fine si contarono un centinaio tra morti e feriti. Furono addirittura chiamati i pompieri per lavare il sangue dai marmi ed ebbe un notevole effetto psicologico: per la prima volta la [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] portava morti civili alla città.<ref>{{cita|Priante|p. 65}}.</ref><ref>{{cita|Vecchiato|p. 86}}.</ref>
La cinta repubblicana era lunga più di 900 metri, ed aveva un segmento orientato in direzione nordovest-sudest e l'altro orientato in direzione nordest-sudovest, in cui si aprivano rispettivamente [[Porta Borsari]] e [[Porta Leoni]]. All'interno di Verona si sviluppò il foro, corrispondente all'odierna [[piazza delle Erbe (Verona)|piazza delle Erbe]], ai lati del quale si trovavano il campidoglio, la basilica e vari edifici pubblici.
 
Molto dura fu la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu una delle città più colpite dai bombardamenti, con 11.627 vani completamente distrutti e 8.347 gravemente danneggiati.<ref>{{Cita|Priante|p. 99}}.</ref>
Nel [[XI secolo]] venne ampliata da [[Arduino d'Ivrea]] la cinta muraria del colle verso oriente, per meglio difendersi dall'imperatore [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]]. Tra il [[1194]] ed il [[1224]] venne costruita la cinta comunale a sud della città, lungo una depressione naturale, che venne poi utilizzata come [[fossato (architettura)|fossato]]. In seguito il [[Guelfi e Ghibellini|ghibellino]] [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino da Romano]] restaurò la cinta muraria, e ne costruì una più robusta tre metri più all'interno.
 
Dopo la caduta del [[fascismo]] la città, sede di cinque ministeri e di importanti comandi tedeschi, era infatti diventata centro nevralgico della [[Repubblica Sociale Italiana]].<ref>{{Cita|Priante|p. 91}}.</ref> Proprio sotto la giurisdizione della RSI si tenne il [[processo di Verona]], intentato contro [[Galeazzo Ciano]] e altri gerarchi fascisti, accusati di aver tramato con [[Pietro Badoglio|Badoglio]] per far arrestare [[Benito Mussolini|Mussolini]], alla conclusione del quale si decretò la loro esecuzione sommaria nel [[Poligono di tiro|poligono]] di [[forte San Procolo]].
[[Alberto I della Scala]] fece allargare il percorso delle mura a oriente e settentrione, rafforzandole di numerose torri di guardia. Poco tempo dopo, [[Cangrande I della Scala|Cangrande]] fece costruire delle enormi opere militari: venne fortificata la parte settentrionale, con una [[Mura (architettura)|cinta muraria]] comprendente ben ventiquattro torri e quattro porte, e, praticamente in contemporanea, ampliò verso la campagna le mura a sud, creando il tracciato che oggi seguono le [[mura austriache di Verona]].
 
=== Simboli ===
Tra il [[1509]] ed il [[1517]] Verona venne assoggettata da [[Massimiliano I del Sacro Romano Impero|Massimiliano I]], ed al loro ritorno i veneziani decisero di rinnovare le mura di Verona: i primi lavori iniziarono nel [[1523]], con l'abbattimento delle mura scaligere meridionali, al cui posto sorsero alcuni bastioni e rondelle.
[[File:Verona-Gonfalone.png|destra|150px]]
 
Lo [[stemma]] comunale nasce intorno alla metà del XIII secolo, quando Verona si presentava come libero comune e il precedente stemma, portante [[Croce (araldica)|croce]] [[Bianco (araldica)|bianca]] in [[Campo dello scudo|campo]] [[Rosso (araldica)|rosso]], venne sostituito dal vessillo delle [[Domus Mercatorum|arti veronesi]], avente croce d'[[Oro (araldica)|oro]] in campo [[Azzurro (araldica)|azzurro]], divenuti i [[Colore (araldica)|colori araldici]] di Verona.<ref name=carrara2470 >{{cita|Carrara|p. 24 e p. 70}}.</ref> Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 10 giugno 1939.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/dd226847-a044-4deb-9f83-97a106f4ba7b/1856-verona|titolo=Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Verona|accesso=2024-09-25|sito=Archivio Centrale dello Stato, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
Con l'arrivo degli [[Impero austriaco|austriaci]] a inizio [[XIX secolo|Ottocento]], le mura subirono numerosi interventi. I primi interventi alle difese si ebbero dal [[1830]] fino al [[1840]], quando vennero ripristinati i bastioni e furono costruiti numerosi forti, dando vita a una rete di fortificazioni molto estesa.
 
Altro simbolo di Verona, che viene ripreso anche nello stemma della [[provincia di Verona|provincia]], è il vessillo scaligero: quello più conosciuto vede una [[Scala (araldica)|scala]] bianca, con quattro o cinque pioli, in campo rosso. Ci sono anche due varianti di quest'ultimo stemma, anche se poco conosciute: la prima variante con due [[Cane (araldica)|cani]] rampanti ai lati della scala; la seconda con l'[[Aquila (araldica)|aquila imperiale]] in cima alla scala, assunto ufficialmente, quest'ultimo, da [[Alboino della Scala]] e Cangrande I della Scala in quanto [[Vicario imperiale|vicari imperiali]], carica assegnata dall'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]].<ref name=carrara2470 />
Dopo i fatti del [[1848|'48]] gli interventi divennero ancora più complessi, soprattutto sul fronte occidentale, dove stava crescendo il pericoloso [[regno di Sardegna]]. Dal [[1848]] al [[1852]] venne costruita la prima cerchia di forti: [[forte Chievo|Chievo]], [[forte Croce Bianca|Croce Bianca]], [[forte San Zeno|San Zeno]], [[forte San Massimo|San Massimo]], [[forte Fenilone|Fenilone]], [[forte Santa Lucia|Santa Lucia]], [[forte Palio|Porta Palio]], [[forte Porta Nuova|Porta Nuova]], il [[Forte Spianata]], la [[Torre Tombetta]] e [[Forte Santa Caterina (Verona)|Forte Santa Caterina]].
 
=== Onorificenze ===
Successivamente venne aggiunta una seconda cintura più esterna: [[Forte Cà Bellina]], [[forte Parona|Parona]], [[forte Lugagnano|Lugagnano]], [[forte Dossobuono|Dossobuono]], [[forte Azzano|Azzano]], [[forte Tomba|Tomba]], [[forte San Michele|San Michele]] e [[Forte Cà Vecchia]]. Nel [[1859]] l'[[Impero austriaco|Austria]] perse la [[Lombardia]] a favore del futuro [[regno d'Italia (1861-1946)|regno d'Italia]], così decise di creare un'intera regione fortificata, il cosiddetto [[Fortezze del Quadrilatero|quadrilatero]].
Verona è insignita delle seguenti onorificenze:{{Onorificenze
 
|immagine = Ribbon for the Calabrian-Sicilian earthquake - 2nd type.png
Durante i cinquant'anni di dominazione austriaca vennero costruiti edifici importanti come [[Palazzo Barbieri]], l'[[Arsenale Franz Josef I]], la [[stazione di Verona Porta Vescovo|stazione ferroviaria di Porta Vescovo]] e il cimitero monumentale e diversi altri edifici.
|nome_onorificenza = Grande medaglia d'argento di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908)
|collegamento_onorificenza = Medaglie per il terremoto calabro-siculo
|motivazione = Alla Città di Verona
|data = Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
}}{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
|motivazione = Patente di S.M. Imperiale e Reale Apostolica portante la nomina delle regie città del Regno e i diritti ad esse attribuiti. Regno Lombardo-Veneto.
|data = 7 aprile 1815<ref>{{Cita web|autore=Regione Lombardia|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/leggi/schede/400005/?view=contesti&hid=14|titolo=Patente 24 aprile 1815|accesso=1 novembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20201116140838/http://www.lombardiabeniculturali.it/leggi/schede/400005/?view=contesti&hid=14|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor civile
|collegamento_onorificenza = valor civile
|motivazione = Per le coraggiose e filantropiche azioni, con evidente pericolo della vita, durante le inondazioni straordinarie dell'anno 1882. Verona, Bandiera del Municipio.
|data = 1883<ref>{{Cita web|autore=Presidenza della Repubblica|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/3620|titolo=Bandiera del municipio di Verona|accesso=1 novembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20201116140847/https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/3620|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Città di millenarie tradizioni risorgimentali, pur vessata da eserciti nemici e lacerata da operazione militari, nel corso di cruenti combattimenti e nei periodi di servitù, in 20 mesi di lotta partigiana. Verona testimoniò, con il sangue dei suoi figli migliori, nelle prigioni e sui patiboli, il suo indomito spirito di libertà, eroicamente sostenuta da persone di ogni categoria sociali e associandosi idealmente a quei concittadini che, militari all'8 settembre 1943, si erano uniti ai resistenti locali in Francia, in Grecia, in Albania e in Jugoslavia. L'attività del Comitato di Liberazione nazionale rinvigorì le azioni di guerriglia in modo tale da suscitare sorveglianza e spionaggio delle varie polizie, tanto che, fatto eccezionale della lotta di Liberazione in Italia, uno a uno i suoi membri, tra il luglio e l'ottobre del 1944, vennero catturati, torturati ed inviati nei vari campi di sterminio, dai quali non tornarono. Il 17 luglio del 1944 un gruppo di partigiani penetrò nel carcere degli "Scalzi" con l'obiettivo di liberare dirigenti del movimento antifascista nazionale. Tale contributo di sangue, i bombardamenti, le persecuzioni, le distruzioni di interi paesi, sia nella pianura che nelle valli prealpine, non scalfirono ma rafforzarono la lotta della popolazione di Verona, degna protagonista del secondo Risorgimento Italiano. Verona, settembre 1943 – aprile 1945
|data = Decreto del Presidente della Repubblicsa 25 settembre 1991<ref>{{Cita web|autore=Presidenza della Repubblica|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/18429|titolo=Comune di Verona|accesso=1 novembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20201116140900/https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/18429|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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|tipoBene = patrimonio
|nome = Città di Verona
|nomeorignomeInglese = City of Verona
|immagine = Arche_scaligereParticolare arche scaligere.jpgJPG
|anno = 2000
|tipologia = Architettonico
|criterio = C (iiII) (ivIV)
|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 797
|stato = Italia
}}
La città di Verona è una delle maggiori città d'arte d'[[Italia]] per le sue ricchezze artistiche e archeologiche: dal passato celtico, alla storia romana, medievale e rinascimentale che ci ha lasciato capolavori di indiscusso valore. La città dell'arte ha uno sviluppo complesso, ma due opere murarie ne accentuano la divisione tra parte romana e moderna (fino alla seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]): da una parte le mura romane che circondano il cuore della città tra [[Porta Borsari]], [[Porta Leoni]] e le mura di Gallieno, dall'altra la cosiddetta circonvallazione interna con fortilizi rinascimentali (completati sotto gli austriaci).
 
La città di Verona è universalmente riconosciuta come [[città d'arte]], tanto che nel 2000 è stata inserita dall'UNESCO nella [[lista dei patrimoni dell'umanità]], in particolare per due motivi: in quanto, nella sua [[Urbanistica|struttura urbana]] e [[architettura]], è un eccezionale esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente nel corso di 2 000 anni, acquisendo, al succedersi di ogni periodo artistico e architettonico, opere della massima qualità (criterio II); in quanto rappresenta in maniera eccezionale il concetto di città fortificata europea, sviluppatasi e ampliatasi in diverse fasi (criterio IV).<ref name=UNESCO>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/797|titolo=City of Verona|accesso=09 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201003184408/http://whc.unesco.org/en/list/797|dataarchivio=3 ottobre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Nella Verona antica è sensibile l'opera restauratrice di [[Cangrande I della Scala|Cangrande della Scala]]: il forte impatto visivo del colore rosso degli splendidi palazzi gotici è temperato dal sapiente utilizzo dell'antico marmo bianco romano; opera, questa, frutto della politica scaligera di ritorno ideale ai fasti imperiali. Da qui la nuova ''urbs marmorea'', rifulgente nel bianco lastricato di [[Piazza delle Erbe (Verona)|Piazza delle Erbe]], al centro della quale troneggia luminosa la fontana di ''Madonna Verona'', composta di parti provenienti dalle antiche terme romane.
 
Gli elementi del [[Architettura romana|periodo romano]], [[Architettura romanica|romanico]], [[Architettura gotica|gotico]], [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]] e successivi sono sopravvissuti integri, mentre il tessuto urbano mostra una coerenza e un'omogeneità notevoli; ciò lo si deve al fatto che la cinta muraria che circonda la città storica ha impedito all'industria e alla [[ferrovia]] di penetrare verso il centro. Solo la seconda guerra mondiale ha provocato gravi danni al suo patrimonio, tuttavia il piano di ricostruzione adottato nel dopoguerra ha consentito di mantenere la struttura originaria della città, grazie alla grande cura con cui è stato seguito il processo di ricostruzione.<ref name=UNESCO/>
==== Epoca romana ====
 
=== Architetture religiose ===
Verona presenta numerosi monumenti di [[Storia di Roma|epoca romana]], costruiti tutti dopo il [[I secolo a.C.]], quando ci fu la monumentalizzazione della città. Il monumento più famoso in assoluto, diventato simbolo della città stessa, è l''''[[Arena di Verona|Arena]]''', il terzo anfiteatro romano per dimensione dopo il [[Colosseo]] e l'[[Anfiteatro campano|anfiteatro capuano]], ma è il meglio conservato, tanto che viene utilizzato oggi per ospitare il famoso [[festival lirico areniano]], oltre a numerosi concerti.
{{Vedi anche|Chiese di Verona}}
[[File:Duomo (Verona) - Facades.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Il [[Duomo di Verona]], chiesa cattedrale della [[diocesi di Verona]]]]
 
La città possiede un elevato numero di [[Chiesa (architettura)|edifici religiosi cristiani]], di cui alcuni di grande rilevanza dal punto di vista storico, artistico e architettonico.
Altro monumento famoso è il '''[[Teatro romano di Verona|teatro romano]]''', del [[I secolo a.C.]], ma tornato alla luce solo nel [[1830]], quando gli edifici che ricoprivano letteralmente il [[Teatro romano di Verona|teatro]] vennero abbattuti, riportando alla luce il monumento. D'estate si tengono nel [[Teatro romano di Verona|teatro]] una serie di spettacoli che prendono il nome di [[estate teatrale veronese]].
 
Tra questi vi è sicuramente il complesso del [[Duomo di Verona]], principale luogo di culto cattolico della città di Verona e chiesa madre dell'[[diocesi di Verona|omonima diocesi]], di cui fanno parte, oltre che la chiesa principale dedicata a [[Assunzione di Maria|Santa Maria Assunta]], anche la [[Battistero di San Giovanni in Fonte (Verona)|chiesa di San Giovanni in Fonte]], anticamente un [[battistero]], la [[Chiesa di Sant'Elena (Verona)|chiesa di Sant'Elena]] e la [[Biblioteca capitolare di Verona|biblioteca capitolare]]. Il complesso sorge dove agli inizi del [[IV secolo]] venne edificata la prima [[Basilica (architettura cristiana)|basilica paleocristiana]] di Verona, i cui pavimenti rivestiti in eleganti [[Mosaico|mosaici]] sono in parte visibili. L'edificio tuttavia venne ricostruito a seguito del terremoto del 1117, che distrusse il precedente edificio d'età carolingia, a sua volta costruito al posto dell'edificio romano, andato distrutto a causa di un incendio; la chiesa romanica ha comunque subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni, in particolare in età gotica e rinascimentale. All'interno, tra le numerose opere d'arte, è presente anche una [[Pala d'altare|pala]] di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]]: l{{'}}''[[Assunzione della Vergine (Tiziano)|Assunzione della Vergine]]''.<ref>{{cita web|url=https://verona.com/it/verona/duomo-di-verona/|titolo=Duomo di Verona|accesso=21 maggio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200710081009/https://verona.com/it/verona/duomo-di-verona/|dataarchivio=10 luglio 2020|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/chiesa_duomo_di_verona.html|titolo=Chiesa Duomo di Verona|accesso=13 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201113160254/https://www.verona.net/it/monumenti/chiesa_duomo_di_verona.html|dataarchivio=13 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
[[Image:Verona - Porta Borsari - parte alta.jpg|170px|left|thumb|La parte superiore di [[Porta Borsari]]]]
Sono entrambe del [[I secolo d.C.]] le due porte romane che si aprivano nelle mura della città (mura di cui rimangono ancora visibili alcuni resti): '''[[Porta Borsari]]''' e '''[[Porta Leoni]]'''. Della prima è ben conservata tutta la facciata, mentre della seconda rimane purtroppo solo metà della faccia interna. Un'altra porta presente è l''''[[Arco dei Gavi]]''', posto sulla [[via Postumia]] che portava verso il centro abitato, e dedicato ad alcuni membri della ''gens'' Gavia.
 
[[File:San Zeno Maggiore 1 (14370710737).jpg|miniatura|La romanica [[basilica di San Zeno]]]]
Sempre di epoca romana è il '''[[Ponte Pietra]]''', l'unico ponte romano rimasto nella città, poiché del '''[[Ponte Postumio]]''', crollato nel [[1153]], si può vedere oggi solo la base dei piloni durante le secche dell'[[Adige]]. Il [[Ponte Pietra]] è composto da cinque archi, quattro dei quali furono fatti saltare nel [[1945]] dai tedeschi in ritirata, e vennero poi ricostruiti con le pietre recuperate dal fiume. Caratteristico e pittoresco è l'utilizzo di diversi materiali.
 
Altro edificio di grande valore è la [[basilica di San Zeno]], la cui cripta custodisce il corpo del [[Zeno di Verona|patrono della città]], collocato in un sarcofago a vista consacrato nel 1939, con il volto coperto da una maschera d'argento e vestito con abiti pontificiali.<ref>{{cita|Patuzzo, 2010b|p. 131}}.</ref> La chiesa, che si affaccia nella [[Piazza San Zeno|stessa piazza]] su cui sorgono la [[torre abbaziale di San Zeno]] e la [[Chiesa di San Procolo (Verona)|chiesa di San Procolo]], è considerata uno dei capolavori del romanico lombardo e quindi padano.<ref>{{cita|Watkin|p. 129}}.</ref> Ospita inoltre diverse opere d'arte, tra cui un'opera di Andrea Mantegna, la pala di San Zeno, il [[Porta della basilica di San Zeno|portale con le formelle bronzee]] e il grande [[rosone]] della [[facciata]], chiamato "[[Rosone della basilica di San Zeno|Ruota della Fortuna]]", opera del lapicida [[Brioloto de Balneo]].
Presso [[Piazza delle Erbe (Verona)|piazza Erbe]], corrispondente all'antico foro romano, sono presenti nei sotterranei di numerosi edifici le fondamenta di strade, fognature, case e di una basilica romana. Una parte di esse sono visibili lungo il percorso del [[centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri]], un museo sotterraneo creato dal recupero dell'area negli [[anni 1970|anni '70]], lavori intrapresi per poter dare un assetto definitivo ai numerosi resti archeologici romani e medioevali presenti nelle fondamenta della zona del [[Palazzo di Cansignorio|Palazzo del Tribunale]].
 
Infine la [[basilica di Santa Anastasia]], che conserva il nome di una chiesetta preesistente di epoca longobarda dedicata alla martire del IV secolo [[Anastasia di Sirmio]], un magistrale esempio di [[Gotico italiano|architettura gotica italiana]]. L'edificio sorge nel tratto terminale dell'antico [[decumano]] massimo, la principale [[Strade romane|strada romana]] di Verona prosecuzione della [[via Postumia]],<ref>{{cita|Cappelletti|p. 9}}.</ref> a fianco della più piccola e sconsacrata [[Chiesa di San Pietro Martire (Verona, Città Antica)|chiesa di San Pietro Martire]]. Sul finire del [[XIII secolo]] vi si insediò l'[[Ordine dei frati predicatori|ordine dei domenicani]], a cui si deve la costruzione della basilica gotica, anche questa dedicata a [[Pietro da Verona|san Pietro martire]], un domenicano originario di Verona e patrono della città insieme a san Zeno.<ref>{{cita|Marchini|capitolo ''L'arrivo dei Domenicani a Verona''}}.</ref> Un grande contributo alla realizzazione della chiesa si deve alla famiglia dei Della Scala, signori della città, grazie alle generose donazioni e lasciti testamentari che finanziarono il lungo cantiere.<ref>{{cita|Cipolla|p. 6}}.</ref>
==== Epoca medioevale ====
[[Immagine:San Zeno VR.jpg|thumb|right||250px|La [[Basilica di San Zeno (Verona)|Basilica di San Zeno]]]]
Il [[basso medioevo]] ha lasciato a Verona pochi ricordi, a causa del [[terremoto del 3 gennaio 1117]] che ebbe come [[epicentro]] proprio il veronese, e vide la città fortemente danneggiata. A Verona cadde addirittura la cinta esterna dell'[[Arena di Verona|Arena]], lasciandone una porzione che fu danneggiata ulteriormente in un successivo terremoto nel [[1183]], creando l'attuale suggestiva forma dell'[[Arena di Verona|Arena]] con la sua "ala". Inoltre molti palazzi e quasi tutte le chiese, i monasteri e i monumenti vennero seriamente danneggiati, se non distrutti: questo fatto ha lasciato lo spazio per una forte diffusione del [[Arte romanica|romanico]] come stile della ricostruzione.
 
[[File:Piazza Sant'Anastasia (Verona) - Basilica di Santa Anastasia - Chiesa di San Giorgetto.jpg|miniatura|sinistra|La facciata (non finita) della [[basilica di Santa Anastasia]] e, sulla sinistra, la [[Chiesa di San Pietro Martire (Verona, Città Antica)|chiesa di San Pietro Martire]]]]
I principali monumenti sono dunque databili successivamente al [[XII secolo]]. In particolare questo periodo vide un grande sviluppo di edifici di culto, il più famoso dei quali è forse la '''[[Basilica di San Zeno (Verona)|Basilica di San Zeno]]''', considerata uno dei capolavori del [[romanico]] in Italia, e legata all'omonima '''[[Abbazia di San Zeno (Verona)|Abbazia di San Zeno]]''', di cui rimangono la torre ed alcuni chiostri, che ora fanno parte della basilica.
 
Il citato terremoto del 1117 provocò ingenti danni alla maggior parte dei monumenti veronesi causando la sostanziale scomparsa dalla città della maggior parte delle testimonianze altomedievali, per cui tra i pochi edifici conservatisi (almeno in parte) si possono citare solo il [[Chiesa delle Sante Teuteria e Tosca|sacello delle Sante Teuteria e Tosca]] e la [[Chiesa di Santo Stefano (Verona)|chiesa di Santo Stefano]]; questo episodio, a sua volta, lasciò lo spazio per un'ampia diffusione dello stile romanico, utilizzato nella ricostruzione delle chiese colpite.<ref>{{cita|Solinas|p. 244}}.</ref>
Importante è anche il '''[[Duomo di Verona|Duomo]]''', il cui nome sarebbe più propriamente ''cattedrale di Santa Maria Matricolare'', nato dalle ceneri di due chiese paleocristiane crollate per colpa del [[terremoto del 3 gennaio 1117|terremoto]]. La [[Chiesa di San Lorenzo (Verona)|Chiesa di San Lorenzo]] era invece un edificio preesistente al [[terremoto del 3 gennaio 1117|sisma]], che fu seriamente danneggiato da esso e venne integralmente ricostruito agli inizi del [[XII secolo]] in [[Arte romanica|stile romanico]], proprio come il [[Duomo di Verona]].
 
Il [[XII secolo]] fu quindi un periodo florido per l'architettura veronese; sia l'alto numero di edifici chiesastici che le loro peculiarità rendono l'architettura romanica di Verona tra le più interessanti nonostante sia meno nota rispetto all'architettura romanica lombardo-emiliana, probabilmente perché il romanico veronese, con la sola eccezione dell'esuberante basilica di San Zeno, presenta complessi edilizi discreti e severi, assenti da decorazioni scultoree.<ref>{{cita|Borelli|p. 353}}.</ref> Tra i principali esponenti di questo periodo si possono menzionare la [[chiesa di Santa Maria Antica]], la [[Chiesa di San Lorenzo (Verona)|chiesa di San Lorenzo]], la [[Chiesa dei Santi Apostoli (Verona)|chiesa dei Santi Apostoli]], la [[chiesa di San Giovanni in Valle]] e la [[chiesa della Santissima Trinità in Monte Oliveto]].
==== Epoca scaligera ====
 
[[File:San Fermo Maggiore - esterno (14).jpg|miniatura|verticale|La zona absidale della [[chiesa di San Fermo Maggiore]], ricca di cuspidi e pinnacoli]]
Quello [[Della Scala|scaligero]] è stato un periodo positivo per Verona sotto il profilo urbanistico: esso infatti ha visto la costruzione di molti edifici e monumenti tutt'oggi visibili. Il centro storico, e in particolare [[Piazza delle Erbe (Verona)|piazza Erbe]], [[Piazza dei Signori (Verona)|piazza dei signori]] e [[piazza San Zeno]], presentano edifici nati durante la Signoria; in particolare il '''[[Palazzo del Podestà (Verona)|Palazzo del Governo]]''', che venne abitato da [[Alberto I della Scala]], ed era probabilmente adibito a dimora dei [[signoria cittadina|signori]] della città. Nel palazzo trovarono ospitalità anche molti uomini illustri, tra cui personalità di primo piano come [[Dante Alighieri|Dante]] e [[Giotto]], che durante il suo soggiorno eseguì, secondo [[Giorgio Vasari]], alcuni ritratti di [[Cangrande I della Scala|Cangrande I]], che però sono andati perduti. Altro importante palazzo scaligero è il '''[[Palazzo di Cansignorio]]''', la cui costruzione venne decisa da [[Cansignorio della Scala|Cansignorio]], terminato probabilmente nel [[1363]]. Questo edificio originariamente era un palazzo-fortezza, dotato di tre grandi [[torre|torri]] agli angoli del fabbricato. In alcuni scritti è chiamato anche ''Palazzo Grande'', proprio per la sua imponenza. Del palazzo originario rimane un solo [[torre|torrione]], risistemato durante i lavori del [[1882]], mentre il resto dell'edificio risale al [[XVI secolo]].
 
Il passaggio ad un linguaggio gotico avvenne a partire dal XIII secolo, in un primo momento coinvolgendo non edifici chiesastici quanto piuttosto le relative pertinenze, dove il romanico cominciò a lasciar posto a superfici più lisce e in cotto e a strutture semplificate; il rinnovamento dell'architettura religiosa in quel periodo si deve in particolar modo all'insediamento di nuovi ordini religiosi, che godettero del favore dei Della Scala e della nobiltà.<ref>{{cita|Borelli|p. 374}}.</ref> Oltre alla già citata basilica di Santa Anastasia, tra i complessi interessanti si possono annotare la [[Chiesa di Santa Maria della Scala (Verona)|chiesa di Santa Maria della Scala]], la [[Chiesa di Sant'Eufemia (Verona)|chiesa di Sant'Eufemia]] e la [[chiesa di San Fermo Maggiore]].
[[Image:Palazzo Cangrande.JPG|250px|right|thumb|[[Piazza dei Signori (Verona)|Piazza dei Signori]] con la statua di [[Dante Alighieri|Dante]] e il [[Palazzo del Podestà (Verona)|Palazzo del Governo]]]]
 
Tra gli edifici di passaggio tra il gotico e l'architettura rinascimentale vi sono invece la [[chiesa di San Tomaso Cantuariense]], la [[Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)|chiesa dei Santi Nazaro e Celso]], la [[chiesa di San Giorgio in Braida]] e la [[chiesa di Santa Maria in Organo]]. Quest'ultima è caratterizzata da una facciata marmorea completata solo per la parte inferiore e opera del noto architetto veronese Michele Sanmicheli, che segnò il [[XVI secolo|Cinquecento]] veronese, in particolare con alcune strutture a [[pianta centrale]]: la [[Chiesa della Madonna di Campagna (Verona)|chiesa della Madonna di Campagna]], la [[Cappella Pellegrini (San Bernardino)|cappella Pellegrini]] e il tempio posto al centro del [[lazzaretto di Verona]].<ref>{{cita|Borelli|pp. 405–406}}.</ref>
Importantissimo fu il sistema difensivo costruito dagli [[Della Scala|Scaligeri]], che faceva perno su '''[[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]]''', fatto costruire da [[Cangrande II della Scala]] insieme al '''[[Ponte Scaligero]]'''. Il [[Castelvecchio (Verona)|castello]] venne costruito tra il [[1354]] ed il [[1376]], e venne concepito non tanto per la difesa della città da nemici, ma come difesa verso i cittadini stessi; infatti il [[Ponte Scaligero]] originariamente aveva la funzione di facilitare un'eventuale fuga del signore verso la [[Germania]], dove regnava il genero di [[Cangrande II della Scala|Cangrande II]], [[Luigi IV del Sacro Romano Impero|Ludovico il Bavaro]]. Il [[Ponte Scaligero]] venne costruito nell'arco di tre anni, tra il [[1354]] ed il [[1356]], e la sua robustezza gli consentì di passare indenne cinque secoli di storia, fino alla notte del [[24 aprile]] [[1945]], quando, alla fine della [[seconda guerra mondiale]], i tedeschi, per coprire la ritirata, fecero saltare tutti i ponti di Verona. La sua robustezza è dovuta all'ampiezza delle arcate e alla mole dei [[Pilone (architettura)|piloni]], studiati in modo di resistere alla diversa forza d'urto dell'[[Adige]] nei vari punti dell'ansa: infatti verso [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]], dove passa la maggior mole d'acqua, l'arcata è più lunga rispetto alle altre due, ed i [[Pilone (architettura)|piloni]] sono più grossi. [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] ospita inoltre il più importante museo di Verona, il [[museo civico di Castelvecchio]], uno dei più interessanti dell'arte italiana ed europea. Restaurato con criteri moderni, presenta circa trenta sale e diversi settori: [[scultura]], [[pittura]] italiana e straniera, [[arma|armi antiche]], [[ceramica|ceramiche]], [[oro|oreficerie]], [[miniatura|miniature]] e le antiche [[campana|campane]] cittadine.
 
Infine, tra le chiese barocche si ricordano la [[chiesa di San Nicolò all'Arena]], la [[Chiesa degli Scalzi (Verona)|chiesa degli Scalzi]], la [[Chiesa di Santa Caterina alla Ruota (Verona)|chiesa di Santa Caterina alla Ruota]] oltre che la [[cappella Varalli]], mentre tra quelle neoclassiche la [[Chiesa di San Paolo (Verona)|chiesa di San Paolo]], la [[chiesa di San Pietro Incarnario]] e la [[chiesa di San Fermo Minore di Brà]].
Un importante edificio commissionato dagli [[della Scala|scaligeri]] è la '''[[torre del Gardello]]''', che segna una delle prime conquiste del progresso tecnologico [[meccanica|meccanico]]: è infatti il primo orologio pubblico, consultabile da tutti. Non molto distante da questo sorgono le '''[[arche scaligere]]''', un complesso funerario in [[gotico|stile gotico]], destinate a contenere le [[tomba|arche]] (ovvero le tombe) dei più illustri rappresentanti della casata: racchiuse da un recinto in ferro battuto in cui ricorre il motivo della scala, simbolo della casata, i [[sarcofago|sarcofagi]] si trovano a terra o su piani rialzati. Le arche sono state indicate come uno dei più insigni e significativi monumenti dell'[[gotico|arte gotica]].
 
[[File:Arche scaligere (Verona).jpg|miniatura|sinistra|Le [[Arche scaligere]], dove riposano i [[Della Scala]]]]
==== Epoca veneziana ====
 
Monumento di grande interesse sono anche le [[arche scaligere]], uno scenografico e monumentale complesso funerario della famiglia degli Scaligeri, destinate a contenere le spoglie di alcuni illustri rappresentanti della casata. Si tratta di un capolavoro dell'[[Gotico|arte gotica]], incredibile fusione tra [[Scultura gotica|scultura]] e architettura, tanto che lo storico francese [[Georges Duby]], nel suo ''L'Europa del medioevo'', ha definito le arche scaligere «uno dei più insigni e significativi monumenti dell'arte gotica».<ref>{{cita web|url=https://www.finestresullarte.info/viaggi-e-tour/arche-scaligere-verona-complesso-monumentale|titolo=Le arche scaligere: l'imponente e maestoso mausoleo dei signori di Verona|accesso=10 settembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201006071150/https://www.finestresullarte.info/viaggi-e-tour/arche-scaligere-verona-complesso-monumentale|dataarchivio=6 ottobre 2020|urlmorto=no|7=}}</ref>
L'epoca della [[Storia di Verona#Verona veneziana|dominazione veneziana]] a Verona fu molto feconda soprattutto per l'[[edilizia]] privata e militare. In particolare, protagonista assoluto del [[XVI secolo]] fu l'[[architetto]] veronese [[Michele Sanmicheli]], che abbellì Verona di numerosi [[palazzo|palazzi]], e venne scelto dalla [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] per la costruzione delle porte d'ingresso alla città.
 
=== Architetture civili ===
[[Immagine:Porta Nuova.jpg|250px|right|thumb|[[Porta Nuova (Verona)|Porta Nuova]]]]
[[File:Piazza dei Signori (Verona).jpg|miniatura|[[Palazzo della Ragione (Verona)|Palazzo della Ragione]] e la svettante [[torre dei Lamberti]]]]
'''[[porta Nuova (Verona)|Porta Nuova]]''' è un esempio della [[Michele Sanmicheli|stile sanmicheliano]]: eretta tra il [[1535]] ed il [[1540]], la sua posizione andava a generare l'importante [[corso Porta Nuova]], che si conclude ai [[portoni della Bra]]. Le due facciate sono costruite in [[ordine dorico]]: quella verso la città in [[tufo (roccia)|tufo]], mentre la facciata rivolta verso la campagna in [[roccia|pietra]] bianca. La porta è importante storicamente anche perché durante una serie di rivolte, dette ''[[Pasque Veronesi|pasque veronesi]]'', contro le guarnigioni napoleoniche, rimasero intrappolati all'interno circa duecento soldati francesi, che avevano cercato di difendere la porta.
 
Tra i più antichi e interessanti edifici civili della città vi è il [[Palazzo della Ragione (Verona)|palazzo della Ragione]], così chiamato in quanto durante il governo della Serenissima ospitava il tribunale. Si tratta di un imponente complesso a corte centrale situato a cavallo tra [[Piazza delle Erbe (Verona)|piazza delle Erbe]] e [[Piazza dei Signori (Verona)|piazza dei Signori]], costruito sul finire del XII secolo per accogliere le nuove magistrature del Comune. Cuore del potere politico prima, e giudiziario poi, nel corso dei secoli subì alcune trasformazioni per adattarsi alle nuove funzioni ospitate. L'ambiente più prestigioso è la [[cappella dei Notai]], realizzata tra il 1408 e il 1419, composto da quattro sale comunicanti coperte con [[Volta a vela|volte a vela]] e ospita uno dei più importanti complessi decorativi realizzati su commissione pubblica a Verona, eseguiti nel XVIII secolo dai [[Scuola veronese di pittura|pittori veronesi]] [[Alessandro Marchesini]], [[Giambattista Bellotti]], [[Sante Prunati]] e dal francese [[Louis Dorigny]]. Del complesso edilizio fanno parte anche la [[torre dei Lamberti]], edificata nel 1172 e sopraelevata varie volte fino a diventare la torre più alta della città, e la [[scala della Ragione]], pregevole architettura [[Tardo gotico|tardogotica]] costruita in marmo rosso veronese. A seguito dello spostamento del tribunale, l'edificio è stato restaurato su progetto di [[Tobia Scarpa]] all'inizio del [[XXI secolo]], diventando sede permanente della [[galleria d'arte moderna Achille Forti]].<ref>{{Cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_della_ragione.html|titolo=Palazzo della Ragione|accesso=7 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201107184134/https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_della_ragione.html|dataarchivio=7 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Ci fu successivamente anche la costruzione di '''[[Porta Palio]]''', tra il [[1542]] ed il [[1557]], che, nonostante la minore importanza rispetto [[porta Nuova (Verona)|Porta Nuova]], appare più interessante sotto il profilo culturale ed artistico: di pianta rettangolare, verso l'esterno presenta tre archi con colonne [[Ordine dorico|doriche]], all'interno cinque archi, ognuno munito di due colonne. La facciata esterna riprende quella che doveva essere la facciata del [[teatro romano di Verona]].
 
[[File:Palazzo di Cansignorio - Cortile del Tribunale (Verona).jpg|miniatura|sinistra|Il cortile del [[Palazzo del Capitanio (Verona)|palazzo del Capitanio]]]]
Vi è poi '''[[Porta San Zeno (Verona)|Porta San Zeno]]''', conclusa nel [[1542]], la cui facciata [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]] ha interpretato come un [[Arco trionfale|arco di trionfo]], con colonne di [[ordine ionico]], e molte decorazioni (come medaglie, stemmi e fregi). In questo caso come materiale sono stati utilizzati, oltre a [[roccia|pietra]] bianca, anche [[mattone|mattoni]] rossi, molto utilizzati soprattutto negli edifici [[della Scala|scaligeri]].
 
Altro importante edificio è il [[Palazzo del Capitanio (Verona)|palazzo del Capitanio]], sempre a corte centrale, così chiamato in quanto in epoca veneziana vi si insediò il Capitano, ovvero il rettore della città. In origine il palazzo, fatto costruire da [[Cansignorio della Scala]] nel XIV secolo, era un edificio fortificato dall'aspetto austero, caratterizzato da tre imponenti torri che lo facevano apparire quasi un castello; di questo palazzo medievale sopravvive intatta solo una delle torri, mentre il resto dell'edificio ha subito alcune trasformazione nel corso del XVI secolo, per cui l'aspetto odierno appare in parte gotico e in parte rinascimentale. Di particolare interesse artistico sono il portale d'ingresso al cortile dell'edificio, probabile opera dell'architetto Michele Sanmicheli, e il [[Portale (architettura)|portale]] [[barocco]] detto dei Bombardieri. Nel palazzo è presente il [[centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri]], spazio espositivo sotterraneo che è stato realizzato all'interno di un sito archeologico venuto alla luce tra il 1981 ed il 1983.<ref>{{Cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_di_cansignorio.html|titolo=Palazzo di Cansignorio|accesso=7 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201107182254/https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_di_cansignorio.html|dataarchivio=7 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Sempre opera del [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]] sono '''[[Palazzo Canossa]]''', '''[[Palazzo Pompei]]''', '''[[Palazzo Bevilacqua]]''', e '''[[Palazzo Della Torre]]'''. Quest'ultimo è però sua opera solo secondo alcuni critici, altri sostengono infatti che venne costruito da [[Domenico Curtoni]] nel [[XVII secolo]]. L'autore più probabile potrebbe essere però [[Bernardino Brugnoli]], un parente del [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]], che lavorò spesso con lui, e dunque prese in parte il suo stile e la sua tecnica.
 
[[File:Gran Guardia (Verona).jpg|miniatura|La [[Gran Guardia]], teatro di numerose mostre d'arte]]
[[Immagine:Palazzo Maffei.JPG|250px|right|thumb|[[Palazzo Maffei]]]]
Sicuramente opera di [[Michele Sanmicheli]] fu invece [[Palazzo Canossa]], costruito su commissione della famiglia dei [[Dinastia dei Canossa|marchesi di Canossa]], una delle famiglie più antiche ed illustri d'[[Italia]]. L'edificio ospitò tra l'altro, nel [[1822]], il celebre [[congresso di Verona]], a cui parteciparono quasi tutti gli stati d'[[Europa]]. [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]] cercò di allineare, mediante la facciata monumentale, i fondali opposti di [[Porta Borsari]] e dell'[[Arco dei Gavi]], dando un'impostazione scenografica alla via che permane tutt'oggi. Un soffitto fu affrescato dal famoso [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]], ma è andato perduto durante i bombardamenti che colpirono la città durate la [[seconda guerra mondiale]].
 
Vi è poi il palazzo della [[Gran Guardia]], un monumentale complesso che si affaccia su [[piazza Bra]], a breve distanza da [[palazzo Barbieri]] e dall'[[Arena di Verona|anfiteatro romano]]. I lavori di costruzione partirono all'inizio del XVII secolo su progetto dell'architetto [[Domenico Curtoni]]: inizialmente prevedeva una destinazione d'uso a edificio d'armi, con un vasto porticato utilizzabile per passare in rivista le truppe e un piano nobile che avrebbe accolto l'accademia militare. I lavori però si interruppero e ripresero solo nel 1820, quando l'architetto [[Giuseppe Barbieri (architetto)|Giuseppe Barbieri]] prese in mano il progetto di Curtoni e portò a conclusione i lavori precedentemente iniziati. Il disegno dell'edificio è stato influenzato sia da quello dal prospiciente anfiteatro romano, in particolare per il susseguirsi di ampie arcate al piano terreno, che dall'architettura del famoso architetto rinascimentale Michele Sanmicheli. L'edificio è stato restaurato e ampliato alla fine del XX secolo per poter ospitare un moderno e accessibile centro per congressi ed esposizioni su più livelli.<ref>{{Cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_della_gran_guardia.html|titolo=Palazzo della Gran Guardia|accesso=7 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201107180757/https://www.verona.net/it/monumenti/palazzo_della_gran_guardia.html|dataarchivio=7 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
[[Palazzo Bevilacqua]] è uno dei palazzi più raffinati e ricchi di particolari della città, con una facciata realizzata in due ordini, quello inferiore più massiccio, e quello superiore maggiormente slanciato ed elegante. Il palazzo accoglieva celebri dipinti, tra cui ''La pietà della lacrima'' di [[Giovan Francesco Caroto]], il ''Paradiso'' del [[Tintoretto]], un ritratto di ''Donna con bambino'' di [[Paolo Veronese]].
 
[[PalazzoFile:Verona, Pompei]]palazzo seguepompei, losede stiledel neoclassicomuseo civico di [[Michelestoria Sanmicheli|Sanmicheli]]naturale, ecortile graziedi allamichele donazionesanmicheli dai04.jpg|miniatura|sinistra|Il proprietari,cortile alladi loro[[palazzo mortePompei]], al comune di Veronasede del palazzo, l'edificio ospita oggi il [[Museo civico di storia naturale (Verona)|museo civico di storia naturale]], con oltre due milioni di reperti [[geologia|geologici]], [[paleontologia|paleontologici]], [[zoologia|zoologici]], [[preistoria|preistorici]] e di [[botanica]].
 
Tra gli altri palazzi di particolare rilevanza di Verona si ricordano alcuni edifici realizzati dal già citato architetto veronese Michele Sanmicheli, maestro tardo rinascimentale: [[Palazzo Bevilacqua (Verona, corso Cavour)|palazzo Bevilacqua]], edificio mai completato, come dimostra la posizione asimmetrica del portale sulla facciata, il cui piano nobile è racchiuso tra una [[Balcone|balconata]] continua e un ricco cornicione;<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1995, n. 3.</ref> [[Palazzo Canossa (Verona)|palazzo Canossa]], uno dei capolavori dell'architetto e decorato dai più importanti pittori veronesi, [[Bernardino India]], [[Battista del Moro]] e [[Paolo Veronese]], tanto importante che ospitò governanti europei quali Napoleone Bonaparte, lo zar [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]], e gli imperatori d'Austria [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I]], [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]] e [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe I]];<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1995, n. 2.</ref> [[palazzo Pompei]], commissionato nel XVI secolo dalla nobile famiglia Lavezzola all'architetto, ma donato dai proprietari al comune di Verona negli [[Anni 1830|anni trenta dell'Ottocento]], che lo restaurò in modo da potervi insediare una galleria, divenuta poi il [[Museo civico di storia naturale (Verona)|museo civico di storia naturale]].<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1997, n. 1.</ref>
Una storia particolare ha poi '''[[Palazzo Turchi]]''', commesso dal cavaliere Pio Turchi, e costruito pochi anni dopo la [[Battaglia di Lepanto (1571)|battaglia di Lepanto]] del [[1571]], dove la flotta della [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica]] sconfisse la flotta [[Impero Ottomano|ottomana]]; Pio Turchi fu portavoce della comunità veronese alle grandi celebrazioni della vittoria a [[Venezia]]. Il palazzo era decorato da statue di personaggi [[Impero Ottomano|turchi]], facenti parte del bottino della [[Battaglia di Lepanto (1571)|battaglia di Lepanto]], e ad alcune di queste venne decapitata la testa, che fu esposta in [[piazza delle Erbe (Verona)|piazza delle Erbe]], proprio nel luogo dove venivano solitamente mostrate le teste dei condannati a morte.
 
=== Architetture militari ===
Altri palazzi, situati rispettivamente in [[piazza dei Signori (Verona)|piazza dei Signori]] e [[piazza delle Erbe (Verona)|piazza Erbe]], sono la '''[[Loggia del Consiglio]]''' e '''[[palazzo Maffei (Verona)|Palazzo Maffei]]'''. La [[Loggia del Consiglio]] possiede colonne di marmo, molte [[scultura|sculture]] e [[affresco|affreschi]], tra cui due [[altorilievo|altorilievi]] bronzei raffiguranti l'''Arcangelo Gabriele'' e la ''Vergine Annunciata'', tolti però nell'[[XIX secolo|Ottocento]]. La [[loggia del Consiglio|loggia]] può considerarsi uno dei simboli maggiori del rinascimento veronese. [[palazzo Maffei (Verona)|Palazzo Maffei]] è un palazzo del [[XV secolo]], ingrandito nel [[1629]] su decisione di [[Marcantonio Maffei]]. Costruito in [[Barocco|stile barocco]], è allo stesso tempo imponente ed elegante, su tre piani, con una facciata talmente bella da catturare l'attenzione del turista occasionale e non. Di fronte al palazzo si trova una colonna sormontata dal [[leone di San Marco]], a cui i veronesi sono particolarmente legati.
[[File:Verona Stadtmauer 08.jpg|miniatura|Le [[Mura comunali di Verona|mura comunali]] lungo [[via Pallone]]]]
 
La città è circondata da una lunga [[Muro di cortina|cortina]] muraria realizzata in diverse fasi costruttive, nel corso dei secoli. Nel settore collinare delle cosiddette Torricelle si trovano le mura scaligere, una cortina muraria commissionata da Cangrande I della Scala all'architetto [[Calzaro]], come informa un'iscrizione datata gennaio 1325,<ref>{{cita|Conforti Calcagni|p. 59}}.</ref> che fece così ampliare le fortificazioni cittadine dopo i primi interventi effettuati da [[Alberto I della Scala]] tra il 1287 e il 1289.<ref>{{cita|Conforti Calcagni|p. 58}}.</ref> Questa cinta muraria proseguiva naturalmente anche nel settore di pianura, tuttavia, durante il governo della Serenissima, questa parte venne completamente trasformata dando vita alla [[Mura veneziane di Verona|cinta muraria veneziana]]: quest'opera vide la realizzazione di muri a scarpa di grande spessore e la costruzione di diversi [[Baluardo|bastioni]], circolari e poligonali, rendendo le fortificazioni più adatte all'introduzione della [[polvere da sparo]].<ref name="Conforti84"/> Parte delle fortificazioni veneziane e in particolare i bastioni furono però demoliti dalle truppe napoleoniche,<ref name=Conforti84>{{cita|Conforti Calcagni|p. 84}}.</ref> per cui i bastioni vennero ricostruiti durante il successivo dominio austriaco, cosicché la cinta magistrale cittadina assunse la sua conformazione definitiva.<ref name=conforti107>{{cita|Conforti Calcagni|p. 107}}.</ref> Questo complesso sistema di cortine difensive e bastioni fanno parte di un parco urbano lineare e quindi è liberamente visitabile tramite un itinerario pedonale.
==== Epoca austriaca====
{{Vedi anche|Mura austriache di Verona}}
[[Immagine:Arsenale VR.jpg|thumb|170px|left|L'arsenale Franz Josef I]]
Verona fu sotto servitù militare per tutto il periodo in cui vi fu la [[Storia di Verona#Verona francese ed austriaca|dominazione austriaca]], per cui lo sviluppo edilizio privato fu scarso, a fronte però di un grande sviluppo delle strutture militari. In particolare furono ricostruiti e potenziati tutti i [[bastione|bastioni]] (che erano stati semidistrutti dai francesi) e venne creata ex-novo un'impenetrabile rete di forti, in particolare a ovest della città (rivolti verso il crescente [[Regno di Sardegna|stato sabaudo]]) e sul [[colle San Pietro]]. Uno degli edifici che può riassumere il pensiero architettonico asburgico è l''''[[Arsenale Franz Josef I]]''', gigantesco complesso militare, con un perimetro di 392 metri per 176 metri, e munito di numerose torri di guardia; composto da nove edifici, sul lato maggiore si trova l'edificio di comando, internamente si trovano tre isolati destinati agli uffici amministrativi e progettuali, ed ai loro lati trovano posto magazzini e scuderie. L'[[Arsenale Franz Josef I|arsenale]] si ispira all'architettura tedesca, ma anche allo [[Architettura neogotica|stile neogotico]], stili fino ad allora lontani alla realtà veronese, tanto che vennero utilizzati in parte [[mattone|mattoni]] rossi nella costruzione, materiale molto utilizzato nell'[[della Scala|epoca scaligera]], in modo da non allontanare troppo lo stile architettonico da quello cittadino.
 
[[File:Porta Palio (1).jpg|miniatura|sinistra|La facciata ''ad agro'' della sanmicheliana [[porta Palio]]]]
Simile all'[[Arsenale Franz Josef I|arsenale]] nell'architettura è il '''[[Castel San Pietro (Verona)|Castel San Pietro]]''', una caserma ispirata in parte ai castelli tedeschi. Nell'edificio erano presenti le camerate per l'esercito, alloggi ed uffici per gli ufficiali, depositi e officine. La caserma poteva essere utilizzata da due compagnie di [[fanteria]] e 32 [[artiglieria|artiglieri]], per un totale di di 460 [[soldato|soldati]]. Il piazzale davanti a [[Castel San Pietro (Verona)|castel San Pietro]] poteva essere utilizzato dall'[[artiglieria]] per colpire la città dall'alto in caso di guerra (o rivolta).
 
Oltre alla cortina esterna, sopravvivono le [[Mura comunali di Verona|mura comunali cittadine]], erette a sud del centro storico in età medievale, in prossimità dell'Adigetto, di cui rimangono visibili ampie tracce lungo [[via Pallone]] e all'interno di [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]], mentre delle diverse porte che si aprivano lungo la cortina rimangono scarse testimonianze a causa ai lavori che hanno portato all'allargamento dei fornici.<ref>{{cita|Conforti Calcagni|pp. 41–43}}.</ref>
[[Image:Gran Guardia Verona.jpg|250px|right|thumb|La [[palazzo della Gran Guardia|Gran Guardia]]]]
Due palazzi importanti, costruiti inizialmente ad uso civile e per chiudere [[piazza Bra]], anche se poi utilizzati dall'esercito asburgico, sono il '''[[Palazzo della Gran Guardia]]''' e '''[[Palazzo Barbieri]]''', originariamente chiamato ''Palazzo della Gran Guardia Nuova''. La costruzione del [[Palazzo della Gran Guardia]] è stata molto lunga e travagliata, iniziata già nel [[XVII secolo]]. Nel [[1848]] i lavori erano ancora in corso, e furono fermati perché l'edificio venne utilizzato dall'esercito austriaco durante la [[Prima guerra di indipendenza|prima guerra d'indipendenza]]. La [[palazzo della Gran Guardia|Gran Guardia]] fu finalmente conclusa nel [[1853]]. Grazie alla sua mole ed alla sua forma è riuscita a tenere testa all'[[arena di Verona|Arena]], che si trova a poche decine di metri di distanza, oltre i giardini di [[piazza Bra]]. [[Palazzo Barbieri]] è un edificio in [[Neoclassicismo|stile neoclassico]] progettato dall’ingegnere [[Giuseppe Barbieri (architetto)|Giuseppe Barbieri]]; la sua costruzione iniziò nel [[1836]] e venne portata a termine nel [[1848]]. Durante l’occupazione austriaca il palazzo fu adibito prevalentemente ad usi bellici e solo dopo l'unione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] si scelse, per la sua importanza e la sua centralità, di destinarlo a sede degli uffici comunali.
 
Tra i punti di accesso situati lungo le mura magistrali, se ne citano in particolare due: [[Porta Nuova (Verona)|porta Nuova]], ingresso monumentale eretto tra il 1532 e il 1540 su progetto dell'architetto Michele Sanmicheli, opera che fu giudicata molto positivamente da [[Giorgio Vasari]], il quale asserisce che non vi fu «già mai altr'opera di maggior grandezza né meglio intesa»;<ref>{{cita libro|autore=Giorgio Vasari|titolo=Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri|anno=1568|editore=Edizione Giuntina|posizione=parte III, volume II|url=http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/vasari/002%20vasari%20-%20le%20vite%20edizione%201568/vite%20vasari%201568%20artista%20per%20artista/141%20michele%20san%20michele%20dalle%20vite%20di%20vasari%201568.pdf|accesso=16 novembre 2020|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304113052/http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/vasari/002%20vasari%20-%20le%20vite%20edizione%201568/vite%20vasari%201568%20artista%20per%20artista/141%20michele%20san%20michele%20dalle%20vite%20di%20vasari%201568.pdf|urlmorto=no}}</ref> [[porta Palio]], sempre dello stesso architetto ma realizzata tra il 1550 e il 1561, che si tratta forse del monumento più considerevole nato dalla ricerca rinascimentale sul tema del trionfo nella porta urbica, oltre che estrema manifestazione architettonica della politica del ''munire et ornare''.<ref>{{cita|Concina e Molteni|p. 136}}.</ref> Oltre a queste vi sono però numerose altre porte d'ingresso, tra cui si ricordano i [[portoni della Bra]], [[Porta San Giorgio (Verona)|porta San Giorgio]], [[Porta San Zeno (Verona)|porta San Zeno]] e [[porta Vescovo]].
Edificio molto importante è il '''[[Teatro Nuovo]]''', inaugurato il [[12 settembre]] [[1846]], con la rappresentazione dell'[[Attila (opera)|Attila]] di [[Giuseppe Verdi|Verdi]]. Nel teatro si svolsero numerosi episodi di insofferenza verso il dominio austriaco: il primo, già all'inaugurazione del teatro, vide il veronese Vittorio Merighi comporre un [[sonetto]] [[patriottismo|patriottico]] dedicato alla prima donna dello spettacolo, che entusiasmò il pubblico. Questo fatto portò disagio alla [[polizia]] austriaca (che nemmeno si era accorta dell'accaduto), dato che il componimento riportava:
 
[[File:Castelvecchio full view verona.JPG|miniatura|[[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e il [[ponte scaligero]]]]
{{Quote|Donna, il vento ora mugge, e la procella
gravida rota, e tuon freme che intima
ad Austria morte, e Italia a vita appella}}
 
Punto cardine, per diversi secoli, di questo sistema difensivo fu Castelvecchio, fatto erigere nel XIV secolo dal signore di Verona Cangrande II della Scala. Il complesso è diviso in due parti dalle imponenti mura comunali: ad ovest è presente la Reggia degli Scaligeri, protetta da uno stretto cortile a doppio ordine di mura, al cui centro svetta la torre più alta del castello, il mastio; ad est è invece presente il cortile maggiore, a pianta rettangolare, destinato in origine a [[piazza d'armi]]. Il complesso continuò a svolgere la sua funzione militare anche sotto il governo veneto, durante la breve occupazione napoleonica e infine sotto il dominio austriaco, quando venne utilizzato come caserma.<ref>{{cita|Conforti Calcagni|p. 64}}.</ref> Dopo essere stato bombardato durante la seconda guerra mondiale, Castelvecchio fu oggetto di un importante restauro e di un allestimento museale curato dal noto architetto [[Carlo Scarpa]], che portò alla fondazione del [[museo di Castelvecchio]], definito come uno delle più importanti opere di [[museografia]] italiana del dopoguerra.<ref>{{cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/castelvecchio.html|titolo=Castelvecchio|accesso=5 marzo 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200708100313/https://www.verona.net/it/monumenti/castelvecchio.html|dataarchivio=8 luglio 2020|urlmorto=no}}</ref>
Alla chiusura della stagione teatrale vi fu una nuova dimostrazione. Merighi si beffò nuovamente della [[polizia]]: scrisse una nuova ode, praticamente un inno all'''Italia'' personificata e contro ''lo Straniero'', che ''codardo e maligno ha perenne sull'Italia il sogghigno''. Il giornale di Verona, controllato dalla [[polizia]] austriaca, non poté negare l'accaduto, ma non spiegò nemmeno il vero motivo dell'entusiasmo ed il contenuto dell'ode. Il [[18 marzo]] [[1848]] giunse a Verona ad assistere ad un dramma nel [[Teatro Nuovo]] addirittura il viceré del [[Regno Lombardo-Veneto]], e la [[polizia]], per creare consenso, divulgò la voce che era venuto a portare vantaggi alla città. Lo stesso giorno arrivò la notizia che [[Vienna]] stava insorgendo, che [[Klemens von Metternich|Metternich]] era fuggito, e l'imperatore [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]] aveva dovuto concedere la [[Costituzione]]. L'annuncio si sparse per Verona, e la cittadinanza si radunò al [[Teatro Nuovo]] durante lo spettacolo. Le cronache raccontano di un vero delirio, e di una folla festosa ed inneggiante all'[[Italia]] e a [[Papa Pio IX|Pio IX]]. Il teatro venne per questo chiuso sino alla fine del [[1849]].
{{cassetto|Galleria fotografica|
<gallery>
Immagine:Chiesa S.Giorgio Verona.jpg |[[Chiesa di San Giorgio (Verona)|Chiesa di San Giorgio]]
Immagine:Duomo e ponte Pietra Verona.jpg |Il [[Duomo di Verona|Duomo]] e l'antico [[Ponte Pietra (Verona)|Ponte Pietra]]
Immagine:S.Anastasia Verona.jpg |[[Chiesa di Santa Anastasia]]
Immagine:Piazza Erbe Verona.jpg |Fontana in [[Piazza delle Erbe (Verona)|piazza Erbe]]
Immagine:VeronaArena.jpg |L'[[Arena di Verona]]
Immagine:Arena notte VR.jpg|L'[[Arena di Verona]] di notte
Immagine:Ala Arena Verona.jpg |L'ala dell'[[Arena di Verona|Arena]]
Immagine:Piazza Bra Verona.jpg |L'[[Arena di Verona|Arena]] e [[Palazzo Barbieri]]
Immagine:Palazzo Barbieri notte VR.jpg|[[Palazzo Barbieri]]
Immagine:Piazza Dante Verona.jpg |La statua di [[Dante Alighieri|Dante]] in [[piazza dei Signori (Verona)|piazza dei Signori]]
Immagine:Piazza Dante VR.jpg|[[piazza dei Signori (Verona)|Piazza dei signori]]
Immagine:Portoni della bra VR.jpg|I [[portoni della Bra]]
Immagine:Giorno memoria Verona.jpg |[[Piazza Bra]] nel [[giorno della memoria]]
Immagine:Liston VR.jpg|La parte di [[piazza Bra]] denominata [[Liston]]
Immagine:Arsenale VR.jpg|L'[[Arsenale Franz Josef I|arsenale austriaco]]
Immagine:Balkon der Julia Verona.jpg|La [[Via Cappello#La casa di Giulietta|casa di Giulietta]]
Immagine:Verona piazza delle erbe.jpg|[[Piazza delle Erbe (Verona)|Piazza Erbe]]
Immagine:Piazza Erbe VR.jpg|Madonna Verona in [[Piazza delle Erbe (Verona)|piazza Erbe]]
Immagine:Domus Mercatorum VR.jpg|Domus Mercatorum in [[Piazza delle Erbe (Verona)|Piazza Erbe]]
Immagine:Torre Lamberti VR.jpg|La [[torre dei Lamberti]]
Immagine:Verona - Porta Borsari - parte alta.jpg|La parte alta della [[Porta Borsari (Verona)|Porta Borsari]]
Immagine:Porta Borsari VR.jpg |[[Porta Borsari (Verona)|Porta Borsari]]
Immagine:Corso porta Borsari VR.jpg|Un particolare di Corso Porta Borsari
Immagine:Duomo di VR.jpg| Facciata del [[Duomo di Verona]]
Immagine:Campanile Duomo VR.jpg| Il campanile inconcluso del [[Duomo di Verona]]
Immagine:San Zeno VR.jpg| [[Piazza San Zeno]] con la [[basilica di San Zeno (Verona)|basilica]]
Immagine:Castelvecchio VR.jpg|[[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]]
Immagine:Interno castelvecchio VR.jpg|L'interno di [[Castelvecchio (Verona) |Castelvecchio]]
Immagine:Ponte Scaligero VR.jpg|Il [[Ponte Scaligero]]
Immagine:Arco Gavi VR.jpg|L'[[Arco dei Gavi]] di fianco a [[Castelvecchio (Verona) |Castelvecchio]]
Immagine:Ponte Pietra VR.jpg|[[Ponte Pietra (Verona)|Ponte Pietra]]
Immagine:Duomo VR.jpg|Le [[arche scaligere]]
</gallery>
}}
 
[[File:Verona, Province of Verona, Italy - panoramio (64).jpg|miniatura|sinistra|[[Castel San Pietro (Verona)|Castel San Pietro]], dal cui piazzale si può ammirare Verona dall'alto]]
== Cultura ==
 
Altra opera fondamentale per diversi secoli fu [[Castel San Pietro (Verona)|castel San Pietro]], situato in cima all'omonima collina e quindi dominante rispetto alla città che si apre a sud. L'imponente castello originale fu commissionato sul finire del Trecento dai Visconti e rinforzato durante la dominazione veneziana sopravvivendo fino al 1801, quando le truppe napoleoniche lo fecero demolire prima di consegnare la città agli austriaci; sulle rovine dei precedenti edifici fu costruita la caserma militare asburgica, in fase di restauro ed allestimento per ospitarvi un museo della città.<ref>{{cita web|url=https://verona.com/it/verona/castel-san-pietro/|titolo=Castel San Pietro|accesso=30 ottobre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201030144135/https://verona.com/it/verona/castel-san-pietro/|dataarchivio=30 ottobre 2020|urlmorto=no}}</ref> Il piazzale antistante il castello, molto frequentato per la presenza di un'ampia terrazza panoramica sulla città, è raggiungibile sia tramite una scalinata che si dipana dal lato del teatro romano che tramite la [[funicolare di Verona]], costruita agli inizi del [[XX secolo]].<ref>{{cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/castel_san_pietro.html|titolo=Castel San Pietro|accesso=30 ottobre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20191205101721/https://www.verona.net/it/monumenti/castel_san_pietro.html|dataarchivio=5 dicembre 2019|urlmorto=no}}</ref>
=== Verona e Shakespeare ===
[[Image:Statue of julia in verona.jpg|150px|right|thumb|La statua di Giulietta]]
Anche attraverso [[William Shakespeare]], Verona è oggi una città ampiamente conosciuta ed ammirata nel mondo. Shakespeare non visitò mai Verona, ma la conobbe attraverso scritti di [[Luigi da Porto]], [[Masuccio Salernitano]] e [[Matteo Bandello]], che lo ispirarono per la sua opera più famosa, se si può inserire una gerarchia nelle sue opere: [[Romeo e Giulietta]].
 
[[File:Arsenale (1).jpg|miniatura|Il padiglione del Comando dell'[[arsenale di Verona]]]]
Shakespeare si immaginava Verona come una sorta di [[Venezia]] con canali e gondole, forse ispirato dai pittori veneziani alla corte di Londra. Egli aveva probabilmente un rapporto particolare con l'immagine che si era creato della città, tanto che ambientò o diede origine a diversi suoi personaggi a Verona. Vanno ricordate anche le due commedie ''[[I due gentiluomini di Verona]]'' e ''[[La bisbetica domata]]'', ambientata a [[Padova]], ma con il personaggio maschile centrale, ''Petruccio'', veronese.
 
Vi sono infine due grandi stabilimenti militari realizzati nel XIX secolo: l'[[arsenale di Verona]], costruito in stile [[Architettura neoromanica|neoromanico]], che occupa una superficie molto ampia ed è organizzato lungo assi con ampi cortili che separano i nove edifici che contenevano magazzini, depositi e laboratori immersi nel verde, il tutto compreso entro un recinto difensivo;<ref>{{cita web|url=https://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/Verona%20Fortificata/schede/101/forte.htm|titolo=Arsenale di artiglieria della Campagnola|accesso=2 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201102075824/https://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/Verona%20Fortificata/schede/101/forte.htm|dataarchivio=2 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.verona.net/it/monumenti/arsenale_austriaco.html|titolo=Arsenale austriaco|accesso=2 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201102080259/https://www.verona.net/it/monumenti/arsenale_austriaco.html|dataarchivio=2 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> la [[provianda di Santa Marta]], anche questa realizzata in stile neoromanico, e in origine destinato alla produzione di [[pane]] e [[Galletta|gallette]], al deposito e all'amministrazione di altri generi di sussistenza per l'esercito imperiale di stanza in Italia settentrionale, e ospita i dipartimenti e la biblioteca di economia dell'Università degli Studi di Verona.<ref>{{cita web|url=https://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/Verona%20Fortificata/schede/126/forte.htm|titolo=Stabilimento della provianda di Santa Marta|accesso=2 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201102080101/https://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/Verona%20Fortificata/schede/126/forte.htm|dataarchivio=2 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://comunicazione.univr.it/santamarta/index.html|titolo=Polo universitario Santa Marta|accesso=2 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201102080742/http://comunicazione.univr.it/santamarta/index.html|dataarchivio=2 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Proprio in funzione ''Shakespeariana'', Verona è fra le città italiane più presenti nei toponimi dei nuovi continenti<ref>L'enciclopedia [http://encarta.msn.com/ Encarta] indica, solo negli [[Stati Uniti]], altre 22 località chiamate Verona, oltre a Verona Beach, Verona Heights e Verona Mills. Un'altra Verona si trova nell'[[Ontario]] ([[Canada]]) e una in [[Australia]] nel [[Nuovo Galles del Sud]].</ref>. Le varie Verona statunitensi, canadesi ed australiane nascono dalle sue opere.
L'amore di Shakespeare è ricambiato dai veronesi: l'[[Estate teatrale veronese]] ha il programma diviso a metà fra lui e [[Carlo Goldoni]] e Shakespeare è ricordato spesso nella vita veronese.
 
=== Siti archeologici ===
L'appellativo ''Verona città dell'amore'' dipende essenzialmente dal grande drammaturgo inglese. Ciò è ricordato dai versi messi in bocca a Romeo scritti su una lapide posta sulla parte interna dei [[portoni della Bra]]:
[[File:Italy - Verona - Arena.jpg|miniatura|sinistra|L'[[Arena di Verona]], simbolo della città]]
Verona presenta numerosi monumenti di epoca romana, edificati a partire dalla metà del I secolo a.C., quando la città venne rifondata all'interno dell'ansa dell'Adige.
 
Il monumento più famoso, divenuto simbolo della città stessa, è l'[[Arena di Verona]]. Si tratta di uno dei grandi fabbricati che hanno caratterizzato l'architettura romana ed uno degli anfiteatri antichi giunto a noi con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri eseguiti fin dal Cinquecento; proprio per questo motivo, nonostante le numerose trasformazioni subite, esso consente al visitatore di poter facilmente comprendere la struttura di questo genere di edifici.<ref name="Corbetta" /> Nella stagione estiva ospita il celebre [[Arena Opera Festival|festival lirico areniano]], le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913, mentre in quelle primaverile e autunnale è tappa di molti cantanti e musicisti internazionali.
{{quote|Non c'è mondo per me aldilà delle mura di Verona:<br />c'è solo purgatorio, c'è tortura, lo stesso inferno;</br>bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo;<br />e l'esilio dal mondo vuol dir morte. E quindi</br> dire esilio è dire morte con altro termine, falso ed improprio;<br />e tu, a chiamar esilio la mia morte, mi mozzi il capo con un'ascia d'oro,<br />e sorridi del colpo che m'uccide.||There is no world without Verona walls,<br />But purgatory, torture, hell itself.<br />Hence-banished is banish'd from the world,<br />And world's exile is death: then banished,<br />
Is death mis-term'd: calling death banishment,<br />Thou cutt'st my head off with a golden axe,<br />And smilest upon the stroke that murders me|lingua=en}}
 
[[ImmagineFile:BalkonPorta der JuliaBorsari (Verona).jpg|thumbminiatura|left|La casa[[Porta diBorsari]], Giuliettaprincipale coningresso ildella famosocittà balconeromana]]
Lo straordinario fascino che la tragedia di Shakespeare esercita da sempre nell'animo dei veronesi e dei molti visitatori ha portato ad individuare diversi siti in cui, secondo l'interpretazione di alcuni, si sarebbero realmente svolte le vicende dei due amanti veronesi. Il più famoso e più visitato è certamente la Casa di Giulietta in [[via Cappello]], con il celebre balcone; poco lontana è la Casa di Romeo, in via Arche Scaligere, che riporta sulla facciata i versi:
 
Altro edificio di spettacolo è il [[Teatro romano di Verona|teatro romano]]; costruito nel I secolo a.C. ai piedi del [[colle San Pietro]], si tratta di uno dei teatri meglio conservati dell'Italia settentrionale,<ref>{{Cita web|url=https://museoarcheologico.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=43449|titolo=Il teatro|accesso=24 settembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20200709150326/https://museoarcheologico.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=43449|dataarchivio=9 luglio 2020|urlmorto=no}}</ref> pertanto divenuto tappa principale del percorso espositivo dell'[[Museo archeologico al teatro romano|omonimo museo archeologico cittadino]], oltre che spazio teatrale e sede, durante i mesi estivi, dell'[[estate teatrale veronese]], le cui edizioni si svolgono ininterrottamente sin dal 1948.<ref>{{Cita web|url=http://www.estateteatraleveronese.it/nqcontent.cfm?a_id=13491&tt=estateTeatrale2008&id_menu=13412|titolo=Le precedenti stagioni|accesso=24 settembre 2019|urlarchivio=https://archive.is/20200709150339/http://www.estateteatraleveronese.it/nqcontent.cfm?a_id=13491&tt=estateTeatrale2008&id_menu=13412|dataarchivio=9 luglio 2020|urlmorto=no}}</ref>
{{quote|Oh! Dov’è Romeo?... <br/>Taci, ho perduto me stesso: io non son qui<br/>e non son Romeo, Romeo è altrove|''[[Romeo e Giulietta]] - atto I, scena I'' - [[William Shakespeare]]}}
 
Delle mura romane cittadine, importante cortina difensiva provvista di numerosi torrioni e porte monumentali, realizzata in più fasi costruttive che si sono succedute partendo dalla tarda età repubblicana fino a giungere ai primi regni romano-germanici, sopravvivono in buono stato di conservazione la [[Porta Leoni (Verona)|porta Leoni]], dove venne tra l'altro scoperta l'iscrizione considerata unanimemente l'atto di fondazione della Verona romana,<ref>{{cita|Buchi|p. 13}}.</ref> e [[porta Borsari]], in antichità conosciuta col nome di ''porta Iovia'' per la presenza del vicino [[Tempio di Giove Lustrale|tempio dedicato a Giove Lustrale]].<ref>{{cita|Cavalieri Manasse|p. 60}}.</ref>
La Tomba di Giulietta si trova invece nell'ex convento dei [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|Cappuccini]], poco fuori le mura scaligere. Qui, nella cripta, è ospitato il sarcofago che secondo la leggenda avrebbe accolto le spoglie della giovane. Oggi il complesso è utilizzato dal Comune di Verona per celebrare i [[matrimonio|matrimoni civili]].
 
[[File:Arco dei Gavi-XE3F2333a.jpg|miniatura|sinistra|L'[[arco dei Gavi]], collocato un tempo lungo la [[via Postumia]] e oggi a lato di [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]]]]
Va comunque detto che l'identificazione di tali edifici non ha alcun fondamento storico, e si tratta semplicemente di costruzioni medievali riadattate in tempi più o meno recenti (ad esempio, con la costruzione del famoso balcone) a beneficio dei visitatori.
 
Altro monumento di una certa rilevanza è l'[[arco dei Gavi]], situato lungo l'antica via Postumia, in quanto si tratta un rarissimo caso di [[Arco trionfale|arco]] onorario e monumentale a destinazione privata nell'architettura romana; venne infatti realizzato intorno alla metà del I secolo per celebrare la ''[[gens Gavia]]''.<ref>{{cita|Cavalieri Manasse|p. 57}}.</ref> Durante il Rinascimento questa fu una delle più apprezzate tra le antichità veronesi, anche grazie alla presenza della firma di un Vitruvio, che rievoca il [[Marco Vitruvio Pollione|noto architetto romano]] autore del trattato ''[[De architectura]]''. Il monumento fu quindi descritto da [[Umanesimo|umanisti]] e [[Antiquario|antiquari]], dettagliatamente riprodotto e studiato nei rapporti proporzionali e nelle decorazioni, infine ripreso come modello da architetti e pittori, quali [[Andrea Palladio|Palladio]], [[Antonio da Sangallo il Giovane|Sangallo]], [[Sebastiano Serlio|Serlio]], [[Falconetto]], Sanmicheli, ma anche Bellini e Mantegna.<ref>{{cita|De Aloe|p. 58}}.</ref>
=== Veronesi celebri ===
{{vedi anche|Personalità legate a Verona}}
Sono numerose e varie le persone che a Verona sono nate o vi hanno operato o hanno stabilito dei saldi rapporti con la città e il suo nome.
L'elenco, la descrizione o i collegamenti dei veronesi celebri è utile per la comprensione del ruolo di Verona nel bene, nel male e nel mito.
 
Vi è quindi il [[ponte Pietra]], il più antico ponte di Verona sul fiume Adige e l'unico rimasto di epoca romana. Sopravvissuto a diverse [[Alluvione|alluvioni]], è stato fatto brillare durante la seconda guerra mondiale dai soldati tedeschi in ritirata, quindi ricostruito ricomponendo per anastilosi le pietre recuperate dal letto del fiume, grazie al contributo del professor [[Piero Gazzola]], soprintendente ai monumenti di Verona, e dell'architetto [[Libero Cecchini]].<ref>{{cita|Bogoni|pp. 373–375}}.</ref>
La lista degli artisti e dei letterati più noti sarebbe lunga, ma vale la pena nominare perlomeno il poeta [[Ippolito Pindemonte]] ([[1753]]-[[1828]]), celebre per la sua traduzione dell'[[Odissea]]; lo scrittore [[Emilio Salgari]] ([[1862]]-[[1911]]), uno dei più famosi autori di romanzi d'avventura; il compositore [[Evaristo Felice Dall'Abaco]] ([[1675]]-[[1742]]); i pittori [[Andrea Mantegna]] ([[1431]]-[[1506]]), Antonio Pisano detto il [[Pisanello]] ([[1395]]-[[1455]]), [[Paolo Veronese]] ([[1528]]-[[1588]]) e [[Giovan Francesco Caroto]] ([[1480]]-[[1555]]), che qui hanno lasciato alcune delle loro opere più significative. Nel campo della [[medicina]] sono da menzionare [[Girolamo Fracastoro]] ([[1478]]-[[1553]]), uno dei padri della [[patologia]] moderna, e [[Mario Capecchi]] ([[1937]]), [[Genetica|genetista]] vincitore del [[Premio Nobel per la medicina|premio Nobel]] [[2007]].
 
== Società ==
===Visitatori illustri===
=== Evoluzione demografica ===
{{vedi anche|Citazioni letterarie su Verona}}
[[File:Palazzo Barbieri dall'Arena.jpg|miniatura|[[Palazzo Barbieri]], sede del Comune di Verona]]
Importante è il ruolo anche dei visitatori o delle persone che su Verona hanno espresso pareri o giudizi sia buoni sia cattivi. Oltre al già citato [[William Shakespeare]], molti sono i non veronesi che hanno parlato di Verona o vi hanno vissuto temporaneamente.
Del [[Storia antica|periodo antico]] e medievale sono presenti solo calcoli approssimati circa la popolazione residente all'interno del nucleo urbano, che si è stimato potesse attestarsi sui {{formatnum:25000}} abitanti in epoca romana,<ref>{{cita|Solinas|p. 178}}.</ref> scesi poi fino ai circa {{formatnum:10000}} abitanti tra XI e XII secolo.<ref name=donazzolosaibante70 >{{Cita|Donazzolo e Saibante|p. 70}}.</ref>
[[Dante Alighieri]], durante il suo esilio da [[Firenze]], si trattene a Verona più volte e fu ospite di [[Cangrande I della Scala]], rimanendo profondamente ammirato dalla sua personalità, tanto da dedicare a Cangrande il suo ''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]''. Altri visitatori illustri furono [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], che visitò la Galleria di San Giorgio e rimase colpito dall'animazione della vita cittadina<ref>Informazione tratta da http://ospitiweb.indire.it/~mipm0001/goethe/verona.htm</ref>; [[George Gordon Byron|Lord Byron]], che si commosse visitando il sepolcro di Giulietta, e [[Charles Dickens]] che ne fu invece deluso<ref>Informazione tratta da http://www.verona.com/index.cfm?Page=Guida&section=luoghi&id=177</ref>; e poi [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], [[Stendhal]], [[Paul Valéry]], [[Heinrich Heine]], [[Madame de Staël]] e molti altri soggiornarono a Verona, specialmente durante il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]], quando la città era una delle mete del [[Grand Tour]].
 
Dati più precisi si hanno invece a partire dal 1472; questi mostrano come la crescita della popolazione, invece di seguire uno sviluppo regolare nel tempo, procedette attraverso sbalzi intermittenti con aumenti e cali (anche repentini) del numero di abitanti. Le cause principali di queste oscillazioni sono da attribuirsi alle calamità che colpirono la città, quindi alle guerre, alle malattie, alle inondazioni e alle [[Carestia|carestie]].<ref>{{Cita|Donazzolo e Saibante|p. 62}}.</ref> Furono in particolare due i momenti in cui avvenne un drastico e repentino calo della popolazione: prima tra il 1501 e il 1514, quando la popolazione scese da {{formatnum:50084}} a {{formatnum:31184}} abitanti, con un calo di quasi il 40% dei cittadini a causa della [[peste]] e della guerra della Lega di Cambrai;<ref name=donazzolosaibante70 /> un secondo momento quando l'ultima grande peste del 1630 colpì l'Italia settentrionale, causando un calo ancora più drastico della popolazione, che nell'arco di un solo anno scese da {{formatnum:53036}} a {{formatnum:20987}} abitanti, con una diminuzione di addirittura il 70% dei cittadini residenti.<ref>{{Cita|Donazzolo e Saibante|p. 72}}.</ref>
Attualmente uno degli “ospiti” più famosi è lo scrittore inglese [[Tim Parks]], che dal [[1981]] vive nelle immediate vicinanze di Verona ed ha descritto in una sua opera (''Questa pazza fede'') la sua passione per la squadra dell'[[Hellas Verona Football Club|Hellas Verona]].
 
Verificando i dati raccolti durante i [[Censimento generale della popolazione e delle abitazioni|censimenti generali]] sulla popolazione residente a Verona si può osservare come dal 1871 (anno del primo censimento nel Veneto) fino al 1936 (unico anno in cui vi è un censimento intermedio) la popolazione crebbe abbastanza stabilmente, mentre a partire dalla fine della [[seconda guerra mondiale]] vi fu un rapidissimo incremento della popolazione, che passò dalle {{formatnum:178415}} unità del 1951 alle {{formatnum:266205}} unità del 1971, con una crescita di quasi il 50% in soli venti anni. Dal 1971 al 2011 vi è stata invece una leggera flessione con la popolazione residente, scesa a {{formatnum:252520}} abitanti.
=== Folklore ===
==== San Zeno ====
{{Vedi anche|San Zeno vescovo}}
Ogni città ha una cultura popolare molto antica, spesso legata al suo santo patrono, oppure a grandi personalità che vi soggiornarono. Anche Verona ha un particolare legame col suo santo, reso ancora più forte per le opere che gli furono dedicate. Ad esempio la [[Basilica di San Zeno (Verona)|basilica]], sede di uno dei più antichi monasteri benedettini, ha un portale di bronzo in cui sono scolpiti gli aneddoti legati alla vita e ai miracoli del santo. Tra i più importanti, quello della scommessa col diavolo, la liberazione di una indemoniata, il miracolo dell'acqua.
 
{{demografia/Verona (storica)}}
==== Santa Lucia ====
{{Vedi anche|Santa Lucia da Siracusa}}
Una caratteristica fondamentale di Verona è la differenza nelle feste [[Natale|natalizie]]: mentre in quasi tutta [[Italia]] i doni vengono portati da [[Babbo Natale]], [[Bambino Gesù|Gesù bambino]] o la [[Befana]], a Verona questo ruolo è svolto da [[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] (''Santa Lùssia'' in veronese).
 
{{Demografia/Verona}}
Questa usanza deriva da un fatto realmente accaduto: durante il [[XIII secolo]] un'[[epidemia]] colpì soprattutto gli occhi dei bambini ed essendo [[Santa Lucia da Siracusa|Lucia]] la protettrice delle malattie degli occhi, le mamme veronesi fecero voto, in caso di guarigione dei propri figli, di portare il [[13 dicembre]] dei doni ai bambini poveri della città. Da allora la tradizione è rimasta e si è espansa negli anni, fino al tradizionale raduno dei ''banchéti de Santa Lùssia'' in [[Piazza Bra]]: bancarelle che vendono dolciumi, giocattoli e vestiti.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Tradizionalmente [[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] viene la notte, a cavallo di un [[Equus asinus|asino]] (''el musseto'') a cui si dona paglia e latte per il lungo viaggio, ed accompagnata dal suo fattore (''el castàldo de Santa Lùssia'') che trasporta tutti i doni (da cui deriva il modo di dire ''Te me pari el castàldo de Santa Lùssia'' per schernire chi trasporta pacchi e pacchettini). Non si limita alla sola notte del [[12 dicembre|12]], ma si fa precedere da piccoli doni nei giorni precedenti, annunciati da campanelli. Nei tempi andati lasciava i doni nelle scarpe poste fuori dalle finestre (soprattutto caramelle, arance ed altri dolciumi), ma da allora mantiene la tradizione di portare il carbone ai bimbi che non si sono comportati bene durante il corso dell'anno.
Secondo i dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] al 31 dicembre 2019 nel comune risiedevano 38 173 stranieri<ref name=istatstranieri>{{cita web|autore=ISTAT|url=http://demo.istat.it/str2019/query.php?lingua=ita&Rip=S2&Reg=R05&Pro=P023&Com=91&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Bilancio demografico stranieri residenti|accesso=17 luglio 2020|dataarchivio=17 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200717164301/http://demo.istat.it/str2019/query.php?lingua=ita&Rip=S2&Reg=R05&Pro=P023&Com=91&paese=A9999&submit=Tavola|urlmorto=no}}</ref> su un totale di 259 608 cittadini,<ref>{{cita web|autore=ISTAT|url=http://demo.istat.it/bilmens/query.php?anno=2019&lingua=ita&Rip=S2&Reg=R05&Pro=P023&Com=91&submit=Tavola|titolo=Bilancio demografico|accesso=17 luglio 2020|dataarchivio=17 gennaio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220117112643/https://demo.istat.it/|urlmorto=no}}</ref> rappresentando quindi il 14,7% della popolazione totale.
 
Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:<ref name=istatstranieri />
==== Alboino e Rosmunda ====
{{quote|Bevi, Rosmunda, dal teschio di tuo padre!|''Rosmunda'', [[Achille Campanile]]}}
Secondo quanto riferisce [[Paolo Diacono]] nella sua ''[[Historia Langobardorum]]'', proprio a Verona si sarebbe svolta la vicenda di [[Alboino]] e [[Rosmunda (regina)|Rosmunda]]. Alboino, re dei [[Longobardi]], aveva sconfitto e ucciso [[Cunimondo]] re dei [[Gepidi]], sposandone poi la figlia Rosmunda. Durante una notte di gozzoviglie, egli si versò del vino nel teschio del re ucciso, e obbligò poi la moglie [[Rosmunda (regina)|Rosmunda]] a bere assieme a lui da quella macabra coppa. [[Rosmunda (regina)|Rosmunda]] rimase sconvolta da quella terribile esperienza, ma si vendicò organizzando una congiura contro il marito, con la complicità dell'amante Elmichi. Entrata nella sua stanza mentre lui dormiva, legò la sua spada al fodero, in modo tale che quando i congiurati guidati da Elmichi entrarono nella stanza, Alboino non riuscì a difendersi e cadde sotto i loro colpi.
 
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Narra un'altra leggenda che [[Rosmunda (regina)|Rosmunda]], dopo essere stata costretta a bere dal teschio di suo padre, aveva deciso di lasciarsi morire di fame piuttosto che subire altre umiliazioni. Ella fu salvata dall'intervento del cuoco di corte, che inventò per lei una nuova pietanza, che fosse in grado di ridarle le energie: la [[pearà]], una salsa realizzata con pane grattugiato, midollo di bue, burro, brodo di carne e abbondante pepe, ancora oggi uno dei piatti caratteristici di Verona.
# [[Romania]], {{formatnum:9559}}
# [[Sri Lanka]], {{formatnum:7500}}
# [[Moldavia]], {{formatnum:2965}}
# [[Nigeria]], {{formatnum:2052}}
# [[Cina]], {{formatnum:1885}}
# [[Albania]], {{formatnum:1655}}
# [[Marocco]], {{formatnum:1607}}
# [[India]], 943
# [[Pakistan]], 807
# [[Ghana]], 803
 
{{div col end}}
==== La pastissada de caval ====
[[Immagine:Pastissada de caval.jpg|thumb|Un piatto di pastissada con una fetta di polenta]]
Il famoso piatto a base di carne di cavallo avrebbe precise origini storiche. Secondo alcuni antichi racconti, riportati da Cesare Marchi, dopo la [[Battaglia di Verona (489)|grande battaglia]] tra [[Teodorico il Grande|Teodorico]] e [[Odoacre]] ([[489]]), quest'ultimo avrebbe concesso ai veronesi ormai in preda alla fame, di potersi cibare dei cavalli caduti sul campo.
 
=== Lingue e dialetti ===
[[Giulio Cesare Croce]] scrive di questa vicenda, e indica proprio nel contadino [[Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (Croce)|Bertoldo]] colui che suggerì a [[Teodorico il Grande|Teodorico]] la ricetta della pastissada, per non dover mangiare le carcasse degli animali già semiputrefatte: mettendole prima per qualche tempo in delle anfore piene di spezie l'odore e il sapore, appunto, della putrefazione, sarebbero stati coperti.
{{Vedi anche|Dialetto veneto occidentale|Lingua veneta}}
 
Il [[Dialetto veneto occidentale|dialetto veronese]] è una parlata della [[lingua veneta]], una [[Lingue romanze|lingua neolatina]] che nel panorama dell'[[Italia settentrionale]] si distingue nettamente dalle [[lingue gallo-italiche]] ([[Lingua piemontese|piemontese]], [[Lingua ligure|ligure]] e [[Lingua lombarda|lombardo]]) a causa di un lungo itinerario storico autonomo. Il veronese, che fino al XVII secolo presentava tracce del precedente carattere lombardo, in parte ancora presente lungo la sponda veronese del lago di Garda, rispetto al veneto ha un'originalità fatta di tratti arcaici e analoghi alle varietà di pianura delle aree venete periferiche, che però in area urbana tendono a essere sostituiti da tratti innovativi di tipo veneziano.<ref name=treccanidialetto>{{Treccani|dialetti-veneti_(Enciclopedia-dell'Italiano)|veneti, dialetti|autore=Flavia Ursini|anno=2011}}</ref>
L'abitudine di mangiare carne di cavallo avrebbe così preso piede, nonostante gli interdetti lanciati ripetutamente dai vescovi nei secoli successivi: oltre ad essere considerato animale domestico, il cavallo era associato dalla chiesa ai culti pagani nordici (nella tradizione germanica esso era immolato al momento della morte del condottiero per aiutarlo a raggiungere il [[Valhalla]], oltretomba di [[Odino]]). Agli occhi dei cristiani era la bestia preferita dal diavolo, capace di "possedere" il destriero disarcionando e uccidendo il padrone: due sono le storie di cavalli indemoniati scolpite sul portale di san Zeno. La prima riguarda un carrettiere trasportato via di furia dal suo cavallo ma salvato dal santo proprio mentre stava per finire nell'[[Adige]]. La seconda è contenuta nella famosa leggenda di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], scolpita in parte sulle formelle [[Arte romanica|romaniche]] in bronzo del portale (ora non visibili per il portone esterno che le ricopre), e rielaborata dai versi di [[Giosuè Carducci|Carducci]]: essa racconta di come il re goto, dopo avere fatto un bagno nell'Adige, montasse su un destriero per andare a caccia: in realtà il cavallo era Satana che lo trasportò in gran carriera oltre gli Appennini, per scaricarlo nella bocca di un [[Vulcano (geologia)|vulcano]]:
 
In Italia il Veneto è ai primi posti per la percentuale di persone che parlano le varietà locali, nonostante vi sia comunque un progressivo incremento dell'utilizzo dell'italiano: nel 2007 il 70% degli abitanti utilizzava prevalentemente la lingua veneta, in crescita anche tra i giovani. I motivi di questo ampio utilizzo delle parlate locali è da individuarsi nella vicinanza strutturale all'italiano, nell'uso nei secoli di questa lingua anche in situazioni formali, come osservato sin dai tempi della Serenissima, e nella prevalenza di centri abitati di piccole e medie dimensioni, che consentono di conservare il modello linguistico locale. Inoltre dal 2007 il patrimonio linguistico viene tutelato e valorizzato da una legge regionale.<ref name=treccanidialetto/>
{{quote|Quivi giunto il caval nero
contro il ciel forte springò
 
Nella Biblioteca capitolare è custodito forse il più antico testo pervenuto in lingua romanza, il quale rappresenterebbe un possibile atto di nascita del [[Lingua volgare|volgare]] in Italia, anche se non tutti gli studiosi sono concordi: l'[[Indovinello veronese]], ritenuto quindi il primo testo scritto in [[Scrittura corsiva romana|corsiva nuova]] volgare, redatto da un ignoto copista veronese tra l'[[VIII secolo]] e l'inizio del IX in forma d'appunto.<ref>{{cita|Marazzini|pp. 52–53}}.</ref> Uno dei primi esempi di produzione letteraria in volgare veronese è invece costituito da due poemetti in [[alessandrino (metrica)|versi alessandrini]], il ''De Babilonia civitate infernali'' e il ''De Jerusalemi celesti'', composti da un [[Ordine dei frati minori|frate francescano]] detto [[Giacomino da Verona]],<ref>{{cita|Marrone|pp. 830–831}}.</ref><ref>{{cita|Bondardo|p. 60}}.</ref> mentre più recenti sono le poesie di [[Berto Barbarani]] (considerato il maggior poeta in [[dialetto veronese]]) e di [[Sandro Baganzani]].<ref name=treccanidialetto/>
annitrendo e il cavaliero
nel cratere inabbissò|[[Giosuè Carducci]], ''La Leggenda di Teodorico''}}
 
==== BacanalCultura del Gnoco ====
{{Vedi anche|Folclore veronese|Storia della pittura a Verona}}
[[Immagine:Gnocchi al pomodoro.JPG|thumb|left|Un piatto di gnocchi al pomodoro]]
[[File:Pisanello - St George and the Princess of Trebizond (right side) - WGA17874.jpg|miniatura|[[Pisanello]], ''[[San Giorgio e la principessa (Pisanello)|San Giorgio e la principessa]]'', situato nella [[basilica di Santa Anastasia]]]]
Fra il [[1520]] e il [[1531]] a causa di un'inondazione dell'Adige e delle scorrerie dei [[Lanzichenecchi]], Verona aveva subito una terribile carestia. Il [[18 giugno]] [[1531]] la popolazione, affamata e disperata, andò ad assaltare i fornai di San Zeno per far provviste di grano e di pane.
 
L'[[Arezzo|aretino]] Giorgio Vasari scrisse nel suo trattato ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'' che «sì come è vero che la città di Verona, per sito, costumi et altre parti, è molto simile a Firenze, così è vero che in essa, come in questa, sono fioriti sempre bellissimi ingegni in tutte le professioni più rare e lodevoli»: la città veneta venne quindi vista dal Vasari come città simile alla sua Firenze dal punto di vista geografico, in quanto ambedue poste tra collina e pianura, e urbanistico, entrambe sono infatti divise in due da un fiume, ma soprattutto per [[Folclore|costumi]], fioritura artistica e vivacità intellettuale. Egli vide nella città, romanica, gotica, ma anche classica e monumentale, il contraltare all'egemonia veneziana, ed effettivamente notevoli sono le differenze tra Verona e Venezia nonostante il dominio di quest'ultima sia durato nella città scaligera per ben quattro secoli: l'arte e l'architettura veneziana fanno pensare all'[[Chiese ortodosse orientali|Oriente ortodosso]], a delle origini bizantine e quindi [[Antica Grecia|greche]], mentre Verona, distante solamente un centinaio di chilometri, colpisce per le mastodontiche chiese romaniche e gotiche, espressione di un'[[arte occidentale]].<ref>{{Cita|Baldassin Molli|pp. 11–12}}.</ref>
La situazione fu salvata dalla nomina di alcuni cittadini che provvidero, a loro spese, a rifornire di viveri i cittadini più poveri della contrada. La tradizione popolare vede in Da Vico il fondatore del Baccanale del Gnocco, avendo distribuito a sue spese tra la popolazione viveri di prima necessità, come pane, vino e formaggio, nell'ultimo venerdì di [[Carnevale]].
 
[[File:Paolo Veronese - Lamentation over the Dead Christ - WGA24758.jpg|miniatura|sinistra|[[Paolo Veronese]], ''[[Compianto sul Cristo morto (Veronese)|Lamentazione su Cristo morto]]'', custodito nel [[Museo di Castelvecchio]]]]
Da questo avvenimento deriva infatti la maschera principale del [[Papà del Gnoco]], un barbuto anziano e pingue che distribuisce gnocchi alla gente, aiutato dai suoi servitori gobbi (i ''gobeti''), probabilmente derivati dalle [[cariatide|cariatidi]] della [[Basilica di San Zeno (Verona)|basilica]].
A Verona lavorarono nei secoli numerosi artisti, veronesi e non. Nel XII secolo lo scultore romanico [[Niccolò (scultore)|Niccolò]] portò nella città una nuova arte, occidentale e romanza: è in questo periodo che si sviluppa la Verona romanica, mentre sotto la signoria scaligera la città sviluppò e mantenne a lungo un aspetto gotico e araldico, con uno stile che raggiunse la massima espressione nel Castelvecchio (e soprattutto nel [[ponte di Castelvecchio|suo monumentale ponte]]) e nelle arche scaligere. La civiltà pittorica veronese vide dal Trecento attivi artisti come l'[[Altichiero]] e, nel Quattrocento, personalità come [[Stefano da Verona|Stefano da Zevio]] e il [[Pisanello]], uno dei massimi esponenti italiani del [[Tardo gotico|Gotico internazionale]]. Più tardi, durante il Rinascimento, lavorarono [[Domenico Morone]] e il figlio [[Francesco Morone|Francesco]], oltre all'eclettico [[Giovan Francesco Caroto]] e [[Girolamo dai Libri]]. L'arte veronese mantenne costantemente delle peculiarità che la rendono riconoscibile dall'arte portata da Venezia nei [[domini di Terraferma]], grazie all'opera di artisti come il Veronese, [[Giambattista Tiepolo]], [[Alessandro Turchi]], e più tardi [[Giambettino Cignaroli]] e [[Angelo Dall'Oca Bianca]], tanto che è lecito parlare di una "[[Scuola veronese di pittura|scuola veronese]]".<ref>{{Cita|Baldassin Molli|pp. 12–13}}.</ref>
 
=== Luoghi shakespeariani ===
Il "Baccanale del Gnocco" è sempre stato svolto dalla cittadinanza e dopo la seconda guerra mondiale la carica del [[Papà del Gnoco]] è diventata elettiva. Viene oggi eletto tra gli abitanti del quartiere di San Zeno e partecipa come re del [[Carnevale]] di Verona. Al nucleo originale di maschere del quartiere di San Zeno si sono via via uniti vari personaggi che rappresentano i quartieri cittadini ed i principali paesi limitrofi. La tradizionale festa popolare vede l'obbligo di imbandire la tavola del "Venerdì Gnocolar" di un piatto di [[gnocchi]] di patate, oltre ovviamente alla partecipazione al "Bacanal".
[[File:Verona Gates - panoramio (2).jpg|miniatura|Busto di [[William Shakespeare]] in [[piazza Bra]]]]
 
È anche grazie a William Shakespeare se Verona è una città ampiamente conosciuta nel mondo: egli non la visitò mai, ma la conobbe attraverso gli scritti di [[Luigi da Porto]] e [[Matteo Bandello]] che lo ispirarono per la sua opera più famosa, la tragedia di ''Romeo e Giulietta''<ref>{{Treccani|giulietta-e-romeo|Giulietta e Romeo}}</ref>, motivo per cui Verona viene spesso definita come "città dell'amore". Già il famoso poeta [[George Gordon Byron|George Byron]] attesta l'importanza del ruolo avuto da William Shakespeare nel plasmare la fama della città nel mondo. Nelle sue lettere il poeta sottolineava come i veronesi sostenessero con ostinazione l'autenticità della storia di Romeo e Giulietta, d'altronde la rivendicazione della veridicità della leggenda e l'identificazione dei luoghi dove si svolge la vicenda erano cominciate già molto tempo prima. Il primo luogo a essere "riscoperto" fu la [[Tomba di Giulietta|tomba dei due amanti]], identificato nel Cinquecento in un sepolcro vuoto in marmo rosso veronese, nei pressi di un convento. Furono molti coloro che resero omaggio ai due amanti in questo luogo, tra cui [[Madame de Staël]], [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa d'Austria]], [[Heinrich Heine]], [[Charles Dickens]] e lo stesso George Byron. La tomba venne più volte spostata in modo da trovare un luogo che potesse valorizzarla; la sua sistemazione definitiva si ebbe quindi nel 1937 grazie all'opera del direttore dei musei civici [[Antonio Avena]]. Essa venne traslata in ambienti sotterranei rivisitati in chiave gotica e scenografica.<ref>{{cita|Baldassin Molli|pp. 215–218}}.</ref>
==== Le anguane ====
Si narra che a ''Borgo Santo'' vivano delle strane creature femminili, seducenti [[Sirena (mitologia)|sirene]] capaci di ammaliare i passanti per poi trasformarsi davanti a loro in terribili [[strega|streghe]] dai piedi caprini e dal cappello a sonagli. Con seni così grandi e lunghi da poterseli buttare sulle spalle in grosse ceste dove allattano i loro piccoli. A volte si vedrebbero stendere i panni tendendo un filo tra i monti ''Erio'' e ''Verena'', oppure a ballare su un filo sospeso nel vuoto tra i monti intorno a [[Rivoli Veronese|Rivoli]].
Di queste creature mitiche sopravvive la memoria in alcune statuette in legno intagliate un tempo dagli artigiani di [[Cadore]]. Le anguane non sono proprie però solo del folklore veronese, ma anche di quello lombardo e veneto in generale.
 
[[File:Casa Giulietta.jpg|miniatura|sinistra|Il famoso balcone della [[casa di Giulietta]]]]
==== La bala de Fracastoro ====
Contemporaneamente vi fu la sistemazione della [[casa di Giulietta]], identificata in una casa medievale dotata dello stemma di un cappello, dimora della famiglia Capuleti, che Charles Dickens descrive nelle ''[[Impressioni italiane|Pictures from Italy]]'' come un «miserabile alberguccio». In effetti a seguito dei rimaneggiamenti sette-ottocenteschi risultava essere diventata una casa popolare a ringhiera, anche se la stretta facciata in cotto evocava il Medioevo. Così Antonio Avena fece impiego di materiale di spoglio nei lavori di restauro e andò a inserire un nuovo balcone costituito da un lastrone di marmo che si trovava in stato di abbandono nel cortile di Castelvecchio. Tale opera fece diventare la casa di Giulietta nuova immagine simbolo di Verona, insieme all'Arena.<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 220}}.</ref>
Nel punto esatto in cui via Fogge sbocca in [[piazza dei Signori (Verona)|piazza dei Signori]] si trova un arco sopra cui è collocata una statua di [[Girolamo Fracastoro]], che regge in mano un globo terracqueo, chiamato familiarmente dai veronesi ''la bala'', cioè la palla, ''de Fracastoro''. Nelle vicinanze si trovava l'antico [[tribunale]], e dunque in tempi antichi transitavano ogni giorno sotto l'arco molti giudici e avvocati. Il popolino, che guardava ad essi con sospetto, per sbeffeggiarli coniò una profezia, finora mai avveratasi: "la bala cadrà sulla testa del primo uomo onesto che vi passerà sotto".
 
L'ultimo luogo in ordine cronologico a essere riconosciuto è la [[casa di Romeo]], la quale mostra intatta la sua natura e aspetto di casa fortificata; essa appartenne ai [[Nogarola (famiglia)|Nogarola]], amici fidati dei Della Scala, e si trova accanto alle arche scaligere, dove riposa anche Bartolomeo I della Scala, sotto il cui dominio si sarebbe svolta la vicenda secondo Luigi da Porto. Più che i singoli luoghi legati alla tragedia, è però l'idea della folcloristica Verona medievale in cui si sarebbe svolta la vicenda di cui si sono innamorati turisti, spettatori e lettori.<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 222}}.</ref>
===Dialetto veronese===
{{Vedi anche|Dialetto veronese|Lingua veneta}}
Nella [[Biblioteca Capitolare di Verona|Biblioteca Capitolare]] è custodito uno dei primissimi scritti che attestano gli inizi del nostro volgare e del dialetto locale: l'[[indovinello veronese]] ([[IX secolo]]). Il dialetto di Verona è, come tutti i dialetti del nord Italia, derivato dalle parlate [[Lingue galloromanze|galloromanze]] come volgarizzazione del [[Lingua latina|latino]]. Il sostrato celtico preistorico, moderato dall'influenza del latino classico, ritornò a manifestarsi col declino e la caduta dell'[[impero romano|impero]], poi con la presenza [[storia della Francia|franca]] e nel tardo medioevo, con l'opera dei [[trovatore|trovatori]] provenzali e dei loro imitatori locali ([[XIII secolo]]). Uno dei primi esempi di produzione letteraria in volgare veronese è costituito da due poemetti in [[alessandrino (metrica)|versi alessandrini]], il ''De Babilonia civitate infernali'' e il ''De Jerusalemi celesti'', composti da un frate francescano detto [[Giacomino da Verona]].
 
Le due famiglie protagoniste della tragedia shakespeariana effettivamente furono presenti sulla scena cittadina in epoca scaligera. In particolare i Montecchi furono importanti mercanti veronesi, coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona nella fazione ghibellina, tanto da essere stati banditi dalla città dopo aver partecipato a una congiura insieme a [[Federico della Scala]] contro Cangrande.<ref name="Solinas" /> Si ha invece conoscenza della presenza dei Capuleti fino agli anni della permanenza di Dante a Verona, nella casa di Giulietta, dove la loro presenza è testimoniata dallo stemma del cappello sulla [[chiave di volta]] dell'[[Arco (architettura)|arco]] nel cortile dell'edificio.<ref name=carrara136 /> Lo stesso Dante documenta la rivalità tra Montecchi e Capuleti (o meglio Cappelletti) nella Divina Commedia.<ref>[[Dante Alighieri]]. ''Divina Commedia'', Purgatorio, canto VI, 106-108.</ref>
Terra di conquista (come tutto il Nord Italia), la lingua veronese ha subito nei secoli influenze spagnole ([[XVII secolo]]), francesi ([[Storia di Verona#Verona francese ed austriaca|dominazione napoleonica]]) e tedesche ([[Storia di Verona#Verona francese ed austriaca|dominazione asburgica]]). Nel corso del [[Novecento]] la produzione poetica in dialetto veronese ha ricevuto nuova linfa grazie all'opera di poeti come [[Berto Barbarani]] e Tolo da Re.
 
Solitamente il veronese è classificato come una variante della [[lingua veneta]], di cui condivide molte strutture grammaticali, come il pronome clitico obbligatorio (''lu '''el''' dise'', mentre in [[lingua italiana|italiano]] è ''lui dice''); tuttavia, a causa della peculiare collocazione geografica al confine tra [[Veneto]] e [[Lombardia]], esso ha assorbito sia elementi veneti che lombardi, e si discosta perciò significativamente sia dalle parlate [[Dialetto bresciano|bresciane]] e [[Dialetto mantovano|mantovane]] ad ovest, sia da quelle [[Dialetto veneto centrale|vicentine e padovane]] ad est (con le quali è comunque in buona parte mutuamente intellegibile).
 
=== Istruzione ===
==== Scuole ====
Tra le numerose scuole presenti sul territorio comunale meritano particolare menzione il [[liceo ginnasio statale Scipione Maffei]], l'[[educandato statale agli Angeli]] e il [[liceo scientifico statale Angelo Messedaglia]]. Il primo, ospitato nell'ex convento domenicano della basilica di Santa Anastasia, è il più antico [[Liceo (scuola)|liceo]] d'Italia in attività essendo stato fondato per decreto napoleonico il 18 dicembre 1804.<ref>{{cita web|autore=Jenner Meletti|url=https://www.repubblica.it/scuola/2015/09/06/news/da_napoleone_al_web_noi_a_lezione_nel_liceo_piu_vecchio_d_italia_-122303630/|titolo=Da Napoleone al web: "Noi, a lezione nel liceo più vecchio d'Italia"|accesso=19 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116140941/https://www.repubblica.it/scuola/2015/09/06/news/da_napoleone_al_web_noi_a_lezione_nel_liceo_piu_vecchio_d_italia_-122303630/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Il secondo, ospitato in quello che era un convento di [[Benedettine|suore benedettine]], è una delle più antiche istituzioni cittadine, fondata da Napoleone Bonaparte in persona nel 1812.<ref>{{cita web|autore=Educandato statale agli Angeli|url=https://www.educandatoangeli.edu.it/pagine/chi-siamo|titolo=Chi siamo|accesso=19 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116143628/https://www.educandatoangeli.edu.it/pagine/chi-siamo|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> L'ultimo, infine, è stato istituito nel 1923 in seguito alla [[riforma Gentile]], rimanendo a lungo l'unico liceo scientifico di tutta la provincia di Verona.<ref>{{cita web|autore=Liceo scientifico statale Angelo Messedaglia|url=https://www.messedaglia.edu.it/index.php/storia-del-liceo|titolo=Storia del liceo|accesso=19 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116143748/https://www.messedaglia.edu.it/index.php/storia-del-liceo|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
 
==== ScuolaUniversità, accademie, biblioteche ====
[[File:Università Verona bis.jpg|miniatura|Il Polo Zanotto, centro polivalente dell'[[Università degli Studi di Verona|Università di Verona]]]]
 
Una prima forma di università nasce nell'825 quando [[Lotario I|Lotario]], con il capitolario di Olona, fonda un istituto superiore di cultura che accoglieva studenti veronesi, mantovani e trentini, tuttavia solo nel 1339 [[papa Benedetto XII]] concesse alla città, tramite [[Bolla pontificia|bolla papale]], i privilegi universitari, e quindi la fondazione di una scuola universitaria.<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 277}}.</ref> Nel 1440 vennero istituite le Scuole Accolitali presso il Duomo, una [[scuola di musica]] e [[Lettere (scuola)|lettere]] per il clero, a cui si affiancarono poi l'[[Accademia Filarmonica di Verona|Accademia Filarmonica]] e l'[[Accademia degli Incatenati (Verona)|Accademia degli Incatenati]], le quali fecero della città una capitale della musica europea del Cinquecento.<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 279}}.</ref>
A Verona sorgono numerose [[scuola|scuole]], per poter far fronte alla grande richiesta della cittadinanza, non solo del comune, ma dell'intera [[provincia di Verona|provincia]]. Merita menzione il [[Liceo Ginnasio Statale "Scipione Maffei"]], il più antico liceo d'[[Italia]]. Fondato per decreto napoleonico il [[14 marzo]] [[1807]], il liceo iniziò la sua attività nel [[1808]], ma in realtà era operante già dal [[1805]] col nome di ''Regio Liceo''. Particolarmente ampia è la [[biblioteca]], risalente all'epoca napoleonica quando fu costituita con i volumi sequestrati con gli editti imperiali ai conventi. Tali opere sono ancora oggi conservate all'interno della [[biblioteca]] e ad esse si sono aggiunte nel passare del tempo altre 20.000 opere di ogni genere ed epoca. Sono presenti incunaboli, cinquecentine, seicentine, settecentine, il Fondo risalente alla fondazione, il Fondo risalente all'Unità d'Italia, il Fondo del XX secolo e le ultime acquisizioni.
 
La moderna [[Università degli Studi di Verona|Università di Verona]] nasce invece il 10 gennaio 1959 con il nome di "Libera Università di Economia e Commercio"; grazie alla fusione con l'[[Università degli Studi di Padova|ateneo patavino]] si aggiunsero un corso in [[L2|lingue e letterature straniere]], la facoltà di magistero e la facoltà di [[medicina]].<ref name=molli282 >{{cita|Baldassin Molli|p. 282}}.</ref> Nel 1982 l'Università di Verona divenne nuovamente un organismo autonomo,<ref name=molli282 /> ampliando nel corso degli anni l'offerta formativa fino a includere le scuole [[Economia|economiche]], [[Diritto|giuridiche]], in [[Pedagogia|formazione]], [[filosofia]] e servizio sociale, in lettere, arti e [[Scienze della comunicazione|comunicazione]], in lingue e letterature straniere, in medicina e [[chirurgia]], in [[Scienze motorie e sportive|scienze motorie]], e in [[Scienza|scienze]] e [[ingegneria]],<ref>{{cita web|autore=Università degli Studi di Verona|url=https://www.univr.it/it/corsi-di-studio|titolo=Corsi di studio|accesso=19 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141004/https://www.univr.it/it/corsi-di-studio|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> configurandosi così come terzo polo universitario del Veneto, dopo Padova e Venezia.<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 283}}.</ref>
==== Università ====
{{vedi anche|Università degli studi di Verona}}
[[Immagine:Polo Zanotto.jpg|thumb|right|Il Polo Zanotto, centro polivalente dell'università di Verona]]
Verona è sede universitaria dal [[1959]] come sede distaccata dell'[[Università degli studi di Padova|università di Padova]]. È stata riconosciuta come istituto autonomo nel [[1982]]. L'[[Università degli studi di Verona|università di Verona]] è organizzata in due poli principali all'interno della città: quello di [[Veronetta]], che ospita le facoltà umanistiche e la sede centrale con il rettorato, e quello di [[Borgo Roma]], dove si trovano le facoltà di Medicina e di Scienze. L'[[Università degli studi di Verona|università di Verona]] propone agli allievi una larga gamma di scelte di studio, corsi innovativi ed al passo coi tempi, ma è sempre attenta a migliorare la qualità dell'istruzione.
 
Tra le più importanti istituzioni cittadine vi è la Biblioteca capitolare, una delle più antiche e note [[Biblioteca|biblioteche]] ecclesiastiche del mondo, famosa in quanto vi hanno studiato illustri personaggi e in quanto possiede manoscritti di grande importanza, tra cui il [[Codice di Ursicino]], che venne prodotto nella biblioteca nel 517 (rendendola la più antica biblioteca al mondo in funzione)<ref>''Notiziario della Banca Popolare di Verona'', Verona, 1983, n. 1.</ref> e l'Indovinello veronese, che rappresenterebbe un possibile atto di nascita del volgare in Italia.<ref>{{cita web|autore=Biblioteca Capitolare di Verona|url=http://www.bibliotecacapitolare.it/storia/|titolo=Storia|accesso=12 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191102101707/http://www.bibliotecacapitolare.it/storia/|dataarchivio=2 novembre 2019|urlmorto=sì}}</ref> Nel Settecento furono invece istituite la [[Biblioteca civica di Verona|Biblioteca civica]], l'[[Accademia di agricoltura di Verona|Accademia di agricoltura scienze e lettere]], con il compito di dare slancio all'economia veronese, e l'[[Accademia di belle arti di Verona|Accademia di pittura]], fondata da [[Giambettino Cignaroli]] e poi a lui dedicata, mentre nel secolo successivo fu costituita la [[Società Letteraria di Verona|Società letteraria]], importante centro di cultura e luogo di convegni.<ref>{{cita|Baldassin Molli|pp. 280–282}}.</ref>
Le sue facoltà sono:
* Economia
* Medicina e chirurgia
* Scienze matematiche, fisiche e naturali
* Giurisprudenza
* Scienze della formazione
* Lettere e filosofia
* Lingue e letterature straniere
* Scienze motorie
 
==== Musei ====
{{Vedi anche|Musei di Verona}}
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Verona, 1982) - BEIC 6337293.jpg|miniatura|sinistra|Il [[Museo di Castelvecchio]], opera di [[Carlo Scarpa]], in una fotografia scattata nel 1982 da [[Paolo Monti]]]]
 
La forte identità culturale di Verona si è tradotta nell'impegno di numerosi personaggi che con la loro impronta sono andati a determinare la configurazione museale odierna di Verona. Di grande importanza fu per esempio [[Scipione Maffei]], che nel Settecento diede l'avvio alla museologia europea con la sua raccolta di [[Lapide|lapidi]] ed [[Epigrafe|epigrafi]] che furono poi sistemate nel museo che prende il suo nome, il [[museo lapidario maffeiano]], situato a lato del [[Teatro Filarmonico (Verona)|teatro Filarmonico]].<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 199}}.</ref>
Verona possiede numerosi [[museo|musei]], ma le sedi sono spesso troppo piccole per contenerne le collezioni, e dunque molte opere di grande valore artistico sono purtroppo chiuse in numerosi magazzini. Si sta però progettando l'apertura di due nuovi [[museo|musei]]: uno a [[Castel San Pietro (Verona)|Castel San Pietro]], che dovrebbe avvenire nel giro di pochi mesi, ed un intero polo culturale che verrà invece costruito ex-novo nella vecchia zona industriale, dove nascerà anche il nuovo polo finanziario.
 
Altro importante personaggio fu Antonio Avena, direttore dei musei civici, che si prodigò nell'acquisizione del teatro romano e quindi all'istituzione dell'omonimo museo, nella sistemazione di Castelvecchio, in cui preparò il primo allestimento museale, nella sistemazione della casa di Giulietta, nell'acquisizione di [[palazzo Emilei Forti]], in cui trovò posto la galleria d'arte moderna Achille Forti (successivamente spostata nel palazzo della Ragione), e nell'istituzione del [[museo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle]]. Di primaria importanza il museo di Castelvecchio che subito divenne punto di riferimento nel sistema museale di Verona, in particolare dopo il recupero realizzato dal famoso architetto Carlo Scarpa in collaborazione con il direttore [[Licisco Magagnato]], dalla cui collaborazione nacque una delle più pregevoli e conosciute realizzazioni museografiche del [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]]. Un rilievo particolare ha assunto Verona anche per quanto riguarda le raccolte [[Naturalista|naturalistiche]], infatti è l'unica città europea a poter vantare una tradizione ininterrotta in tale ambito fin dal Cinquecento, quando furono raccolte varie collezioni private nel primo museo a carattere naturalistico che si conosca, poi confluite nel museo civico di storia naturale.<ref>{{cita|Baldassin Molli|pp. 202–205}}.</ref>
Attualmente i musei aperti a Verona sono:
*[[Centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri]]
*[[Museo africano di Verona|Museo africano]]
*[[Museo archeologico al teatro romano]]
*[[Museo canonicale]]
*[[Museo civico di Castelvecchio]]
*[[Museo civico di storia naturale (Verona)|Museo civico di storia naturale]]
*[[Museo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle]]
*[[Galleria d'arte moderna Palazzo Forti]]
*[[Stazione_di_Verona_Porta_Vescovo#Museo_ferroviario|Museo ferroviario di Porta Vescovo]]
*[[Museo lapidario maffeiano]]
*[[Palazzo Miniscalchi-Erizzo#Il museo|Museo Miniscalchi-Erizzo]]
 
Vi sono poi il [[Palazzo Miniscalchi Erizzo|museo Miniscalchi-Erizzo]], un palazzo-museo donato al Comune dall'omonima famiglia nobile veronese, in cui sono esposti collezioni e oggetti di interesse storico, archeologico e artistico,<ref>{{cita|Baldassin Molli|p. 209}}.</ref> il [[museo archeologico nazionale di Verona]], con sede negli spazi di un ex edificio militare asburgico,<ref>{{Cita news|autore=Desirée Maida|url=https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2022/02/verona-museo-archeologico-nazionale/|titolo=Dalla Preistoria all’Altomedioevo. Inaugura a Verona il Museo Archeologico Nazionale|pubblicazione=Artribune|data=18 febbraio 2022|accesso=18 febbraio 2022}}</ref> il centro internazionale di fotografia Scavi Scaligeri, il [[Museo africano di Verona|museo africano]] e il [[museo canonicale]].
=== Eventi ===
 
=== Media ===
Verona ospita un gran numero di eventi e manifestazioni internazionali; l'evento più conosciuto in assoluto è il '''[[Festival lirico areniano]]''', che si tiene ogni estate, ormai dal [[1913]], quando il festival venne inaugurato con l'[[Aida (opera)|Aida]] di [[Giuseppe Verdi]], per celebrare il centenario della nascita dell'artista, e nella città accorsero persone da tutto il mondo. Sempre nell'[[Arena di Verona|Arena]] si tengono in estate numerosi concerti, oltre ad accogliere l'ultima puntata della trasmissione televisiva [[Festivalbar]].
[[File:Arena1866-orizzontale.jpg|miniatura|Prima pagina del primo numero de ''[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]'']]
 
Il quotidiano storico di Verona è ''[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]'', fondato il 12 ottobre 1866 a pochi giorni dall'[[Plebiscito del Veneto del 1866|annessione del Veneto]] al Regno d'Italia;<ref>{{Treccani|giornale-e-giornalismo_(Enciclopedia-Italiana)|GIORNALE e Giornalismo|anno=1933}}</ref> nato inizialmente come espressione dei circoli politici cittadini che avevano vissuto in clandestinità durante il dominio austriaco, si è evoluto nel corso degli anni seguendo in modo approfondito le vicende della città e diventando così punto di riferimento dei veronesi.<ref>{{cita web|autore=Gruppo Editoriale Athesis|url=https://www.gruppoathesis.it/publisher/4990_larena/section/|titolo=L'Arena|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141007/https://www.gruppoathesis.it/publisher/4990_larena/section/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> ''[[Verona Fedele]]'' è invece il settimanale edito della Diocesi di Verona, fondato nel 1872 e rinato nel 1946 dopo che la sua stampa era stata interrotta alla fine della prima guerra mondiale.<ref>{{cita web|autore=Verona Fedele|url=https://www.veronafedele.it/Il-settimanale/Storia|titolo=Storia|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141011/https://www.veronafedele.it/Il-settimanale/Storia|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> A Verona viene inoltre pubblicata la rivista ''[[Nigrizia]]'', nata nel 1883 con lo scopo di diffondere i testi di [[Daniele Comboni]], primo vescovo di [[Khartum]], anche se ben presto allargò il campo di interesse alla realtà sociopolitica, economica, culturale e religiosa di tutta l'[[Africa]].<ref>{{cita web|autore=Fondazione Nigrizia Onlus|url=http://www.nigrizia.it/info/chi-siamo|titolo=Chi siamo|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191203075029/http://www.nigrizia.it/info/chi-siamo|dataarchivio=3 dicembre 2019|urlmorto=sì}}</ref>
Altro importante ciclo di spettacoli è l''''[[Estate teatrale veronese]]''', che si tiene ogni anno nella cornice pittoresca del [[teatro romano di Verona]]. La prima serata dell'[[Estate teatrale veronese]] si tenne la sera del [[26 giugno]] [[1948]], e tra il pubblico spiccavano personalità come il [[presidente della repubblica]] [[Luigi Einaudi]] ed il [[Sottosegretario di stato|sottosegretario]] [[Giulio Andreotti]]. Alla prima venne rappresentata la tragedia di [[Romeo e Giulietta]], che è diventata oggi uno spettacolo di prosa, che prende il nome proprio di ''Festival Shakespeariano'', con varie rappresentazioni di [[William Shakespeare]] e [[Carlo Goldoni]]. Dagli [[anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|settanta]] si svolgono anche spettacoli di [[danza]], con compagnia di tutto il mondo, e la serie di serate ''Verona Jazz'', con la presenza di importanti band [[jazz]].
 
[[Radio Verona]] è stata la prima emittente [[radio (mass media)|radiofonica]] a nascere nella provincia di Verona, nel 1975; si contraddistingue per l'attenzione alla cronaca e attualità e per le radiocronache in diretta delle partite dell'[[Hellas Verona Football Club|Hellas Verona]].<ref>{{cita web|autore=Gruppo Editoriale Athesis|url=https://www.gruppoathesis.it/publisher/4997_radio_verona/section/|titolo=RadioVerona|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141136/https://www.gruppoathesis.it/publisher/4997_radio_verona/section/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Già l'anno successivo venne inoltre fondata [[Radio Adige]], che però chiuse le trasmissioni via etere nel 2017 per andare in onda esclusivamente sul web.<ref>{{cita web|autore=VeronaSera|url=http://www.veronasera.it/cronaca/radio-adige-riprende-trasmissioni-web-22-dicembre-2017.html|titolo=Dopo la chiusura, Radio Adige riprende le trasmissioni e torna in onda sul web|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141416/https://www.veronasera.it/cronaca/radio-adige-riprende-trasmissioni-web-22-dicembre-2017.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Sempre due sono anche le [[Emittente televisiva|emittenti televisive]]: [[Telenuovo]], prima emittente veneta per ascolti,<ref>{{cita web|autore=Gruppo Telenuovo|url=https://www.telenuovo.it/pages/134/10009/Auditel.html|titolo=Auditel|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116141058/https://www.telenuovo.it/pages/134/10009/Auditel.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> nata a Verona nel 1979, dal 1984 fa debutto il primo telegiornale e da quel momento l'informazione giornalistica diviene uno dei cardini del canale;<ref>{{cita web|autore=Gruppo Telenuovo|url=https://www.telenuovo.it/pages/134/10003/la_Storia.html|titolo=La storia|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145650/https://www.telenuovo.it/pages/134/10003/la_Storia.html?n=1605538595515|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> nello stesso anno nasce anche [[TeleArena]], particolarmente impegnata nell'informazione locale e sportiva.<ref>{{cita web|autore=Gruppo Editoriale Athesis|url=https://www.gruppoathesis.it/publisher/4995_telearena/section/|titolo=TeleArena|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145658/https://www.gruppoathesis.it/publisher/4995_telearena/section/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Importante festival è anche '''[[Schermi d'amore]]''', nato nel [[1996]] (ma derivato dal ''Festival del cinema di Verona'', che si è svolto dal [[1969]] al [[1995]]), dedicato al cinema [[melodramma|melodrammatico]]. La città di [[Romeo e Giulietta]] ospita questa rassegna che presenta retrospettive e anteprime di melodrammi e film sentimentali, ed è riconosciuta anche a livello internazionale per il lavoro di ricerca sul [[melodramma|mélo]] cinematografico, al quale è l'unico festival al mondo dedicato.
 
=== Eventi ===
Festival nato recentemente è invece '''[[Tocatì Verona]]''' ([[2003]]), organizzato dall<nowiki>'</nowiki>''Associazione Giochi Antichi'', che ha come obiettivo la valorizzazione il patrimonio della [[cultura]] tradizionale, a partire dal [[gioco]], e comprende anche espressioni come il [[Alimento|cibo]], la [[musica]] e la [[danza]] tradizionali. Il centro storico di Verona in occasione dell'evento si presenta libera dal traffico automobilistico, per rendere la città più sicura per i bambini, che sono i veri protagonisti del festival.
[[File:Arena1913.jpg|miniatura|sinistra|Fotografia della prima rappresentazione dell'[[Aida]] pubblicata sul quotidiano ''[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]'' nel 1913]]
 
Il più celebre evento che si tiene nella città scaligera è il festival lirico areniano, le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913 all'interno dell'anfiteatro romano, che con i suoi 30 000 posti si trasforma nel più grande teatro lirico all'aperto al mondo;<ref>{{cita web|autore=Fondazione Arena di Verona|url=https://www.arena.it/arena/it/pages/chi-siamo-fondazione-arena-di-verona.html|titolo=Chi siamo|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145719/https://www.arena.it/arena/it/pages/chi-siamo-fondazione-arena-di-verona.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> lo stesso diviene anche tappa, nelle stagioni primaverili e autunnali, di molti cantanti e musicisti internazionali. Durante la stagione estiva il teatro romano ospita invece l'estate teatrale veronese, che da 1948 propone [[Prosa|spettacoli di prosa]], con i testi più noti e controversi di William Shakespeare, [[danza]] e musica, in particolare [[jazz]].<ref>{{cita web|autore=Comune di Verona|url=http://www.estateteatraleveronese.it/nqcontent.cfm?a_id=69562&tt=estateTeatrale2008&id_menu=69562|titolo=Estate Teatrale Veronese 2020|accesso=16 novembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145813/http://www.estateteatraleveronese.it/nqcontent.cfm?a_id=69562&tt=estateTeatrale2008&id_menu=69562|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
===Media===
 
Nel 1969 nasce invece la Settimana Cinematografica Internazionale, che dal 1996 si trasforma in [[Schermi d'amore]], un festival cinematografico del cinema sentimentale e melodrammatico, che quindi prosegue il filone della tematica amorosa in naturale continuità con l'immaginario collettivo che vede la città sede della romantica vicenda di ''Romeo e Giulietta'', e quello del melodramma come ramo che trova la sua origine nel centenario festival areniano.<ref>{{cita web|autore=Comune di Verona|url=http://www.schermidamore.it/nqcontent.cfm?a_id=68124&tt=Schermiamore2020&id_menu=68124|titolo=La storia|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145828/http://www.schermidamore.it/nqcontent.cfm?a_id=68124&tt=Schermiamore2020&id_menu=68124|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Da 1981 si tiene anche il [[festival di cinema africano di Verona|festival di cinema africano]], organizzato dalla rivista ''Nigrizia'' e dal centro missionario per dare un'immagine critica dell'Africa attraverso le storie e le immagini raccontate dagli africani stessi con l'ottica di conoscerne meglio i popoli e le loro culture.<ref>{{cita web|autore=Segreteria Organizzativa Festival|url=https://www.cinemafricano.it/il-festival/|titolo=Il festival|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145844/https://www.cinemafricano.it/il-festival/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Il quotidiano storico di Verona è '''[[L'Arena]]''', uno dei quotidiani più antichi d'Italia, essendo stato fondato nel [[1866]], pochi giorni dopo l'annessione del [[Veneto]] all'[[Italia]]. Dal [[2004]], come inserto del [[Corriere della Sera]], è pubblicato in tutta la provincia anche il '''[[Corriere di Verona]]''', presente in realtà già dal [[2002]] come edizione locale del [[Corriere del Veneto]].
 
Tra le varie manifestazioni podistiche, particolarmente degno di nota è il [[palio del drappo verde]], istituito nel 1208 come corsa di velocità a piedi e a cavallo per festeggiare la vittoria di [[Ezzelino II da Romano]] contro i guelfi, citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Abolito durante la [[Guerre napoleoniche|dominazione napoleonica]] nel 1796, è stato riorganizzato a partire dal 2008 per festeggiare l'ottocentesimo anniversario della corsa.<ref>{{cita web|autore=VeronaSera|url=http://www.veronasera.it/speciale/blog/palio-drappo-verde.html|titolo=Storie e tradizioni della città di Verona: il Palio del Drappo Verde|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145848/https://www.veronasera.it/speciale/blog/palio-drappo-verde.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
A Verona sono presenti anche due [[Emittente televisiva|emittenti televisive]]. '''[[TeleNuovo]]''', nata a Verona nel [[1979]], con una produzione a carattere quasi esclusivamente giornalistico: telegiornali, politica locale, rubriche di approfondimento, economia, sport, dirette di eventi. Collabora con [[TeleNuovo]] anche il calciatore [[Preben Elkjær Larsen]], giocatore di punta dell'[[Hellas Verona]] nell'[[Classifica calcio Serie A italiana 1985|anno dello scudetto]]. Anche '''[[TeleArena]]''' nasce nel [[1979]], e risulta essere la prima [[emittente televisiva]] locale per ascolti. [[TeleArena]] ha il suo punto forte nell'informazione locale e nell'informazione sportiva, con gli appuntamenti domenicali di telecronaca in diretta delle partite dell'[[Hellas Verona]] e del [[ChievoVerona]].
 
Più recente è invece [[Tocatì]], organizzato dall'Associazione Giochi Antichi per le strade e piazze della città, punto di riferimento mondiale per tutti gli appassionati di [[gioco tradizionale]] che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio della cultura tradizionale a partire dal gioco, ma comprendente anche espressioni come la musica e la [[Danza popolare|danza tradizionali]].<ref>{{cita web|autore=Associazione Giochi Antichi|url=https://tocati.it/i-protagonisti/la-storia/|titolo=La storia|accesso=20 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116145854/https://tocati.it/i-protagonisti/la-storia/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
La prima emittente [[radio (mass media)|radio]]fonica di Verona è stata '''[[Radio Verona]]''', nata nel [[1975]], che da molti anni ha tra i programmi di punta le radiocronache degli incontri di calcio dell'[[Hellas Verona]] di Roberto Puliero, noto comico, attore e regista teatrale veronese. La radio veronese più seguita è comunque '''[[Radio Adige]]'''<ref>120.000 ascoltatori in media al giorno, secondo le stime di [http://www.pagineradio.com/radiopages/audiradio/audiradio.asp?id=61&cat=1 AudiRadio] al 4° bimestre 2007</ref>, fondata nel [[1976]], che offre una programmazione incentrata sull'informazione locale e sugli eventi sportivi, oltre che sulla musica leggera.
 
== Geografia antropica ==
==Evoluzione demografica==
=== Urbanistica ===
{{Vedi anche|Urbanistica di Verona}}
{{Sequenza immagini
|titolo=Verona nei secoli
|larghezza= 220px
|align=right
|bordo= no
|File:Verona nei Secoli - età romana repubblicana.jpg|Periodo romano repubblicano
|File:Verona nei Secoli - età romana imperiale.jpg|Periodo romano imperiale
|File:Verona nei Secoli - età romana teodoriciana.jpg|Periodo romano-germanico
|File:Verona nei Secoli - età comunale.jpg|Periodo comunale
|File:Verona nei Secoli - età scaligera.jpg|Periodo scaligero
|File:Verona nei Secoli - età viscontea.jpg|Periodo visconteo
|File:Verona nei Secoli - età veneziana.jpg|Periodo veneto
|File:Verona nei Secoli - età austriaca.jpg|Periodo austriaco
}}
 
A seguito della romanizzazione della Gallia Transpadana nella primavera del 49 a.C., il villaggio che era sorto lungo le pendici del colle San Pietro in epoca preistorica non era più sufficiente né per consentire il futuro sviluppo dell'abitato né per una sua ordinata pianificazione. Il centro abitato venne quindi spostato sull'altra sponda del fiume Adige, dove i suoi ampi meandri formano una sorta di penisola naturale, valida difesa da possibili attacchi. In questo modo fu inoltre possibile realizzare due soli tratti di cortina muraria lungo il lato meridionale della città, l'unico che non erano difeso naturalmente dal fiume.<ref name="cita-Puppi-pp32-33"/> L'impianto di nuova fondazione della città, tipico dell'[[urbanistica romana]], previde la realizzazione di una maglia di strade che si incrociavano ad [[angolo retto]], formando isolati quadrati di 74 x 76,5 metri, struttura che si è mantenuta inalterata nei secoli e che risulta perfettamente leggibile. Le vie principali della città, quindi il decumano massimo, che corrispondeva al proseguimento della via Postumia, e il cardine massimo, confluivano nell'area del foro veronese, il quale nel corso del tempo si trasformò divenendo l'attuale piazza delle Erbe.<ref>{{cita|Bolla|p. 35}}.</ref>
Verona ha avuto dal [[1871]] una crescita demografica costante, che ha portato dagli 86.443 abitanti di allora ai 266.205 abitanti del [[1971]]. Gli [[anni 1970|anni '70]] hanno visto una crescita demografica pressoché nulla, per poi esservi un leggero decremento fino al [[2001]], con un minimo di 255.824 abitanti (vi è stato però una grande crescita dell'[[area metropolitana]]). Dal [[2001]], in buona parte grazie all'aumento dei stranieri, vi è stato un aumento costante della popolazione: il [[1 gennaio|1° gennaio]] [[2006]] nel comune risiedevano 259.380 abitanti <ref>Popolazione residente al 1 gennaio 2006, [http://demo.istat.it/pop2006/index.html statistiche demografiche ISTAT]</ref>, di cui 23.166 stranieri<ref>Popolazione straniera residente al 1 Gennaio 2006, [http://demo.istat.it/strasa2006/index.html statistiche demografiche ISTAT]</ref>, ovvero l'8,93% sulla popolazione totale; i principali paesi di provenienza degli stranieri residenti a Verona risultano essere lo [[Sri Lanka]] e la [[Romania]], seguiti da [[Marocco]], [[Nigeria]], [[Moldavia]], [[Albania]] e [[Ghana]]<ref>Popolazione straniera residente nel Comune di Verona per le prime dieci cittadinanze, sesso e classe di età (anno 2006), [http://portale.comune.verona.it/media//Statistica/Statistica1/Statistica2/Statistica3/Statistica4/StatisticaPrezzi05/StatisticaAnnuario2006/tav4_22_Popolazione_straniera_residente_prime_dieci_cittadinanze.pdf ufficio di Statistica del Comune di Verona]</ref>. L'ultimo dato disponibile è del [[6 ottobre]] [[2007]], in cui risulta che la popolazione è cresciuta ancora, raggiungendo i 262.521 abitanti.
 
Piazze Erbe e gli spazi contigui in età medievale e moderna rimasero centro della vita politica ed economica cittadina nonostante la graduale espansione della città verso sud fino all'Adigetto e verso est oltre l'Adige, dove si sviluppò il quartiere di Veronetta. Nonostante la crescita della città le difese di epoca romana rimasero sostanzialmente immutate fino all'epoca pre-comunale, quando la necessità di dotare di solida difesa le porzioni di città sorte fuori dal recinto romano portarono nel XII secolo alla realizzazione della cerchia di mura comunali.<ref>{{cita|Conforti Calcagni|pp. 37–39}}.</ref> Nel XIV secolo Cangrande della Scala fece edificare un ulteriore recinto difensivo, le mura scaligere, le quali abbracciarono una porzione ancora più ampia di territorio, compreso il [[San Zeno (Verona)|quartiere di San Zeno]] e quella che poi divenne la [[Cittadella (Verona)|Cittadella viscontea]].<ref>{{cita|Conforti Calcagni|pp. 59–61}}.</ref>
{{Demografia/Verona}}
 
[[File:Veron13.jpg|miniatura|sinistra|[[Corso Porta Nuova]], l'asse viario pianificato da [[Michele Sanmicheli]], divenuto uno dei principali punti d'ingresso alla città antica]]
== Sport ==
Durante il governo veneziano una parte delle mura scaligere furono pesantemente ristrutturate e trasformate in una vera e propria cinta bastionata alla moderna. Fondamentale fu l'apporto dell'architetto veronese Michele Sanmicheli, il cui progetto fu anche e soprattutto occasione di rinnovamento urbanistico: egli assecondò la spinta dell'organismo urbano verso sud organizzando un nuovo asse viario monumentale, lo [[Corso Porta Nuova|stradone di Porta Nuova]], che dalla nuova porta sanmicheliana conduceva, attraverso i [[portoni della Bra]], a piazza Bra e all'[[Arena di Verona|anfiteatro romano]].<ref>{{cita|Conforti Calcagni|pp. 84–86}}.</ref> Il successivo periodo di dominio austriaco porto novità soprattutto dal punto di vista militare, con la ristrutturazione di mura e bastioni della cinta magistrale che assunse il suo assetto definitivo, rimasto invariato, e la creazione di un [[Sistema difensivo di Verona|campo trincerato militare]].<ref>{{cita|Conforti Calcagni|pp. 107–109}}.</ref>
 
All'inizio del Novecento la città registrò un notevole incremento demografico a causa del trasferimento di popolazione dai centri minori e dalle campagne, ciò determinò la necessità di realizzare nuovi quartieri al di fuori della cinta militare magistrale: per consentire quindi l'espansione della città, nel 1910 venne emanato un decreto che annullò la servitù militare e il divieto di edificazione nella cosiddetta "Spianà", la grande area posta fuori dalle mura e parte del sistema difensivo cittadino. Si poterono così predisporre i primi piani d'ampliamento: a est ci furono i primi interventi di ampliamento nei quartieri di [[Borgo Venezia]] e [[Porto San Pancrazio]] mentre a sud, dove erano già presenti alcune industrie nate durante la [[Prima industrializzazione di Verona|prima industrializzazione veronese]], cominciarono a sorgere i quartieri operai di [[Borgo Roma]], [[Basso Acquar]] e [[Tombetta]]. Dopo la prima guerra mondiale, invece, presero forma i quartieri di [[Borgo Trento (Verona)|Borgo Trento]], [[Borgo Milano]] e [[Valdonega]].<ref>{{cita|Grego|p. 16}}.</ref>
=== Calcio ===
A Verona sono presenti due società calcistiche professionistiche:
 
Nel 1927 i confini amministrativi della città si ampliarono notevolmente, con l'annessione dei comuni di [[Avesa]], [[Cadidavid]], [[Montorio (Verona)|Montorio]], [[Parona (Verona)|Parona]], [[Quinto (Verona)|Quinto di Valpantena]], [[Quinzano (Verona)|Quinzano]], [[Santa Maria in Stelle]], [[San Massimo (Verona)|San Massimo]] e [[San Michele Extra]], mentre nel 1933 fu annesso il comune di [[Mizzole]].<ref>[https://archivio.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=14217 Archivio Generale del Comune di Verona]</ref>
* l'[[Hellas Verona Football Club|Hellas Verona FC 1903]] militante in [[serie C1]].
* l'[[Associazione Calcio ChievoVerona|AC ChievoVerona 1929]] militante in [[serie B]].
 
Dopo la seconda guerra mondiale Verona, che era stata una delle città più colpite dai bombardamenti, venne inclusa tra i comuni che dovevano adottare un Piano di Ricostruzione. Il piano venne adottato già nell'ottobre 1946 e riguardò in particolar modo la ricostruzione del centro storico e lo spostamento a Sud delle funzioni fieristiche e agricolo-industriali, che portarono alla fondazione accanto ai [[Mercati generali (Verona)|Mercati generali]] della nuova [[Fiera di Verona]], del [[Mercato ortofrutticolo (Verona)|Mercato ortofrutticolo]] e dell'ampliamento della [[Manifattura tabacchi (Verona)|Manifattura tabacchi]].<ref>{{cita|Grego|pp. 17–18}}.</ref>
L'[[Hellas Verona]] è riuscito a portare nel [[Veneto]] l'unico scudetto a livello calcistico nella stagione [[Classifica calcio Serie A italiana 1985|1984/1985]], scrivendo il suo nome nella storia del campionato italiano assieme all'allenatore [[Osvaldo Bagnoli]], al difensore dal gol facile [[Hans Peter Briegel]] e alla coppia d'attacco [[Preben Elkjær Larsen|Elkjær]]-[[Giuseppe Galderisi|Galderisi]]. L'anno successivo partecipò alla [[Coppa dei Campioni]], dove fu eliminata al secondo turno dalla [[Juventus]] in una discussa partita a porte chiuse. Inizialmente fu una buona stagione per Verona anche la [[Classifica calcio Serie A italiana 2002|2001/2002]] quando, nella prima metà di campionato, il [[ChievoVerona|Chievo]] (arrivato per la prima volta in [[Serie A]]) e l'[[Hellas Verona|Hellas]] riuscirono a mantenere le primissime posizioni in classifica; la seconda metà campionato andò peggio, soprattutto per l'[[Hellas Verona]], che venne retrocessa in [[Serie B]].
Il [[ChievoVerona]] ebbe un'altra buona stagione nel [[Classifica calcio Serie A italiana 2006|2005/2006]] (l'allenatore era [[Giuseppe Pillon]]) quando, dopo lo scandalo [[Calciopoli]], arrivò 4° in classifica generale, venendo ammesso al turno preliminare della massima competizione continentale, non riuscendo però a qualificarsi al tabellone principale (furono sconfitti dai [[Bulgaria|bulgari]] del [[PFC Levski Sofia|Levski Sofia]]). Nella stagione [[Classifica calcio Serie A italiana 2007|2006/2007]], però, per i clivensi arriva la prima retrocessione dopo sei anni consecutivi di [[serie A]].
 
=== CiclismoSuddivisioni amministrative ===
{{Sequenza immagini
|titolo=Circoscrizioni di Verona
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|File:Circoscrizioni di Verona - colori.jpg|Il territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieri
|File:Circoscrizioni di Verona - mappa e colori.jpg|Il territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieri
|File:Circoscrizioni di Verona - mappa.jpg|Il territorio comunale suddiviso in circoscrizioni e quartieri
}}
 
Amministrativamente il territorio comunale è ripartito in otto [[Circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni]] amministrative.<ref>{{cita web|autore=Comune di Verona|url=http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=396|titolo=Circoscrizioni|accesso=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144843/https://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=396|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> A fini toponomastici e statistici sono suddivise a loro volta in ventitré quartieri, ulteriormente ripartiti in zone omogenee (tra parentesi):
Verona è una città importante per il ciclismo italiano ed internazionale, tanto che vi sono state tenute due edizioni del [[campionato del mondo di ciclismo su strada]] nell'arco di pochi anni, fatto eccezionale. La prima edizione nella città si è tenuta nel [[1999]], vinta dal ciclista [[Spagna|spagnolo]] [[Oscar Freire]]; in questa edizione ha vinto tra l'altro nella categoria Juniores il veronese [[Damiano Cunego]]. La seconda edizione si è svolta nel [[2004]], curiosamente vinta ancora da [[Oscar Freire]], mentre [[Damiano Cunego|Cunego]], partecipando in questo caso tra i professionisti, dopo un'annata agonistica straordinaria (nel 2004 vinse [[Giro d'Italia]], [[Giro di Lombardia]], [[Giro del Trentino]] e [[Giro dell'Appennino]]) riuscì ad arrivare solo 9°.
 
'''Circoscrizione 1 Centro storico'''
Oltre al [[campionato del mondo di ciclismo su strada]] Verona ha ospitato anche tre tappe del [[Giro d'Italia]]: il [[10 giugno]] [[1984]] la 20° ed ultima tappa del [[Giro d'Italia 1984]], che si è conclusa proprio nella città, e vide la vittoria di [[Francesco Moser]], che ribaltando il pronostico conquistò così il [[giro d'Italia|Giro]], battendo il favorito [[Laurent Fignon]]. Il [[3 giugno]] [[1997]] ci fu invece la 17° tappa del [[Giro d'Italia 1997]], con la vittoria di [[Mirko Gualdi]]. Il [[2 giugno]] [[2007]] Verona ha ospitato l'arrivo dalla 20° tappa (a cronometro individuale) che ha visto la vittoria di [[Paolo Savoldelli]] e, nei fatti, proclamato [[Danilo Di Luca]] vincitore del [[Giro d'Italia 2007|90°]] [[Giro d'Italia]].
:1. [[Città Antica]]<br />2. [[Cittadella (Verona)|Cittadella]] (Valverde)<br />3. [[San Zeno (Verona)|San Zeno]] (San Bernardino)<br />4. [[Veronetta]] (Filippini - San Giovanni in Valle - Santo Stefano)
 
'''Circoscrizione 2 Nord-ovest'''
Molti ciclisti sono nati nei dintorni di Verona: [[Damiano Cunego]], soprannominato ''il piccolo principe'', per via delle numerose vittorie, soprattutto nel [[2004]], anno in cui è stato il primo classificato nel ranking UCI. Dopo un [[2005]] con un rendimento molto al di sotto delle sue possibilità, poiché colpito dalla [[mononucleosi]], nel [[2006]] ha conquistato la [[Maglia bianca (Tour de France)|maglia bianca]] al [[Tour de France]], mentre nel [[2007]] è arrivato 5° al [[Giro d'Italia]] ed ha vinto il [[Giro di Lombardia]]. Vi è poi [[Davide Rebellin]], che ha vinto una lunga serie di trofei, coppe, classiche e gare a tappe internazionali. Anche per lui l'anno d'oro fu il 2004, quando riuscì a vincere la [[Amstel Gold Race]], la [[Freccia Vallone]], la [[Liegi-Bastogne-Liegi]] e arrivò secondo al [[campionato mondiale di ciclismo su strada]]. [[Daniele Pietropolli]] e [[Francesco Bellotti]] si sono rivelati invece essere ottimi [[gregario|gregari]], ed entrambi collezionano numerosi piazzamenti.
:10. [[Borgo Trento (Verona)|Borgo Trento]] (Arsenale)<br />11. [[Valdonega]] (San Mattia)<br />18. Ponte Crencano<br />30. [[Avesa]]<br />38. [[Parona (Verona)|Parona]] (Saval di Parona)<br />39. [[Quinzano (Verona)|Quinzano]] (Saval di Quinzano)
 
'''Circoscrizione 3 Ovest'''
=== Canoa ===
:16. [[Borgo Milano]] ([[Borgo Nuovo (Verona)|Borgo Nuovo]], [[Chievo (Verona)|Chievo]], [[Quartiere Navigatori|Navigatori]], Porta Nuova, San Procolo, Spianà, [[Quartiere Stadio|Stadio]])<br />37. [[San Massimo (Verona)|San Massimo]] (Basson, Croce Bianca, La Sorte)
 
'''Circoscrizione 4 Sud-ovest'''
A Verona sono presenti due società canoistiche di alto livello: il [[Canoa Club Verona]] detentore dello scudetto da decenni, dal [[1963]] è una scuola di [[canoa]] che sforna atleti e tecnici a livello internazionale. Nel periodo invernale insegna l'eskimotage in piscina. Assieme al [[Canoa Club Pescantina]], dal [[2004]] organizza una maratona di [[canoa]] tra le più importanti in [[Italia]], e che, nel [[2006]], ha superato i mille partecipanti. Inoltre in città è presente anche la sezione [[canoa]] del [[C.U.S. Verona]].
:15. [[Santa Lucia (Verona)|Santa Lucia]] (Madonna di Dossobuono, ZAI)<br />17. [[Golosine]]
 
'''Circoscrizione 5 Sud'''
===Pallacanestro===
:14. [[Borgo Roma]] (Palazzina, Pestrino, Polidore, Primo Maggio, Tomba, Tombetta, ZAI)<br />36. [[Cadidavid]] (Fracazzole, Genovesa, La Rizza, Sacra Famiglia)
Verona ha avuto in passato una squadra di pallacanestro, la [[Scaligera Basket Verona]], che ha raggiunto ottimi risultati, in particolare negli [[anni 1990|anni '90]] quando militò in [[Lega Basket Serie A|serie A]] e riuscì a conquistare una [[Coppa Italia di pallacanestro maschile|Coppa Italia]], una [[Supercoppa italiana di pallacanestro maschile|Supercoppa italiana]] e una [[Coppa Korac]]. La società è però fallita nel [[2002]], quando entrò in crisi finanziaria, ed il nuovo presidente si ritirò. La [[Scaligera Basket]] venne retrocessa in [[Serie C (pallacanestro maschile)|Serie C1]], perdendo il diritto sportivo della massima serie e trasformandosi in San Zeno Basket. Attualmente la squadra milita in [[Serie B (pallacanestro maschile)|B2]].
'''Circoscrizione 6 Est'''
 
:12. [[Borgo Venezia]] (Biondella, Fincato, Santa Croce, [[Borgo Trieste]], San Felice Extra)
=== Pallavolo ===
'''Circoscrizione 7 Sud-est'''
 
:13. [[Porto San Pancrazio]]<br />35. [[San Michele Extra|San Michele]] (Casotti, Frugose, Madonna di Campagna, Mattozze, Molini)
La città vanta anche una squadra di prestigio nella pallavolo maschile: la [[API Pallavolo Verona]], nata nel [[2001]] dalla fusione di due società, ha militato in [[Campionato italiano di pallavolo maschile#Serie A1|A1]], riuscendo a raggiungere la 6° posizione nella stagione [[Campionato italiano di pallavolo maschile 2005|2004/2005]]. La squadra è retrocessa in [[Campionato italiano di pallavolo maschile#Serie A2|A2]] nel campionato [[Campionato italiano di pallavolo maschile 2007|2006/2007]].
'''Circoscrizione 8 Nord-est'''
 
:31. [[Quinto (Verona)|Quinto]] ([[Marzana (Verona)|Marzana]], [[Poiano (Verona)|Poiano]])<br />32. [[Santa Maria in Stelle]] (Sezano, Novaglie)<br />33. [[Mizzole]] (Trezzolano, Cancello, Moruri, Pigozzo)<br />34. [[Montorio (Verona)|Montorio]] ([[Ponte Florio]])
=== Rugby ===
 
A Verona ci sono due società di rugby: il [[CUS Verona Rugby]] che la stagione [[2006]]/[[2007]] militava nel campionato di [[Serie A (rugby)|serie A]], è retrocessa in [[Serie B (rugby)|serie B]] e quindi disputerà il derby cittadino con il [[Rugby Club Valpolicella]], altra squadra rugbystica, da vari anni stabilmente in [[Serie A (rugby)|serie B]].
 
== Economia ==
[[File:Camera commercio Verona .jpg|miniatura|La sede della [[Camera di commercio di Verona|Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Verona]], opera dell'architetto veronese [[Libero Cecchini]]]]
L'economia scaligera è caratterizzata da una polisettorialità spinta, con le imprese che si dividono quasi equamente tra agricoltura, industria, costruzioni, settore turistico, commercio e servizi, raggiungendo posizioni di leadership in diversi campi: nel settore agricolo, essendo la provincia veronese la prima in Italia per l'esportazione di vino e ortofrutta; nel manifatturiero, in particolare nei segmenti dell'industria alimentare, dei macchinari e termomeccanica, dell'estrazione e lavorazione del marmo, e della moda; infine nel settore ricettivo, essendo la quinta provincia italiana per presenze turistiche.<ref name="ReferenceA"/>
 
In particolare il settore agricolo è una risorsa fondamentale per il territorio, con produzioni tipiche protette da marchi di origine e tutela, con un importante indotto a livello di ristorazione e di turismo enogastronomico. A questo settore si collega anche quello industriale dell'agroalimentare, che è divenuto nel tempo uno dei settori più importanti per l'economica veronese, con numerose eccellenze: il vino (si citano in particolare i prodotti [[Denominazione di origine controllata e garantita|DOCG]] [[Amarone della Valpolicella]], [[Recioto della Valpolicella]] e [[Recioto di Soave|di Soave]], il [[Soave superiore]] e il [[Bardolino superiore]]), i prodotti lattiero-caseari, il settore dolciario, la produzione di alimenti conservati, la lavorazione della carne e la produzione di mangimi per l'alimentazione animale.<ref>{{cita|Camera di Commercio di Verona|pp. 15–18}}.</ref> Altre attività particolarmente dinamiche sono quelle alberghiere e della ristorazione, collegate alla vivacità del turismo, un settore che gioca un ruolo di assoluta importanza: insieme al turismo lacustre sul [[Lago di Garda|Garda]], che attira ogni anno milioni di turisti, e il turismo culturale, legato a Verona città d'arte, al [[Arena Opera Festival|festival lirico areniano]] e all'[[estate teatrale veronese]], convivono il turismo montano del [[Monte Baldo|Baldo]] e della [[Lessinia]], quello enogastronomico della [[Valpolicella]] e delle [[Valli Grandi Veronesi]], oltre a quello d'affari e congressuale, legato in particolare alle manifestazioni che si tengono presso [[Fiera di Verona|Veronafiere]].<ref>{{cita|Camera di Commercio di Verona|p. 19}}.</ref>
L'economia del territorio veronese è costituita soprattutto da piccole-medie imprese anche se non mancano grandi poli industriali, mentre l'interporto di Verona sud gioca un ruolo cruciale nello smistamento del commercio internazionale attraverso i numerosi container trasportati nella zona industriale (anche sede di un importante commercio ortofrutticolo) e smistati in diverse direzioni tramite gomma (casello autostradale di Verona Sud). Ad un robusto settore agricolo ed industriale si è aggiunto nel tempo un ampliamento del terziario, soprattutto in ambito finanziario.
 
[[File:Vinitaly, vista dei padiglioni dall'alto.jpg|miniatura|sinistra|I padiglioni della [[Fiera di Verona]] durante il salone internazionale [[Vinitaly]] dei vini e distillati]]
===Settore primario===
La posizione particolarmente favorevole, anzi strategica, in cui si trova Verona, ha favorito il suo inserimento in importanti vie di comunicazione stradali, ferroviarie e aeree, e quindi la nascita di uno dei più importanti centri europei intermodali di trasporti, il [[Quadrante Europa]], generando così le condizioni ideali per fare di Verona un importante punto di riferimento nell'ambito dei flussi internazionali di interscambi sia economici che culturali.<ref>{{cita|Camera di Commercio di Verona|p. 22}}.</ref> A livello di scambi, Paese di riferimento è la [[Germania]], di gran lunga il principale partner commerciale veronese sia per quanto riguarda le esportazioni che per le importazioni,<ref>{{cita|Camera di Commercio di Verona|pp. 30–31}}.</ref> tanto che proprio a Verona hanno basato le loro sedi alcune realtà imprenditoriali tedesche di grande rilievo, in particolare [[Volkswagen Aktiengesellschaft|Volkswagen Group]], [[MAN (azienda)|MAN]] e [[Lidl]].<ref>{{cita web|autore=L'Arena|url=https://trail.unioncamereveneto.it/aziende-tedesche-nel-veronese-snodo-logistico-per-le-merci/|titolo=Aziende tedesche nel Veronese. «Snodo logistico per le merci»|accesso=2 marzo 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144551/https://trail.unioncamereveneto.it/aziende-tedesche-nel-veronese-snodo-logistico-per-le-merci/|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
 
Sebbene l'economia veronese sia in larga parte costituita da piccole e medie imprese, vi hanno sede anche grandi aziende tra cui [[Agricola Italiana Alimentare|AIA]], che insieme a [[Negroni (azienda)|Negroni]] e [[Veronesi (azienda)|Mangimi Veronesi]] fanno parte del [[Gruppo Veronesi]], [[Bauli]], [[Pastificio Rana]] e [[Vicenzi Group|Vicenzi]], tutte nel settore alimentare; quindi il [[Gruppo Calzedonia]], di cui fanno parte anche [[Intimissimi]] e [[Tezenis]], e [[Fedrigoni]], industria cartiera attiva dal 1717;<ref>{{cita web|autore=Paolo Bricco|url=https://www.ilsole24ore.com/art/verona-porta-ripresa-multinazionali-e-pmi-AEqd25VD|titolo=Verona porta della ripresa tra multinazionali e Pmi|accesso=2 marzo 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144430/https://www.ilsole24ore.com/art/verona-porta-ripresa-multinazionali-e-pmi-AEqd25VD|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> nel settore bancario e assicurativo, invece, posizione di grande importanza assumono [[Banco BPM]], le cui filiali locali fanno capo a [[Banca Popolare di Verona]], [[Fondazione Cariverona]], incorporata in [[UniCredit]] ma che prosegue la propria attività di utilità sociale, e [[Cattolica Assicurazioni]].
La zona nord-occidentale, la [[Valpolicella]], è famosa in tutto il mondo per la presenza di rinomati vigneti che offrono pregiati vini rossi a denominazione di origine controllata, quali il [[Valpolicella (vino)|Valpolicella DOC]], il [[Recioto della Valpolicella|Recioto DOC]] e l'[[Amarone della Valpolicella|Amarone DOC]].
Il comune fa parte dell'associazione città del vino.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Nella zona prealpina della [[Lessinia]], nella parte settentrionale della provincia, abbondano ricchi pascoli, fertile terreno per l'allevamento del bestiame. In questo affascinante contesto viene prodotto il formaggio [[Monte Veronese]] che ha ottenuto il riconoscimento di prodotto a denominazione di origine protetta (DOP).
=== Strade ===
 
Verona si colloca in una posizione geografica strategica, allo sbocco in pianura della [[Vallagarina|valle dell'Adige]], e quindi lungo il percorso che attraverso i passi alpini, in particolare il [[Passo del Brennero|Brennero]], conduce a Nord. La realizzazione della ''[[via Postumia]]'' tra [[Genova]] e [[Aquileia (città antica)|Aquileia]] nel 148 a.C. diede una spinta notevole alla crescita dell'abitato, tanto che quando la città divenne un [[Municipio (storia romana)|municipio romano]] l'asse stradale fu utilizzato come asse generatore della nuova maglia di isolati.<ref>{{cita|Bolla|pp. 18–19}}.</ref> Successivamente furono realizzate altre due strade, la ''[[via Gallica]]'', che collegava [[Torino]] a [[Grado (Italia)|Grado]], e la ''[[via Claudia Augusta]]'', che collegava la [[Rezia (provincia romana)|Rezia]] a [[Ostiglia]] tramite una diramazione meridionale definita ''[[vicus Veronensium]]''.
Il Sud veronese è noto per il suo riso DOP, apprezzato in tutta Italia e la cui industria dà tra l'altro incontro ogni anno ai suoi appassionati in una Sagra che anima tutta [[Isola della Scala]], mentre [[Valeggio sul Mincio]] è nota per la produzione artigianale del [[tortellino]], che secondo i sostenitori locali avrebbe avuto qui le sue origini (tale ipotesi è però contestata da Bologna).
 
Negli anni sessanta del Novecento, a seguito della motorizzazione di massa, furono realizzate due nuove importanti arterie autostradali che s'intersecano a Verona: l'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4 Serenissima]], che collega [[Torino]] a [[Trieste]], con uscite a Verona Est e Verona Sud, e l'[[Autostrada A22 (Italia)|autostrada A22 del Brennero]], che collega [[Modena]] e l'[[Autostrada A1 (Italia)|A1]] con l'[[Austria]] e la [[Germania]], con uscita a Verona Nord. La città, servita da un sistema di tangenziali, nello specifico la [[Tangenziale Ovest di Verona|tangenziale Ovest]], [[Tangenziale Sud di Verona|Sud]] ed [[Tangenziale Est di Verona|Est]], è inoltre raggiunta dalla [[strada statale 434 Transpolesana]] che la collega con [[Rovigo]], dall'ex [[strada statale 11 Padana Superiore]] che collega [[Torino]] a [[Venezia]], dall'ex [[strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero]] che collega [[Pisa]] al [[passo del Brennero]] e dall'ex [[strada statale 62 della Cisa]] che collega Verona a [[Sarzana]].
Il territorio di [[San Mauro di Saline]] è conosciuto per la produzione del famoso marrone, stretto ma più nobile parente della castagna.
 
=== Ferrovie e mobilità extraurbana ===
Il comprensorio dell'est veronese è ricco di tipicità che vanno dall'olio extra vergine di oliva di [[Mezzane di Sotto|Mezzane]] e delle colline circostanti, dalle ciliegie di [[Cazzano di Tramigna]], ai vini [[Soave (vino)|Soave DOC]] e [[Arcole (vino)|Arcole DOCG]], ai piselli di [[Colognola ai Colli]], agli asparagi di [[Arcole]].
[[File:Stazione Verona PN.jpg|miniatura|La [[stazione di Verona Porta Nuova]] col piazzale antistante]]
 
A cavallo tra Ottocento e Novecento il rapido sviluppo della tecnologia ferroviaria e il successo del sistema portò alla realizzazione di una rete di trasporto che investiva la città scaligera del ruolo di nodo, afferendovi infatti dal 1857 la [[ferrovia Milano-Venezia]], dal 1867 la [[ferrovia del Brennero]], dal 1874 la [[ferrovia Verona-Mantova-Modena]], dal 1877 la [[ferrovia Verona-Rovigo]] e dal 1924 la [[ferrovia Bologna-Verona]].<ref>{{cita web|autore=Alessandro Tuzza|url=http://www.trenidicarta.it/aperture.html|titolo=Sviluppo delle ferrovie italiane dal 1839 al 31 dicembre 1926|accesso=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144740/http://www.trenidicarta.it/aperture.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Inoltre, fra il 1889 e il 1959 era attiva la [[ferrovia Verona-Caprino-Garda]],<ref>{{cita|Ganzerla|pp. 221–222 e p. 235}}.</ref> che aveva capolinea alla dismessa stazione di porta San Giorgio. Tra le stazioni ferroviarie presenti vi sono quella di [[Stazione di Verona Porta Nuova|Verona Porta Nuova]], principale impianto passeggeri della città e tra i maggiori d'Italia, quella di [[Stazione di Verona Porta Vescovo|Verona Porta Vescovo]], presso la quale sorge un [[Officine Grandi Riparazioni di Verona Porta Vescovo|importante impianto di manutenzione]], e due stazioni passeggeri fuori servizio, [[Stazione di Verona Parona|Verona Parona]] e [[Stazione di Verona Ca' di David|Verona Ca' di David]]. Il traffico ferroviario merci invece si dirige presso il [[Quadrante Europa]], che funge da interporto per il trasporto merci stradale, ferroviario e aereo.
La zona della ''Bassa Veronese'' è nota per le fragole di [[San Giovanni Lupatoto]], le mele di [[Zevio]], il melone di [[Trevenzuolo]] ed [[Erbè]], il riso di Vialone Nano IGP di Isola della Scala, il radicchio rosso di [[Cologna Veneta]] (conosciuta anche per il celebre [[mandorlato (dolce)|mandorlato]]), il cavolo di [[Castagnaro]] (riconosciuto dalle proprietà organolettiche anti-ossidanti) e gli asparagi di [[Sanguinetto]]. La parte sud-occidentale della provincia scaligera fa parlare di sé per le succose pesche di [[Pescantina]] e per l'ottimo vino bianco [[Bianco di Custoza|Custoza DOC]].
 
Verona in passato fu inoltre al centro di un vasto sistema di tranvie extraurbane: dall'area di Porta Nuova originava la [[tranvia Verona-Albaredo-Coriano]] in servizio fra il 1898 e il 1925, interessata da un esperimento di trasporto integrato che prevedeva la costruzione di un grande porto fluviale sull'Adige presso [[Albaredo d'Adige|Albaredo]]; presso la stazione di Porta Vescovo trovava invece capolinea un sistema metrotranviario che aveva nella [[tranvia Verona-Caldiero-San Bonifacio]], in esercizio fra il 1881 e il 1958, il tronco principale da cui si diramavano altre [[Tranvia Caldiero-Tregnago|tratte verso Tregnago]], [[Tranvia San Bonifacio-San Giovanni Ilarione|San Giovanni Ilarione]] e [[Tranvia San Bonifacio-Lonigo-Cologna Veneta|Cologna Veneta]], oltre a un tratto secondario rappresentato dalla [[tranvia Verona-Grezzana]], che fra il 1922 e il 1958 fece da forte volano per l'economia della [[Valpantena]]. Successivamente queste tranvie vennero rimpiazzate da linee filoviarie extra-urbane, il cui servizio si protrasse fino agli anni ottanta, oppure dismesse.<ref>{{cita|Puppini|pp. 40–55}}.</ref>
===Settore secondario===
 
=== Mobilità urbana ===
[[Image:Magazzini generali cupola.jpg|thumb|250px|left|I magazzini generali, ora in disuso]]
[[File:ATV BMB Avancity (1582).jpg|miniatura|sinistra|Autobus [[ATV (Verona)|ATV]] lungo [[corso Porta Nuova]]]]
Molte piccole imprese, tipicamente a gestione familiare, sono ancora dedite alle attività tradizionali, anche se in sinergia col polo industriale di Verona Sud (Ente Fiere). L'attività della lavorazione del marmo ed il settore delle macchine e utensili agricoli, insieme a quella del mobile d'arte ([[Bovolone]], [[Cerea]], [[Isola della Scala]]) rappresentano un punto forte dell'economia veronese.
 
Il servizio di trasporto pubblico dal 1884 al 1951 si basò su una [[Rete tranviaria di Verona|rete tranviaria urbana]] che veniva inizialmente percorsa da tram trainati da cavalli, sostituiti nel 1908 dai primi mezzi elettrici, che diedero la possibilità ai cittadini di usufruire di un trasporto pubblico più efficiente e in linea coi tempi.<ref>{{cita|Viviani|p. 2}}.</ref> La rete si componeva di tre linee, di cui la principale collegava le due stazioni ferroviarie della città, [[Stazione di Verona Porta Nuova|Verona Porta Nuova]] e [[Stazione di Verona Porta Vescovo|Verona Porta Vescovo]], mentre altre due collegavano il centro con [[Porta San Zeno (Verona)|porta San Zeno]], in direzione [[Borgo Milano]], e [[Porta San Giorgio (Verona)|porta San Giorgio]], in direzione [[Borgo Trento (Verona)|Borgo Trento]], nuove zone di forte espansione edilizia della città.<ref>{{cita|Viviani|p. 4 e p. 9}}.</ref> Dal 1937 si attuò la riconversione della linee tranviarie e si andò così a costituire una [[Rete filoviaria di Verona|nuova rete filoviaria]] in loro sostituzione; l'esercizio delle linee filoviarie terminò però nel 1975, quando vennero a loro volta sostituite da un servizio di autobus di linea.
Verona è sede di importanti industrie alimentari quali [[AIA (azienda)|AIA]], [[Giovanni Rana|Rana]] ed i principali produttori dolciari ([[Bauli]], [[Paluani]], [[Melegatti]], [[Dal Colle]], [[Vicenzi]]) che devono la loro fortuna soprattutto al [[Pandoro]], caratteristico dolce natalizio conosciuto ormai anche al di fuori dei confini nazionali.
 
Dal 2007 la mobilità urbana ed extraurbana di Verona è svolta con autoservizi gestiti dall'[[ATV (Verona)|Azienda Trasporti Verona]], anche se è in fase di costruzione una nuova rete di filobus composta da quattro linee per un totale di quasi {{M|24|u=km}}.<ref>{{cita web|autore=Enrico Giardini|url=https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/filobus-s%C3%AC-definitivo-ecco-costi-tempi-e-i-quattro-percorsi-1.6687982|titolo=Filobus, sì definitivo. Ecco costi, tempi e i quattro percorsi|accesso=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144359/https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/filobus-s%C3%AC-definitivo-ecco-costi-tempi-e-i-quattro-percorsi-1.6687982|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref> Completa il sistema di trasporti cittadino la [[Funicolare di Verona|funicolare di Castel San Pietro]], che è stata progettata e realizzata tra il 1938 e il 1941 con lo scopo di collegare l'[[Castel San Pietro (Verona)|omonimo castello]], dove si trovava l'[[Accademia di belle arti Gian Bettino Cignaroli|Accademia di Belle Arti Cignaroli]], al centro cittadino. La funicolare rimase in funzione fino al 1944, dopodiché seguì un lungo periodo di chiusura terminato nel 2017. La nuova soluzione adottata ha previsto il recupero delle stazioni esistenti e l'installazione di un moderno ascensore inclinato panoramico.<ref>{{cita|Guerra|pp. 65–66}}.</ref>
In ambito prettamente industriale spicca la ditta farmaceutica [[Glaxo]] che si appoggia al complesso universitario e in particolare ai centri di ricerca della facoltà di Medicina (Ospedali di Borgo Roma e di Borgo Trento). Il polo universitario è andato ingrandendosi molto negli ultimi anni attirando capitali e nuova imprenditoria.
 
===Settore terziarioAeroporti ===
[[File:Hangar aeroporto di Villafranca.jpg|miniatura|Hangar per la manutenzione dell'[[aeroporto di Verona-Villafranca]]]]
 
La realizzazione dell'[[aeroporto di Verona-Villafranca]], principale aerostazione del territorio, ebbe inizio nel 1954, quando in base agli accordi [[NATO]] venne definitivamente dismesso il vicino aeroporto militare di Ganfardine, già bombardato dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] sul finire della [[seconda guerra mondiale]] e ulteriormente danneggiato dai tedeschi in fuga, e costruito un nuovo campo di aviazione militare, spostato per ragioni tecniche e per una migliore funzionalità al confine tra i comuni di [[Sommacampagna]], [[Villafranca di Verona|Villafranca]] e Verona.<ref>{{cita|Adami|pp. 17–21}}.</ref> A partire dal 1958 si cominciarono a operare pionieristici voli charter e cargo diretti verso alcuni Stati dell'Europa settentrionale per arrivare nel 1961 all'inaugurazione dei primi voli di linea verso [[Roma]], grazie all'interessamento del sindaco [[Giorgio Zanotto]].<ref>{{Cita|Adami|pp. 22–25}}.</ref> Con l'intensificarsi del traffico nel 1973 si decise di realizzare strutture più adeguate, portando così alla nascita di una vera e propria aerostazione civile che nel tempo fu oggetto di diverse ristrutturazione fino a quella principale del 1990, che portò al raddoppio degli spazi a disposizione.<ref>{{Cita|Adami|p. 33 e p. 44}}.</ref>
Il settore dei servizi ha beneficiato in gran parte dello sviluppo economico che ha avuto un picco negli anni novanta grazie anche alla svalutazione della lira. Sono così aumentate le presenze straniere tra la clientela turistica che ruota essenzialmente intorno a due grandi poli: il turismo d'arte (centro storico e opera lirica) e sportivo ([[Lago di Garda]]). Se massiccia è stata la presenza tedesca e olandese e in minor parte americana e giapponese negli anni novanta, dal nuovo millennio è presente anche una consistente fascia di turisti italiani e provenienti dall'est europeo. L'arrivo dell'Euro, moneta forte, ha reso però meno appetibile Verona al turista estero e sono calate le presenze anche se gli indicatori mostrerebbero attualmente una certa ripresa.
 
A nord del territorio comunale si trova invece l'[[aeroporto di Verona-Boscomantico]], che cominciò a operare dal 1911 come base militare per dirigibili e utilizzato per manifestazioni e voli turistici.<ref>{{cita web|autore=Circolo del 72|url=http://www.quellidel72.it/storie/aeroporti/bosco.htm|titolo=Aeroporti - Boscomantico|accesso=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144357/http://www.quellidel72.it/storie/aeroporti/bosco.htm|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
Molto importante il settore bancario-assicurativo, con aziende di primo piano a livello nazionale, come [[Cattolica Assicurazioni]], [[Cariverona]] (adesso fusa in [[Unicredit]]) e la [[Banca Popolare di Verona]] che si sta avviando a diventare la più grande banca popolare d'Italia, grazie all'acquisizione del gruppo [[Banco Popolare di Verona e Novara]] della [[Banca Popolare Italiana]]. Inoltre sta nascendo un grande polo finanziario a Verona sud, grazie alle sinergie di queste tre società veronesi. Già altre società importanti, come [[Deutsche Bank]], hanno proclamato di voler aprire una sede nel nuovo centro finanziario.
 
==== FieraAmministrazione ====
{{vedi anche|Sindaci di Verona}}
[[Immagine:Veronafiere.jpg|thumb|250px|right|La fiera di Verona]]
 
La storia amministrativa del comune di Verona dall'[[nascita della Repubblica Italiana|istituzione della Repubblica Italiana]] ad oggi può essere suddivisa in due fasi: per i primi quarant'anni si sono succeduti esclusivamente [[Sindaco (Italia)|sindaci]] della [[Democrazia Cristiana]], mentre dal 1994 al 2022 la città è stata amministrata prevalentemente da esponenti di [[centro-destra]], con una parentesi tra il 2002 ed il 2007 in cui la città fu amministrata dal Sindaco [[Paolo Zanotto]], di [[centro-sinistra]]. Alle elezioni amministrative del 2022<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=81839&tt=verona_agid|titolo=Elezioni comunali 2022: i risultati definitivi|sito=Comune di Verona|data=8 luglio 2022|lingua=it|accesso=22 aprile 2024}}</ref>, dopo vent'anni, il centro-sinistra è tornato a vincere le elezioni cittadine con [[Damiano Tommasi]].
La [[fiera di Verona]] nasce nel [[1898]], ed è ormai una realtà internazionale. La [[fiera di Verona|fiera]] si tiene presso il [[fiera di Verona|complesso Veronafiere]], nella zona industriale della città. Il complesso ha una superficie totale di 350.000m², di cui 122.000m² divisi tra 12 padiglioni, e ospita oltre 1.100.000 visitatori all'anno, molti provenienti anche dall'estero.
 
=== Gemellaggi ===
Le principali manifestazioni fieristiche, tenute presso [[fiera di Verona|Veronafiere]] sono:
Verona è gemellata con le seguenti città:
*'''Abitare il Tempo''': è la fiera più esclusiva per l'arredamento d'interni
*'''ArtVerona''': fiera Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea. Circa metà ottobre.
*'''Eurocarne'''
*'''Elettroexpo''': fiera dell'elettronica e del radioamatore
*'''Fieragricola''': oltre cento anni di tradizione
*'''Fieracavalli''': la più importante fiera del settore
*'''Job&Orienta''': dedicata all'orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro
*'''Marmomacc''': la più importante fiera internazionale del settore
*'''Model Expo Italy''': la più importante Fiera del modellismo statico e dinamico, ogni anno in aprile
*'''Samoter''': evento internazionale dedicato alle aziende del settore macchine movimento terra, da cantiere e per l'edilizia
*'''[[Vinitaly]]''': una delle maggiori fiere vinicole mondiali, punto d'incontro degli [[Enologia|enologi]] e di tutti gli amanti del [[vino]]
*'''Vivi la Casa''': dal mobile classico al moderno, dall'accessorio al complemento, fino alle più sofisticate tecnologie.
 
* {{Gemellaggio|Germania|Monaco di Baviera|1960}}, in quanto, essendo equidistanti dal [[passo del Brennero]], sono porte gemelle verso i reciproci stati e sono legate da intensi rapporti commerciali;<ref>{{cita|Vecchiato|p. 169 e p. 174}}.</ref>
===Progetti===
* {{Gemellaggio|Francia|Nîmes|1960}}, in quanto hanno in comune le vestigia di antichi monumenti romani;<ref>{{cita|Vecchiato|p. 170 e p. 200}}.</ref>
* {{Gemellaggio|Belgio|Saint-Josse-ten-Noode|1960}}, per attivare scambi culturali tra due città importanti dal punto di vista storico-artistico (la cittadina belga fa parte del nucleo urbano di [[Bruxelles]]);<ref>{{cita|Vecchiato|p. 170 e p. 174}}.</ref>
* {{Gemellaggio|Austria|Salisburgo|1973}}, per il comune amore per l'arte e la musica e per determinare quindi un sodalizio duraturo tra la cittadina scaligera, sede del [[festival lirico areniano]], e la cittadina austriaca, patria di [[Mozart]];<ref>{{cita|Vecchiato|p. 211}}.</ref>
* {{Gemellaggio|Croazia|Pola|1982}}, per il comune passato scandito dall'appartenenza alla [[Regio X Venetia et Histria|decima ''Regio'' romana]], periodo di cui entrambe le città possiedono numerose testimonianze, dalla dipendenza nella prima età cristiana al [[patriarcato di Aquileia]] e quella secolare alla [[Repubblica di Venezia]];<ref>{{cita|Vecchiato|p. 233}}.</ref>
* {{Gemellaggio|Stati Uniti d'America|Albany (New York){{!}}Albany|1992}}, sostenuto dagli enti e istituti economici e bancari della città, per avere un più stretto scambio culturale, economico, finanziario e turistico con lo [[New York (stato)|stato di New York]];<ref>{{cita|Vecchiato|p. 245}}.</ref>
* {{Gemellaggio|Giappone|Nagahama|1992}}, in quanto la città giapponese e quella scaligera mostrano di essersi sviluppate parallelamente, di essere insediamenti a misura d'uomo e, nonostante la lontananza, di avere un substrato economico molto simile;<ref>{{cita|Vecchiato|pp. 252–253}}.</ref>
 
== Sport ==
[[Immagine:polofinanziario.jpg|thumb|right|250px|Plastico del futuro ''Polo Finanziario'']]
[[File:Bentegodiverona.jpeg|miniatura|Lo [[Stadio Marcantonio Bentegodi]], principale impianto sportivo della città]]
=== Calcio ===
Le principali formazioni calcistiche cittadine sono quelle dell'[[Hellas Verona Football Club|Hellas Verona]], che dall'istituzione della [[Serie A]] a girone unico è stata l'unica squadra di una città non capoluogo di regione, durante la [[Serie A 1984-1985|stagione 1984-1985]], a vincere il massimo campionato,<ref>{{cita web|autore=Fox sports|url=https://www.foxsports.it/calcio/verona/|titolo=Hellas Verona|accesso=14 febbraio 2020|dataarchivio=2 luglio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170702093235/http://www.foxsports.it/calcio/verona/|urlmorto=no}}</ref> e del [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo Verona]], che costituisce un ''unicum'' nel panorama calcistico italiano, essendo l'unico club proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l'intera [[Campionato italiano di calcio|piramide calcistica nazionale]], fino a giungere dapprima in Serie A e poi nelle [[Competizioni UEFA per club|coppe europee]].<ref>{{cita web|autore=Fox sports|url=https://www.foxsports.it/calcio/chievo/|titolo=Chievo|accesso=14 febbraio 2020|dataarchivio=5 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190505235002/https://www.foxsports.it/calcio/chievo/|urlmorto=no}}</ref> Le due squadre, che fino al 2021 (anno del fallimento del Chievo) hanno disputato le gare casalinghe allo [[stadio Marcantonio Bentegodi]], realizzato nel 1963 per prendere il posto dell'[[Stadio Marcantonio Bentegodi (1906-1963)|omonimo stadio]], demolito nello stesso anno, hanno dato vita al [[Derby di Verona|derby cittadino]]. Due squadre che partecipano a categorie minori ma che sono comunque arrivate a giocare in [[Serie C]] sono invece la [[Virtusvecomp Verona|Virtus Verona]] e l'[[Audace San Michele|Audace]].
 
Nel calcio femminile la città è rappresentata dal [[Women Hellas Verona Società Sportiva Dilettantistica|Women Hellas Verona]], ma in passato sono state attive altre quattro squadre, sciolte rispettivamente nel 1986, nel 2000, nel 2004 e nel 2018: il [[Calcio femminile Verona Ritt Jeans|Verona Ritt Jeans]]; il [[Verona Calcio Femminile]], vincitore di uno scudetto nella [[Serie A 1995-1996 (calcio femminile)|stagione 1995-1996]]; il [[Foroni Verona Football Club|Foroni Verona]], che ha vinto due scudetti nelle [[Serie A 2002-2003 (calcio femminile)|stagioni 2002-2003]] e [[Serie A 2003-2004 (calcio femminile)|2003-2004]], una [[Coppa Italia 2001-2002 (calcio femminile)|Coppa Italia nel 2002]], la [[Supercoppa italiana 2002 (calcio femminile)|Supercoppa italiana del 2002]] e [[Supercoppa italiana 2003 (calcio femminile)|del 2003]]; l'[[AGSM Verona Calcio Femminile]], già Bardolino Verona, vincitore di ben cinque scudetti (nelle [[Serie A 2004-2005 (calcio femminile)|stagioni 2004-2005]], [[Serie A 2006-2007 (calcio femminile)|2006-2007]], [[Serie A 2007-2008 (calcio femminile)|2007-2008]], [[Serie A 2008-2009 (calcio femminile)|2008-2009]] e [[Serie A 2014-2015 (calcio femminile)|2014-2015]]), tre Coppe Italia (nel [[Coppa Italia 2005-2006 (calcio femminile)|2006]], [[Coppa Italia 2006-2007 (calcio femminile)|2007]] e [[Coppa Italia 2008-2009 (calcio femminile)|2009]]) e quattro Supercoppe italiane (nel [[Supercoppa italiana 2001 (calcio femminile)|2001]], [[Supercoppa italiana 2005 (calcio femminile)|2005]], [[Supercoppa italiana 2007 (calcio femminile)|2007]] e [[Supercoppa italiana 2008 (calcio femminile)|2008]]).
*'''Riqualificazione Verona sud''': è un progetto di [[Pianificazione territoriale|riqualificazione]] di Verona sud, in cui è previsto la creazione di un grande centro culturale, denominato ''Polo Culturale'', con servizi a carattere didattico, museale ed artistico, oltre a uffici pubblici. Il complesso si realizzerà attraverso il recupero ed il restauro dei principali [[Edificio|edifici]] degli ''ex Magazzini Generali''. A sud di questo, nell'area dell<nowiki>'</nowiki>''ex Mercato Ortofrutticolo'', è prevista invece la creazione di un ''Polo Finanziario'': qui l'intervento prevede la costruzione di nuovi [[Edificio|edifici]] a scopo commerciale e direzionale; il nuovo complesso sorgerà davanti alla [[fiera di Verona]]. Ad est di quest'ultimo verranno creati quattro isolati residenziali, con negozi, botteghe ed uffici. Circa 5,5 ettari di superficie verranno adibiti a verde pubblico, e verranno realizzati, all'interno di questo parco, una piscina e attrezzature sportive e ricreative. Questo nuovo quartiere è finanziato in larga parte dal [[Banco Popolare di Verona e Novara]], da [[Cariverona]] e da [[Cattolica Assicurazioni]]. Il progetto è iniziato nell'[[agosto]] [[2005]] e la fine è prevista per la fine del [[2009]]<ref>Informazioni ricavate dal [http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=4190 portale PRUSST]</ref>.
 
=== Pallacanestro ===
*'''Rete metropolitana''': è in fase di approvazione la costruzione di una [[tram|tramvia]] che serva la città, in modo da ridurre traffico ed inquinamento; vi è un forte dibattito circa la scelta di costruzione di una classica [[tram|tramvia]] su binari, oppure una senza binari, ma controllata da speciali magneti predisposti lungo la strada, che creano un percorso fisso da cui il [[tram]] non può uscire, un sistema già utilizzato a [[Eindhoven]]. Sono state progettate due linee, che verranno ampliate successivamente: la prima linea est-ovest parte da [[San Michele Extra (quartiere)|San Michele Extra]] e, passando dal [[stazione di Verona Porta Nuova|stazione ferroviaria Porta Nuova]], giunge allo [[stadio Bentegodi]]; la seconda linea parte dal casello autostradale di Verona sud e, passando e dalla [[fiera di Verona|fiera]] e dalla [[stazione di Verona Porta Nuova|stazione Porta Nuova]], finisce a Borgo Trento.
La principale società di pallacanestro di Verona è la [[Scaligera Basket Verona]], una formazione nata nel 1951 ma che visse il momento agonisticamente migliore durante gli anni novanta, quando raggiunse i vertici italiani ed europei vincendo la [[Coppa Italia di pallacanestro maschile 1991|Coppa Italia del 1991]], la [[Supercoppa italiana 1996 (pallacanestro maschile)|Supercoppa italiana del 1996]] e la [[Coppa Korać 1997-1998|Coppa Korać nel 1998]], oltre a ottenere la seconda posizione durante l'[[Eurocoppa 1996-1997]]. Infine nel 2015, mentre partecipava alla [[Serie A2 (pallacanestro maschile)|seconda serie]] del campionato italiano di pallacanestro, è riuscita a vincere la [[Coppa Italia Lega Nazionale Pallacanestro 2015|Coppa Italia LNP]]. Le partite interne sono giocate al [[PalaOlimpia|Pala AGSM AIM]].
 
=== Pallavolo ===
*'''Rete ferroviaria''': sono in fase di progettazione i percorsi dell'[[alta capacità]]/[[alta velocità]] per i corridi 5 (est-ovest) ed 1 (nord-sud), l'ampliamento e la ristrutturazione della [[stazione di Verona Porta Nuova|stazione ferroviaria Porta Nuova]], e lo spostamento dello scalo merci al [[Quadrante Europa]] (al posto di questo si prevede un ampio parco pubblico). Inoltre è in progettazione un collegamento ferroviario con l’[[aeroporto di Verona-Villafranca|aeroporto Catullo]].
[[File:Marmi Lanza.jpg|miniatura|Il [[PalaOlimpia|Pala AGSM AIM]] durante una partita di pallavolo]]
La principale squadra di pallavolo maschile è la [[BluVolley Verona]], una società nata nel 2001 dalla fusione di altre due. La squadra veronese è riuscita a vincere una prima volta la [[Coppa Italia di Serie A2 2003-2004 (pallavolo maschile)|Coppa Italia di Serie A2 nel 2004]], stagione in cui vince tutte le partite giocate, e una seconda volta [[Coppa Italia di Serie A2 2007-2008 (pallavolo maschile)|nel 2008]]. A livello europeo, invece, ha vinto la [[Challenge Cup 2015-2016 (pallavolo maschile)|Challenge Cup nel 2016]]. Le partite interne sono giocate al [[PalaOlimpia|Pala AGSM AIM]].<ref>{{Cita web|url=https://www.legavolley.it/team/4836|titolo=Marmi Lanza Verona|sito=[[Lega Pallavolo Serie A]]|accesso=25 aprile 2024}}</ref>
 
=== Ciclismo ===
== Infrastrutture e trasporti ==
Tra i grandi campioni del ciclismo veronese si ricordano [[Paola Pezzo]], medaglia d'oro alle [[Ciclismo ai Giochi della XXVI Olimpiade|Olimpiadi di Atlanta]] e [[Ciclismo ai Giochi della XXVII Olimpiade|di Sydney]],<ref>{{Cita web|url=https://www.larena.it/argomenti/sport/dalle-poste-all-oro-l-epopea-di-paola-leggenda-veronese-1.6323861|titolo=Dalle poste all'oro. L'epopea di Paola, leggenda veronese|autore=Serena Marchi|sito=[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]|editore=Athesis|data=24 febbraio 2018|accesso=25 aprile 2024}}</ref> [[Damiano Cunego]], vincitore del [[Giro d'Italia 2004]],<ref>{{Cita web|url=https://www.larena.it/argomenti/sport/intervista-damiano-cunego-40-anni-1.8904104|titolo=I 40 anni del «Piccolo Principe»: «Forse ho vinto troppo presto, ma non rimpiango nulla»|autore=Renzo Puliero|sito=L'Arena|editore=Athesis|data=19 settembre 2021|accesso=25 aprile 2024}}</ref> ed [[Elia Viviani]], iridato alle [[Ciclismo ai Giochi della XXXI Olimpiade|Olimpiadi di Rio de Janeiro]].<ref>{{cita web|autore=Gianni Poggi|url=https://www.vvox.it/2019/05/11/ll-ciclismo-veneto-non-produce-piu-campioni-e-nemmeno-grandi-corse/|titolo=ll ciclismo veneto non produce più campioni. E nemmeno grandi corse|accesso=14 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116144022/https://www.vvox.it/2019/05/11/ll-ciclismo-veneto-non-produce-piu-campioni-e-nemmeno-grandi-corse/|dataarchivio=16 novembre 2020}}</ref>
 
A Verona si sono disputate due edizioni del [[campionati del mondo di ciclismo su strada|campionato del mondo di ciclismo su strada]], nel [[Campionati del mondo di ciclismo su strada 1999|1999]] e nel [[Campionati del mondo di ciclismo su strada 2004|2004]].
=== Strade ===
 
;Giro d'Italia
Verona è un importante nodo autostradale, dal momento che qui si intersecano due degli assi viari più importanti e trafficati del nord Italia:
Verona è stata sede della cosiddetta [[Grande Partenza del Giro d'Italia|"Grande Partenza"]] del [[Giro d'Italia]] nell'edizione del [[Giro d'Italia 1985|1985]], con il via ufficiale della corsa dato il {{Data|16|05}} dal Ponte Scaligero per effettuare un prologo tra le strade cittadine vinto da [[Francesco Moser]].
*l'[[Autostrada A4 (Italia)|A4 Milano-Venezia]], con uscite a Verona Est e Verona Sud;
*l'[[Autostrada A22|A22 autostrada del Brennero]], con uscita a Verona Nord.
 
È stata inoltre sede di [[Grande Arrivo del Giro d'Italia|arrivo finale]] del Giro d'Italia in cinque occasioni, tutte contraddiste da una cronometro individuale quale ultima tappa della corsa, terminate all'[[Arena di Verona|Arena]]. Nel dettaglio:
La città è inoltre raggiunta dalla [[Strada Statale 434 Transpolesana]], che la collega con [[Rovigo]], dalla [[Strada Statale 11 Padana Superiore]] che collega [[Torino]] a [[Venezia]], e dalla [[Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero]] che collega [[Pisa]] al [[passo del Brennero]].
* [[Giro d'Italia 1981|1981]], [[Soave]]-Verona, con vittoria di tappa il {{Data|07|06}} del norvegese [[Knut Knudsen]] e successo finale di [[Giovanni Battaglin]];
* [[Giro d'Italia 1984|1984]], Soave-Verona, con vittoria di tappa il {{Data|10|06}} sia del Giro sia della tappa di [[Francesco Moser]];
* [[Giro d'Italia 2010|2010]], Verona-Verona, con vittoria di tappa il {{Data|30|05}} dello svedese [[Gustav Larsson]] e successo finale di [[Ivan Basso]];
* [[Giro d'Italia 2019|2019]], Verona-Verona, con vittoria di tappa il {{Data|02|06}} dello statunitense [[Chad Haga]] e successo finale dell'ecuadoriano [[Richard Carapaz]];
* [[Giro d'Italia 2022|2022]], Verona-Verona, con vittoria di tappa il {{Data|29|05}} di [[Matteo Sobrero]] e successo finale dell'australiano [[Jai Hindley]].
 
=== Altri sport ===
Il centro abitato è circondato sui lati ovest, sud ed est da un sistema di [[tangenziale|tangenziali]], e per il lato nord è in fase di approvazione una nuova tangenziale, che passerà con un traforo sotto le [[Torricelle]], andando a creare un unico anello di circonvallazione attorno all'intera città. Le tangenziali oggi esistenti sono:
Tra le altre società sportive scaligere competitive sono presenti il [[Verona Rugby]], la squadra di football americano [[Redskins Verona]] e la società canoistica [[Canoa Club Verona]].
*[[Tangenziale Ovest di Verona|Tangenziale Ovest]]
*[[Tangenziale Sud di Verona|Tangenziale Sud]]
*[[Tangenziale Est di Verona|Tangenziale Est]]
 
Nel Comune ha inoltre sede un Centro Federale di Alta Specializzazione gestito dalla [[Federazione Italiana Nuoto]] e intitolato ad [[Alberto Castagnetti]].<ref>{{cita web|autore=Federazione Italiana Nuoto|url=https://www.federnuoto.it/home/centri-federali/c-f-verona-alberto-castagnetti.html|titolo=Centro Federale di Alta Specializzazione di Verona|accesso=17 febbraio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20201116143923/https://www.federnuoto.it/home/centri-federali/c-f-verona-alberto-castagnetti.html|dataarchivio=16 novembre 2020|urlmorto=no}}</ref>
=== Autobus ===
 
== Note ==
La città è dotata di un servizio di autobus cittadini e provinciali gestito dall'[[ATV (Verona)|ATV]], ovvero ''Azienda Trasporti Verona''. L'azienda è nata nel [[2007]] dalla [[Fusione (diritto)|fusione]] di due aziende, ''AMT'' e ''APTV'': la prima gestiva la rete urbana, mentre la seconda la rete extraurbana. La [[Fusione (diritto)|fusione]] è servita per poter offrire al cittadino un sistema di trasporti più razionale ed efficiente, e per unificare i costi dei biglietti.
{{Note strette}}
 
=== Ferrovie ===
 
Verona si presenta come un grande scalo ferroviario passeggeri e merci, con oltre 25 milioni di passeggeri all'anno. L'importanza è data dalla congiunzione di vari tratti ferroviari molto importanti: la [[ferrovia del Brennero]], che collega l'[[Italia]] alla [[Germania]] attraverso l'[[Austria]], e vede il transito di molti turisti tedeschi e merci, la [[ferrovia Milano-Verona-Venezia]], una linea molto trafficata, e la [[ferrovia Verona-Mantova-Modena]]. La principale stazione della città è la [[Stazione di Verona Porta Nuova|stazione Porta Nuova]] che conta 12 binari per la stazione passeggeri, oltre a innumerevoli binari per i treni merci, che vanno sommati a quelli dello [[Stazione di Verona Porta Vescovo|scalo di Porta Vescovo]] (che possiede anche un'importante officina e deposito) e del [[Quadrante Europa]]. Il [[Quadrante Europa]] risulta essere l'[[interporto]] che movimenta più merci all'interno del [[Veneto]], movimentando infatti l'83% delle merci di tutta la [[regione]], ed è tra i primi in [[Italia]] per il [[Trasporto intermodale|trasporto combinato]]: dall'[[interporto]] veronese circola infatti il 30% di tutto il [[Trasporto intermodale|traffico combinato]] italiano e oltre il 50% del [[Trasporto intermodale|traffico combinato]] internazionale da e per l'[[Italia]]<ref>Elaborazione Sole-24Ore NordEst su dati Interporto (anno 2006); Il Sole-24 Ore NordEst del 10 ottobre 2007-N°39</ref>. Da Verona passeranno inoltre due linee della [[TAV]], la linea 1 e la linea 5, che collegheranno rispettivamente [[Berlino]] alla [[Sicilia]] e [[Lisbona]] a [[Kiev]].
 
La città è dotata di due stazioni:
*[[Stazione di Verona Porta Nuova|Stazione di Porta Nuova]], la stazione centrale, situata nel centro città, non lontana dello [[Stadio Bentegodi]].
*[[Stazione di Verona Porta Vescovo|Stazione di Porta Vescovo]], stazione media, che si trova a est della città, in [[Borgo Venezia (quartiere)|Borgo Venezia]].
 
=== Aeroporti ===
 
L'aeroporto principale della città è l'[[aeroporto di Verona-Villafranca]], al servizio di uno fra i più importanti comprensori in [[Europa]]: è situato infatti al centro di un'area che comprende le province di [[Brescia]], [[Mantova]], [[Rovigo]], [[Vicenza]], [[Trento]], [[Bolzano]] e [[provincia di Verona|Verona]] e che, con circa quattro milioni di abitanti raggiunge il 12% del [[Prodotto interno lordo|PIL]] nazionale. L'aeroporto, con più di 3.000.000 di passeggeri transitati nel [[2006]], è il 13° scalo italiano per movimento passeggeri<ref>Nel 2006 Verona-Villafranca si è collocato al 13° posto tra gli scali italiani per numero di passeggeri transitati (3.001.173) e all'11° per quanto riguarda i soli voli internazionali (1.894.974 passeggeri). Dati di traffico [http://www.assaeroporti.it/fin.asp Assaeroporti].</ref>. Vi è poi l'[[aeroporto di Verona-Boscomantico]], situato a pochi chilometri da Verona. L'aeroporto viene utilizzato per voli turistici, per manifestazioni, come base per paracadutisti ed elicotteri, poiché la lunghezza della pista consente [[decollo]] e [[atterraggio]] solo a piccoli aerei monomotore.
 
== Amministrazione comunale ==
{{ComuniAmministrazione
|NomeSindaco=[[Flavio Tosi]]
|DataElezione=28/05/2007
|partito=[[Lega Nord]]-[[Casa delle libertà|centrodestra]]
|TelefonoComune=045 8077111
|EmailComune=urp@comune.verona.it
}}
 
=== Quartieri ===
{{Vedi anche|Urbanistica di Verona}}
 
Amministrativamente il territorio comunale è ripartito in 8 [[circoscrizione comunale|circoscrizioni]], a loro volta suddivise nelle seguenti 23 zone amministrative:
{| width="100%"
| rowspan="2" |
:'''Centro storico'''
1. ''Città antica''<br>
2. ''Cittadella''<br>
3. ''San Zeno''<br>
4. ''[[Veronetta]]''<br>
:'''Quartieri moderni'''
10. ''Borgo Trento''<br>
11. ''Valdonega''<br>
12. ''[[Borgo Venezia (quartiere)|Borgo Venezia]]''<br>
13. ''Porto San Pancrazio''<br>
14. ''[[Borgo Roma (quartiere)|Borgo Roma]]''<br>
15. ''[[Santa Lucia (quartiere)|Santa Lucia]]''<br>
16. ''Borgo Milano'' (che comprende le località di ''[[Chievo (Verona)|Chievo]]'' e ''[[Saval]]'')<br>
17. ''[[Golosine (quartiere)|Golosine]]''<br>
18. ''Ponte Crencano''<br>
:'''Frazioni'''
30. ''Avesa'' <br>
31. ''Quinto''<br>
32. ''Santa Maria in Stelle''<br>
33. ''Mizzole''<br>
34. ''[[Montorio Veronese|Montorio]]''<br>
35. ''[[San Michele Extra (quartiere)|San Michele]]''<br>
36. ''Cadidavid''<br>
37. '' San Massimo''<br>
38. ''Parona''<br>
39. ''[[Quinzano]]''
| width="350" valign="top"|
[[Immagine:Quartieri verona.jpg|right|350px]]
|-
| align="center" |
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="5"
|
<span style="background:#fbe2e2">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 1 Centro storico
<br/>
<span style="background:#e0e1fb">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 2 Nord-Ovest
<br/>
<span style="background:#fcfce2">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 3 Ovest
<br/>
<span style="background:#e2fde1">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 4 Sud-Ovest
<br/>
<span style="background:#dfceb4">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 5 Sud
<br/>
<span style="background:#d8d8d8">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 6 Est
<br/>
<span style="background:#e3fcfb">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 7 Sud-Est
<br/>
<span style="background:#fbe1fb">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span> Circoscrizione 8 Nord-Est
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=== Gemellaggi ===
*{{bandiera|Germania}} [[Monaco di Baviera]], [[Germania]], per il fatto di essere le porte gemelle verso i reciproci paesi.
*{{bandiera|Francia}} [[Nîmes]], [[Francia]], per l'arena romana.
*{{bandiera|Croazia}} [[Pola]], [[Croazia]], per l'arena romana.
*{{bandiera|Austria}} [[Salisburgo]], [[Austria]], per l'essere città di musica.
*{{bandiera|USA}} [[Albany]], [[Stati Uniti d'America|USA]]
*{{bandiera|Giappone}} [[Nagahama]], [[Giappone]]
*{{bandiera|Belgio}} [[Saint-Josse-ten-Noode]], [[Belgio]]
 
=== Patti d'amicizia ===
*{{bandiera|Israele}} [[Raanana]], [[Israele]], nell'ambito di un accordo trilaterale nel nome dei presepi e della pace.
*{{bandiera|Palestina}} [[Betlemme]], [[Palestina]], nell'ambito di un accordo trilaterale nel nome dei presepi e della pace.
*{{bandiera|Slovacchia}} [[Kosice]], [[Slovacchia]]
*{{bandiera|Grecia}} [[Corfù]], [[Grecia]]
*{{bandiera|USA}} [[Fresno]], [[Stati Uniti d'America|USA]]
*{{bandiera|Albania}} [[Korça]], [[Albania]]
*{{bandiera|Germania}} [[Detmold]], [[Germania]]
*{{bandiera|Cina}} [[Ningbo]], [[Cina]]
*{{bandiera|Perù}} [[Ayacucho]], [[Perù]]
 
==Primati veronesi==
*Il [[Museo Lapidario Maffeiano]], inaugurato nel [[1738]] dal marchese Maffei, è il più antico museo lapidario d'[[Europa]];
*La [[Biblioteca Capitolare di Verona]] è la più antica biblioteca capitolare d'Europa ancora attiva;
*Il [[Liceo Ginnasio di Stato Scipione Maffei]] è il più antico liceo d'Italia, fondato con decreto napoleonico nel [[1806]];
*Il [[Giardino Giusti]] è uno dei più antichi ed ammirati [[giardini all'italiana]] del mondo;
*La [[torre del Gardello]] del [[1370]], presenta il primo orologio pubblico, consultabile da tutti.
 
==Note==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
{{Div col}}
 
* {{cita libro |autore=Renato Adami|titolo=Storia dell'aeroporto civile di Caselle di Sommacampagna |città=Sommacampagna |editore=Comune di Sommacampagna |anno=2011 |url=http://www.vivicaselle.eu/storiaeroportoVR.pdf |accesso=28 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180127153530/http://www.vivicaselle.eu/storiaeroportoVR.pdf|dataarchivio=27 gennaio 2018|urlmorto=no|cid=Adami}}
===Fonti primarie===
* {{cita libro|autore=Alessandra Aspes|titolo=Il Veneto nell'antichità: preistoria e protostoria |città=Verona |editore=Banca Popolare di Verona|anno=1984|sbn=VEA0012431 |cid=Aspes}}
 
* {{cita libro|curatore=ARPAV|titolo=Atlante climatico del Veneto: precipitazioni |città=Mestre |editore=Regione del Veneto|anno=2013|isbn=978-88-908313-2-4|cid=ARPAV}}
*L. Moscardo: ''Historia di Verona''. Verona, 1668.
* {{cita libro|autore=Giovanna Baldassin Molli|titolo=Verona|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|anno=2007|sbn=VEA0756079|cid=Baldassin Molli}}
*S. Maffei: ''Verona illustrata''. Milano, 1732.
* {{cita libro|autore=Gilio Baschirotto|titolo=Albaredo: pagine di storia civile ed ecclesiastica |città=Verona|editore=Vita veronese|anno=1964 |sbn=SBL0262344 |cid=Baschirotto}}
*G. Biancolini: ''Notizie storiche delle chiese di Verona''. Verona, 1749.
* {{cita libro|autore=Gian Piero Bognetti|titolo=Teodorico di Verona e Verona longobarda, capitale di regno|città=Padova|editore=CEDAM|anno=1959|sbn=UBO1792021|cid=Bognetti}}
*G. B. Da Persico: ''Descrizione di Verona e della sua provincia''. Verona, 1820.
* {{cita libro|autore=Barbara Bogoni|titolo=Libero Cecchini. Natura e archeologia al fondamento dell'architettura|anno=2009|editore=Alinea|città=Firenze|cid=Bogoni|isbn=978-88-6055-439-0}}
*I. Bevilacqua: ''Saggio d'una statistica della città di Verona''. Venezia, 1825.
* {{cita libro|autore=Margherita Bolla|titolo=Verona romana|anno=2014|editore=Cierre|città=Sommacampagna|isbn=978-88-8314-771-5|cid=Bolla}}
 
* {{cita libro |autore=Marcello Bondardo|titolo=Il dialetto veronese: lineamenti di grammatica storica e descrittiva|città=Verona|editore=Vita veronese |anno=1972 |sbn=PUV0251608 |cid=Bondardo}}
===Fonti secondarie===
* {{cita libro |autore=Giorgio Borelli|titolo=Chiese e monasteri di Verona|città=Verona |editore=Banca Popolare di Verona |anno=1980 |sbn=SBL0303338|cid=Borelli}}
 
* {{cita pubblicazione|autore=Enzo Boschi, Alberto Comastri ed Emanuela Guidoboni |titolo=The "exceptional" earthquake of 3 January 1117 in the Verona area (northern Italy): a critical time review and detection of two lost earthquakes (lower Germany and Tuscany) |rivista=Journal of Geophysical Research|vol=110 |data=dicembre 2005|città=Washington |pp=84–124 |lingua=en |url=https://www.academia.edu/11433470/The_exceptional_earthquake_of_3_January_1117_in_the_Verona_area_northern_Italy_A_critical_time_review_and_detection_of_two_lost_earthquakes_lower_Germany_and_Tuscany_|accesso=28 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200628151412/https://www.academia.edu/11433470/The_exceptional_earthquake_of_3_January_1117_in_the_Verona_area_northern_Italy_A_critical_time_review_and_detection_of_two_lost_earthquakes_lower_Germany_and_Tuscany_|dataarchivio=28 giugno 2020|urlmorto=no|cid=Boschi, Comastri e Guidoboni}}
* M. Carrara: ''Gli Scaligeri''. Verona, 1964.
* {{cita libro|autore=Pierpaolo Brugnoli|titolo=Le strade di Verona|città=Roma|editore=Newton Compton|anno=1999|isbn=88-8289-025-2|cid=Brugnoli}}
* G. Piovene e R. Marini: ''L'opera completa del Veronese''. Milano, 1968.
* {{cita libro|autore=Pierpaolo Brugnoli|autore2=Arturo Sandrini|titolo=Architettura a Verona nell'età della Serenissima|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|anno=1988 |sbn=CFI0113116 |cid=Sandrini e Brugnoli}}
* G. Barbetta: ''Le mura e le fortificazioni di Verona ''. Verona, 1970.
* {{cita pubblicazione|autore=Ezio Buchi|titolo=Porta Leoni e la fondazione di Verona romana|rivista=Museum Patavinum|editore=Olschki|città=Firenze|volume=V|numero=2|anno=1987|pp=13–45|url=https://www.academia.edu/6759991/Porta_Leoni_e_la_fondazione_di_Verona_romana_in_Museum_Patavinum_V_1987_pp._13-45|accesso=15 ottobre 2019|cid=Buchi}}
* G. P. Marchi, A. Orlando e M. Brenzoni: ''Il culto di San Zeno nel veronese''. Verona, 1972.
* {{cita libro|autore=Ezio Buchi|autore2=Giuliana Cavalieri Manasse|titolo=Il Veneto nell'età romana|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|anno=1987|sbn=CFI0077395|cid=Buchi e Cavalieri Manasse}}
* F. Dal Forno: ''Case e palazzi di Verona''. Verona, 1973.
* {{cita libro|curatore=Camera di Commercio di Verona|titolo=Economia veronese. Edizione 2019 |città=Verona |editore=Servizio Studi e Ricerca |anno=2019 |url=https://www.vr.camcom.it/sites/default/files/uploads/statistica/imprese/RAPPORTO%202019%20completo.pdf |accesso=28 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200628151620/https://www.vr.camcom.it/sites/default/files/uploads/statistica/imprese/RAPPORTO%202019%20completo.pdf|dataarchivio=28 giugno 2020 |urlmorto=no|cid=Camera di Commercio di Verona}}
* G. Borelli: ''Una città e il suo fiume''. Verona, 1977.
* {{cita libro|autore=Giovanni Cappelletti|titolo=La Basilica di S. Anastasia|città=Verona |editore=Edizioni di Vita Veronese|anno=1970|id=BNI 828558|cid=Cappelletti |SBN=PUV0441790}}
* L. Puppi: ''Ritratto di Verona''. Verona, 1978.
* {{cita libro|autore=Mario Carrara|titolo=Gli Scaligeri|città=Varese |editore=Dall'Oglio |anno=1966 |sbn=SBL0546240|cid=Carrara}}
* G. Borelli: ''Chiese e monasteri di Verona''. Verona, 1980.
* {{cita libro|autore=Andrea Castagnetti|autore2=[[Gian Maria Varanini]]|titolo=Il veneto nel medioevo: dai Comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|anno=1991|isbn=88-04-36999-X|cid=Castagnetti e Varanini}}
* G. Solinas: ''Storia di Verona''. Verona, 1981.
* {{cita pubblicazione|autore=Giuliana Cavalieri Manasse|titolo=Gli archi di Verona romana: un sistema di indicatori viari|rivista=ArchitettiVerona|editore=Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona |città=Verona |volume=03 |numero=118|anno=2019|mese=luglio/settembre|pp=56–63|cid=Cavalieri Manasse}}
* G. Beltramini: ''Le strade di Verona entro la cinta muraria''. Verona, 1983.
* {{cita libro|autore=[[Carlo Cipolla]]|titolo=Ricerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona|cid=Cipolla|SBN=VEA1240302}}
* C. Marchi: ''Grandi peccatori grandi cattedrali''. Milano, 1987.
* {{cita libro|curatore=Comune di Verona|capitolo=Valutazione Ambientale Strategica: integrazioni al rapporto ambientale|titolo=Piano di Assetto del Territorio |città=Verona |editore=Comune di Verona |anno=2007 |url=http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/VAS_2%20-%20integrazioni%20RA.pdf |accesso=28 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200628152127/http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/VAS_2%20-%20integrazioni%20RA.pdf|dataarchivio=28 giugno 2020 |urlmorto=no |cid=Comune di Verona}}
* A. Sandrini e P. Brugnoli: ''Architettura a Verona nell'età della Serenissima''. Verona, 1988.
* {{cita libro |autore=Ennio Concina|autore2=Elisabetta Molteni|titolo=La fabrica della fortezza: l'architettura militare di Venezia|anno=2001|editore=Banca Popolare di Verona|città=Verona |sbn=RMS0147089|cid=Concina e Molteni}}
* G. M. Varanini: ''Gli Scaligeri 1277-1387''. Milano, 1988.
* {{cita libro|autore=Annamaria Conforti Calcagni|titolo=Le mura di Verona |città=Sommacampagna|editore=Cierre|anno=2005|isbn=88-8314-008-7|cid=Conforti Calcagni}}
* A. Castagnetti e G. M. Varanini: ''Il veneto nel medioevo: Dai Comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca''. Verona, 1991.
* {{cita libro|curatore=Silvia Corbetta|titolo=1913-2013: Arena di Verona|anno=2013|editore=Cariverona|città=Verona|cid=Corbetta|sbn=PBE0062496|isbn=no}}
* A. Sandrini e P. Brugnoli: ''Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea''. Verona, 1994.
* {{cita pubblicazione|autore=Ilaria De Aloe|titolo=Modello di innovazione, fonte di ispirazione: l'arco dei Gavi|rivista=ArchitettiVerona|editore=Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona |città=Verona |volume=01|numero=96|anno=2014|mese=gennaio/marzo|pp=57–59|cid=De Aloe}}
* A. Castagnetti e G. M. Varanini: ''Il Veneto nel medioevo: Le signorie trecentesche''. Verona, 1995.
* {{cita pubblicazione|autore=Pietro Donazzolo|autore2=Mario Saibante|titolo=Lo sviluppo demografico di Verona e della sua provincia dalla fine del secolo XV ai giorni nostri |rivista=Metron: rivista internazionale di statistica|editore=Regia Università |città=Padova|anno=1926|volume=VI|numero=3-4|cid=Donazzolo e Saibante}}
* AA.VV.: ''Meridiani - Veneto''. Milano, 2000.
* {{cita libro|autore=Giancarlo Ganzerla| titolo=Binari sul Garda: dalla Ferdinandea al tram: tra cronaca e storia|città=Desenzano|editore=Grafo|anno=2004|isbn=88-7385-633-0|cid=Ganzerla}}
* G. Lorenzoni e G. Valenzano: ''Il duomo di Modena e la basilica di San Zeno''. Verona, 2000.
* {{cita pubblicazione|autore=Susanna Grego|titolo=L'urbanistica a Verona |rivista=ArchitettiVerona|editore=Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona|città=Verona|numero=56|anno=2002|cid=Grego}}
* S. Salti e R. Venturini: ''La vita di Teodorico''. Ravenna, 2001.
* {{cita pubblicazione|autore=Federica Guerra |titolo=Funicolando|rivista=ArchitettiVerona |editore=Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona |città=Verona|volume=03 |numero=118 |data=luglio/settembre 2019 |cid=Guerra}}
* G. Zalin: ''Storia di Verona. Caratteri, aspetti, momenti''. Vicenza, 2001.
* {{cita libro|autore=Tullio Lenotti|titolo=Passeggiate per Verona del Settecento |città=Verona |anno=1937|sbn=VEA1212478|cid=Lenotti}}
* D. Fringesi: ''Cesare Lombroso''. Torino, 2003, ISBN 88-06-13866-9.
* {{cita libro|autore=[[Claudio Marazzini]]|titolo=Breve storia della lingua italiana |url=https://archive.org/details/brevestoriadella0000mara|editore=Il Mulino|anno=2004 |città=Bologna|isbn=88-15-09438-5|cid=Marazzini}}
* P. Brugnoli: ''Le strade di Verona''. Verona, 2004.
* {{cita libro|autore=Gian Paolo Marchini|titolo=Santa Anastasia|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|anno=1982|cid=Marchini|SBN=VEA0124213}}
* AA.VV.: ''Verona. La città e le fortificazioni''. Roma, 2005.
* {{cita libro|lingua=en|autore=Gaetana Marrone|titolo=Encyclopedia of Italian Literary Studies: A-J|città=New York|editore=Routledge|anno=2007|isbn=978-1-57958-390-3|cid=Marrone}}
* {{cita libro|autore=[[Ludovico Antonio Muratori]]|titolo=Rerum Italicarum Scriptores|città=Modena|editore=Tipografia della Regia Curia|anno=1727|vol=XI|cid=Muratori}}
* {{cita libro|autore=Ettore Napione|titolo=Il corpo del principe: ricerche su Cangrande della Scala|città=Venezia|editore=Marsilio|anno=2006|sbn=TO01525395|cid=Napione}}
* {{cita libro |autore=[[Dante Olivieri]]|curatore=[[Giacomo De Gregorio]]|titolo=Studi glottologici italiani |url=https://archive.org/details/studiglottologi00greggoog |vol=III|capitolo=Studi sulla toponomastica veneta |città=Torino|editore=Loescher|anno=1903|sbn=BA10013468 |cid=Olivieri, 1903}}
* {{cita libro|autore=Dante Olivieri|titolo=Toponomastica veneta|città=Venezia|editore=Istituto per la collaborazione culturale|anno=1961|sbn=PAR1141079|cid=Olivieri, 1961}}
* {{cita libro|autore=Mario Patuzzo|titolo=Verona: romana, medievale, scaligera |città=Verona |editore=La grafica|anno=2010|isbn=978-88-95149-11-0|cid=Patuzzo, 2010a}}
* {{cita libro|autore=Mario Patuzzo|titolo=San Zeno: gioiello d'arte romanica|città=Vago di Lavagno|editore=Editrice La Grafica|anno= 2010|cid=Patuzzo, 2010b|sbn=VIA0208919}}
* {{cita libro|autore=[[Massimo Pittau]]|titolo=Città, regioni, monti, fiumi d'italia: Origine e significato dei nomi|anno=2018|editore=Ipazia Books|città=Dublino|isbn=978-19-8037-709-2|cid=Pittau}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Priante|titolo=L'Arena e Verona: 140 anni di storia |città=Verona|editore=Athesis|anno=2007|cid=Priante}}
* {{cita libro|autore=Lionello Puppi|titolo=Ritratto di Verona: lineamenti di una storia urbanistica |città=Verona |editore=Banca Popolare di Verona|anno=1978 |sbn=VEA0041968 |cid=Puppi}}
* {{cita pubblicazione|autore=Pier Giorgio Puppini|titolo=Ferrotranvie Veronesi|rivista=Tutto Treno & Storia |editore=Duegi|città=Ponte San Nicolò |numero=13|data=aprile 2005 |cid=Puppini}}
* {{cita libro|autore=Vito Rovigo|capitolo=Aspetti della presenza ebraica a Verona e nel territorio veronese nella prima metà del Quattrocento|curatore=Reinhold C. Mueller|curatore2=[[Gian Maria Varanini]]|titolo=Ebrei nella terraferma veneta del Quattrocento |città=Firenze|editore=Firenze University Press|anno=2005|isbn=88-8453-331-7|cid=Rovigo}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Solinas|titolo=Storia di Verona|città=Verona|editore=Centro Rinascita |anno=1981|sbn=SBL0619693|cid=Solinas}}
* {{cita libro|autore=Francesco Vecchiato|titolo=I gemellaggi a Verona. Dal primo dopoguerra all'assessorato di Riccardo Caccia|città=Verona|editore=Comune di Verona |anno=2002 |sbn=VIA0095262|url=https://core.ac.uk/download/pdf/217473663.pdf |accesso=27 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200627150344/https://core.ac.uk/download/pdf/217473663.pdf |dataarchivio=27 giugno 2020|urlmorto=no||cid=Vecchiato}}
* {{cita libro|curatore=Giuseppe Franco Viviani|titolo=Verona 1908 arriva il tram elettrico |città=Verona|editore=Associazione Filatelica Scaligera|anno=2008|cid=Viviani}}
* {{cita libro |autore=[[David Watkin]]|titolo= Storia dell'architettura occidentale |città=Bologna |editore=Zanichelli|anno=2016|isbn=978-88-08-62114-6|cid=Watkin |sbn=TO10014602}}
{{Div col end}}
 
== Voci correlate ==
* [[Diocesi diCucina Veronaveronese]]
* [[Monumenti di Verona]]
* [[Sistema difensivo di Verona]]
* [[Storia di Verona]]
* [[Urbanistica di Verona]]
* [[Verona austriaca]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|nwikt=Categoria:Verona|commonsn=CategoryCategoria:Verona|wikt}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
{{Dmoz|/World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Veneto/Provincia_di_Verona/Località/Verona/|Verona}}
 
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
*[http://www.verona.net/ Pro Loco di Verona]
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
*[http://www.meteoverona.it/ Archivio meteorologico veronese]
{{Comuni della provincia di Verona}}
*[http://www.veronafiere.it Veronafiere]
{{Città romane della Regio X Venetia et Histria}}
*[http://www.vr.camcom.it/ Camera di commercio di Verona]
{{Via Postumia}}
*[http://www.univr.it/jsp/default.jsp Università degli studi di Verona]
{{Via Claudia Augusta}}
*[http://www.veronafortificata.it/ Portale sulle mura di Verona]
{{Via Gallica}}
*[http://www.aeroportoverona.it/ Aeroporto di Verona-Villafranca]
{{Controllo di autorità}}
*[http://www.atv.verona.it/ Azienda trasporti Verona]
{{portale|Patrimoni dell'umanità|Veneto|Verona}}
*[http://www.arena.it/ Fondazione Arena di Verona]
*[http://www.estateteatraleveronese.it/ Estate teatrale veronese]
*[http://www.schermidamore.it/nqcontent.cfm?a_id=5891&amp;tt=schermiamore&CFID=2699964&CFTOKEN=71123664 Schermi d'amore]
*[http://www.tocati.it/ Tocatì Verona]
 
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Verona/3|arg=Italia|arg2=|giorno=6|mese=novembre|anno=2014}}
{{Verona}}
{{portale|Veneto}}
{{Provincia di Verona}}
{{Patrimoni Unesco Ita}}
 
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[[Categoria:Comuni della provincia di Verona]]
[[Categoria:Comuni del Veneto]]
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[[Categoria:Patrimoni dell'umanità in Italia]]
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