Operazione Sostegno Risoluto: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo = operazioneOperazione militare
|Nome del conflitto = Operazione Sostegno Risoluto
|Parte_di = [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)]]
|Immagine = Resolute Support.svg
|Larghezzaimmagine = <!-- <=300px -->
|Didascalia = Logo dell'Operazioneoperazione ''Sostegno Risoluto''
|Data = 1º gennaio 2015 - 12 luglio 2021
|Luogo = [[Afghanistan]]
|Casus =
|Esito = Fallimento della NATO
|Mutamenti_territoriali =
|Schieramento1 = {{bandiera|NATO}} [[NATO]]
* {{simbolo|Coat of arms of Headquarters, Allied Forces Central Europe.svg}} [[Allied Joint Force Command Brunssum]]
|Schieramento2 = {{simbolo|Flag of Taliban.svg|20|bordo}} [[Talebani]]
|Comandante1 = {{Bandiera|ITA}} [[Nicola Zanelli]]
|Comandante2 =
|Effettivi1 =
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|Note =
}}
'''Operazione Sostegno Risoluto''' (in [[Lingua inglese|inglese]]: ''Resolute Support Mission'') è il nome dell'[[operazione militare]] guidata dalla [[NATO]] in [[Afghanistan]] cominciata il 1º gennaio [[2015]] dopo la fine della precedente missione [[International Security Assistance Force]] (ISAF)<ref>{{cita web|url=http://it.euronews.com/2014/12/28/afghanistan-dopo-13-anni-si-conclude-la-missione-isaf/|titolo=Afghanistan, dopo 13 anni si conclude la missione ISAF|editore=euronews|data=28 dicembre 2014|accesso=6 gennaio 2015}}</ref>. A seguito dell'[[accordo di Doha del 2020]], nell'aprile 2021 fu annunciato che il 1º maggio 2021 sarebbe iniziato il ritiro dall'Afghanistan delle truppe statunitensi e della NATO<ref name=jointforces>{{cita web|url= https://www.joint-forces.com/world-news/42637-nato-resolute-support-mission-is-ending |titolo= NATO RESOLUTE SUPPORT MISSION IS ENDING |data= 14 aprile 2021 |accesso=26 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>, e l'Operazioneoperazione Sostegno Risoluto ebbe fine formalmente il 12 luglio 2021, quando venne ammainata la bandiera della missione con la chiusura e l'evacuazione della base aerea statunitense di [[Bagram]]<ref name=politico>{{cita web|url= https://www.politico.com/news/magazine/2021/07/16/scott-miller-general-afghanistan-profile-499490 |titolo= The Last Commander |data= 16 luglio 2021 |accesso=26 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>.
 
==Storia==
Nel giugno [[2014]] fu approvato il piano della missione ''Sostegno Risoluto'' dai ministri degli esteri dei paesi[[Stati membri della [[OrganizzazioneNATO|Paesi delmembri Trattatodella dell'Atlantico del Nord|NATO]]<ref>{{cita web|http://www.afghanwarnews.info/resolute-support.htm |titolo= Resolute Support |lingua= en }}</ref>. Il piano venne approvato con il successivo ''[[Status of Forces Agreement]] (SOFA)'', firmato il 30 settembre 2014 dal Presidentepresidente della Repubblica dell'[[Afghanistan]] [[Ashraf Ghani]] e dall'Altoalto rappresentante civile della NATO (''NATO Senior Civilian Representative'') in [[Afghanistan]] Maurits Jochems. Il [[Status of Forces Agreement|SOFA]], ratificato dal parlamento nazionale afghano il 27 dicembre 2014, fu adottato all'unanimità dal [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] con la risoluzione 2189 che autorizzò l'avvio di una nuova missione in Afghanistan. Il 28 dicembre 2014 ebbe fine la missione [[International Security Assistance Force|ISAF]] e il 1º gennaio 2015 iniziò la missione Resolute Support<ref name=nato060115>{{cita web|url=http://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_113694.htm?selectedLocale=en|titolo=NATO-led Resolute Support Mission in Afghanistan|editore=NATO|data=6 gennaio 2015|accesso=6 gennaio 2015 |lingua= en }}</ref>.
 
Nel dicembre 2015, i ministri degli Esteri dei Paesi NATO e degli altri Paesi che avevano aderito alla missione concordarono di mantenere il supporto alla missione stessa anche nel 2016. Nel maggio del 2016 i ministri annunciarono il proseguimento della missione anche dopo il 2016, decisione che venne confermata nel summit dei Paesi NATO tenutosi a Varsavia nel luglio successivo. Nel novembre 2017, i ministri della Difesa dei suddetti Paesi stabilirono che il numero totale delle truppe impiegate nella missione sarebbe passato dalle circa {{formatnum:13000}} unità a circa {{formatnum:16000}}<ref name=nato060115/>.
 
L'[[accordo di Doha (2020)|accordo di Doha del 29 febbraio 2020]] concluso tra i [[talebani]] e gli [[Stati Uniti d'America]] durante la [[Prima presidenza di Donald Trump|presidenza di Donald Trump]]<ref>{{cita web|https://www.repubblica.it/esteri/2020/09/12/news/afghanistan_governo_e_talebani_a_doha_per_gli_storici_trattati_di_pace-267021733/|Afghanistan, al via a Doha gli storici negoziati di pace Kabul-Talebani}}</ref><ref>{{cita web|https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Firmato-a-Dohaaccordo-di-pace-tra-Stati-Uniti-e-talebani-195187b6-360b-400a-b031-ab4a9bf4523b.html|Firmato a Doha l'accordo di pace tra Stati Uniti e talebani. Trump: "Li incontrerò presto"}}</ref> fu un [[accordo di pace]] per porre fine al [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|conflitto armato in Afghanistan]] in corso dal [[2001]] e dispose il ritiro delle forze armate statunitensi dal Paese entro 14 mesi<ref>{{cita web|https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/lafghanistan-un-anno-dallaccordo-di-doha-29496|L’Afghanistan a un anno dall’accordo di Doha}}</ref><ref>{{cita web|https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/afghanistan-storico-accordo-tra-gli-usa-e-i-talebani-le-truppe-americane-via-dal-paese-entro-14-mesi_15506002-202002a.shtml|Afghanistan, storico accordo tra gli Usa e i talebani: le truppe americane via dal Paese entro 14 mesi}}</ref> al 2021 e dispose il ritiro delle forze armate statunitensi dal Paese entro il 31 agosto del 2021<ref>{{cita web|https://tg24.sky.it/mondo/2021/08/16/afghanistan-biden-ritiro-usa|Afghanistan, così il ritiro Usa si è trasformato in una disfatta per Biden (e non solo)}}</ref><ref>{{cita web|https://www.open.online/2021/08/14/usa-afghanistan-biden-ritiro-truppe-non-ha-senso-restare/|Kabul addio. Biden: «Non ha più senso restare se l’esercito afghano non può o non vuole tenere il suo Paese»}}</ref>. Nell'aprile 2021, i ministri del Consiglio Atlantico della NATO emisero un comunicato nel quale annunciarono che il ritiro dall'Afghanistan delle forze NATO della missione Sostegno Risoluto avrebbe avuto inizio il 1º maggio 2021<ref name=nato060115/> e si sarebbe concluso nel giro di alcuni mesi in modo ordinato e coordinato. Nel documento si leggeva che la NATO avrebbe continuato il suo impegno anche dopo il ritiro per promuovere la pace, la sicurezza e per difendere i progressi registrati negli ultimi 20 anni nel Paese<ref name=jointforces/>. QuelloSempre stessoin meseaprile il presidente statunitense [[Joe Biden]] ordinò che il ritiro delle truppe USA fosse completato entro l'11 settembre 2021<ref>{{cita nameweb|url=jointforces https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document.html?reference=EPRS_ATA(2021)696169 |titolo= US and NATO leave Afghanistan: What next? |lingua= en }}</ref>.
 
Sempre inIn maggio ebbe inizio l'[[Offensiva talebana del 2021|offensiva scatenata dai talebani]] per riprendere il controllo del Paese, che fu rivolta contro le forze regolari afghane e non fermò il ritiro delle forze NATO. L'8 luglio, con l'avanzata telebana che si faceva sempre più allarmante, Biden annunciò che il ritiro delle truppe statunitensi si sarebbe concluso entro il 31 agosto 2021, anziché l'11 settembre<ref>{{cita web|url= https://www.usatoday.com/story/news/politics/2021/07/08/biden-says-u-s-withdrawal-afghanistan-conclude-august-31/7900297002/ |titolo= Biden says US will complete pullout from Afghanistan by Aug. 31 |data= 8 luglio 2021 |accesso= 1º settembre 2021 |lingua= en }}</ref>. Il 12 luglio fu completata l'evacuazione della [[base aerea di Bagram]], la maggiore base aerea statunitense in Afghanistan, dove il comandante dell'Operazione Sostegno Risoluto, il generale statunitense Austin S. Miller, fece ammainare la bandiera della missione, ponendo formalemnteformalmente fine alla missione stessa<ref name=politico/>. Quello stesso giorno Miller diede le dimissioni da comandante delle forze statunitensi e della NATO e il suo posto alla guida delle forze USA fu preso dal generale Frank McKenzie, con l'incarico di presiedere al ritiro degli ultimi connazionali ancora presenti in Afghanistan<ref name=nbcnews>{{cita web|url= https://www.nbcnews.com/politics/national-security/commander-u-s-nato-forces-afghanistan-stepping-down-n1273665 |titolo= Commander of U.S., NATO forces in Afghanistan steps down |data= 12 luglio 2021 |accesso= 26 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>.
 
L'esercito regolare afghano, privo del supporto militare diretto della NATO, non seppe fronteggiare l'offensiva e si arrese ai talebani, che il 15 agosto 2021 [[caduta di Kabul (2021)|entrarono trionfalmente a Kabul]], poco dopo che il governo e il presidente della repubblica [[Ashraf Ghani]] si erano dati alla fuga<ref>{{cita web|url= https://www.aljazeera.com/opinions/2021/8/17/the-collapse-of-afghan-military-we-have-seen-this-movie-before |titolo= The collapse of Afghan military: We’ve seen this movie before |data= 17 agosto 2021 |accesso= 28 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>. Ebbe così inizio l'ultima fase dell'evacuazione delle truppe e dei cittadini dei paesi della NATO, del personale di molte ambasciate e consolati e di molti degli afghani che volevano abbandonare il Paese, in particolare quelli che avevano collaborato con i progetti della NATO. A questo scopo fu organizzato da molti paesi un ponte aereo e in quei giorni all'aeroporto della capitale afghana vi furono momenti particolarmente drammatici.<ref name=repubblica2708>{{cita web|url= https://www.repubblica.it/esteri/2021/08/27/news/afghanistan_-315476989/?ref=RHTP-BH-I315341596-P3-S4-T1 |titolo= Afghanistan, il bilancio del duplice attentato all'aeroporto sale a 170 morti |data= 27 agosto 2021 |accesso= 27 agosto 2021 }}</ref> Gli afghani determinati a opporsi al volere dei talebani formarono la [[resistenza del Panjshir|resistenza anti-talebana]] e si arroccarono nella seclusa [[Valle del Panjshir]], già roccaforte dei ribelli contro il governo talebano tra il 1996 e il 2001. Tra quanti confluirono nella valle vi furono diversi militari dell'esercito regolare afghano, che arrivarono con le proprie armi, e il vice del deposto presidente Ghani [[Amrullah Saleh]], che in quei giorni si autoproclamò presidente ''[[ad interim]]'' del Paese<ref name=aljazeera>{{Cita web |titolo= Explainer: Panjshir – Afghanistan’s valley of resistance |data= 23 agosto 2021 |url= https://www.aljazeera.com/news/2021/8/23/explainer-afghanistans-panjshir-valley |accesso= 24 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>.
 
L'ultimo aereo dell'evacuazione lasciò Kabul il 30 agosto e le milizie talebane, che si erano assicurate il controllo e la continuazione dei servizi di banche, ospedali e dell'apparato statale, fecero chiudere temporaneamente l'aeroporto. Erano state oltre {{formatnum:123000}} le persone evacuate dopo la caduta di Kabul, ma decine di migliaia di afghani che temevano le rappresaglie dei talebani non erano riusciti a lasciare il Paese e molti di essi si ammassarono ai valichi di frontiera in attesa di essere ammessi nei Paesi vicini. I talebani dichiararono un'amnistia per i cittadini che avevano lavorato con gli stranieri nei 20 anni di guerra, ma analoghe promesse erano state disattese quando 25 anni prima avevano preso il potere per la prima volta e una larga parte della popolazione non si fidava. Fu stimato che fino a mezzo milione di afghani avrebbero cercato di fuggire. Erano rimasti in Afghanistan anche statunitensi e loro alleati dopo la fine dell'evacuazione<ref name=reuters3008>{{Cita web |titolo= With Kabul airport closed, fearful Afghans rush for the border |url= https://www.reuters.com/world/india/rockets-fired-kabul-airport-us-troops-race-complete-evacuation-2021-08-30/ |data= 30 agosto 2021 |accesso= 1º settembre 2021 |lingua= en }}</ref>.
 
Molti degli afghani determinati a opporsi al volere dei talebani formarono la [[resistenza del Panjshir|resistenza anti-talebana]] e si arroccarono nella seclusa [[Valle del Panjshir]], già roccaforte dei ribelli contro il governo talebano tra il 1996 e il 2001. Tra quanti confluirono nella valle vi furono diversi militari dell'esercito regolare afghano, che arrivarono con le proprie armi, e il vice del deposto presidente Ghani [[Amrullah Saleh]], che in quei giorni si autoproclamò presidente ''[[ad interim]]'' del Paese<ref name=aljazeera>{{Cita web |titolo= Explainer: Panjshir – Afghanistan’s valley of resistance |data= 23 agosto 2021 |url= https://www.aljazeera.com/news/2021/8/23/explainer-afghanistans-panjshir-valley |accesso= 24 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>. I talebani fecero sapere di aver circondato con le proprie truppe la provincia in cui si erano asserragliati i ribelli e i primi scontri si ebbero il 3 settembre<ref name=reuters3008/><ref>{{Cita web |titolo= Afghanistan resistance fighters clash with Taliban in Panjshir valley |data= 3 settembre 2021 |url= https://www.theguardian.com/world/2021/sep/03/afghanistan-resistance-fighters-clash-with-taliban-in-panjshir-valley |accesso= 3 settembre 2021 |lingua= en }}</ref>.
 
==Obiettivo==
La missione Resolute Support arrivò a impiegare nel 2017 poco più di {{formatnum:16000}} militari provenienti da 41 Paesi alleati e partner della [[NATO]]<ref name=nato060115/>; si differenziò sensibilmente dalla precedente missione ISAF, che era arrivata a impiegare più di {{formatnum:130000}} soldati di 51 Paesi<ref>{{cita web|url= https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_69366.htm |titolo= ISAF's mission in Afghanistan (2001-2014) (Archived) |data= 19 agosto 2021 |accesso=28 agosto 2021 |lingua=en }}</ref>.
 
Lo scopo della missione era quello di contribuire all'addestramento, assistenza e consulenza in favore delle istituzioni e delle [[Afganistan#Forze armate e di polizia|forze di sicurezza afgane]], al fine di creare le condizioni per la formazione di uno stato di diritto, di istituzioni credibili e trasparenti e, soprattutto, di forze di sicurezza autonome e ben equipaggiate, in grado di assumersi autonomamente il compito di garantire la sicurezza del paese e dei propri cittadini<ref name=nato060115/>.
 
A differenza della missione ISAF, i militari di Resolute Support non erano coinvolti in azioni di combattimento<ref>{{cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ritiro-missione-isaf-afghanistan-onu-e06eac9b-6f09-4784-97f1-d31319688c6e.html?refresh_ce|titolo=Missione ISAF in Afghanistan, il giorno dell'addio: un Paese in ginocchio e ancora senza governo|editore=RaiNews|data=28 dicembre 2014|accesso=6 gennaio 2015}}</ref>, benché nel novembre 2014, secondo quanto riportato dal [[New York Times]], il [[Presidente degli Stati Uniti d'America]] [[Barack Obama]] avrebbe autorizzato le truppe americane a partecipare attivamente nei combattimenti in caso di minaccia diretta da parte dei [[talebani]]<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/22/news/obama_afghanistan-101191681/|titolo=Afghanistan, Obama proroga 'Enduring Freedom': ancora un anno di truppe in missione|editore=LaRepubblica|data=22 novembre 2014|accesso=18 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2014/11/22/us/politics/in-secret-obama-extends-us-role-in-afghan-combat.html?_r=0|titolo=In a Shift, Obama Extends U.S. Role in Afghan Combat|editore=New York Times|data=21 novembre 2014|accesso=18 gennaio 2015}}</ref>. Il quartiere generale della missione era situato al Camp RS di [[Kabul]] e i comandanti dell'operazione furono i seguenti [[generale|generali]] [[Stati Uniti d'America|statunitensi]], dai quali dipendevano i quattro comandi di Mazar-e-Sharif (nord), Herat (ovest), Kandahar (sud) e Laghman (est):
# John F. Campbell, dal 28 dicembre 2014 al 2 marzo 2016<ref>{{cita web|url= https://www.defense.gov/Explore/News/Article/Article/694949/former-resolute-support-commander-leaders-heeded-advice/ |titolo= Former Resolute Support Commander: Leaders Heeded Advice |data= 16 marzo 2016 |accesso=27 agosto 2021}}</ref>.
# John W. Nicholson Jr., dal 2 marzo 2016 al 2 settembre 2018<ref>{{cita web|url=https://rs.nato.int/about-us/leadership/resolute-support-headquarters/rsm-commander.aspx|titolo=Resolute Support Mission Commander|editore=rs.nato.int|accesso=4 febbraio 2019|dataarchivio=11 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180811132627/https://rs.nato.int/about-us/leadership/resolute-support-headquarters/rsm-commander.aspx|urlmorto=sì}}</ref>.
# Austin S. Miller, dal 2 settembre 2018 al 12 luglio 2021<ref name=nbcnews>{{cita web|url= https://www.nbcnews.com/politics/national-security/commander-u-s-nato-forces-afghanistan-stepping-down-n1273665 |titolo= Commander of U.S., NATO forces in Afghanistan steps down |data= 12 luglio 2021 |accesso= 26 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>.
Il 12 luglio 2021 il comando delle forze statunitensi passò al generale Kenneth F. McKenzie Jr., con l'incarico di portare a termine l'evacuazione di militari e personale statunitensi e afghani legati alla missione statunitense.<ref name=nbcnews/>
 
L'Italia garantì alla [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] e alla Repubblica dell'[[Afghanistan]] il proprio supporto e partecipò con un contingente militare dislocato a [[Herat]] presso il [[Train Advise Assist Command West]] (TAAC-W), nell'ovest del paese. Inoltre personale di stanza a [[Kabul]] ricoprì prevalentemente incarichi di staff presso il quartier generale di Resolute Support (RS HQ) e nell'alveo dei comandi di vertice della missione RS, garantendo la funzionalità del comando e controllo in ambito multinazionale e il supporto a ministeri, comandi e scuole di addestramento afghani ubicati nella capitale.
La componente principale delle forze nazionali era costituita da personale dell'[[Esercito Italiano]] proveniente dalla [[Brigata aeromobile "Friuli"|Brigata Aeromobile "Friuli"]], con un significativo contributo di personale e mezzi della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]], [[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]], [[Guardia di Finanza]] e [[Arma dei Carabinieri]]<ref>{{cita web|url= https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/AfghanistanRS/Pagine/Contributonazionale.aspx |titolo= Operazioni Militari, Afghanistan, Resolute Support|editore=difesa.it}}</ref>. Tra i comandanti della missione italiana (''Senior National Representative, IT-SNR'') vi furono i generali dell'[[Esercito Italiano]] [[Salvatore Camporeale]] e [[Nicola Zanelli]] che rivestirono anche l'incarico di vice-comandante (''Deputy Commander'') della missione Sostegno Risoluto<ref>{{cita web|url=https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/afghanistan-generale-camporeale-nuovo-vicecomandante-rs.aspx|titolo=Afghanistan: Generale Camporeale nuovo Vicecomandante di RS }}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.reggioreport.it/2021/07/missione-conclusa-il-ritorno-del-generale-zanelli-deputy-commander-a-kabulha-coordinato-36-paesi-con-lui-il-maggiore-bertoli-aiutante-di-campo/ |titolo= Missione conclusa: il ritorno del generale Zanelli , Deputy Commander a Kabul |data= 4 luglio 2021 }}</ref>.
 
==Paesi contributori==
A dicembre 2018 risultavano 16.910{{formatnum:16910}} i militari presenti in Afghanistan, provenienti da 41 Paesi contributori. Gli [[Stati Uniti d'America]] avevano il maggior numero di militari (8.475{{formatnum:8475}}), seguiti da [[Germania]] (1.300{{formatnum:1300}}), [[Regno Unito]] (1.100{{formatnum:1100}}), [[Italia]] (895), [[Georgia]] (870) e [[Romania]] (693).
 
===Italia===
[[File:Italian Army patrol near Herat in Afghanistan 2019.jpg|thumb|Reparti del contingente italiano nell'area di [[Herat]] nel 2019]]
L'area di responsabilità italiana in cui operava il TAAC-W era un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il [[Nord Italia]]) che comprendeva le quattro province di [[provincia di Herat|Herat]], [[Badghis]], [[Ghowr|Ghor]] e [[provincia di Farah|Farah]]. Nel 2015 l'Italia assunse il comando della [[provincia di Herat]].<ref>{{cita web|https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/AfghanistanRS/notizie_teatro/Pagine/Italia_responsabilita_Forward_Support.aspx |Afghanistan: all’Italia la responsabilità della Forward Support Base di Herat }}</ref> La missione italiana di Sostegno Risoluto ebbe formalmente fine l'8 giugno 2021 con l'ammainabandiera a CampCampo Arena, la base italiana a Herat. Le rimanenti forze italiane presenti furono quindi impiegate per l'evacuazione dall'Afghanistan degli italiani e degli afghani che avevano collaborato con la missione italiana,<ref>{{cita web|url= https://www.ilgiorno.it/mondo/afghanistan-missione-italiana-1.6696820 |titolo= La missione italiana in Afghanistan: 53 morti e 700 feriti in 20 anni |data= 14 agosto 2021 |accesso= 26 agosto 2021 }}</ref> evacuazione che ebbe fine il 27 agosto successivo.<ref name=repubblica2708/>
 
====TAAC-W====
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==Voci correlate==
* [[Guerra in Afghanistan (2001-in corso2021)]]
* [[International Security Assistance Force]]
* [[Operazione Libertà Duratura]]
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==Collegamenti esterni==
* {{cita web | 1 = http://www.rs.nato.int/ | 2 = Sito Ufficiale della Missione Resolute Support | accesso = 18 gennaio 2015 | dataarchivio = 7 luglio 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160707142737/http://www.rs.nato.int/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.difesa.it/|Sito Ufficiale dello Stato Maggiore della Difesa}}
* {{cita web | 1url = http://www.esercito.difesa.it/ | 2titolo = Sito Ufficiale dello Stato Maggiore dell'Esercito | accesso = 4 febbraio 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170716205703/http://www.esercito.difesa.it/ | dataarchivio = 16 luglio 2017 | urlmorto = sì }}
 
{{Guerra al terrorismo}}
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[[Categoria:Missioni NATO]]
[[Categoria:Kabul]]
[[Categoria:Operazioni militari]]
[[Categoria:Missioni militari italiane all'estero]]