Operazione Sostegno Risoluto: differenze tra le versioni
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|Tipo =
|Nome del conflitto = Operazione Sostegno Risoluto
|Parte_di = [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)]]
|Immagine = Resolute Support.svg
|Larghezzaimmagine = <!-- <=300px -->
|Didascalia = Logo dell'
|Data = 1º gennaio 2015 - 12 luglio 2021
|Luogo = [[Afghanistan]]
|Casus =
|Esito = Fallimento della NATO
|Mutamenti_territoriali =
|Schieramento1 = {{bandiera|NATO}} [[NATO]]
* {{simbolo|Coat of arms of Headquarters, Allied Forces Central Europe.svg}} [[Allied Joint Force Command Brunssum]]
|Schieramento2 = {{simbolo|Flag of Taliban.svg|20|bordo}} [[Talebani]]
|Comandante1 = {{Bandiera|ITA}} [[Nicola Zanelli]]
|Comandante2 =
|Effettivi1 =
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|Note =
}}
'''Operazione Sostegno Risoluto''' (in [[Lingua inglese|inglese]]: ''Resolute Support Mission'') è il nome dell'[[operazione militare]] guidata dalla [[NATO]] in [[Afghanistan]] cominciata il 1º gennaio [[2015]] dopo la fine della precedente missione [[International Security Assistance Force]] (ISAF)<ref>{{cita web|url=http://it.euronews.com/2014/12/28/afghanistan-dopo-13-anni-si-conclude-la-missione-isaf/|titolo=Afghanistan, dopo 13 anni si conclude la missione ISAF|editore=euronews|data=28 dicembre 2014|accesso=6 gennaio 2015}}</ref>. A seguito dell'[[accordo di Doha del 2020]], nell'aprile 2021 fu annunciato che il 1º maggio 2021 sarebbe iniziato il ritiro dall'Afghanistan delle truppe statunitensi e della NATO<ref name=jointforces>{{cita web|url= https://www.joint-forces.com/world-news/42637-nato-resolute-support-mission-is-ending |titolo= NATO RESOLUTE SUPPORT MISSION IS ENDING |data= 14 aprile 2021 |accesso=26 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>, e l'
==Storia==
Nel giugno [[2014]] fu approvato il piano della missione ''Sostegno Risoluto'' dai ministri degli esteri dei
Nel dicembre 2015, i ministri degli Esteri dei Paesi NATO e degli altri Paesi che avevano aderito alla missione concordarono di mantenere il supporto alla missione stessa anche nel 2016. Nel maggio del 2016 i ministri annunciarono il proseguimento della missione anche dopo il 2016, decisione che venne confermata nel summit dei Paesi NATO tenutosi a Varsavia nel luglio successivo. Nel novembre 2017, i ministri della Difesa dei suddetti Paesi stabilirono che il numero totale delle truppe impiegate nella missione sarebbe passato dalle circa {{formatnum:13000}} unità a circa {{formatnum:16000}}<ref name=nato060115/>.
L'[[accordo di Doha (2020)|accordo di Doha del 29 febbraio 2020]] concluso tra i [[talebani]] e gli [[Stati Uniti d'America]] durante la [[Prima presidenza di Donald Trump|presidenza di Donald Trump]]<ref>{{cita web|https://www.repubblica.it/esteri/2020/09/12/news/afghanistan_governo_e_talebani_a_doha_per_gli_storici_trattati_di_pace-267021733/|Afghanistan, al via a Doha gli storici negoziati di pace Kabul-Talebani}}</ref><ref>{{cita web|https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Firmato-a-Dohaaccordo-di-pace-tra-Stati-Uniti-e-talebani-195187b6-360b-400a-b031-ab4a9bf4523b.html|Firmato a Doha l'accordo di pace tra Stati Uniti e talebani. Trump: "Li incontrerò presto"}}</ref> fu un [[accordo di pace]] per porre fine al [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|conflitto armato in Afghanistan
L'esercito regolare afghano, privo del supporto militare diretto della NATO, non seppe fronteggiare l'offensiva e si arrese ai talebani, che il 15 agosto 2021 [[caduta di Kabul (2021)|entrarono trionfalmente a Kabul]], poco dopo che il governo e il presidente della repubblica [[Ashraf Ghani]] si erano dati alla fuga<ref>{{cita web|url= https://www.aljazeera.com/opinions/2021/8/17/the-collapse-of-afghan-military-we-have-seen-this-movie-before |titolo= The collapse of Afghan military: We’ve seen this movie before |data= 17 agosto 2021 |accesso= 28 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>. Ebbe così inizio l'ultima fase dell'evacuazione delle truppe e dei cittadini dei paesi della NATO, del personale di molte ambasciate e consolati e di molti degli afghani che volevano abbandonare il Paese, in particolare quelli che avevano collaborato con i progetti della NATO. A questo scopo fu organizzato da molti paesi un ponte aereo e
L'ultimo aereo dell'evacuazione lasciò Kabul il 30 agosto e le milizie talebane, che si erano assicurate il controllo e la continuazione dei servizi di banche, ospedali e dell'apparato statale, fecero chiudere temporaneamente l'aeroporto. Erano state oltre {{formatnum:123000}} le persone evacuate dopo la caduta di Kabul, ma decine di migliaia di afghani che temevano le rappresaglie dei talebani non erano riusciti a lasciare il Paese e molti di essi si ammassarono ai valichi di frontiera in attesa di essere ammessi nei Paesi vicini. I talebani dichiararono un'amnistia per i cittadini che avevano lavorato con gli stranieri nei 20 anni di guerra, ma analoghe promesse erano state disattese quando 25 anni prima avevano preso il potere per la prima volta e una larga parte della popolazione non si fidava. Fu stimato che fino a mezzo milione di afghani avrebbero cercato di fuggire. Erano rimasti in Afghanistan anche statunitensi e loro alleati dopo la fine dell'evacuazione<ref name=reuters3008>{{Cita web |titolo= With Kabul airport closed, fearful Afghans rush for the border |url= https://www.reuters.com/world/india/rockets-fired-kabul-airport-us-troops-race-complete-evacuation-2021-08-30/ |data= 30 agosto 2021 |accesso= 1º settembre 2021 |lingua= en }}</ref>.
Molti degli afghani determinati a opporsi al volere dei talebani formarono la [[resistenza del Panjshir|resistenza anti-talebana]] e si arroccarono nella seclusa [[Valle del Panjshir]], già roccaforte dei ribelli contro il governo talebano tra il 1996 e il 2001. Tra quanti confluirono nella valle vi furono diversi militari dell'esercito regolare afghano, che arrivarono con le proprie armi, e il vice del deposto presidente Ghani [[Amrullah Saleh]], che in quei giorni si autoproclamò presidente ''[[ad interim]]'' del Paese<ref name=aljazeera>{{Cita web |titolo= Explainer: Panjshir – Afghanistan’s valley of resistance |data= 23 agosto 2021 |url= https://www.aljazeera.com/news/2021/8/23/explainer-afghanistans-panjshir-valley |accesso= 24 agosto 2021 |lingua= en }}</ref>. I talebani fecero sapere di aver circondato con le proprie truppe la provincia in cui si erano asserragliati i ribelli e i primi scontri si ebbero il 3 settembre<ref name=reuters3008/><ref>{{Cita web |titolo= Afghanistan resistance fighters clash with Taliban in Panjshir valley |data= 3 settembre 2021 |url= https://www.theguardian.com/world/2021/sep/03/afghanistan-resistance-fighters-clash-with-taliban-in-panjshir-valley |accesso= 3 settembre 2021 |lingua= en }}</ref>.
==Obiettivo==
La missione Resolute Support arrivò a impiegare nel 2017 poco più di {{formatnum:16000}} militari provenienti da 41 Paesi alleati e partner della [[NATO]]<ref name=nato060115/>; si differenziò sensibilmente dalla precedente missione ISAF, che era arrivata a impiegare più di {{formatnum:130000}} soldati di 51 Paesi<ref>{{cita web|url= https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_69366.htm |titolo= ISAF's mission in Afghanistan (2001-2014) (Archived) |data= 19 agosto 2021 |accesso=28 agosto 2021 |lingua=en }}</ref>.
Lo scopo della missione era quello di contribuire all'addestramento, assistenza e consulenza in favore delle istituzioni e delle [[Afganistan#Forze armate e di polizia|forze di sicurezza afgane]], al fine di creare le condizioni per la formazione di uno stato di diritto, di istituzioni credibili e trasparenti e, soprattutto, di forze di sicurezza autonome e ben equipaggiate, in grado di assumersi autonomamente il compito di garantire la sicurezza del paese e dei propri cittadini<ref name=nato060115/>.
A differenza della missione ISAF, i militari di Resolute Support non erano coinvolti in azioni di combattimento<ref>{{cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ritiro-missione-isaf-afghanistan-onu-e06eac9b-6f09-4784-97f1-d31319688c6e.html?refresh_ce|titolo=Missione ISAF in Afghanistan, il giorno dell'addio: un Paese in ginocchio e ancora senza governo|editore=RaiNews|data=28 dicembre 2014|accesso=6 gennaio 2015}}</ref>, benché nel novembre 2014, secondo quanto riportato dal [[New York Times]], il [[Presidente degli Stati Uniti d'America]] [[Barack Obama]] avrebbe autorizzato le truppe americane a partecipare attivamente nei combattimenti in caso di minaccia diretta da parte dei [[talebani]]<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/22/news/obama_afghanistan-101191681/|titolo=Afghanistan, Obama proroga 'Enduring Freedom': ancora un anno di truppe in missione|editore=LaRepubblica|data=22 novembre 2014|accesso=18 gennaio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2014/11/22/us/politics/in-secret-obama-extends-us-role-in-afghan-combat.html
# John F. Campbell, dal 28 dicembre 2014 al 2 marzo 2016<ref>{{cita web|url= https://www.defense.gov/Explore/News/Article/Article/694949/former-resolute-support-commander-leaders-heeded-advice/ |titolo= Former Resolute Support Commander: Leaders Heeded Advice |data= 16 marzo 2016 |accesso=27 agosto 2021}}</ref>.
# John W. Nicholson Jr., dal 2 marzo 2016 al 2 settembre 2018<ref>{{cita web|url=https://rs.nato.int/about-us/leadership/resolute-support-headquarters/rsm-commander.aspx|titolo=Resolute Support Mission Commander|editore=rs.nato.int|accesso=4 febbraio 2019
# Austin S. Miller, dal 2 settembre 2018 al 12 luglio 2021<ref name=nbcnews
Il 12 luglio 2021 il comando delle forze statunitensi passò al generale Kenneth F. McKenzie Jr., con l'incarico di portare a termine l'evacuazione di militari e personale statunitensi e afghani legati alla missione statunitense.<ref name=nbcnews/>
L'Italia garantì alla [[
La componente principale delle forze nazionali era costituita da personale dell'[[Esercito Italiano]] proveniente dalla [[Brigata aeromobile "Friuli"|Brigata Aeromobile "Friuli"]], con un significativo contributo di personale e mezzi della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]], [[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]], [[Guardia di Finanza]] e [[Arma dei Carabinieri]]<ref>{{cita web|url= https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/AfghanistanRS/Pagine/Contributonazionale.aspx |titolo= Operazioni Militari, Afghanistan, Resolute Support|editore=difesa.it}}</ref>. Tra i comandanti della missione italiana (''Senior National Representative, IT-SNR'') vi furono i generali dell'[[Esercito Italiano]] [[Salvatore Camporeale]] e [[Nicola Zanelli]] che rivestirono anche l'incarico di vice-comandante (''Deputy Commander'') della missione Sostegno Risoluto<ref>{{cita web|url=https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/afghanistan-generale-camporeale-nuovo-vicecomandante-rs.aspx|titolo=Afghanistan: Generale Camporeale nuovo Vicecomandante di RS }}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.reggioreport.it/2021/07/missione-conclusa-il-ritorno-del-generale-zanelli-deputy-commander-a-kabulha-coordinato-36-paesi-con-lui-il-maggiore-bertoli-aiutante-di-campo/ |titolo= Missione conclusa: il ritorno del generale Zanelli , Deputy Commander a Kabul |data= 4 luglio 2021 }}</ref>.
==Paesi contributori==
A dicembre 2018 risultavano
===Italia===
[[File:Italian Army patrol near Herat in Afghanistan 2019.jpg|thumb|Reparti del contingente italiano nell'area di [[Herat]] nel 2019]]
L'area di responsabilità italiana in cui operava il TAAC-W era un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il [[Nord Italia]]) che comprendeva le quattro province di [[provincia di Herat|Herat]], [[Badghis]], [[Ghowr|Ghor]] e [[provincia di Farah|Farah]]. Nel 2015 l'Italia assunse il comando della [[provincia di Herat]].<ref>{{cita web|https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/AfghanistanRS/notizie_teatro/Pagine/Italia_responsabilita_Forward_Support.aspx |Afghanistan: all’Italia la responsabilità della Forward Support Base di Herat }}</ref> La missione italiana di Sostegno Risoluto ebbe formalmente fine l'8 giugno 2021 con l'ammainabandiera a
====TAAC-W====
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==Voci correlate==
* [[Guerra in Afghanistan (2001-
* [[International Security Assistance Force]]
* [[Operazione Libertà Duratura]]
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==Collegamenti esterni==
* {{cita web | 1 = http://www.rs.nato.int/ | 2 = Sito Ufficiale della Missione Resolute Support | accesso = 18 gennaio 2015 | dataarchivio = 7 luglio 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160707142737/http://www.rs.nato.int/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.difesa.it/|Sito Ufficiale dello Stato Maggiore della Difesa}}
* {{cita web |
{{Guerra al terrorismo}}
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[[Categoria:Missioni NATO]]
[[Categoria:Kabul]]
[[Categoria:Missioni militari italiane all'estero]]
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