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Il primo numero aveva come sottotitolo "doctrines, archéologie, beaux-arts, ethnographie" e si presentava come rivista illustrata con il programma di uscire con dieci numeri l'anno. Ne uscirono invece 15 numeri in tutto<ref>L'indice si trova in Conor Joyce, ''Carl Einstein in Documents and His Collaboration with Georges Bataille'', [http://books.google.it/books?id=DcI13KD5CawC&pg=PA249&dq=carl+einstein+in+documents+appendix+ii&hl=it&sa=X&ei=F-xtVM6ZM4GXNrLCgZAG&ved=0CBQQ6AEwAA#v=onepage&q=carl%20einstein%20in%20documents%20appendix%20ii&f=false pp. 249-256].</ref>.
 
L'idea nacque dall'incontro tra Georges Bataille e Pierre d'Espezel al Cabinet des médailles della [[Biblioteca Nazionalenazionale di Francia]] dove lavoravano entrambi. Georges Bataille era considerato un [[numismatico]] promettente e il secondo era nella redazione di diverse riviste specializzate e conosceva Georges Wildenstein, mercante di quadri antichi e finanziatore di avventure surrealiste, che coinvolse a finanziare la rivista.
 
Il nome della rivista fu proposto da Georges Bataille. Pierre d'Espezel gli scrisse: "Il titolo scelto è giustificato quasi solo dal fatto che fornisce documenti sul vostro stato d'animo; che è molto, ma non è abbastanza". Comunque non fu cambiato. Bataille la considerava una "macchina da guerra contro le idee già pronte".
 
Bataille, che era stato alla [[École des chartes]], diede alla raccolta del materiale una direzione nuova: tutti gli elementi contribuiscono a connessioni di pensiero inaspettate: fotografie a volte sorprendenti, taccuini e pagine sparse (di [[Jean-Auguste-Dominique Ingres|Ingres]], [[Eugène Delacroix|Delacroix]], [[Georges Seurat|Seurat]]), riproduzioni (di [[Pablo Picasso|Picasso]], [[Henri Matisse|Matisse]], [[Gaston-Louis Roux]], ecc.) e molte storie e fotografie [[etnografia|etnografiche]], ma anche scritti di [[jazz]], [[numismatica]], [[archeologia]] ecc.
 
Vi si trovano opere di [[Michel Leiris]] (che vi fu da un certo punto segretario di redazione), [[André Masson]], [[Joan Miró]], [[Duke Ellington]], [[Robert Desnos]], [[Henri-Charles Puech]], [[Eli Lotar]], [[Fernand Léger]], [[Juan Gris]], [[Jacques-André Boiffard]], [[Simon Arbellot]], [[André Schaeffner]], [[Marcel Griaule]], [[Georges Monnet]] e altri.
 
È stato scritto che l'unità di intenti di Bataille con [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Ėjzenštejn]] e [[Aby Warburg|Warburg]] risulta evidente<ref name="Gnoli">[[Antonio Gnoli]], recensione a [[Georges Didi-Huberman]], ''L'image surviante. Histoire de l’art et temps des fantômes selon Aby Warburg'', Les Éditions de Minuits'', 2002, in ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], 18 agosto 2002''</ref> considerando che la «pratica del montaggio figurativo, messo in atto da Bataille in tutte le pagine di ''Documents'' ricorda la pratica del montaggio “afasico” delle tavole iconografiche di ''Mnemosyne''»<ref>{{cita web |nome=[[Cecilia Alemani]] |titolo=L'informe: un percorso tra le pagine di Documents |rivista= Itinera|editore=Ministero della'Istruzione, dell'Università e della Ricerca |anno= 2002|url=http://filosofia.dipafilo.unimi.it/itinera/mat/saggi/?ssectitle=Saggi&authorid=alemanic&docid=informe&format=html|accesso=27 marzo 2024 |abstract= }}</ref>, l'atlante di Aby Warburg, e la collaborazione del regista sovietico il quale, pur non essendovi «alcuna traccia evidente (...) fu lui a fare, su richiesta di Bataille e dei suoi amici, un montaggio di immagini».<ref name="Gnoli" />
 
== Edizioni in volume ==
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*[[Minotaure]]
*[[La révolution surréaliste]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{fr}} [httphttps://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hom_0439-4216_1999_num_39_151_453630 Articolo] di Jean Jamin, ''La part maudite de l'ethnographie'' (1999)
 
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