Arcevia: differenze tra le versioni

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|Panorama = Vista_di_Arcevia_-_1.JPG
|Didascalia =
|Gonfalone =
|Bandiera = Arcevia-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Arcevia-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Marche
|Divisione amm grado 2 = Ancona
|Amministratore locale = Dario[[Marisa PerticaroliAbbondanzieri]]
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 2710-56-20192024
|Data istituzione =
|Note superficie =
|Sottodivisioni = [[Avacelli]], Castiglioni, Caudino, Colle Aprico, Costa, [[Castello di Loretello|Loretello]], Magnadorsa, Montale, [[Montefortino (Arcevia)|Montefortino]], [[Nidastore]], Palazzo, [[Piticchio]], Prosano, Ripalta, Rotiglio, [[San Ginesio di Arcevia]], San Giovanni Battista, San Pietro in Musio, [[Sant'Apollinare (Arcevia)|Sant'Apollinare]], Santo Stefano.
|Abitanti = 4345
|Divisioni confinanti = [[Barbara (Italia)|Barbara]], [[Castelleone di Suasa]], [[Genga]], [[Mergo]], [[Montecarotto]], [[Pergola (Italia)|Pergola]] ([[Provincia di Pesaro e Urbino|PU]]), [[Rosora]], [[San Lorenzo in Campo]] (PU), [[Sassoferrato]], [[Serra de' Conti]], [[Serra San Quirico]]
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti = 31-12-2020
|Sottodivisioni = [[Avacelli]], Castiglioni, Caudino, Colle Aprico, Costa, [[Castello di Loretello|Loretello]], Magnadorsa, Montale, [[Montefortino (Arcevia)|Montefortino]], [[Nidastore]], Palazzo, [[Piticchio]], Prosano, Ripalta, [[San Ginesio di Arcevia]], San Giovanni Battista, San Pietro in Musio, [[Sant'Apollinare (Arcevia)|Sant'Apollinare]], Santo Stefano.
|Divisioni confinanti = [[Barbara (Italia)|Barbara]], [[Castelleone di Suasa]], [[Genga]], [[Mergo]], [[Montecarotto]], [[Pergola (Italia)|Pergola]] (PU), [[Rosora]], [[San Lorenzo in Campo]] (PU), [[Sassoferrato]], [[Serra de' Conti]], [[Serra San Quirico]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2301
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}}
 
'''Arcèvia''' {{IPA|[ar'ʧɛvjaarˈt͡ʃɛvja]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=87487&r=83219|titolo=DOP|accesso=6 marzo 2012|dataarchivio=5 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305013003/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=87487&r=83219|urlmorto=sì}}</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4345Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
 
== Geografia fisica ==
Il territorio del comune di Arcevia giace in parte su una pendice di bassorilievi che si estendono da sud terminando pochi chilometri a nord vicino al confine comunale.
 
ASebbene gran parte del territorio comunale sia ricoperto dalla caratteristica "campagna marchigiana", a sud la cittadina si trova a confinare con i monti della "[[Gola della Rossa]]", bassorilievi appenninici che si estendono per diversi chilometri a meridione anche in altri comuni adiacenti.
 
Si potrebbe definire il comune di Arcevia un primo spartiacque tra la campagna marchigiana, prevalentemente collinare che si estende per molti chilometri nell'entroterra partendo dal mare, e i primi monti a carattere dell'[[Appennino umbro-marchigiano|appeninico umbro-marchigiano]], i quali, invece, cominciano ad attestarsi in modo massiccio oltre il comune di Arcevia procedendo ada ovest verso [[Fabriano]] e [[Sassoferrato]].
 
== Storia ==
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=== Prime attestazioni ===
Rocca Contrada è il nome medievale di Arcevia. Un "''monte de la Rocca"'' è ricordato in un documento del [[1065]], un "''fundo de la Rocca"'' in altro del [[1130]] e una "''Rocha de Contrado"'' nel [[1147]]. Questi sono i documenti più antichi noti che attestano l'esistenza di un insediamento probabilmente già fortificato, comunque identificato da una rocca o fortezza, compreso nel comitato di [[Senigallia]], posto sulla sommità del Sasso Cischiano, sulle ultime propaggini dell'[[Appennino umbro-marchigiano|Appennino marchigiano]]. L'atto del 1147 è di particolare interesse perché fornirebbe con l'appartenenza del castello ada un signore di nome Contrado, forse dal [[Lingue germaniche|germanico]] "''Konrad"'' o dalla contrazione di "''Conte rado"'', la spiegazione del nome composto Rocca Contrada.
 
=== Origini ===
Si può comunque ritenere che il primo nucleo abitativo di Arcevia sia sorto durante le [[invasioni barbariche]], per accogliere fuggitivi dalle devastate città romane, oramai in piena decadenza, di ''[[Suasa]]'', ''[[Ostra antica|Ostra]]'' e ''[[Senigallia|Sena Gallica]]'' l'odierna [[Senigallia]].
 
Durante la [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] questo abitato, per la sua posizione di controllo di importanti vie di comunicazione poste ai margini dei [[Esarcato d'Italia|territori bizantini]], può aver svolto funzioni di presidio militare. Nel suo territorio infatti confinava l'estremo nord del [[Ducato di Spoleto]] con il [[gastaldato]] longobardo di [[Nocera Umbra]] che comprendeva il [[Monte Sant'Angelo (Marche)|Monte Sant'Angelo]], Caudino, Costa e Civitalba. E forse proprio per questa sua posizione strategica Arcevia fu occupata dai [[Franchi]] e donata nel [[754]] da [[Pipino il Breve]] a [[papa Stefano II]], insieme ad altre località. Ai Franchi viene inoltre attribuita, per antica tradizione, l'intitolazione della chiesa arceviese di San Medardo, [[Medardo di Noyon|santo venerato dal quel popolo]], di cui è conservata una preziosa reliquia.
 
=== IlL'origine nuovodel vecchio nome ed il cambiamento ===
Rocca Contrada, così il comune era inizialmente chiamato, poiché erano presenti due fortificazioni nel centro storico: "Rock Contrade"(che diede il nome) ed il "Cassero" (i resti ancora visibili al giardino G.Leopardi), posizionati rispettivamente a est e ovest dell'attuale palazzo comunale. fuFu chiamata ufficialmente Arcevia (pronuncia arcéviaarcèvia), con il titolo di [[città]], con [[lettera apostolica]] del 16 settembre [[1817]] da [[papa Pio VII]]. Il nome trae origine dai termini latini di "''arces"'' e "''via"'', col significato di "luogo fortificato".
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con DCG del 9 giugno 1937.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?994|titolo=Arcevia|accesso=2025-02-20|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{Citazione|Di rosso, al castello turrito d’oro con base dello stesso, chiuso e finestrato di nero; al capo di porpora, a due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Città.}}
La fortezza fa riferimento al precedente nome della località: Rocca Contrada. Il gonfalone concesso era di colore azzurro ma quello attualmente in uso è un drappo di bianco, riccamente decorato con ricami dorati.
 
=== Onorificenze ===
Arcevia è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>[http://www.istitutonastroazzurro.it/istituzionidecoratemedagliabronzovalormilitareistituzionidecoratemedagliabronzovaloremilitare.html Istituto del Nastro Azzurro].</ref>:
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione =
}}
}}<br />{{Onorificenze
|immagine = Corona di cittàCittà Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città
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[[File:Collegiata S. Medardo Arcevia.JPG|thumb|upright|[[Collegiata di San Medardo]]]]
[[File:Porta S. Pietro affresco Arcevia.JPG|thumb|upright|Porta San Pietro, affresco]]
Arcevia è cittàluogo di storiasoggiorno (notissimaestivo conosciuto sin dal [[XVI secolo]]. Arcevia è nota per la sua inespugnabile [[Rocca (fortificazione)|rocca]], la signoria dei [[Chiavelli]], di [[Braccio da Montone]] e [[Francesco Sforza]], ricordata come "Propugnaculum Ecclesiae" ), e città d'arte (per conservareconserva capolavori rinascimentali come il ''[[Polittico di Arcevia|Polittico di San Medardo]]'' e il ''Battesimo di Cristo'' di [[Luca Signorelli]], opere di [[Giovanni della Robbia|Giovanni]], [[Andrea della Robbia|Andrea]] e [[fra Mattia della Robbia]], e tra gli altri di [[Simone Cantarini]], [[Giovanni Battista Salvi]] detto "Il Sassoferrato", [[Claudio Ridolfi]], [[Francesco di Gentile]], [[Gherardo Cibo]], [[Ercole Ramazzani]] e suoi collaboratori, [[Cesare Conti]], il [[Niccolò Pomarancio|Pomarancio]] e F. Silva e ancora [[Edgardo Mannucci]], [[Quirino Ruggeri]], [[Bruno d'Arcevia]], Giuseppe Gigli). Tra le chiese spicca [[chiesa di San Medardo|quella di San Medardo]] (rifatta nel [[1634]]).
Arcevia è luogo ricercato di soggiorno estivo conosciuto e apprezzato sin dal [[XVI secolo|secolo XVI]].
Arcevia è città di storia (notissima per la sua inespugnabile [[Rocca (fortificazione)|rocca]], la signoria dei [[Chiavelli]], di [[Braccio da Montone]] e [[Francesco Sforza]], ricordata come "Propugnaculum Ecclesiae" ) e città d'arte (per conservare capolavori rinascimentali come il ''[[Polittico di Arcevia|Polittico di San Medardo]]'' e il ''Battesimo di Cristo'' di [[Luca Signorelli]], opere di [[Giovanni della Robbia|Giovanni]], [[Andrea della Robbia|Andrea]] e [[fra Mattia della Robbia]], e tra gli altri di [[Simone Cantarini]], [[Giovanni Battista Salvi]] detto "Il Sassoferrato", [[Claudio Ridolfi]], [[Francesco di Gentile]], [[Gherardo Cibo]], [[Ercole Ramazzani]] e suoi collaboratori, [[Cesare Conti]], il [[Niccolò Pomarancio|Pomarancio]] e F. Silva e ancora [[Edgardo Mannucci]], [[Quirino Ruggeri]], [[Bruno d'Arcevia]], Giuseppe Gigli). Tra le chiese spicca [[chiesa di San Medardo|quella di San Medardo]] (rifatta nel [[1634]]).
 
=== Architetture religiose ===
* [[Collegiata di San Medardo]]. È il monumento più importante della cittadina. Costruita nel XVII secolo su edificio medievale, conserva notevoli opere d'arte come i polittici di Luca Signorelli e e ceramiche dei Della Robbia.
* ''Palazzo Comunale''. Già del podestà, venne eretto nel XIII<ref name="Tripadvidor.it">[https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g580226-d12669084-r514443798-Palazzo_Comunale-Arcevia_Province_of_Ancona_Marche.html Tripadvidor.it]</ref> secolo in stile [[Architettura gotica|gotico]]. Lo affianca la torre civica, alta 36 metri<ref name="Tripadvidor.it"/>.
* ''Chiesa di San Francesco''. Sorge lungo corso Mazzini e venne eretta verso il 1275<ref name="arceviaweb.it">{{cita web|url=httphttps://www.arceviaweb.it/arcevia/ccsf/ccsfindex.html|titolo=Sito ufficialeturistico del Comune di Arcevia}}</ref> per i frati [[francescani]]. Venne totalmente ricostruita in stile [[rococò]] nel 1750 dall'architetto e plasticatore Lorenzo Bossi<ref name="arceviaweb.it"/>.
 
=== Architetture civili ===
Nelle frazioni di Arcevia sono presenti nove castelli: [[Nidastore]], [[Castello di Loretello|Loretello]], San Pietro in Musio, Palazzo, [[Piticchio]], Montale, Castiglioni e Avacelli.
* ''Palazzo Comunale''. Già del podestà, venne eretto nel XIII<ref name="Tripadvidor.it">[https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g580226-d12669084-r514443798-Palazzo_Comunale-Arcevia_Province_of_Ancona_Marche.html TripadvidorTripadvisor.it]</ref> secolo in stile [[Architettura gotica|gotico]]. Lo affianca la torre civica, alta 36 metri<ref name="Tripadvidor.it"/>.
* Nelle frazioni di Arcevia sono presenti nove castelli: [[Nidastore]], [[Castello di Loretello|Loretello]], San Pietro in Musio, Palazzo, [[Piticchio]], Montale, Castiglioni e Avacelli.
 
=== Siti archeologici ===
Il territorio di Arcevia è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche, in particolare per la Preistoriapreistoria e Protostoriaprotostoria, dal [[Paleolitico]] all'[[Etàetà del bronzo]] e all'[[età del ferro]].<ref>Gianfranco Paci ''et alii'', pp. 241-243; Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 11-13</ref>
 
* Per il [[Paleolitico superiore]] ([[Gravettiano]] – circa {{formatnum:20000}}-{{formatnum:18500}} anni da oggi) si segnala il '''giacimento di Ponte di Pietra''', una stazione officina per la lavorazione della [[selce]] frequentata periodicamente da gruppi di cacciatori che erano soliti fabbricare qui i loro strumenti. Il ritrovamento di tracce di focolari e di buche di palo fa pensare a capanne di tipo leggero sostenute da piccoli pali di legno e con probabile copertura di pelli che costituivano accampamenti temporanei finalizzati all'approvvigionamento e alla lavorazione della selce. Le attività erano essenzialmente legate alla [[scheggiatura]] della selce e al [[ritocco]] dei manufatti per ricavarne strumenti utilizzati per la [[caccia]] e altri impieghi ad essa connessi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 15-25</ref>
Il territorio di Arcevia è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche, in particolare per la Preistoria e Protostoria, dal [[Paleolitico]] all'[[Età del bronzo]] e all'[[età del ferro]].<ref>Gianfranco Paci ''et alii'', pp. 241-243; Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 11-13</ref>
* A partire dal [[Neolitico]] si assiste alla nascita di villaggi stabili di agricoltori e allevatori, come il caso di '''Cava Giacometti''', un sito che ha conosciuto tre fasi insediative e culturali distinte risalenti al [[Neolitico finale]], all'[[età del rame]] e all'[[età del bronzo]]. La prima fase di occupazione risale al Neolitico finale ed è caratterizzata soprattutto dalla produzione di recipienti in ceramica di uso domestico (pentole, contenitori, scodelle) e da un gran numero di manufatti in selce scheggiata per usi pratici e per la caccia.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 37-40</ref>
* Rappresentativo di un aspetto dell'[[età del rame]] nelle Marche è l''''insediamento di Conelle''' (circa III millennio a.C.), difeso da un fossato artificiale che ne sbarrava l'unico lato non protetto naturalmente. La presenza del fossato creato con finalità difensive e il rinvenimento dei primi esemplari di armi in selce scheggiata (pugnali e punte di lancia) rivelano la rottura delle relazioni pacifiche con le comunità vicine e l'insorgere di crescenti antagonismi generati dall'aumento dei beni da salvaguardare e dalla crescita del potere economico e sociale di alcuni individui o classi di individui. L'economia del villaggio era legata all'agricoltura e all'allevamento, anche se la caccia era ancora notevolmente praticata. Le attività artigianali erano assai diversificate. Ricca la produzione di recipienti in ceramica utilizzati per cuocere e contenere i cibi. La fabbricazione di strumenti in selce scheggiata era indirizzata a diversi scopi, non più esclusivamente pacifici, sia in ambito domestico sia per la caccia e per la guerra. Abbondante anche la produzione di strumenti in pietra levigata specifici per la lavorazione del legno (asce-martello forate) e di manufatti in osso e in corno di cervo che, come i pochi reperti metallici, presuppongono una [[specializzazione del lavoro]] non più confinato all'ambito strettamente domestico, ma ormai di tipo artigianale e specializzato.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 27-35</ref>
* Numerosi i rinvenimenti archeologici relativi all'[[età del Bronzo]] (II millennio a.C.) che mostrano una più intensa occupazione del territorio. All'[[Età del bronzo|età del bronzo finale]] è riferibile '''l'abitato d'altura di Monte Croce Guardia''' (XII-X secolo a.C.) composto da capanne con il fondo scavato nel terreno roccioso, la cui posizione elevata rivela una scelta strategica dovuta ad esigenze difensive.<br />All'interno del villaggio si svolgevano attività produttive e artigianali specializzate. Oltre alla produzione della ceramica si assiste ad uno sviluppo dei manufatti in osso e corno di cervo e alla comparsa di oggetti in bronzo.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 40-45</ref>
* Per l'[[età del ferro]] risulta particolarmente rappresentata la fase finale della civiltà picena grazie alla ricca '''necropoli gallica di Montefortino d'Arcevia''' (metà del IV-inizi del II secolo a.C.) che segna il trapasso alla fase di occupazione romana del territorio. Le tombe, contrassegnate da grosse pietre, erano del tipo a fossa rettangolare scavata nel terreno e contenevano la cassa lignea (della quale si sono conservati solo i chiodi di ferro) con il corpo del defunto. La tipologia e composizione dei corredi consente di definire il sesso e il ruolo sociale dei defunti. Numerosi sono i guerrieri con armi da offesa (spade, lance, giavellotti) e da difesa (elmi) di ferro e di bronzo di tipo celtico. Particolarmente ricche anche le tombe femminili appartenute a donne di rango elevato che si distinguono per la preziosità degli ornamenti in oro. Tra gli elementi di corredo molti sono gli oggetti di importazione dall'Etruria, dall'Italia meridionale e dalla Grecia che confermano la ricchezza di queste comunità celtiche. A breve distanza dalla necropoli sorgeva un luogo di culto in uso dal V secolo a.C. fino all'età romana che ha restituito oggetti votivi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 45-57</ref>
 
==Società==
====[[Paleolitico]]====
===Evoluzione demografica===
Per il [[Paleolitico superiore]] ([[Gravettiano]] – circa 20.000-18.500 anni da oggi) si segnala il giacimento di Ponte di Pietra, una stazione officina per la lavorazione della [[selce]] frequentata periodicamente da gruppi di cacciatori che erano soliti fabbricare qui i loro strumenti.
Secondo i dati Istat dell'ultimo censimento 2021, la popolazione di Arcevia al 1º gennaio ammonta a 4645 individui (2342 femmine e 2303 maschi).{{Demografia/Arcevia}}
 
=== Lingue e dialetti ===
Il ritrovamento di tracce di focolari e di buche di palo fa pensare a capanne di tipo leggero sostenute da piccoli pali di legno e con probabile copertura di pelli che costituivano accampamenti temporanei finalizzati all'approvvigionamento e alla lavorazione della selce.
Il dialetto di Arcevia, a differenza di quello della vicina Pergola, non ha risentito di alcun influsso galloitalico, ma piuttosto costituisce l'estrema propaggine di un cuneo di penetrazione che dall'Umbria si dirige a nord. Pertanto, l'arceviese può essere ascritto ad un'area mista (o "grigia") di confine tra quella anconetana (o marchigiana centro-settentrionale) e quella maceratese-fermana-camerte (o marchigiana centro-meridionale), nonché a quella umbra orientale, e che comprende i comuni limitrofi di [[Sassoferrato]] e [[Fabriano]]. Nel dialetto più arcaico di Arcevia e delle sue frazioni, soprattutto quelle poste sul versante meridionale, compaiono contemporaneamente tre importanti caratteristiche dei dialetti centro-meridionali (va però evidenziato che al giorno d'oggi risultano in tutto o in parte regredite):
 
a) la [[metafonia]], di tipo definibile - seppur erroneamente e solo per ragioni di comodità - come "napoletano", in base a cui per azione di "-u" ed "-i" finali, "é" ed "ó" toniche si chiudono in ''"ì"'' ed ''"ù"'' (''pilo'' "pelo", ''munno'' "mondo"), mentre "è" ed "ò" si dittongano in ''"ié"'' e ''"uó" (tiémpo'' "tempo"'', puórco'' "porco"); essa si differenzia perciò dalla metafonesi presente nella famiglia maceratese-fermana-camerte, che è di tipo "ciociaresco-arpinate", cioè senza dittongamenti, mentre concorda sorprendentemente con quella dell'area ascolana: occorre però chiarire che questa metafonia "napoletana" non può esser certo potuta giungere qui provenendo da Ascoli, ma piuttosto dovrebbe esser penetrata dall'altro versante appenninico, per influsso laziale settentrionale, specie viterbese e antico romanesco (infatti a Roma almeno fino al XVI secolo si diceva ancora ''viecchio, castiello, muorto, cuorpo''); oramai però la dittongazione metafonetica esiste solo tra le generazioni più anziane nel territorio arceviese che si estende verso Sassoferrato, oltre che a Murazzano e Montelago (frazioni di Sassoferrato), a Pierosara (frazione di Fabriano) e a Cerreto d’Esi (localmente detta ''Ciaritu''), in cui dittonga per "e" aperta (''difiéttu'' per "difetto", ''tiémbu'' per "tempo", ecc.), ma è di tipo maceratese per "o" aperta (''faggiólu'' per "fagiolo", ''pócu'' per "poco", ''qué pórti?'' per "che porti?", ''gunfiu come 'n róspu'' per "gonfio come un rospo", ecc.).
Le attività erano essenzialmente legate alla [[scheggiatura]] della selce e al [[ritocco]] dei manufatti per ricavarne strumenti utilizzati per la [[caccia]] e altri impieghi ad essa connessi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 15-25</ref>
 
b) il passaggio da -ND- a -NN- (''quanno'' per "quando"), nonché da -MB- a -MM- (''gamma'' per "gamba") e da -LD- a -LL- (''callo'' per "caldo"): per questi tratti, caratteristici di un po' tutto il dominio centromeridionale italiano, l'area in esame si trova all'estremo confine settentrionale;
====[[Neolitico]]====
A partire dal Neolitico si assiste alla nascita di villaggi stabili di agricoltori e allevatori, come il caso di Cava Giacometti, un sito che ha conosciuto tre fasi insediative e culturali distinte risalenti al [[Neolitico finale]], all'[[età del rame]] e all'[[Età del bronzo]].
 
c) la conversione della ''-i'' finale dei plurali maschili in ''-e.'' Quest'ultimo fenomeno è circoscritto nelle Marche solo ad Arcevia e a Sassoferrato, ma forse nel passato doveva essere vitale pure a Fabriano, mentre risulta più diffuso in Umbria, specie in un'area che comprende [[Assisi]], [[Perugia]], [[Todi]] ed [[Orvieto]]; tale tratto penetra poi fino al sud della [[provincia di Grosseto]] e al viterbese, al punto che un tempo era riscontrabile pure nel dialetto di [[Civitavecchia]] ([[Roma]]): per cui si avrà ''pélo'' al singolare ma ''pìje'' al plurale, ''io metto'', ma ''tu mitte'', ''io vojo, tu vuoe, io béo, tu bìe, ordene, urdene, monte, munte'', ''iére, campe, quije'' "quelli", ecc.
La prima fase di occupazione risale al Neolitico finale ed è caratterizzata soprattutto dalla produzione di recipienti in ceramica di uso domestico (pentole, contenitori, scodelle) e da un gran numero di manufatti in selce scheggiata per usi pratici e per la caccia.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 37-40</ref>
 
Al contrario, il centro in esame e quelli circostanti si trovano all'estremo confine meridionale del fenomeno della lenizione di "-t-" e "-c-" intervocalici: infatti ad Arcevia si ha ''miga, bugo'' per "mica, buco", a [[Sassoferrato]] ''pegora, scortegà, cominciade, venede'' per "pecora, scorticare, cominciate, venite", e a [[Serra San Quirico]] ''frighì'' per "bambini". In realtà bisognerebbe aggiungere che in un'area comprendente Fabriano, e poi nel maceratese [[Cingoli]], [[San Severino Marche]] e [[Camerino]], esistono, o sono esistite, zone in cui la "-t-" dei participi passati in -ato, -uto ed -ito si è dileguata, e ciò dev'essere verosimilmente accaduto dopo che essa ha subito la lenizione, cioè il passaggio a -d-, la quale è divenuta poi spirante: per cui si ha ''magnào'' per "mangiato", ''capìo'' per "capito", ecc.
====[[Età del rame]]====
Rappresentativo di un aspetto dell'età del Rame nelle Marche è l'insediamento di Conelle (circa III millennio a.C.), difeso da un fossato artificiale che ne sbarrava l'unico lato non protetto naturalmente.
 
Secondo il Balducci, tuttavia, il dialetto della moderna Arcevia, essendo sempre più influenzato dall'area jesina, sarebbe ormai da far rientrare in essa, mentre le frazioni arceviesi situate in direzione di Sassoferrato sono maggiormente conservative e pertanto definibili ancora come "fabrianesi".
La presenza del fossato creato con finalità difensive e il rinvenimento dei primi esemplari di armi in selce scheggiata (pugnali e punte di lancia) rivelano la rottura delle relazioni pacifiche con le comunità vicine e l'insorgere di crescenti antagonismi generati dall'aumento dei beni da salvaguardare e dalla crescita del potere economico e sociale di alcuni individui o classi di individui.
 
===Religione===
L'economia del villaggio era legata all'agricoltura e all'allevamento, anche se la caccia era ancora notevolmente praticata.
Per la [[Chiesa cattolica]] la maggior parte del comune appartiene alla [[diocesi di Senigallia]], mentre le parrocchie con sede nelle frazioni di Palazzo e [[Nidastore]] dipendono dalla [[diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola]] e la frazione di [[Avacelli]] è soggetta all'[[arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche]].
Le attività artigianali erano assai diversificate. Ricca la produzione di recipienti in ceramica utilizzati per cuocere e contenere i cibi. La fabbricazione di strumenti in selce scheggiata era indirizzata a diversi scopi, non più esclusivamente pacifici, sia in ambito domestico sia per la caccia e per la guerra.
Abbondante anche la produzione di strumenti in pietra levigata specifici per la lavorazione del legno (asce-martello forate) e di manufatti in osso e in corno di cervo che, come i pochi reperti metallici, presuppongono una [[specializzazione del lavoro]] non più confinato all'ambito strettamente domestico, ma ormai di tipo artigianale e specializzato.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 27-35</ref>
 
====[[Età del bronzo]]====
Numerosi i rinvenimenti archeologici relativi all'età del Bronzo (II millennio a.C.) che mostrano una più intensa occupazione del territorio.
 
All'[[età del Bronzo finale]] è riferibile l'abitato d'altura di Monte Croce Guardia (XII-X secolo a.C.) composto da capanne con il fondo scavato nel terreno roccioso, la cui posizione elevata rivela una scelta strategica dovuta ad esigenze difensive.<br />
All'interno del villaggio si svolgevano attività produttive e artigianali specializzate. Oltre alla produzione della ceramica si assiste ad uno straordinario sviluppo dei manufatti in osso e corno di cervo e alla comparsa di oggetti in bronzo.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 40-45</ref>
 
====[[Età del Ferro]]====
Per l'età del Ferro risulta particolarmente rappresentata la fase finale della civiltà picena grazie alla ricca "necropoli gallica" di Montefortino d'Arcevia (metà del IV-inizi del II secolo a.C.) che segna il trapasso alla fase di occupazione romana del territorio.
Le tombe, contrassegnate da grosse pietre, erano del tipo a fossa rettangolare scavata nel terreno e contenevano la cassa lignea (della quale si sono conservati solo i chiodi di ferro) con il corpo del defunto.
 
La tipologia e composizione dei corredi consente di definire il sesso e il ruolo sociale dei defunti.
Numerosi sono i guerrieri con armi da offesa (spade, lance, giavellotti) e da difesa (elmi) di ferro e di bronzo di tipo celtico.
Particolarmente ricche anche le tombe femminili appartenute a donne di rango elevato che si distinguono per la preziosità degli ornamenti in oro.
Tra gli elementi di corredo molti sono gli oggetti di importazione dall'Etruria, dall'Italia meridionale e dalla Grecia che confermano la ricchezza di queste comunità celtiche.
 
A breve distanza dalla necropoli sorgeva un luogo di culto in uso dal V secolo a.C. fino all'età romana che ha restituito oggetti votivi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 45-57</ref>
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Arcevia}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
Dal [[1984]], Arcevia invia una sua delegazione a [[Tredozio]] ([[Provincia di Forlì-Cesena|FC]]) per partecipare alla ''Disfida dell'Uovo'', nel corso dell'annuale [[gara di scoccetta]] pasquale. Ogni anno, durante l'ultimo fine settimana di settembre, si svolge la ''Festa dell'Uva'', con sfilate di carri allegorici, Palio e stand enogastronomici. Vengono premiati il miglior carro, l'Associazione vincitrice del Palio e il miglior piatto povero tra quelli proposti dalle Associazioni che allestiscono gli stand enogastronomici.
Ogni anno, durante l'ultimo fine settimana di settembre, si svolge la ''Festa dell'Uva'', con sfilate di carri allegorici, Palio e stand enogastronomici. Vengono premiati il miglior carro, l'Associazione vincitrice del Palio e il miglior piatto povero tra quelli proposti dalle Associazioni che allestiscono gli stand enogastronomici.
 
== Cultura ==
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=== Musica ===
Dal 1998 Arcevia ospita ogni estate i Seminari Estivi di Improvvisazione Arcevia Jazz Feast.
Durante gli ultimi giorni del mese di luglio e i primi del mese di agosto, Arcevia si popola di musicisti di ogni età che arrivano da ogni parte d'Italia (e grazie alla cooperazione con il College of Music di Cape Town, dal Sud AfricaSudafrica) per frequentare lezioni con insegnanti internazionali, masterclass, laboratori e ogni sera partecipare a jam session e assistere ai concerti organizzati dall'Associazione Arcevia Jazz Feast, in un'atmosfera amichevole e festosa e nel clima fresco e ventilato del borgo.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|14 aprile [[1988]]|1º luglio 1990|[[1990]]|Marisa Abbondanzieri]]|[[Partito Comunista Italiano]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|2 luglio [[1990]]|23 aprile [[1995]]|Nazzareno Badiali|[[Centro-sinistra]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|24 aprile [[1995]]|13 giugno 1999|[[1999]]|Marisa Abbondanzieri]]|[[Centro-sinistra]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|13 giugno [[2004]]|Silvio Purgatori|[[Lista civica]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[2004]]|7 giugno [[2009]]|Silvio Purgatori|[[Lista civica]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|25 maggio [[2014]]|Andrea Bomprezzi|[[Lista civica|Arcevia città aperta]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|25 maggio [[2014]]|25 maggio [[2019]]|Andrea Bomprezzi|[[Lista civica|Arcevia città aperta]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2019]]|''in9 carica''giugno 2024|Dario Perticaroli|[[Lista civica|Arcevia città futura]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|[[Marisa Abbondanzieri]]|[[Lista civica|Comunità Insieme]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|SloveniaSVN|Ribnica}} dal 10 marzo [[1972]]
* {{Gemellaggio|ItaliaITA|Tredozio}}
 
==Sport==
===Calcio===
La squadra di calcio è l'Avis Arcevia 1964 dai colori sociali biancorossi che milita in [[Seconda Categoria]]. L'Avis Arcevia di calcio a 5 invece gioca in Serie C2 e disputa le proprie partite casalinghe presso la palestra di [[Castelleone di Suasa]].
 
L'Avis Arcevia di calcio a 5 invece gioca in Serie C2 e disputa le proprie partite casalinghe presso la palestra di [[Castelleone di Suasa]].
È presente un vasto campo calcistico, situato sotto al campo di [[bowling]].
 
== Note ==
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*[[Polittico di Arcevia]]
*[[Stazione di Sassoferrato Arcevia]]
* [[Valle del Misa]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.castiglionidiarcevia.it/|Sito della frazione Castiglioni}}
*{{cita web|http://www.arceviajazzfeast.it/|Arcevia Jazz Feast}}
*{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=8WNrBM_F4tU/|titolo=Arcevia e i suoi castelli}}
 
{{Comuni della provincia di Ancona}}