Pargali Ibrahim Pascià: differenze tra le versioni
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|nome = Pargali İbrahim Pascià
|immagine = Sebald Beham - Pargali Damat Ibrahim Pascha ca 1530.jpg
|didascalia = Sebald Beham - Pargali Ibrahim Pascià
|carica = XXVIII [[Gran visir dell'Impero ottomano]]
|mandatoinizio = 27 giugno 1523
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|successore = [[Ayas Mehmed Pascià]]
|carica2 = [[Wali (governatore)|Wālī]] d'[[Eyalet d'Egitto|Egitto]]
|mandato2 =
|predecessore2 = [[Güzelce Kasım Pascià]]
|successore2 = Güzelce Kasım Pascià
}}
{{Bio
|Nome = Pargali Ibrahim Pascià
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = noto anche come '''Frenk Ibrahim Pascià''' (l'occidentale), '''Makbul Ibrahim''' (il favorito) e '''Maktul Ibrahim''' (il giustiziato, dopo la sua morte);
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parga
|GiornoMeseNascita = 1º gennaio
|AnnoNascita = 1493
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 15 marzo
|AnnoMorte = 1536
|Epoca =
|Attività = funzionario
|Nazionalità = ottomano
|PostNazionalità = , il primo [[Gran Visir]] nominato dal [[sultano]] [[Solimano il Magnifico]] dell'[[Impero ottomano]]
|Categorie = no
}} Nel [[1523]] sostituì [[Piri Mehmed Pascià]], nominato nel [[1518]] dal padre di Solimano, il sultano [[Selim I]], e mantenne il suo incarico per tredici anni. [[Serraschiere]] di Solimano durante l'[[Assedio di Vienna]], raggiunse un livello di importanza e influenza sul sultano raggiunta da pochi Gran Visir prima di lui ma ciò nonostante, nel [[1536]], venne condannato a morte dal sultano e le sue proprietà vennero confiscate.▼
▲Nel [[1523]] sostituì [[Piri Mehmed Pascià]], nominato nel [[1518]] dal padre di Solimano, il sultano [[Selim I]], e mantenne il suo incarico per tredici anni. [[Serraschiere]] di Solimano durante l'[[Assedio di Vienna]], raggiunse un livello di importanza e influenza sul sultano raggiunta da pochi Gran Visir prima di lui ma ciò nonostante, nel [[1536]], venne condannato a morte dal sultano e le sue proprietà vennero confiscate.
== Biografia ==
Ibrahim era un [[Çam]], e nacque nella città di [[Parga]] (attuale Grecia), a quei tempi terra della [[Repubblica di Venezia]]. Venne catturato durante il [[Guerra turco-veneziana (1499-1503)|conflitto veneto-ottomano (1499-1502)]], quando i turchi attaccarono Paxo (cfr. Spandugnino, secondo [[Marin Sanudo il Giovane|Sanudo]] l'unico attacco a tale località avvenne il 20 marzo 1501). Venne venduto come schiavo, all'età di sei anni,
Si è a lungo creduto che avesse sposato la sorella maggiore di Solimano, [[Hatice Sultan (figlia di Selim I)|Hatice Sultan]], ma una ricerca di inizio secolo dimostrò che tale matrimonio era privo di prove e basato su interpretazioni errate delle fonti, che descrivevano il matrimonio di Ibrahim "ricco come quello di una principessa". Il ritrovamento di nuove fonti veneziane e ottomane, nonché di una lettera di Ibrahim ha permesso di identificare sua moglie come Muhsine Hatun, una ragazza dell'élite ottomana figlia dello stesso Skender e sorella del governatore [[Hürrem Pascià|Hürrem Pasha]]. Il matrimonio doveva servire a introdurre Ibrahim nella cerchia elevata ottomana, da cui era rifiutato a causa delle sue origini. Il matrimonio si rivelò felice, malgrado le riserve iniziali della sposa, e i due ebbero almeno un figlio, Mehmed Şah Bey (morto nel 1539)<ref>{{en}} Ebru Turan, ''The Marriage of Ibrahim Pasha (ca. 1495-1536). The Rise of Sultan Süleyman's Favorite to the Grand Vizierate and the Politics of the Elites in the Early Sixteenth-Century Ottoman Empire'', Turcica, 41, 2009, pp. 3-36</ref>.
Il suo magnifico [[Palazzo di Ibrahim Pasha|palazzo]] esiste ancora oggi ad [[Istanbul]] ed ospita il [[Museo di arte turca e islamica]]. Gli sono state attribuite origini [[slavi|slave]], [[italia]]ne (più precisamente [[Genova|genovesi]]) o anche [[Albania|albanesi]] o [[ebrei|ebraiche]], in considerazione del fatto che conoscesse molte lingue, ma non legate ad alcun elemento concreto<ref>[[Joseph von Hammer-Purgstall|Joseph von Hammer Purgstall]], lo storico del XIX secolo ritenuta la massima autorità sulla storia dell'Impero ottomano, afferma ch'egli era greco. Tra l'altro molti di coloro che gli attribuiscono diverse nazionalità, sono concordi nel dire che la sua lingua madre fosse quella greca. Una fonte della [[Bilkent University]] (in [[Lingua turca|turco]], con scritti anche in [[Lingua inglese|inglese]]), trattante il profilo letterario di Ibrahim Pascià, fa menzione di attribuzioni di origini non greche di Ibrahim Pascià, confutando allo stesso modo tutte le notizie relative alle sue origini indiscutibili. [http://www.thesis.bilkent.edu.tr/0002528.pdf The literary life around Pargali Ibrahim Pasha by Esma Tezcan, Bilkent University] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170513155039/http://www.thesis.bilkent.edu.tr/0002528.pdf|date=13 maggio 2017}}. İsmail Hâmi Danişmend, un altro importante studioso della storia dell'Impero ottomano, non nasconde la sua antipatia per la personalità di Ibrahim Pascià, chiamandolo un "magnifico vagabondo" di origini oscure. Il sito web [[Albania|albanese]] in Turchia [http://www.arnavutum.com] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050805001452/http://www.arnavutum.com/|data=5 agosto 2005}} lo considera come uno di loro.</ref>. Vengono citati molti indizi che si riferiscono al periodo del suo potere, come il fatto che scelse di costruire il suo palazzo in vista di [[Atmeydanı]] (oggi piazza [[Sultanahmet (Fatih)|Sultanahmet]]) ad Istanbul (il famoso [[ippodromo di Costantinopoli]]
[[File:Turkish and Islamic Arts Museum 01.jpg|thumb|Il palazzo di Pargali Ibrahim Pascià a [[Ippodromo di Costantinopoli|Sultanahmet]], [[Istanbul]].]]
Sul fronte diplomatico nei suoi rapporti con la cristianità occidentale, Ibrahim riuscì a realizzare un successo completo. Dipingendosi come "il vero potere dietro all'impero ottomano", Ibrahim usò una varietà di tattiche per negoziare favorevolmente con i capi delle nazioni cattoliche. I diplomatici della [[Repubblica di Venezia]] lo chiamarono "Ibrahim il Magnifico", donandogli lo stesso soprannome dato al suo sultano. Nel 1533, convinse [[Carlo V d'Asburgo]] a trasformare l'[[Ungheria]] in uno stato vassallo dell'Impero ottomano. Nel 1535, realizzò un trattato monumentale con [[Francesco I di Francia]] che concedeva accordi commerciali favorevoli all'interno dell'impero ottomano in cambio di un'alleanza contro gli [[Asburgo]]. Questo accordo pose le basi per l'[[alleanza franco-ottomana]] che consentì l'unione delle flotte francese e ottomana a [[Nizza]] nel 1543, dove si radunò l'intera flotta ottomana per delle manovre congiunte con quella francese.
Un comandante di grado elevato dell'esercito ottomano, disse che Ibrahim decadde dalle grazie del sultano per un'imprudenza da lui commessa durante una campagna contro l'[[Impero persiano]] [[Safavidi|Safavida]], quando egli si attribuì un titolo che comprendeva la parola ''sultano''. Questo incidente dide vita ad una serie di eventi che terminarono nella sua esecuzione capitale nel 1536, tredici anni dopo essere stato nominato [[Gran Visir]]. Si è anche detto, secondo alcune fonti, che Ibrahim Pascià sia stato vittima di [[Hürrem Sultan]] (
Poiché Solimano aveva giurato di non mettere a morte Ibrahim durante il suo regno, egli invocò una ''[[fatwā]]'' che gli permise di giurare di nuovo, costruendo poi una moschea ad [[Istanbul]]. Egli annunciò la ''fatwa'' una settimana prima dell'esecuzione di Ibrahim e cenò con lui sette volte prima dell'esecuzione, così da dare al suo amico d'infanzia l'opportunità di abbandonare il paese o di chiedere la grazia al sultano. Fu scoperto più tardi, nelle lettere di Ibrahim, che egli era perfettamente consapevole della situazione ma ciononostante decise di rimanere.▼
▲Poiché Solimano aveva giurato di non mettere a morte Ibrahim durante il suo regno, egli invocò una ''[[fatwā]]'' che gli permise di giurare di nuovo, costruendo poi una moschea ad [[Istanbul]]. Egli annunciò la ''fatwa'' una settimana prima dell'esecuzione di Ibrahim e cenò con lui sette volte prima dell'esecuzione, così da dare al suo amico d'infanzia l'opportunità di abbandonare il paese o di chiedere la grazia al sultano. Fu scoperto più tardi, nelle lettere di Ibrahim, che egli era
Solimano si pentì dell'esecuzione di Ibrahim ed il suo carattere cambiò in modo completo, al punto che divenne completamente avulso dalle attività di governo. I suoi rammarichi sono riflessi nei suoi poemi nei quali, anche dopo venti anni, tratta continuamente i temi dell'amicizia, dell'amore e della fiducia tra amici, spesso alludendo ai tratti del volto ed al carattere di Ibrahim.▼
▲Solimano si
== Note ==
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== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
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{{portale|biografie|storia}}
[[Categoria:Gran visir dell'Impero ottomano del secolo XVI]]
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