Giraffa camelopardalis peralta: differenze tra le versioni

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La '''giraffa dell'Africa occidentale''' ('''''Giraffa camelopardalis peralta''''' {{zoo|[[Oldfield Thomas|Thomas]]|1898}}) è una [[sottospecie]] di [[giraffa]] che si distingue dalle sue simili per le macchie di colore chiaro, originaria della regione del [[Sahel]] dell'[[Africa occidentale]].
 
Nel XIX secolo il suo areale si estendeva dal [[Senegal]] al [[Ciad (lago)|lago Ciad]]<ref name="online abstract"/>, ma attualmente ne rimangono circa 600 individui in tutto, in costante aumento dai meno di 50 di metà degli anni '90<ref name=":0">{{cita pubblicazione | doi=10.1016/j.cub.2016.07.036 | pmid=27618261 | titolo=Multi-locus Analyses Reveal Four Giraffe Species Instead of One | pubblicazione=Current Biology | volume=26 | numero=18 | p=2543 | anno=2016 | autore=Julian Fennessy, Tobias Bidon, Friederike Reuss, Vikas Kumar, Paul Elkan, Maria Nilsson, Melita Vamberger, Uwe Fritz e Axel Janke}}</ref>. La sua ultima roccaforte è situata nel [[Niger]] sud-occidentale, dove è presente in una serie di rifugi nella [[regione di Dosso]] e nella località turistica di [[Kouré]], circa 80 &nbsp;km a sud-est di [[Niamey]]<ref name=2011count>[http://french.news.cn/afrique/2012-03/01/c_131439312.htm Niger: la population des girafes augmente de 24% en 2011 (officiel)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305052214/http://french.news.cn/afrique/2012-03/01/c_131439312.htm |data=5 marzo 2016 }}, Xinhua, 1º marzo 2012.</ref><ref name=Sanctuaire>{{cita web | url=http://ne.chm-cbd.net/biodiversity/aires-prot/le-sanctuaire-des-girafes | titolo=Le Sanctuaire des Girafes | autore=Mariama Galadima | editore=Centre d'Echange d'Informations sur la Biodiversité du Niger | data=16 luglio 2008 | accesso=17 dicembre 2019 | dataarchivio=17 dicembre 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191217151713/http://ne.chm-cbd.net/biodiversity/aires-prot/le-sanctuaire-des-girafes/ | urlmorto=sì }}</ref>. Gli studiosi ritengono che tutte le giraffe in cattività spacciate per esemplari dell'Africa occidentale siano in realtà giraffe del [[Kordofan]] (''[[Giraffa camelopardalis antiquorum|G. c. antiquorum]]'')<ref name="online abstract"/>.
 
== Tassonomia ==
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== Distribuzione e habitat ==
[[File:West African Giraffes near Kouré.jpg|thumb|left|Giraffe che mangiano.]]
Ancora agli inizi del XX secolo questa sottospecie era ampiamente diffusa in tutta la fascia [[sahel]]iano-[[Sudan (regione)|sudan]]ese dal [[Senegal]] alla [[Nigeria]], ma a causa di guerre, frammentazione dell{{'}}''habitat'', deforestazione e bracconaggio, a metà degli anni '90 ne era rimasta un'unica popolazione in [[Mali]], che successivamente si diresse in direzione sud-est raggiungendo il [[Niger]]. Oggi ''G. c. peralta'' è presente solamente in un'area limitata del Niger sud-occidentale, a meno di 60 &nbsp;km ad est della capitale [[Niamey]], compresa tra l'altopiano di [[Kouré]] e il [[Dallol Bosso]]; tuttavia, nel corso dell'ultimo decennio, le giraffe hanno pian piano esteso il loro areale in direzione nord alla ricerca di nuovi ''habitat'' e attualmente si sono andate creando alcune sottopopolazioni. In casi rarissimi alcuni esemplari vaganti hanno raggiunto la Nigeria.
 
Come già ricordato, l'areale della giraffa dell'Africa occidentale ricade entro i confini della fascia saheliano-sudanese, una regione caratterizzata da una [[stagione secca]] che si protrae da novembre a maggio e da una [[stagione delle piogge]] che va da giugno a ottobre, con una piovosità media annua di 400-500 mm. Sparsi un po' ovunque in tutto l'areale, si trovano numerosi terreni agricoli, mentre la vegetazione originaria è stata in parte [[Degrado ambientale|degradata]] a causa delle attività antropiche (in particolare dalla raccolta di [[legna da ardere]]).
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Le giraffe dell'Africa occidentale attualmente presenti in Niger discendono dai circa 50 individui che alla fine degli anni '80 emigrarono nel paese dopo aver abbandonato il loro ''habitat'' nel vicino Mali a causa della siccità e della guerra. Procedendo in direzione sud/sud-est lungo il [[Niger (fiume)|fiume Niger]], attraversarono il Sahel, superarono [[Niamey]] e andarono a stabilirsi su un altopiano nella regione di [[Kouré]]<ref name=natgeo>{{cita pubblicazione | anno=2019 | mese=ottobre | autore=Joshua Foer | titolo=Giraffe | pubblicazione=[[National Geographic Magazine]] | pp=50-73}}</ref>.
 
Quando salì al potere, con un [[colpo di statoStato]], nel 1996, il neopresidente [[Ibrahim Baré Maïnassara]] mandò un'unità dell'esercito nella boscaglia per catturare degli animali da regalare ai governanti di Nigeria e Burkina Faso. Nemmeno una giraffa sopravvisse all'operazione e la popolazione della sottospecie si ridusse di quasi un terzo. Tre anni dopo, altre due morirono quando anche il suo successore [[Daouda Malam Wanké]] pensò di farne dono al presidente del Togo. La tragica situazione, e il riconoscimento del fatto che le ultime giraffe dell'Africa occidentale fossero una risorsa rara e preziosa per uno dei paesi più poveri del mondo, hanno portato all'elaborazione, nel 2011, di un'apposita strategia di conservazione, la prima del genere in Africa. La repressione del [[bracconaggio]] a opera del governo e l'assenza di predatori naturali hanno consentito l'aumento delle giraffe dell'area di Kouré: la popolazione, costantemente monitorata, era salita nel 2013 a 403 individui, a 547 nel 2016 e a 607 nel 2017. Tuttavia, quando il loro tasso di crescita è salito all'11% annuo, sono iniziati i problemi con agricoltori e allevatori ed è diventato chiaro che per garantire la sopravvivenza alla specie era necessario trasferirne una popolazione satellite in un'altra regione<ref name=natgeo/>.
 
Dopo aver valutato i potenziali ''habitat'' del paese, le autorità del Niger hanno stabilito che il luogo più sicuro in cui trasferire una seconda popolazione di giraffe dell'Africa occidentale fosse la [[riserva di Gadabédji]], un'area disabitata di un milione di ettari al centro del paese dove fino a cinquant'anni fa la specie era ancora presente. Le prime otto giraffe sono state trasferite qui nel 2018, ma il progetto prevede la cattura e il ricollocamento di altri esemplari da attuare nei prossimi anni<ref name=natgeo/>.