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{{F|politici italiani|arg2=giornalisti italiani|aprile 2023|la dichiarazione in talk è del 2007. Ora, a distanza di 16 anni da quella rassicurazione, è venuto il momento di svelare il mistero e indicare in voce precisamente quali siano, queste fonti "sicure" in incognito...}}
{{Carica pubblica
|nome = Davide Cova
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|AttivitàAltre = e [[architetto]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = ; fondatore del[[Partito Sardo d'Azione]]
}}
 
Nella sua vita, orientata verso la difesa dei diritti umani, le sue scelte, la sua azione politica, l'esercizio stesso della sua professione d'ingegnere, rivolti sia alla salvaguardia chesia al progresso, furono ampiamente dedicati al sostegno e allo sviluppo della Sardegna.
 
==Biografia==
DavideTrascorse Coval'infanzia, nacquel'adolescenza ae [[Cagliari]],parte ildella 27giovinezza giugnonella [[1891]],sua fucittà ingegnerenatale, giornalistaCagliari. eIl uomopadre politico.originario Trascorsedel l'infanzia,nord l'adolescenzaaveva un laboratorio di ottica e partefotografia dellaa giovinezzaCagliari nella suacentralissima cittàVia nataleManno. Viaggiò in varie parti d'Italia e all'estero. Dopo la morte del padre, fu incoraggiato dalla madre a continuare gli studi alla Regia Facoltà di Matematica di Cagliari, dov'era apprezzato dai suoi insegnanti, scienziati di fama come [[Domenico Lovisato]] di Mineralogiapaleontologo, e [[Antonio Fais]] di Calcolocalcolo infinitesimale.
 
Continuò gli studi a [[Milano]], al [[Politecnico di Milano|Regio Istituto Tecnico]] o Politecnico, laureandosi in ingegneria industriale nel [[1914]], conseguì il diploma in [[architettura]] e vari titoli di specializzazione nel 1915. Ideologo e fondatore, nel primo periodo del [[XX secolo]], del Movimento per la rinascita della [[Sardegna]], definito anche "Rinascimento sardo", sorto per favorire il superamento dello stato di disagiopovertà generale del popolo sardo, daper secolicombattere contro il oppressoprotezionismo, fondò a Cagliari il giornale "[[Sardegna"]] con [[Attilio Deffenu]].
 
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti civili e umani in particolare per il diritto di voto. In un primo momento interventista, si schierò poi per il non intervento. Dopo la prima guerra mondiale fondò a Cagliari i giornali nrl 1917 [[Il popolo sardo|"Il Popolo Sardo]] e [[Il Solco]] ''nel 1919''.
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti umani. Dopo la Prima Guerra Mondiale fondò a Cagliari i giornali "Il Popolo Sardo" e "Il Solco". Nella Piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti per privati a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. Dopo la laurea in ingegneria realizzò strutture per la pratica sportiva e progettò lo Stadio Amsicora, a Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo. Realizzò la fiera di maggio del 1921 collaborando col cavalier Guido Costa ([[Fiera della Sardegna]]) e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, la prima mostra d'arte sarda a Cagliari. Ideatore di un partito di sostegno alla Sardegna, sostenitore dell'autonomia e della valorizzazione e diffusione della cultura si batté durante tutta la sua vita per la causa di un riscatto della Sardegna.Nel 1920 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari. Nell'Aprile del 1921 fondò d Oristano il Partito sardo d'azione con Emilio Lussu, [[Camillo Bellieni]] ed altri compagni.
Nell'ottobre del 1921 fu aggredito da squadracce,fu accusato ingiustamente, la sede de "Il Solco" fu distrutta e il giornale bruciato in piazza. Ferito, riuscì a fuggire e ad imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Dopo mesi, rientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto il falso nome di Francesco Floris, lavorando in un' officina. Accusato ingiustamente fu assolto.
Rientrò nel 1923 partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano. Si stabilì ad Oristano dove realizzò varie opere importanti per la Città .
Progettò edifici, trasformazioni fondiarie agrarie in varie parti dell'Isola e bonifiche nel [[Campidano]] di Oristano. Nel 1925 fu inaugurata la Scuola D'Arte Applicata di Oristano che aveva contribuito a fondare con gli artisti Francesco Ciusa e Carmelo Floris. Nel 1928 si sposò con un'insegnante Maria Rosa Fara ed ebbe sei figli. Per non aver ritirato la tessera del Pnf fu privato del posto di lavoro nel 1929.La scuola d'arte fu chiusa. Lui fu considerato come persona da sorvegliare.
Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano lavorando incessantemente per il benessere della popolazione in quegli anni di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica materno. A Oristano non fecero particolari danni, ma la vita non era facile. Riprese l'attività nel Psda, organizzò il primo congresso e collaborò alla stesura dello statuto regionale Morì ad [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
 
Nella piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. Realizzò opere e strutture per la pratica sportiva. Progettò lo Stadio Amsicora di Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo.
== L'azione politica e sociale ==
 
Fu progettista dj allestimenti per le fiere di maggio, tra cui quella del 1921, costruì la galleria d'arte e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, promosse la prima mostra d'arte sarda con la novità dell'apertura alla partecipazione delle artiste, tra cui ricordiamo [ [Edina Altara] ]. Fondatore di un'associazione "Famiglia Artistica Sarda" e di un movimento per l'autonomia si batté per la diffusione della cultura e per la ricerca e riscoperta dell'arte in Sardegna. Si dedicò più volte all'insegnamento. Nel 1919/20 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari, più tardi insegnò nel liceo di Oristano.
Ancora giovanissimo Davide Cova si occupò della "Questione Sarda" con un gruppo di amici e studiosi riuniti a Cagliari per analizzare i grandi problemi della Sardegna sorti nei lunghi secoli in cui l'Isola fu luogo di pena o da depredare che continuavano irrisolti a mantenere la Regione in stato di miseria, mancanza di scuole, di strade, di industrie e leggi adeguate. La presenza dello Stato nella Sardegna, fin verso la fine dell'Ottocento, era stata soprattutto per gli avventi fiscali: anche gli studi condotti sulla società e sull'economia avevano avuto, ancora agli inizi del nuovo secolo, questo principale scopo.
 
Impegnato in politica nel movimento sardo, fondò ad Oristano il [[Partito Sardo d'Azione]] con Emilio Lussu e Camillo Bellieni.
Il malessere generale contribuiva ad alimentare ancor più conflitti e faide all'interno delle comunità, specialmente nello zone che restavano maggiormente isolate per la scarsa viabilità.
Davide Cova desiderando una società più giusta fondò tra il 1909-1910 un movimento politico, in parte d'ispirazione Mazziniana, il "Movimento Sardo" definito "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'[[Identità nazionale|identità]], il senso del valore della propria cultura, l'amore per la propria terra devastata anche dal disboscamento, voluto prima dal [[Cavour]] ed ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi.
 
Nell'ottobre del, 1921a Cagliari fu aggredito da squadracce,fu accusato ingiustamente, la sede de "''Il Solco"'' fu distrutta e il giornale bruciato in piazza. Ferito, riuscì a fuggire e ada imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Dopo mesi, rientratoRientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto il falso nome di Francesco Floris, lavorando in un' officina. AccusatoFu ingiustamentepoi fuassolto assoltodalle accuse.
Nello stesso periodo, sempre a Cagliari, fondò con Attilio Deffenu il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala, che intendeva portare avanti gli ideali del Movimento Sardo, in particolare: liberare la Sardegna dal [[protezionismo]] che favoriva le fabbriche del Nord ed impediva qualsiasi attività all'imprenditoria locale sarda, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare, educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi. Davide Cova bussò alle porte di ministri e uomini di potere per far conoscere la situazione della Sardegna.
RientròRientrato in Sardegna, nel 1923 partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano. Si stabilì ad Oristano dove realizzò varie opere importanti per la Cittàche vinse.
 
A Otistano realizzò varie opere pubblichetra cui l'acquedotto, il caseggiato scolastico, fattorie, oleifici, la [[Scuola d'arte applicata]] il monumento ai caduti, l'altare del Crocifisso di Nicodemo nella chiesa di San Francesco a [[Oristano]]. Altre sue opere diffuse nel [[Campidano]] e in altre località sono state bonifiche e trasformazioni fondiarie .
Si recò anche dal ministro [[Giovanni Giolitti]] al quale presentò una dettagliata relazione sui problemi Isolani; dal Ministro ebbe in risposta la promessa del suo intervento a sostegno della Sardegna "purché s'approntassero progetti di una certa entità di cui il territorio abbisognava e per i quali sarebbero occorsi capitali pubblici e privati". Nel [[1911]] in Sardegna iniziarono i lavori per la costruzione delle centrali elettriche sul fiume [[Tirso (fiume)|Tirso]] e sul [[Coghinas]].
 
Nel 1925 Paolo Pili in qualità di federale inaugurò la Scuola d'arte applicata con l'ing. Davide Cova, lo scultore Francesco Ciusa ed il pittore Carmelo Floris. Nel 1928 Davide Cova si sposò con Maria Rosa Fara, insegnante, ed ebbero sei figli. Per non aver ritirato la tessera del [[Partito Nazionale Fascista]], come lui stesso disse, essendo di fede sardista, "per lealtà ", nel 1929 fu privato del posto di lavoro. La scuola d'arte fu chiusa e lui fu considerato sorvegliato
Davide Cova aderì a movimenti culturali e per le conquiste dei diritti umani; collaborò al "Movimento per il suffragio universale" e per i Diritti dei Lavoratori, fu impegnato per il [[Mezzogiorno (Italia)|Meridione]] e diede sostegno al nascente in Italia "Movimento per la Liberazione della Donna" specialmente dopo la legge elettorale [[suffragio universale]], approvata nel [[1913]], che escluse totalmente le donne dal diritto di voto.
Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano lavorando incessantemente per il benessere della popolazione in quegli anni di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica maternodei genitori. AL'attività Oristanonel nonPartito fecerorimasta particolari danniclandestina, mariprese lae vitaorganizzò nonil eraprimo facilecongresso di Oristano. RipreseProgettò l'attivitàaltre opere pubbliche a titolo gratuito tra cui il pontile nel PsdaGolfo di Oristano, organizzòil museo Antiquarium Arborense, il primopiano congressoregolatore, e collaboròa Cagliari partecipò alla ricostruzione della Città distrutta dai bombardamenti del febbraio 1943. Partecipò alla stesura dello statuto regionale. Morì ada [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
 
== L'azione politica e sociale ==
In conseguenza della lentezza di risposte da parte del Ministero, si recò a [[Roma]] con altri esponenti del Movimento Sardo, tra cui Deffenu e Sanna, per protestare contro le inadempienze e la noncuranza nei confronti dell'Isola. Ricevuti da rappresentanti del Ministero, i delegati ottennero alcune promesse, vanificate negli anni successivi. Dovunque a Milano erano scontri e tafferugli, tra interventisti e non interventisti, comizi che sfociavano in risse e finivano con l'intervento della polizia.
 
Ancora giovanissimo Davide Cova si occupò della "Questione Sarda" con un gruppo di amici e studiosi riuniti a Cagliari per analizzare i grandi problemi della Sardegna sorti nei lunghi secoli in cui l'Isola fu luogo di pena o da depredare che continuavano irrisolti a mantenere la Regione in stato di miseria, mancanza di scuole, di strade, di industrie e leggi adeguate. La presenza dello Stato nella Sardegna, fin verso la fine dell'Ottocento, era stata soprattutto per gli avventi fiscali: anche gli studi condotti sulla società e sull'economia avevano avuto, ancora agli inizi del nuovo secolo, questo principale scopo.
Davide Cova non era favorevole all'intervento, ritenendo più saggia la soluzione diplomatica, pensando alle future conseguenze che avrebbero portato ad interrompere il nuovo discorso da portare avanti, in Sardegna e nel resto d'Italia, le nuove idee in molti campi, sia sociali che economici. Non dello stesso avviso Deffenu il quale fu tra coloro che si lasciarono affascinare dall'idea interventista e nonostante avesse problemi di salute, dichiarò di volersi arruolare volontario e mise la sua firma in un proclama. Ai primi di luglio del [[1915]] i coscritti partivano per combattere: era scoppiata la [[Prima guerra mondiale]].
 
Il malessere generale contribuiva ad alimentare ancor più conflitti e faide all'interno delle comunità, specialmente nello zone che restavano maggiormente isolate per la scarsa viabilità.
Davide Cova desiderando una società più giusta fondò tra il 1909-1910 un movimento politico, in parte d'ispirazione Mazzinianamazziniana, il "Movimento Sardo" definito "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'[[Identità nazionale|identità]], il senso del valore della propria cultura, l'amore per la propria terra devastata anche dal disboscamento, voluto prima dal [[Cavour]] ede ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi.
 
Nello stesso periodo, sempre a Cagliari, fondò con [[Attilio Deffenu]] il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala, che intendeva portare avanti gli ideali del Movimento Sardo, in particolare: liberare la Sardegna dal [[protezionismo]] che favoriva le fabbriche del Nord ede impediva qualsiasi attività all'imprenditoria locale sarda, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare, educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi. Davide Cova bussò alle porte di ministri e uomini di potere per far conoscere la situazione della Sardegna.
Verso la fine del [[1918]] Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, Egidio Pilia, Filiberto Farci e Caddeo, il giornale "Il Popolo Sardo" per continuare a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale, la diffusione della cultura, lo sviluppo dell'agricoltura e la conquista dell'autonomia isolana. La guerra aveva portato alla Sardegna nuovi problemi; molti giovani erano morti in combattimento, tra cui Attilio Deffenu e dodici atleti della"Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta riportando con Loi nel 1912 l'oro alle Olimpiadi.
 
Si recò anche dal ministro [[Giovanni Giolitti]] al quale presentò una dettagliata relazione sui problemi Isolaniisolani; dal Ministro ebbe in risposta la promessa del suo intervento a sostegno della Sardegna "purché s'approntassero progetti di una certa entità di cui il territorio abbisognava e per i quali sarebbero occorsi capitali pubblici e privati". Nel [[1911]] in Sardegna iniziarono i lavori per la costruzione delle centrali elettriche sul fiume [[Tirso (fiume)|Tirso]] e sul [[Coghinas]].
== La nascita del Partito Sardo D'azione ==
 
Davide Cova aderì a movimenti culturali e per le conquiste dei diritti umani; collaborò al "Movimento per il suffragio universale" e per i Diritti dei Lavoratori, fu impegnato per il [[Mezzogiorno (Italia)|MeridioneMezzogiorno]] e diede sostegno al nascente in Italia "Movimento per la Liberazione della Donna" specialmente dopo la legge elettorale sul [[suffragio universale]], approvata nel [[1913]], che escluse totalmente le donne dal diritto di voto.
Nel [[1919]], cessata la pubblicazione a Cagliari de "Il Popolo Sardo", Davide Cova fondava il periodico "Il Solco" dove venivano ancora riespressi i motivi della necessità di un'amministrazione autonoma tenendo conto dei problemi derivati dalla situazione geografica isolana,distaccata e poco collegata col resto d'Italia. L'intento era pure quello di rafforzare e promuovere l'azione dei sardi nei vari campi della cultura, del lavoro, dell'arte e di fondare un vero e proprio partito di sostegno alla causa sarda. Radunati per tutta la Sardegna numerosi sostenitori, con anche la presenza dei reduci della Prima guerra mondiale, scontenti e demoralizzati per aver perso i compagni, (anche Davide Cova aveva perso molti amici tra cui 12 atleti dell'Amsicora di Cagliari e il suo compagno di lotta nel movimento fin dalle origini Attilio Deffenu, avv sindacalista a Milano, mentre lui nella stessa città era studente al Politecnico) perso il lavoro, abbandonato gli studi, fondava tra il 1920 e il [[1921]] il [[Partito Sardo d'Azione]], con [[Emilio Lussu]] Camillo Bellieni e altri .
 
In conseguenza della lentezza di risposte da parte del Ministero, si recò a [[Roma]] con altri esponenti del Movimento Sardo, tra cui Deffenu e Sanna, per protestare contro le inadempienze e la noncuranza nei confronti dell'Isolaisola. Ricevuti da rappresentanti del Ministero, i delegati ottennero alcune promesse, vanificate negli anni successivi. Dovunque a Milano erano scontri e tafferugli, tra interventisti e non interventisti, comizi che sfociavano in risse e finivano con l'intervento della polizia.
L'amicizia di Davide Cova con [[Emilio Lussu ]] risale agli anni prima della guerra, poi consolidatasi quando dal 1919 Lussu con Pietro Mastino,entrambi giovani avvocati, andarono ad abitare a Cagliari nella Piazza Costituzione, a poca distanza dal suo studio d'ingegnere la cui sede era nella Piazza Martiri.
Le nuove idee diffuse dai giornali" Il Popolo Sardo" e Il Solco" che promuovevano un nuovo modo di affrontare i problemi atavici dell'Isola attirarono l'attenzione degli intellettuali sardi nella Cagliari, da sempre, luogo d'afflusso di studenti e professionisti isolani, divenuta in questo periodo punto d'incontro dei sardi ispirati dalle idee del nuovo Partito.
 
Davide Cova non era favorevole all'intervento, ritenendo più saggia la soluzione diplomatica, pensando alle future conseguenze che avrebbero portato ada interrompere il nuovo discorso da portare avanti, in Sardegna e nel resto d'Italia, le nuove idee in molti campi, sia sociali chesia economici. Non dello stesso avviso Deffenu il quale fu tra coloro che si lasciarono affascinare dall'idea interventista e nonostante avesse problemi di salute, dichiarò di volersi arruolare volontario e mise la sua firma in un proclama. Ai primi di luglio del [[1915]] i coscritti partivano per combattere: era scoppiata la [[Primaprima guerra mondiale]].
Alle elezioni del 1920 il successo fu grande con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture strade e porti per rendere più facili i collegamenti.
 
L'IDEA AUTONOMISTA
Ad [[Oristano]] nel 1920 definì la città "Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della Giudicessa [[Eleonora D'Arborea]], la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. L'anno dopo, ad Oristano, nel congresso del 17, 18 aprile del 1921 il Partito Sardo D'azione nacque ufficialmente. Quindi sulle linee fondamentali del programma tracciate in precedenza, continuando l'opera pedagogica e divulgativa dell'idea autonomista, il Partito andava ad organizzarsi con diverse sezioni nell'Isola, registrando tra gli iscritti anche la maggior parte degli ex combattenti sardi guidati da Lussu, Bellieni e altri .
 
Verso la fine del [[1918]] Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, [[Egidio Pilia]], [[Filiberto Farci]] e [[Virgilio Caddeo]] il giornale ''Il Popolo Sardo'' dal carattere politico e culturale. Ci si proponeva di promuovere il progresso isolano mediante la diffusione di istruzione e cultura, il miglioramento dell'agricoltura e migliori condizioni nel campo del lavoro. Per poter risolvere i tanti problemi peculiari che non erano presi in considerazione dal governo centrale, di fondamentale importanza appariva, in particolare a Davide Cova la conquista dell'autonomia isolana.
Il successo del Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari, dove egli fu aggredito da un gruppo di scalmanati. Le squadracce sostenute dalla propaganda che in loro favore faceva in quel periodo qualche periodico ma anche il giornale "[[L'Unione Sarda]]" praticavano lo scontro fisico con l'avversario politico, ne distruggevano le sedi denunciate come "covi di sovversivi".
C'era stata la guerra 15-18 aveva aggiunto alla Sardegna nuovi problemi: Molti interruppero il lavoro, i loro studi, altri giovani erano morti in combattimento, molte braccia mancarono alle famiglie, inoltre ci fu una terribile epidemia che in Sardegna fece circa dodicimila morti, la Spagnola.
In guerra persero la vita molti amici di Davide, tra cui dodici atleti della "Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta, riportando con Loi nel 1912, l'oro alle Olimpiadi. Nel 1917 il compagno [[Attilio Deffenu (incrociatore ausiliario)]]Attilio Deffenu cadde in combattimento.
 
== La nascita del Partito Sardo Dd'azioneAzione ==
I Sardisti, in particolare, erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale "Il Solco" fu bruciato in piazza e Davide Cova per fortuna scampò all'arresto, riuscendo a mettersi in salvo: fuggì prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrò a Cagliari poi nel 1923 si trasferì ad Oristano avendo superato il concorso di ingegnere dirigente dell'Ufficio tecnico municipale, era solo all'opera, lavorando moltissimo e fece molte opere necessarie nella Città: l'acquedotto (per la cui realizzazione fece studi sull'acquedotto delle [[Puglie]], allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, il monumento ai Caduti, numerosi edifici, aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria ecc.Ma nel 1929 fu allontanato dall'incarico per non aver ritirato la tessera del Pnf.
 
Nel [[1919]], cessata la pubblicazione a Cagliari de ''Il Popolo Sardo'', Davide Cova fondava il quotidiano ''Il Solco'' dove venivano ancora riespressi i motivi della necessità di un'amministrazione autonoma tenendo conto dei problemi derivati dalla situazione geografica isolana, distaccata e poco collegata col resto d'Italia, per la sua condizione di isola lontana dal Governo centrale. Gli obiettivi comprendevano la promozione dell'azione dei sardi nei vari campi della cultura, del lavoro, dell'arte e un partito politico di sostegno alla causa sarda, per tentare di risolvere i numerosissimi problemi."Non si vuole il separatismo, la Sardegna sarebbe preda dei francesi e di altri, ma il sistema dei rapporti intercedenti con l'Italia dovrà essere cambiato, modificato ..." (E. Pilia). Davide Cova parla di un popolo che ha necessità di rapporti consoni ai bisogni della Sardegna e questo si realizza con l'autonomia per la quale dobbiamo essere preparati, tenendo conto che il Governo si è impegnato di presentare al Parlamento la nuova creazione giuridica (Il Popolo Sardo 1917). E ancora "La Sardegna deve trovare nella concordia del suo popolo la forza per sottrarsi all'asservimento. Sarebbe auspicabile l'istituzione di un Consiglio Regionale con sede in Cagliari." (Il Solco 1919) Il Movimento a Cagliari è attivissimo ed ha ormai tracciate le linee guida di Partito Sardo D'Azione, con tanto di statuto da perfezionare. Nuovi sostenitori si avvicinavano, a Cagliari, attratti dalle idee, e non mancano i reduci della Prima Guerra Mondiale, appartenenti alla Federazione Sarda Combattenti del Movimento Nazionale Combattenti, che rivendicano assistenza e riconoscimenti mai corrisposti, essendo demoralizzati, dopo l'esperienza della guerra, e ritrovandosi, molti di loro, senza lavoro, afflitti per la perdita dei compagni d'armi. Davide Cova aveva perso ben dodici amici, atleti dell'Amsicora e il suo carissimo amico Attilio Deffenu, col quale aveva ideato l'autonomia sarda e fondato il "Sardegna". Deffenu fu sindacalista a Milano nello stesso periodo in cui lui era studente al Politecnico e fu uno degli interventisti più accesi. Dopo la guerra Lussu e Mastino con Davide Cova si frequentavano e nacque l'idea dell'accorpamento degli appartenenti alla Federazione Sarda Combattenti con il Partito Sardo D'Azione preesistente. I Combattenti avevano tenuto il terzo congresso a Macomer nel 1920 e a dicembre dello stesso anno Lussu, Delegato Provinciale della Federazione Combattenti di Cagliari scrive alle Sezioni Combattenti e ai Delegati mandamentali della Provincia, che era stata stabilita la creazione del Partito Sardo D'Azione e "che ogni sezione dovrebbe risultare così costituita (iscritti in due separati registri)1- La Sezione Combattenti e smobilitati)2-La Sezione degli aderenti al Partito Sardo D'Azione.Il complesso forma il Partito Sardo D'Azione che avrà a fianco le proprie organizzazioni economiche.Con questo i Combattenti non cessano di essere tali, ma rimangono sempre uniti per i loro interessi di classi e come nucleo fondamentale... "E ancora: "Alle assemblee di partito dovranno essere ammessi tutti gli iscritti. I Combattenti e gli Smobilitati però, per la tutela dei loro speciali interessi, avranno assemblee proprie" (Come si può notare, i due componenti continuano ad essere distinti come due entità politiche, da un lato il Partito Sardo D'Azione, dall'altro il Movimento Combattenti, il che dimostra che il Partito Sardo D'Azione era preesistente.) Firmato:(Per la Giunta Esecutiva il Delegato Provinciale Emilio Lussu).Tra il 1920 e il [[1921]] si registra giuridicamente il [[Partito Sardo d'Azione]] con Davide Cova, [[Camillo Bellieni]], [[Emilio Lussu]] e altri compagni. Le date del convegno e della registrazione sono stabilite per i giorni 17 e 18 Aprile 1921, il luogo prescelto è la città di Oristano, per la sua importanza simbolica in quanto patria della Giudicessa Eleonora, colei che tentò di unificare la Sardegna, combattendo aspramente contro gli Aragonesi per renderla indipendente.La sede della registrazione fu il tribunale di Oristano. Alle elezioni del 1920 il successo si ebbe con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture strade e porti per rendere più facili i collegamenti.
==La Scuola D'Arte Applicata di [[Oristano]] e un progetto urbanistico-modello per l'Isola==
 
A [[Oristano]] nel 1920 definì la città "Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della giudice [[Eleonora D'Arborea]], la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. Preparato lo Statuto, l'anno dopo, a Oristano, nel congresso del 17, 18 aprile 1921 il Partito Sardo d'Azione nacque ufficialmente. Quindi sulle linee fondamentali del programma tracciate in precedenza, continuando l'opera pedagogica e divulgativa dell'idea autonomista, il Partito andava a organizzarsi con diverse sezioni nell'Isola, registrando tra gli iscritti anche la maggior parte degli ex combattenti.Il successo del Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari. Davide Cova fu aggredito da un gruppo di squadracce armate molto attive a Cagliari e nell'Iglesiente. Sostenute dalla stampa locale distruggevano le sedi avversarie e praticavano lo scontro fisico. Ferito, riuscì a sfuggire agli aggressori e nascondersi, a curarsi con acqua e aceto, quindi raggiunto il Porto, nella notte trovò l'imbarco sulla prima nave in partenza. I Sardisti erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale ''Il Solco'' fu bruciato in piazza. Davide Cova, scampato all'arresto, fuggì prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrato in Sardegna nel 1923 si trasferì ad Oristano, una cittadina di circa diecimila abitanti. Superato un concorso al posto di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico municipale si ritrovò a dover realizzare molte opere necessarie alla città: l'acquedotto (per il quale fece studi sull'[[Acquedotto pugliese|acquedotto delle Puglie]], allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, il monumento ai Caduti, numerosi edifici, aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria, ecc. Nel 1929 fu allontanato dall'incarico per non aver ritirato la tessera del PNF.
Nel 1923 ad Oristano, Davide Cova progettò, l'edificio della scuola elementare e la Scuola d'Arte applicata, per l'insegnamento artistico di pittura, ceramica, scultura ed altre attività artistiche ed artigianali. Eseguì quest'ultima opera su una struttura preesistente in stato di abbandono, ristrutturandola, ampliandola e dotandola delle aule necessarie, delle fornaci per la cottura dei manufatti d'argilla ed attrezzature per gli insegnamenti delle diverse materie, tra cui erano comprese, oltre alle arti grafiche (disegno, decoro, stampa, pittura), la lavorazione artigianale artistica del legno, del ferro e di altri materiali.
 
==La Scuola d'arte applicata di Oristano==
Nella Scuola, giunsero, da lui invitati a prestarvi insegnamento, gli artisti sardi migliori del periodo, suoi amici da molti anni tra cui lo scultore ceramista [[Francesco Ciusa]], i pittori [[Felice Melis Marini]], Antonio Ballero, [[Mario Delitala]], il decoratore, incisore, arredatore Gaetano Ciuffo, i pittori [[Carmelo Floris]], [[Giuseppe Biasi]], [[Filippo Figari]] bravi artigiani del legno e del ferro, mentre lui insegnava elementi d'archittetura e disegno.
 
Nel 1923 ada [[Oristano]], Davide Cova progettò, l'edificio della scuola elementare e la Scuola d'Artearte applicata, per l'insegnamento artistico di pittura, ceramica, scultura ede altre attività artistiche ede artigianali. Eseguì quest'ultima opera su una struttura preesistente in stato di abbandono, ristrutturandola, ampliandola e dotandola delle aule necessarie, delle fornaci per la cottura dei manufatti d'argilla ede delle attrezzature per gli insegnamenti delle diverse materie, tra cui erano comprese, oltre alle arti grafiche (disegno, decoro, stampa, pittura), la lavorazione artigianale artistica del legno, del ferro e di altri materiali.
La [[Scuola D'arte Applicata]] di Oristano, inaugurata ufficialmente dalle autorità nel 1925, forniva ai giovani preparazione e competenza artistica ma anche cultura generale ed era il centro per la nascita di nuove idee, utili per le attività artigianali ed industriali.
Ben presto se ne videro i risultati ed aumentarono le iscrizioni di allievi e le commesse di lavoro. La scuola faceva parte di un progetto molto ampio che l'ingegner Cova aveva preparato per Oristano, ma che nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'Isola: si trattava di un piano regolatore per Oristano ed i paesi limitrofi che prospettava la nascita del porto nell'ampio [[Golfo di Oristano]], e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi [[Torregrande]]) ed inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico ed una pinacoteca.
 
Nella Scuola,scuola giunserod'arte, da lui invitati a prestarvi insegnamento, furono presenti alcuni tra gli artisti sardi migliori deldi quel periodo, suoi amici da molti anni, tra cui lo scultore ceramista [[Francesco Ciusa]], i pittori [[Felice Melis Marini]], Antonio Ballero, [[Mario Delitala]], il decoratore, incisore, e arredatore [[Gaetano Ciuffo]], i pittori [[Carmelo Floris]], [[Giuseppe Biasi]], [[Filippo Figari]] bravi artigiani del legno e del ferro,. mentre lui insegnava elementiElementi d'architteturaarchitettura e disegno era la materia di sua pertinenza.
Oristano che contava diecimila abitanti avrebbe avuto un notevole sviluppo con posti di lavoro e benessere tanto da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti. Il progetto si presentò accattivante per le autorità locali, ma non fu mai realizzato; infatti nel 1929, avendo Davide Cova rifiutato di iscriversi al [[Partito Fascista]], fu allontanato dal posto di lavoro. La Scuola D'arte Applicata fu fatta chiudere.
La [[Scuola d'arte applicata]], che diventò riconosciuta nel 1925, ebbe come docenti effettivi Francesco Ciusa che fu nominato direttore, Carmelo Floris e DavideCova. Obiettivo della scuola era fornire ai giovani istruzione e competenza, per la nascita di nuove idee in campo artigianale e industriale.
I risultati furono subito positivi.
 
Ben presto se ne videro i risultati ed aumentarono le iscrizioni di allievi e le commesse di lavoro. La scuola facevaera parte di un progetto molto ampio chepreparato ldall'ingegner Cova aveva preparato per Oristano, ma che, nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'Isolaisola: si trattava di un piano regolatore per Oristano ed i paesi limitrofigenerale che prospettava la nascita del porto nell'ampio [[Golfogolfo di Oristano]], e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi [[Torregrande]]) ede inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico ede una pinacoteca.
Fu poi considerato elemento da sorvegliare e spesso veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime. Egli vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e nell'Isola.
Oristano che contava solo diecimila abitanti di conseguenza avrebbe avuto un notevole sviluppo con nuovi posti di lavoro e benessere tanto da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti. Il progetto si presentò accattivante anche per le autorità locali, ma nonsi fu mai realizzato; infattiinterruppe, nel 1929, avendo.L'ing. Davide Cova, inseguito al rifiutatorifiuto di iscriversi al [[Partito Fascista|Partito Fasc]], fu allontanatoprivato daldel posto di lavoro.capo Laufficio Scuolatecnico D'artemunicipale Applicatae fuanche fattala scuola d'arte chiuderechiuse.
FuEgli fu poisuccessivamente considerato elemento da sorvegliare e spessoogni tanto veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime. EgliTuttavia vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e con altri nell'Isola.
 
== Sindaco di Oristano ==
 
Durante la [[Secondaseconda guerra mondiale]] i bombardamenti improvvisi degli alleati americani del 1943 a Cagliari distrussero anche la casa materna e il negozio di ottica di famiglia.
La madre si salvò per miracolo. Nel dicembre del 1943 Davide Cova divenne sindaco del Comune di Oristano, incaricato dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]]. Mise ordine alla città sconvolta dagli eventi, attento a rispondere alle esigenze dirette della popolazione, compiendo quelle azioni che servivano, nell'immediato, a dare sostegno alla gente, come l'acquisto dei vaccini contro l'epidemia di tifo, l'ordinanza sull'orto di guerra affinché, nel rispetto delle norme, alla popolazione non mancassero i viveri e l'esercito avesse di che approvvigionarsi, senza doversi servire dei viveri destinati ai civili, le piccole o grandi necessità dei cittadini in tempi assai difficili.
Si rimise all'opera di progettazione del piano regolatore urbanistico di Oristano, quello stesso che ebbe a interrompere nel 1929, per il suo rifiuto della tessera di iscrizione al PnfPNF quando tutti gli altri partiti politici furono aboliti ed era obbligatorio dichiararsi esclusivamente appartenenti all'unico partito riconosciuto, quello fascista .(Lala tessera non venne da lui ritirata nonostante le minacce e le ripercussioni. Dichiaratosi di idee liberali fu infatti privato del lavoro di dirigente dell'ufficio tecnico municipale di Oristano. Tra le conseguenze ci fu anche quella di sorvegliato speciale dall'Ovra[[OVRA]].)
Progettò il porto e la zona marina di Torregrande, realizzò la sistemazione edilizia in alcune zone della città, ripristinò le zone verdi, lavorando a lume di candela e a sue spese, per non gravare sul già difficoltoso bilancio comunale. Istituì il Museo Antiquarium Arborense e nominò un curatore dei beni archeologici provenienti da siti preistorici della Sardegna e dall'antica città di [[Tharros]]. Fu nominato dal CLN commissario per la provincia di Cagliari.
Molto impegnato tra il giornale e le riunioni di partito portò avanti i suoi principi di libertà fino all"'ultimo, di una nazione repubblicana ma senza abbandonare l'idea autonomista per la Sardegna, un'isola con tanti problemi irrisolti, e decentrata. Organizzò il primo congresso del Partito Sardo Dd'Azione del dopoguerra, che si tenne ada [[Oristano]], nei locali del cinema "Arborea".
Continuò la sua opera attivamente nel Partito Sardo d'Azione. Collaborò con gli avvocati Piero Sotgiu e Gonario Pinna alla stesura di un Progettoprogetto di [[Statuto Regionale]] per la [[Sardegna]] ininterrottamente fino all'improvvisa morte nel maggio del 1947.
 
==Bibliografia==