Phönix D.I: differenze tra le versioni

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Il [[carrello d'atterraggio]] era fisso, molto semplice, montato su una struttura tubolare al di sotto della fusoliera, dotato di ruote di grande diametro collegate da un asse rigido ed integrato posteriormente con un pattino d'appoggio.
 
La propulsione era affidata ad un [[Motore aeronautico|motore]] [[Hiero 6]], un sei [[cilindro (meccanica)|cilindri]] in [[motore in linea|linea]] [[raffreddamento a liquido|raffreddato a liquido]] capace di erogare una [[potenza (fisica)|potenza]] pari a 200 [[cavallo vapore|PS]] (147 [[chilowatt|kW]]), posizionato all'apice anteriore direttamente integrato nella struttura fusoliera ed abbinato ad un'[[elica]] bipala in legno [[elica a passo fisso|a passo fisso]]. L'[[impianto di raffreddamento]] prevedeva l'installazione del [[Raffreddamento a liquido|radiatore]] appoggiato sulla parte centrale dell'ala superiore.
 
L'armamento consisteva in una coppia di [[mitragliatrice|mitragliatrici]] [[Schwarzlose]] M.16 [[calibro (arma)|calibro]] [[8 mm (calibro)|8 mm]] posta davanti all'abitacolo che, sincronizzata, consentiva di sparare senza conseguenze attraverso il disco dell'elica.
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Con questo caccia [[Frank Linke-Crawford]] ottiene 7 vittorie dal 10 gennaio 1918 all'11 marzo successivo, [[Kurt Gruber (aviatore)]] 6 vittorie dal 10 gennaio al 4 aprile, [[Friedrich Lang]] 3 vittorie dal 19 maggio al 12 agosto, [[Karl Teichmann]] 2 vittorie il 3 febbraio ed il 22 agosto, [[Roman Schmidt]] 2 vittorie il 12 ed il 23 luglio e [[Karl Urban (aviatore)]] 1 vittoria il 19 maggio.
 
Al termine della [[prima guerra mondiale]], in ottemperanza a quanto imposto dal [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] del [[1919]], la quasi totalità dei velivoli in dotazione all'aviazione militare austro-ungarica venne distrutta o ceduta come risarcimento alle nazioni vincitrici. Non risulta alcun Phönix D.I sopravvissuto.
 
== Utilizzatori ==