Parabita: differenze tra le versioni
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|Amministratore locale= Stefano Prete
|Partito=[[lista civica]] Lista Agorà
|Data elezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2019#Parabita|27-5-2019]]
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Parabita|10-6-2024]]
|Data istituzione=
|Altitudine=83
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Alezio]], [[Collepasso]], [[Matino]], [[Neviano]], [[Tuglie]]
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|Mappa=Map of comune of Parabita (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Parabita all'interno della provincia di Lecce
}}
'''Paràbita''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
Situata nell'entroterra salentino, poco a est di [[Gallipoli]], la cittadina ha origini incerte, ma probabilmente la fondazione è da farsi risalire al periodo normanno. Nel suo territorio è presente il sito [[paleolitico]] della [[Veneri di Parabita|grotta delle Veneri]], nota per il ritrovamento di due statuine in osso di bue raffiguranti [[veneri paleolitiche]].
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== Origini del nome ==
Il toponimo secondo l'ipotesi più accreditata deriva dal neo-greco παρα-βατα (para-bata) con il significato di "''“vicino ad un varco” o “vicino ad un passo”''<ref>{{Cita libro|titolo=Antonio Romano, Scavo documentario sulle attestazioni di un presunto toponimo messapico, nella raccolta “Luoghi della cultura e cultura dei luoghi” ed. Del Grifo, 2015, pag. 129-152}}</ref> in relazione alla costruzione del borgo primigenio sul valico delle serre salentine attraversato dall'antica strada messapico-romana che da Gallipoli porta ad Otranto e presidiato dalla cittadina.
Altre ipotesi riconducibili all'esistenza di una presunta e leggendaria città antica di ''Bavota'', sono state ampiamente smentite dalla critica storica moderna. [http://www.stefanocortese.it/Nuov1.pdf]
Il toponimo Bavota altro non sarebbe che la cattiva trascrizione del nome greco della cittadina di Vaste, Βαῡστα, (Bausta), dove il trascrittore ha confuso un "sigma" (σ) con una “omicron” (o), trasformando il toponimo ''Bausta'' (Vaste) in un inesistente ''Bauota''.
== Storia ==
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Il territorio parabitano, come tutti i territori del basso Salento, è stato abitato sin dall'antichità: la presenza dell'uomo in quest'area risale probabilmente a {{formatnum:80000}} anni fa. Con ogni probabilità si trattava di ominidi appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. L'evenienza confermata dal ritrovamento di alcune selci in diverse grotte della zona. I rinvenimenti effettuati nel corso del [[XX secolo|Novecento]], alcuni frammenti ossei e le due statuine ([[Veneri di Parabita]]) in osso di bue o cavallo raffiguranti donne in gravidanza e datate fra i 12.000 e 14.000 anni fa, sono riconducibili all'Homo Sapiens Sapiens, apparso nel sud della Puglia intorno a 35.000 anni fa, nel Paleolitico Superiore.
Come già riportato nella sezione precedente, la possibilità di una filiazione dell'attuale Parabita da una presunta antica città denominata Bavota e collocata appena 2 chilometri più ad est dell'attuale abitato è
Il nucleo primordiale della città venne costruito probabilmente in periodo normanno riproducendo l'assetto urbanistico tipico del periodo e
Con l'avvento del [[feudalesimo]] furono diverse le [[dinastia|casate]] che detennero il controllo del feudo. Nel [[1231]]
=== Simboli ===
[[File:Parabita-Stemma.png|left|80px]]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 10 gennaio 1929.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2393 |titolo= Parabita |sito= Archivio Centrale dello Stato }}</ref>
{{Citazione|
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
▲{{Citazione|''D'azzurro, al castello torricellato di due, al naturale, aperto di nero, posto su una pianura erbosa di verde, a due cipressi, al naturale, uscenti dalla cortina, con l'Arcangelo Gabriele, pure al naturale, con la spada sguainata, librato sulla Torre di destra.''|D.C.G. 10 gennaio 1929}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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==== Basilica santuario della Madonna della Coltura ====
[[File:Basilica di Santa Maria della Coltura Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|left|Basilica Madonna della Coltura]]
La [[basilica santuario della Madonna della Coltura]] fu costruita tra il [[1913]] e il [[1942]] su progetto dell'architetto Napoleone Pagliarulo. Sorge su una precedente chiesa degli inizi del [[XVII secolo]], a sua volta sorta sulle rovine di un'antica cappella del [[XIV secolo]]. Negli anni '70 del secolo scorso, la Basilica viene consolidata ed ampliata con le cappelle laterali e il campanile da Gaetano Leopizzi, noto imprenditore parabitano. Al suo interno è custodito un affresco bizantino dell'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] raffigurante la Vergine col Bambino. L'icona proviene da una [[Lavra|laura]] [[Basiliani|basiliana,]] con ogni probabilità dal vicino insediamento monastico di S. Eleuterio<ref>{{Cita web|url=http://www.japigia.com/le/matino/index.shtml?A=matino_6|titolo=Monastero S. Eleuterio
[[File:Chiesa dell'Immacolata Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa dell'Immacolata]]
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La chiesa, officiata dalla ''Confraternita delle Anime'', ha assolto per un lungo periodo anche la funzione di cimitero comunale prima che venissero emanate, nel [[1804]], le norme sui cimiteri con l'[[Editto di Saint Cloud]].
[[File:Chiesa del Crocifisso Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa del Crocefisso e Convento.]]
==== Chiesa del Crocefisso e
La chiesa del Crocefisso, con l'annesso convento degli [[Frati minori scalzi|alcantarini]], è un complesso conventuale fondato nel [[1731]] in seguito all'insediamento dei frati voluti dall'[[Universitas]] locale.
La chiesa, meglio conosciuta sotto il titolo di San Pasquale, rispecchia la regola dell'ordine improntata sull'umiltà e la semplicità. La sobria facciata, che si conclude con un [[Timpano (architettura)|timpano]] poco slanciato, è caratterizzata da un portale centrale affiancato da due finestrelle e sormontato da una finestra centrale più grande; lateralmente sono presenti due edicole affrescate con le immagini di [[san Pasquale Baylon]] e di [[Pietro d'Alcántara|san Pietro d'Alcantara]]. L'interno, a navata unica terminante nel presbiterio dalla copertura con [[volta a lunetta]], custodisce un pregevole altare maggiore in pietra leccese finemente intagliato e decorato con statue, stucchi e sculture. Nella navata, dal pavimento maiolicato, sono presenti diversi altari fra cui quello dedicato a
Al convento, anch'esso semplice nelle linee architettoniche, si accede mediante un portale preceduto da un [[pronao]] a baldacchino sul quale vi trovavano sede tre statue trafugate in tempi recenti. Sulla sommità del prospetto è presente il loggiato con archi ogivali acuti nel quale i frati trascorrevano i loro momenti di meditazione. Soppresso una prima volta nel [[1809]] con le leggi eversive di [[Gioacchino Murat]], venne definitivamente abbandonato nel [[1866]].
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Il convento
Il convento, anch'esso interessato da rifacimenti poco consoni dell'ultimo secolo, conserva il chiostro dal quale si accede, mediante due scalinate, al corridoio del piano superiore sul quale si aprono le piccole celle dei frati.
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==== Cimitero monumentale di Parabita ====
[[File:Nuovo Cimitero Monumentale di Parabita.jpg|sinistra|miniatura|211x211px|Cimitero Monumentale di Parabita (Lecce).]]
Il cimitero monumentale di Parabita è stato progettato nel 1967 dallo Studio G.R.A.U. di Roma, del quale fanno parte gli architetti [[Alessandro Anselmi]] e Paola Chiatante. I lavori, eseguiti dall'impresa edile di Gaetano Leopizzi, vengono effettuati con straordinaria maestria con impiego di manufatti edilizi in cemento armato e pietra [[carparo]]. La pianta del cimitero simboleggia l'esplosione di un capitello corinzio. Il nuovo cimitero viene inaugurato nel 1982<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=1275|titolo=AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE - Scheda Opera - Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi|sito=censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|accesso=2024-11-13}}</ref>. Il plastico del Cimitero Monumentale di Parabita è esposto al [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|MAXXI]] di [[Roma]], nella sezione della esposizione permanente.
==== Altre architetture religiose ====
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=== Architetture militari ===
==== Castello angioino ====
Presenta una pianta quadrangolare caratterizzata da una imponente mole centrale decorata con motivi rinascimentali. Pregevole è la [[Corte (architettura)|corte]] interna sul quale si affacciano portali a tutto sesto che conducono negli ambienti interni. Le stanze hanno coperture [[volta a botte|a botte]], a botte ogivale, [[volta a padiglione|a padiglione]]. La cappella di famiglia, dedicata a [[san Francesco d'Assisi]], possiede una copertura con cupola su pennacchi sferici.
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La festa inizia il sabato sera con la processione del simulacro per le vie della città. La processione, parte dalla [[Madonna della Coltura|Basilica di Maria SS. della Coltura]] e culmina in piazza Umberto I dove la statua della Vergine viene lasciata nella Chiesa Matrice. La domenica, si svolge una seconda processione, che ricorda il ritrovamento del monolite. La tradizione racconta che un contadino mentre arava con i buoi trovò un Monolite con la raffigurazione della Vergine; corse in paese ad annunciare la lieta notizia e l'immagine venne condotta nella Chiesa Matrice per essere custodita. La mattina seguente, all'apertura della chiesa, l'immagine non era al suo posto ma venne trovata in una piccola chiesa situata fuori le mura della città di fronte alle campagne. Da quel momento le fu dato il nome di Madonna della Coltura o dell'Agricoltura. La domenica si rievoca l'accaduto e mentre la processione si ferma "ssutta a porta" (espressione dialettale indicante il luogo in cui un tempo sorgeva la porta della città) i "curraturi" cioè i corridori, partono dal luogo dove è stato trovato il Monolite e corrono fino al luogo della processione ({{M|1|u=km}}). Il lunedì mattina il simulacro viene portato in Basilica, dove viene celebrata la Santa Messa.
La festa è molto sentita dai cittadini parabitani e dai contadini
== Economia ==
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}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
Il 17 febbraio [[2017]], su proposta del [[Ministero dell'interno|Ministro dell'interno]] [[Marco Minniti]], viene decretato lo [[Scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazione mafiosa|scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose]]. Il governo della città viene affidato per diciotto mesi, ad una commissione straordinaria, a norma dell'[http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm art. 143 del D.lgs. n. 267 del 2000] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161212210249/http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm |date=12 dicembre 2016 }}.<ref>{{Cita web|url=http://www.quirinale.it/qrnw/attivita/attifirmati/sett/2017_m02d13.html|titolo=Gli atti firmati dal Presidente Sergio Mattarella|autore=Segretariato generale della Presidenza della Repubblica - Servizio sistemi informatici - reparto web|sito=Il Presidente|lingua=it|accesso=2017-02-21}}</ref> Il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 marzo 2017.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-03-15&atto.codiceRedazionale=17A01856&elenco30giorni=true|titolo=Gazzetta Ufficiale
In seguito alla revoca dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, in data 23 marzo 2018, torna in qualità di sindaco Alfredo Cacciapaglia. Rimane escluso dall'amministrazione l'ex vicesindaco Provenzano. In data 22 giugno 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso proposto dall'Avvocatura di Stato, sospende la sentenza del TAR e l'amministrazione della città viene affidata nuovamente ai tre commissari prefettizi.
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.parabita.le.it/|Sito del Comune}}
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* {{cita web | 1 = http://www.leveneridiparabita.it/ | 2 = Sito sulle Veneri di Parabita | accesso = 23 aprile 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081205091940/http://www.leveneridiparabita.it/ | dataarchivio = 5 dicembre 2008 | urlmorto = sì }}
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