Sasso Corbaro: differenze tra le versioni

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|Nome originale =
|Parte di =
|Posizione geografica =[[CantoneCanton Ticino]]
|Struttura =
|Immagine = Bellinzona Montebello SassoCorbaro.jpg
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|Demolizione =
|Condizione attuale = ben conservato e restaurato
|Proprietario attuale = [[CantoneCanton Ticino]]
|Visitabile = sì
|Posizione attuale =
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}}
 
Il '''[[castello]] di Sasso Corbaro'''<ref>[{{cita testo|url=http://www.ti.ch/dt/dstm/SST/UffPMS/Temi/Ibc/consultazione/Scheda.asp?TUT_KEY_DENOGGETTO=A10383 |titolo=Castello di Sasso Corbaro - Inventario dei beni culturali] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20130927122441/http://www.ti.ch/dt/dstm/SST/UffPMS/Temi/Ibc/consultazione/Scheda.asp?TUT_KEY_DENOGGETTO=A10383 |data=27 settembre 2013 }}</ref> è situato sui fianchi della sponda sinistra del [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]],<ref name=":0622">{{cita|TCI|p. 106}}.</ref> nei pressi di [[Bellinzona]]. Con i castelli di [[Castello di Montebello (Bellinzona)|Montebello]] e di [[Castelgrande (castello)|Castelgrande]] e le mura che attraversano in parte la valle è iscritto dal [[2000]] come [[patrimonio mondiale dell'umanità]] dell'[[UNESCO]]. Il "Castello di Sasso Corbaro" è anche detto castello di Cima,<ref name=":0622" /> castello di [[Unterwalden]]<ref name=":0622" /><ref name=":0">{{cita|Flüeler|p. 65}}</ref> dal [[1506]], castello di [[Santa Barbara]] dal [[1818]].
 
==Storia e descrizione==
È l'ultimo dei castelli edificati a [[Bellinzona]]. Venne costruito in sostituzione di una torre preesistente con lo scopo di ottimizzare la difesa contro i Confederati. Tra il 1478 e il 1482 si cominciarono i lavori (che si conclusero in pochi mesi)<ref name=":0" />, voluti da [[Ludovico il Moro]] per evitare l'aggiramento a monte dello sbarramento costituito dai due castelli sottostanti e dalle mura che chiudevano la valle. Il periodo è infatti successivo alla sconfitta del [[Ducato di Milano|ducato]] nella [[battaglia di Giornico]]<ref name=":0" /> contro i [[Leventinesi]] e gli [[Urani]] (a quest’ultimi il ducato aveva promesso la [[Valle Leventina|valle]] nel 1466, ma non aveva mantenuto la parola).<ref>DSS, ''La battaglia di Giornico'', http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I8900.php</ref>
I lavori vennero affidati all'ingegnere ducale [[Danese Maineri|Danesio Maineri]] (documentato dal 1457 al 1482) e all'architetto ducale Benedetto Ferrini (documentato dal 1453, morto nel 1479), che non riuscì a completare l'opera perché morì di [[peste]]. Gli succedette l'architetto bellinzonese Ghiringhelli che in breve tempo portò a termine i lavori. Imponente la torre che si erge ad un'altezza di 14 metri.
 
A seguito dell’annessione del territorio alla [[Repubblica Elvetica|Repubblica elvetica]] nel 1798, la fortezza fu abbandonata. Con la nascita del [[CantoneCanton Ticino]] nel 1803 diventò di sua proprietà, ma nel 1870 il Cantone lo cedette a privati i quali ne fecero una residenza estiva. Nel 1919 tornò al Cantone che restaurò e parzialmente ricostruì il rivellino, i portali d'ingresso, la cappella seicentesca e il pozzo. I restauri vennero eseguiti principalmente negli anni 1933<ref name=":0" /> e 1934<ref name=":0" />.
 
Nel 1964 il castello divenne sede di un museo dedicato alle arti e delle tradizioni popolari ticinesi<ref>{{cita|Flüeler|p. 66}}</ref>, museo che venne chiuso nel 1997.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://hls-dhs-dss.ch/articles/002031/2022-12-16/|titolo=Bellinzona (comune)|sito=hls-dhs-dss.ch|accesso=2025-06-12}}</ref>
Nel 1989 fu collocata la sala lignea del [[XVII secolo]] che il Cantone aveva acquistato nel 1944 dagli eredi della famiglia Poglia, chiamata in seguito «Sala Poglia». All’inizio questa sala era stata trasferita a [[Castelgrande (castello)|Castelgrande]] per conto di Giuseppe Weith della Commissione cantonale dei monumenti storici ed artistici. Questo manufatto di noce massiccio, originariamente si trovava ad [[Olivone]] ed era il vestibolo della casa degli Emma (Hema in origine), importante famiglia di notai dell’epoca. La sala contiene tutt’ora la pigna in sasso utilizzata per riscaldare gli ambienti, recante lo stemma degli Emma. Ulteriori ristrutturazioni interne sono state fatte negli anni 1997-1998, oltre ad un lavoro di restauro negli anni 2001-2006. Attualmente ospita esposizioni temporanee.
 
Nel 1989 vi fu collocata la sala lignea del [[XVII secolo]] che il Cantone aveva acquistato nel 1944 dagli eredi della famiglia Poglia, chiamata in seguito «Sala Poglia». All’inizio questa sala era stata trasferita a [[Castelgrande (castello)|Castelgrande]] per conto di Giuseppe Weith della Commissione cantonale dei monumenti storici ed artistici. Questo manufatto di noce massiccio, originariamente si trovava ad [[Olivone]] ed era il vestibolo della casa degli Emma (Hema in origine), importante famiglia di notai dell’epoca. La sala contiene tutt’oratuttora la pigna in sasso utilizzata per riscaldare gli ambienti, recante lo stemma degli Emma. Ulteriori ristrutturazioni interne sono state fatte negli anni 1997-1998, oltre ad un lavoro di restauro negli anni 2001-2006. Attualmente ospita esposizioni temporanee.
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Johann{{Cita Rudolflibro|titolo Rahn,= ''I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino'',|autore = Johann Rudolf Rahn|traduttore = [[Eligio Pometta]]|url = https://archive.org/details/monumentiartisti00rahn/page/n5/mode/2up |editore = Tipo-Litografia di C.Carlo Salvioni,|città = Bellinzona|anno = 1894, |cid = Rahn}} p. 45-52.
*[[Virgilio Gilardoni]], ''Inventario delle cose d'arte e di antichità. Il distretto di Bellinzona'', Edizioni dello Stato, Bellinzona 1955.
*Giuseppe Chiesi, ''Bellinzona ducale. Ceto dirigente e politica finanziaria nel Quattrocento'', Bellinzona 1988.
*Giuseppe Chiesi, Verio Pini, ''Bellinzona nella storia e nell'arte'', Bellinzona 1991.
*Bernhard Anderes, ''Guida d'Arte della Svizzera Italiana'', Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 7.
* {{Cita libro|autore=Alessandro Cruciani|autore2=|titolo=GUIDA D'EUROPA|annooriginale=1973|editore=Touring Club Italiano|città=Milano|volume=Svizzera|capitolo=|cid=TCI}}
*AA.VV, ''Guida d'arte della Svizzera italiana'', Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 23.
*Rossana Cardani Vergani, ''Presenze longobarde nel Cantone Ticino. Una sintesi dei principali ritrovamenti archeologici'', in Bollettino della Società storica locarnese, numero 13, Locarno 2010.
*{{Cita libro|autore=Niklaus Flüeler|titolo=Guida culturale della Svizzera|annooriginale=|anno=1982|editore=Ex Libris Verlag AG|città=Zurigo|pp=|capitolo=|cid=Flüeler|ISBN=}}
*Werner Meyer, Patricia Cavadini-Bielander, ''I castelli di Bellinzona'', Società di storia dell'arte in Svizzera, Bern 2010.
*Paolo Ostinelli, ''Bellinzona. Castelli (Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro)'', in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini. Itinerari», Officina Libraria, Milano 2010.
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{collegamento interrotto|1=[http://www.verbanensia.org/carichepop.asp?luogo=Bellinzona&carica=Castello%20di%20Sasso%20Corbaro,%20castellano Elenco dei castellani del castello di Sasso Corbaro] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} tratto dal sito del [http://www.verbanensia.org/ Magazzeno Storico Verbanese]
 
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Castelli di Bellinzona]]
[[Categoria:Storia della Svizzera]]
[[Categoria:Inventario svizzero dei beni culturali di importanza nazionale del CantoneCanton Ticino]]
[[Categoria:Musei di Bellinzona]]