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La linea di Bortolo di Vincenzo sussistette sino alla prima metà del [[XIX secolo|Ottocento]]. Ne era un membro Domenico ([[1618]]-[[1683]]), proprietario dell'importante fornace alle "Due Fortune", passata poi al figlio Giacomo ([[1655]]-[[1715]]).
 
Quanto a Nicolò di Vincenzo ([[1546]]-[[1599]]), che ebbe una vetreria in società con i fratelli Giovanni e Girolamo, va ricordato perché padre di Giovanni ([[1585]]-[[1654]]), il più celebre membro della famiglia. Proprietario di una fornace, nel [[1613]] sposò Paulina di Battista Serena, appartenente a un'altra casata di vetrai noti per aver inventato la tecnica della [[filigrana (oreficeria)|filigrana]]. Qualche anno prima di morire, si preoccupò di raccogliere le ricette lui stesso e il padre avevano impiegato nell'esercizio dell'arte; sono tutt'oggi riportate in un manoscritto conservato all'[[Archivio di Stato di Venezia]], posteriormente intitolato ''Secreti per far lo smalto et vetri colorati''. La sua eredità passò alla moglie e al suo unico figlio maschio, Nicolò ([[1616]]-[[1655]]). Questi ultimi morirono però poco dopo e l'opera finì probabilmente alla figlia Angela, che nel [[1648]] aveva sposato Daniele Miotti, altro rampollo di una famiglia vetraia che, probabilmente, fece fortuna proprio grazie a questa eredità.
 
Il ricettario è una preziosissima testimonianza che permette di ricostruire la storia tecnologica dell'arte vetraria di Murano.
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|accesso = 17 maggio 2013
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{portale|storia di famiglia}}