Calisto Tanzi: differenze tra le versioni

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|Epoca2 = 2000
|Attività = imprenditore
|Attività2 = dirigente sportivo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fondò la [[Parmalat]] nel 1961, che, dopo oltre 40 anni di gestione, portò al fallimento, alla fine del 2003, con un buco di 14 miliardi di euro nei conti, in quella che rimane la più grande [[Crac Parmalat|bancarotta d'Europa]]<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/7790803.stm|titolo=Italian dairy boss gets 10 years|data=2008-12-18|accesso=2025-07-03}}</ref>, portando sul lastrico migliaia di famiglie italiane e lavoratori
|PostNazionalità = , fondatore e proprietario per oltre 40 anni del gruppo [[Parmalat]], nonché personaggio chiave delle vicende che ne causarono la [[bancarotta]] a fine 2003
|Immagine = Parma AC - Coppa Italia 1991-92 - Minotti,Calisto Tanzi, Scala, Pedraneschi(cropped).jpg
|Didascalia = Calisto Tanzi nell'estate 1996
|Didascalia = Calisto Tanzi (secondo da sinistra) in veste di ''patron'' del {{Calcio Parma|N}}, mentre festeggia tra (da sinistra) il capitano [[Lorenzo Minotti|Minotti]], l'allenatore [[Nevio Scala|Scala]] e il presidente Pedraneschi la vittoria della [[Coppa Italia 1991-1992]]}}
}}
 
Nel corso della sua carriera è stato anche proprietario del {{Calcio Parma|N}} dal 1990 al 2003. Durante la sua gestione la squadra ha vinto otto trofei: tre [[Coppa Italia|Coppe Italia]], una [[Supercoppa italiana]], una [[Coppa delle Coppe UEFA]], una [[Supercoppa UEFA]] e due [[Coppa UEFA|Coppe UEFA]].<ref>{{cita web|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2022/01/01-88439913/e_morto_calisto_tanzi_l_ex_patron_del_parma_aveva_83_anni|titolo=È morto Calisto Tanzi: l’ex patron del Parma aveva 83 anni|data=1º gennaio 2022}}</ref>
 
== Biografia ==
{{F|imprenditori italiani|luglio 2025}}
=== Origini e formazione ===
Nato da una famiglia di piccoli imprenditori (il padre Melchiorre gestiva una piccola azienda di commercio di prodotti alimentari fondata a [[Parma]] dal nonno Calisto senior), si diplomò in [[ragioneria]] e all'età di 21 anni interruppe gli studi [[università|universitari]] per aiutare il padre, gravemente malato, a gestire l'impresa.
 
=== La fondazione di Parmalat, l'attività imprenditoriale e le amicizie politiche ===
Dopo averne acquisito pieno controllo, nel 1961 Calisto Tanzi ampliò le attività aprendo un piccolo caseificio e impianto di pastorizzazione in località [[Collecchio]], che battezzò prima ''Dietalat'' e successivamente ''[[Parmalat]]''., Graziebasandosi a su un uso sistematico della [[vendita porta a porta]], già nel 1962 l'azienda fatturava 200 milioni di lire all'anno.
{{Vedi anche|Parmalat}}
Dopo averne acquisito pieno controllo, nel 1961 Calisto Tanzi ampliò le attività aprendo un piccolo caseificio e impianto di pastorizzazione in località [[Collecchio]], che battezzò prima ''Dietalat'' e successivamente ''[[Parmalat]]''. Grazie a un uso sistematico della [[vendita porta a porta]], già nel 1962 l'azienda fatturava 200 milioni di lire all'anno.
 
Desideroso di sperimentare nuove soluzioni commerciali, nel corso di un viaggio in [[Svezia]] vide per la prima volta, in un negozio di [[Stoccolma]], il [[latte]] venduto in confezioni [[Tetra Pak]]. Intuendo la versatilità ed economicità di tale imballaggio, Tanzi decise di investirvi e parallelamente di sviluppare il procedimento [[UHT]] per rendere il latte a lunga conservazione. Sull'onda del successo avuto da tale soluzione, presto estese il medesimo principio a [[conserve alimentari]] e [[succo di frutta|succhi di frutta]], consentendo a Parmalat di crescere ed affermarsi come azienda alimentare leader a livello internazionale, capace di aprire poli produttivi in diverse parti del mondo. Entro il 1975 il fatturato di Parmalat era già lievitato a 100 miliardi di lire annui.
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Per consolidare le proprie attività e metterle al riparo da eventuali rovesci del mercato, l'imprenditore parmigiano trovò un fondamentale appoggio nella [[Democrazia Cristiana]], segnatamente nella persona di [[Ciriaco De Mita]], di cui divenne intimo amico. Tanzi concesse infatti al politico l'uso dei mezzi di trasporto di sua proprietà e arrivò finanche ad aprire uno stabilimento a [[Nusco]], paese natale del ''leader'' democristiano. Sempre su sollecitazione di De Mita appose alcuni dei suoi marchi sulle maglie dell'{{Calcio Avellino|N}} e nel 1982 rilevò un pacchetto di emittenti televisive locali che organizzò nella ''[[syndication (mass media)|syndication]]'' [[Euro TV]], allo scopo dichiarato di inserirla a pieno titolo nel consesso dell'emittenza televisiva nazionale.
 
=== L'indebitamento di Parmalat e l'acquisizione del ''Parma calcio'' ===
{{Vedi anche|Parma Calcio 1913}}
La politica di copiose acquisizioni in rapida successione, condotte tutte a debito e non sostenute da adeguate ricapitalizzazioni, fece crescere a dismisura il [[debito|passivo]] delle imprese di Tanzi: già nel 1989 (come verrà successivamente appurato) la Parmalat era quindi vista con sospetto dalle [[banca d'affari|banche d'affari]], dubbiose riguardo alla natura delle risorse su cui si fondava il gruppo. Secondo talune fonti, la voragine debitoria era così pesante che l'azienda poteva già essere considerata tecnicamente fallita.
 
La principale voce di spesa era costituita proprio dalla televisione, che a fronte di una spesa di circa 80160 milionimiliardi di [[eurolire]] in meno di dieci anni era rimasta poco remunerativa, con un indice d’ascolto medio attorno al 3,5%. Sul finire del 1987 si cercò di risollevarne le sorti stringendo una partnership col [[gruppo Acqua Marcia]] di Vincenzo Romagnoli (a seguito della quale la syndication venne ridotta - alcune emittenti fuoriuscite si riorganizzarono in [[Italia 7]] - e rinominata [[Odeon TV]]); dopo pochi mesi quest'ultimo vendette le sue quote al costruttore [[Edoardo Longarini]]. L'obiettivo dichiarato di raggiungere almeno l'8% di [[Audience#Share|share]] nazionale rimase però sulla carta: Odeon infatti non era un network integrato e non trasmetteva in contemporanea su tutto il territorio italiano, a differenza della maggior concorrente [[Fininvest]], che inoltre attirò nella sua orbita Italia 7, garantendole raccolta pubblicitaria e produzione di alcuni programmi. Sempre nel 1987, su sollecitazione di De Mita, Tanzi trattò invano con [[Silvio Berlusconi]] l'acquisizione di [[RetequattroRete 4]].
 
Cooperò al dissesto della Parmalat la sistematica distrazione di risorse dalle casse sociali, poi riversate nella società SATA, controllata dalla famiglia Tanzi: si calcola che, tra il 1997 e il 2003, 173 milioni di euro fossero stati deviati dall'azienda al patrimonio personale del patron e dei suoi congiunti. In aggiunta Parmalat accumulava debiti esorbitanti acquisendo aziende straniere (6,8 miliardi di euro nel 2003) e distribuiva ricchi dividendi a fine anno ai propri soci, ivi compresa la famiglia Tanzi, per un totale di 16 milioni di euro annui<ref>{{Cita web|url=https://associazione-ape.it/la-morte-di-calisto-tanzi-un-imprenditore-truffaldino-che-ha-tradito-litalia/|titolo=Tanzi: un imprenditore truffaldino che ha tradito l’Italia}}</ref>.
 
Sul finire del 1989 Tanzi, per consolidare le depresse casse aziendali, chiese un prestito di 120 miliardi di [[lira italiana|lire]] al [[Banca Monte dei Paschi di Siena|Monte dei Paschi di Siena]], tramite la [[merchant bank]] Centrofinanziaria; l'istituto toscano accettò, allargando la sottoscrizione anche ad altri soggetti e istituti di credito, imponendo tuttavia la vendita di [[Odeon TV]] (gravata da debiti per 100 miliardi di lire, che effettivamente venne di lì a poco ceduta alla [[Sasea]] di [[Florio Fiorini]]) e la restituzione dell'importo in tre anni, pena la cessione alla banca deldi 22oltre il 50% delle quote dell'azienda, che sarebbero poi state ulteriormente rivendute (su di esse vi era già una manifestazione d'interesse della multinazionale [[Kraft Foods]]). L'iniezione di liquidità non fu tuttavia sufficiente a risolvere i problemi finanziari di Parmalat, sicché nel 1990 Tanzi e il suo entourage decisero di quotare l'azienda presso la [[Borsa di Milano]]; tale operazione era però ostacolata dalla nomea di cattiva pagatrice dell'azienda di Collecchio: quindi il finanziere [[Gianmario Roveraro]] suggerì a Tanzi di entrare a [[Piazza Affari]] mediante l'acquisizione di una società già quotata, che venne individuata nella [[Finanziaria Centronord]] di Giuseppe Gennari.
[[File:Parma AC 1996-97 Coppa Italia 1991-92 S.- TanziMinotti, SoglianoTanzi, AncelottiScala, C. TanziPedraneschi.jpg|thumb|ParteCalisto delTanzi rinnovato(secondo Parmada nellasinistra) [[Parmain Associazioneveste Calciodi 1996-1997|stagione 1996-1997]], che segnò l'ingresso'patron'' direttodel della{{Calcio famigliaParma|N}}, Tanzimentre nellafesteggia gestionetra del club. Da(da sinistra:) il presidente Stefano Tanzi, il dirigentecapitano [[RiccardoLorenzo SoglianoMinotti|Minotti]], l'allenatore [[CarloNevio AncelottiScala|Scala]] e Calistoil Tanzipresidente qualePedraneschi confermatola ''patron''vittoria della [[Coppa Italia 1991-1992]]]]
 
Nei primi [[anni 1990]] Tanzi, uscito rafforzato dall'operazione di quotazione (nella quale il valore delle azioni era stato artificiosamente sovrastimato), estese significativamente le proprie attività in settori terzi, acquisendo la proprietà della squadra di calcio del {{Calcio Parma|N}}, neopromossa in [[Serie A]] (che grazie alle risorse Parmalat conquistò i più grandi successi della sua storia), e alcuni [[tour operator]], poi fusi nel gruppo [[Parmatour]] grazie al supporto della [[Banca di Roma]]. Entro il 2003 ambedue le società gli erano costate circa 500 milioni di euro l'una, andando ad aggravare ulteriormente la situazione debitoria della struttura aziendale.
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Nel 1992 Tanzi si trovò nuovamente bisognoso di liquidità e contattò nuovamente Roveraro, che gli suggerì di effettuare un aumento di capitale di 430 miliardi di lire, di cui 215 miliardi garantiti da Tanzi stesso. La ricapitalizzazione arrivò e l'imprenditore disse al finanziere di averli attinti dal patrimonio della moglie, salvo poi chiedere sia a lui che all'avvocato [[Sergio Erede]] e a [[Renato Picco]] (rappresentante di [[Eridania]]-[[Ferruzzi]]) di dimettersi dal [[consiglio di amministrazione]] di Parmalat, in cui rimasero solo esponenti della famiglia Tanzi e dipendenti. Come appurarono le indagini dei primi [[anni 2000]], da quel momento il gruppo iniziò a falsificare i bilanci.
 
Nel 1993, desideroso di espandersi ulteriormente a livello internazionale, Tanzi si rivolse a [[Chase Manhattan Corporation]] (antesignana di [[JPMorgan Chase]]), che introdusse Parmalat nel mercato dei [[Obbligazionemercato (finanza)|bondobbligazionario]]. I risultati ottenuti dal gruppo di Collecchio furono lusinghieri (la domanda di obbligazioni Parmalat superava ampiamente l'offerta) e consentirono al patròn, tra il 1994 e il 1996, di avviare una nuova campagna di acquisizioni estere e di tentare anche l'acquisizione dei marchi [[Cirio]]-[[Bertolli]]-[[De Rica]] dalla [[SME (azienda)|SME]], in società con [[Saverio Lamiranda]]. Quest'ultimo affare non fu realizzatòrealizzato per l'arrivo di [[Sergio Cragnotti]], imprenditore con cui Tanzi intrattenne rapporti privilegiati, compartecipandone alcune società e infine rilevando le attività casearie di Cirio per 765 miliardi di lire; entrambi inoltre sedettero nel CDA di [[Capitalia]], ebbero partecipazioni azionarie nel [[Mediocredito Centrale]] e nella [[Banca Mediterranea]] e conclusero lucrosi affari di compravendita di calciatori tra Parma e [[SSSocietà Sportiva Lazio|Lazio]].
 
Il gruppo, ormai divenuto centro di enormi interessi finanziari coinvolgenti i maggiori istituti di credito americani ed europei, era sempre più in rosso: nel 1996 l'indebitamento lordo superava 1 miliardo e 200.000{{formatnum:200000}} euro, e l'aumento di capitale di 370 miliardi di lire effettuato di lì a poco venne onorato da Calisto Tanzi grazie ai fondi ottenuti tramite un prestito dell'[[UBS]]. In aggiunta la penetrazione della Parmalat sui mercati americani si stava rivelando faticosa e anche in [[Italia]] la quota di mercato detenuta dal colosso parmigiano (ormai da tempo dominante, sfiorando talora il [[monopolio]]) si andava riducendo.
 
L'associazione con [[Citigroup]], sul finire degli [[anni 1990]], diede però il via a un rilancio delle campagne di acquisizione e di emissione di bond[[Obbligazione (finanza)|obbligazioni]]. Le voci sulle difficoltà dell'azienda si facevano tuttavia sempre più insistenti, ma rimasero inizialmente sopite: Parmalat era infatti divenuta uno strumento nelle mani delle banche, che si servivano di essa per riscuotere i crediti presso imprenditori insolventi mediante operazioni di [[Strumento derivato|finanza derivata]]. La procedura seguita in tali casi prevedeva che Tanzi rilevasse l'azienda "morosa" con soldi ricavati mediante l'emissione di un bond'obbligazione: in tal modo l'imprenditore insolvente poteva saldare il suo debito girando i soldi pagati da Tanzi alla banca di turno, che a sua volta lucrava sulle commissioni legate a tale operazione. In tal modo il debito della società insolvente passava attraverso Parmalat e, a seguito dell'emissione deidelle bondobbligazioni, al pubblico. A titolo d'esempio, tale operazione venne condotta nel 2002 sulla Ciappazzi, azienda produttrice di acque minerali, che Tanzi rilevò per 35 miliardi di lire su sollecitazione della [[Banca di Roma]] di [[Cesare Geronzi]] (successivamente incriminato per [[usura]] in relazione a questo caso), creditrice nei confronti del proprietario [[Giuseppe Ciarrapico]].
 
=== Il ''crac'' della società nel 2003 ===
{{vedi anche|Crac Parmalat}}
Nel 2003 i continui rilanci nell’emissione di obbligazioni da parte di Parmalat, che pure dichiarava di possedere grandi risorse liquide, fecero sorgere diffuse perplessità sull’effettiva solidità dei conti del gruppo, al punto da spingere la [[Consob]] ad avviare degli accertamenti.
Dopo che per quasi tutto il 2003 si erano fatte sempre più insistenti le voci sul pesantissimo passivo dei conti Parmalat (spingendo la [[Consob]] ad avviare degli accertamenti), il 17 dicembre di quell'anno, a seguito del mancato pagamento di un bond da 150 milioni di euro, Tanzi presentò come garanzia della solidità finanziaria del suo gruppo un estratto conto della [[Bank of America]], sul quale era riportata la presenza di un deposito di 3,95 miliardi di euro intestato alla controllata Bonlat (con sede alle [[isole Cayman]]). Il giorno stesso l'istituto statunitense smentì l'esistenza del conto Bonlat: il patron e il suo direttore generale [[Fausto Tonna]] avevano infatti confezionato di loro pugno il documento, ritoccandolo manualmente e successivamente passandolo allo [[scanner (informatica)|scanner]]. Già due giorni prima tuttavia l'intero consiglio d'amministrazione Parmalat si era dimesso e al vertice del gruppo era stato nominato [[Enrico Bondi]], che Tanzi stesso aveva contattato nei primi giorni del mese come consulente per la ristrutturazione del gruppo, nel tentativo di ripagare il summenzionato bond.<ref>[http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=BONDI+Enrico Enrico Bondi] - cinquantamila.corriere.it</ref>
 
Ai primi di dicembre di quell'anno, a seguito del mancato rimborso di un'obbligazione da 150 milioni di euro, si scoprì un primo ammanco di 600 milioni di euro nel patrimonio dichiarato della società. Tanzi a quel punto iniziò ad ammettere alle banche creditrici l'esistenza di falsificazioni di bilancio, ma nell'immediato non fu oggetto di alcun provvedimento. Dal canto loro, i revisori dei conti di Parmalat continuarono a professare tranquillità, avendo ricevuto dal management di Collecchio un estratto conto della [[Bank of America]], sul quale era riportata la presenza di un deposito di 3,95 miliardi di euro intestato alla controllata Bonlat, con sede alle [[isole Cayman]].
 
Il 15 dicembre, dopo che le azioni Parmalat (sospese precauzionalmente dalle contrattazioni per tre giorni) ebbero perso il 46,8% del loro valore, con [[Standard & Poor's]] che declassò due volte i rating delle obbligazioni dell'azienda, l'intero consiglio d'amministrazione si dimise e al vertice del gruppo venne nominato il commissario [[Enrico Bondi]], che Tanzi stesso aveva contattato nei primi giorni del mese come consulente per la ristrutturazione del gruppo, nel tentativo di ripagare la summenzionata obbligazione.
 
Il 18 dicembre Bank of America smentì l'esistenza del conto Bonlat: l'estratto conto miliardario era del tutto falso, creato negli uffici Parmalat con l'ausilio di uno [[scanner (informatica)|scanner]]. L'indomani la notizia divenne di dominio pubblico e accese i riflettori sul ''crac''<ref>{{cita web|url=https://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=BONDI+Enrico|titolo=Biografia di Enrico Bondi}}</ref>.
 
=== La morte ===
Già nei mesi successivi al ''crac'' Parmalat e al suo arresto, la sua salute iniziò a declinare, obbligandolo a ricorrere con frequenza a terapie e cure mediche.
 
DopoA avermetà soffertodicembre negli[[2021]] ultimifu annicolto dellada suauna vitagrave di[[infezione]] alcuni[[Polmone|polmonare]] problemie diricoverato salute,presso muorel'[[Ospedale aMaggiore di Parma]]; qui morì il 1°º gennaio [[2022]], adall'eta di 83 anni.<ref>{{cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/01/morto-calisto-tanzi-ex-patron-della-parmalat_c5f2e738-6dfb-4d82-88f4-86ad8d622af0.html|titolo=Morto Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat|data=1º gennaio 2022}}</ref><ref>. {{cita webcn|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2022/01/01-88439913/e_morto_calisto_tanzi_l_ex_patron_del_parma_aveva_83_anni|titolo=ÈPer mortosua Calistoespressa Tanzi:volontà, l’exè patronstato del Parma aveva 83 anni|data=1º gennaio 2022cremato}}</ref>.
 
== Procedimenti giudiziari ==
Con la scoperta del ''[[crac Parmalat|crac]]'' Parmalat, il 22 dicembre 2003 Tanzi venne iscritto nel registro degli indagati e arrestato cinque giorni dopo. Tornato libero il 27 settembre 2004, dopo 275 giorni trascorsi tra la prigione e gli arresti domiciliari, venne poi rinviato a giudizio con vari capi d'accusa.
 
=== Procedimento per aggiotaggio per lo scandalo Parmalat ===
Il 18 dicembre 2008 venne condannato dal Tribunale di [[Milano]] a 10 anni di reclusione per [[aggiotaggio]], falso dei revisori e ostacolo alla [[Commissione nazionale per le società e la borsa|CONSOB]] in relazione alle vicende del ''crac'' Parmalat<ref>[http{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/tanzi-condanna/tanzi-condanna/tanzi-condanna.html |titolo=Parmalat, dieci anni a Tanzi assolti tutti gli altri imputati|data=18 -dicembre Repubblica.it]2008}}</ref>; successivamente, il 26 maggio 2010, la [[Corte d'appello di Milano]] confermò la condanna comminata in primo grado<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/26/news/tanzi-4350817/|titolo=Stangata per Calisto Tanzi in appello 10 anni e 100 milioni di risarcimento|data=26 maggio 2010}}</ref>.
 
Il 4 maggio 2011 la [[Corte di Cassazionecassazione]] confermò in via definitiva la condanna, riducendo tuttavia la pena inflitta a 8 anni e un mese di reclusione per intervenuta prescrizione del reato, limitatamente agli episodi contestati fino al 18 giugno 2003<ref>[{{cita web|url=http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/05/04/news/tanzi_condanna_ridotta_da_10_a_8_anni_di_reclusione-15779145/ |titolo=Tanzi, condanna ridotta da 10 a 8 anni di reclusione]|data=4 maggio 2011}}</ref>. All'indomani del passaggio in giudicato della condanna, la [[Guardia di Finanza]] arrestò Tanzi, conducendolo nel carcere di [[Parma]]; in considerazione dell'età di Tanzi e di quanto previsto dalla [[legge ex-Cirielli]], si riteneva che all'ex-cavaliere sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari, ma in un primo momento i giudici furono di diverso avviso, ragion per cui Tanzi iniziò a scontare in carcere la condanna inflittagli. Tuttavia dopo circa due anni, anche a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute, a Tanzi sono stati concessi gli arresti domiciliari in ospedale<ref>[http{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/07/domiciliari-in-ospedale-per-calisto-tanzi/523661/ Caso|titolo=Calisto Tanzi, il tribunale concede i domiciliari in ospedale]|data=7 marzo 2013}}</ref>.
 
=== Procedimento per bancarotta fraudolenta ===
Il processo "principale", per bancarotta fraudolenta, celebrato presso il tribunale di Parma, si concluse il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione<ref name="repubblica9dic2010">{{Cita news|lingua=|autore=web|url=httphttps://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/09/news/tanzi_condanna-10009672/?rss|titolo=18 anni di carcere per Calisto Tanzi - L'imprenditore condannato per il crac|pubblicazionedata=[[La9 Repubblicadicembre (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=09|mese=12|anno=2010|pagina=|accesso=09-12-2010|cid=}}</ref>.
 
Il 23 aprile 2012 la Corte d'Appello di Bologna condannò Tanzi alla pena di 17 anni e 10 mesi di reclusione<ref>[http{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/12_aprile_23/tanzi-condanna-appello_ba52f356-8d24-11e1-a0b5-72b55d759241.shtml |titolo=Tanzi condannato a 17 anni e 10 mesi]|data=23 aprile 2012}}</ref>.
 
Il 7 marzo 2014 la Corte di Cassazionecassazione confermò sostanzialmente la sentenza d'appello, salvo lievi riduzioni di pena collegate allo scattare della prescrizione per il reato di associazione per delinquere: in particolare, per Tanzi la condanna definitiva fu dunque di 17 anni e 5 mesi di reclusione, da sommare alle ulteriori condanne subite da Tanzi per le altre vicende relative al ''crac'' Parmalat<ref>[http{{Cita web|url=https://parma.repubblica.it/cronaca/2014/03/07/news/crac_parmalat_la_cassazione_conferma_tutte_le_condanne-80457876/?ref|titolo=HREC1-17 Crac Parmalat, la Cassazione conferma le condanne]|data=7 marzo 2014}}</ref>. Nello stesso giorno, Tanzi perse il fratello e fidato braccio destro Giovanni, deceduto a causa di problemi cardiaci, a sua volta sottoposto ad arresto domiciliare dal 17 febbraio 2004.<ref>[http{{Cita web|url=https://parma.repubblica.it/cronaca/2014/03/08/news/morto_giovanni_tanzi_a_poche_ore_dalla_sentenza-80532686/?ref|titolo=HREC1-20 Morto Giovanni Tanzi a poche ore dalla sentenza|data=8 -marzo Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]2014}}</ref>.
 
=== Procedimento per il ''crac'' di Parmatour ===
Il 20 dicembre 2011 il tribunale di Parma ha condannatocondannò Calisto Tanzi alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione per il filone del processo relativo al ''crac'' di Parmatour, holding di [[tour operator]] del gruppo di Collecchio<ref>[http{{cita web|url=https://parma.repubblica.it/cronaca/2011/12/20/news/parmatour_la_sentenza_nove_anni_e_2_mesi_a_tanzi-26941331/?ref|titolo=HREC1-12 Parmatour, la sentenza - "Nove anni e 2 mesi a Tanzi]"|data=20 dicembre 2011}}</ref>. I capi d'accusa erano associazione a delinquere, bancarotta e falso in bilancio.<ref>{{cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/21/crac-parmatour-nuova-condanna-per-tanzi.111crac.html|titolo=Crac Parmatour, nuova condanna per Tanzi|data=21 dicembre 2011}}</ref>.
 
== Morte ==
Dopo aver sofferto negli ultimi anni della sua vita di alcuni problemi di salute, muore a Parma il 1° gennaio 2022 ad 83 anni.<ref>{{cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/01/morto-calisto-tanzi-ex-patron-della-parmalat_c5f2e738-6dfb-4d82-88f4-86ad8d622af0.html|titolo=Morto Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat|data=1º gennaio 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2022/01/01-88439913/e_morto_calisto_tanzi_l_ex_patron_del_parma_aveva_83_anni|titolo=È morto Calisto Tanzi: l’ex patron del Parma aveva 83 anni|data=1º gennaio 2022}}</ref>
 
== Onorificenze ==
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|collegamento_onorificenza=Ordine al merito del lavoro
|motivazione=
|luogo=1984<br />Onorificenza revocata con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 17 settembre 2010 per indegnità<ref>G.U. 23 settembre 2010, n. 223.</ref><ref>[http{{cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/20/news/napolitano_tanzi-7254716/ |titolo=Quirinale: "Tanzi è indegno...": Revocato titolo di cavaliere.]|data=20 settembre 2010}}</ref>
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri
|luogo=27 dicembre 1999<ref>[{{cita web|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=12527&iddecorato=12107 |titolo=Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana Dott. Calisto Tanzi.]}}</ref><br />Onorificenza revocata con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 18 giugno 2010 per indegnità<ref>G.U. 30 luglio 2010, n. 176.</ref><ref>[{{cita web|url=http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/4-agosto-2010/tanzi-non-piu-cavaliere-gran-croce-onoreficenza-revocata-napolitano-1703521213976.shtml |titolo=Tanzi non è più Cavaliere di Gran Croce: AllaOnorificenza baserevocata dellada decisioneNapolitano|data=4 iagosto 5 patteggiamenti e una condanna in secondo grado dell'ex patron Parmalat.]2010}}</ref>
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=
|data={{senza fonte}}
}}{{cn}}
}}
 
== Note ==
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* [[Parma Calcio 1913]]
* [[Parmalat]]
* [[Il gioiellino]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=TANZI+Calisto|titolo=Calisto Tanzi|accesso=14 novembre 2015|dataarchivio=17 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117020639/http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=TANZI+Calisto|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Parmalat]]
[[Categoria:Presidenti del Parma Calcio 1913]]
[[Categoria:Laureati honoris causa dell'Università degli Studi di Parma]]