Calisto Tanzi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android |
m Annullata la modifica di 79.41.88.129 (discussione), riportata alla versione precedente di Snake90 Etichetta: Rollback |
||
| (107 versioni intermedie di 65 utenti non mostrate) | |||
Riga 13:
|Epoca2 = 2000
|Attività = imprenditore
|Attività2 = dirigente sportivo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fondò la [[Parmalat]] nel 1961, che, dopo oltre 40 anni di gestione, portò al fallimento, alla fine del 2003, con un buco di 14 miliardi di euro nei conti, in quella che rimane la più grande [[Crac Parmalat|bancarotta d'Europa]]<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/7790803.stm|titolo=Italian dairy boss gets 10 years|data=2008-12-18|accesso=2025-07-03}}</ref>, portando sul lastrico migliaia di famiglie italiane e lavoratori
|Immagine =
|Didascalia = Calisto Tanzi nell'estate 1996
}}
Nel corso della sua carriera è stato anche proprietario del {{Calcio Parma|N}} dal 1990 al 2003. Durante la sua gestione la squadra ha vinto otto trofei: tre [[Coppa Italia|Coppe Italia]], una [[Supercoppa italiana]], una [[Coppa delle Coppe UEFA]], una [[Supercoppa UEFA]] e due [[Coppa UEFA|Coppe UEFA]].<ref>{{cita web|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2022/01/01-88439913/e_morto_calisto_tanzi_l_ex_patron_del_parma_aveva_83_anni|titolo=È morto Calisto Tanzi: l’ex patron del Parma aveva 83 anni|data=1º gennaio 2022}}</ref>
== Biografia ==
{{F|imprenditori italiani|luglio 2025}}
=== Origini e formazione ===
Nato da una famiglia di piccoli imprenditori (il padre Melchiorre gestiva una piccola azienda di commercio di prodotti alimentari fondata a [[Parma]] dal nonno Calisto senior), si diplomò in [[ragioneria]] e all'età di 21 anni interruppe gli studi [[università|universitari]] per aiutare il padre, gravemente malato, a gestire l'impresa.
=== La fondazione di Parmalat, l'attività imprenditoriale e le amicizie politiche ===
Dopo averne acquisito pieno controllo, nel 1961 Calisto Tanzi ampliò le attività aprendo un piccolo caseificio e impianto di pastorizzazione in località [[Collecchio]], che battezzò prima ''Dietalat'' e successivamente ''[[Parmalat]]''
▲Dopo averne acquisito pieno controllo, nel 1961 Calisto Tanzi ampliò le attività aprendo un piccolo caseificio e impianto di pastorizzazione in località [[Collecchio]], che battezzò prima ''Dietalat'' e successivamente ''[[Parmalat]]''. Grazie a un uso sistematico della [[vendita porta a porta]], già nel 1962 l'azienda fatturava 200 milioni di lire all'anno.
Desideroso di sperimentare nuove soluzioni commerciali, nel corso di un viaggio in [[Svezia]] vide per la prima volta, in un negozio di [[Stoccolma]], il [[latte]] venduto in confezioni [[Tetra Pak]]. Intuendo la versatilità ed economicità di tale imballaggio, Tanzi decise di investirvi e parallelamente di sviluppare il procedimento [[UHT]] per rendere il latte a lunga conservazione. Sull'onda del successo avuto da tale soluzione, presto estese il medesimo principio a [[conserve alimentari]] e [[succo di frutta|succhi di frutta]], consentendo a Parmalat di crescere ed affermarsi come azienda alimentare leader a livello internazionale, capace di aprire poli produttivi in diverse parti del mondo. Entro il 1975 il fatturato di Parmalat era già lievitato a 100 miliardi di lire annui.
Riga 32 ⟶ 36:
Per consolidare le proprie attività e metterle al riparo da eventuali rovesci del mercato, l'imprenditore parmigiano trovò un fondamentale appoggio nella [[Democrazia Cristiana]], segnatamente nella persona di [[Ciriaco De Mita]], di cui divenne intimo amico. Tanzi concesse infatti al politico l'uso dei mezzi di trasporto di sua proprietà e arrivò finanche ad aprire uno stabilimento a [[Nusco]], paese natale del ''leader'' democristiano. Sempre su sollecitazione di De Mita appose alcuni dei suoi marchi sulle maglie dell'{{Calcio Avellino|N}} e nel 1982 rilevò un pacchetto di emittenti televisive locali che organizzò nella ''[[syndication (mass media)|syndication]]'' [[Euro TV]], allo scopo dichiarato di inserirla a pieno titolo nel consesso dell'emittenza televisiva nazionale.
=== L'indebitamento di Parmalat e l'acquisizione del
La politica di copiose acquisizioni in rapida successione, condotte tutte a debito e non sostenute da adeguate ricapitalizzazioni, fece crescere a dismisura il [[debito|passivo]] delle imprese di Tanzi: già nel 1989 (come verrà successivamente appurato) la Parmalat era quindi vista con sospetto dalle [[banca d'affari|banche d'affari]], dubbiose riguardo alla natura delle risorse su cui si fondava il gruppo. Secondo talune fonti, la voragine debitoria era così pesante che l'azienda poteva già essere considerata tecnicamente fallita.
La principale voce di spesa era costituita proprio dalla televisione, che a fronte di una spesa di circa
Cooperò al dissesto della Parmalat la sistematica distrazione di risorse dalle casse sociali, poi riversate nella società SATA, controllata dalla famiglia Tanzi: si calcola che, tra il 1997 e il 2003, 173 milioni di euro fossero stati deviati dall'azienda al patrimonio personale del patron e dei suoi congiunti. In aggiunta Parmalat accumulava debiti esorbitanti acquisendo aziende straniere (6,8 miliardi di euro nel 2003) e distribuiva ricchi dividendi a fine anno ai propri soci, ivi compresa la famiglia Tanzi, per un totale di 16 milioni di euro annui<ref>{{Cita web|url=https://associazione-ape.it/la-morte-di-calisto-tanzi-un-imprenditore-truffaldino-che-ha-tradito-litalia/|titolo=Tanzi: un imprenditore truffaldino che ha tradito l’Italia}}</ref>.
Sul finire del 1989 Tanzi, per consolidare le depresse casse aziendali, chiese un prestito di 120 miliardi di [[lira italiana|lire]] al [[Banca Monte dei Paschi di Siena|Monte dei Paschi di Siena]], tramite la [[merchant bank]] Centrofinanziaria; l'istituto toscano accettò, allargando la sottoscrizione anche ad altri soggetti e istituti di credito, imponendo tuttavia la vendita di [[Odeon TV]] (gravata da debiti per 100 miliardi di lire, che effettivamente venne di lì a poco ceduta alla [[Sasea]] di [[Florio Fiorini]]) e la restituzione dell'importo in tre anni, pena la cessione alla banca
[[File:Parma AC
Nei primi [[anni 1990]] Tanzi, uscito rafforzato dall'operazione di quotazione (nella quale il valore delle azioni era stato artificiosamente sovrastimato), estese significativamente le proprie attività in settori terzi, acquisendo la proprietà della squadra di calcio del {{Calcio Parma|N}}, neopromossa in [[Serie A]] (che grazie alle risorse Parmalat conquistò i più grandi successi della sua storia), e alcuni [[tour operator]], poi fusi nel gruppo [[Parmatour]] grazie al supporto della [[Banca di Roma]]. Entro il 2003 ambedue le società gli erano costate circa 500 milioni di euro l'una, andando ad aggravare ulteriormente la situazione debitoria della struttura aziendale.
Riga 47 ⟶ 50:
Nel 1992 Tanzi si trovò nuovamente bisognoso di liquidità e contattò nuovamente Roveraro, che gli suggerì di effettuare un aumento di capitale di 430 miliardi di lire, di cui 215 miliardi garantiti da Tanzi stesso. La ricapitalizzazione arrivò e l'imprenditore disse al finanziere di averli attinti dal patrimonio della moglie, salvo poi chiedere sia a lui che all'avvocato [[Sergio Erede]] e a [[Renato Picco]] (rappresentante di [[Eridania]]-[[Ferruzzi]]) di dimettersi dal [[consiglio di amministrazione]] di Parmalat, in cui rimasero solo esponenti della famiglia Tanzi e dipendenti. Come appurarono le indagini dei primi [[anni 2000]], da quel momento il gruppo iniziò a falsificare i bilanci.
Nel 1993, desideroso di espandersi ulteriormente a livello internazionale, Tanzi si rivolse a [[Chase Manhattan Corporation]] (antesignana di [[JPMorgan Chase]]), che introdusse Parmalat nel
Il gruppo, ormai divenuto centro di enormi interessi finanziari coinvolgenti i maggiori istituti di credito americani ed europei, era sempre più in rosso: nel 1996 l'indebitamento lordo superava 1 miliardo e
L'associazione con [[Citigroup]], sul finire degli [[anni 1990]], diede però il via a un rilancio delle campagne di acquisizione e di emissione di
=== Il ''crac'' della società nel 2003 ===
{{vedi anche|Crac Parmalat}}
Nel 2003 i continui rilanci nell’emissione di obbligazioni da parte di Parmalat, che pure dichiarava di possedere grandi risorse liquide, fecero sorgere diffuse perplessità sull’effettiva solidità dei conti del gruppo, al punto da spingere la [[Consob]] ad avviare degli accertamenti.
Ai primi di dicembre di quell'anno, a seguito del mancato rimborso di un'obbligazione da 150 milioni di euro, si scoprì un primo ammanco di 600 milioni di euro nel patrimonio dichiarato della società. Tanzi a quel punto iniziò ad ammettere alle banche creditrici l'esistenza di falsificazioni di bilancio, ma nell'immediato non fu oggetto di alcun provvedimento. Dal canto loro, i revisori dei conti di Parmalat continuarono a professare tranquillità, avendo ricevuto dal management di Collecchio un estratto conto della [[Bank of America]], sul quale era riportata la presenza di un deposito di 3,95 miliardi di euro intestato alla controllata Bonlat, con sede alle [[isole Cayman]].
Il 15 dicembre, dopo che le azioni Parmalat (sospese precauzionalmente dalle contrattazioni per tre giorni) ebbero perso il 46,8% del loro valore, con [[Standard & Poor's]] che declassò due volte i rating delle obbligazioni dell'azienda, l'intero consiglio d'amministrazione si dimise e al vertice del gruppo venne nominato il commissario [[Enrico Bondi]], che Tanzi stesso aveva contattato nei primi giorni del mese come consulente per la ristrutturazione del gruppo, nel tentativo di ripagare la summenzionata obbligazione.
Il 18 dicembre Bank of America smentì l'esistenza del conto Bonlat: l'estratto conto miliardario era del tutto falso, creato negli uffici Parmalat con l'ausilio di uno [[scanner (informatica)|scanner]]. L'indomani la notizia divenne di dominio pubblico e accese i riflettori sul ''crac''<ref>{{cita web|url=https://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=BONDI+Enrico|titolo=Biografia di Enrico Bondi}}</ref>.
=== La morte ===
Già nei mesi successivi al ''crac'' Parmalat e al suo arresto, la sua salute iniziò a declinare, obbligandolo a ricorrere con frequenza a terapie e cure mediche.
== Procedimenti giudiziari ==
Con la scoperta del ''[[crac Parmalat|crac]]'' Parmalat, il 22 dicembre 2003 Tanzi venne iscritto nel registro degli indagati e arrestato cinque giorni dopo. Tornato libero il 27 settembre 2004, dopo 275 giorni trascorsi tra la prigione e gli arresti domiciliari, venne poi rinviato a giudizio con vari capi d'accusa.
=== Procedimento per aggiotaggio per lo scandalo Parmalat ===
Il 18 dicembre 2008 venne condannato dal Tribunale di [[Milano]] a 10 anni di reclusione per [[aggiotaggio]], falso dei revisori e ostacolo alla [[Commissione nazionale per le società e la borsa|CONSOB]] in relazione alle vicende del ''crac'' Parmalat<ref>
Il 4 maggio 2011 la [[Corte di
=== Procedimento per bancarotta fraudolenta ===
Il processo
Il 23 aprile 2012 la Corte d'Appello di Bologna condannò Tanzi alla pena di 17 anni e 10 mesi di reclusione<ref>
Il 7 marzo 2014 la Corte di
=== Procedimento per il ''crac'' di Parmatour ===
Il 20 dicembre 2011 il tribunale di Parma
▲Dopo aver sofferto negli ultimi anni della sua vita di alcuni problemi di salute, muore a Parma il 1° gennaio 2022 ad 83 anni.<ref>{{cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/01/morto-calisto-tanzi-ex-patron-della-parmalat_c5f2e738-6dfb-4d82-88f4-86ad8d622af0.html|titolo=Morto Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat|data=1º gennaio 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2022/01/01-88439913/e_morto_calisto_tanzi_l_ex_patron_del_parma_aveva_83_anni|titolo=È morto Calisto Tanzi: l’ex patron del Parma aveva 83 anni|data=1º gennaio 2022}}</ref>
== Onorificenze ==
Riga 84 ⟶ 95:
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito del lavoro
|motivazione=
|luogo=1984<br />Onorificenza revocata con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 17 settembre 2010 per indegnità<ref>G.U. 23 settembre 2010, n. 223.</ref><ref>
}}
{{Onorificenze
Riga 91 ⟶ 102:
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri
|luogo=27 dicembre 1999<ref>
}}
{{Onorificenze
Riga 98 ⟶ 109:
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=
|data={{senza fonte}}
}}
== Note ==
Riga 107 ⟶ 119:
* [[Parma Calcio 1913]]
* [[Parmalat]]
* [[Il gioiellino]]
== Altri progetti ==
Riga 112 ⟶ 125:
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=TANZI+Calisto|titolo=Calisto Tanzi|accesso=14 novembre 2015|dataarchivio=17 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117020639/http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=TANZI+Calisto|urlmorto=sì}}
{{Controllo di autorità}}
Riga 122 ⟶ 135:
[[Categoria:Parmalat]]
[[Categoria:Presidenti del Parma Calcio 1913]]
[[Categoria:Laureati honoris causa dell'Università degli Studi di Parma]]
| |||