Teramene: differenze tra le versioni

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| Nato_a = [[Coo]]
| Data_di_morte = [[404 a.C.]]
| Morto_a = [[Atene (città antica)|Atene]]
| Cause_della_morte = esecuzione mediante cicuta
| Luogo_di_sepoltura =
| Etnia =
| Religione =
| Nazione_servita = [[Atene (città antica)|Atene]]
| Forza_armata =
| Arma =
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| Note =
| Ref = Vedi bibliografia
}}
{{Carica pubblica
|nome = Teramene
|carica= [[Tiranno]] di [[Atene (città antica)|Atene]]<br>(regime dei [[trenta tiranni]])
|mandatoinizio = 404 a.C.
|mandatofine = 403 a.C.
|predecessore = Alesia (come [[arconte eponimo]])
|successore = Eucleide (come arconte eponimo)
}}
{{Bio
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|Cognome =
|PostCognomeVirgola = figlio di [[Agnone (politico)|Agnone]] del [[Stiria (demo)|demo di Stiria]]
|PreData = {{lang-grc|Θηραμένης|Thēraménēs}}, da |t2=θήρα, |t2"=caccia" e |t3=μένος, |t3"=forza vitale"|da2=si}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Coo
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 404 a.C.
|Epoca = -400
|Attività = politico
|Attività2 = oratore
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|Nazionalità = ateniese
|Immagine = Pnyx.jpg
|Didascalia = In primo piano, la piattaforma degli oratori sulla [[Pnice]], dalla quale Teramene e gli altri politici ateniesi parlavano all'[[Ecclesia (antica Grecia)|ecclesia]] (con l'[[Acropoli]] sullo sfondo).
}}
 
Nato nell'isola di [[Coo]] da [[Agnone (politico)|Agnone]]<ref name=Plutarco2>{{Cita|Plutarco, Nicia|2|Plutarco}}.</ref>, ma cittadino [[AteneCittadinanza ateniese|cittadino ateniese]], Teramene fu uno dei fautori del [[colpo di Stato]] oligarchico [[Atene|ateniese]] del [[411 a.C.]], che portò al governo la [[Boulé dei Quattrocento]].<ref name=Tucidide8-67>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 67|Tucidide}}.</ref> Successivamente si oppose a tale regime, sostituendolo con l'[[assemblea dei Cinquemila]]<ref name=Tucidide8-97-98>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 97-98|Tucidide}}.</ref> che, dopo aver eliminato i principali esponenti dei Quattrocento, nel 409 a.C. restaurò pienamente la democrazia.
 
Dopo aver ricoperto la carica di [[stratego]], fu [[trierarchia|trierarca]] durante la [[battaglia delle Arginuse]] del [[406 a.C.]], combattuta tra Atene e Sparta nelle fasi finali della [[guerra del Peloponneso]]. Nel conseguente [[Processo delle Arginuse|processo]], fu accusato assieme agli altri ufficiali di aver abbandonato i naufraghi al loro destino.<ref name=Diodoro-13-98-100>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 98-100|Diodoro}}.</ref> Teramene fu assolto a scapito degli strateghi suoi superiori che furono invece condannati a morte.<ref name=Senofonte7-1-34>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 7,1-34|Senofonte}}.</ref>
 
Dopo aver ricoperto la sconfittacarica ateniesedi nella[[stratego]], fu [[trierarchia|trierarca]] durante la [[battaglia didelle EgospotamiArginuse]] (del [[405406 a.C.]]), fucombattuta inviatotra aAtene e Sparta nelle fasi finali della [[Spartaguerra del Peloponneso]]. comeNel ambasciatoreconseguente per[[Processo trattaredelle laArginuse|processo]], resafu accusato assieme agli altri ufficiali di Ateneaver abbandonato i naufraghi al loro destino.<ref name=Diodoro-1413-398-100>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIVXIII, 398-100|Diodoro}}.</ref> TornatoTeramene infu patriaassolto, convinsementre l'assembleagli adstrateghi accettaresuoi lesuperiori condizionifurono degliinvece Spartani,condannati chea implicavanomorte.<ref laname=Senofonte7-1-34>{{Cita|Senofonte, demolizioneElleniche|I, delle [[Lunghe Mura]]7,1-34|Senofonte}}.</ref>
 
Dopo la sconfitta ateniese nella [[battaglia di Egospotami]] ([[405 a.C.]]), fu inviato a [[Sparta]] come ambasciatore per trattare la resa di Atene.<ref name=Diodoro-14-3>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIV, 3|Diodoro}}.</ref> Tornato in patria, convinse l'assemblea ad accettare le condizioni degli Spartani, che implicavano la demolizione delle [[Lunghe Mura]].<ref>{{Cita web|lingua=greco antico|url=http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/testi/Lysias/In_Agoratum.html|titolo=Contro Agorato, Lisia|sito=poesialatina|accesso=2024-12-29}}</ref>
Dopo la costituzione del regime oligarchico filo-spartano dei [[Trenta tiranni]], del quale fece parte, venne in contrasto con [[Crizia]], il capo dei Trenta, per il suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto al suicidio ([[404 a.C.]])<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,56|Senofonte}}.</ref>.
 
Dopo la costituzione del regime oligarchico filo-spartano dei [[Trenta tiranni]], del quale fece parte, venne in contrasto con [[Crizia]], il capo dei Trenta, per il suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto al suicidio ([[404 a.C.]])<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,56|Senofonte}}.</ref>.
[[Senofonte]]<ref name=Senofonte-2-3-31/> tramanda che fu soprannominato dai contemporanei ''Coturno'' per il suo trasformismo politico nel passare con disinvoltura dalla fazione oligarchica a quella democratica e viceversa: il [[coturno]], infatti, era un calzare utilizzato dagli attori di teatro che poteva essere indifferentemente indossato sia al piede destro sia a quello sinistro.
 
[[Senofonte]]<ref name=Senofonte-2-3-31/> tramanda che fu soprannominato dai contemporanei ''Coturno'', per il suo [[trasformismo politico]] nel passare con disinvoltura dalla fazione oligarchica a quella democratica e viceversa: il [[coturno]], infatti, era un calzare utilizzato dagli [[Tragedia greca|attori tragici]] che poteva essere indifferentemente calzato sia al piede destro sia a quello sinistro. [[Plutarco]]<ref name="PlutCic">{{Cita|Plutarco, Cicerone|39|Plutarco}}.</ref> testimonia invece come [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] espresse nei suoi scritti la sua stima verso Teramene, paragonandolo a [[Pericle]] e a [[Cicerone]]. Infine, mentre secondo [[Aristotele]],<ref name="AthPol">{{Cita|Aristotele, Costituzione degli Ateniesi|28, 5|Aristotele}}.</ref> Teramene fu, assieme a [[Nicia]] e a [[Tucidide (politico)|Tucidide di Melesia]], uno dei tre soli Αteniesiateniesi di nobili origini che nutrirono affetto e benevolenza verso il popolo.
 
== Biografia ==
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Le fonti antiche hanno tramandato poche notizie sulle origini di Teramene. [[Plutarco]]<ref name=Plutarco2/> tramanda che nacque nell'isola di [[Coo]] e sappiamo che era cittadino ateniese del [[Demo (antica Grecia)|demo]] di [[Stiria (demo)|Stiria]]<ref>{{SmithDGRBM|articolo=Theramenes|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0104:entry=theramenes-bio-2}}.</ref> e figlio di [[Agnone (politico)|Agnone]], il capo del gruppo di coloni che nel [[437 a.C.|437]]-[[436 a.C.]] fondarono [[Anfipoli]].<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|IV, 106|Tucidide}}.</ref> [[Tucidide]] riporta<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|I, 117|Tucidide}}.</ref><ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|II, 58|Tucidide}}.</ref><ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|II, 95|Tucidide}}.</ref> che Agnone militò nell'esercito ateniese come [[stratego]] e che fu tra i firmatari della [[pace di Nicia]].<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|V, 19|Tucidide}}.</ref>
 
Secondo quanto riportato da [[Lisia]],<ref>{{Cita|Lisia, Contro Eratostene|65|Lisia}}.</ref>, la carriera politica di Agnone si incrociò con quella del figlio quando nel [[411 a.C.]], assieme ad altri nove commissari, fu incaricato dal [[Boulé dei Quattrocento|governo oligarchico dei Quattrocento]] di redigere la nuova costituzione ateniese.
 
=== Il colpo di Stato oligarchico del 411 a.C. ===
{{vedi anche|Boulé dei Quattrocento}}
[[File:Mosaico Alcibiade.jpg|thumb|[[Alcibiade]], fu l'ispiratore del colpo di Stato del 411 a.C.]]
Teramene iniziò la carriera politica nel [[411 a.C.]] quando fu tra i fautori del [[colpo di Stato]] che portò alla temporanea soppressione della democrazia ateniese a favore di un governo oligarchico, la cosiddetta [[Boulé dei Quattrocento]].
 
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Nel frattempo, ad Atene, alcuni giovani aristocratici, cavalcando il malcontento generale per la sconfitta in Sicilia, presero il potere attraverso l'intimidazione e la forza, uccidendo chi si opponeva al colpo di Stato<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 65-66|Tucidide}}.</ref> e preparando il ritorno da Samo di Pisandro e degli altri politici, tra i quali Teramene, che avevano appoggiato la rivolta.<ref name=Tucidide8-68/>
 
Pisandro e i suoi compagni convocarono l'assemblea e annunciarono una serie di misure, tra le quali la formale abolizione della democrazia, che sarebbe stata sostituita da una Boulé composta da quattrocento ateniesi scelti da una lista più ampia di cinquemila cittadini<ref name=Tucidide8-67/>. Successivamente essi abrogarono le leggi in vigore e promulgarono una nuova costituzione di stampo oligarchico.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 69-70|Tucidide}}.</ref>
Successivamente essi abrogarono le leggi in vigore e promulgarono una nuova costituzione di stampo oligarchico.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 69-70|Tucidide}}.</ref>
 
=== La restaurazione democratica ===
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A quel punto Aristocrate, il comandante di un reggimento di opliti al Pireo, arrestò [[Alessicle]], un generale fedele alla fazione radicale, e Teramene, a sorpresa, si offrì volontario per guidare un gruppo di militari al Pireo per liberare il generale. Teramene, giunto al porto, ordinò ai soldati di liberare Alessicle ma, quando gli opliti gli chiesero se la costruzione della fortificazione di Eezioneia fosse una mossa giusta, rispose che abbatterla sarebbe stata una buona idea, e quindi esortò i militari a farlo.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 92|Tucidide}}.</ref>
 
Qualche giorno dopo, la flotta peloponnesiaca arrivò davanti al Pireo ma, trovando la fortificazione dell'Eezioneia distrutta e il porto ben difeso, ripiegò verso l'isola di [[Eubea]]<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 94|Tucidide}}.</ref> ([[410 a.C.]]).
 
Nei giorni successivi, la Boulé dei Quattrocento fu formalmente sciolta e fu istituito un nuovo governo sostenuto dai moderati e guidato da un'assemblea di cinquemila cittadini,<ref name=Tucidide8-97-98/> scelti tra coloro che avevano abbastanza denaro da "giovare alla città sia coi cavalli sia cogli scudi", cioè tra gli [[Oplita|opliti]]: l'ideale di Teramene era rappresentato da un governo che, pur non essendo un'oligarchia, escludesse comunque i nullatenenti dalle cariche pubbliche.<ref>{{cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,48|Senofonte}}.</ref>
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Teramene fu nominato [[stratego]] dall'assemblea dei Cinquemila<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 7,5|Senofonte}}.</ref> e gli fu affidato il comando della flotta che operava nell'[[Ellesponto]].
 
Dopo la vittoria ateniese nella [[battaglia di Abido]] ([[410411 a.C.]]) Teramene, al comando della sua flotta, attaccò i ribelli dell'Eubea, soppresse alcune oligarchie che si erano formate nelle isole dell'Egeo e raccolse fondi a favore della madrepatria da diverse città costiere.<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 47|Diodoro}}.</ref> Fece vela quindi verso le coste della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], dove collaborò con [[Archelao I di Macedonia|Archelao I]] nell'assedio di [[Pidna]] e raggiunse infine in [[Tracia]] la flotta del collega [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]].<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 49|Diodoro}}.</ref>
 
Successivamente, partecipò alla [[Battaglia di Cizico (410 a.C.)|battaglia navale di Cizico]] (410 a.C.) agli ordini di Alcibiade, che era stato nel frattempo fatto rientrare dall'esilio. In quell'occasione la vittoria ateniese fu completa, infatti la flotta spartana, attirata in mare aperto, fu accerchiata dalle flotte di Teramene e di Trasibulo che tagliarono ai Lacedemoni la possibilità di ripiegare verso la terraferma: tutte le navi spartane furono distrutte o catturate.<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 50-51|Diodoro}}.</ref><ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 1,11-18|Senofonte}}.</ref>
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Dopo questa vittoria, gli Ateniesi costruirono a [[Cizico]] una fortificazione che controllava lo stretto del [[Bosforo]] e dalla quale veniva richiesto a tutte le navi mercantili in transito di pagare un dazio del valore della decima parte del carico. Teramene rimase con trenta navi a Cizico per controllare la riscossione del tributo<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 1,19-22|Senofonte}}.</ref> mentre ad Atene il governo dei Cinquemila veniva consensualmente destituito e la democrazia ripristinata.
 
Nel [[408 a.C.]] Teramene partecipò, ancora sotto il comando di [[Alcibiade]], all'[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|assedio di Bisanzio]],<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 66|Diodoro}}.</ref> vincendo l'esercito peloponnesiaco di [[Beozia|Beoti]] e [[Megara (Attica)Nisea|Megaresi]] di stanza nella città, comandato dallo spartano [[Clearco di Sparta|Clearco]]. Teramene guidò l'ala sinistra dell'esercito ateniese, Alcibiade la destra.<ref>{{Cita|Plutarco, Alcibiade|31|Plutarco}}.</ref>
 
=== La battaglia delle Arginuse e il conseguente processo ===
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}}
 
Messe ai voti le condizioni di resa, l'assemblea accettò e le Lunghe Mura furono abbattute. La guerra del Peloponneso era dunque terminata con la vittoria di Sparta ([[404 a.C.]]).<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 2,21-23|Senofonte}}.</ref>
 
=== I Trenta tiranni ===
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Ben presto Teramene si scontrò con la politica repressiva e autoritaria dei suoi colleghi e in particolare di [[Crizia]], capo indiscusso del gruppo,<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,11-14|Senofonte}}.</ref> che instaurò un vero e proprio regime di terrore, mandando a morte parecchi cittadini col solo motivo di essere stati popolari durante il periodo democratico.<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,15|Senofonte}}.</ref>
 
Teramene, non potendo opporsi a Crizia con la forza, tentò di estendere il potere decisionale a una cerchia più ampia di cittadini.<ref>{{Cita|Aristotele, Costituzione degli Ateniesi|36|Aristotele}}.</ref> Crizia dunque per prevenireosteggiare tale disegno prevenne Teramene scegliendo tremila ateniesi da associare al governo. Teramene obiettò che questo numero fosse troppo esiguo e Crizia, per tutta risposta, fece confiscare le armi di tutti gli Ateniesi che non erano inclusi in tale lista.<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,17-20|Senofonte}}.</ref>
 
Successivamente i Trenta decisero di arrestare e far uccidere altrettanti [[meteco|meteci]], scelti tra i più facoltosi, al solo scopo di confiscare loro i beni: Teramene si rifiutò di eseguire l'ordine;<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,21-22|Senofonte}}.</ref> Crizia allora intuì che lo Stiriense era troppo pericoloso e decise di eliminarlo. Convocatolo davanti all'assemblea dei Tremila, lo accusò pubblicamente di seguire la fazione politica che gli convenisse a seconda delle circostanze,<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,23-24|Senofonte}}.</ref> ricordando, come testimonia Senofonte,<ref name=Senofonte-2-3-31>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,31|Senofonte}}.</ref> il suo soprannome di "Coturno".
 
Nella sua difesa Teramene ribatté di essersi sempre comportato da politico moderato, cercando di conciliare le tradizioni democratiche con una forma di governo che includesse nel potere decisionale solo i cittadini ateniesi che avessero almeno il grado militare di [[oplita]]. Il discorso di Teramene fece presa sull'assemblea e, secondo quanto riporta Senofonte,<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,35-49|Senofonte}}.</ref> Crizia intuì che, se si fosse andati al voto, lo Stiriense sarebbe stato assolto. Il capo dei Trenta Tirannitiranni fece quindi schierare dei soldati armati davanti all'assemblea per impedire ai cittadini di intervenire e dopo aver formalmente destituito Teramene dai Trenta ordinò agli Undici, gli ufficiali addetti alle condanne a morte, di arrestarlo, negandogli la possibilità di difendersi in un regolare processo.<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,50-56|Senofonte}} La difesa di Teramene è giudicata inverosimile dal filologo [[Luciano Canfora]] che presume sia stata inventata da Senofonte stesso nel tentativo di appoggiare un'immagine positiva dello Stiriense che inevitabilmente avrebbe giovato anche a lui, cavaliere dei Trenta, sottolineando come una parte dei magistrati, guidata da Teramene, avesse in realtà avuto delle buone intenzioni {{cita|Canfora|pp. 386-387}}.</ref>
 
[[File:Kottabos Met 56.171.62.jpg|thumb|sinistra|Giocatore di [[cottabo]] raffigurato su una [[kylix]] attica a figure rosse: Teramene parodiò questo gioco prima di morire]]
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Le fonti antiche che descrivono nel dettaglio la personalità e l'operato politico di Teramene sono principalmente le ''[[Elleniche]]'' di [[Senofonte]]<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 43-47}}.</ref> e l'orazione ''[[Contro Eratostene]]'' di [[Lisia]].<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 20-25}}.</ref>
 
Nel secondo libro delle ''Elleniche'' Senofonte tratteggia un ritratto apologetico di Teramene, evidenziando la sua contrarietà alla tirannide di Crizia e l'eroica difesa nel processo da questi intentato nei suoi confronti. Il filologo [[Luciano Canfora]] nota però una netta differenza tra il primo e il secondo libro: mentre nel primo si evidenziano chiaramente le sue responsabilità nell'ingiusto [[processo delle Arginuse]], nel secondo si fanno notare tutte le sue qualità positive; Canfora conclude perciò che il primo libro fu probabilmente basato su un lascito di [[Tucidide]], scrittore come Lisia ostile a Teramene.<ref>Nell'ottavo libro della ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'' si contrappone, nell'ambito della [[Boulé dei Quattrocento]], il voltafaccia di Teramene alla lealtà di [[Frinico (oligarca)|Frinico]]. {{cita|Canfora|pp. 382-383}}.</ref>
Il filologo [[Luciano Canfora]] nota però una netta differenza tra il primo e il secondo libro: mentre nel primo si evidenziano chiaramente le sue responsabilità nell'ingiusto [[processo delle Arginuse]], nel secondo si fanno notare tutte le sue qualità positive; Canfora conclude perciò che il primo libro fu probabilmente basato su un lascito di [[Tucidide]], scrittore come Lisia ostile a Teramene.<ref>Nell'ottavo libro della ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'' si contrappone, nell'ambito della [[Boulé dei Quattrocento]], il voltafaccia di Teramene alla lealtà di [[Frinico (oligarca)|Frinico]]. {{cita|Canfora|pp. 382-383}}.</ref>
 
==== Lisia ====
Lisia gli attribuisce, in quanto membro effettivo dei Trenta, la responsabilità condivisa delle atrocità perpetrate durante il periodo della tirannide, motivando la sua versatilità politica con la sete di potere che lo spinse a schierarsi prima con gli oligarchici, poi coi democratici, poi coi Tirannitiranni, per rinnegarli infine nell'ultimo periodo della sua vita.
 
Secondo l'oratore ateniese, infatti, la scelta di schierarsi contro i Quattrocento, dei quali inizialmente era stato un fautore e uno dei principali artefici, era motivata dal fatto che costoro l'avevano relegato a un ruolo di secondo piano nel governo della città,<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 22}}.</ref> mentre il voltafaccia nei confronti di Crizia non sarebbe stato motivato dalla lealtà nei confronti dei cittadini dopo la svolta autoritaria del regime, bensì dalla sete di potere che avrebbe spinto lo Stiriense a cercare una posizione dominante nel gruppo, cercando di nuovo il consenso popolare.<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 24}}.</ref>
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==== Aristotele, Plutarco e oltre ====
La tradizione ostile dovuta all'orazione di Lisia non ha però impedito a Teramene di essere preso come esempio positivo dagli scrittori degli anni successivi: Aristotele<ref name=AthPol/> lo definisce un moderato e un cittadino modello<ref>{{cita|Perrin|pag. 668–689}}.</ref> e lo associa a Nicia e a Tucidide come esempio di ateniese di nobili origini che abbia nutrito benevolenza e affetto verso il popolo, mentre Plutarco<ref name=PlutCic/> testimonia come [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] abbia espresso nei suoi scritti la sua stima verso lo Stiriense, paragonandolo a Pericle e a Cicerone. Secondo [[Luciano Canfora]], anche la storiografia romana riguardante l'epoca di Teramene è stata influenzata dal giudizio positivo del II libro di Senofonte.<ref>{{cita|Canfora|p. 383}}.</ref>
Secondo [[Luciano Canfora]], anche la storiografia romana riguardante l'epoca di Teramene è stata influenzata dal giudizio positivo del II libro di Senofonte.<ref>{{cita|Canfora|p. 383}}.</ref>
 
=== Storiografia moderna ===
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* 408 a.C. Teramene guida l'ala sinistra dell'esercito ateniese durante l'[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|assedio di Bisanzio]].
* 406 a.C. Teramene partecipa come [[trierarca]] alla [[battaglia delle Arginuse]]. Nel conseguente [[Processo delle Arginuse|processo]], viene assolto mentre i suoi superiori vengono condannati a morte.
* 404 a.C. Teramene viene inviato a Sparta come ambasciatore plenipotenziario per trattare la resa. Ad Atene viene instaurato il regime oligarchico dei [[Trenta tiranni]] del quale Teramene fa parte. Venuto in contrasto con [[Crizia]], il capo dei Trenta, viene da questi mandatocostretto a mortebere una tazza di cicuta.
 
== Note ==
Riga 233 ⟶ 237:
* {{cita libro|nome=Antonio|cognome=Natalicchio|titolo=Atene e la crisi della democrazia: i Trenta e la querelle Teramene/Cleofonte|editore=Dedalo|anno=1986|isbn=88-220-6178-0|cid=Natalicchio}}
* {{cita pubblicazione|autore=Reinhold Merkelbach|titolo=Ein Michigan Papyrus über Theramenes|rivista=Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik|volume=2|anno=1968|pp=161-169|lingua=de|cid=Merkelbach}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Andrewes|nome=A.|titolo=The Arginousai Trial|rivista=Phoenix|volume=28|numero=1|editore=Spring|anno=1974|pp=112–122112-122|lingua=ingleseen}}
* {{cita libro|cognome=Fine|nome=John V.A.|titolo=The Ancient Greeks: A critical history|url=https://archive.org/details/ancientgreeks00john|editore=Harvard University Press|anno=1983|isbn=0-674-03314-0|lingua=ingleseen|cid=Andrewes}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Harding|nome=Phillip|titolo=The Theramenes Myth|rivista=Phoenix|volume=28|numero=1|editore=Spring|anno=1974)|pp=101–111101-111|lingua=ingleseen}}
* {{cita libro|cognome=Hornblower|nome=Simon|titolo=The Greek World 479–323 BC|url=https://archive.org/details/greekworld4793230000horn|editore=Routledge|anno=1991|isbn=0-415-06557-7|lingua=ingleseen}}
* {{cita libro|nome=Donald|cognome=Kagan|titolo=The Peloponnesian War|url=https://archive.org/details/peloponnesianwar00dona|editore=Penguin Books|anno=2003|isbn=0-670-03211-5|lingua=ingleseen|cid=Kagan}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Keaney|nome=John J.|titolo=A Source/Model of Aristotle's Portrait of Theramenes|rivista=The Classical Journal|volume=75|numero=1|data=ottobre-novembre 1979|pp=40–4140-41|lingua=ingleseen}}
* {{cita libro|cognome=Peck|nome=Harry Thurston|titolo=Harper's Dictionary Of Classical Literature And Antiquities|anno=1898|lingua=ingleseen}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Perrin|nome=Bernadotte|titolo=The Rehabilitation of Theramenes|rivista=The American Historical Review|volume=9|numero=4|data=luglio 1904|pp=649–669649-669|lingua=ingleseen|cid=Perrin}}
 
== Voci correlate ==
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[[Categoria:Morti per avvelenamento]]
[[Categoria:Morti per suicidio]]
[[Categoria:Trenta tiranni]]
[[Categoria:MortiSuicidi per suicidioforzati]]