Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni
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|Max_vel =
|Max_g =
|Motore = razzo RD-251 <br> ''(1
|Testata =singola
|Spoletta =
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}}
Il '''Sistema di Bombardamento Orbitale Frazionale''' o '''Fractional Orbital Bombardment System''' (in [[Alfabeto cirillico|cirillico]]: '''Система частично-орбитального бомбометания'''; [[
Progettato per colpire obiettivi collocati su qualsiasi punto sulla superficie terrestre, il sistema era costituito da un vettore missilistico '''[[R-36|R-36O]]''' abbinato ad un veicolo di rientro dotato di [[Arma nucleare|testata nucleare]] monoblocco, denominato '''OGCh''', il quale poteva essere rilasciato [[orbita|in orbita]] terrestre e mantenuto latente fino a ricezione dell'ordine di attacco.
Unico sistema di impiego di armi nucleari orbitale ad essere mai entrato in servizio,<ref name="OGCh">[http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm OGCh] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091130012922/http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm|data=30 novembre 2009}}.</ref> nel corso della sua vita operativa ha effettuato 3 lanci senza mai impiegare munizioni vive, in virtù della ratifica da parte sovietica del [[Trattato sullo spazio extra-atmosferico]] del 1967 col quale i firmatari rinunciavano ad immettere in orbita testate nucleari.
Venne radiato nel 1983 a seguito della ratifica dell'URSS dei trattati [[SALT II]] nei quali, di questi sistemi d'arma, si vieta anche solo lo sviluppo.
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=== Sviluppo ===
L'esigenza per le [[forze armate sovietiche]] di disporre di un sistema missilistico a lunghissimo raggio emerse nei primi anni 60. Infatti, all'epoca la [[
#'''R-36O''': proposto da [[Michail Kuz'mič Jangel']], si trattava di una versione per impiego orbitale del missile balistico intercontinentale [[R-36]]
#'''[[8K713|GR-1]]''': proposto da [[Sergej Pavlovič Korolëv]], si trattava di una soluzione a basso rischio tecnologico, perché utilizzava soluzioni tecniche già usate con successo sull'[[R-9]]
#'''[[UR-200]]''': proposto da [[Vladimir Nikolaevič Čelomej]]. Furono effettuati 9 lanci di prova, prima della cancellazione del programma.
==Caratteristiche==
=== Veicolo di rientro (OGCh) ===
Il veicolo, di forma [[cono|conica]], aveva una sezione con la strumentazione, contenente un sistema di navigazione inerziale ed un [[radar]] altimetrico. Grazie al radar, era possibile misurare l'altitudine dell'orbita e determinare in modo automatico le modalità di rientro del veicolo, interrompendo le manovre orbitali. L'impianto propulsivo era costituito da un [[retrorazzo]] Yangel RD-854 a [[propellente]] liquido, con una singola [[camera di combustione]]. La manovrabilità era garantita da quattro [[ugello di scarico|ugelli]] sui lati del motore principale, che utilizzavano i gas di scarico. La testata nucleare aveva una potenza dichiarata di 5 [[megatone|megatoni]], anche se gli esperti occidentali la ritenevano meno potente (da uno a tre megatoni). La massa di un OGCh era di 1.700 kg, ed i valori orbitali tipici erano [[Apside|perigeo]] 139 km, [[apside|apogeo]] 279 ed [[inclinazione orbitale|inclinazione]] 49,6 [[grado d'arco|gradi]].
=== Funzionamento ===
Dopo il lancio, l'unità manovrabile orientava la navetta spaziale nell'orbita e determinava in modo autonomo il momento ideale per interrompere le manovre e far rientrare il veicolo sulla [[Terra]], verso l'obiettivo. Per evitare di violare i trattati internazionali, i veicoli rientravano sempre prima di completare l'orbita: da qui il nome di “orbita frazionata”.<br />Infatti, con il sistema delle “testate orbitanti”, era possibile non solo attaccare qualunque obiettivo, ma anche farlo di sorpresa. Infatti, i sovietici erano in grado di colpire gli Stati Uniti continentali senza che le loro testate fossero intercettate dai radar d'allerta. In particolare, era possibile distruggere tutte le principali installazioni di comando americane, nonché i radar [[Missile anti-balistico|ABM]] con i relativi impianti di difesa antimissile.<br />Tuttavia, i limiti erano molteplici. Inoltre, le esigenze “orbitali” ridussero il payload massimo caricabile, e quindi le testate erano relativamente poco potenti in confronto a quelle dei normali ICBM. Vi era poi il problema della scarsa precisione, tanto che alcuni esperti americani misero in dubbio la reale efficacia del sistema, visto il CEP molto elevato. A questo occorre infine aggiungere che il vantaggio della sorpresa venne completamente annullato negli [[anni 1970|anni settanta]], quando gli americani misero in orbita dei [[satellite artificiale|satelliti]] d'allerta all'infrarosso<ref name="OGCh" />.
==Impiego operativo==
Il dispiegamento degli R-36O iniziò il 25 agosto [[1968]], presso il cosmodromo di Baikonur, ed il sistema fu accettato dalle autorità militari il 19 novembre dello stesso anno. Il primo [[reggimento]] fu posto in stato di allerta a partire dal 25 agosto 1969: tale unità schierava i missili in 18 silos, posti presso il cosmodromo stesso.<br />Il sistema fu ritirato dal servizio nel gennaio 1983, in seguito ai trattati SALT-II che proibivano i sistemi FOBS. Dei 18 silos, 12 furono smantellati ed i restanti sei vennero convertiti per l'utilizzo di varianti spaziali dell'[[R-36M|SS-18 Satan]].
==Composizione del sistema==
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==Cronologia dei lanci==
Complessivamente, furono lanciati 24 OGCh tramite vettori R-36O: sei suborbitali ed i restanti orbitali (questi ultimi classificati come [[Cosmos (missioni spaziali)|missioni Cosmos]]). I lanci successivi all'accettazione del sistema furono effettuati per dimostrare l'operatività dello stesso. Dopo il lancio, le testate impattavano presso il [[cosmodromo di Kapustin Yar]]. Occorre considerare che le testate utilizzate per i test erano tutti simulacri.
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!#
!Data
!Tipo di lancio
!Missione
!Esito
!Note
|-
!1
|5 marzo 1965
|sub-orbitale
| -
|Fallito
|''Una perdita di propellente dal secondo stadio provocò l'esplosione del razzo vettore all'interno del silo''
|-
!2
|16 dicembre 1965
|sub-orbitale
| -
|Riuscito
|
|-
!3
|sub-orbitale
| -
|Riuscito
|
|-
!4
|17 marzo 1966
|sub-orbitale
| -
|Fallito
|''Altitudine raggiunta dal terzo stadio insufficiente, precipitato in [[Kamčatka]]''
|-
!5
|20 maggio 1966
|sub-orbitale
| -
|Riuscito
|
|-
!6
|17 settembre 1966
|orbitale
| -
|Fallito
|''1° lancio orbitale. Ordinata l'autodistruzione della testata a casa di un errato orientamento della traiettoria''
|-
!7
|2 novembre 1966
|orbitale
| -
|Fallito
|''Ordinata l'autodistruzione della testata a casa di un errato orientamento della traiettoria''
|-
!8
|25 gennaio [[1967]]
|orbitale
|Cosmos 139
|Riuscito
|''1° test FOBS riuscito: la testata impattò regolarmente presso il poligono di Kasputin Yar''
|-
!9
|22 marzo 1967
|orbitale
|Cosmos 150
|Fallito
|
|-
!10
|17 maggio 1967
|orbitale
|Cosmos 160
|Riuscito
|
|-
!11
|17 luglio 1967
|orbitale
|Cosmos 169
|Riuscito
|
|-
!12
|31 luglio 1967
|orbitale
|Cosmos 170
|Riuscito
|
|-
!13
|8 agosto 1967
|orbitale
|Cosmos 171
|Riuscito
|
|-
!14
|19 settembre 1967
|orbitale
|Cosmos 178
|Riuscito
|
|-
!15
|22 settembre 1967
|orbitale
|Cosmos 179
|Riuscito
|
|-
!16
|18 ottobre 1967
|orbitale
|Cosmos 183
|Riuscito
|
|-
!17
|28 ottobre 1967
|orbitale
|Cosmos 187
|Riuscito
|
|-
!18
|25 aprile [[1968]]
|orbitale
|Cosmos 218
|Riuscito
|
|-
!19
|21 maggio 1968
|sub-orbitale
| -
|Riuscito
|
|-
!20
|28 maggio 1968
|sub-orbitale
| -
|Riuscito
|
|-
!21
|2 ottobre 1968
|orbitale
|Cosmos 244
|Riuscito
|
|-
!22
|15 settembre [[1969]]
|orbitale
|Cosmos 298
|Riuscito
|
|-
!23
|28 luglio [[1970]]
|orbitale
|Cosmos 354
|Riuscito
|
|-
!24
|25 settembre 1970
|orbitale
|Cosmos 365
|Riuscito
|
|-
!25
|8 agosto [[1971]]
|orbitale
|Cosmos 433
|Riuscito
|
|}
==Note==
Riga 133 ⟶ 290:
{{Portale|astronautica|aviazione|guerra}}
[[Categoria:Missili balistici intercontinentali sovietici]]
[[Categoria:Lanciatori sovietici]]
[[Categoria:Satelliti militari
|