James Joyce: differenze tra le versioni

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{{nd||Joyce (disambigua)|Joyce}}
{{Doppia immagine verticale|right|James Joyce by Alex Ehrenzweig, 1915 cropped.jpg|James Joyce signature.svg|250|James Joyce fotografato da [[Alex Ehrenzweig]] a [[Zurigo]] nel [[1915]].|[[Firma]] di James Joyce.}}
{{Bio
|Nome = James Augustine Aloysius
|Cognome = Joyce
|ForzaOrdinamento = Joyce, James
|Sesso = M
|LuogoNascita = Dublino
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|Attività3 = drammaturgo
|Nazionalità = irlandese
|Immagine = James Joyce (1915).jpg
|Didascalia = James Joyce nel [[1915]]
}}
 
[[File:James Joyce signature.svg|thumb|[[Firma]] di Joyce]]
 
Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta, è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della [[letteratura]] del [[XX secolo]], in particolare della corrente [[Modernismo (letteratura)|modernista]]. Soprattutto in relazione alla sperimentazione linguistica presente nelle opere, è ritenuto uno dei migliori scrittori del [[XX secolo]] e della letteratura di ogni tempo.
 
Il suo carattere [[conformismo|anticonformista]] e critico verso la [[società (sociologia)|società]] irlandese e la [[Chiesa cattolica]] traspare in opere come ''I Dublinesi'' o ''[[Gente di Dublino]]'' (''Dubliners'', del 1914) - palesato dalle famose [[Teofania|epifanie]] - e soprattutto in ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]'' (''A Portrait of the Artist as a Young Man'', nel 1917), conosciuto in Italia anche come ''Dedalus''.
 
Il suo [[romanzo]] più noto, ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'', è una vera e propria [[rivoluzione]] rispetto alla letteratura dell'[[XIX secolo|Ottocento]], e nel 1939 il successivo e controverso ''[[Finnegans Wake]]'' ("''La veglia dei Finnegan''" o più propriamente "''La veglia per i Finnegan''") ne è l'estremizzazione. Durante la sua vita intraprese molti viaggi attraverso l'[[Europa]], ma l'ambientazione delle sue opere, così saldamente legata a [[Dublino]], lo fece diventare uno dei più [[Cosmopolitismo|cosmopoliti]] e allo stesso tempo più locali scrittori irlandesi.
 
== Biografia ==
=== Infanzia e adolescenza ===
James Joyce nacque a [[Rathgar]], un elegante sobborgo di [[Dublino]] (nell'allora [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Irlanda britannica]]), il 2 febbraio del [[1882]] in una famiglia [[Borghesia|medioborghese]] profondamente [[Cattolicesimo|cattolica]], primogenito dei dieci figli sopravvissuti (due dei suoi fratelli perirono infatti in età tenerissima per via delladi [[febbre tifoidea|febbre tifoide]] in età tenerissima) di [[John Joyce|John Stanislaus Joyce]], originario di [[Cork]], e di Mary Jane Murray. Nel [[1887]], suo padre, dopo aver lasciato il lavoro di doganiere, venne nominato esattore delle tasse dalla [[Dublin Corporation]] e perciò la famiglia si trasferí in pianta stabile a [[Bray (Irlanda)|Bray]], una cittadina distantead una ventina di chilometri a sud di [[Dublino]]. Qui Joyce venne morso da un cane, episodio all'origine della sua [[cinofobia]]; aveva anche una [[Ceraunofobia|paura spropositata]] dei [[Temporale|temporali]], perché una zia molto religiosa gli disse che erano un segno dell'ira di Dio. Le paure avrebbero sempre fatto parte dell'identità di Joyce e, sebbene avesse il potere di superarle, non lo fece mai.<ref>Ellmann, Richard. James Joyce. p. 514</ref>
 
Nel [[1891]], a 9 anni, scrisse la sua prima opera, un [[pamphletlibello]] accusatoriorivolto neialla confrontifigura didel nazionalista irlandese [[Timothy Healy]] (un irlandese nazionalista, politico, e giornalista, tra i più controversi membri del Parlamento nella Camera dei Comuni del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda), reo di aver abbandonato nel mezzo di uno scandalo il leader del partito autonomista [[Charles Stewart Parnell]], che morì nel [[1891]]. Con la morte di Parnell l'autonomia irlandese era più lontana e John Joyce, autonomista convinto, era infuriato per questa vicenda, tanto da far stampare alcune copie dell'opera prima del figlio e spedirne una addirittura alla [[Biblioteca Vaticana]]. Tutte le copie sono andate perdute.
 
Nel novembre dello stesso anno John Joyce venne sospeso dal lavoro e non riuscì più a pagare la retta del prestigioso [[Clongowes Wood College]], che James frequentava dal [[1888]]. James studiò per qualche tempo a casa, poi brevemente alla scuola dei [[Fratelli Cristiani]], fino a quando, grazie agli ottimi voti, venne accolto gratuitamente al [[Belvedere College]], un collegio [[Compagnia di Gesù|gesuita]], anche con la speranza di una vocazione. A sedici anni Joyce aveva già sviluppato il carattere anticonformista e ribelle che lo contraddistinguerà anche in futuro e rifiutava il [[Cristianesimo]], anche se la filosofia di [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso d'Aquino]] avrà una forte influenza sulla sua vita.<ref>Ellmann, p. 530 e 55</ref> Al Belvedere College ottenne ottimi risultati e vinse più di una competizione accademica. Nel [[1893]] la situazione economica familiare, già precaria, si aggravò e il padre per pagare un debito fu costretto a vendere le sue proprietà della sua famiglia a [[Cork]] (città d'origine della sua famiglia). L'[[alcolismo]] di John e la sua cattiva gestione delle finanze porteranno ben presto al declino della famiglia.<ref>Ellmann, p. 132</ref>
 
=== Gli anni dell'università ===
Joyce si iscrisse allo [[University College (Dublino)|University College]] di [[Dublino]] nel [[1898]], dove studiò lingue moderne, in particolare [[lingua inglese|inglese]], [[Lingua francese|francese]] e [[Lingua italiana|italiano]]. Manifestò ben presto il suo carattere anticonformista rifiutando di sottoscrivere una protesta contro ''[[La contessa Cathleen]]'', un dramma di [[William Butler Yeats]], per alcuni tratti diffamatorio nei confronti dell'[[Irlanda]]. In risposta ad alcune provocazioni contro [[Henrik Ibsen|Ibsen]] (un autore al tempo considerato immorale), in una delle riunioni della ''Literary and Historical Society'', un circolo storico-letterario di cui Joyce faceva parte, il 20 gennaio [[1900]] tenne un discorso pubblico sul tema ''Teatro e vita'', proponendo proprio Ibsen come modello di riferimento, un autore che per Joyce fu una vera scoperta. Dello stesso autore pubblicherà poco dopo sulla rivista ''The Fortnightly Review'' una recensione di ''[[Quando noi morti ci risvegliamo]]'' per la quale ricevette una lettera di ringraziamento dal drammaturgo norvegese.
 
Col compenso per la recensione si recò brevemente a [[Londra]] con suo padre e, ritornato in Irlanda, si trasferì a [[Mullingar]], dove cominciò la traduzione di alcune opere del drammaturgo tedesco [[Gerhart Hauptmann]], con la speranza che l'Irish Theatre accettasse di rappresentarle, ma la proposta venne declinata perché Hauptmann non era un autore irlandese. Da questa esperienza Joyce trasse spunto per scrivere il [[pamphlet]] ''Il giorno del Volgo'', denuncia del provincialismo della cultura irlandese.
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=== La morte della madre e l'incontro con Nora ===
Un mese dopo si trasferì a [[Parigi]]. L'idea era quella di diventare medico e si iscrisse alla [[Sorbona]] ma, nonostante fosse aiutato dalla famiglia e scrivesse recensioni per il ''[[Daily Express]]'', visse in povertà. Dopo quattro mesi la madre si ammalò di [[tumore]]<ref>Inizialmente la diagnosi era di [[cirrosi epatica]], ma si rivelò incorretta e le venne diagnosticato il cancro nell'aprile del [[1903]]</ref> e Joyce fu costretto a far ritorno in Irlanda. Il breve periodo passato a Parigi terminò qui, ma nonostante le apparenze non fu un completo fallimento. In una stazione ferroviaria fece un'importante scoperta: il romanzo ''Les[[I Laurierslauri sontsenza coupésfronde]]'' di [[Édouard Dujardin]], in cui l'autore fa uso della tecnica del [[flusso di coscienza]], ampiamente usata nei romanzi più importanti di Joyce.
 
Nel letto di morte la madre, Mary Jane, preoccupata per l'empietà del figlio, cercò di convincerlo a fare la [[eucaristia|comunione]] e a [[penitenza (sacramento)|confessarsi]], ma Joyce si rifiutò. Quando la madre morì il 13 agosto, dopo essere entrata in coma, Joyce si rifiutò di inginocchiarsi per pregare al suo capezzale con gli altri membri della famiglia.<ref>Ellmann, p. 129, 136.</ref> Dopo la morte della madre la situazione familiare peggiorò ulteriormente, nonostante Joyce riuscisse a racimolare qualcosa scrivendo recensioni per il ''[[Daily Express]]'', insegnando privatamente e cantando. L'abilità del canto, ereditata dal padre, gli valse la medaglia di bronzo al [[Feis Ceoil]] del [[1904]].<ref>Storia del Feis Ceoil Association</ref> Era un apprezzato [[tenore]], tanto che pensò di dedicarsi al canto come attività principale della sua vita.
 
Il [[1904]] fu l'anno decisivo per la vita di Joyce. Il 7 gennaio la rivista ''Dana'' rifiutò la prima versione del ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]'',<ref>La motivazione era "Non stampo quello che non capisco", Erlington, Irish Literaly Portraits, 136</ref> cheintitolata Joyceall'epoca trasformerà''Stephen in un romanzo dal titoloHero'' (''Stefano eroe''), completando così il nucleo del ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]'' che verrà pubblicato nel [[1916]]. Lo stesso anno in Nassau Street incontrò [[Nora Barnacle]], una cameriera di [[Galway]] che diventeràsarebbe divenuta sua compagna per tutta la vita. La data del loro primo appuntamento, il 16 giugno [[1904]], è la medesima in cui si svolge l'[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]. Lo stesso anno uscì ''[[The Holy Office]]'', una raccolta di poesie. A metà estate scrisse i versi che faranno parte di ''[[Musica da camera]]'' e la rivista ''The Irish Homestead'' pubblicò ''Le sorelle'', un racconto che farà poi parte di ''[[Gente di Dublino]]'', e nei mesi successivi anche ''Eveline'' e ''Dopo la gara''.
 
=== L'esilio dall'Irlanda ===
[[File:James Joyce Tower.jpg|thumbmin|La [[James Joyce Tower]] a [[Sandycove]]]]
La sera del 22 Giugnogiugno 1904<ref>{{Cita libro|titolo=James Joyce, la memoria del genio, Claudio Segantini}}</ref>, Joyce stava passeggiando con un amico, Vincent Cosgrave, al StSaint Stephen Green. Fu in quella occasione che la parola rivolta a una ragazza, apparentemente da sola, scatenò un'aggressione da parte dell'accompagnatore di lei sullo stesso Joyce. Cosgrave rimase immobile, e fu solo l'arrivo di una carrozza guidata da un ebreo, Alfred H. Hunter, che pose fine alla zuffa. Hunter era un [[ebraismo|ebreo]] vittima di pettegolezzi perché tradito dalla moglie, e diventò il prototipo per [[Leopold Bloom]],.<ref>Ellmann, 210</ref>
 
[[Oliver St. John Gogarty|Oliver St John Gogarty]] era un amico di Joyce, uno studente di medicina e fu il prototipo di [[Buck Mulligan]], un altro personaggio del romanzo che alloggia in una [[torre Martello]], proprio come Gogarty a [[Sandycove]].
 
Gogarty era scettico sulle capacità affettive di Joyce, e probabilmente non dette molta importanza all' ìncontroincontro tra Joyce e Nora avvenuto il 16 Giugnogiugno 1904. Scrive in Intimations: "Ho sempre percepito James fuori posto quando si trattava di confrontarsi con l'amore. C'era un qualcosa di affettato, tollerante e artificiale sulle poche canzoni d'amore che aveva cantato."<ref>James Joyce, la memoria del genio, Claudio Segantini</ref>
 
Joyce soggiornò nella torre Martello di Gogarty per alcuni giorni, a partire dal 9 settembre 1904, sinché non avvenne l'incidente degli spari. Dopo che un altro ospite, Samuel G. Trench, si era svegliato nella notte sparando al buio, gridando a un'immaginaria pantera, Gogarty sparò a sua volta colpendo diversi oggetti appesi intorno a loro, tra cui delle pentole sopra il letto di Joyce,<ref>Ellmann, p 175</ref> il quale raggiunse la notte stessa la famiglia a Dublino. L'8 ottobre [[1904]] Joyce e Nora partirono per l'esilio auto-imposto che li tenne lontani dall'Irlanda per la maggior parte della loro vita.
 
=== Trieste ===
Joyce riuscì ad ottenere un posto come insegnante alla [[Berlitz School of Languages|Berlitz School]] di [[Zurigo]] attraverso alcune sue conoscenze, ma una volta a Zurigo scoprì di essere stato ingannato e il direttore lo mandò a [[Trieste]], allora facente parte dell'[[impero austro-ungarico]]. Neanche a Trieste però Joyce riuscì a trovare un posto disponibile e, con l'aiuto del direttore della Berlitz di Trieste [[Almidano Artifoni]], si assicurò un posto alla Berlitz di [[Pola]]. Vi insegnò fino al marzo [[1905]], quando il vicedirettore della Berlitz riuscì nuovamente a farlo trasferire a Trieste. Nonostante il periodo travagliato, Joyce portò a termine alcuni racconti che faranno poi parte di ''[[Gente di Dublino]]'' e la seconda stesura della raccolta di versi ''[[Musica da camera]]''.
 
Dopo la nascita di Giorgio, il primogenito di Joyce e Nora, la famiglia ebbe bisogno di più soldi e, con la scusa della nostalgia e l'offerta di un posto come insegnante, Joyce invitò a Trieste suo fratello [[Stanislaus Joyce|Stanislaus]], il quale accettò.<ref>Secondo Ellmann, Stanislaus permise a Joyce di usufruire della sua parte "per semplificare le cose".</ref> La loro convivenza però non fu semplice perché la frivolezza con cui Joyce spendeva iil soldiloro denaro e lela suesua abitudinicondizione di alcolizzato non piacevano a Stanislaus.<ref>Il diverbio peggiore fu nel luglio 1910 (Ellmann, pp 311-313)</ref>
 
Nel [[1906]] il desiderio di viaggiare portò Nora e Joyce a [[Roma]], con il figlio Giorgio. Vi trovò un posto da impiegato alla Nast, Kolb & Schumacher Bank. Soggiornarono in via Frattina 52 da agosto a dicembre dello stesso anno, ma ben presto, delusi dalla città, ritornarono a Trieste. Comunque, nel poco tempo libero dal lavoro bancario, Joyce scrisse l'ultimo racconto di ''[[Gente di Dublino]]'', ''[[I morti]]''.
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Nell'agosto del [[1908]] persero il terzo figlio in seguito ad un [[aborto]]. Nello stesso periodo Joyce prese lezioni di canto al [[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica di Trieste]] e l'anno successivo prese parte all'opera ''[[I maestri cantori di Norimberga]]'' di [[Richard Wagner]].
 
Nel [[1909]] Joyce ritornò brevemente a [[Dublino]] per far conoscere Giorgio alla famiglia, lavorare alla pubblicazione di ''[[Gente di Dublino]]'' e conoscere la famiglia di Nora. Il mese dopo era nuovamente a Dublino per conto di un proprietario di sale cinematografiche con lo scopo di aprire un [[cinema]] in città, di nome ''Volta''. RiusciràRiuscì nell'intento, ma quello che all'inizio fu un successo si rivelerà un fallimento<ref>Non è questa l'unica attività imprenditoriale di Joyce, che tentò anche, senza successo, di importare [[Tweed (tessuto)|tweed]] irlandese a Trieste.</ref>. Ritornò a Trieste con la sorella Eileen, che passeràavrebbe passato il resto della vita fuori dall'Irlanda.
 
Nell'aprile del [[1912]] si recò a [[Padova]] per sostenere gli esami di abilitazione all'insegnamento nelle scuole italiane, ma nonostante il buon esito il suo titolo di studio non gli venne riconosciuto in Italia. Nell'estate dello stesso anno ritornò a Dublino ancora una volta per la pubblicazione di ''Gente di Dublino'', ma non ottenne i risultati sperati. Nonostante i ripetuti inviti di [[William Butler Yeats]], non rimetterà più piede in Irlanda.
 
L'anno successivo conobbe nella città adriatica [[Ezra Pound]], grazie al quale pubblicò a puntate ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]'' sulla rivista ''The Egoist''. Nel [[1914]] uscirono in volume i racconti di ''[[Gente di Dublino]]'' e iniziò a lavorare ad ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' (compose a Trieste i primi tre capitoli), ad ''[[Esuli (Joyce)|Esuli]]'', l'unico [[dramma]] di Joyce (che vedrà la luce nel [[1918]]) ed al poemetto in prosa ''Giacomo Joyce'' (l'unica sua opera interamente ambientata a Trieste).
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Dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] alcuni amici della borghesia triestina lo aiutarono a fuggire a [[Zurigo]], dove conobbe [[Frank Budgen]], che diventò un consulente nella stesura di ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' e ''[[Finnegans Wake]]'', e, ancora grazie a Pound, dell'editore [[Harriet Shaw Weaver]], che gli permise negli anni successivi di dedicarsi solamente alla scrittura, abbandonando quindi l'insegnamento.
 
Nel 1918 la rivista statunitense ''Little Review'' pubblicò alcuni capitoli dell{{'}}''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]''. Nel 1920 Ezra Pound lo invitò a [[Parigi]]. Joyce era ritornato l'anno prima a [[Trieste]], ma aveva trovato la città molto cambiata e i rapporti con suo fratello erano ancora molto tesi; quindi non esitò a recarsi a Parigi. Inizialmente doveva rimanerci una settimana, ma poi civi rimase vent'anni.
<gallery>
File:James Joyce in Trieste.JPG|"... la mia anima è a [[Trieste]]&nbsp;...",<br />James&nbsp;Joyce, lettera a [[Nora Barnacle|Nora]], 27&nbsp;ottobre&nbsp;1909
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=== Parigi e Zurigo ===
Nel 1921 terminò la stesura di ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'', che venne pubblicato dall'editore [[Sylvia Beach]] il 2 febbraio [[1922]], giorno del quarantesimo compleanno di Joyce. L'anno successivo iniziò la stesura di ''Work in progress'', che occupò i sedici anni successivi ed uscì nel [[1939]] col titolo ''[[Finnegans Wake]]''. Nel [[1927]] pubblicò la raccolta ''[[Poesie da un soldo]]'' e l'anno successivo si sottopose ad un'operazione agli occhi. Nel [[1931]] morìa illuglio padreJoyce disi Joycesposò che,a Londra con Nora per ragioni testamentarie,<ref>Joyce, James. Gente di Dublino, Mondadori, p VI</ref> sposòe Norail 29 dicembre dello stesso anno morì il padre.
 
In questi anni [[Lucia Joyce|Lucia]] manifestò i primi sintomi di [[schizofrenia]]. Lucia divenne la musa di Joyce nella stesura di ''[[Finnegans Wake]]'', e Joyce stesso cercherà di tenerla con sé il più possibile.
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Il giorno successivo entrò in [[coma]] e morì alle due del mattino del 13 gennaio [[1941]]. Il suo corpo venne [[cremazione|cremato]] e le sue ceneri si trovano al cimitero di [[Fluntern]], come quelle di Nora e di suo figlio George. Lucia morì nel [[1982]] al St. Andrews Hospital a [[Northampton]], in [[Inghilterra]], dove aveva trascorso gran parte della sua vita.
 
[[File:Joice a Dublino.JPG|thumbmin|Statua di James Joyce in Earl Street a [[Dublino]]]]
 
Nel 1985 fu creata la [[Fondazione James Joyce di Zurigo]], un archivio, centro di documentazione con biblioteca specializzata e museo letterario, che mantiene viva la memoria della vita e dell'opera dello scrittore irlandese, con particolare attenzione al suo stretto legame con la città di Zurigo.
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In maniera alquanto criptica, in un'intervista concessa dopo aver completato ''Ulisse'', in risposta alla domanda "Quando ha abbandonato la Chiesa cattolica", Joyce rispose: "Sta alla Chiesa dirlo". Eamonn Hughes osserva che Joyce mantenne un approccio dialettico, sia assentendo sia negando, dicendo che il detto famoso di Stephen "''[[non serviam]]''" è precisato con "Io non mi renderò servo di ciò in cui non credo", e che il "''non serviam''" è sempre bilanciato dal detto di Stephen "io sono un servo..." e dal "sì" di Molly.
 
[[Umberto Eco]] paragona Joyce agli antichi "''episcopi vagantes"'' del [[Medioevo]]. Essi ci hanno lasciato una disciplina, non un'eredità culturale o un modo di pensare. Come loro, lo scrittore pensa che nella blasfemia sia contenuto il senso di un rituale liturgico. In ogni caso, abbiamo testimonianze di prima mano che provengono dal più giovane dei Joyce, suo fratello Stanislao, e da sua moglie:
{{citazione|La mia mente rifiuta l'intero ordine sociale esistente e il Cristianesimo-patria, le virtù riconosciute, gli stili di vita, le dottrine religiose [...] Sei anni fa io abbandonai la Chiesa Cattolica, detestandola molto fervidamente. Ho compreso che era impossibile per me rimanere nel suo ambito, in considerazione degli impulsi della mia natura. Ho combattuto una guerra segreta contro di lei quando ero uno studente e mi sono rifiutato di accettare le posizioni che essa mi proponeva. Nel fare ciò sono diventato un furfante, ma ho conservato il mio amor proprio. Adesso combatto una battaglia aperta contro di essa attraverso quello che scrivo, dico e faccio.|Dalla lettera di Joyce a [[Nora Barnacle]] del 29 agosto [[1904]]}}
{{citazione|La separazione di mio fratello dal cattolicesimo fu dovuta a diversi motivi. Egli sentì che era imperativo per lui salvare la sua autentica vita spirituale dal pericolo di vederla schiacciata e mascherata da una falsa spiritualità che egli aveva perduto. Egli pensava che i poeti, in virtù del loro talento e della loro personalità, fossero i depositari dell'autentica vita spirituale della loro razza e che i preti fossero degli usurpatori. Egli detestava la falsità e credeva nella libertà individuale molto più integralmente di qualsiasi altro uomo che io abbia mai conosciuto [...]. L'interesse che mio fratello ha sempre mantenuto nei confronti della filosofia della Chiesa cattolica deriva dal fatto che egli riteneva che la filosofia cattolica costituisse il più coerente attentato contro la fondazione di una stabilità intellettuale e materiale|Dal saggio ''Il guardiano di mio fratello'', di [[Stanislaus Joyce|Stanislao Joyce]], Londra, [[1982]]}}
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=== ''Gente di Dublino'' ===
{{vedi anche|Gente di Dublino}}
[[File:Joyce - Dubliners, 1914 - 3690390 F.jpg|thumbmin|uprightverticale|''Dubliners'', 1914]]
La celebre raccolta di racconti è un sunto delle sue esperienze vissute a [[Dublino]], della quale fa una spietata e penetrante analisi mettendo in evidenza, attraverso le famose [[epifania (manifestazione)|epifanie]] (termine usato dallo scrittore per identificare dei particolari momenti di intuizione improvvisa presenti nella mente dei suoi personaggi; è un momento in cui un'esperienza, sepolta da anni nella memoria, sale in superficie nella mente riportando tutti i suoi dettagli e tutte le sue emozioni. In altre parole è un evento che risveglia un ricordo ormai sepolto e dimenticato), la stagnazione e la paralisi della città.<br />Il racconto più celebre, ''[[I morti]]'', è diventato un film nel [[1987]], ''[[The Dead - Gente di Dublino]]'', diretto da [[John Huston]].
 
=== ''Ritratto dell'artista da giovane'' ===
{{vedi anche|Ritratto dell'artista da giovane}}
''Ritratto dell'artista da giovane'', in alcune edizioni italiane ''Dedalus'', è il risultato di una difficile gestazione. La prima stesura risale al [[1904]], la quale si trasformò a sua volta nel romanzo incompiuto ''[[Stephen Hero|Stefano eroe]]'', che altro non è se non lo scheletro di ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]''elaborazione. La storia è di carattere autobiografico e racconta la crescita di un ragazzo attraverso l'infanzia e gli anni del collegio fino al suo abbandono dell'[[Irlanda]].
Il giovane inizialmente ha una vocazione religiosa, poi rifiuta la religione per seguire la sua vocazione artistica. La sua maturazione interiore coincide con la maturazione dello stile nell'opera.
 
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=== ''Ulisse'' ===
{{vedi anche|Ulisse (Joyce)}}
[[File:JoyceUlysses2.jpg|thumbmin|uprightverticale|''Ulysses'']]
''Ulisse'' doveva inizialmente essere un racconto di ''[[Gente di Dublino]]'', ma l'idea venne abbandonata. Nel [[1914]] Joyce iniziainiziò un romanzo che terminerà sette anni dopo, nell'ottobre [[1921]]. Dopo altri tre mesi dedicati alla revisione ''Ulisse'' esceuscì il 2 febbraio [[1922]].
 
Il romanzo si articola in diciotto capitoli, ognuno dei quali ha delle caratteristiche peculiari nello stile, occupa una particolare ora della giornata ed è un parallelo con l'[[Odissea]], come i personaggi stessi, che restano comunque delle [[parodia|parodie]]. Ad ogni capitolo sono associati anche un colore, un'arte o una scienza e una parte del corpo. Joyce userà anche la tecnica del [[flusso di coscienza]] (tecnica utilizzata nella narrativa; consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi) e si servirà di molte allusioni e citazioni storiche e letterarie, combinando così la scrittura caleidoscopica con l'estrema formalità della trama.
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La trama è molto semplice, racconta la giornata e i pensieri di un agente pubblicitario irlandese, [[Leopold Bloom]], in giro per [[Dublino]], della quale Joyce riesce a dare una precisa descrizione toponomastica e topografica, soffermandosi soprattutto sullo squallore e sulla monotonia della vita dublinese.<ref>A questo proposito Joyce disse: "Voglio dare un'immagine di Dublino così completa che se la città dovesse un giorno scomparire improvvisamente dalla faccia della terra sarà possibile ricostruirla dal mio libro".</ref>
 
Tra i più grandi romanzi del Novecento, ''Ulisse'' è universalmente riconosciuto come uno dei maggiori contributi allo sviluppo del [[modernismo (letteratura)|modernismo letterario]].<ref>Sherry, Vincent B. Sherry, ''James Joyce's Ulysses''</ref>
 
=== ''Finnegans Wake'' ===
{{vedi anche|Finnegans Wake}}
[[File:Grave James Joyce.jpg|thumbmin|verticale|La tomba di James Joyce]]
Completato ''Ulisse'' Joyce era esausto e non scrisse neanche una riga di prosa per un anno.<ref>Bulson, Eric. ''The Cambridge Introduction to James Joyce''. Cambridge University Press, 2006, p. 14</ref> Nel marzo del [[1923]] iniziò la stesura di ''Work in Progress'', prima a puntate nel periodico ''Transition'' e poi in volume il 4 maggio [[1939]] col titolo ''[[Finnegans Wake]]''.
Il 10 marzo 1923 egli informò una sua sostenitrice, Harriet Weaver, con queste parole:" «Ieri ho scritto due pagine, le prime dopo avere scritto l'ultimo "Sì" dell'"Ulisse". Con qualche difficoltà le ho ricopiate con una larga calligrafia su un doppio foglio protocollo, così da renderle leggibili. "Il lupo perde il pelo ma non il vizio" dicono gli Italiani, ovvero "Il leopardo non può cambiare le sue macchie", come diciamo noi"». Così nacque un testo che divenne conosciuto, prima, come ''Work in Progress'', e poi come ''[[Finnegans Wake]]''.
Nel 1926 Joyce aveva completato le prime due parti del libro. In quell'anno, egli incontrò Eugene e Maria Jolas, che gli proposero di pubblicare a puntate il romanzo sulla loro rivista chiamata "''Transition"''. Negli anni successivi Joyce lavorò alacremente sulal nuovo libro, ma negli anni trenta cominciò a rallentare sensibilmente. Questo era dovuto a diversi fattori, inclusa la morte di suo padre, avvenuta nel 1931, oltre alla malattia mentale di sua figlia Lucia e ai suoi personali problemi di salute, tra cui l'indebolimento della vista. Molto del lavoro venne compiuto con l'assistenza di giovani ammiratori, tra cui [[Samuel Beckett]]. Per alcuni anni Joyce coltivò il bizzarro progetto di affidare il libro al suo amico [[James Stephens]] perché lo completasse, in considerazione del fatto che Stephens era nato nello stesso ospedale di Joyce esattamente una settimana più tardi, e condividevano entrambi lo stesso nome di Joyce e del suo ''[[alter ego]]'' letterario (questo è un esempio delle numerose cabale superstiziose di cui era vittima Joyce).
Le reazioni all'opera furono varie, compresi alcuni commenti negativi da parte dei primi sostenitori dell'opera di Joyce, come [[Ezra Pound]] e il fratello dell'autore, Stanislao Joyce. Per controbilanciare questa quest'accoglienza ostile, fu organizzata e pubblicata nel 1929 una raccolta di saggi da parte di alcuni sostenitori della nuova opera, tra cui [[Samuel Beckett]], [[William Carlos Williams]] e altri. Alla festa per il suo 57º compleanno, Joyce rivelò il titolo finale dell'opera e così ''[[Finnegans Wake]]'' fu pubblicato in libro il 4 maggio 1939. In seguito, ulteriori commenti negativi emersero da parte del medico e scrittore [[Hervey Cleckley]], che contestò il significato che altri avevano trovato nell'opera. Nel suo libro, intitolato ''[[La caricatura del buonsenso]]'', Cleckley si riferisce a ''Finnegans Wake'' come "«a una collezione di 628 pagine di sciocchezzaio erudito indistinguibile, per la maggior parte della gente, dalla familiare insalata di parole prodotta dai pazienti ebefrenici tra le corsie di qualsiasi ospedale pubblico"».
Lo stile di Joyce, tra flusso di coscienza, allusioni letterarie e libere associazioni oniriche, fu spinto al limite in ''[[Finnegans Wake]]'', che abbandonò ogni convenzione di intreccio e costruzione dei personaggi, ed è scritto inutilizzando un linguaggio peculiare e oscuro, basato per lo più su complessi giochi di parole a molti livelli. Questo approccio è simile, ma in misura molto più accentuata, a quello usato da [[Lewis Carroll]] in ''[[Jabberwocky]]''. Questo ha portato molti lettori e critici a definire le frequenti citazioni dell{{'}}''[[Ulisse]]'' comprese nelle descrizioni della Veglia come il suo "inutilizzabile Libro Blu dell'Ecclesiaste", riferito alla stessa Veglia. Comunque sia, i critici sono stati in grado di individuare un nucleo del sistema dei personaggi e un intreccio generale.
Molti dei giochi di parole del libro derivano dall'uso di giochi multilinguistici che si basano su una vasta gamma di idiomi. Il ruolo giocato da Beckett e altri assistenti comprende l'azione di confrontare parole derivanti da questi linguaggi e raccoglierle su degli schedari da mettere a disposizione di Joyce e, dal momento che la vista peggiorò, di scrivere il testo sotto la dettatura dell'autore.
La visione della storia proposta in questo testo è fortemente influenzata da [[Giambattista Vico]], e le visioni metafisiche di [[Giordano Bruno]] sono importanti ai fini della comprensione delle interazioni tra i "personaggi". Vico propone una visione ciclica della storia, nella quale la civiltà sorse dal caos, passò attraverso la fase teocratica, aristocratica e democratica, e quindi precipitò di nuovo nel caos. L'esempio più evidente dell'influenza della teoria ciclica della storia di Vico va cercato nelle parole di apertura e chiusura del libro. ''Finnegans Wake'' inizia con le parole: "«corsa del fiume, passato di Eva e Adamo, dalla curva della riva all'ansa della baia, ci conduce attraverso un ampio vicolo di ricircolazione indietro al Perpetuo Castello degli Accerchiamenti"» (dove "vicolo" è un gioco di parole su Vico) e finisce con "«Lungo una lontana una sola un'ultima un'amata la"». In altre parole, il libro termina con l'inizio di una frase e comincia con la fine della stessa, facendolo ruotare intorno a un grande perno circolare. In effetti Joyce disse che il lettore ideale della ''[[Finnegans Wake|Veglia]]'' doveva soffrire di una "insonnia ideale" e, dopo aver terminato il libro, doveva tornare indietro alla prima pagina e ricominciare da capo, e così via, in un circolo di lettura senza fine.
 
Il [[romanzo]] è un'estremizzazione stilistica di ''Ulisse'', anche qui troviamo il [[flusso di coscienza]] e le allusioni letterarie, ma l'utilizzo di ben quaranta lingue, la creazione di [[neologismo|neologismi]] tramite la fusione di termini di lingue differenti e l'abbandono delle convenzioni della costruzione di una [[Trama (narrativa)|trama]] e dei personaggi (in un approccio simile a quello usato da [[Lewis Carroll]] in ''[[Jabberwocky]]'') ne rendono difficile sia la lettura che la traduzione. Le critiche al romanzo furono aspre, anche da parte di [[Ezra Pound]], che fino ad allora aveva sempre sostenuto il lavoro di Joyce.
 
Sotto un certo punto di vista può essere considerato una prosecuzione di ''Ulisse''. ''Ulisse''che, infatti, tratta del giorno e della vita di una città, mentre ''Finnegans Wake'' è la notte e la partecipazione alla logica del sogno. Da un punto di vista linguistico, invece, lo studioso joyciano Giulio De Angelis ha sottolineato come il germe dello stravolgimento operato in ''Finnegans Wake'' sia già presente e coltivato nella mini-epopea della lingua inglese portata in scena nel capitolo quattordicesimo di ''Ulisse'': «Il poeta artefice deve cominciare col foggiarsi un nuovo strumento, la propria lingua, per esprimere il nuovo mondo che porta in sé, il suo individuale messaggio che deve e può esser detto solo con determinate parole. Non solo nuovi vocaboli, ma una nuova grammatica, una nuova sintassi. Insomma, la ''Veglia di Finnegan''.<ref>Giulio De Angelis in ''Ulisse - Guida alla lettura'', pagp. 205; Mondadori, 2000</ref>»
 
La frase "''Three quarks for Muster Mark"'', presente nel romanzo, è all'origine del termine dato dal Fisicofisico [[Murray Gell-Mann]] ai [[quark (particella)|quark]], un tipo di particella subatomica. La stessa parola "''quarks''" è una crasi dei termini componenticontrazione ldell'espressione "''question marks''" ("punti interrogativi").
 
== Eredità ==
LeL'opera dello scrittore opereirlandese hannoha avuto un'importante influenza su scrittori e studiosi come [[Samuel Beckett]],<ref>Friedman, Malvin J. Una rassegna di [[Beckett and Joyce: Friendship and Fiction]], [[Bucknell University]] Press (giugno 1979), ISBN 0-8387-2060-9</ref><ref>Williamson, pp. 123-124, 179, 218</ref> [[Flann O'Brien]],<ref>Ad esempio, Hopper, p75: "In tutti i lavori di O'Brien la figura di Joyce volteggia all'orizzonte".</ref> [[Máirtín Ó Cadhain]], [[Salman Rushdie]],<ref>Intervista a Salmon Rushdie di Margot Dijgraaf per il giornale tedesco NRC Handelsblad.</ref> [[Robert Anton Wilson]],<ref>Intervista a Anton Wilson di David A. Branton, trasmessa su HFJC, 87.7 FM, Los Altos Hills, California</ref> e [[Joseph Campbell]].<ref>"About Joseph Campbell", Joseph Campbell Foundation.</ref>
 
Alcuni scrittori hanno avutoespressero opinioni contrastanti sulle sue opere. di[[Vladimir Joyce.Nabokov]] Secondoe [[VladimirJorge VladimirovičLuis Nabokov|NabokovBorges]], ad esempio, sostennero che l{{'}}''Ulisse'' fosse un'opera brillante, mentre ''Finnegans Wake'' orrenda<ref>Nabokov, in una lettera del 3 agosto 1950 indirizzata ad Elena Sirosky, scrisse: «Quando voglio leggere un buon libro leggo ''Alla ricerca del tempo perduto'' di [[Marcel Proust]] o ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' di Joyce» (da una lettera di Nabokov a Elena Sirosky, 3 agosto 1950, riportata in ''Nabokov's Butterflies: Unbublished and Incollected Writings'', pp. 464-465)</ref> e Borges<ref>Borges, p. 195</ref> Ulisse era brillante e Finnegans Wake orribile. Il filosofo francese [[Jacques Derrida]], che scrisse anche un libro sull'Ulisse, raccontò di un turista che gli chiese in una libreria a Tokyo quale tra tutti quei libri fosse quello definitivo e gli rispose che erano Ulisse e Finnegans Wake.<ref>Derrida, ''Ulysses Gramophone: Hear Say Yes in Joyce'' (in ''Acts of Literature'', ed Derek Attridge, pp. 253-309), p 265</ref>
 
Secondo Oliver St John Gogarty, l’eterno amico-nemico, Finnegans Wake era solo “un colossale sgambetto”.<ref>{{Cita pubblicazione|data=1939-02-01|titolo=Examination for Junior Observer|rivista=Bulletin of the American Meteorological Society|volume=20|numero=2|pp=84–84|accesso=2021-08-10|doi=10.1175/1520-0477-20.2.84|url=http://dx.doi.org/10.1175/1520-0477-20.2.84}}</ref>
 
Secondo Oliver St John Gogarty, l’eterno amico-nemico, Finnegans Wake era solo “un colossale sgambetto”.<ref>{{Cita pubblicazione|data=1939-02-01 febbraio 1939|titolo=Examination for Junior Observer|rivista=Bulletin of the American Meteorological Society|volume=20|numero=2|pp=84–8484-84|accesso=2021-08-10 agosto 2021|doi=10.1175/1520-0477-20.2.84|url=http://dx.doi.org/10.1175/1520-0477-20.2.84| issn = 0003-0007}}</ref>
 
L'influenza di Joyce esce dal campo della letteratura. La frase “three quarks for muster mark” in ''[[Finnegans Wake]]'' è spesso considerata all'origine della parola “[[Quark (particella)|quark]]”, il nome di una [[particella elementare]] scoperta dal fisico [[Murray Gell-Mann]].<ref>"quark", ''An american Heritage Dictionary of the english Language'', Fourth Edition 2000</ref> Lo psicoanalista francese [[Jacques Lacan]], secondo il quale la scrittura ha tenuto Joyce lontano dalla [[psicosi]], usa la scrittura di Joyce per spiegare il suo concetto di sintomo.
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=== Racconti ===
==== Raccolte di racconti ====
Joyce pubblicò una sola raccolta di racconti, ''[[Gente di Dublino]]'' (''Dubliners'', [[1914]]), comprendente i seguenti 1615 racconti:
* ''[[Le sorelle]]'' (''The Sisters'')
* ''[[Un incontro]]'' (''An Encounter'')
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* ''[[Pensione di famiglia]]'' (''The Boarding House'')
* ''[[Una piccola nube]]'' (''A Little Cloud'')
* ''[[Rivalsa (James Joyce)|Rivalsa]]'', o ''Un'Ave Maria'' o *''Contropartita'' (''Counterparts'')
* ''[[Polvere (James Joyce)|Polvere]]'', o ''Cenere'' (''Clay'')
* ''[[Un caso pietoso]]'', o ''Un increscioso incidente'' (''A Painful Case'')
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* ''[[La grazia (James Joyce)|La grazia]]'' (''Grace'')
* ''[[I morti]]'' (''The Dead'')
 
==== Racconti non antologizzati ====
* ''[[Il gatto e il diavolo]]'' ([[1964]]<ref>Scritto nel [[1936]]</ref>), racconto per bambini, postumo
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== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* Nel film del [[2011]] di [[Martin Scorsese]] ''[[Hugo Cabret]]'', James Joyce è uno degli avventori del bar della stazione in cui si svolge il film.
*Nel brano del [[2025]] di [[Murubutu]] "Nora e James", il rapper canta del primo incontro di James Joyce e [[Nora Barnacle]] e del loro successivo matrimonio, che cambia radicalmente la vita di entrambi.
 
== Note ==
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* Edwin Williamson, ''Borges: A Life'', Viking Adult, 2004. ISBN 0-670-88579-7
* {{cita web|http://www.retecivica.trieste.it/joyce_ita|Museo Joyce Trieste}}
* Andrea Maia, le''Le osterie di Dublino. La cucina irlandese di James Joyce'', Torino, ilIl leone verde, 2005 ISBN 978888713978488-87139-78-4
*{{cita pubblicazione|autore=Anne Marie D'Arcy (Trinity College Dublin)|url=https://www.researchgate.net/publication/280070368_%27Joyce_and_the_Twoheaded_Octopus_of_Judeo-maconnerie%27|doi=10.1093/res/hgt015|titolo='Joyce and the Twoheaded Octopus of Judéo-maçonnerie'|data=marzo 2013|rivista=The Review of English Studies|volume=64|numero=267|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200414210151/https://www.researchgate.net/publication/280070368_%27Joyce_and_the_Twoheaded_Octopus_of_Judeo-maconnerie%27|dataarchivio=14 aprile 2020|urlmorto=no|accesso=9 aprile 2023}}
 
;Ulisse
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